La seconda giornata di serie B ha visto come anticipo del venerdì sera uno scontro tutto meridionale tra le due formazioni promosse dal girone C della scorsa serie C: da una parte il Bari dominatore del campionato e dall'altra il Palermo, che ha ottenuto la promozione dopo una magnifica quanto inaspettata cavalcata nei playoff.
Diverse, invece, le storie che hanno accompagnato le due società dopo aver ottenuto la promozione: la squadra biancorossa ha mantenuto inalterata la guida tecnica ed i quadri societari - a cui si aggiunge la proroga al 2028 per De Laurentiis dell'obbligo di vendere una tra Bari e Napoli - mentre i siciliani sono stati oggetto di un importante cambio societario, con il City group che ha acquisito il club. Questo cambiamento societario ha portato il tecnico della promozione, Silvio Baldini, e il direttore sportivo Renzo Castagnini, a rassegnare le dimissioni, portando, quindi, sulla panchina del Palermo Eugenio Corini che, dopo Chievo e Brescia, siede su un'altra panchina di una squadra che ha reso grande da calciatore.
LO SCHIERAMENTO DELLE DUE SQUADRE
Sin dal suo approdo a Bari nella scorsa stagione, Michele Mignani ha disegnato la squadra con il 4-3-1-2 con cui si è fatto conoscere a Modena nelle stagioni precedenti, attorno a questo disegno Ciro Polito ha costruito una squadra capace di dominare lo scorso campionato e di essere zoccolo duro della squadra che si andrà a giocare questa stagione in serie cadetta. La formazione schierata in campo è la stessa vista a Parma nella partita d'esordio in campionato, con la coppia Di Cesare-Terranova al centro della difesa e Pucino e Giacomo Ricci sugli esterni, il rombo di centrocampo formato da Maiello vertice basso, Maita e Folorunsho ai lati con Botta a supporto della coppia Antenucci-Cheddira.
Dall'altra parte il Palermo, nonostante il cambio in panchina, conferma il 4-2-3-1 disegnato da Baldini nella scorsa stagione. Corini nelle ultime stagioni ha sempre schierato le sue squadre con il rombo a centrocampo, ma evidentemente il lascito di Baldini al gruppo di giocatori in organico non meritava di essere depauperato così in fretta; una scelta che si è rivelata vincente nella prima partita di campionato contro il Perugia, vinta brillantemente per 2-0. Così anche i rosanero confermano in blocco l'undici della gara d'esordio: Nedelcearu e Marconi formano la coppia centrale, Damiani e Broh il duo di centrocampo a protezione della difesa, Buttaro e Crivello terzini, davanti a loro sulle fasce operano Elia e Valente, mentre Floriano viene schierato da trequartista alle spalle di Brunori.
LA SUPERIORITA' DEL PALERMO SUL LATO DESTRO
La sfida tattica tra Mignani e Corini nasceva come interessante e tale e rimasta fino al fischio finale: la contrapposizione tra i due schieramenti creava in maniera naturale delle superiorità in alcune zone del campo. Lo schieramento del Palermo cercava la superiorità sugli esterni, il Bari la cercava in mezzo, per cui scopo delle due squadre era ottimizzare le relative superiorità numeriche e limitare le situazioni di inferiorità. Sotto questo aspetto il Palermo è stato decisamente migliore del Bari, soprattutto nel primo tempo.
Una situazione costante creata dal Palermo nella prima parte di gara aveva come uomo-chiave Jeremie Broh che, partendo dalla posizione di mediano della linea a due si apriva in fase di possesso per permettere a Buttaro di avanzare sulla destra. Come si evince facilmente da questo esempio, il movimento di Broh crea immediatamente una superiorità numerica su quel lato (Buttaro, Broh, Elia contro Folorunsho e Giacomo Ricci). La superiorità numerica in questione genera, a sua volta, superiorità posizionale, ossia costringe l'avversario a fare delle scelte che portano a scoprire un'altra zona di campo. Qui la situazione è ben riconoscibile in quanto Folorunsho resta a metà strada non sapendo se fronteggiare Broh o scalare su Buttaro; il giocatore più vicino all'ex Reggina è Maiello che, però, scalando, lascerebbe libero spazio alle sue spalle per le ricezioni di Floriano tra le linee, a questo si aggiunge la linea difensiva bloccata da Brunori e dalla posizione larghissima di Valente. Questa situazione è quella che ha permesso al Palermo di creare diversi pericoli verso la porta di Caprile, tra cui l'importante occasione sprecata da Floriano nei primi minuti di partita.
