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Wednesday, 2 December 2020

Liverpool-Ajax, la vittoria di chi sa essere sempre il più forte



La vittoria dell'Atalanta ad Anfield Road nel turno precedente ha reso la sfida tra i Reds ed i lancieri un mezzo spareggio per l'accesso agli ottavi di questa competizione, seppur la squadra di Klopp mantiene una situazione di comodo vantaggio considerando il fatto di avere un saldo a favore negli scontri diretti contro l'Atalanta e, soprattutto, considerando il fatto che nel turno finale ci sarà la trasferta tutt'altro che scomoda in Danimarca contro il Midtjylland.

La partita dell'andata lascia, in ogni caso, aperte molte possibilità all'Ajax che fu in grado di mettere spesso sotto la squadra di Klopp senza, tuttavia, riuscire a concretizzare quanto prodotto, fino ad essere punita dal rocambolesco autogoal di Tagliafico, con un Liverpool ancora più in condizione precaria in termini di uomini a disposizione le condizioni per una partita dominante della squadra di Ten Hag ci sono tutte.

E come all'andata, anche il confronto di stasera, si è risolto nello stesso modo, con l'Ajax che ha cercato di trovare la giocata vincente con la propria qualità, il Liverpool che, dal suo canto, puntava sui movimenti e sulle giocate dei tre davanti, ma ad essere decisivo è stato un clamoroso errore in uscita di Onana che ha lasciato scorrere un pallone tranquillamente alla sua portata lasciandolo a disposizione di Curtis Jones che ha depositato il pallone nella porta sguarnita.


LE FORMAZIONI INIZIALI


Come indicato in premessa il Liverpool è falcidiato da diverse settimane da una serie incredibile di assenze, per questa partita Klopp ha messo in campo tre uomini provenienti dal settore giovanile innaffiato dai suoi comandamenti: Kelleher in porta, Neco Williams terzino destro, Curtis Jones nei tre di centrocampo. Nell'Ajax Ten Hag deve fare a meno delle travolgenti conduzioni di Kudus ma può schierare una squadra di gran qualità con un centrocampo che vede Klaassen coperto da Alvarez e Gravenberch.




LE DIVERSE STRATEGIE IN PRIMA PRESSIONE 


Lo scopo delle uscite da dietro di Liverpool ed Ajax hanno notoriamente due pattern prestabiliti: da una parte il Liverpool che cerca di risalire il campo per vie esterne, dall'altra l'Ajax che cerca di progredire per vie centrali usando la qualità dei suoi elementi più avanzati e le capacità in conduzione dei suoi centrocampisti. In un contesto già ben codificato non è da sorprendersi che la prima pressione delle due squadre fosse orientata sul togliere le ricezioni da una parte a Robertson e dall'altra parte, invece, a forzare l'allargamento del gioco.

Sull'uscita da dietro dell'Ajax il Liverpool chiude tutte le ricezioni centrali, invitando l'Ajax ad appoggiarsi sugli esterni per poi aggredire con le mezzali, unica alternativa per i lancieri per insistere sulle vie centrali era creare superiorità numerica coinvolgendo Onana, situazione che, però, non era sempre percorribile visto che uno dei tre attaccanti del Liverpool proseguiva la propria pressione sul portiere nigeriano costringendolo dunque a rinviare il pallone (15 lanci lunghi sui 39 passaggi effettuati).

Dall'altra parte invece, scopo della prima pressione dell'Ajax era quello di coprire le linee di passaggio dai centrali difensivi ai terzini, in particolare Robertson, con Antony chiamato a svolgere questa funzione; con questo posizionamento il brasiliano toglieva l'opzione a Fabinho che, a quel punto sceglieva di cambiare strada oppure di cercare con un pallone a scavalcare, il terzino scozzese, richiamando però l'uscita immediata di Mazraoui da quella parte per limitarne l'avanzata, una strategia che ha funzionato nel momento che lo scozzese che non è mai riuscito ad arrivare al cross ne alimentare una giocata pericolosa.


LO SVILUPPO DEL GIOCO


Data la necessità di dover portare a casa i 3 punti per avere solide chances di qualificazione, l'Ajax ha preso il controllo del gioco, costringendo il Liverpool progressivamente ad abbassare il baricentro ed a lasciare il possesso palla ai suoi avversari (56% il dato del possesso palla per gli olandesi a fine partita) ma senza concedere però spazi nella propria metà campo (difatti solo il 28% dei palloni si sono giocati nel terzo di campo del Liverpool, come si evince dal dato elaborato da WhoScored).



