giovedì 29 aprile 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 27

Foto account Twitter Perugia Calcio

Inizia il mese di maggio, fino a questo punto abbiamo messo in risalto i percorsi tecnici delle varie squadre in giro per l'Europa, abbiamo provato a scoprire qualche talento nascosto in campionati più remoti ed abbiamo approfondito tattiche e numeri per capire chi stava lavorando meglio e chi meno bene. Adesso tutti questi discorsi hanno una validità limitata: in questo mese si entra in campo per portare a casa un obiettivo, che sia la vittoria di un campionato, un piazzamento in una coppa europea o evitare una retrocessione. Il percorso tecnico e tattico di una squadra serve ad arrivare a questo punto della stagione in corsa per un obiettivo, ora si tratta di raccogliere quanto seminato e non sempre il percorso fin qui portato avanti può essere utile in questa fase della stagione.

Per questo motivo ho scelto dal calendario di questo fine settimana tre partite che saranno o potranno essere decisive per la storia di un campionato e per stabilire in novanta minuti se lo sforzo degli ultimi 9 mesi giocati tutti d'un fiato avrà avuto un senso oppure no.


FERALPISALO' - PERUGIA (DOMENICA ORE 15)

Dopo che il girone A ed il girone C della terza serie italiana hanno già decretato il vincitore che disputerà il prossimo campionato di serie B (il Como nel girone A, la Ternana nel girone C), il girone B ha previsto per il suo copione 90 minuti thrilling in cui Perugia e Padova si giocheranno la promozione diretta al termine di un campionato che ha vissuto una serie di colpi di scena che rendono imprevedibile anche l'esito di questi ultimi 90 minuti.

L'imprevedibilità di questo girone è data dalla presenza di diverse squadre molto competitive o per valori intrinseci alla squadra o per la bontà del progetto tecnico alle spalle: per questo motivo abbiamo visto alternarsi in vetta Padova, SudTirol ed infine il Perugia, tutte squadre che nel corso della stagione hanno dovuto lasciare diversi punti per strada contro squadre altrettanto attrezzate (vedi Modena) o con squadre mento attrezzate ma ben organizzate (come la Feralpisalò o la Sambenedettese che, invece, è messa molto male a livello societario).

La squadra umbra parte in questa giornata con il coltello dalla parte del manico, forte della possibilità di festeggiare il ritorno in B dopo la clamorosa retrocessione della scorsa stagione. La squadra oggi allenata da Fabio Caserta è retrocessa dalla serie cadetta non ostante una rosa per la quale si pensava addirittura ad un ruolo da protagonista nella lotta promozione, per cui non ostante qualche elemento che è fuoriuscito causa retrocessione (vedi per esempio il centrale difensivo Gyomber, ceduto alla Salernitana , o il terzino destro Mazzocchi ora al Venezia), la rosa ai nastri di partenza in questa stagione presentava tanti elementi fuori categoria come i centrocampisti Kouan e Falzerano o l'ex romanista Aleandro Rosi ed i difensori centrali Sgarbi ed il capitano Angella. A questi elementi Caserta ha chiesto è ottenuto il suo pupillo Salvatore Elia che ha lavorato con l'allenatore nelle ultime due stagioni alla Juve Stabia, mentre a centrocampo sono arrivati elementi di ordine come l'ex Pordenone Burrai, il greco Sounas e la sorpresa del francese Vanbaeleghem.

La forza della squadra di Caserta sta nella duttilità di molti dei propri elementi, con Rosi che può essere schierato indifferentemente da terzo in una difesa a tre a da quarto di destra in una difesa a quattro, stesso discorso per Elia che può giocare da quinto di centrocampo così come da ala destra o esterno offensivo di un tridente, così come Vanbaeleghem può giocare sia da centrale di una difesa a tre che vertice basso del centrocampo.

