Eusebio Di Francesco, dopo tre giornate, è il primo allenatore della serie A a saltare dopo aver raccolto 0 punti in 3 partite: il suo arrivo a Verona dopo le fallimentari esperienze di Genova sponda blucerchiata e Cagliari era stato visto come una scelta quanto meno azzardata da parte della dirigenza scaligera, tuttavia decidere di esonerare un allenatore dopo tre giornate suona come un ripensamento rispetto ad una decisione iniziale anziché determinata da motivi oggettivi viste le prestazioni della squadra (classifica a parte). Per questo motivo ho deciso di analizzare le tre partite di campionato fin qui disputate dall'Hellas per mostrare come il lavoro di Di Francesco non fosse così male come la classifica può lasciar pensare.
GLI INDICATORI STATISTICI
Le statistiche che inchiodano il Verona in queste prime tre giornate di campionato sono, ahi loro, quelle che poi determinano il risultato, ossia i zero punti raccolti e le difficoltà a trovare conclusioni di buona qualità che personalmente ritengo collegate alla qualità non eccelsa di chi dovrebbe occupare l'area di rigore.
Come si evince dai dati, la produzione offensiva della squadra in queste prime tre giornate è sotto la media del campionato sia come quantità che come qualità di conclusioni, ma non è neanche così pessima se confrontata ad altre realtà del nostro campionato. Inoltre è molto interessante notare tramite questo grafico come i valori dei quadranti rispecchino abbastanza fedelmente la classifica, con il quadrante in alto a destra che giustifica il punteggio pieno di Milan e Roma ed i 7 punti raccolti dall'Udinese di Gotti, inoltre è confermata l'impressione visiva data dal Napoli di Spalletti che, seppur a punteggio pieno, tira tanto ma con poca qualità delle occasioni create; infine giusto osservare la preoccupante posizione della Juventus nello stesso quadrante occupato dalle squadre in lotta nella zona retrocessione.
Come avremo modo di vedere più nel dettaglio, la fase di non possesso ha mantenuto prevalentemente gli stessi connotati ereditati da Juric, ossia pressione molto aggressiva e marcature individuali a tutto campo: è una tipologia di strategia molto remunerativa se ben eseguita ma che espone anche a rischi. I due esempi sotto l'uno e l'altro aspetto sono esemplificati dal goal subito da Raspadori nella prima giornata tanto quanto dal goal realizzato da Ilic contro l'Inter.
I dati sulla pressione effettuata dalla squadra di Di Francesco in queste tre giornate, come si evince dai numeri, non sono proprio gli stessi che sono in grado di ottenere coloro che detengono il brevetto di questa strategia, ossia il Torino di Juric e l'Atalanta di Gasperini, tuttavia il dato sulla percentuale di passaggi correttamente eseguiti dall'avversario è molto positivo, così quanto quello relativo all'imporre i lanci lunghi da parte dell'avversario. Sono numeri che mostrano come comunque questo Verona fosse in una fase di transizione da un sistema iper-aggressivo ad uno che portasse a gestire determinate situazioni sui 90 minuti, tuttavia non sapremo mai se Di Francesco avesse deciso di far transitare la squadra verso un sistema misto di pressione o se avrebbe continuato a mantenere gli input già immagazzinati dalla squadra mediante il suo predecessore.
LA PRESSIONE UOMO CONTRO UOMO
Una delle cose su cui Di Francesco ha fatto, a mio parere, un buon lavoro è stato quello di mantenere intatta la struttura di pressione e di marcature a uomo ereditata da Ivan Juric, a dimostrazione che quanto meno il tecnico abruzzese ha abbandonato un certo integralismo ben riassunto dai suoi famosi "il mio calcio" proferiti nelle interviste rilasciate ai tempi dei suoi 18 mesi trascorsi sulla panchina della Roma.
Nella partita di ieri sera a Bologna si nota il sistema di marcature a uomo con Simeone che prende in consegna Nico Dominguez, forse anche la grande mole di lavoro richiesta al Cholito per tenere a bada il mediano argentino può aver avuto un impatto sulle prestazioni offensive dell'attaccante che, di fatto, non si è mai reso pericoloso dalle parti di Skorupski; ad ogni modo con i due trequartisti del 3-4-2-1 sui due centrali del Bologna e i due esterni pronti ad aggredire sui terzini avversari una volta trasmesso il pallone hanno costretto la squadra felsinea ad appoggiarsi prevalentemente agli attacchi diretti su Arnautovic per risalire il campo, come anche confermato da Mihajlovic ieri sera nelle interviste post-partita.
Stessa struttura nella partita d'esordio contro il Sassuolo dove in prima pressione è possibile notare un 4 contro 4 dove Hongla, uno dei due centrocampisti centrali segue Maxime Lopez fino al limite dell'area di rigore: per buonissima parte della partita la squadra di Dionisi ha sofferto questa strategia della squadra veronese fino a quando il gran goal di Raspadori ha sbloccato la partita grazie a Djuricic e Caputo che hanno bucato la pressione e poco dopo Miguel Veloso ha terminato la partita anzitempo per doppia ammonizione. Non ostante l'inferiorità numerica per quasi un'ora di partita, la squadra di Di Francesco era sembrata sempre presente in partita, un elemento di discontinuità rispetto alle ultime squadre allenate dall'ex tecnico della Roma che tendevano a crollare non appena gli eventi della partita volgevano negativamente.
Addirittura contro l'Inter la strategia di pressione aveva portato anche al goal di Ilic: ancora un volta si nota la parità numerica sulla costruzione nerazzurra che, per cercare di ottenere la superiorità numerica si è dovuta affidare tanto ai piedi di Handanovic. Qui vediamo il posizionamento di Zaccagni che è orientato inizialmente ad impedire la ricezione di Brozovic ma allo stesso tempo è pronto a scalare su Skriniar nel momento in cui il portiere sloveno avesse deciso di appoggiarsi sull'ex centrale della Sampdoria.
Questa strategia, inoltre, oltre ai dati menzionati precedentemente, ha portato la squadra gialloblù a prendersi, o quanto meno non concedere, la supremazia territoriale in campo: dai dati elaborati da WhoScored si evince come l'Hellas sia una delle squadre che ha occupato per più tempo il terzo di campo avversario. E' inoltre possibile notare in questa classifica come davanti alla squadra scaligera ci siano altre squadre che stanno mostrando parecchio coraggio nella fase di prima pressione avversaria: oltre alle già citate Atalanta e Torino troviamo al secondo posto di questa graduatoria la Sampdoria di D'Aversa che sta mostrando, a differenza di considerazioni superficiali dettati dalla sua esperienza parmense, di essere un allenatore che cerca di trasmettere uno stile di gioco aggressivo e coraggioso alla propria squadra.
I QUADRILATERI ESTERNI DI SVILUPPO
Un altro elemento che Di Francesco ha ereditato dalla gestione Juric e che ha deciso di mantenere è quello di cercare uno sviluppo laterale dell'azione di gioco mediante la creazione di quadrilateri che permettano una circolazione rapida e verticale del pallone, una routine che non cambia anche a fronte di interpreti diversi nelle tre partite sin qui disputate.
