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Friday, 6 March 2020

Cosa vedere nel weeekend #21


Alla fine i presidenti della nostra Serie A hanno dovuto cedere all'emergenza Coronavirus e sottostare alle decisioni del Governo in relazione al calendario delle partite e soprattutto al veto di disputarle a porte aperte, tutte le altre competizioni hanno mostrato di prendere decisioni concrete su come gestire al meglio la situazione senza buttare via una settimana in un calendario già reso ristretto dalla scelta scellerata di iniziare la stagione il 24 agosto anziché il 17 e di non giocare nel periodo natalizio; alla fine la Lega ha deciso di far slittare il campionato di una settimana permettendo il recupero in questo weekend della gare non disputate in quello precedente.

Questo significa che siamo di nuovo nel weekend di Juventus-Inter che sarà l'evento che chiuderà la domenica calcistica ma, dato che la giornata era già stata presentata la scorsa settimana, ho deciso di dedicare spazio alla serie B assieme ai principali campionati europei.

PREMIER LEAGUE

Il campionato inglese è arrivato alla ventinovesima giornata, con il Liverpool che, seppur reduce dalla doppia sconfitta contro il Watford in campionato e Chelsea in FA Cup, inizia a contare le settimane per festeggiare la vittoria del campionato ma dovrà in ogni caso rialzare la testa in vista della gara di ritorno contro l'Atletico la prossima settimana, ad Anfield farà visita il Bornemouth, in piena lotta per evitare la retrocessione; la giornata, inoltre, vedrà in campo il derby di Manchester (quarta sfida in stagione) e l'interessante sfida tra Chelsea ed Everton, ma, vista la grande lotta in corso per le posizioni europee, una partita che varrà la pena seguire è quella tra il Burnley ed il Tottenham.


BURNLEY-TOTTENHAM (SABATO ORE 18.30)

La partita di Turf Moor, dopo l'uscita di scena del Tottenham dalla FA Cup, rischia di assumere dei contorni drammatici per la squadra di Mourinho che, in caso di sconfitta, verrebbero sorpassati in classifica dagli stessi Clarets proprio alla vigilia della sfida di ritorno a Lipsia in Champions che potrebbe rappresentare la fine della stagione degli Spurs già da marzo.

Il Burnley si presenta alla partita forte di una serie positiva di 6 partite (dopo la sconfitta del Liverpool contro il Watford nello scorso weekend è la migliore serie aperta dopo quella dell'Arsenal, in serie positiva da 7 partite) frutto di un ritorno della squadra ad una perfetta esecuzione del calcio di Sean Dyche, ultimo degli eredi in questa Premier League, assieme a Steve Bruce ed il suo Newcastle, del kick and run che ha contraddistinto da sempre il calcio inglese (un po' come all'estero vedono il nostro catenaccio difensivo), difatti il sistema di gioco previsto da Dyche è alquanto chiaro e riconoscibile, 4-4-2 sempre molto compatto, specie con le due linee di difesa e centrocampo molto ravvicinate e strette verso il centro per coprire qualsiasi spazio nella zona centrale del campo lasciando quasi in maniera scientifica spazio sugli esterni per costringere gli avversari ad usare le fasce per far progredire il gioco e costringerli al cross dove i due centrali Tarkowsky e Mee possono giganteggiare a centro area.

Non è un caso infatti che il Burnley sia la squadra che affronti il maggiore numero di duelli aerei a partita (50,1), a dimostrazione che il piano gara per Dyche funziona sempre; il discorso non cambia neanche in fase offensiva, dove il lancio lungo è senza ombra di dubbio la soluzione più ricercata (con 72 lanci lunghi a partita è seconda al solo Sheffield United).

Altro dato che sottolinea la bontà della strategia difensiva della squadra di Dyche è data dall'incidenza dei tiri da fuori area delle squadre avversarie rispetto al totale dei tiri subiti: con il 42% quella del Burnley è la percentuale più elevata di tutto il campionato, dimostrando come gli avversari, a causa delle chiusure degli spazi centrali di accesso all'area utilizzino il tiro da fuori come unica soluzione per superare la resistenza difensiva.








Dunque per una squadra che fa fatica ad avere una strategia di gioco come il Tottenham in questo periodo, il Burnley non può che essere l'avversario peggiore. Mourinho continua a cambiare lo schieramento in campo della sua squadra per cercare di trovare la soluzione alle assenze che attanagliano la squadra.

In particolare le assenze di Son e Kane hanno tolto gran parte del valore offensivo della squadra di Mourinho che, nel cercare soluzioni offensive, ha tolto qualcosa alla squadra in termini di equilibrio; difatti, come la grafica di Understats evidenzia, dalla data dell'infortunio di Kane il Tottenham ha un valore di xG subiti simile a quello di squadre che stanno lottando per evitare la retrocessione; a questo si aggiungono limiti nei giocatori in rosa che la partita contro il Wolverhampton nell'ultima giornata di campionato ha dimostrato e contro il Norwich in FA CUP, come l'incapacità di alcuni elementi a reggere i confronti diretti contro i rispettivi avversari (vedi il povero Tanganga contro Adama Traore e Raul Jimenez) ed anche le difficoltà a finalizzare le poche occasioni che la squadra riesce a creare (vedi le occasioni divorate contro il Norwich in FA Cup).

Non ostante le difficoltà tecniche ed emotive il Tottenham resta una squadra superiore al Burnley, tuttavia Mourinho dovrà trovare degli accorgimenti per superare lo schieramento compatto dei Clarets: la soluzione vista nell'ultima settimana con Alli falso nueve a creare spazio per i tagli di Lucas e Bergwijn sembra essere una soluzione in grade di rendere gli Spurs più pericolosi in fase offensiva, tuttavia Mourinho ha già fatto più volte presente come quest'ultimi siano già stati spremuti a sufficienza nelle ultime settimane e con un calendario ancora fitto questo incide oltremodo sulla salute della squadra, per cui vedremo quali risposta questa partita ci darà.


BUNDESLIGA

Continua la grande lotta in testa alla Bundesliga dove adesso a fare la differenza può essere il calendario che sta permettendo, oltre allo stupefacente stato di forma mostrato anche in Champions, al Bayern Monaco di allungare in classifica grazie al fatto che le sue concorrenti impegnate negli scontri diretti, inevitabilmente si tolgono punti a vicenda. Anche il prossimo weekend potrebbe non essere da meno per la squadra di Flick, con il Lipsia impegnato nella trasferta tutt'altro che semplice in casa del Wolfsburg e con Borussia Moenchengladbach e Borussia Dortmund che si affrontano nello scontro diretto; per il Bayern, invece, impegno all'Allianz Arena nel derby bavarese contro l'Augsburg che è la partita che segnaliamo per questa giornata.


