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Monday, 25 October 2021

Dionisi e Zanetti stanno plasmando Sassuolo e Venezia


Sabato pomeriggio al Mapei Stadium di Reggio Emilia è andata in scena la sfida tra il Sassuolo ed il Venezia, due squadra allenate dai due tecnici, assieme a Vincenzo Italiano, che meglio rappresentano la nuova generazione di allenatori italiani in grado di proporre un calcio propositivo ed in grado di utilizzare al meglio il materiale umano a propria disposizione.

La partita è terminata 3-1 per la formazione nero-verde, un risultato che ha premiato la capacità di Dionisi di saper cambiare in corsa lo schieramento della propria squadra (complice il cambio forzato di Djuricic) e penalizzato oltremodo un Venezia che ha perso i propri riferimenti nel momento in cui ha visto uscire dal campo per infortunio il suo gioiello Gianluca Busio, mettendo a nudo alcune difficoltà della squadra date dal faticoso inserimento in gruppo dei tanti acquisti arrivati nel corso dell'ultimo mercato estivo.


LE FORMAZIONI

Alla lettura delle formazioni iniziali si poteva intuire il piano iniziale di gara dei due allenatori, con Dionisi che prosegue sul solco del 4-2-3-1 ereditato da De Zerbi, mentre Zanetti conferma, a sua volta, un 4-3-3 molto atipico viste le caratteristiche dei giocatori schierati a centrocampo ed in attacco, denotando la ricerca di un sistema di gioco quanto più fluido possibile.



Dopo la doppietta sul campo del Genoa, Scamacca riprende la maglia da titolare in attacco con Raspadori confermato alle sue spalle, a sinistra confermato anche Djuricic in luogo di Boga, per il resto formazione consolidatissima. Stesso discorso per quel che riguarda la linea difensiva del Venezia: la coppia centrale della scorsa stagione composta da Svoboda e Ceccaroni fornisce garanzie a Zanetti, così come la grande forza fisica ed atletica di Ebuehi e Haps ai loro lati; l'assenza dell'ultimo minuto di Aramu e l'infortunio patito da Johnsen contro la Fiorentina, portano a qualche variazione a centrocampo ed in avanti, con Crnigoj ad affiancare Ampadu e Busio confermatissimi a centrocampo, mentre Okereke e Kiyine operano davanti al fianco di Henry.


POCHI SPAZI A DISPOSIZIONE PER IL SASSUOLO

Gran parte del contesto tattico della partita è stato dettato dalla ricerca degli spazi da parte del Sassuolo: diverse sono state le modifiche che Dionisi ha dovuto operare a partita in corso per trovare il modo di forzare il blocco centrale predisposto dal Venezia.

Questa era la situazione tipica di schieramento delle due squadre nel momento in cui il Sassuolo dava inizio all'azione: da qui si può notare il blocco centrale della squadra arancioneroverde, con un'unica eccezione: Haps che si staccava lateralmente dai propri compagni della linea difensiva per andare a prendere Berardi che cercava di giocare largo allo scopo di condurre il pallone in zona rifinitura. Scopo di questa strategia del Venezia era quello di condurre il Sassuolo a giocare per linee esterne, una situazione in cui la squadra di Dionisi non è a suo agio, soprattutto se non può raggiungere la zona di rifinitura, ossia quello spazio tra linea difensiva e linea di centrocampo avversaria.

Il Sassuolo a quel punto cercava di sfruttare lo spazio che lo schieramento del Venezia lasciava ai giocatori schierati in prima costruzione per creare linee di passaggio interne mediante movimenti verso l'esterno del campo: in questo esempio vediamo Ferrari che porta palla, Rogerio e Djuricic che spostano verso l'esterno le linee del Venezia e Raspadori che cerca di venire incontro tra le linee. Questo movimento costringe Svoboda a spezzare la linea difensiva del Venezia, in quello spazio alle spalle Scamacca ha provato ad inserirsi, ma nonostante l'uscita dalla linea di Svoboda, il resto della linea è molto brava a non concedere la profondità al centravanti del Sassuolo mettendolo in fuorigioco o accompagnando il suo taglio come spesso ha fatto Ceccaroni in queste circostanze.

Sul lato destro l'obiettivo era quello di sfruttare lo spazio creato tra Ceccaroni ed Haps ben visibile nell'esempio precedente; con Frattesi limitato nei suoi movimenti in verticale, spettava a Toljan cercare di attaccare quello spazio con rapide corse in verticale, tuttavia anche in questo caso il Venezia sapeva cosa fare: Haps seguiva l'inserimento del terzino avversario mentre Busio scivolava esternamente per chiudere Berardi e ritardarne la giocata, una mossa che consentiva al contempo a Kiyine di abbassarsi sullo stesso Frattesi, lasciato incustodito dalla scalata dell'ex giocatore del Kansas City.

LA FLUIDITA' DEL VENEZIA IN COSTRUZIONE

Come già visto nella partita vinta contro la Fiorentina, ma anche, in modo diverso, nella scorsa stagione, il Venezia di Zanetti ama costruire e sviluppare l'azione sovraccaricando le zone esterne del campo. Lo scorso anno in B la costante era quella di creare sovraccarico su un lato di campo in fase di sviluppo per poi ribaltare il gioco sull'altro lato, quest'anno, invece, le cose migliori le stiamo vedendo con l'utilizzo di questo sovraccarico per poi cercare la profondità.

