lunedì 13 giugno 2022

La promozione del Palermo è un capolavoro di Silvio Baldini

 


L'ultimo atto ufficiale del calcio professionistico italiano si è concretizzato ieri sera alla stadio "Renzo Barbera" di Palermo, dove la squadra della città siciliana ha festeggiato il ritorno in serie B a soli tre anni dal fallimento dell'estate 2019. A fare le spese dell'impresa della squadra rosanero è stato il Padova di Massimo Oddo, subentrato in corso di stagione a Massimo Pavanel ma senza riuscire, per il secondo anno di fila, ad evitare una delusione per il club patavino dopo la finale persa ai rigori lo scorso anno contro l'Alessandria.

Rispetto allo scorso anno la finale ha avuto un vincitore netto, ed il merito è tutto del divario tra i due allenatori in panchina che si è rivelato superiore al divario tecnico che sulla carta era presente tra le due squadre alla vigilia di questo doppio confronto. 

Silvio Baldini ha compiuto un capolavoro ed in questa analisi vedremo alcuni princìpi del suo 4-2-3-1 che hanno permesso al Palermo di dominare la partita del "Barbera" ma soprattutto di mettere a proprio agio i tanti talenti a disposizione in attacco.


LA MIGLIORE STRATEGIA DI PRESSING DEL PALERMO

L'idea che in campo ci fosse una squadra meglio organizzata dell'altra lo si è notato dal modo in cui le squadre pressavano l'avversario sulle relative costruzioni. Il Palermo mostrava decisamente una prima pressione aggressiva e ben supportata dall'intera squadra che le ha permesso di recuperare spesso il pallone o costringere il Padova a liberarsene rapidamente; dall'altra parte, invece, la squadra di Oddo ha mostrato di avere seri problemi nel creare pressione alla squadra rosanero, concedendo tanti spazi quando cercava di portare avanti il proprio baricentro.

Il dato relativo ai palloni recuperati mostra chiaramente la differenza non solo di strategia, ma soprattutto di esecuzione della stessa: la squadra di Oddo non ha praticamente mai recuperato palloni nel terzo di campo avversario (da questa grafica appena due) a riprova delle serie difficoltà nell'organizzare un pressing degno di questo nome al proprio avversario. Una mancanza, a mio parere, dovuta alla disabitudine della squadra a giocare in pressing e, soprattutto, con questo schieramento inedito, visto che Oddo ha sempre schierato il suo Padova con un 3-4-3 dal baricentro molto basso e poco propenso al rischio; dovendo giocare una partita partendo da un goal di svantaggio, l'ex tecnico del Pescara ha cercato di rimescolare le carte creando però solo confusione nei meccanismi.

Osservando, invece, il numero e le zone di campo relative ai palloni recuperati della squadra siciliana, emerge chiaramente la bontà della strategia di pressione e della maggiore capacità della squadra a giocare con un baricentro più alto. Anche nelle sue conferenze stampa di questi playoff Baldini ha più volte posto l'accento sulla necessità di muovere la squadra sul focus della prestazione anziché della ricerca speculativa del risultato, ed indubbiamente oltre alla vittoria e la promozione, ciò che renderà particolarmente felice il tecnico toscano. è proprio questo dato sui palloni recuperati, espressione della voglia dei suoi giocatori di giocare come squadra e muoversi da squadra, nonostante il risultato dell'andata avrebbe lasciato presupporre ad una gara giocata sul contenimento dell'avversario.

In questo esempio si nota da una parte l'aggressività del pressing della squadra di Baldini, dall'altra la capacità dell'intera struttura della squadra di muoversi in appoggio a quella pressione. In questa fase si vede lo schieramento del 4-2-3-1 con i tre trequartisti che stringono il campo nel momento in cui il gioco viene portato dal Padova sul terzino destro Germano, così come si vede uno dei due centrocampisti centrali (in questo caso De Rose, giocatore che meriterà un capitolo a parte) che si alza in avanti per togliere o disturbare le ricezione a Dezi permettendo, inoltre, al resto della squadra, di mantenere uno scaglionamento adatto ad evitarne l'allungamento sul terreno di gioco, un elemento che si è rivelato decisivo nell'economia della partita.

