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Thursday, 10 February 2022

Hassenhuttl ha messo a nudo i limiti del Tottenham


Dopo il mercato di gennaio una delle formazioni da osservare con maggiore interesse è senza dubbio il Tottenham di Antonio Conte che ha deciso di aggiungere alla propria rosa due ex juventini come Rodrigo Bentancur e Dejan Kulusevski, due giocatori che destano curiosità per come il tecnico salentino potrebbe utilizzarli per inserirli nei meccanismi della sua squadra. Oltre a questo, gli Spurs sono chiamati a rincorrere un posto in Champions per la prossima stagione da cui alimentari i propositi per i quali l'ex allenatore dell'Inter è stato chiamato a White Hart Lane

Per questo motivo la partita contro il Southampton rappresentava un crocevia importante per avanzare la candidatura a favorita per quel quarto posto a cui ambiscono anche Manchester United, West Ham ed Arsenal. Ma la squadra allenata da Hassenhuttl promette di essere un cliente scomodissimo grazie al suo gioco super-aggressivo e la tanta interessantissima gioventù di cui l'allenatore austriaco dispone.

La partita è stata decisamente bella e giocata a ritmi altissimi, più per merito del Southampton che infatti è uscito dal Tottenham Hotspur Stadium con i 3 punti in tasca, frutto di una prestazione sontuosa a livello di applicazione tattica e di tenuta mentale dopo essere passata in svantaggio nella parte centrale della ripresa. Anche la statistica degli expected goals ha confermano la bontà del risultato finale rispetto a quanto visto in campo.




LE FORMAZIONI INIZIALI

Nella formazione iniziale Antonio Conte da continuità alla formazione tipo con cui ha iniziato la propria avventura sulla panchina degli Spurs, con Lucas Moura e Son alle spalle di Kane sostenuti sugli esterni da Reguilon ed Emerson Royal, mentre la difesa a 3 formata da Davinson Sanchez, Romero e Ben Davies è protetta dalla coppia Winks-Hojbjerg. 


Nel Southampton, Hassenhuttl non rinuncia al suo 4-4-2 che si trasforma in 4-2-2-2 in possesso. In attacco Che Adams è affiancato dal promettentissimo talento albanese Armando Broja di proprietà del Chelsea; i due vengono sostenuti da Armstrong ed Elyounoussi con Ward-Prowse e Oriol Romeu a smistare il gioco in mezzo. I due terzini scelti dall'ex allenatore del Lipsia sono Walker-Peters ed il francese ex Brest Perraud, mentre la super aggressiva coppia Bednarek-Salisu sono i centrali difensivi.



L'AGGRESSIVITA' DEI SAINTS DETTA IL CONTESTO TATTICO

Lo stile di gioco del tecnico del Southampton è da sempre riconoscibile, visto che parliamo di uno dei principali discepoli di Ralf Rangnick, l'attuale allenatore del Manchester United e fautore del progetto Red Bull. Ed infatti vedere giocare il Southampton è proprio un'esecuzione di quei principi di gioco basati sulla pressione continua sull'avversario e l'immediata riconquista del pallone appena perso. 

Un esempio lo vediamo sulla prima pressione non appena il Tottenham tentava di costruire l'azione: il baricentro della squadra è altissimo ed i tre centrali della squadra di Conte avevano sempre un uomo addosso. In questa specifica circostanza si può osservare la propensione del Southampton a difendere in avanti, con Armstrong che va a pressare Davies mentre Walker-Peters (il terzino destro) si alza per andare ad aggredire Reguilon. Tutto il sistema di pressing dei Saints si basa su queste scalate in avanti senza preoccuparsi in alcun modo di lasciare la coppia di centrali difensivi alle prese con Kane e Son.

La strategia ha decisamente funzionato non solo dal punto di vista del risultato (che nel calcio può sempre essere casuale) ma soprattutto dal quantitativo di palloni recuperati in avanti tra azioni di pressing e di gegenpressing, ossia di riconquista immediata del pallone appena perso. Tornando alla questione del rischio di lasciare Bednarek e Salisu soli contro gli attaccanti del Tottenham, il rischio era decisamente calcolato considerando che a fare da schermo ai due centrali difensivi c'erano i due mediani Romeu e Ward-Prowse, i cui intercetti e recuperi palla a metà campo danno un'idea ancora più precisa di quanto i Saints abbiano puntato a non far uscire gli avversari dalla propria metà campo.