La catena preferita dalla squadra veronese per risalire il campo è prevalentemente quella sinistra: nella partita contro il Sassuolo l'abbiamo vista molto poco all'opera visto che la gran parte della produzione offensiva è giunta mediante transizioni derivanti da palla riconquistata a seguito della prima pressione sopra descritta. In questo caso la catena è composta da Ceccherini (braccetto sinistro della difesa a 3), Miguel Veloso, Lazovic e Zaccagni. Date le caratteristiche del capitano del Verona, poi espulso nel corso della partita, la catena ha reso possibile una verticalizzazione diretta del portoghese verso Zaccagni, che ha ben figurato nelle prime due apparizioni prima di essere ceduto alla Lazio (altro elemento che deve far riflettere sulla scelta del club di esonerare il tecnico).
Nonostante l'uscita di scena del proprio numero 10, Di Francesco nella partita di ieri a Bologna ha mostrato di poter inserire bene nei meccanismi anche Gianluca Caprari che bene si è inserito nella catena di sinistra, composta nella fattispecie con Casale (il "braccetto" di sinistra), Ilic e Lazovic. La squadra in diverse situazioni ha mostrato di essere anche ben disposta in fase di sviluppo creando i presupposti per un tipo di soluzione spesso utilizzata nella versione Juric delle due ultime stagioni: costringere l'avversario a stringersi su un lato per poi servire Faraoni sul lato debole al termine delle triangolazioni sull'esterno; questa soluzioni non è stata mai cercata e trovata dalla formazione scaligera e questo non le ha permesso di sfruttare a dovere le diverse situazioni promettenti create dalle combinazioni tra l'ex sampdoriano e Lazovic sul lato sinistro.
Anche contro l'Inter si nota in maniera ancora più evidente la ricerca del sovraccarico su quel lato di campo e ancora una volta si vede come anche la difesa della squadra di Inzaghi debba necessariamente lasciare spazio a Faraoni sull'altro lato. Tuttavia, altro punto in comune tra la prestazione contro l'Inter e quella con il Bologna di ieri è l'assenza di uomini che vadano a riempire l'area di rigore e/o riempirla nella maniera corretta, questo spiega perché l'ottima mole di gioco prodotta dalla squadra nel corso delle tre partite disputate abbia poi prodotto molto poco sia a livello di finalizzazione che a livello realizzativo.
MA QUINDI E' GIUSTO L'ESONERO?
In base a questa analisi mi sembra evidente che la decisioni di allontanare Eusebio Di Francesco dalla panchina dell'Hellas sia una scelta poco condivisibile: da una parte c'è a dire che il sottoscritto ha storto più volte il naso di fronte alla scelta del presidente Setti e dei suoi dirigenti di assegnare al tecnico abruzzese l'eredità di Juric, tuttavia il lavoro svolto finora ha mostrato che l'ex tecnico del Sassuolo era in grado di poter portare avanti quel progetto nonostante le tre sconfitte consecutive.
Se proprio vogliamo trovare un motivo che giustifica, ma solo in parte, la scelta del club scaligero, è relativa alla prossemica del tecnico vista nella partita di ieri sera e, parzialmente, nelle partite precedenti: Di Francesco non ha nascosto le sue preoccupazioni per gli scarsi risultati degli ultimi anni ed ha mostrato un atteggiamento molto nervoso in panchina, atteggiamento che ha probabilmente trasmesso alla squadra assieme ad un pizzico di paura. Per questo motivo forse la dirigenza gialloblù ha temuto un'escalation negativa ulteriore dopo il risultato di ieri sera, tuttavia era una situazione che avrebbero dovuto valutare a monte della scelta del tecnico.
Questo weekend vedrà il termine della seconda fase di questa stagione prima di una nuova pausa per le nazionali che aggiungerà problematiche nella gestione dei casi di COVID tra calciatori, intanto prima di cedere il passo alle nazionali, il weekend a venire presenta un calendario davvero di primo livello con scontri di alta classifica in Premier League con la sfida tra Manchester City e Liverpool (o tra Guardiola e Klopp se preferite), il Der Klassiken in Germania con l'incrocio tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, appaiate in vetta alla classifica, fino alla sfida Juventus-Lazio in serie A che negli ultimi anni ha rappresentato molto per le fortune delle due squadre; per queste partite farò delle analisi nella prossima settimana, mentre in questo post, come da mia scelta in questa stagione, proverò ad orientarmi su una proposta "alternativa".
PREMIER LEAGUE RUSSA, DYNAMO MOSCA - LOKOMOTIV MOSCA (DOMENICA ORE 17)
La Lokomotiv Mosca è una delle compagini russe che meglio si stanno disimpegnando in Champions League, dopo il pareggio di Salisburgo e dopo essere stata ad un passo dal fare risultato anche contro il Bayern, è riuscita anche a fermare l'Atletico Madrid, mantenendo aperte, quanto meno a livello teorico, delle speranze di qualificazione agli ottavi o, quanto meno, continuare il proprio cammino europeo in Europa League.
L'andamento in campionato, invece, della formazione allenata da Nikolic, sembra essere meno brillante, come se l'impegno in Champions stia sottraendo energie nervose alla squadra, questo ha portato a due sconfitte consecutive che hanno allontanato i ferrovieri dalle zone alte della classifica (settimo posto con 21 punti, -7 dalla capolista CSKA Mosca) ma soprattutto un'involuzione in termini di proposta di gioco.
Il contesto del campionato russo è senza dubbio differente e richiede piani partita praticamente opposti rispetto a quelli in Champions, è sufficiente vederlo mediante il dato del possesso palla (vedi grafico a fianco, basato sui dati presenti sul database FbRef, fonte dati StatsBomb), nel campionato russo la Lokomotiv è chiamata a "fare" la partita mentre in Champions sono gli avversari ad avere l'iniziativa, questo costringe Nikolic a variare l'assetto di partita in partita.
Nella partite contro squadre che giocano chiudendo il centro del campo e tengono il baricentro basso la squadra mostra grossi limiti nel risalire il campo, nessuno dei due centrali difensivi si prende la responsabilità di condurre il pallone al fine di attrarre la prima linea di pressione e liberare il regista Kulikov (uno degli elementi autoctoni più interessanti della squadra) dalla gabbia in cui gli avversari lo chiudono (o, come accaduto nell'ultima partita contro il Sochi, dalla marcatura a uomo).
La trasferta sul campo della Dynamo Mosca arriva contro una squadra meno passiva in fase di non possesso (PPDA pari a 9,84) ma tendenzialmente molto verticale in fase di possesso (non ama particolarmente mantenere il pallone, possesso palla medio pari a 49,7%).
A mio parere l'uomo chiave è il centrocampista Daniil Fomin, classe 1997, che rappresenta l'equilibratore del 4-2-3-1 della squadra, i suoi movimenti in fase di possesso trasformano lo schieramento in un 4-1-4-1 andando ad occupare la zona di rifinitura (vedi immagine a fianco).
In fase di prima pressione, che è basata su marcature a uomo, Fomin si alza (come nell'immagine a fianco) qualora l'avversario si disponga con il doble pivote, oppure si abbassa accanto all'altro centrale del 4-2-3-1 Kabore qualora l'avversario mandi più giocatori in zona rifinitura.
La sfida dell'avveniristica VTB Arena rappresenta una sfida che può determinare il proseguimento della stagione per le due squadre, per la Lokomotiv un'altra sconfitta comporterebbe un ulteriore allontanamento dalle zone alte della classifica, per la Dynamo, dopo un inizio di stagione segnato dall'eliminazione dai preliminari di Europa League per mano della Lokomotiv Tbilisi, proseguire la serie positiva vincendo il derby contro i ferrovieri, potrebbe aprire prospettive interessanti per una squadra che, data la relativamente giovane età della rosa, può essere molto utile seguire.