BAYERN MONACO - AUGSBURG (DOMENICA ORE 15.30)

Il motivo di principale interesse relativo a questo match è quello di guardare nel dettaglio l'evoluzione del Bayern Monaco nel corso di questa stagione fino a diventare una schiacciasassi che nel corso del 2020 ha lasciato solamente le briciole agli avversari. Hans Flick si sta guadagnando tanto credito negli ambienti del club bavarese rimettendo in piedi i principi che avevano portato il Bayern ad eccellere e ad essere un modello guida sotto la gestione di Pep Guardiola, ed infatti alcune scelte del tecnico sembrano essere proprio un retaggio del lavoro del tecnico catalano a Monaco.

In primis lo spostamento definitivo di Joshua Kimmich a centrocampo, la coppia formata da lui e Thiago Alcantara nel 4-2-3-1 proposto da Flick permette al Bayern di avere dei meccanismi di uscita palla praticamente inattaccabili, con il tedesco sempre bravo a dare sostegno ai due centrali difensivi o farsi trovare alle spalle della prima linea di pressione e senza mai farsi trovare sulla stessa linea in orizzontale rispetto a Thiago Alcantara.
Dalle mappe di azione relative alle due ultime partite del Bayern Monaco si nota bene come i due giocatori abbiano dei compiti diversi e come la loro disposizione in campo rifletta poi le necessità che la singola partita presenta per la formazione di Flick; nella partita di Londra contro il Chelsea si nota come Kimmich vada a prendersi il pallone più in basso tra i due centrali mentre contro l'Hoffenheim si apriva più a destra per ricevere e giocare palla e soprattutto mettersi a disposizione di Thiago del quale nelle mappe qui di fianco si evince una sua qualità molto raramente citata, ossia quella di recuperare palloni a metà campo, una qualità spesso offuscata dalle sue infinite qualità in fase di impostazione.

Ad affrontare il Bayern Monaco arriva l'Augsburg di Martin Schmidt, allenatore svizzero che sta cercando di far crescere questa squadra che già negli anni precedenti aveva visto l'Europa (precisamente nella stagione 2105/2016 quando partecipò all'Europa League) e che ora vorrebbe consolidarsi in Bundesliga. L'andamento della squadra bavarese è stato finora abbastanza discontinuo, con periodi dai risultati scarsi a grandi momenti di forma di cui avevamo parlato nel momento di massimo splendore (ossia prima della trasferta di dicembre a Lipsia prima della pausa invernale), nel 2020 il rendimento in termini di risultati non è affatto positivo, difatti in una virtuale classifica di questo anno solare la squadra di Schmidt si troverebbe al penultimo posto con 4 punti frutto di una vittoria, un pareggio e 5 sconfitte che, ad onor del vero, sono tutte arrivate contro avversarie sulla carta più forti eccetto l'Union Berlino.

A non cambiare invece è la strategia tattica del tecnico svizzero che tende a schierare la sua squadra con un 4-4-2 che, a seconda delle situazioni di gioco e dell'avversario può tramutarsi in un 4-2-3-1 o in un 4-2-2-2 con i due terzini Lichtesteiner e Max molto alti per dare ampiezza. Guardando i numeri desta curiosità la fase di non possesso dell'Augsburg che ha l'indice di aggressività PPDA più alto del campionato (15,87, dato Understats) non ostante sia una squadra che ami tenere alta la propria linea difensiva e fare un uso molto ampio della tattica del fuorigioco; come si evince dalle statistiche elaborate da WhoScored la squadra di Schmdt utilizza in maniera vincente il fuorigioco in media per 2,5 volte a partita, un dato che la vede nello stesso ordine di grandezza di squadre come Leverkusen, Lipsia e Moenchengladbach che fanno uso di una fase di non possesso volutamente più aggressiva perché allineata con una strategia di recupero palla molto aggressiva; invece l'Augsburg non ama aggredire particolarmente l'avversario bensì aspetta nella propria metà campo ma tiene alta la linea tenendo strette le linee, una strategia che paga in termini di tiri subiti (14,1, in linea con il dato medio della Bundesliga) ma non in termini di goal subiti (50, quartultima difesa del campionato) seppur a fronte di 33xG subiti (secondo il modello di Between The Posts), dato che la allinea a squadre come Hoffenheim e Schalke, messe decisamente meglio in classifica e che, quindi, meglio identifica, a mio parere, il valore della squadra.

Sarà molto interessante, dunque, capire come il Schmidt cercherà di fermare il sistema offensivo del Bayern, di certo la poca cura della linea difensiva in fase di palla scoperta come nei secondi tempi delle recenti sfide contro Borussia Dortmund e Borussia Moenchengladbach non può ripetersi a Monaco altrimenti ci sarà da preparare il pallottoliere.


LA LIGA


La vittoria del Real nel Clasico di domenica scorsa ha riportato la squadra di Zidane in vetta alla classifica e messo ulteriormente a nudo i difetti del Barcellona, tuttavia il campionato spagnolo è ricco di insidie ed il fattore campo sta assumendo un'incidenza non marginale nello sviluppo della stagione (basti vedere la differenza di rendimento del Barcellona tra casa e fuori) e che sicuramente avrà un impatto per la lotta alla Champions che vedrà nel weekend lo scontro diretto tra Atletico Madrid e Siviglia, il Getafe ospitare il Celta Vigo e la Real Sociedad impegnata a Barcellona, ed è proprio la partita del Camp Nou la nostra scelta per questo weekend della Liga.


BARCELLONA - REAL SOCIEDAD (SABATO ORE 18.30)

Il match del Camp Nou mette di fronte tanto talento con da una parte una squadra che fatica ad unire tutto questo talento in un senso compiuto ed una squadra che, invece, sta riuscendo nel far esplodere il talento di tanti interpreti che finora avevano fatto fatica ad esprimerlo ed altri che si stanno sgrezzando.

Il Barcellona continua a non risolvere il proprio problema delle prestazioni lontano dal Camp Nou dove con Setien in panchina ha trovato la vittoria solo sul campo del Betis e soffrendo tantissimo, mentre ha dovuto lasciare lo scalpo a Valencia, Bilbao (in Coppa del Re) e Madrid nel Clasico dello scorso weekend oltre al pareggio deludente ottenuto a Napoli in Champions League. La squadra blaugrana continua a mostrare forti difficoltà lontano da casa a resistere al pressing avversario così come fa fatica a coprire il campo in caso di schieramento basso dell'avversario, questo a causa di una difficoltà, in assenza di Suarez, nel trovare un giocatore che dia profondità al possesso prolungato.

