Come da (bella) abitudine il calcio tedesco sviluppa i propri movimenti di mercato, nonché quelli della scelta della guida tecnica con abbondante anticipo rispetto agli altri campionati europei, ed una delle notizie più importanti delle ultime settimane è stata senza dubbio la scelta del Borussia Dortmund di chiudere il rapporto con Marco Rose dopo appena una stagione e rimettere in panchina Edin Terzic, l'allenatore che fece da traghettatore la scorsa stagione dopo l'esonero di Lucien Favre.
Per questo motivo ho deciso di analizzare come si sia evoluta tatticamente la squadra dell'ex allenatore di Salisburgo e Borussia Moenchengladbach nel corso della stagione, il tutto per cercare di risolvere una questione molto importante: la ricerca dell'equilibrio.
LE FORMAZIONI UTILIZZATE
Andando a rivedere le varie formazioni utilizzate da Rose nel corso della stagione, possiamo riscontrare diversi rimescolamenti nelle scelte, dal 4-2-3-1 che doveva essere il modulo di riferimento del tecnico di Lipsia, si è passati al 4-3-1-2 o al 4-3-3 che in termini percentuali è la soluzione più utilizzata ma probabilmente la meno adatta alle caratteristiche della rosa. Le soluzioni con la difesa a 3 sono quelle meno utilizzate ma, con ogni probabilità, hanno garantito un minimo di stabilità in più alla squadra.
Ovviamente il modulo è sempre una rappresentazione statica della realtà, per cui non sempre la definizione del sistema di gioco si riverbera nello schieramento della squadra nelle varie fasi di gioco, fattispecie abbastanza frequente nel calcio contemporaneo fatto di fluidità delle posizioni in campo e degli schieramenti.
LO SCARSO EQUILIBRIO IN NUMERI
Analizzando più specificatamente i valori relativi alle prestazioni del Dortmund in Bundesliga e vivisezionandole per moduli utilizzati, emergono chiaramente delle differenze di rendimento della squadra in base a come si schiera in campo.
In base ai dati raccolti tramite il sito
Understat, il 4-2-3-1 risulta essere il modulo utilizzato più frequentemente da Rose; quando, per i motivi che andremo ad analizzare, questo modulo ha mostrato grosse lacune, il 4-3-3 prima ed il passaggio al 3-4-2-1 poi sono stati il rimedio cercato dal tecnico ex Salisburgo, mentre il sistema a rombo è stato spesso utilizzato a partita in corso.
Andando ad analizzare l'andamento della squadra in base al modulo utilizzato, si nota chiaramente che sono due i moduli a fornire il miglior delta tra
expected goal a favore e contro, ossia il 4-rombo-2 ed il 3-4-1-2. I sistemi di gioco preferiti da Marco Rose, invece, portano un differenziale sensibilmente minore e questo spiega grosso modo le difficoltà della squadra di Dortmund nel trovare il giusto assetto in campo per mancanza di equilibrio.
Anche andando a vedere la differenza di qualità tra tiri effettuati e tiri concessi è evidente come il 3-4-2-1 abbia permesso alla squadra di passare a dei valori ottimali, il sistema con il rombo ha concesso conclusioni molto più pericolose, ma soprattutto si può notare come il 4-2-3-1 di base del tecnico austriaco creasse conclusioni di buona qualità tanto quanto la qualità delle conclusioni subite, a dimostrazione di un atteggiamento in campo poco equilibrato.
Dando un'occhiata al volume delle conclusioni, invece, si può notare come con il 4-2-3-1 e con il sistema a rombo, il numero delle conclusioni effettuate è decisamente superiore rispetto a quello subito con gli schieramenti che prevedevano l'utilizzo della difesa a tre. Il valore delle conclusioni subite, invece, si attesta su valori pressoché simili. Unendo dunque il dato quantitativo a quello qualitativo è emersa la migliore efficienza dei sistemi in cui non era prevista la difesa a 4.
Ma questa inefficienza nasce da problemi della linea difensiva o sono più legati alla struttura generale della squadra? E' quello che andremo a vedere nel resto della nostra analisi.
IL PROBLEMA DELLE TRANSIZIONI
Non è certamente uno schema specifico a stabilire se una squadra sia equilibrata o meno, ma l'interpretazione dello stesso da parte dei calciatori, e soprattutto la capacità dei giocatori di saper essere parte di quel sistema di gioco.
Con la partenza quest'estate del centrocampista danese Delaney direzione Siviglia, il Dortmund è rimasto con un grosso buco nel cuore del proprio centrocampo che Marco Rose ha cercato di coprire con diversi tipi di giocatore ma senza grande successo, questo perché le caratteristiche di questi elementi poco si confacevano a questo tipo di schieramento.