Nell'ultima partita di campionato contro il Matelica abbiamo visto questo cambio di modulo in corso d'opera da parte di Caserta, pur restando inalterati i compiti richiesti da chi occupava la specifica zona di campo: con il 4-3-1-2 di partenza, i due terzini erano chiamati a dare ampiezza, mentre Vanbaeleghem da vertice basso di centrocampo si abbassava vicino ai centrali difensivi con Sounas a Kouan che agivano su una linea più avanzata. In fase di non possesso, poi, il francese si abbassava ulteriormente per creare una linea difensiva a 5.

Dopo aver trovato la rete del vantaggio, invece, la squadra di Caserta si dispone con uno schieramento che prevede la scalata di Rosi affianco ai due centrali difensivi, Sounas che affianca Vanbaeleghem in mezzo al campo, con Kouan spostato assieme a Minesso in zona rifinitura mentre ad Elia è richiesta l'ampiezza a destra, così come all'esterno opposto Crialese viene chiesta la stessa ampiezza a sinistra, tuttavia questo è un compito che non è variato tra uno schieramento e l'altro. Grazie a questa duttilità tattica dei suoi elementi e del suo allenatore, la squadra umbra ha sfruttato al meglio il materiale importante a propria disposizione non ostante nel corso di stagione abbia dovuto fronteggiare diverse emergenze per gli infortuni, specie nel reparto difensivo.

L'ultimo ostacolo per ottenere la promozione per la formazione perugina è dato dalla Feralpisalò, squadra di proprietà dell'omonima azienda avente sede proprio in prossimità del Lago di Garda con idee ambiziose ma senza fare follie dal punto di vista economico. Nel corso della stagione, la squadra allenata da Pavanel è stata anche in corsa per giocarsi la promozione diretta fino a poco prima della fine del girone d'andata, salvo poi avere un calo a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno, fino a ritrovarsi fisicamente e mentalmente nelle ultime settimane: nella partita di domenica pomeriggio la squadra gardenese avrà un obiettivo comunque importante da ottenere, ossia mantenere il quinto posto dagli assalti della Triestina, una posizione che garantirebbe un piazzamento più comodo in vista dell'inizio dei playoff.

Fonte grafico Wyscout
Nel 4-3-3 con cui in genere la Feralpisalò si schiera in campo, l'uomo attorno al quale gira tutta la squadra è Federico Carraro: il regista classe 1992 è uno di quei talenti del nostro calcio che promettevano grandi cose quando faceva parte della primavera della Fiorentina ma che una volta entrato nel calcio professionistico non è riuscito a rispettare le aspettative che in tanti riponevano su di lui. Dopo aver girato diverse piazze della serie C, lo scorso anno la Feralpisalò ha deciso di affidargli le chiavi del centrocampo dopo che nella stagione precedente all'Imolese Alessio Dionisi lo ha definitivamente spostato nella posizione di vertice basso davanti alla difesa, ruolo e posizione in cui, a 28 anni, sembra in grado di poter ricostruire la propria carriera da calciatore. L'ex Fiorentina è il giocatore da cui passano tutti i palloni in fase di costruzione e si sta mostrando un giocatore molto valido anche in fase di protezione della linea difensiva, specie da quanto il tecnico Pavanel ha deciso di predisporre una fase di non possesso più attendista rispetto alla prima parte di stagione.

Gli ultimi 90 minuti della stagione regolare del girone B della serie C saranno sicuramente ricchi di patos, il Perugia deve vincere per essere certo di festeggiare la promozione, e l'avversario non sarà certo dei più comodi: insomma la domenica pomeriggio è pronta a regalarci tante emozioni. tra festeggiamenti o psicodrammi.


ZENIT SAN PIETROBURGO - LOKOMOTIV MOSCA (DOMENICA ORE 18)

Anche in Russia la stagione è in dirittura d'arrivo e proprio domenica sera potremmo avere la matematica certezza del vincitore del campionato: a differenza di quanto accaduto in altre parti in giro per l'Europa, qui non vi sono novità, lo Zenit è saldamente al comando ed è pronto a festeggiare il terzo titolo consecutivo davanti al proprio pubblico. Tuttavia l'ostacolo che divide la squadra di Semak dalla matematica certezza del titolo è proprio l'immediata inseguitrice, ossia la Lokomotiv Mosca di Marko Nikolic, lontana 6 punti in classifica e che andrà a San Pietroburgo non solo a rovinare la possibile festa allo Zenit,  ma cercherà anche di portarsi a -3 in classifica e dare tanto pepe alle ultime due giornate di campionato.