La mappa dei tocchi del Barcellona ci conferma questa sensazione che ad occhio è facilmente percepibile, ossia i tre uomini più avanzati preferiscono giocare il pallone fuori dall'area di rigore, Messi e Griezmann non hanno nelle corde l'attacco diretto all'area di rigore, Setien pensava di ovviare alla cosa inserendo Vidal come vertice avanzato del rombo di centrocampo, ma anche il cileno fatica a dare questo tipo di contributo, per questo motivo il possesso palla, seppur di qualità spesso elevata tende a trasformarsi in un possesso sterile senza sbocchi offensivi; al Camp Nou generalmente la musica cambia e la ragione è principalmente data dall'effetto ambientale che evidentemente stimola maggiormente i giocatori e soprattutto le dimensioni dello stadio (un tempo anche quelle del campo) in alcune situazioni non permette ai giocatori avversari di tenere le distanze giuste sul terreno di gioco e lasciare, dunque, maggiori spazi ai giocatori blaugrana. Tuttavia Setien non può accontentarsi di questo e vedremo se dopo la doppia trasferta di Napoli e Madrid cercherà delle modifiche anche in termini di uomini per ovviare ai deficit strutturali della sua squadra.

L'avversario che scenderà in campo al Camp Nou non è affatto dei più semplici, difatti la Real Sociedad di Imanol Alguacil è una delle realtà più interessanti di questa Liga che, come indicato in premessa, sta lanciando alla ribalta talenti che faticavano a sbocciare (vedi Odegaard e Januzaj) così come continua a lanciare giocatori provenienti dalla sempre ricca cantera della società. Questa grande concentrazione di talento è messa insieme da Alguacil mediante un calcio di possesso (55,2% di media, quarta in questa statistica nella Liga) basato sulle rotazioni del 4-3-3 che si trasforma un 4-2-3-1 o un 4-1-4-1 a seconda degli interpreti messi in campo.

In fase di non possesso la Real Sociedad è molto aggressiva e cerca di recuperare subito il possesso o, in caso sia costretto a giocare sulla punta centrale, si dispone per andare a contendere le seconde palle, un atteggiamento riscontrabile dal dato sul PPDA pari a 7,59, dunque inferiore solo a quello del Getafe. Le mappe dei recuperi palla effettuati nelle ultime due partite di campionato contro Valencia e Valladolid mostrano nel dettaglio le qualità della squadra in questo fondamentale, per questa ragione una corretta applicazione delle strategie di recupero palla può essere una chiave di lettura della partita viste le difficoltà che il Barcellona ha riscontrato a Madrid quando la squadra di Zidane ha alzato il livello del pressing.

LIGUE 1

Il campionato francese è giunto alla giornata numero 28, una giornata che potrebbe avere risvolti molto importanti per delineare la classifica del campionato, difatti diversi sono gli scontri di particolare interesse che possono spostare gli equilibri di classifica ma soprattutto gli equilibri in termini di consapevolezza delle contendenti. In questo quadro si inserisce il derby della Costa Azzurra tra Nizza e Monaco, così come la trasferta complicata del PSG a Strasburgo che precede la sfida di Champions contro il Borussia che deciderà il destino di Thomas Tuchel sulla panchina dei parigini e l'incrocio tra Rennes e Montpellier che presenta diversi spunti di interesse; in presenza di questo imbarazzo della scelta la nostra scelta ricade sulla sfida del Pierre Mauroy dove il Lille sfida il Lione di Garcia, a caccia dei tre punti per credere nella rimonta per un posto alla prossima Champions League.

LILLE-LIONE (DOMENICA ORE 21)

Partita che potrebbe essere decisiva per la lotta al terzo posto disponibile per l'accesso alla Champions quello tra la squadra di Galtier e quella di Rudi Garcia; ad oggi le due squadre sono divise da 6 punti, ragion per la quale per il Lione la partita di domenica è indispensabile per restare in corsa per i primi 3 posti.

Il Lille si presenta a questa partita con una serie di 4 vittorie nelle ultime 6 partite; le due sconfitte sono frutto delle sfide perse contro il PSG ed il Marsiglia, ossia le prime due della classe, tuttavia già la sconfitta contro la squadra di Villas-Boas ha dato delle indicazioni positive a Galtier sulla strada che sta percorrendo, ossia, partendo dalla strategia societaria di crescere giovani talenti e farli esplodere, il tecnico ha trovato la strada per ricostruire la squadra dopo le partenze di Leao e Pepe, lo ha fatto con un 4-4-2 di base che può trasformarsi in un 4-2-3-1 dove l'obiettivo è quello di usare tutta l'ampiezza del campo per generare spazi su cui lanciare in profondità i vari Ikone, Bamba e Osimhen.

La passmap della partita contro il Nantes della scorsa settimana evidenzia molto bene le differenti soluzioni che Galtier ha costruito per far progredire l'azione ed allo stesso tempo sfruttare la velocità delle frecce a sua disposizione: quindi vediamo la palla lunga verso Osimehn spostato sul centro-destra per collegarsi in maniera più diretta con Ikone, possiamo notare i due terzini che hanno ampiezza così come la posizione sfalsata dei due centrali di centrocampo per generare linee di passaggio alle spalle delle linee di pressione avversarie, il tutto fatto a ritmi molto alti per il campionato francese, generando dunque ampie fasi di dominio della partita ma allo stesso tempo forti rischi di trovarsi senza benzina nelle fasi cruciali del match così come successo nell'ultima partita interna contro il Marsiglia, dove nella fase centrale del secondo tempo ha subito 2 goal ed un calcio di rigore poi parato da Maignan nel giro di neanche 10 minuti.

Il Lione che scenderà in campo a Lille è forse nel suo momento migliore della stagione e sicuramente nel miglior momento della gestione Garcia: la squadra lionese è reduce da tre vittorie consecutive tra campionato e Champions League e dalla sconfitta in semifinale di Coppa di Francia contro il PSG ma solo dopo che l'espulsione di Marcelo aveva rotto l'equilibrio evidente della partita.