MAJOR LEAGUE SOCCER, LOS ANGELES FC - PORTLAND TIMBERS (LUNEDI', ORE 00,30)
Altro elemento di interesse per questo weekend calcistico è il termine della regular season nella MLS (il Decision Day): anche il campionato americano la cui stagione, ricordiamolo, si gioca sull'anno solare (da marzo a dicembre) è stata influenzata dalla pandemia globale, ragione per la quale la stagione regolare è stata dimezzata (23 partite anziché le canoniche 34) e, in parte, disputata all'interno della bolla di Orlando, al pari dei più quotati omologhi della NBA. dove è stato disputato un torneo le cui partite dei gironi eliminatori assegnavano punti anche per la classifica del campionato: a vincere questo torneo, ribattezzato MLS is back, sono stati i Portland Timbers,
Nella notte tra domenica e lunedì le due Conferences determineranno la classifica finale della competizione che genererà le griglie per i playoff: le posizioni più ambite al momento sono le prime 6, nel momento che le squadre tra la settima e la decima posizione si dovranno scontrare in un ulteriore turno di play-in per determinare chi affronterà le prime due classificate (sulla base del seeding delle vincitrici dei play-in, per esempio se vincono la settima e l'ottava, quest'ultima affronterà la prima, l'altra affronterà la seconda e così via).
La lotta per il primo posto generale (il Supporter's Shield) è una lotta a due tra Philadephia ed i vice-campioni in carica di Toronto che si giocheranno, tra l'altro, le prime due posizioni anche nella Eastern Conference; nella Western Conference, invece, la lotta per i primi posti è circoscritta a 3 squadre, ossia i campioni in carica di Seattle, i sorprendenti Sporting Kansas City e gli stessi Portland Timbers; la conference ad Ovest della MLS è stata dominata, negli ultimi anni, dei Los Angeles FC, ambiziosa franchigia nata nel 2018 che quest'anno, però, ha faticato oltremodo a causa dell'assenza per quasi tutta la stagione del suo elemento più rappresentativo, ossia il messicano Carlos Vela.
Per questa ragione lo scontro tra Los Angeles FC e Portland rappresenta un interessante finestra su ciò che potrebbe accadere nei prossimi playoff e capire quanto realmente Portland possa essere una reale contender nei prossimi play-off.
Il grafico che ho elaborato utilizzando i dati presenti su FbRef ed elaborati da StatsBomb ci mostrano come Portland sia una squadra che sta oggettivamente ottenendo più di quanto prodotto sul campo, in particolare il saldo positivo della differenza reti non è seguito dal dato relativo alla differenza sugli xG, dove la squadra allenata da Savarese ha, addirittura, un saldo negativo; al contrario, invece, la formazione allenata da Bob Bradley è seconda solo a Seattle in termini di differenza negli xG e, pur mantenendo un saldo positivo in termini di differenza reti, quanto raccolto non è in linea con quanto effettivamente prodotto. Sostanzialmente ci possiamo sbilanciare nell'affermare che Los Angeles gioca meglio di Portland e possiede valori tecnici superiori, tuttavia i risultati danno ragione alla franchigia dell'Oregon.
Anche il tipo di calcio espresso dalle due squadre è molto diverso, in particolare Los Angeles ama avere il controllo del pallone e cercare la zona di rifinitura mediante alcuni principi di calcio posizionale e mediante le rotazioni degli elementi più offensivi, sostanzialmente lasciando che i tre davanti del suo 4-3-3 si muovano liberamente supportati dai due terzini che si alzano per dare ampiezza; inoltre la squadra di Bradley cerca di recuperare il pallone quanto più in avanti possibile (infatti è la squadra che esercita il maggior numero di pressioni nella trequarti avversaria).
Dall'altra parte Portland è una squadra dall'atteggiamento molto più attendista basato sul 4-4-2 atto a coprire il centro in fase di non possesso per poi trasformarsi in un 4-2-3-1 in fase di possesso: il leader tecnico della squadra è il trequartista argentino Diego Valeri, scuola Lanus, classe 1986 e sostanzialmente uomo-franchigia con i suoi 84 goal e 87 assist in 8 stagioni, con una media, quindi, di una doppia doppia (usando un termine cestistico) in MLS.
Come ben si intuisce sarà una partita di grande interesse vista la differenza di visione di gioco delle due squadre ed un modo molto utile per capire con quali ambizioni queste due squadre si presenteranno ai prossimi play-off.
LIGUE 1, NIZZA-MONACO (DOMENICA ORE 17)
Il campionato francese nel weekend giungerà alla decima giornata e sarà una giornata che potrebbe avere un grande impatto per la classifica, sia perché avremo lo scontro interessantissimo al vertice tra il PSG ed il Rennes ma anche due sfide molto sentite come il derby del Rodano tra Lione e Saint-Etienne, partita delicatissima per i Verts reduci da cinque sconfitte consecutive, ed anche il derby della Costa Azzurra tra Nizza e Monaco, match che promette molto spettacolo.
Alla due squadre ho già dedicato due post molto recenti da cui si evince che lo stile delle due squadre è molto simile come principi di gioco e con pregi e difetti facilmente riconoscibili a cui i due allenatori stanno cercando di mettere mano.
Da una parte abbiamo il Nizzache, seppur quarto in classifica, non ha mostrato di essere una squadra brillantissima ed in grado di essere particolarmente pericolosa specie se relazioniamo lo sforzo produttivo con il dato del possesso palla (56,6% di media), questo a causa delle difficoltà che la squadra si porta dallo scorso anno nel guadagnare campo.
La pesante sconfitta subita in Europa League due settimane sul campo del Leverkusen (6-2) ha costretto Vieira nelle partite successive a rivedere determinati meccanismi, specie in fase di non possesso, con un atteggiamento molto più conservativo in modo da cercare di attirare qualche giocatore avversario in più in zone più avanzate del campo per poterlo guadagnare più velocemente una volta riconquistato il pallone: sotto questo aspetto un valore molto importante assume il ruolo degli esterni del 3-5-2/3-4-3 con Hassane Kamara a sinistra e Atal o Lotomba a destra serviti in maniera più diretta in zone più avanzate del campo per innescare pericolose catene laterali in fase di possesso, una mossa che contro Lille e Angers ha portato a 4 punti, staremo a vedere quanto funzionerà contro il Monaco.
Da canto suo, invece, la squadra monegasca ha gli stessi problemi in termini di equilibrio, soprattutto nella gestione delle transizioni difensive, ma a livello offensivo mostra un livello qualitativo molto elevato, tanto da essere la terza squadra del campionato per xG prodotti (15,2), per tiri effettuati (15,67 a partita), per possesso palla (60,9%) e per tocchi negli ultimi 30 metri, insomma tutti tratti distintivi di una squadra che cerca di dominare le partite con grande qualità con il 4-3-3 di Kovac che consolida il possesso quanto basta prima di sfruttare la velocità del suo tridente offensivo, in particolare la connection tra Volland e Ben Yedder sta progressivamente migliorando e, coadiuvata da Gelson Martins, è in grado di creare giocate ad alto livello spettacolare come questa.