Della forza dello Zenit ne avevo scritto anche nei mesi precedenti, mostrando come la grande quantità di talento individuale a disposizione della squadra di San Pietroburgo sopperisse all'assenza di una strategia di gioco particolarmente brillante: in particolare l'utilizzo dello strapotere aereo di Dzyuba è stata una carta molto utilizzata da Semak nel corso della stagione; tuttavia, la povertà di soluzione tattiche si è poi vista in Champions dove lo Zenit è uscito nel girone in cui era testa di serie senza mai mostrare di essere competitivo.

Dopo la pausa invernale, invece, abbiamo visto una squadra che cercava di sfruttare in modo diverso il proprio dominio tecnico, questo grazie ad un 4-4-2 che in fase di possesso si trasforma in un qualcosa di molto simile ad un 4-2-2-2 e con anche delle rotazioni in zona rifinitura molto interessanti: come si vede dall'esempio tratto dall'ultimo match di campionato vinto agevolmente contro il Rotor, si vede come la seconda punta Driussi e l'esterno destro Malcom vadano ad occupare la zona rifinitura mentre l'esterno sinistro Mostovoj alterna movimenti in cui resta largo oppure taglia alle spalle della difesa. L'ampiezza viene, invece, garantita dai due terzini che salgono contemporaneamente protetti dalla coppia di centrocampisti centrali che si dividono i compiti. Grazie a questa migliore occupazione degli spazi e portando un maggior numero di uomini in fase offensiva, lo Zenit ha potuto portare avanti il proprio dominio, riscontrabile non solo nel primo posto in classifica ma anche nel dato delle reti realizzate e delle conclusioni effettuati, tutti dati in cui è ampiamente in vantaggio sulla concorrenza: stesso discorso vale per l'occupazione del terzo avversario, con il 34% la squadra di Semak ha un dato di gran lunga migliore della concorrenza (lo Spartak Mosca, con il 32%, è l'unica ad avvicinarsi).

La Lokomotiv arriva a questa partita reduce da una serie di 8 vittorie consecutive che l'hanno portata a risalire fino al secondo posto dopo che fino alla pausa invernale la squadra veleggiava a metà classifica, forse influenzata dal doppio impegno in campionato ed in Champions, dove, non ostante l'eliminazione, ha mostrato di saper reggere il confronto contro corazzate come Bayern Monaco e Real Madrid.

La squadra allenata da Nikolic è abbastanza riconoscibile nel suo 4-3-1-2 con alcune costanti, sia in fase di possesso e non possesso, che non cambiano anche se modificano gli interpreti in campo: il lavoro svolto nel memorizzare questi concetti di gioco hanno portato la squadra ad essere sempre in grado di sapere cosa fare anche in contesti di gara differenti tra loro.

In fase di costruzione la Lokomotiv chiede ai terzini di tenersi quanto più larghi possibili, mentre l'altezza è basata su quanto sia forte il pressing avversario, nel frattempo il vertice basso di centrocampo ed una delle mezzali restano in zona di sviluppo a supporto dei centrali difensivi: Se l'azione non può progredire centralmente, il pallone viene allargato su uno dei terzini: la mezzala presente su quel lato si muove alle spalle della seconda linea di pressione avversaria e si aggiunge agli "invasori", ossia il trequartista e le due punte. In questo caso il terzino destro ha la possibilità di ritornare al centro dal vertice basso oppure verticalizzare immediatamente sulla mezzala che si inserisce: la Lokomotiv appena può cerca di sfruttare la seconda opzione.