La svolta per il Lione sembra avere il nome di Bruno Guimaraes, mediano arrivato dall'Atletico Paranaense e su cui Garcia ha subito scommesso consegnandoli la cabina di regia a centrocampo dove accoppiato a Tousart forma una cerniera che copre la difesa (vedi mappa della sua partita contro la Juventus) ed in fase di possesso fa partire l'azione e lascia libero Aouar  (e lo stesso Tousart) di trovare spazio giocabile alle spalle del centrocampo avversario. Con la sua presenza in campo Garcia ha utilizzato anche la difesa a 3 che gli ha permesso nelle partite contro Metz e Juventus di avere maggiore copertura e permettere ai due esterni Dubois e Cornet di poter aggredire senza preoccuparsi più di tanto di ciò che accade alle proprie spalle; contro il Lille il saper coprire gli spazi è fondamentale per togliere ossigeno al talento di Ikone e Bamba in primis, per cui la sfida del Lione al Lille si presenta come una sfida carica di contenuti molto interessanti e, in base a quanto Garcia vorrà giocare a viso aperto, promette anche uno spettacolo godibile.

BONUS TRACK

Dopo aver analizzato il weekend dei principali campionati europei, come indicato in premessa, diamo spazio alla nostra serie B che, a differenza dei parenti ricchi ma poco organizzati della serie A, hanno stabilito di andare avanti a porte chiuse ove necessario. Il prossimo weekend arriva dopo un turno infrasettimanale che avvicina ulteriormente il Benevento al ritorno in serie A (+20 sul Crotone terzo), nel turno che si gioca questo weekend gli uomini di Inzaghi affrontano nel posticipo di domenica sera il Pescara, unica squadra capace di sconfiggere finora le streghe, mentre il Frosinone secondo, dopo lo stop di Livorno, affronta in casa la Cremonese; il programma, inoltre, prevede una sfida dalla rivalità iconica come quella tra Pisa e Livorno, mentre la scelta della gara da seguire è quella tra Venezia e Crotone.

VENEZIA-CROTONE (SABATO ORE 15)

La scelta della sfida dello stadio Penzo di Venezia è data dal fatto che Venezia e Crotone sono due delle squadre di questo campionato che ci stanno dando degli elementi di interesse a livello tecnico e tattico in questo campionato; non è facile in serie B cercare di imporre un calcio basato sul possesso palla con anche la ricerca di principi del gioco di posizione, per questo a Dionisi e Stroppa va dato un grande riconoscimento per il lavoro svolto, un lavoro apprezzato anche dai rispettivi club, con il Venezia che continua a credere nel lavoro del giovane tecnico toscano, seppure la classifica della squadra non sia affatto buona, dall'altra parte la società calabrese ha ricominciato la stagione con Stroppa non ostante le grandi difficoltà e le delusioni della scorsa stagione credendo nella crescita che la squadra aveva dimostrato nelle fasi finali del passato campionato.

Il Venezia è solito schierarsi con il 4-3-1-2 da cui Dionisi non ha praticamente mai derogato, l'azione parte sempre da dietro dai difensori centrali con il regista Fiordilino come vertice basso del rombo di centrocampo; a livello statistico infatti i centrali Modolo e Casale e lo stesso Fiordilino si trovano ai primi 15 posti tra i giocatori che hanno completato il maggior numero di passaggi in serie B; i terzini hanno il compito di dare ampiezza e di servire i movimenti ad aprirsi del trequartista Aramu o di una delle due punte nel tentativo di aprire la difesa avversaria; in fase di non possesso la difesa resta molto alta mentre la squadra si tiene compatta e cerca di chiudere gli spazi centrali.

Il possesso palla insistito, come si evince dai dati elaborati da FootballCritic, rappresentano il punto in comune tra la squadra di Dionisi e quella di Stroppa: la società arancio-nero-verde, pur avendo obbiettivi di classifica non più ambiziosi della salvezza ha scelto Dionisi proprio per proporre questo tipo di calcio e, bisogna dirlo, a tratti il Venezia è una delle realtà più godibili in termini di qualità del gioco espressa, purtroppo per loro la presenza in rosa di elementi molto acerbi li espone ad errori individuali sia in fase di possesso che di non possesso che spesso inficiano in maniera decisiva sul risultato, ma non per questo la strategia della società lagunare non può che considerarsi come positiva.





Dall'altra parte il Crotone, tra alti e bassi, è in piena corsa per la promozione diretta in serie A visto che solo 1 punto la divide dal Frosinone seconda forza del campionato; come si evince dalla grafica mostrata sopra in relazione al Venezia, anche Stroppa ha implementato una strategia in Calabria basata sul possesso palla (55% in media, migliore del campionato) ma partendo da uno schieramento tattico diverso, basato sul 3-5-2 in cui l'impostazione è demandata ai 3 centrali di difensivi (in particolare Marrone e Golemic) a cui si aggiunge il vertice basso del centrocampo Barberis, ove ciò non sia possibile a causa della pressione avversaria si cerca di allargare il gioco sugli esterni Molina e Mazzotta che si associano con le mezzali Benali e Crociata oppure anche, quando necessario, appoggiarsi sulle sponde di Simy per la seconda punta che può essere Junior Messias o l'ex Benevento Armenteros.

Data la grande diversità di opzioni a disposizione di Stroppa, non è casuale come la squadra rossoblu sia anche quella che oltre al miglior possesso palla è anche quella che va maggiormente al tiro nel campionato cadetto; la principale differenza tra la squadra di Stroppa ed il Venezia è la frequenza con cui il possesso palla effettuato porta al tiro, la compresenza di tiratori da fuori come Benali e Crociata a cui si aggiunge la continua (a volte eccessiva) voglia di Messias di trovare la porta con giocate individuali e la presenza in area di Simy. 

Sarà senza dubbio interessante capire quale delle due squadre dovrà rinunciare al possesso palla, per questo vedremo quanto i due allenatori avranno voglia di andare a contendere il possesso palla all'avversario e quanti rischi vorranno concedersi alle loro spalle, il giusto compromesso è sempre difficile trovarlo, chi ci riuscirà avrà in mano il controllo della partita.

Friday, 20 December 2019

Cosa vedere nel weekend #15




Siamo all'ultimo weekend prima delle feste natalizie, un weekend che negli ultimi anni ha spesso riservato alcune sorprese a causa di un inconscia percezione da ultimo giorno di scuola per diversi giocatori, reduci dalle cene societarie che si sono tenute in settimana o per quei giocatori che dopo le partite hanno già un aereo in partenza per le rispettive sedi di vacanza o per il ritorno nelle rispettive patrie (vedi i giocatori sudamericani). Fatta questa premessa di spicciola sociologia dei calciatori, veniamo all'aspetto tecnico: il weekend in arrivo ci deve alcune risposte sullo stato di salute di molte squadre, in particolare cercheremo di capire se la strada intrapresa da alcune società possa evitare massicci interventi in sede di calciomercato o se quelle strade possano permettere alle società di continuare a puntare sulle rose a loro disposizione.

Coda al post di oggi è dedicata ai due trofei che si assegneranno nel corso del weekend, ossia la Supercoppa italiana ed il Mondiale per Club.