Il 4-2-3-1 del Dortmund si compone di una linea difensiva i cui due terzini hanno grande propensione alla spinta in avanti e lasciare, quindi, diverso spazio alle proprie spalle che, con questo tipo di schieramento, deve essere coperto dai due centrali di centrocampo a supporto dei due centrali difensivi: ed invece con la cessione di Delaney è toccato a turno ai vari Dahoud e Bellingham a svolgere questo compito che si è prevedibilmente rivelato non essere nelle corde dei due giocatori. in questo esempio vediamo come Rose organizzava la costruzione del gioco: la coppia di centrocampisti a supporto dei due centrali difensivi era formata da Dahoud e da Reyna che si abbassava per permettere a Schulz di alzarsi a sinistra. Oltre a questo aspetto si sono aggiunte una serie di infortuni e condizioni fisiche precarie dei vari Can, Witsel e Hummels, ed ecco come questa situazione ha creato terreno fertile per una serie di disastri nella fase di non possesso che hanno compromesso, in maniera particolare, il cammino europeo.
Ecco l'esempio di come il Dortmund andava ad aprirsi in fase di transizione: in questo caso tutto nasce da una palla persa da Dahoud che, a differenza di ciò che è tenuto a fare un centrocampista posizionale, ha cercato istintivamente di supportare l'attacco dei suoi compagni; una volta persa la palla, il Friburgo ha tanto spazio centrale per avanzare in contropiede. Per tappare il buco centrale si è resa necessaria una corsa disperata all'indietro dei terzini che, però, a loro volta, dovevano mollare la marcatura sugli esterni d'attacco avversari, per cui erano costretti a scegliere quale zona di campo lasciare incustodita.
Mentre l'esempio precedente è tratto da una partita di inizio stagione, dove magari mancava al numero 8 del Dortmund una coscienza dei compiti da svolgere in quella posizione di campo per uno abituato a giocare (come dice il suo stesso numero di maglia) da 8 e non da 4, questo esempio arriva, invece, dalla partita di febbraio contro il Leverkusen, dove gli errori di posizionamento restano gli stessi. Qui vediamo come la squadra di Rose si consegni ad un contropiede della squadra di Seoane con ancora una volta il terzino destro che cerca di accorciare mentre Dahoud si dimentica dell'uomo tra le linee.
Insomma, i problemi difensivi del Dortmund nascono principalmente dal tentativo dell'ex allenatore del Salisburgo di non rinunciare al suo dogma di accettare gli uno contro uno, una situazione non ideale per i giocatori di cui disponeva da metà campo in giù.
Per questo motivo ad un certo punto, anche grazie al ritorno della disponibilità di Emre Can e Witsel, il tecnico tedesco ha inteso l'importanza di giocare con una difesa a 3 che lo ha portato a costruire, come si vede da questo esempio, con un 3+2 che ha mostrato di generare maggiore equilibrio sul terreno di gioco. Qui la soluzione era data da un ibrido formato dalla posizione di Akanji da terzino bloccato che si accentra in fase di impostazione, questo libera Dahoud che può svolgere sia compiti da costruttore che da invasore.
Con il recupero di Emre Can, Rose ha potuto utilizzare soluzioni più flessibili tra le due fasi, permettendogli anche di riuscire parzialmente a risolvere il problema dell'assenza di un centrocampista posizionale di ruolo davanti alla difesa. Per esempio con l'ex juventino in campo ha potuto restaurare la costruzione 4+1, assunto di partenza del gioco del tecnico austriaco. Qui nella partita contro lo Stoccarda, abbiamo Dahoud che imposta tra i centrali mentre Can a destra e Guerreiro a sinistra forniscono l'ampiezza per aprire le linee di pressione avversarie e permettere la ricezione a Bellingham che si abbassa.
Ovviamente questo aspetto ha migliorato la gestione delle transizioni, ma non ha eliminato i problemi nelle letture in questa fase di gioco: in questo esempio Can stringe per fornire supporto ai centrali difensivi, anche Dahoud è ben posizionato per ritardare il contropiede avversario, tuttavia qui è Akanji a sbagliare poiché il suo compito doveva essere quello di coprire l'avanzata di Guerreiro sulla sinistra prendendo in consegna Marmoush; invece istintivamente sceglie di andare a supportare centralmente Hummels.
Per cui è evidente come la gestione di queste situazioni a campo aperto abbiano creato tanti problemi alla difesa del Borussia Dortmund: un mix tra scelte sbagliate nella gestione dei posizionamenti preventivi sia a livello individuale che di squadra, hanno reso i gialloneri particolarmente vulnerabili, come ben testimoniato dal dato relativo ai 52 goal subiti in Bundesliga.
L'arrivo dal mercato di Sule, Nico Schlotterbeck e Ozcan sicuramente suonano come una presa di coscienza da parte del club dell'importanza di restituire un certo equilibrio alla squadra, a dimostrazione che forse l'esonero di Rose nasce in ogni caso da altre ragioni.
IL GRANDE POTENZIALE OFFENSIVO DEL DORTMUND
Dove, invece, Marco Rose ha saputo fare un buon lavoro è senza dubbio nella fase offensiva, dove abbiamo visto un Dortmund regalare grande spettacolo e mettere in mostra progressivamente le grandi qualità dei giocatori presenti in rosa. Se la difesa è stata la decima del campionato, con 85 goal realizzati la squadra giallonera è stata il secondo miglior attacco, giustificando tramite la propria forza offensiva il secondo posto finale in classifica.