Qui vediamo come si muove lo schieramento del Venezia ad inizio azione: Busio si allarga per fornire manforte all'uscita del pallone sul lato sinistro, nessun giocatore del Sassuolo esce su di lui in quanto la posizione di Kiyine costringe la squadra nero-verde ad una scelta se uscire sullo statunitense o coprire l'ex fantasista della Salernitana. Infatti a quel punto le soluzioni a disposizione di Haps che riceve la palla sono due: appoggiarsi su Busio per poi creare il lato forte a sinistra, oppure qualora Toljan scelga di uscire dalla linea difensiva, lo stesso terzino ex Feyenoord poteva tentare l'immediata verticalizzazione alle spalle dei difensori avversari, facilitata anche dai movimenti a venire incontro di Henry.

Questa è la situazione tipica che più volte si è creata nel corso del primo tempo: Okereke taglia alle spalle di Toljan costringendo Chiriches ad una difficile rincorsa ad un giocatore decisamente più esplosivo di lui sui primi passi. Da questa situazione sono nati diversi pericoli veri o potenziali per la porta di Consigli, ma soprattutto il goal con cui l'ex attaccante del Bruges ha sbloccato la partita a favore della squadra lagunare. Il modo in cui è stata impostata e sviluppata l'azione ha diversi punti in comune con la rete realizzata alla Fiorentina una settimana fa.

In tutto ciò non è possibile nascondere l'importanza di Gianluca Busio. giocatore che sta mostrando di poter svolgere con la stessa efficacia compiti di costruzione, sviluppo dell'azione ed anche interdizione delle azioni avversarie. A Kansas City ha giocato in diverse posizioni anche se quella preferita sembrava fosse da vertice davanti alla difesa, con l'inserimento di Ampadu è stato spostato praticamente in posizione di mezzala mostrando grande capacità di poter coprire il campo anche in larghezza permettendo alla squadra di mantenere sempre un certo equilibrio in mezzo al campo. Non è un caso che con la sua uscita dal campo il Venezia abbia perso la capacità di poter coprire il campo in ampiezza: il suo sostituto Peretz non è stato in grado di svolgere lo stesso tipo di funzioni mantenendo una posizione decisamente più rigida in campo e soprattutto mostrando grosse difficoltà a gestire i continui inserimenti di Frattesi.


IL CAMBIO DJURICIC-TRAORE CAMBIA VOLTO AL SASSUOLO


Il termine cambiare volto spesso viene usato in maniera inflazionata da giornalisti e commentatori sportivi per raccontare l'impatto di un avvenimento su una partita; l'ingresso in campo di Traorè al posto di Djuricic ha decisamente ridisegnato il modo di giocare del Sassuolo permettendo a Dionisi di risolvere il problema del superamento del blocco centrale del Venezia.

Sin dalla fase di costruzione si è notato un atteggiamento diverso della squadra emiliana rispetto alla prima parte della partita: come si evince dall'esempio, i terzini si scollegano dalla fase di costruzione mentre Maxime Lopez si abbassa al fianco (e non in mezzo) dei centrali, l'ampiezza adesso è data da Toljan, mentre Berardi si inserisce nella zona di rifinitura; anche la prima linea di pressione a 3 del Venezia viene sfruttata a proprio vantaggio dalla squadra di Dionisi con Frattesi che si muove alla spalle di Kiyine costringendo Busio a scegliere se alzarsi sull'ex centrocampista del Monza o tracciare l'avanzamento di Toljan a destra.

Questo tipo di movimenti genererà la situazione che porterà al pareggio realizzato da Berardi: con Busio che viene spinto verso il largo da Toljan, Haps deve uscire su Traore; alle spalle del terzino sinistro del Venezia si inserisce Frattesi che viene seguito da Ampadu, ma questo movimento libera spazio per Berardi tra le linee, sul numero 25 del Sassuolo dovrebbe scalare Crnigoj come richiesto chiaramente da Ceccaroni. Ciò non avviene e l'esterno della nazionale può attraversare la trequarti palla al piede sostanzialmente indisturbato e coordinarsi per il goal del pareggio.

L'ingresso di Traorè ha permesso a Dionisi di ridisegnare la propria squadra: la rigidità che il 4-2-3-1 mostrava di avere contro il blocco centrale del Venezia ha lasciato posto ad un 4-3-3 dove Traorè spesso si abbassava per attrarre il centrocampo avversario su di se generando spazio alle proprie spalle sfruttato dai movimenti di Raspadori ad accentrarsi nel mezzo spazio di sinistra. Questa mossa tattica unita all'uscita di Busio sopra menzionata ha mosso il contesto tattico della partita e l'inerzia della stessa dalla parte dei padroni di casa che hanno potuto, poi, mettere sul tavolo anche la propria superiorità tecnica.









CONCLUSIONI 

Sassuolo e Venezia hanno disputato una partita molto bella e godibile con due allenatori che hanno cercato di giocarsi la partita cercando di prendere in mano il controllo delle operazioni e dettare il contesto tattico della stessa.

Entrambe le squadre hanno cercato di giocare sempre il pallone da dietro e cercare di manipolare gli schieramenti difensivi avversari: ne è venuta fuori una partita con anche diverse fasi di rapide transizioni e capovolgimenti di fronte, infatti poi a vincere la partita è stata la squadra che ha saputo eseguire al meglio le giocate a livello tecnico.

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