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Fonte: Sofascore. |
A dimostrazione che questa era la strada preferita da percorrere per la squadra siciliana ci sono le posizioni medie alla fine del primo tempo, dove si vede chiaramente la ricerca continua del sovraccarico su quel lato di campo. Si può notare chiaramente il differente scaglionamento della coppia di centrocampo, con Damiani (numero 21) più bloccato davanti alla difesa, e Broh (numero 14) aperto a destra. Anche il posizionamento di Nedelcearu (numero 18) mostra chiaramente come il centrale rumeno portasse palla allo scopo di supportare la costruzione e lo sviluppo dell'azione su quel lato di campo.
In questo esempio si possono ben notare i meccanismi sulla catena di destra del Palermo e le combinazioni che hanno permesso più volte di sfondare la linea difensiva del Bari.
LA STRATEGIA DEL BARI
Il sistema di gioco del Bari di Mignani è atto a cercare uomini nelle zone centrali del campo per attivare combinazioni di gioco rapide tra le linee e superare la linea difensiva avversaria oppure scaricare l'uomo libero sull'esterno dopo aver attirato l'avversario centralmente.
Da questo esempio si può notare come il rombo di centrocampo del Bari si muova con i propri uomini al fine di coprire il campo a diverse altezze: qui vediamo Maiello in zona di costruzione, Maita in zona sviluppo (ossia lo spazio tra prima e seconda linea avversaria), Folorunsho a metà strada tra zona sviluppo e zona rifinitura che si allarga per cercare di aprire la linea del Palermo e permettere la ricezione tra le linee ad uno tra Antenucci e Botta. Se l'avversario decide di dare priorità alla chiusura della zona centrale, allora il 90 biancorosso può farsi vedere per ricevere palla per poi puntare lo schieramento avversario palla al piede; le due punte, invece, si posizionano tra centrale difensivo e terzino avversario per cercare di muoversi in quello spazio o, come ha spesso fatto Cheddira, cercare di sfruttare la profondità alle spalle della linea stessa.
A dare poca incisività alla strategia dei biancorossi nel primo tempo è stato il poco sostegno all'azione offensiva: dopo la grande prestazione di Parma, Folorunsho è stato oggetto di particolari attenzioni da parte di Corini, per cui non appena l'ex reggino entrava in possesso di palla il raddoppio tra Buttaro ed Elia era automatico, non sempre Ricci ha fornito la sovrapposizione lasciando quindi isolato il centrocampista di origini nigeriane. Inoltre l'ottima copertura di Damiani e Broh (partita totale la sua) ha isolato anche i tre d'attacco, costringendo il Bari a ricominciare l'azione da dietro con un possesso palla sterile. Il motivo principale di questa scelta stava nel timore della squadra di Mignani di concedere spazi al contropiede del Palermo in caso di palla persa, un punto debole del Bari che andremo ad analizzare.
In questo video, invece, possiamo notare, la costruzione del Bari con Maiello che si abbassa tra i centrali, i movimenti e le rotazioni del rombo di centrocampo con Maita a destra che si apre per creare spazio e poi lo spostamento del gioco a sinistra come soluzione offerta dal Palermo per poi poter applicare la propria pressione laterale che il Bari non riesce a superare nonostante il tentativo di sovrapposizione di Ricci.
LA QUESTIONE DEL PRESSING
Per il Bari si è rivelato un grosso arcano nel primo tempo adottare la giusta strategia di pressione sul Palermo: come accennato precedentemente la coperta sembra molto corta, per cui Mignani ha dovuto aggiustare l'atteggiamento della squadra in fase di non possesso nel corso della partita.
In questo esempio si vede bene la difficoltà del Bari nel gestire un pressing molto aggressivo, con Cheddira che cerca di salire in pressione fin sul portiere ed Antenucci che copre su Damiani ma orienta anche la propria corsa sull'altro centrale difensivo, un sistema che ha funzionato in alcune circostanze costringendo Pigliacelli a lanciare lungo, ma che quando eseguito con i tempi sbagliati permetteva al Palermo di risalire facilmente il campo sfruttando il solito equivoco creato dalla posizione di Broh. In particolare possiamo notare che per seguire le scalate verso l'esterno è Floriano il giocatore che si trova libero di ricevere palla tra le linee in posizione molto favorevole.
