Il mercoledì sera della quarta giornata di Champions League metteva di fronte quattro allenatori desiderosi di emergere nell'élite del calcio europeo, e per farlo si sono messi in gioco in quattro realtà tra le più importanti di quel sottobosco del grande calcio che si trova un gradino sotto i top club ma che ama organizzarsi per cercare di far loro qualche sgambetto per poi convincerli a portarli dalla loro parte.
Questi quattro allenatori sono rispettivamente Xabi Alonso, fresco allenatore del Bayer Leverkusen, Sergio Conçeicao, allenatore del Porto con un'esperienza già più consolidata con il club portoghese, Ivan Tudor, che ha scelto di raccogliere l'eredità di Sampaoli a Marsiglia dopo l'esperienza positiva a Verona, ed infine Ruben Amorim, l'enfant prodige della titolata scuola portoghese, al terzo anno sulla panchina dello Sporting Lisbona.
Le due partite (Leverkusen-Porto e Sporting-Marsiglia) si sono chiuse con due vittorie esterne rese possibili da elementi episodici che hanno indirizzato da una parte la partita di Lisbona ma in coerenza con la superiorità espressa dalla strategia del Marsiglia, e dall'altra la partita di Leverkusen, dove invece il cinismo della squadra portoghese e due rigori generosi hanno permesso un risultato diverso da ciò che abbiamo visto sul terreno di gioco.
Ma ciò che più ci importa in questa analisi è vedere i quattro modi diversi di porsi in campo dei quattro allenatori e come si sono sfidati in questo doppio incrocio.