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Monday, 22 November 2021

New York City - Atlanta e l'interpretazione del 4-2-3-1

Foto sito web NYCFC

Tra le varie cosa accadute in questo weekend che ha segnato il ritorno dei campionati dopo la pausa nazionali c'è stato l'inizio dei playoff nella MLS ossia nella principale lega calcistica statunitense, una lega che sta crescendo e che sta iniziando a raccogliere i frutti della politica di sviluppo dei giovani americani che vogliono approcciarsi al soccer.

Già la nostra serie A, grazie al Venezia, ha avuto modo di mettere in evidenza talenti provenienti dalla MLS come Gianluca Busio e Tanner Tessmann e presto vedremo all'opera a Lipsia Caden Clarke, gioiellino della scuola Red Bull in quel di New York; certo i tifosi della Roma non hanno potuto ancora apprezzare le doti di un altro elemento come Reynolds, per il quale probabilmente ci sarà ancora da pazientare.

Dal primo turno di playoff disputato nel weekend erano esentate le vincitrici delle due conference, ossia i New England Revolutions da una parte ed i Colorado Rapids dall'altra, per cui uno dei match più interessanti di questo primo turno era rappresentato dalla sfida tra il New York City Football Club, il club della Grande Mela affiliato al City Football Group, ed Atlanta United, formazione entrata nella MLS nel 2017 per diventarne campione l'anno successivo e che ha iniziato la stagione con l'ex difensore di Manchester United e Roma Gabriel Heinze in panchina salvo essere sostituito a metà regular season da Gonzalo Pineda.

Entrambe le squadre cercano di fare del calcio di possesso il proprio riferimento strategico ed entrambe si schierano in campo con il 4-2-3-1 che cerca di valorizzare quanto maggiormente possibile gli elementi tecnici presenti in rosa: da una parte l'ex atalantino Maxi Moralez, conosciuto dai più come El Frasquito, reso celebre dal famoso aneddoto di Federico Buffa raccontato diversi anni fa, dall'altra parte Ezequiel Barco, una delle promesse più attese del calcio argentino, scuola Indipendiente che ha dovuto usare questa stagione per rimettersi al meglio della forma dopo un infortunio al crociato.


LE FORMAZIONI INIZIALI


Come indicato in premessa le due squadre si schierano con il 4-2-3-1, ad occupare lo slot del numero 10 sono da una parte Ezequiel Barco, dall'altra Maxi Moralez, le punte centrali sono da una parte Valentis Castellanos, capocannoniere della stagione regolare, dall'altra l'ex centravanti del Torino Josef Martinez, anche lui come Barco ha dovuto sfruttare questa stagione per tornare al 100% dopo un infortunio al crociato. 


A far comprendere le differenze di strategia tra le due squadre ci sono le due coppie di centrocampo, con Atlanta che schiera la coppia formata da Santiago Sosa e Matheus Rossetto, rispettivamente vivaio River Plate e Athletico Paranaense, quindi giocatori di grande tecnica e visione di gioco; dall'altra parte New York si presenta con la coppia formata da Alfredo Morales e James Sands, giocatori di struttura decisamente differente, chiamati a non far rimpiangere le assenze di Parks ed Acevedo in mezzo al campo. 


ISOLARE SANTIAGO SOSA PER FERMARE ATLANTA


Atlanta è una squadra che predilige avere il pallone tra i piedi anche come soluzione per evitare di difendersi viste le difficoltà in fase di non possesso della squadra. La squadra di Pineda ha chiuso la regular season con una media di possesso palla del 58% e la partita di domenica sera con quasi il 60% speso con il pallone tra i piedi. Ovviamente questo dato preso da solo non significa assolutamente nulla, a maggior ragione come vedremo quando per l'avversario diventa molto semplice fermare l'avanzamento in campo della squadra.

Per ostacolare l'uscita da dietro, il City ha applicato una trappola ben riconoscibile allo scopo di rendere difficile se non impossibile la ricezione del pallone da parte del centrocampista argentino classe 1999. Come si vede dall'esempio, l'intera batteria avanzata del 4-2-3-1 della squadra newyorchese si muove per andare ad ostacolare l'uscita degli avversari con ben due giocatori pronti ad aggredire il numero 5 di Atlanta chiudendo allo stesso tempo ogni linea di passaggio al portatore di palla avversario. Escludere dal gioco Sosa (27 passaggi ricevuti contro i 45 di media in questa stagione) è stata la mossa che ha permesso alla formazione di casa di soffocare ogni tipo di avanzamento centrale da parte della formazione allenata da Pineda, costretta a risalire il campo per zone esterne.