SERIE A

La giornata 17 del nostro campionato è spezzettata a causa dell'impegno di Juventus e Lazio nella finale di Supercoppa che si terrà domenica sera a Riyad. La Juventus ha già affrontato il proprio impegno mercoledì sera, la Lazio, invece, ha visto rinviato il proprio impegno contro il Verona a febbraio. Come indicato in premessa, sarà molto importante capire al termine di questo turno quanta necessità ci sarà per molte squadre di dover ricorrere al mercato per risalire la china nel proprio progetto tecnico; sabato scorso abbiamo potuto notare come, ad esempio, le due genovesi siano messe molto male a livello tecnico per cui sarà necessario trovare correttivi molto importanti a gennaio, tuttavia mentre per la Sampdoria sembra chiaro che le direttive arriveranno da Claudio Ranieri, in casa Genoa la confusione regna sovrana, con Thiago Motta chiamato a fare bella figura a San Siro contro l'Inter di Conte per evitare un rapido esonero e poter essere lui a dettare la linea da seguire nella prossima finestra di mercato. Il nostro focus da questo punto di vista questa settimana sarà sul Milan, impegnato a Bergamo contro l'Atalanta in una partita che ci dirà molto sul valore della squadra rossonera sotto la guida di Pioli.

ATALANTA-MILAN (DOMENICA ORE 12.30)

La trasferta della formazione rossonera a Bergamo, come indicato in premessa, avrà il ruolo di darci delle risposte sul lavoro di Stefano Pioli sulla panchina del Milan; la scelta del tecnico ex Fiorentina ed Inter è un cambio di strategia repentino del Milan che, dopo aver rinnegato dopo neanche due mesi la scelta di Giampaolo e del suo calcio tecnico, è tornata sui suoi passi, con Pioli che ha riproposto il 4-3-3 con cui Gattuso aveva condotto i rossoneri a un passo dalla Champions nella scorsa stagione. Dopo un inizio balbettante (1 vittoria nelle prime 6 partite), la squadra ha trovato punti ed una certa identità dopo la pausa di novembre, periodo in cui ha raccolto 8 punti in 4 partite, un miglioramento coinciso (un caso?) con il ritorno dal lungo infortunio di Jack Bonaventura, il cui apporto alla fluidità della manovra ed alla fase conclusiva non è stato di poco conto, ed ad averne giovato sono stati anche i suoi compagni di catena a sinistra Theo Hernandez e Calhanoglu.

Le statistiche elaborate da UnderStats dimostrano chiaramente l'inclinazione verticale di Bonaventura e la sua totale consistenza con i principi di gioco voluti da Pioli; dei 492 minuti giocati in stagione, 350 sono stati accumulati nelle ultime 4 partite (quelle dopo la pausa di novembre); l'apporto di Bonaventura è testimoniato dalla quantità di tiri presi a partita (3,11 di media) e la quantità di passaggi chiave (1,83 a partita di media), a questi si aggiungono i goal realizzati contro il Napoli ed il Bologna. Il suo apporto ha consentito ai rossoneri, nell'ultimo ciclo di partite, di raccogliere 8 punti (quarto posto in questa classifica) e di essere seconda solo all'Inter nella differenza tra xG segnati e xG subiti (escluse le palle inattive). 
Per questa ragione la partita di domenica mattina assume contorni importanti per capire se i progressi visti nelle ultime settimane sono solamente un'illusione o qualcosa di più concreto, visto che i rossoneri vanno ad affrontare la squadra regina del calcio offensivo in Italia, ossia l'Atalanta di Gasperini, guarda caso la società dove proprio Bonaventura è cresciuto, nonché la squadra che soffiò al Milan il posto in Champions. Sui numeri della squadra atalantina se ne parla da tutte le parti, e sono tutti numeri che, oltre a testimoniare il livello di gioco espresso dalla squadra e le idee di calcio iper-aggressivo di Gasperini, dimostrano come il livello raggiunto dalla squadra nerazzurra la posizioni in maniera strutturale ai piani alti del nostro calcio, a cui si aggiunge come ciliegina sulla torta il raggiungimento degli ottavi di finale di Champions League (seppur, ad onor del vero, in un girone frutto di un sorteggio discretamente benevolo). I numeri dimostrano come quasi tutti i meccanismi messi in piedi da Gasperini funzionano, visto che l'Atalanta è il miglior attacco della serie A assieme alla Lazio (38 goal), un dato impreziosito dal fatto che la squadra nerazzurra ha dovuto rinunciare a Zapata (fermo da ormai 2 mesi) ed ultimamente anche ad Ilicic (che ha collezionato solamente 759 minuti sinora, perdendo dunque oltre 400 minuti), il tutto a fronte di una produzione di xG di altissimo livello (migliore anche in questa statistica su qualsiasi modello preso a riferimento), inoltre lo stile aggressivo dell'Atalanta in fase di recupero palla è considerato ancora il marchio di fabbrica della squadra atalantina (7,81 il PPDA, meglio solamente Juventus e Bologna), tuttavia spesso si fa poca menzione della qualità della proposta in fase di possesso (già evidenziata dai numeri appena esposti).

Ciò che rende la proposta nerazzurra ancora più interessante in questa stagione è la qualità della manovra data da alcuni accorgimenti tattici ch hanno permesso alla squadra di Gasperini di trovarsi al terzo posto nel dato sul possesso palla (54,5% di media) e addirittura seconda solo al Napoli come possesso nelle tre quarti avversaria (32%) a pari merito con la Juventus. Il merito principale va alla posizione più arretrata creata da Gasperini per il Papu Gomez che permette di far coesistere l'argentino con Malinovskyi e Pasalic, con quest'ultimi che si occupano dei mezzi spazi nella tre quarti avversaria, mentre Papu si preoccupa di far progredire l'azione giocando a tutto campo facendo a volte anche da play davanti alla difesa; inoltre va fatto notare l'importanza strategica di Toloi nel portare la palla per attrarre il pressing avversario e servire i trequartisti che possono poi dialogare con gli esterni; masterpiece di questa nuova strategia predisposta dal Gasp è il primo tempo della partita contro la Lazio di metà ottobre, dove l'Atalanta ha regalato i 45' più spettacolari di tutta la stagione, ed è a questa partita che si riferisce la passmap indicata sopra.

