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Tuesday, 9 March 2021

L' Inter di Conte fa di necessità virtù


La sfida tutta nerazzurra che chiude la 26° giornata della serie A è un crocevia quasi decisivo per quel che riguarda la lotta scudetto e la lotta per la Champions League: le vittorie di Juventus e Milan non permettono alla squadra di Conte di poter lasciare punti in giro, per la squadra di Gasperini c'è da consolidare il quarto posto dagli attacchi di Roma e Napoli.

In una partita molto intensa, ricca di duelli e dal tono agonistico molto elevato c'è stato poco spazio per la tecnica, un contesto che alla fine ha favorito la squadra di Conte che, riuscendo a sfruttare un'occasione generata sugli sviluppi di un calcio d'angolo, è riuscita a trovare il goal che è valso 3 punti pesantissima ai fini della classifica e che mette l'Inter nelle reali condizioni per essere considerata la squadra favorita per vincere il campionato.


LE FORMAZIONI

Rispetto alle ultime uscite Antonio Conte decide di rinunciare ad Eriksen dal primo minuto inserendo nell'undici iniziale Arturo Vidal che non partiva titolare dalla trasferta vittoriosa di Firenze un mese fa; per il resto nessuna novità nelle scelte dell'allenatore salentino che conferma Hakimi e Perisic sugli esterni e la coppia Lautaro-Lukaku in attacco.

Dall'altra parte Gasperini sceglie Sportiello in porta, il trio difensivo è quello migliore a disposizione in rosa con Toloi, Romero e Djimsiti; scelte conservative anche per l'Atalanta da centrocampo in su, con la rinuncia al doppio attaccante inserendo Malinovskiy e Pessina alle spalle di Zapata, con Ilicic e Muriel in panchina.



LA COSTRUZIONE DELL'INTER CONTRO LA PRIMA PRESSIONE DELL'ATALANTA

Uno dei temi di maggior interesse della partita era chiaramente dato dalla contrapposizione tra la costruzione bassa dell'Inter che tanti dividendi ha raccolto nelle ultime settimane e la pressione a uomo a tutto a campo dell'Atalanta che, invece, i dividendi li raccoglie da cinque stagioni.


Come previsto l'Inter cerca di uscire dal suo lato destro dove operano Skriniar, Barella, Hakimi e Lukaku. Come nelle ultime uscite la costruzione della squadra di Conte vede i due "braccetti" allargarsi in posizione da terzini con Brozovic che, invece, si abbassa accanto a De Vrij al centro.

Le marcature scelte da Gasperini prevedevano, invece, l'uscita di Gosens su Hakimi, De Roon su Barella, Pessina su Brozovic e Freuler su Vidal; a Malinovskiy e Zapata resta da scalare sui tre difensori dell'Inter in base al lato palla: essendo il lato preferito dall'Inter per uscire quello di destra, il colombiano si occupava di Skriniar mentre l'ucraino di De Vrij, inoltre se l'Inter andava sul lato sinistro era Maehle ad alzarsi su Bastoni con Toloi che scalava su Perisic.


In questo modo l'Inter non è mai stata in grado di risalire il campo se non cercando di servire direttamente Lukaku che, però, oggi, a duello aveva un osso duro come Djimisiti a tenerlo a bada, inoltre era molto importante il lavoro di Zapata nel togliere a Skriniar l'angolo di passaggio verso Lautaro, soluzione a cui Conte aveva pensato alla vigilia della partita prevedendo che la catena di destra non poteva essere utilizzata con la stessa facilità delle partite precedenti: difatti, come si evince dalla statistica relativa ai palloni toccati, l'argentino è stato di gran lunga il giocatore con meno tocchi della partita.


LA FASE DI POSSESSO DELL'ATALANTA E QUELLA DI NON POSSESSO DELL'INTER

Diversa, invece, è stata la zona di gioco in cui si è giocato nel momento in cui era la squadra orobica ad avere il possesso del pallone: l'Inter in non possesso ha aspettato l'Atalanta quasi invitandola a portare più giocatori nella propria metà campo.

Come da meccanismo ormai consolidato dalla squadra di Gasperini, i due braccetti della linea difensiva a 3 si portavano in avanti mentre spettava ai due centrocampisti centrali posizionarsi in modo da controllare le marcature preventive ed evitare, dunque, problemi in caso di perdita della palla e di transizione offensiva dell'Inter.