In questa maniera la squadra di Nikolic accede alla trequarti avversaria dove la mezzala dialoga in zona rifinitura con le due punte ed il trequartista che si muovono per occupare al meglio quella zona di campo e, allo stesso tempo attaccare la linea difensiva con un inserimento. In questa occasione vediamo che una delle punte (Smolov) viene incontro mentre l'altra (Kamano) attacca la linea difensiva; in altre occasioni il loro movimento è quello di allargarsi ai lati della linea difensiva in modo da aprirne le maglie.

Sul proseguimento dell'azione Smolov controlla il pallone spalle alla porta mentre il trequartista Zhemaletdinov cerca l'inserimento alle spalle della linea difensiva: questo movimento genera ulteriore spazio in zona rifinitura che viene preso dall'altra mezzala Krychowiak che serve l'inserimento di Barinov, la mezzala che con il suo inserimento aveva dato il via all'azione. In questo caso il centrocampista polacco è l'uomo che genera l'ultimo passaggio, ma molto più spesso è lui a finalizzare questo tipo di azioni, tanto da essere il giocatore con più conclusioni e più realizzazioni della squadra anche su azione. 

A completare il quadro sul 4-3-2-1 della Lokomotiv vi è la fase difensiva che, come tutte le squadre che si dispongono con il rombo a centrocampo, cerca di orientarsi prevalentemente sul pallone allo scopo di comprimere gli spazi all'avversario. Da questo fermo immagine si nota abbastanza chiaramente quanto sia stretta la linea difensiva e totalmente orientata sul pallone: allo stesso tempo si vede chiaramente quanta densità faccia la formazione di Nikolic in zona palla per ridurre le opzioni al giocatore avversario in possesso palla. Tuttavia questo sistema ha anche dei punti di debolezza che sono facilmente desumibili: qualora l'avversario sia in grado di cambiare fronte di gioco diventa estremamente complicato andare a riaccorciare anche sul lato opposto, esponendo dunque la difesa a situazioni di grande pericolo, soprattutto nel momento in cui il grande sforzo fisico richiesto per coprire il campo in questa maniera non viene a chiedere il conto, cosa che è avvenuta soprattutto nella prima parte di stagione quando la squadra dei ferrovieri era alle prese con la doppia competizione in Russia ed in Europa.

Sarà quindi una sfida molto aperta e spettacolare a mio parere: la Lokomotiv ha sempre vinto in campionato nel 2021 e non ha alcuna intenzione di vedere festeggiare i propri rivali, la capacità di muovere rapidamente il pallone può mettere indubbiamente in difficoltà la squadra di San Pietroburgo. I vari Driussi, Azmoun e Malcom dovranno alzare il livello del proprio rendimento per far male alla Lokomotiv, questo potrebbe essere un'ulteriore garanzia di spettacolo.


MONACO - LIONE (DOMENICA ORE 21)


Credo che ormai si siano spese davvero tante parole per raccontare quanto sia avvincente la lotta che si sta delineando nel campionato francese per tutti gli obiettivi: la vittoria del Lille domenica scorsa a Lione ha aumentato la convinzione della squadra di Galtier di poter davvero fare il colpo grosso in questa stagione, ma alle sue spalle PSG e Monaco sono li pronte ad aspettare un passo falso della capolista per poter operare il sorpasso.

Per i monegaschi le possibilità di restare in corsa per la vittoria finale passano per la sfida di domenica sera proprio contro il Lione di Rudy Garcia, uscito sicuramente distrutto nel morale per la rimonta subita dal Lille domenica scorsa ma allo stesso tempo vuole mantenere vive le speranze di restare in corsa per le prime tre posizioni che varrebbero l'accesso alla Champions League, un traguardo che sarebbe un giusto riconoscimento per l'ottima stagione disputata ma che rischia di essere vanificato dalla presenza di una concorrenza ancora più forte che però l'ex tecnico della Roma crede di poter battere.