Nizza e Monaco, dunque, oltre alla loro rivalità, metteranno in campo valori tecnici e tattici di alto livello e, allo stesso tempo, non sempre in grado di saper coprire gli spazi nella propria metà campo, per cui la lotta starà tutta negli aggiustamenti che le due squadre cercheranno di fare per avere il controllo della partita, ossia chi farà di tutto per averlo e chi, invece, scenderà a patti rinunciando al controllo della palla.
SERIE A, MILAN-VERONA (DOMENICA, ORE 20,45)
Il programma del weekend della serie A si chiuderà domenica sera a San Siro con un impegno probante per la capolista del nostro campionato: il Milan di Pioli proverà ad ottenere la sesta vittoria in sette partite ma al Meazza arriva una squadra pronta a mettere alla prova i meccanismi della formazione rossonera, ossia il Verona di Juric.
Ciò che accomuna le due squadre è che nelle aspettative di inizio stagione entrambe erano attese al varco dopo il clamoroso rendimento dei rossoneri dopo il lockdown e dopo la sorprendente stagione dei gialloblu nella scorsa stagione, ed invece la classifica ci dice che le due squadre si affronteranno in uno scontro tra due squadre al vertice, al primo posto del Milan si contrappone il quinto posto della squadra di Juric a 5 punti di distacco dai rossoneri.
La stagione del Milan sta seguendo la scia di quanto visto nella seconda parte della scorsa stagione e che ha portato la dirigenza rossonera a lasciare in un cassetto il progetto Rangnick e lasciare carta bianca al progetto Maldini-Massara con Stefano Pioli in panchina che ha deciso, giustamente, che la strada maestra è il 4-2-3-1 il cui scopo è quello di riempire la zona rifinitura avversaria da dove invadere l'area avversaria con più uomini.
Nell'esempio dell'azione del goal di Kessie domenica scorsa contro l'Udinese, il Milan attacca l'area di rigore con ben 6 uomini, in più va fatta notare la posizione di Ibra, autore dell'assist e quella di Leao a centro area, i due giocatori spesso si scambiano di posizione togliendo punti di riferimento alle difese avversarie, un elemento che potrebbe mettere in seria difficoltà il sistema di marcature a uomo del Verona; portare i due terzini, le due ali ed uno dei centrocampisti centrali ad invadere l'area avversaria è una delle costanti di gioco di questo Milan e che rende, inoltre, possibile una presenza sufficiente di giocatori per effettuate una immediata ri-aggressione qualora l'avversario sia in grado di riprendere possesso del pallone (testimoniato dal 9,06 di indice PPDA).
Il sistema del Verona di Juric sarà un test davvero importante per la formazione rossonera, tanto più dopo la pesante sconfitta in Europa League contro il Lille, dove la squadra francese ha abbozzato alcuni principi di pressione uomo su uomo specie sulla prima costruzione del Milan per poi chiudere gli spazi in zona di rifinitura; i concetti della squadra di Juric, ovviamente, sono molto più estremi con le marcature individuali a tutto campo e poi la solita costruzione delle catene laterali in fase di possesso.
Uno dei meccanismi offensivi che il Verona utilizzerà per far male al Milan è quello di utilizzare il lato debole, situazione che vediamo molto di frequente quando una squadra schierata con il 3-5-2 affronta una squadra schierata con una difesa a 4; il fermo immagine qui a lato è preso dall'azione che ha portato al goal del 3-1 nella partita giocata lunedì scorso contro il Benevento: pallone giocato sulla catena di sinistra, invasione dell'area di rigore con più uomini (in questo caso Barak e Kalinic) ed inserimento dell'esterno opposto sul secondo palo (in questo caso Lazovic), una opzione che abbiamo visto spesso lo scorso anno con Lazovic che crossava da sinistra e Faraoni che finalizzava da destra (proprio in Milan-Verona dello scorso anno abbiamo visto questa tipologia di azione), a dimostrazione che i meccanismi di Juric bypassano anche i singoli interpreti.
Se i gialloblu saranno in grado di tenere alta l'intensità contro un Milan apparso leggermente in calo nelle ultime prestazioni ci potremo aspettare una partita con la squadra di Pioli in seria difficoltà dove dovrà mostrare soprattutto a livello mentale quali traguardi la squadra può ottenere in questa stagione; dall'altra parte il sistema di duelli individuali che Juric metterà in piedi potrebbe scontrarsi con il tasso tecnico di cui dispone la formazione rossonera, ed onestamente ci sono due duelli che sono molto ma molto curioso di osservare: uno è quello generazionale e fisico tra Zlatan Ibrahimovic e Mattia Lovato, l'altro a centrocampo tra Ismael Bennacer e Ivan Ilic, due giocatori pronti a svolgere un ruolo da protagonista in questo calcio.
In questo weekend i cinque principali campionati europei tornano in campo tutti insieme dopo aver superato le relative pause invernali ed i turni di coppa nazionale, un periodo che ci ha dato ulteriori indicazioni sui valori in campo ma che ha anche visto delle trasformazioni tra cambi di panchina e la parentesi di calcio mercato che terminerà (finalmente) questa sera.
Oltre ai campionati il weekend vedrà anche assegnarsi il primo slam della stagione, con gli Australian Open che decreteranno i vincitori, con sabato mattina la finale femminile tra Muguruza e Kenin e domenica mattina quella maschile tra Djokovic e Thiem.
Inoltre nella notte tra domenica e lunedì ci sarà uno degli spettacoli sportivi più mediatici al mondo, ossia il SuperBowl della NFL, evento che, presumiamo, si giocherà in un clima meno festoso del solito visto il fresco ricordo della scomparsa di Kobe Bryant la scorsa domenica.
Adesso entriamo nel dettaglio con i miei personali consigli per il weekend relativi alle partite da seguire nei principali campionati ed una breve presentazione delle finali dell'Australian Open.
SERIE A
Nel weekend la serie A scende in campo per la 22° giornata dopo un turno in cui le prime tre della classe hanno tutte lasciato punti con la Juventus che, sconfitta a Napoli, ha tenuto aperto il campionato proprio quando tutto sembrava apparecchiato per la fuga definitiva dopo i pareggi di Inter e Lazio. Alle spalle del trio di testa Roma ed Atalanta si giocheranno il quarto posto disponibile per la prossima Champions League e lo faranno dall'alto delle loro riconoscibili e nobili identità di gioco. Scendendo di un gradino, questa giornata ci darà qualche indicazione in più anche per la lotta al sesto e settimo posto in classifica, con la sfida di San Siro tra il Milan e l'Hellas Verona, ossia le due squadre che, nel 2020, hanno raccolto più punti di tutti assieme alla Lazio.
MILAN-HELLAS VERONA (DOMENICA ORE 15)
Con i 10 punti raccolti nelle prime quattro partite del 2020, Milan e Hellas Verona si affrontano in quello che, di fatto, è uno scontro diretto dell'Europa; la formazione rossonera ha in mano adesso il sesto posto in classifica, piazzamento utile all'accesso alla prossima Europa League e miglior piazzamento da inizio stagione, dall'altra parte il Verona si trova sorprendentemente, rispetto ai pronostici di inizio stagione, a 2 punti dalla squadra di Pioli.