Anche in questo esempio si può notare l'aggressività della prima pressione palermitana: qui il Padova fa abbassare uno solo dei suoi due centrocampisti di costruzione (Dezi) tenendo bassi i due terzini, la risposta del Palermo sta nell'alzare Luperini sulla stessa linea di Brunori per andare in parità numerica con i due centrali difensivi biancoscudati. Anche in questo caso la squadra di Oddo verrà intrappolata sull'esterno e costretta a lanciare lungo il pallone, perdendolo. 

Anche il dato del PPDA mostra non solo la bontà delle scelte di Baldini, ma anche la grande capacità della squadra di mantenere lo stesso atteggiamento per tutto il corso della partita (con eccezione della parte iniziale del secondo tempo), mostrando oltre che coraggio una importante condizione fisica, a maggior ragione considerando che si trattava di una partita giocata il 12 giugno a Palermo, non proprio la città più fresca d'Italia. Molto probabilmente anche l'espulsione di Ronaldo nella parte centrale della ripresa ha facilitato il mantenimento della supremazia territoriale della squadra siciliana. 


Per tutto il corso dei playoff il Palermo ha generato tante occasioni e tanti goal mediante recupero del pallone nella trequarti avversaria, lo stesso goal di Floriano all'andata nasce da una palla rubata nell'area patavina, così come le reti all'andata ed al ritorno di Brunori contro la Feralpisalò.

La pressione del Padova, invece, era organizzata decisamente meno bene, con le linee di pressione decisamente poco sincronizzate e che concedevano spazi importanti al Palermo. Qui vediamo un esempio in cui il trequartista Luperini approfitta del movimento dei due centrocampisti centrali De Rose e Dall'Oglio che attirano la linea di centrocampo avversaria lasciando spazio alla sua ricezione. Evidenziata si può notare la distanza tra la linea difensiva, preoccupata dai movimenti in profondità di Brunori e degli esterni offensivi, e la linea di centrocampo. Questo ha permesso al Palermo di avere una perenne superiorità posizionale nei confronti del Padova, mettendo a nudo i limiti del 4-3-3 improvvisato di Massimo Oddo. 

FRANCESCO DE ROSE L'EQUILIBRATORE


Nel 4-2-3-1 di Baldini, i due centrocampisti centrali sono chiamati a svolgere dei compiti che richiedono una gran comprensione del gioco ed un altrettanto importante senso della posizione. Francesco De Rose è un classe 1987 con tante stagioni di serie C alle spalle: ieri sera ha raggiunto con il Palermo la seconda promozione in B della carriera dopo quella ottenuta con la Reggina nel 2020, un'esperienza che gli ha permesso di vestire la fascia da capitano di questa squadra ed il ruolo di equilibratore del sistema di gioco di Silvio Baldini.

A livello statistico, i suoi 12 palloni recuperati perfettamente suddivisi tra le due metà campo restituiscono abbastanza fedelmente il livello della sua prestazione, non solo in questa partita ma nell'intero arco della stagione. Ma non è quella numerica l'analisi che deve essere centrale per misurare l'importanza del centrocampista classe 1987 nell'economia del gioco del Palermo, quanto il suo apporto nelle fasi di non possesso della squadra, in particolare nel suo compito di proteggere la linea difensiva rosanero.