La squadra di Kovac si presenta a questa sfida dall'altro di un girone di ritorno letteralmente dominato con 12 vittorie in 15 partite e con una crescita sia individuale di alcuni elementi (straripante lo strapotere a centrocampo della coppia Fofana-Tchouameni) che tattico di squadra. In queste settimane i meccanismi messi in piedi dall'ex allenatore del Bayern Monaco hanno permesso alla squadra di esprimersi a proprio agio anche in assenza del suo giocatore più rappresentativo, ossia Wissem Ben-Yedder: il capocannoniere e capitano della squadra monegasca è stato utilizzato part-time per alcuni problemi fisici ma la squadra non ne ha risentito anche grazie alle ottime prestazioni di un Stefan Jovetic restituito ad alti livelli.

Fonte dati FbRef / StatsBomb
La crescita delle prestazioni del Monaco ha seguito pari-passo il miglioramento delle prestazioni difensive: il talento a disposizione della squadra di Kovac nella metà campo avversario era già conosciuto, tuttavia restava da registrare la fase difensiva. E' qui che l'allenatore croato ha eseguito un lavoro estremamente importante: ha sfruttato la forza fisica dei suoi centrocampisti e dei suoi centrali difensivi per tenere sempre alto il baricentro anche in fase di non possesso e rendere a tratti impossibile all'avversario raggiungere l'area di rigore. Come si evince dal grafico qui esposto, la squadra monegasca è tra quelle che subiscono meno tiri a partita, inoltre solo tre squadre nei principali campionati europei concedono tiri dal livello di pericolosità inferiore; squadre che, allo stesso tempo, subiscono un maggior numero di tiri dagli avversari.

Il Lione indubbiamente sta disputando una bellissima stagione e sarebbe davvero un gran peccato vederli fuori dalla Champions: la squadra di Garcia ha mostrato di essere una contendente valida per il titolo e lo ha anche dimostrato nella partita persa contro il Lille, quanto meno per come la squadra ha interpretato la partita nel corso del primo tempo. Ciò che sta mancando in questo momento alla squadra lyonnaise è una condizione fisica in grado di sostenere l'ambizioso piano partita dell'ex allenatore della Roma: l'assenza di diversi elementi, soprattutto nel reparto difensivo, ed il recupero lento da precedenti infortuni di gente come Aouar, Cherki e Kadewere, si sta rivelando un problema nel momento in cui la squadra necessita di avere forze fresche nella fase finale della partita.

Il principale punto di forza della squadra allenata dall'ex tecnico della Roma sta proprio nella strategia di pressing molto simile a quella che il tecnico francese esercitava quando era allenatore della squadra giallorossa: in fase di non possesso, infatti, il 4-3-3 si trasforma in un qualcosa a metà tra un 4-3-3 ed un 4-1-4-1. Gli esterni offensivi, infatti, si abbassano sulla seconda linea di pressione, mentre le due mezzali si alzano quasi in linea con il centravanti a formare la prima linea di pressione. Lo scopo di questa scelta sta nella maggiore capacità degli interni di andare a prendere i centrali di centrocampo avversari, mentre gli esterni si occupano, appunto, delle zone laterali chiudendo la linea di passaggio verso l'esterno offensivo avversario togliendo l'opzione di passaggio più semplice al terzino avversario. Lo studio della strategia di pressing da parte di Garcia ha consentito al Lione di raccogliere molti dividendi nel primo tempo, tuttavia il gran lavoro richiesto ai due interni Paqueta e Caqueret si è visto nel secondo tempo quando i due hanno perso forza e lucidità, situazione che ha portato al grave errore del brasiliano in occasione del momentaneo pareggio del Lille.