La formazione rossonera ha dovuto ripensare molto a se stessa dopo aver chiuso il 2019 con il pesantissimo 5-0 subito a Bergamo, una partita che ha portato la società a delle riflessioni importanti e che hanno portato alla scelta di riportare Ibrahimovic in Italia; la scelta di Boban nasce da un desiderio di dare una scossa più caratteriale che tecnica alla squadra, lasciando a Pioli pieni poteri sul decidere come sfruttare al meglio in campo il lavoro dell'attaccante svedese; al tecnico emiliano sono bastati i 30 minuti giocati con la Sampdoria per capire come ricostruire la squadra: la scelta è andata verso un 4-4-2 con i due esterni di centrocampo a piedi invertiti che entrano in campo per lasciare spazio alle incursioni dei terzini creando dunque diverse soluzioni per servire le due punte (Ibra + Leao/Rebic); il cambio di schema e l'arrivo di Ibra ha indubbiamente innalzato le prestazioni di tutti i singoli nonché la pericolosità offensiva della formazione rossonera.
L'attaccante svedese non ha ancora inciso in fase realizzativa (1 goal realizzato contro il Cagliari oltre al goal divorato contro il Brescia venerdì scorso) ma si è messo a disposizione per rendere la manovra offensiva più pericolosa (il grafico di Understats evidenzia il suo apporto comparato a quello di Piatek), ma soprattutto ha permesso a Leao e Rebic di alzare il proprio rendimento, con quest'ultimo a segno 3 volte nelle ultime 2 partite con goal decisivi, questo principalmente grazie al fatto che gli appoggi su Ibra hanno permesso al Milan di giocare più palloni nella trequarti avversaria (44 passaggi di media nel terzo offensivo nel 2020, dato migliore assieme all'Atalanta).
Chi, invece, il mercato lo ha fatto bene, è il Verona, in particolare partendo dalla scelta del suo allenatore: Ivan Juric ha costruito una squadra che è sempre piacevole da vedere giocare, inizialmente ne abbiamo esaltato l'abnegazione, la corsa e la solidità difensiva (attualmente quarta difesa del campionato con 22 reti subite), ma in questo 2020 l'Hellas ha fatto anche il salto di qualità anche a livello tecnico ed ha finalmente trovato una vena realizzativa, anche grazie al ritorno in piena forma di Giampaolo Pazzini. Il tutto ha portato la squadra scaligera ad essere, dietro alla sola Atalanta, la migliore squadra per xG realizzati e concessi (rispettivamenti 10,92 e 3,56, dati Understats) nel corso del 2020.
Le ultime due partite ci mostrano come la squadra grazie all'atteggiamento aggressivo in fase di non possesso (15 falli di media a partita, quinta in questa statistica in campionato) le permette di mantenere un baricentro mai eccessivamente basso) recupera velocemente la palla o rende la transizione offensiva avversaria sempre molto faticosa, giustificando l'appellativo di Atalanta in miniatura in linea, inoltre, con i dettami di Juric, discepolo di Gasperini. La fase di possesso, come si evince dalle passmaps, si appoggia su Faraoni in uscita dalla difesa per poi progredire sulla sinistra con le sgroppate di Lazovic, inoltre i centrocampisti centrali Veloso ed Amrabat e le mezzali/trequartisti Pessina/Verre/Zaccagni permettono la creazione continua di linee di passaggio che rende piacevole la trasmissione della palla, inoltre non è poco frequente la soluzione del cross di Lazovic da sinistra raccolto da Faraoni che arriva da destra, altra signature move delle squadre di Gasperini o Juric, a conferma di ciò il Verona è la squadra che costruisce più di tutti il proprio gioco da sinistra (43% degli attacchi) ed è la squadra che a livello percentuale conclude maggiormente a rete dal lato destro (21%, dato inferiore solo rispetto al Cagliari).
La partita contro il Torino (squadra che ha alcuni punti in comune con il Verona) in Coppa Italia ha mostrato ancora una volta i limiti del Milan che neanche il 4-4-2 è riuscito a coprire, ossia la difficoltà a reggere il confronto sulla distanza contro squadre aggressive, un campanello d'allarme visto l'ottimo stato di forma del Verona che si presenterà a San Siro per regalarsi una grande impresa, visto che finora, non ostante le ottime prestazioni, la squadra di Juric non è riuscita a raccogliere punti con nessuna delle grandi del campionato.
PREMIER LEAGUE
La Premier League giunge in questo weekend alla 25° giornata, ci arriva con il Liverpool che può già iniziare il conto alla rovescia per i festeggiamenti della prima Premier League della storia (all'epoca dell'ultimo titolo, nel 1990, il massimo campionato inglese si chiamava Premiership). Con i Reds che hanno deciso di fare campionato a parte, i motivi di interesse restano per le posizioni alle spalle della squadra di Klopp, con la lotta per i posti in Champions ed in Europa League che si apre ogni settimana a scenari sempre diversi. In questo scenario il match da seguire è la sfida tra il Leicester ed il Chelsea, rispettivamente terza e quarta in classifica.
LEICESTER-CHELSEA (SABATO ORE 13.30)
Il programma della Premier League è inaugurato dalla sfida del King Power Stadium di Leicester, dove la squadra di Rodgers, terza forza del campionato alle spalle del Liverpool e del City. ospita il Chelsea di Frank Lampard, posizionato alle spalle delle Foxes ma con un distacco di 8 punti.
La squadra di Rodgers ha stupito tutti per il proprio rendimento in questa stagione, superando anche le già ottimistiche previsioni della vigilia della stagione; l'arrivo dell'ex tecnico del Liverpool nel corso della scorsa stagione ha dato il via ad un cambio di strategia tecnica mettendo definitivamente in soffitta il 4-4-2 ed il gruppo del clamoroso titolo del 2016 per passare ad una strategia di gioco basata su giocatori più tecnici ed un approccio tattico maggiormente focalizzato sul possesso palla (55%, quarta in Premier) e sul controllo del gioco anche grazie ad una certa aggressività in fase di riconquista della palla (il PPDA del Leicester è il migliore del campionato con 7,79 passaggi concessi per azione difensiva).
Dai dati sugli xG elaborati da Between the Posts si trova conferma della qualità del gioco prodotto dalla squadra di Rodgers in quanto possiedono il dato migliore in relazione alla qualità di occasione per ciascun tiro effettuato (SQ nella tabella a fianco, dove 0,139 sta a significare che ogni tiro effettuato finora aveva mediamente il 14% di possibilità di realizzazione), dato che migliora se si prendono in considerazione i tiri effettuati da azione manovrata (SQop nella tabella a fianco, dove l'indice aumenta a 0,146); chi trae vantaggio da questa qualità espressa dalle Foxes è sicuramente Jamie Vardy, unico reduce dell'annata 2016 ancora pienamente titolare, che al momento comanda la classifica dei cannonieri della Premier con i suoi 17 goal realizzati.
Produzione offensiva importante è anche quella del Chelsea, con il lavoro di Lampardgià trattato nei precedenti post di questo blog che ha permesso al club di valorizzare i tanti giovani che negli anni passati erano in prestito in giro per le serie inferiori e che nel frattempo avevano irrorato le nazionali giovanili inglesi. L'approccio cinetico della squadra, ovviamente, ha i suoi pro ed i suoi contro, così ci è capitato di vedere prestazioni e risultati poco continui, con eccezione della serie di 6 vittorie consecutive nella fase centrale del girone d'andata su cui i Blues stanno costruendo la propria classifica che la vedrebbe qualificata alla prossima Champions. Nelle ultime settimane questa discontinuità l'abbiamo riscontrata anche nel corso delle partite, con ampie fasi di dominio poi rese infruttuose da grossi cali nelle fasi finali della partita. I numeri sono ancora dalla parte di Lampard, dati gli scetticismi alla vigilia della stagione, specie dopo l'esordio in Premier con i 4 goal subiti dal Manchester United, il quarto posto in classifica è suggellato anche dai numeri del Chelsea, dove emerge un PPDA di 8,72, un valore che situa i Blues al quarto posto come livello di aggressività senza palla, posizionamento tra le prime quattro anche in relazione ai vari modelli di xG sia realizzati che subiti.