LE INTENZIONI DEL TOTTENHAM DI CONTE IN POSSESSO

Come abbiamo visto in precedenza, la partita si è dipanata sull'atteggiamento del Southampton che ha dettato il contesto tattico della partita, per cui per la squadra di casa il problema era quello di trovare un modo per uscire dalla pressione avversaria senza buttare il pallone. All'interno delle enormi difficoltà avute nel riuscire a risalire il campo (specie nel primo tempo) le intenzioni degli Spurs su come cercare di sviluppare il gioco erano comunque visibili seppur poche volte siano riuscito a trovare la corretta esecuzione vista la grande aggressività dell'avversario.

In fase di costruzione il Tottenham si schierava con un 3+2 composto dai tre centrali difensivi ed i due mediani mentre i due esterni cercavano di staccarsi più in avanti per attirare i terzini ed aprire la retroguardia del Southampton in larghezza, sostanzialmente utilizzando il principio più in voga a Coverciano in questo momento dei 5 costruttori e 5 invasori. La disposizione in campo, visibile in questo esempio preso dal primo tempo, era più chiara da riconoscere nel secondo tempo, quando il Southampton ha, un po' per scelta un po' per un calo fisiologico, allentato la pressione rispetto alla prima parte di gara. In questo modo è stato anche più semplice vedere i meccanismi su cui Conte sta cercando di costruire la propria strategia offensiva.

L'obiettivo della strategia offensiva di Conte era quello di superare la prima pressione con un passaggio progressivo che raggiungesse il trio offensivo strutturato come nell'esempio: Lucas Moura che viene incontro e scambia con Kane e Son. I tre giocatori si muovono ad altezze diverse per cercare di disordinare le linee avversarie e per poter scambiare il pallone più rapidamente per raggiungere la profondità oppure, come ben visibile nell'esempio, creare un sovraccarico che attiri la linea difensiva creando un lato debole dove favorire gli inserimenti di Reguilon.

Rispetto alle sue ultime esperienze da allenatore, Conte ha rinunciato alle due punte, preferendo giocare con Son e Lucas Moura a sostegno di Kane, anche se spesso vediamo il meccanismo opposto, con il centravanti della nazionale inglese che viene incontro a sostegno della fase di sviluppo dell'azione per poi invitare il brasiliano ed il coreano ad attaccare la profondità. Dalla mappa delle posizioni medie della partita si possono anche notare le differenti altezze medie di Emerson e Reguilon, così come la posizione di Lucas Moura che tanto si è dato da fare per collegare centrocampo ed attacco, a dimostrazione della scelta del lato destro come quello di sviluppo dell'azione.








IL 4-2-2-2 IN SVILUPPO DEL SOUTHAMPTON

Uno degli elementi distintivi del modo di giocare di Hassenhuttl e di tutti gli allenatori cresciuti avendo come riferimento il metodo Rangnick è lo schieramento della squadra in fase di possesso palla, ossia con quello che sulla carta è un 4-4-2 che si trasforma in un 4-2-2-2 con le due ali che entrano dentro il campo facendo salire i terzini a dare ampiezza. Lo scopo è formare delle connessioni centrali in zona rifinitura (ossia la zona centrale tra difesa e centrocampo avversario) per sfondare centralmente ma anche per far stringere l'avversario e liberare i terzini al cross e, soprattutto, per avere tanti giocatori vicino alla palla per poterla riconquistare immediatamente appena persa o appena l'attacco tentato venga sventato dalla difesa avversaria.

In questo esempio si vede chiaramente lo schieramento della squadra con le due ali Elyounoussi e Armstrong che entrano dentro il campo, i due mediani alle loro spalle ed i due attaccanti davanti ad essi, mentre i terzini Perraud e Walker-Peters occupavano l'ampiezza. Questo schieramento oltre a creare un sovraccarico nella zona centrale del campo per attivare l'eventuale meccanismo di riconquista della palla persa, ha avuto anche lo scopo di costringere Conte ad abbassare Lucas e Son per restringere gli spazi, in questo modo il Southampton oltre a sviluppare il gioco ha avuto modo di piantare le tende nella metà campo del Tottenham.

Anche la fase di costruzione era abbastanza riconoscibile con i due centrali difensivi ed i due centrocampisti centrali che si occupano di far partire l'azione per poi cercare di servire le ali nei mezzi spazi in zona rifinitura, una soluzione che il Southampton ha cercato di rendere possibile attraendo in pressione uno dei due centrocampisti centrali del Tottenham. In questo esempio è Winks ad uscire in pressione lasciando spazio alle proprie spalle per la ricezione di Elyounoussi.

Le posizioni medie tenute dai Saints nel corso della partita mostrano in maniera inequivocabile quanto abbiano puntato all'accorciare quanto più possibile il campo mantenendo una grande compattezza centrale e delegando l'ampiezza ai terzini. Ma soprattutto si può notare quanto alto sia il baricentro della squadra, con addirittura i due centrocampisti centrali (Oriol Romeu con il numero 6 e James Ward-Prowse con il numero 8) quasi alla stessa altezza delle due ali che stringono nei mezzi spazi.