PREMIER LEAGUE

A differenza degli altri campionati, come da tradizione, questo weekend non rappresenta l'ultimo impegno prima di una pausa, bensì l'inizio di una lunga serie di turni di campionato concentrati nel periodo delle feste; un periodo al termine del quale si ha una fisionomia della classifica definita su cui poi si basa il resto della stagione ed i programmi futuri. Anche in Inghilterra il calendario degli impegni costringe a spezzettare la giornata, con il Liverpool che non disputerà questo turno a causa del concomitante impegno nel mondiale per club; tuttavia, il centro della scena in questo momento più che il campo ce l'hanno gli uffici dei chairman di Everton ed Arsenal che, in attesa di annunciare, rispettivamente, Ancelotti ed Arteta, vedranno le rispettive squadre affrontarsi sabato a Goodison Park.

EVERTON-ARSENAL (SABATO, ORE 13.30)

Destini diversi per Everton ed Arsenal dopo la scelta quasi simultanea di  cambiare guida tecnica in corso di stagione,; il cambio di panchina ha ridato brio ai Toffees che hanno raccolto 4 punti dalle sfide contro Chelsea e Manchester United, dall'altra parte, invece, Ljungberg non è riuscito ad invertire la rotta dei gunners raccogliendo 4 punti in 4 partite, tra l'altro tutti raccolti lontano dall'Emirates dove invece ha raccolto due sconfitte per mano di Brighton e Manchester City.

Nelle due partite di Premier sotto la gestione di Duncan Ferguson l'Everton ha lasciato poco spazio  a sovrastrutture tattiche riproponendo un gioco di stampo tradizionalmente britannico con lancio del portiere verso la punta (nel caso dell'Everton Dominic Calvert-Lewin) e poi recupero sulla seconda palla o imbastire l'azione qualora il centravanti vinca il duello aereo. Una tattica che ha portato i suoi dividendi contro il Chelsea, decisamente meno contro il Manchester United dove le qualità aeree di Lindelof e Maguire su Calvert-Lewin e le coperture di McTominay hanno reso meno produttivo questo approccio.
Nella sfida contro l'Arsenal, in attesa dell'arrivo di Ancelotti, non è escluso che Ferguson possa continuare su questa strada viste le debolezze dell'Arsenal quando la partita si orienta sullo scontro fisico e soprattutto sul gioco aereo, dove i gunners sono molto deficitari (12,4 duelli vinti a partita, i peggiori in Premier).

Dall'altra parte l'Arsenal spera di avere in panchina sin dalla partita di Goodison Park il nuovo coach Mikel Arteta, l'attuale vice di Guardiola al Manchester City; evidente è la scelta del club del nord di Londra di dare un'identità alla squadra, cosa che non è riuscita neanche lontanamente ad Unai Emery in questo anno e mezzo post Wenger. L'arrivo di Arteta porterà l'Arsenal definitivamente ad essere una squadra che vorrà applicare i principi del gioco di posizione di Guardiola e che cercherà di recuperare palloni il più in fretta possibile; essendo chiara la scelta strategica del club in termini di filosofia di gioco da introdurre, ora ad Arteta spetterà il compito di capire quali giocatori saranno da considerarsi funzionali ai propri scopi e quali no, per cui, qualora sarà lui a dirigere la squadra sin da sabato sarà interessante capire su quali giocatori vorrà puntare per portare avanti le sue idee di gioco, in particolare dovrà risolvere la coesistenza tra Aubameyang, Lacazette e Pepè, con quest'ultimo che, a causa della compresenza dei primi due, si trova leggermente emarginato dalle rotazioni e soprattutto non riesce a trovare il rendimento che gli ha permesso di essere l'acquisto più oneroso della storia dell'Arsenal (80 milioni).

Come si evince dalle charts create da Understats l'ex giocatore del Lille fatica ad imporsi in Premier, tutti i suoi dati in questa stagione sono decisamente all'interno della media del campionato (se si esclude la quantità di tiri a partita, comunque diminuita rispetto a Lille). Ad Arteta spetta il compito di trovargli una collocazione che lo metta al centro del gioco, tuttavia questo confligge con le caratteristiche di Aubameyang e Lacazette, ossia le due punte a disposizione dei Gunners, a cui si aggiunge la presenza in rosa di giocatori come Ozil e Ceballos.





Per questo motivo ad Arteta le prossime partite serviranno anche e soprattutto a fare delle scelte in termini di uomini e ricreare una squadra con una sua coerenza nelle prossime due sessioni di mercato. Intanto domani a Goodison Park il test contro una squadra che cercherà di sfruttare al meglio le debolezze dei Gunners ci farà capire se l'Arsenal avrà voglia da subito di ritrovare una mentalità che la riporti nell'elite della Premier.











BUNDESLIGA

Il campionato tedesco, dopo il turno infrasettimanale, celebra l'ultima giornata prima della pausa invernale, con il campionato che dopo questo turno, riprenderà il 17 gennaio. Il prossimo weekend chiuderà anche il girone d'andata che decreterà, dunque, il campione d'inverno, titolo che si giocheranno nel weekend il Lipsia ed il Borussia Moenchengladbach, appaiate in vetta alla classifica con 34 punti. Per le due contendenti due match di diversa difficoltà: la squadra di Rose va in visita nella capitale contro l'Hertha di Klinsmann reduce da 7 punti nelle ultime 3 partite, il Lipsia, invece, affronta in casa la squadra più in forma del momento (assieme allo stesso Lipsia) ossia l'Augsburg reduce da 6 partite di fila senza sconfitte, per cui è proprio questa la partita che abbiamo scelto per questo ultimo weekend del 2019 di Bundesliga.

LIPSIA- AUGSBURG (SABATO ORE 15.30)

Il calendario ha messo in programma la sfida tra le squadre più in forma in termini di risultati del campionato tedesco; prendendo come riferimento il periodo intercorso dalla ripresa del campionato dopo la pausa di novembre, le due squadre sono appaiate in testa alla classifica con 13 punti in 5 partite; un dato che tutto sommato è anche giustificato dai dati relativi agli expected goals realizzati (usando il metodo elaborato da Understats) che vedono nello stesso lasso di tempo il Lipsia al secondo posto e la squadra allenata da Martin Schmidt al quarto posto (rispettivamente 14,85 xG e 10,78 xG), posizioni che si invertono in relazione agli xG subiti (Lipsia quarto con 5,88 xG subiti e l'Augsburg secondo con 4,81 xG subiti).

I dati ci danno anche un'idea dell'approccio delle due squadre, con il calcio fluido ed offensivo del Lipsia di cui abbiamo abbondantemente scritto nelle passate settimane ed un calcio attendista e di ripartenze impostato da Schmidt in quel di Augsburg.