In molti sono indotti a pensare che i grandi numeri offensivi della squadra di Rose siano stati determinati dalle prestazioni al solito fuori scala di Haaland, e di certo anche in questa stagione il norvegese ha mostrato tutte le sue doti, ma non è da sottovalutare il fatto che determinate costanti create dall'ex tecnico del Borussia Moenchengladbach abbiano favorito una migliore qualità del gioco tra le linee che ha reso possibile la creazione di diverse opzioni per arrivare al tiro.
La principale costante pretesa ed implementata da Rose è stata, senz'altro, quella di sovraccaricare la zona rifinitura avversaria con diversi uomini. Questa è una scelta che il tecnico austriaco si è portato dietro dal
playbook con cui il suo calcio aveva incantato in quel di Salisburgo e che a Dortmund aveva diverse funzioni: la prima è quella di promuovere le combinazioni rapide tra i tanti elementi super-tecnici di cui il Borussia dispone tra centrocampo ed attacco; la seconda è quella di usare il sovraccarico come metodo non solo per invitare i giocatori tecnici a combinare stretto ma anche per avere più giocatori in zona palla nel caso essa venga persa e poter attivare, quindi, un contro-pressing.
Infine, c'è anche una terza opzione, ossia quella di usare il sovraccarico su un lato per poi muovere il pallone sul lato opposto, approfittando del fatto che le linee avversarie lo abbiano lasciato incustodito per contrastare il sovraccarico, creando quindi il cosiddetto lato debole. In questa situazione tutti i giocatori dell'Union Berlino sono stretti sul lato destro difensivo del campo, sul lato debole è pronto a ricevere il pallone Meunier con tanto spazio a disposizione di fronte a se (evidenziato in giallo). Da questa situazione arriverà un cross del giocatore belga che Haaland spingerà in rete.
Questo esempio riassume perfettamente quanto sopra esposto: il Dortmund si muove con 4 giocatori in zona palla, la difesa del Friburgo stringe le proprie linee in quella zona e si crea tanto spazio sulla sinistra per l'inserimento di Schulz. In questa fattispecie il Dortmund non utilizzerà il lato debole ma entrerà in area mediante le triangolazioni strette tra i giocatori sul lato forte, mostrando come le soluzioni in fase di finalizzazione sono molto varie e possono passare tranquillamente dal cross, dalla triangolazione o da un passaggio filtrante, rendendo, quindi, tremendamente imprevedibile il gioco offensivo della squadra.
|
Fonte grafico: Soccerment. |
In tutto questo una menzione la merita il lavoro fatto per alzare definitivamente di livello le prestazioni di Jude Bellingham: il classe 2003 inglese ha completato la sua trasformazione in centrocampista
box to box di primo livello. Come anche viene mostrato dalle statistiche avanzate predisposte da
Soccerment, il suo contributo ad entrambe le fasi è stato evidente; inoltre ha mostrato di essere migliorato tanto nella fase di non possesso diminuendo l'irruenza e favorendo le letture, mentre con la sua capacità di condurre palla si è rivelato un'arma importantissima per la creazione di quei triangoli e combinazioni tra le linee che hanno permesso al Dortmund di generare tanti pericoli per la porta avversaria.
Questa è sicuramente la più importante eredità che Marco Rose lascerà ad Edin Terzic.
IL FUTURO E' EDIN TERZIC
In questa analisi abbiamo visto cosa Marco Rose abbia portato di buono al Westfalenstadion e cosa no. Il tecnico austriaco ha commesso degli errori faticando a trovare equilibrio in campo con la squadra che gli era stata messa a disposizione, ma sicuramente il club di Dortmund poco ha fatto per sostenere al meglio la scelta che aveva fatto poche settimane dopo l'esonero di Lucien Favre a fine 2020.
In questo, molto impatto ha avuto il periodo in cui Edin Terzic aveva preso il controllo della panchina ad interim nella seconda parte della scorsa stagione: l'aver ottenuto il piazzamento Champions in rimonta, i quarti di finale di Champions e la vittoria della Pokal hanno portato il club a designarlo come direttore tecnico, un ruolo che forse lo stesso Rose ha visto come una specie di commissariamento del suo lavoro e che, a mio parere, potrebbe aver creato quelle frizioni con la dirigenza che hanno portato al suo licenziamento ed al ritorno in panchina di Terzic.
Rose ha costruito comunque qualcosa in questa stagione, forgiando un materiale importante su cui di certo Terzic potrà godere al meglio: un Reus ed un Julian Brandt restituiti in buona condizione, un Malen che dopo un inizio difficile ha trovato la sua dimensione e che senza Haaland vedrà moltiplicate le proprie responsabilità ed opzioni offensive per terminare con un pacchetto difensivo rinnovato su cui il tecnico di origini bosniache poggerà le proprie strategie in non possesso.
Se sarà un successo, anche a Marco Rose dovranno essere dati dei meriti.