Il tratto che unisce tutte le fasi di gioco della squadra di Hassenhuttl, a partire dalla fase di costruzione per finire alla fase difensiva posizionale è la grande compattezza dello schieramento. Anche le posizioni medie ci mostrano come tutta la squadra fosse cortissima e con tutti i giocatori uno vicino all'altro coprendo allo stesso tempo più altezze del campo.







LE DIFFICOLTA' DIFENSIVE DEL TOTTENHAM

Non è stato facile per il Tottenham trovare il modo per limitare i sovraccarichi creati in zona palla dal Southampton, per questo motivo nel corso del primo tempo la squadra di Conte è stata costretta a mantenere un baricentro basso per limitare le ricezioni delle ali e dei terzini. Ma tutto questo non è bastato visto che alla fine il Southampton ha chiuso la partita con 23 conclusioni effettuate di cui 15 da azione manovrata, un dato reso più allarmante dal fatto che queste occasioni sono arrivate mediante lo stesso tipo di dinamica. 

Mentre sulle progressioni centrali della squadra di Hassenhuttl il Tottenham sembrava in grado di chiudere gli spazi, l'altro lato della medaglia stava nello spazio che il Southampton riusciva a crearsi per arrivare ad entrare in area per vie esterne e, non appena il pallone arrivava in area ecco che la linea difensiva non si è mai mostrata in grado di gestire gli attaccanti avversari. I dati su come il Southampton sia entrato in area sono abbastanza sufficienti a capire come i pericoli siano giunti dalle fasce (8 cross tentati da Perraud), a questo si aggiunge il dato relativo ai cosiddetti DEEP passes (ossia i passaggi effettuati all'interno di un immaginario semicerchio intorno alla porta il cui diametro è di 20 metri): i Saints ne hanno effettuati appena 3, a sostegno della tesi che gli spazi centrali erano ben presidiati lasciando all'avversario il cross come unica arma per arrivare al tiro (statisticamente la soluzione meno efficiente di tutte).

Ciò che a livello strategico ha parzialmente funzionato non ha funzionato a livello pratico nel momento in cui i palloni giocati in area hanno creato il panico nella difesa del Tottenham. Esempio che calza a pennello è il comportamento della difesa sul goal del 2-2 firmato da Elyounoussi, dove tutta la linea difensiva ed i centrocampisti a supporto sono attratti dalla combinazione laterale tra Walker-Peters e Ward-Prowse che porterà. nonostante la superiorità numerica in area di rigore, il norvegese a colpire indisturbato alle spalle di Lloris. La stessa problematica si ripeterà due minuti dopo in occasione del goal di Che Adams che decide la partita, ma anche altre volte nel corso della partita è stato Lloris a metterci una pezza sull'eccessiva attrazione della linea difensiva nei confronti della palla una volta posizionati in area di rigore, un aspetto su cui Antonio Conte dovrà lavorare davvero tantissimo.


CONCLUSIONI

Tottenham-Southampton è stata una partita bellissima giocata a ritmi altissimi soprattutto grazie alla coraggiosissima strategia di gara della squadra del sud dell'Inghilterra, una strategia che ha messo in strenua difficoltà il Tottenham che ha avuto serissime difficoltà ad uscire dalla propria metà campo per quasi tutto il primo tempo.

Il dato relativo alla pericolosità dei possessi nel corso della partita mostra chiaramente quanto l'andamento della partita sia stato dettato dalla strategia della squadra di Hassenhuttl, con il Tottenham che è riuscito a giocare solo nei momenti in cui i Saints hanno preso fiato dalla loro continua ricerca della pressione asfissiante. 







L'unico appunto da cui Antonio Conte può ripartire dopo questa partita è che dopo le prime settimane di lavoro, il Tottenham sembra avere un disegno tattico riconoscibile, con la scelta del 3-4-2-1 come schema di base: gli arrivi di Bentancur e Kulusevski e la cessione di Alli sembrano confermare che la strada scelta è questa, con l'uruguaiano ed il polacco che al momento rappresentano rispettivamente i backup di uno dei due di centrocampo e di Lucas Moura. Dall'altra parte c'è una linea difensiva completamente da registrare in fase di difesa posizionale. 

Ultima nota personale di stampo nostalgico: il 4-2-4 riproposto nei minuti finali di partita dopo aver subito il goal del 2-3 di Adams potrebbe diventare il famoso piano B di Conte, chissà che nello sviluppo del suo lavoro nel nord di Londra il tecnico salentino non decida di rispolverare i playbook con cui si è fatto conoscere agli occhi del mondo come allenatore ai tempi di Bari.

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