Da questa partita Lampard cerca risposte sul proseguimento di questa stagione da parte della sua squadra, i meccanismi rodati del Leicester saranno un test importante per capire se ci sono dei miglioramenti negli equilibri della squadra e della sua tenuta sui 90 minuti, soprattutto alla luce degli ottavi di finale di Champions contro il Bayern Monaco ormai imminenti ed una fase finale di Premier in cui il quarto posto dovrà essere difeso dai tentativi di recupero (non ancora convincenti, ad onor del vero) di Manchester United e Tottenham; per il Leicester, invece, riuscire a confermare le proprie prerogative di palleggio e dominio del campo anche con una squadra aggressiva e di valore tecnico importante come il Chelsea può essere il lasciapassare definitivo per la prossima Champions League e magari avere sufficiente margine per tentare un assalto anche alla FA Cup,
LA LIGA
La sconfitta netta subita a Valencia sabato scorso ha allontanato il Barcellona dalla vetta della classifica, ora proprietà del Real Madrid che può vantare adesso 3 punti di vantaggio sul Barça ed il Siviglia terzo a -8. Per la squadra di Zidane, che aveva ben impressionato nello scontro diretto del Camp Nou a fine dicembre, potrebbe essere l'inizio della fuga vincente, considerando il fatto che il Barcellona dovrà ritrovare il giusto equilibrio dopo il cambio della guardia in panchina tra il pragmatico Valverde ed il cruyffiano Setien; per rendere possibile questa fuga la squadra madridista dovrà superare le forche caudine del derby contro l'Atletico allo Stadio Bernabeu.
REAL MADRID-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 16)
Il Real Madrid del secondo ciclo di Zinedine Zidane ha una nuova veste, ossia quella di una squadra solida, tanto da presentarsi al derby contro l'Atletico di Simeone, oltre che con 10 punti di vantaggio, anche con una rete in meno subita rispetto ai colchoneros, noti per la loro proverbiale tenuta difensiva; merito di ciò va dato principalmente all'ottima stagione della linea difensiva (con Raphael Varane sugli scudi, ma molto bene anche Mendy che da maggiori garanzie difensive rispetto a Marcelo) e dall'equilibrio che a centrocampo riesce a dare Casemiro (migliore del campionato per intercetti e contrasti riusciti, rispettivamente 3,7 e 2,2 a partita), ma soprattutto ad emergere è l'esplosione di Federico Valverde, capace di aggiungere quella corsa e quella qualità al centrocampo che non era più in grado di sostenere la compresenza di Kroos e Modric. Insomma dopo un precampionato difficile, Zidane ha svolto un gran lavoro per costruire una squadra che torni ad essere vincente prima di tutto a livello nazionale e fermare il dominio del Barcellona, la strada è tracciata, partendo da un equilibrio difensivo ben visibile tramite i numeri:
La squadra di Zidane è quella che concede meno xG a partita (0,72, secondo il dato elaborato da Bewtween the Posts), mentre come quantitativo di tiri subiti è dietro al solo Getafe (7,5 contro i 7,3 della squadra di Bordalas), a questo si aggiunge una solidità particolarmente marcata sulle situazioni di palla inattiva (2,5 tiri subiti a partita) a cui si aggiunge in maniera inversamente proporzionale, una grande abilità nelle conclusioni effettuate nello stesso tipo di situazione (vedi tabella successiva) dove le merengues sono avanti a tutti con una media di quasi 5 tiri a partita da sviluppo di palla inattiva.
Avere in squadra gente dalla riconosciuta abilità nel gioco areo (Varane, Sergio Ramos, Casemiro e lo stesso Benzema) è sicuramente la chiave per la squadra di Zidane per essere una minaccia costante in questo fondamentale.
Gli stessi numeri ci danno conferma anche delle qualità difensive dell'Atletico Madrid, questo ovviamente non è una novità vista la grande attenzione che Simeone pretende nella copertura degli spazi, per cui il dato di 0,74 xG subiti, pur essendo di un'inezia inferiore a quello del Real (0,02 di differenza) ha un peso specifico maggiore in quanto derivante da una quantità di tiri subiti di gran lunga superiore (9,6 a partita), il che sta a significare che la media di xG subiti per tiro è pari a 0,077, un dato nettamente migliore rispetto allo 0,096 del Real (posizionandosi rispettivamente primo e terzo in questa graduatoria). Come già indicato nei post precedenti, l'Atletico sta cercando di ricostruirsi un'identità dopo l'importante mercato in entrata ed in uscita della scorsa estate culminato con l'addio di Griezmann, Juanfran e Filipe Luis rimpazziati rispettivamente da Joao Felix, Trippier e Renan Lodi, ossia un tentativo di diventare una squadra più tecnica e meno focalizzata su un piano partita conservativo; il cambiamento tuttavia dimostra di essere ben lungi dall'essere finalizzato e lo stesso Simeone si sta dimostrando ancora poco deciso se proseguire o no su questa strada.
Come si evince dal grafico elaborato tramite le statistiche di Fbref, l'Atletico ha una leggera tendenza all'aumento sia degli xG a proprio favore che degli xG contro, il che lascia intuire una tendenza ad un tipo di impostazione di gara più aperto, ed i risultati iniziavano a dare un senso nei mesi precedenti la pausa di dicembre, tuttavia, al ritorno in patria dopo la supercoppa persa ai rigori proprio contro il Real, improvvisamente gli xG sono crollati tornando sotto la linea di tendenza portando la squadra di Simeone a perdere la trasferta di Eibar ed al pareggio casalingo contro il Leganes, il tutto senza andare a segno e causando il solco di 10 punti con cui l'Atletico si presenta al Bernabeu; la partita di domani deve essere occasione, in particolare, per capire quanto valgono gli attaccanti a disposizione di Simeone, visto che il loro rendimento è al momento alquanto scarso visto che sia Morata, sia Diego Costa, sia Joao Felix che Angel Correa stiano realizzando in misura inferiore rispetto ai loro expected goals, un dato curioso quanto preoccupante per l'Atletico che, infatti, è rimasto a secco nelle sfide contro Real e Barcellona fin qui disputate in questa stagione, dove, tuttavia, ha mostrato di poter neutralizzare e mettere in difficoltà il Real (nella finale di supercoppa Valverde ha dovuto "spendere" un cartellino rosso per evitare la sconfitta), per cui c'è da aspettarsi una sfida molto combattuta seppur, numeri alla mano, con pochi goal.