Il Lipsia con Nagelsmann ha smussato alcuni angoli del metodo iper-aggressivo previsto dal progetto Red Bull per alternare fasi aggressive a fase di controllo palla, con questo si spiega il dato relativo al 54% di possesso palla medio fatto registrare sinora, così come l'indice PPDA relativo all'aggressività è pari a 10,43, addirittura superiore a quello del Borussia Dortmund di Favre, criticato in Germania per il suo approccio spesso troppo attendista; questo a dimostrazione del livello di fluidità raggiunto.


L'Augsburg, da canto suo, invece, lascia giocare i propri avversari (il 40% di possesso palla è il più basso del campionato così come il PPDA di 15,56 è superiore solo al Fortuna Dusseldorf). Trattasi indubbiamente di squadra dal gioco molto diretto, le fonti di gioco arrivano dagli esterni, da una parte l'ex juventino Lichtsteiner, ma soprattutto a sinistra Philipp Max: il terzino sinistro, a volte schierato anche come ala nel 4-2-3-1 di Schmidt è il deus ex machina della squadra bavarese, secondo i dati elaborati da Soccerment incide per il 23,4% alle occasioni da rete della squadra in cui ha realizzato 6 goal e 4 assist mentre il finalizzatore è Florian Niederlechner, miglior cannoniere ed assistman della squadra con 7 goal e 6 assist frutto di una clamorosa accuratezza di tiro pari al 52%. 


LIGA

Il campionato spagnolo, dopo aver vissuto nel corso della settimana il rito del Clasico tra Real e Barcellona, che non ha cambiato gli equilibri in vetta alla classifica ma che ha dato risposte migliori sul lavoro di Zidane rispetto a quello di Valverde, si rituffa immediatamente in un weekend che celebrerà la penultima giornata del girone di andata dove capiremo se la classifica si sia definitivamente strutturata con Barcellona e Real a giocarsi il titolo e Siviglia, Atletico Madrid, Getafe, Real Sociedad e Athletic Bilbao a giocarsi l'Europa magari con un possibile rientro di Betis e Villarreal. Il calendario propone diversi scontri interessanti, con il Bilbao che va a far visita al Real al Santiago Bernabeu, il confronto di stili tra Villarreal e Getafe, così come la trasferta dell'Atletico Madrid al Benito Villamarin contro il Betis; tuttavia la nostra attenzione va sull'altra sponda della città andalusa, con il Siviglia reduce da un punto nelle ultime due partite che vorrebbe rimanere agganciato al treno delle prime e lo farà andando a sfidare il Mallorca.

MALLORCA-SIVIGLIA (SABATO ORE 13)

La sfida dell'Iberostar Estadi sarà El Matinal della diciottesima giornata della Liga; il Siviglia, come indicato in premessa, è a caccia della vittoria dopo aver raccolto un punto nelle due ultime partite, dall'altra parte, invece, il Mallorca, ha trovato a Vigo domenica scorsa un punto che ha fermato un serie di 3 sconfitte consecutive e che, soprattutto, le ha impedito di finire mani e piedi in zona retrocessione.

Lo stile di gioco della squadra maiorchina è basato su un 4-4-2 che si trasforma in un 4-2-3-1 o 4-1-4-1 a seconda degli interpreti e del piano gara impostato, questo a dimostrare come parlare di moduli in questa fase storica sia un mero esercizio di stile. A proposito di stile, quello della squadra di Vicente Moreno è basato su un atteggiamento attendista in fase di non possesso (indice PPDA pari a 12,18, più basso solo di Levante e Valencia), mentre in fase di possesso il gioco si sviluppa prevalentemente muovendo il pallone verso gli esterni con lo scopo di favorire il gioco aereo di Ante Budimir, il centravanti ex Crotone è difatti il capocannoniere della squadra con 6 reti realizzate nonché il maggior catalizzatore di expected goals della squadra.

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Dall'analisi dei passaggi in avanti effettuati nella partita della scorsa settimana contro il Celta Vigo emerge chiaramente come il gioco si sviluppa dagli esterni dove il Mallorca ci arriva con una rete di passaggi che serve a creare spazio per le avanzate dei terzini per poi servire Budimir con i cross o innescare le giocate di Dani Rodriguez e Junior Lago, gli esterni offensivi che giocano a piede invertito. In aggiunta a questo è opportuno sottolineare come la squadra maiorchina, pur possedendo una media di possesso palla inferiore al 45%, ha una percentuale di precisione dei passaggi pari al 77,2% (decima in questa statistica nel campionato iberico) il che testimonia della qualità dei suoi interpreti a centrocampo, in particolare il capitano Salva Sevilla (88,9% di passaggi riusciti) ed il trequartista/seconda punta Aleix Febas (82,2% di passaggi riusciti e 3 assist già al suo attivo).
Dato, dunque, rilievo alle caratteristiche del Maiorca, sarà opportuno osservare come la qualità del centrocampo maiorchino saprà aggirare la pressione che il centrocampo del Siviglia è solito esercitare, specie in fase di riaggressione della palla nella metà campo avversaria, un atteggiamento che permette al Siviglia di spendere il 31% del tempo nella trequarti avversaria (quarto posto dietro Eibar, Real Madrid e Getafe, altre tre squadre che fanno del pressing alto un marchio di fabbrica) ed avere un indice PPDA di 8,09 (terzo posto dietro Getafe ed Espanyol), nonché di rafforzare il proprio gioco basato sul possesso palla (54,8%, quarto posto dietro Real Madrid, Real Sociedad e Barcellona); insomma gli ingredienti del calcio di Lopetegui sembrano aver attecchito in terra andalusa e, come già accennato nelle settimane precedenti, sembra potersi sposare al meglio con la strategia di player-trading che Monchi ama impostare. In questo lasso di stagione, infatti, si è già accresciuto il valore di Lucas Ocampos, Joan Jordan ed il centrale difensivo Diego Carlos.

Le delusioni per Monchi quest'anno, invece, sono arrivate dalle prese nel settore offensivo, dove Luuk de Jong, arrivato sotto grandi squilli di tromba dal PSV, sta ampiamente deludendo le aspettative; la mappa dei tiri presi dal centravanti olandese in questa stagione promette una doppia cifra da raggiungere a mani basse, ed invece il bottino dell'olandese è pari solamente a 2 reti realizzate e le sue mancanze in fase realizzativa stanno pesando parecchio sulle capacità di trasformazione degli xG di squadra in reti effettive (secondo il modello xG di Understats il Siviglia ha il saldo peggiore tra expected goals e goal realizzati, saldo che resta negativo, ma non il peggiore, secondo gli altri modelli reperibili di xG).