Il Padova ha cercato con i suoi esterni Bifulco (nell'esempio) e Chiricò di allargare le maglie della linea a 4 del Palermo, per poi cercare di attaccare gli spazi che si creavano tra terzino e difensore centrale; in questo contesto, quindi, la capacità di De Rose di andare a coprire quello spazio aperto nella linea difensiva ha sostanzialmente permesso alla sua squadra di essere sempre coperta e di togliere, probabilmente, l'arma principale in fase di finalizzazione alla squadra di Oddo che ha anche pagato la prestazione inconcludente del centravanti Ceravolo, non adatto a giocare in profondità per via delle sue caratteristiche fisiche e poco incisivo nei duelli e nella difesa del pallone spalle alla porta, ben controllato dalla coppia dei centrali difensivi formata da Lancini e Marconi. In questo esempio Bifulco viene cercato da un cambio di gioco di Ronaldo (soluzione spesso cercata dall'ex Salernitana), il terzino Bottaro deve uscire dalla linea, anche Marconi (il centrale difensivo di sinistra) spezza la linea per andare a togliere ricezione in zona rifinitura a Jelenic, l'altro centrale Lancini deve controllare Ceravolo, per cui è De Rose a riconoscere sia lo spazio da coprire che l'uomo da tenere d'occhio per l'inserimento.

In questo esempio si può notare in maniera ancora più chiara sia i movimenti della linea difensiva con Marconi che spezza nuovamente la linea per andare a prendere Jelenic con De Rose ancora una volta attento a chiudere quello spazio aperto dall'uscita dalla linea del suo compagno. Nello specifico questa azione metterà comunque in difficoltà la difesa rosanero in quanto l'arrivo del terzino Curcio da sinistra genera una superiorità numerica contro Bottaro, questi viene servito dal sinistro educato dell'ex Foggia ma sbaglia il controllo che lo avrebbe portato solo davanti a Massolo, permettendo al portiere del Palermo di raccogliere comodamente il pallone. Ma questa è stata l'unica situazione di reale pericolo subita dalla squadra di Baldini in tutto il corso della partita, ed il lavoro di De Rose è stato decisivo nell'aiutare la linea difensiva a disinnescare le giocate degli esterni d'attacco del Padova.

Dall'analisi dei passaggi effettuati da Ronaldo, il metronomo del Padova, si nota in maniera chiara quale fosse la strategia offensiva pensata da Oddo con il suo 4-3-3, ossia cercare con i cambi di gioco del suo numero dieci, di isolare gli esterni offensivi in uno contro uno contro i terzini del Palermo e puntare sugli inserimenti delle mezzali. Una mescolanza tra uscite aggressive dei difensori e coperture dei centrali di centrocampo è stata la risposta di Baldini in fase di difesa posizionale, ed avere un giocatore in grado di comprendere il gioco come De Rose è stato quell'elemento che ha trasposto nella pratica il pensiero difensivo del tecnico toscano.

COME VENGONO ATTIVATI I GIOCATORI TECNICI


Il 4-2-3-1 di Baldini in fase offensiva nasce con lo scopo di far arrivare nel modo migliore possibile il pallone ai propri giocatori offensivi: l'attaccante centrale ed i tre trequartisti sono tutti elementi molto tecnici che mediante combinazioni e giocate individuale cercano di far arrivare rapidamente la palla nell'area di rigore avversaria.

La mappa dei passaggi effettuati dalla squadra rosanero nella partita di ieri mostrano chiaramente i princìpi di gioco di Baldini, basati su un possesso palla rapido con connessioni verticali. Un dato visibile da questa mappa sta nella percentuale di distribuzione delle zone dove avvengono i passaggi: appena il 13% del possesso viene svolto nel primo terzo di campo, a dimostrazione di quanto poco elaborata sia la fase di costruzione da dietro, mentre il 34% di possesso nel terzo di campo avversario mostra la centralità del coinvolgimento dei quattro d'attacco nella rete costruita dal tecnico toscano. Una rete che non si è mai modificata nel corso della partita in base al risultato ed anche le sostituzioni non hanno cambiato mai la faccia della squadra, con i sostituti (freccia azzurra) situati nelle stesse posizioni medie dei sostituiti (freccia rossa).