BUNDESLIGA
Il campionato tedesco è giunto alla terza giornata di ritorno dopo il turno che ha visto nuovamente accorciarsi la classifica nelle parti alte, con le prime 6 in classifica racchiuse in 7 punti, ma soprattutto ha visto esplodere nel massimo campionato tedesco la stella di Erling Håland, autore di 5 goal nelle due partite d'esordio con la maglia del Borussia Dortmund, subentrando dalla panchina in entrambe le occasioni e permettendo ai gialloneri di risalire la classifica, così come il Bayern Monaco che è ripartito dai blocchi con 9 goal fatti e 0 subiti in 2 partite. Ma per accorciare la classifica è stato necessario che Lipsia e Borussia Moenchengladbach facessero un passo falso e così è stato: sia la squadra di Nagelsmann che quella di Rose hanno lasciato l'intera posta in palio rispettivamente all'Eintracht ed allo Schalke permettendo alle altre contendenti di riavvicinarsi in classifica, ed è proprio lo scontro diretto tra le due squadre più interessanti di questo campionato ad attrarre la nostra attenzione per questo weekend.
La sfida che si gioca alla Red Bull Arena domani oltre a mettere di fronte la prima e la terza forza del campionato mette di fronte due manifesti di ciò che è la Bundesliga oggi, un campionato dove si gioca sostanzialmente quasi sempre all'attacco (con eccezioni interessanti come il Friburgo) e con baricentro alto; l'influenza del metodo Red Bull ha contagiato diversi allenatori in Germania, per cui la sfida tra il Lipsia (capostipite del modello voluto dalla multinazionale austriaca) ed il Moenchengladbach (che ha portato in panchina Marco Rose da Salisburgo, ossia il satellite principale della rete, per portare gli stessi principi anche presso la gloriosa società della Renania settentrionale).
Data la premessa, ed avendo già a lungo disquisito nei post precedenti sulle caratteristiche delle due squadre andiamo ad analizzarne il rendimento nel 2020 per capire quali temi ci proporrà la partita di domani.
Per il Lipsia l'inizio di 2020 ha portato con se l'addio di Diego Demme, partito in direzione Napoli, una partenza che francamente mi ha sorpreso, considerando la centralità del centrocampista nello scacchiere tattico di Nagelsmann, che infatti lo ha sempre schierato titolare in campionato dove il suo impatto è dato dai 64 passaggi di media a partita, secondo solo ad Upamecano (75); la sua partenza deve avere creato qualche difficoltà a Nagelsmann che, pur essendo un allenatore che fa della flessibilità tattica un mantra, ha mostrato nelle prime due partite della stagione di non aver deciso ancora come coprire questo vuoto.
Contro l'Union Berlino (gara vinta 3-1 in rimonta) sembrava mantenuta la struttura vista nella seconda parte del girone d'andata, con l'impostazione demandata ai due centrali difensivi Upamecano e Klostermann, mentre il posto di Demme sembrava condiviso tra lo statunitense Tyler Adams e Konrad Laimer, il tutto, però, all'interno di un 4-2-3-1 con quest'ultimo che agisce su un raggio d'azione meno avanzato rispetto ai mesi precedenti, per questo l'austriaco chiude la partita con un maggior numero di passaggi effettuati (66) rispetto alla sua media (48) e senza passaggi chiave effettuati.
Nella successiva trasferta di Francoforte, invece, Nagelsmann decide di cambiare e tornare ad affidarsi alla difesa a 3, che aveva abbandonato a settembre, decidendo sostanzialmente di lasciare il compito di impostare ai tre centrali, mentre Tyler Adams aveva il compito di far progredire l'azione partendo da quinto di destra, un sistema che ha funzionato nel primo tempo salvo poi non trovare alcuno sbocco offensivo nel secondo tempo dopo che l'Eintracht aveva trovato il goal del vantaggio; questo passaggio al 3-4-2-1 ha alquanto disorientato la squadra oltre a lasciare perplessi alcuni osservatori in merito alla posizione in campo di alcuni giocatori, una perplessità non del tutto sbagliata visto che un eccessivo uso delle rotazioni nelle posizioni in campo potrebbe mettere a disagio alcuni calciatori; la partita di domani ci darà nuove risposte, anche alla luce dell'arrivo di Dani Olmo che apre interrogativi sul destino di Forsberg nel sistema di Nagelsmann, insomma anche nelle difficoltà l'accoppiata Lipsia-Nagelsmann è una manna per chi ama analizzare le strategie tattiche dietro ad una squadra di calcio.
Mentre Nagelsmann ha smussato, con la sua flessibilità tattica, il DNA iper-agressivo del Lipsia, Marco Rose ha portato un atteggiamento iper-aggressivo a Moenchengladbach, un atteggiamento che ha portato la squadra bianco-verde a veleggiare in testa alla classifica per lunga parte del girone d'andata nonché rendere la squadra particolarmente riconoscibile come atteggiamento, basato su poche sovrastrutture in fase di possesso anche perché se sotto pressione il possesso basso va in difficoltà.
Dalla mappa dei passaggi delle ultime due partite si capisce il modo di costruire della squadra di Rose, nella partita contro il Mainz la poca pressione degli avversari porta il Moenchengladbach ad aggirare il blocco centrale indirizzando il gioco sugli esterni (si nota la quasi assenza di passaggi da e verso le zone centrali della metà-campo) per poi occupare la trequarti avversaria con diversi uomini a sostegno del gioco di sponda di Pleà. Un approccio che, però, mostra le sue debolezze quando il pressing avversario è piuttosto aggressivo (vedi stessa mappa nella partita persa contro lo Schalke), forzando diversi errori e rendendo complicatissimo l'accesso all'area di rigore avversaria. Per ovviare a questi limiti l'approccio di Rose è quello di andare immediatamente a caccia della seconda palla, un atteggiamento che spesso porta dei dividendi ma che spesso pecca nelle coperture preventive, permettendo agli avversari di trovare diverse opportunità da rete partendo da palle lunghe dalla propria metà campo (vedi i goal subiti per mano dello Schalke e del Mainz nelle prime due partite del 2020).
A livello statistico si aggiunge il fatto che il Borussia ha un saldo negativo tra tiri effettuati e tiri subiti (-0,5) come si evince dai dati elaborati da Between The Posts, tuttavia il dato degli xG è favorevole alla formazione di Rose che, però, contro gente come Werner e Nkunku dovrà tirar fuori una prestazione perfetta in fase di ri-aggressione della palla altrimenti il Lipsia rischia di esondare; la lezione della partita di andata (1-3 con tripletta di Werner) è un campanello d'allarme a cui Rose dovrà prestare molto attenzione.
In ogni caso sarà sicuramente una gran partita giocata in battere e levare, a meno che le due squadre, in un eccesso di rispetto reciproco, decidano di adottare un atteggiamento più prudente e guardare alla classifica snaturando le proprie prerogative.
LIGUE 1
Queste prime settimane del 2020 in Francia non hanno cambiato le gerarchie, con il PSG trascinato dal miglior Neymar dell'esperienza parigina che ha allungato a +10 dal Marsiglia che, quando è privo di Payet, perde quasi tutta la sua pericolosità offensiva. Questo primo scorcio di anno, inoltre, sta vedendo in corso la risalita del Montpellier e del Lione così come stiamo assistendo ad una nuova rivoluzione in casa Monaco, con Moreno che ha preso il posto di Jardim in panchina e con una squadra rivoluzionata in sede di mercato. Un'altra squadra che, quasi sotto silenzio, si sta ritagliando un ruolo da protagonista è il Rennes che, questa sera, affronta in casa il Nantes nella partita che consigliamo per questo weekend.