LIGUE 1

Il 2019 della Ligue 1 si chiude con un turno disputato interamente domani sera con calcio d'inizio alle 20.45 con il campionato che poi tornerà protagonista in terra transalpina nel weekend del 10 gennaio; con il turno di domani si chiuderà il girone d'andata (escluso per PSG, Monaco, Reims, Amiens, Nimes e Rennes che devono recuperare una partita) che ci ha raccontato di diverse squadre e di diversi singoli interessanti, ma che nelle ultime giornate sta delineando l'identikit delle protagoniste da qui fino alla fine della stagione, con il PSG che ha il controllo totale della situazione (attualmente +7 sul Marsiglia secondo), mentre alle spalle si sta delineando la corsa per i posti in Champions ed in Europa, lotta alla quale al momento sembra escluso il Lione, impegnato domani sera sul campo del Reims che, invece, si sta regalando un cammino da sogno europeo.

REIMS-LIONE (SABATO ORE 20,45)

La classifica al momento incorona il Reims come la grande sorpresa di questo girone d'andata della Ligue 1, i suoi 27 punti al momento stanno valendo il sesto posto in classifica con due punti di vantaggio proprio sulla formazione di Garcia. Pur trovandoci nella terra dello Champagne, la ricetta del Reims è tutt'altro che frizzante, ossia difesa, difesa e ancora difesa; i numeri parlano chiaro: miglior difesa del campionato con 9 reti subite (pari merito con il PSG) a fronte di poco più di 12 xG subiti (secondo posto dietro al PSG), minor numero (45) di tiri nello specchio subiti nel corso del campionato. 

In un contesto di questo genere ad esaltarsi sono i difensori: il centrale Abdelhamid ed il terzino sinistro Kamara figurano nel miglior 11 stagionale determinato dall'algoritmo di WhoScored. Le prestazioni del centrale difensivo e del terzino sinistro sono supportate anche dagli ottimi numeri a livello difensivo dell'altro centrale difensivo Disasi e del terzino destro Foket a cui si aggiunge il lavoro di rottura dei due centrali di centrocampo Romao e Chevalerin, il cui compito è spostare il gioco avversario sugli esterni che vengono aggrediti dai terzini; in questo modo i palloni che arrivano in area sono pochi e poco pericolosi e possono essere controllati con tranquillità dai due centrali; inoltre il lavoro dei 4 difensori e dei 2 centrali di centrocampo permette ai 4 giocatori più offensivi libertà di lanciarsi in contropiede e far male agli avversari. Insomma un piano gara molto semplice (quello che Fascetti definiva pane e salame) ma finora particolarmente redditizio.
Non poteva capitare, dunque, avversario peggiore per il Lione di Garcia, alle prese con una situazione difficilissima edulcorata solamente dal faticosissimo passaggio del turno in Champions League, dove a febbraio dovrà affrontare la Juventus; le due sconfitte interne per 1-0 contro Lille e Rennes hanno complicato la rincorsa della formazione di Garcia che da quando ha preso il posto di Silvinho sulla panchina lionese ha raccolto 16 punti (meno solamente di PSG, Marsiglia e Rennes, tre squadre contro cui la squadra di Garcia ha perso). Nel presentare la situazione che l'ex tecnico della Roma aveva ereditato da Silvinho avevamo notato una squadra dal possesso palla sterile che faticava ad accedere all'area di rigore avversaria, Garcia è intervenuto proprio su questo aspetto cercando di indirizzare il possesso palla (ad oggi pari al 55%, secondo solo al PSG) più in verticale.

Comparando i dati delle zone di azione in possesso palla, sotto la gestione Garcia il 4% in più dei palloni viene giocato nella trequarti avversaria, il che significa che il possesso è indirizzato in zone più avanzate del campo anche grazie alla maggior pressione esercitata (PPDA pari a 8,97 sotto Garcia, 11,59 sotto Silvinho).







Il cambio di registro proposto dall'ex tecnico della Roma si è riverberato anche sull'incidenza delle conclusioni tentate dall'interno dell'area di rigore che, adesso, sono pari al 50% dei tiri effettuati, ma soprattutto è diminuita del 4% l'incidenza dei tiri da fuori area (43% contro il 47% dell'era Silvinho).

Il cambio di passo del Lione, oltre che dalle inopinate sconfitte interne contro Lille e Rennes, rischia di essere vanificato anche dai contemporanei infortuni al crociato di Reine-Adelaide, ma soprattutto di Memphis Depay, il cui rendimento di 9 goal e 2 assist, sembrava finalmente portarlo verso i livelli che avevano convinto il Manchester United a spendere 34 milioni di Euro per portarlo alla corte di Van Gaal. Per cui Reims-Lione sarà importante anche per capire come la squadra di Garcia cercherà di ovviare alle pesanti assenze contro un avversario a dir poco scomodo e ben attrezzato, specie contro squadre di livello, visto che sono stati capaci di espugnare sia il Velodrome di Marsiglia che il Parco dei Principi.

OLTRE AI CAMPIONATI....

Il weekend calcistico non può essere dedicato al 100% ai campionati, la ragione è che tra sabato e domenica si assegneranno due trofei: a Riyad Juventus e Lazio si sfideranno per la Supercoppa Italiana; in Qatar, invece, Liverpool e Flamengo si giocheranno il titolo di campione del Mondo per club 2019.

JUVENTUS-LAZIO (DOMENICA, ORE 17,45)

La formazione bianconera e quella biancazzurra si riaffrontano poche settimane dopo la vittoria della squadra di Inzaghi nell'incrocio di campionato. Sarri sta cercando di trovare la giusta quadra, tra assenze forzate e prestazioni non all'altezza, per il suo centrocampo, surclassato da quello laziale nella sfida di campionato. Saranno i duelli tra Milinkovic-Savic e Luis Alberto contro Pjanic e Bentancur, con ogni probabilità, la chiave della sfida.

LIVERPOOL-FLAMENGO (SABATO, ORE 18,30)

In molti, a giusta ragione, l'hanno introdotta, come la finale del Mondiale per Club più interessante della storia della competizione; negli anni passati era eccessivo il divario tra la vincente della Champions League e la vincente della Copa Libertadores (che in alcune occasioni non è neanche stata in grado di raggiungere la finale stessa perché sconfitta in semifinale, vedi gli africani del Mazembe contro l'Internacional di Porto Alegre nel 2010); quest'anno, invece, pur essendo il Liverpool favorito alla vittoria finale, il livello di talento e di esperienza internazionale a disposizione del Flamengo potrebbe andare a creare non pochi grattacapi alla squadra di Klopp viste le defezioni di Fabinho e Lovren; inoltre il trio offensivo delle meraviglie della rubo-negro formato da Everton-Gabigol-Bruno Henrique, supportato da De Arrascaeta può essere letale per i meccanismi non sempre perfetti della linea difensiva dei reds.

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