Una volta consolidato il possesso in zone più avanzate del campo è emerso un altro limite della formazione ospite, ossia quello di non scaglionarsi nel modo giusto in campo, probabilmente a causa della presenza di troppi elementi che amano ricevere palla e meno muoversi senza per aprire le maglie avversarie. Qui si vede abbastanza bene come le due linee strette del City in fase di difesa posizionale trasformano il 4-2-3-1 in un 4-4-1-1 con Maxi Moralez già perfettamente posizionato per uno smarcamento preventivo. Le due linee della squadra allenata da Deila, inoltre, sono già pronte a far partire la trappola non appena il pallone verrà trasferito sull'esterno a Moreno, e chiudere la sovrapposizione del terzino Bello (classe 2002, uno degli elementi positivo di questa stagione per Atlanta).

Anche a livello di analisi statistica emerge chiaramente come Atlanta non sia riuscita a raggiungere gli ultimi 20 metri di campo per vie centrali, facendolo solamente aggirando il blocco centrale del City, soprattutto dal lato sinistro mediante la combinazione che abbiamo visto sopra. Questo dimostra come nel calcio contemporanea una certa rigidità nel posizionamento in campo rende una squadra molto prevedibile, tanto più in uno schieramento come il 4-2-3-1 dove proprio la mancanza di interscambi e di movimenti senza palla porta l'attaccante ad essere fagocitato dalla linea difensiva avversaria, proprio come è successo a Martinez che ha toccato 22 palloni in tutta la partita.


UNO SCHIERAMENTO IN CAMPO MIGLIORE PER IL NEW YORK CITY


Decisamente tutt'altra musica lo schieramento in campo della squadra allenata da Ronny Deila: abbiamo già avuto modo di vedere come il 4-2-3-1 dell'ex allenatore del Celtic si trasforma in fase di non possesso sia in prima pressione che in fase di difesa posizionale, mostrando i pregi delle due linee da 4 compatte a protezione della propria metà campo. 

In fase di possesso abbiamo potuto ammirare dei movimenti decisamente più coordinati rispetto a quelli dell'avversario: da questo fermo immagine si può ben vedere come la squadra fosse ben scaglionata in campo portando le linee difensive di Atlanta ad essere parecchio disordinate. In questa situazione il centrale difensivo di sinistra Callens si trova con la possibilità di bucare le linee di pressione avversarie potendo servire i due mediani che si muovono tra le linee avversarie scaglionandosi uno avanti all'altro con Sands che si muove portandosi via Barco liberando potenziale spazio per Morales; stringendo da sinistra verso il centro anche Rodriguez crea una linea di passaggio che può tagliare due linee di pressione avversarie, idem Moralez. A completare il quadro ci sono la punta Castellanos e l'esterno Medina che possono attaccare la profondità con una linea difensiva apertissima di Atlanta, infine come soluzione meno rischiosa ci sono anche i terzini che possono garantire l'ampiezza.

Non è un caso, quindi, che lo stesso dato dei passaggi in profondità visto precedentemente per Atlanta, mostri numeri diversi a favore della formazione di proprietà del City group, con i tre trequartisti del 4-2-3-1 che hanno giocato tanti palloni al limite dell'area di rigore, a dimostrazione di come questo schieramento possa funzionare tantissimo se l'obiettivo è sovraccaricare la zona centrale della trequarti avversaria.


CONCLUSIONI


New York City ed Atlanta non hanno regalato un grandissimo spettacolo, nonostante l'elevata cifra tecnica delle due squadre non si è vista una partita particolarmente esaltante dal punto di vista del ritmo, ma quanto meno ci ha permesso di osservare pregi e difetti di uno schieramento tattico come il 4-2-3-1, che ha il vantaggio di potersi trasformare in diversi altri schieramenti nel corso della partita a seconda delle caratteristiche degli interpreti e delle problematiche proposte dall'avversario come fatto vedere dal City, dall'altra parte mostra i suoi limiti quando interpretato in maniera molto rigida e poco corale come fatto da Atlanta.

La squadra newyorchese ha poi trovato la vittoria proprio grazie ad un innalzamento del ritmo nei primi 15' del secondo tempo in cui ha trovato le due reti che hanno deciso la partita entrambi su sviluppi di calcio d'angolo, tra l'altro entrambi eseguiti con un gioco corto dalla bandierina, a dimostrazione che questa soluzione, spesso vituperata dagli osservatori, può portare dei vantaggi.

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