L'Inter si opponeva a questo schieramento dell'Atalanta sostanzialmente abbassandosi nella propria metà campo e togliendo le vie d'accesso centrali alla squadra di Gasperini, in particolare togliendo i rifornimenti tra le linee a Pessina e Malinovskiy; non è un caso che gli unici pericoli l'Atalanta sia riusciti a crearli grazie al lavoro di Zapata che si allargava a sinistra cercando di dialogare con Gosens, tuttavia nel momento che il tedesco arrivava al cross, l'uscita di Zapata dall'area di rigore tendeva a svuotarla facendo andare a vuoto i palloni messi in area. 


LA DIFFERENZA LA FANNO I CORNER

La partita ha vissuto sulla superiorità delle difese rispetto agli attacchi: le strategie dei due allenatori in fase di non possesso, seppure antitetiche, si sono rivelate entrambe vincenti: alla fine del primo tempo le uniche conclusioni pericolose sono state dell'Atalanta e sono arrivate su due calci d'angolo in cui Handanovic prima e Brozovic dopo (con un intervento sulla linea) hanno negato la rete dell'Atalanta.

La situazione favorevole da corner, invece, ha favorito l'Inter: sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina, Skriniar è riuscito a trovare la zampata vincente al termine di una situazione molto confusa, a dimostrazione di come in alcune situazioni di gioco i centrali nerazzurri abbiano mostrato sempre la massima attenzione e concentrazione che si è rivelata decisiva per portare a casa la vittoria.

Fonte Understat
Come si evince dalla progressione degli xG nella partita, i picchi sono stati raggiunti nel primo tempo dai due calci d'angolo dell'Atalanta, così come il goal di Skriniar sia stata la miglior occasione con tiro creata dall'Inter, in quanto l'azione del primo tempo con mancato passaggio di Lukaku ad Hakimi a porta vuota avrebbe cambiato e non di poco il conto degli expected goals.

Sempre la progressione degli xG ci mostra come dopo il goal di Skriniar l'Inter abbia oggettivamente scelto di chiudersi a riccio a difesa del risultato e come lo ha fatto lo vediamo immediatamente.


IL BLOCCO DIFENSIVO DELL'INTER A DIFESA DEL GOAL


Trovato il goal del vantaggio la scelta di Conte è stata quella di chiudersi e cercare di sfruttare le transizioni: la strategia ha pagato in parte, nel senso che il blocco difensivo ha reso prevedibile e sterile il possesso dell'Atalanta ma in transizione le cose non hanno funzionato visto che Lukaku a differenza di quanto fatto nei precedenti incontri non è riuscito, al cospetto di Djimsiti e Romero, di sfondare con le sue progressioni palle al piede, tuttavia tanto è bastato all'Inter per portare a casa la vittoria.

La fase difensiva dell'Inter dopo il goal segnato è passata dal 5-3-2 del primo tempo ad un 5-4-1 con Lautaro e Barella ai fianchi di Brozovic ed Eriksen (subentrato a Vidal) a centrocampo a chiudere gli spazi tra le linee e aggredire i portatori di palla dell'Atalanta. In questo modo i vari Ilicic, Miranchuk e lo stesso Muriel, tutti subentrati nella ripresa, non sono riusciti ad avere la possibilità di giocare la palla se non spalle alla porta e, quindi, inoffensivi.


CONCLUSIONI


Di certo l'Inter ha portato a casa la vittoria e di certo ha messo da parte 3 punti che hanno un peso specifico di non poco conto per la vittoria finale del campionato, ma non di certo ha vinto il confronto tattico e tecnico con la squadra di Gasperini.

L'Atalanta anche in questa occasione ha mostrato tutta la sua forza e la capacità di saper mettere a disagio squadre che hanno mostrato di essere evolute tatticamente come la squadra di Antonio Conte, tuttavia il merito dell'Inter è stato quello di aver colto che, con ogni probabilità, non l'avrebbe spuntata insistendo sui propri punti di forza per cui ha puntato sul togliere agli avversari i propri punti di forza, specie dopo aver trovato modo di aver sbloccato la partita.

Un altro merito che va dato al lavoro di Antonio Conte è quello di aver migliorato tanto diversi giocatori ed onestamente vedere l'attitudine di gente come Perisic, Eriksen, oltre alla perfezione già menzionata degli interventi difensivi di Skriniar, De Vrij e Bastoni, è dimostrazione che ogni strategia tattica rappresenta sempre un percorso a valle rispetto all'empatia che deve intercorrere tra allenatore ed il gruppo di giocatori.

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