La squadra di Ten Hag ha provato ad accedere centralmente mediante le rotazioni tra Gravenberch e Klaassen a cercare di togliere riferimenti al trio di centrocampo del Liverpool, soprattutto le conduzioni del primo sono state una fonte di pericolo per la tenuta difensiva dei Reds (3 dribbling completati, migliore in campo), tuttavia nessuno dei suoi compagni è stato in grado di fare altrettanto (molto deludenti sia Neres che Antony); inoltre come si evince dal fermo immagine Ten Hag ha cercato di avere più persone in zona centrale spostando Mazraoui in posizione di falso terzino anche per poter gestire le eventuali transizioni negative contro i tre d'attacco del Liverpool, tuttavia, come si evince sempre dalla stessa immagine, spesso Tadic e Neres andavano a calpestare la stessa zona di campo agevolando il compito delle linee difensive del Liverpool che avevano, così, meno linee di passaggio e soprattutto zone da coprire.

Il Liverpool, da canto suo, aveva difficoltà a far muovere il pallone con le conduzioni dei terzini, da una parte per la gabbia creata per limitare Robertson, dall'altra perché sulla destra il seppur ottimo Neco Williams non è certo Alexander-Arnold, tanto da essere spesso lasciato libero dai giocatori dell'Ajax, per cui l'unico modo che i Reds avevano per risalire il campo era quello di usare uno dei tre attaccanti a fare gioco di sponda per cercare gli inserimenti di Curtis Jones che, non a caso, è stato il giocatore più pericoloso dei suoi con le 4 conclusioni effettuate incluso il goal che ha deciso la partita.


LE PRESTAZIONI DELLE DIFESE


La partita di ieri ha messo in mostra come l'organizzazione di squadra creata da Klopp e Ten Hag abbiano permesso ai propri difensori di crescere a livello individuale: sicuramente il Liverpool ha difeso maggiormente di reparto, tuttavia più volte, con l'Ajax che attaccava con più uomini, le letture individuali di Matip, ma soprattutto di Fabinho, sono state decisive per fermare gli attacchi avversari (8 disimpegni in area, migliore in campo), al brasiliano ex Monaco si aggiunge la prestazione importante di Henderson e Wijnaldum che, con 4 e 3 intercetti rispettivamente, hanno chiuso le linee di passaggio verso la zona rifinitura tendendo fuori dal match a lunghi tratti Dusan Tadic; come si evince dal fermo immagine i due centrali pur tenendo la linea difensiva non si staccano mai dall'uomo di riferimento nella zona, a dimostrazione di un grande lavoro svolto da Klopp pur in assenza di Van Dijk.

Nell'Ajax, invece, le giocate e le scelte individuali sono state quasi sempre corrette (l'eccezione, ovviamente, sta nell'errore di Onana in occasione del goal del Liverpool), con una linea a 4 sempre molto alta e sempre portata a correre in avanti, ma soprattutto è stata impressionante la personalità di Perr Schuurs: il centrale olandese non ha mai avuto paura di andare ad affrontare in uno contro uno Mane o Diogo Jota, soprattutto nelle situazioni di transizione; in un momento in cui in Italia si mettono in discussione giocatori di grande livello per il loro apporto alla fase difensiva, la nuova generazione di difensori centrali viene educata ad affrontare le situazioni di uno contro uno senza che ciò faccia gridare allo scandalo.





CONCLUSIONI


Il risultato finale di Liverpool-Ajax, come all'andata, è stato deciso da un incidente individuale dell'Ajax nella propria area di rigore (l'autogoal di Tagliafico all'andata, la pessima uscita di Onana ieri sera) in situazioni di fatto innocue, nel doppio confronto l'Ajax ha continuato a mostrare la bontà del proprio progetto tecnico e tattico ma non ha saputo sfruttare le opportunità che la partita ha creato,  ora la sfida contro l'Atalanta della prossima settimana ci dirà se quanto fatto finora sarà sufficiente per accedere agli ottavi; dall'altra parte abbiamo avuto una riprova della trasformazione del Liverpool di Klopp, una squadra diventata grande, anzi grandissima, grazie al gioco verticale ed al gegenpressing ma che adesso si sta consolidando al top a livello mondiale con ritmi più controllati ed una maggiore attenzione alla copertura degli spazi, un sistema che permette a questa squadra di sopperire alle infinite assenze di questa stagione e. non ostante alti e bassi, di mantenere la testa della Premier e, da ieri sera, mettere in tasca la vittoria del girone di Champions.

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