Diversa era la situazione con le linee più corte ma senza abbassare il baricentro, qui il Bari rinuncia al pressing e lascia il Palermo impostare con addirittura Pigliacelli che si posiziona tra i centrali difensivi proprio per attirare la pressione. In queste situazioni il Bari ha mostrato di essere più a suo agio difensivamente, anche perché con le linee più compatte era più facile recuperare posizione in caso il Palermo muoveva il gioco esternamente. Ovviamente l'altro lato della medaglia stava nel fatto che con uno schieramento così diventava difficile orchestrare le ripartenze in caso di palla recuperata.
Il problema di mandare pochi uomini in attacco per mantenere un certo equilibrio in campo alla fine si è riverberato nell'assenza di soluzioni per muovere rapidamente il pallone in avanti, fino a costringere i centrocampisti a cercare di forzare i passaggi per dare velocità al possesso, una situazione che ha portato a diversi errori a centrocampo con sanguinose palle perse da cui sono nate tante situazioni di pericolo tra cui
il goal con cui il Palermo ha sbloccato la partita.
COME HA RISOLTO I PROBLEMI MIGNANI
Il secondo tempo, invece, è stato praticamente un monologo del Bari: sotto di un goal l'ex allenatore del Modena ha dato istruzione alla squadra di prendersi più rischi e mandare più giocatori ad invadere la metà campo del Palermo, una mossa che alla fine ha sortito i propri effetti in quanto ha permesso al Bari di prendersi la supremazia territoriale in campo.
Sin dal fischio d'inizio della seconda frazione si è visto il cambio di approccio della formazione biancorossa, ben visibile in occasione dell'opportunità che ha portato al tiro di Maita respinto da Pigliacelli con un intervento prodigioso. In questa occasione vediamo che entrambi i terzini sono saliti e sono pronti ad accompagnare l'azione (Ricci è fuori dall'inquadratura ma sta fornendo ampiezza a sinistra), mentre Botta e Maita si muovono e ruotano le proprie posizioni in modo da scambiare "a muro" con Antenucci spalle alla porta e sfondare mediante rapide triangolazioni.
La chiave è stata sostanzialmente quella di alzare i terzini costringendo il Palermo ad aprire le linee difensive creando spazi per far accedere il pallone in zona rifinitura e/o permettere a Maita e Floronusho di buttarsi dentro palla al piede sfruttando al meglio la loro straripante forza fisica. Una volta raggiunta la zona rifinitura con maggiore facilità il Bari ha potuto mostrare al meglio la qualità del proprio calcio e costringere il Palermo a chiudersi dietro senza possibilità di ripartire.
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Fonte: SofaScore |
Le statistiche del secondo tempo testimoniano in maniera abbastanza netta la superiorità del Bari, con il Palermo che non è mai riuscito ad arrivare al tiro nei secondi 45 minuti. Al Bari è forse mancata la giusta qualità per trovare il colpo vincente dopo il goal del pareggio e dopo l'espulsione di Marconi che ha lasciato il Palermo in dieci nelle fasi finali della partita.
CONCLUSIONI
Bari e Palermo hanno dato vita ad uno bello spettacolo reso ancora più attraente dalle luci e dai 36000 spettatori dello stadio San Nicola. Il risultato di parità rispecchia una certa superiorità delle due squadre nei due tempi, con la squadra di Corini decisamente meglio nel primo tempo dove ha dettato il contesto tattico della partita, dominante il Bari nella ripresa con Mignani che ha meglio coperto l'ampiezza del campo prima alzando i terzini e poi usando i cambi rinunciando al rombo a centrocampo per cercare maggiore ampiezza con Cangiano e Galano schierati ali in un 4-2-4, un modulo che a Bari rievoca dolci ricordi.
Cosa resta alle due squadre è l'idea di due squadre che possono proseguire in continuità con quanto iniziato nella scorsa stagione: il Bari sicuramente continuerà con la strada tracciata finora cercando di sistemare qualcosa nella rosa per avere maggiori alternative in tutte e tre le zone di campo per potersi alzare di livello, per il Palermo la situazione è ancora bene da definire visto che quanto visto a Bari venerdì sera sembra più frutto del lavoro eccellente di
Silvio Baldini dello scorso anno mentre la società sembra orientata a costruire nelle prossime settimane di mercato una squadra più in linea con le richieste di Corini, per cui resta il dubbio su come sarà questa squadra al termine del mercato. lasciando a chi vi scrive l'impressione che ci possa essere il rischio di rovinare un giocattolo che funziona molto bene così com'è.