Oltre alle situazioni viste in precedenza in cui Luperini veniva cercato dai passaggi progressivi dei difensori centrali, o la ricerca di Brunori in profondità, come vedremo dopo, anche le combinazioni esterne sono state un'arma per il Palermo nella partita di ieri ma soprattutto nella stagione in generale. In questo esempio si può notare come vengano generate questo tipo di situazioni, con Luperini che si allarga in zona palla e si propone per scambiare con Floriano; questa situazione porta il terzino del Padova di parte (Germano) ed uno dei centrocampisti a chiudere, ma questo crea spazio per la sovrapposizione interna del terzino Giron che ha tanto spazio davanti per mettere un pallone in area con il suo sinistro molto educato (in verità ieri sera non lo ha molto dimostrato) con Brunori pronto ad attaccare il primo palo e Valente pronto a tagliare in area dal lato opposto. Diversi goal del Palermo in questi playoff sono nati da questo tipo di combinazione (vedi goal di Floriano nella gara d'andata a Salò in semifinale). Dall' immagine, inoltre, si può ben vedere anche la perfetta disposizione della squadra in campo, con i due centrocampisti uno davanti all'altro pronti uno ad attaccare e l'altro a coprire in caso di palla persa e permettere al centrale di difesa di coprire l'avanzata di Giron.

LA PROFONDITA' DI BRUNORI


Oltre al lavoro di Baldini la promozione del Palermo è anche figlia dell'importante quantità di talento in fase offensiva: in questo contesto si sono esaltate parecchio le qualità realizzative di Matteo Brunori, giocatore classe 1994 improvvisamente esploso nel contesto palermitano. 

I suoi 29 goal stagionali hanno trascinato la fase realizzativa della sua squadra, per cui il degno coronamento di questa stagione non poteva essere che la realizzazione del rigore che ha fatto partire la festa del Barbera.

La grande capacità del giocatore di proprietà della Juventus, emersa da questa stagione e ancora di più quando le partite dei playoff sono diventate sempre più calde, è quella di avere sempre la profondità come stella polare del suo gioco, un senso ben alimentato dalla sua grande velocità in progressione, spesso utilizzata dalla sua squadra per sfruttare i limiti della difesa del Padova in fase di transizione.

Questo esempio è relativo al contropiede terminato con la sua conclusione respinta da un grande intervento di Antonio Donnarumma. Come mostrato precedentemente, lo schieramento in campo del Padova quando si riversava nella metà campo palermitana era tutt'altro che equilibrato e, così come prima abbiamo visto, in fase di costruzione, lo spazio disponibile per Luperini, qui vediamo riproposto, in una situazione di transizione, il posizionamento piatto della coppia Ronaldo-Dezi.

Questa situazione, oltre a lasciare spazio al trequartista rosanero permette al numero 9 del Palermo di lanciarsi in profondità e bullizzare in velocità Valentini che, nel tentativo di rincorrerlo si farà anche male e dovrà terminare anzitempo la partita. L'azione terminerà con lo stesso Brunori che andrà al tiro dopo essersi sistemato con destrezza il pallone in area ed calciando sul primo palo in controtempo esaltando il riflesso di Donnarumma in quella che è stata tecnicamente l'azione più interessante della partita.

QUANDO LE IDEE DI GIOCO ESALTANO LA SQUADRA


Silvio Baldini al termine della partita, così come in altre conferenze stampa. ha voluto subito rimarcare che la principale soddisfazione per lui non è stata quella di vincere un play-off ma quella di creare un sogno in cui credere alla sua squadra e, per proprietà transitiva, alla città ed ai tifosi.

Il 4-2-3-1 che lo ha reso famoso ad Empoli ad inizio anni 2000 e che ha sorpreso tutti a Carrara nelle ultime stagioni sono il mezzo con cui il tecnico toscano decide di stimolare un gruppo di giocatori desiderosi di alzare il livello della propria carriera ed a Palermo questo suo modo di fare calcio ha trovato sponda in un gruppo di giocatori che ha riconosciuto nel calcio proposto da Baldini il modo per togliersi una soddisfazione importante.

Dopo il fallimento di tre stagioni fa, il Palermo ritrova la serie B, ora bisognerà capire con quale squadra, quali ambizioni e quale allenatore, la risposta arriverà solo nelle prossime settimane dopo che la proprietà avrà stabilito se accettare la proposta del City Football Group per l'acquisizione della società rosanero, da quel momento capiremo quale sarà il destino di questa piazza importante per il calcio italiano.

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