RENNES-NANTES (VENERDI' ORE 20.45)
Come indicato in premessa, quasi passando sotto silenzio, il Rennes di Julien Stephan, grazie ad una serie di 7 vittorie nelle ultime 10 partite è risalita fino al terzo posto con addirittura 4 punti di vantaggio sul Montpellier attualmente quarto, una posizione che al momento le garantirebbe la partecipazione alla prossima Champions League. Come per gran parte delle squadre della Ligue 1, Julien Stephan ha aggiustato in corso d'opera la struttura tattica della sua squadra in modo da mettere in vetrina la maggior parte delle individualità che ha a propria disposizione, difatti la svolta è arrivata con il passaggio dal 3-5-2 al 4-4-2 flessibile che ha esaltato le qualità di diversi elementi tra cui Raphinha (2,3 dribbling e 2,1 passaggi chiave a partita) e Camavinga (17 anni, ma già leader totale del centrocampo con 4,6 contrasti vincenti ed 1,6 intercetti a partita) e che ha permesso alla squadra di trovare maggiore coraggio in fase di non possesso.
Dal confronto tra l'ultima partita del Rennes (il pareggio a Nizza dello scorso venerdì) e l'ultima partita disputata con il 3-5-2 (la sconfitta di metà ottobre a Monaco) si denotano le posizioni medie più alte ed un maggior coinvolgimento dei giocatori più avanzati, oltre al già citato Raphinha, va notato il maggior coinvolgimento di Niang che viene spesso incontro per creare spazi per gli inserimenti della seconda punta Honou così come Tait da sinistra, autore del goal del pareggio.
Stesso discorso vale per la fase di non possesso dove si vede il tentativo della squadra bretone di alzare il pressing, un meccanismo reso possibile da un 4-2-3-1 con Niang che pressa o indirizza sull'esterno l'impostazione dei centrali per poi aizzare il pressing dei tre uomini alle sue spalle.
Con questa impostazione, dunque, Stephan ha portato il Rennes tra le prime 3 del campionato, l'avversario di stasera, invece, ossia il Nantes di Gourcuff si presenta con soli 5 punti di svantaggio frutto di numeri difensivi che avevamo sottolineato in un nostro precedente post, con una fase di recupero palla poco aggressiva prevalentemente improntato ad indirizzare il gioco avversario in zone di campo meno pericolose per facilitare il lavoro dei difensori.
Questo atteggiamento si riflette, a livello numerico, con la terza difesa del campionato (19 goal subiti) alla spalle di Reims e PSG, mentre solo l'Angers ha subito meno tiri della formazione di Gourcuff.
A livello offensivo, invece, i numeri non sono affatto positivi con 19 reti segnate (quartultimo attacco del campionato). Come si evince dalla grafica elaborata da WhoScored, la manovra del Nantes si sviluppa sugli esterni dove agiscono generalmente Blas a destra e Simon a sinistra, con quest'ultimo designato per creare pericoli in 1 vs. 1 e cercare il tiro, mentre Blas tende ad accentrarsi per lasciare l'ampiezza ad Appiah, il terzino destro che Gourcuff lascia sganciare tenendo, invece, più basso, il terzino sinistro.
AUSTRALIAN OPEN
Il primo slam della stagione, iniziato sotto i cattivi presagi degli incendi che avevano colpito l'Australia nelle scorse settimane, si è rivelato ricco di spunti interessanti sia nel tabellone maschile che in quello femminile, tracciando importanti indicazioni su ciò che sarà il 2020 tennistico.
IL TORNEO MASCHILE
Nel tabellone maschile la finale sarà tra Djokovic e Thiem, sicuramente la finale migliore per quello che si è visto in campo in queste due settimane, con il serbo grande favorito della vigilia ed ancora imbattuto nel 2020.
Djokovic di fatti si è presentato in Australia stracciando la concorrenza e regalando la ATP Cup alla Serbia; il tabellone, inoltre, gli proponeva come primo ostacolo sulla carta Tsitsipas ai quarti, ma la sconfitta subita dal russo per mano di un redivivo Raonic ha messo in discesa il cammino del serbo, facilitato anche dai problemi fisici di Federer in semifinale. La vittoria nella finale di domenica mattina porterebbe l'ottavo titolo a Melbourne, nonché il ritorno al primo posto nella classifica ATP grazie alla sconfitta di Nadal ai quarti contro Thiem.
L'austriaco, invece, non era partito con i favori del pronostico (complice un non convincente inizio di 2020) dal suo lato del tabellone, dove, invece, si trovavano Nadal e Medvedev (finalisti dell'ultimo slam del 2019, ossia gli US Open), ed invece eccoti che Wawrinka spariglia le carte negli ottavi di finale battendo il russo, mentre Thiem trova la grande impresa nei quarti battendo per la prima volta in uno slam Rafa Nadal, mostrando una grande crescita sia a livello tecnico sulla superficie (per Thiem questa è la terza finale in uno Slam, le precedenti due finali le ha giocate a Parigi sulla terra, sua superficie preferita) che a livello di tenuta mentale nelle sfide su 5 set, ossia la grande debolezza finora imputato ai vari talenti della NextGen da cui in questo 2020 ci aspettiamo la risoluzione, vista la finale ottenuta a Flushing Meadows da Medvedev lo scorso anno e la semifinale raggiunta, finalmente da Zverev.
I precedenti tra i due vedono in vantaggio il serbo che però ha vinto solo 1 degli ultimi 5 incontri contro l'austriaco, con l'ultimo precedente dello scorso novembre nelle ATP Finals di Londra in cui Thiem si è imposto al termine di una partita clamorosamente bella su una superficie, seppure indoor, non tanto dissimile da quella di Melbourne; Djokovic resta favorito, ma occhio allo stato di forma di Thiem.
IL TORNEO FEMMINILE
Nel tabellone femminile, invece, la finale sarà tra la Kenin e la Muguruza, una finale inaspettata quanto meritata dalle due contendenti che sono andate avanti con un percorso netto, in particolare la spagnola, tornata in grande forma e capace di abbattere qualsiasi cosa le capitasse sul percorso, inclusa la Halep in semifinale, ma soprattutto le vittorie al terzo turno contro la Svitolina (lasciandole appena 3 games) ed al quarto turno contro la Bertens (doppio 6-3); dal canto suo la Kenin ha fatto fuori la Barty, n.1 del tabellone e beniamina di casa, ma soprattutto ha interrotto al quarto turno l'avanzata di Coco Gauff, la predestinata del tennis femminile del decennio appena iniziato che, a sua volta, aveva fermato al terzo turno niente meno che Naomi Osaka, detentrice del torneo e testa di serie n.3
L'unico precedente tra le due contendenti è dello scorso settembre a Pechino, tra l'altro su una superficie simile a quella di Melbourne, in quell'occasione si era imposta la Kenin in 3 set, ma mentre la statunitense era in netta ascesa (basta vedere il dato del +14 nel ranking negli ultimi 6 mesi), la Muguruza sembrava entrata in un buco nero da cui sembra miracolosamente uscita dopo lo 0-6 subito nel primo set del primo turno contro la Rogers, poi è iniziata una marcia inarrestabile che ha portato la spagnola a giocarsi la terza finale di uno slam (le precedenti due le ha vinte a Parigi nel 2016 ed a Wimbledon nel 2017); per la Kenin invece, arriva a 21 anni la prima finale di uno slam, dopo che negli anni precedenti non era mai riuscita ad accedere alla seconda settimana.