Lo schieramento in fase di costruzione da parte del Monaco rischia di essere meno produttivo il pressing del Lione, vista la capacità del duo di centrocampo di resistere al pressing avversario ed anche considerato il diverso scaglionamento in campo della squadra di Kovac. Nel precedente di Coppa di Francia disputato un paio di settimane fa il Monaco ha vinto per 2-0 soprattutto grazie alla capacità di mandare più volte a vuoto i tentativi di pressing della squadra di Garcia. Sarà sicuramente una grande sfida in cui il Lione si gioca tutto, ma anche il Monaco non può certo guardarsi indietro, speriamo di vedere un bis della bella sfida tra Lione e Lille di domenica scorsa.

martedì 27 aprile 2021

Lazio-Milan, storia di una vittoria in discesa

Foto profilo Twitter Società Sportiva Lazio


Il programma della 33° giornata di Serie A si chiude con un match che vede di fronte due protagoniste della appassionante volata per i 4 posti della prossima Champions League: per la Lazio questa partita non prevede un risultato diverso dalla vittoria per potersi unire a questa corsa, anche approfittando del fatto di poter mettere in difficoltà sia gli avversari di turno che una Juventus che appare in seria difficoltà. Per il Milan una vittoria in questo scontro diretto potrebbe permetterle di riprendere il secondo posto in classifica e vivere con una posizione di vantaggio le giornate finali di questo campionato.

E' finita con una netta vittoria della Lazio per 3-0: un punteggio più figlio degli eventi che hanno contraddistinto il match che per il suo andamento, tuttavia a fare la differenza è stata la capacità della squadra di Inzaghi di saper utilizzare al meglio gli spazi che il Milan ha lasciato a causa della partita di rincorsa che è stata costretta a fare dopo il goal iniziale di Correa.


LE FORMAZIONI


Non ci sono grosse novità nelle formazioni: Simone Inzaghi deve continuare a sostenere l'emergenza in difesa schierando Marusic da terzo difensivo al fianco di Acerbi e Radu, a centrocampo ed in attacco, invece, il tecnico piacentino può contare sugli uomini migliori.
Dall'altra parte Pioli deve fare a meno di Ibrahimovic: il ruolo di riferimento offensivo è affidato a Mario Mandzukic, a cui il tecnico parmense affida la maglia da titolare per ottenere un contributo in questa volata finale per la Champions.



LA COSTRUZIONE DELLA LAZIO SUL LATO SINISTRO


Il primo quarto di partita è stato appannaggio della Lazio grazie alla capacità della squadra di Inzaghi di risalire il campo con la costruzione da dietro utilizzando il lato sinistro del campo. Dopo aver rischiato di subire il goal dello svantaggio, alla ripresa del gioco un perfetto lavoro in uscita sul rinvio dal fondo ha portato ad un serie di passaggi che ha portato Correa ad entrare in area di rigore dopo una perfetta triangolazione con Ciro Immobile.

In questo fermo immagine si nota il triangolo di costruzione e sviluppo sul lato sinistro del campo formato da Radu, Luis Alberto e Lulic: la prima pressione del Milan vede Mandzukic che deve lasciare Acerbi, ma dirige la propria corsa verso Luis Alberto su cui, però, era già scalato Calhanoglu, questo libera il difensore rumeno e mette Saelemaekers in una condizione di indecisione se salire su di lui o coprire lo spazio alle spalle. 


Lulic viene preso in consegna da Calabria: il bosniaco taglia verso il centro portandosi via il terzino destro rossonero. A mio parere qui Calabria poteva consegnare Lulic a Bennacer e coprire la linea di passaggio verso Correa alle proprie spalle, ma evidentemente l'azione si stava sviluppando in maniera così rapida che nessuno è stato in grado di fornire la lettura giusta della situazione. In questo modo Correa ed Immobile si trovano in due contro due contro i centrali difensivi rossoneri.

Qui si vede quando l'esterno della Lazio finalizza il movimento creando la linea di passaggio da Luis Alberto a Correa: qui si nota meglio come Calabria e Bennacer continuino a non comunicare su chi dovesse fare cose, in questo modo si libera la linea di passaggio ulteriore per Immobile che entrerà in possesso del pallone dopo una serie di rimpalli dove potrà sfruttare lo spazio che si è creato tra Kjaer e Romagnoli non coperto da Calabria o Bennacer, una situazione che anche Pioli nel post-partita ha sottolineato.

La finalizzazione dell'azione, come preparata dalla squadra biancazzurra, è eseguita mediante una triangolazione tra il centravanti della Lazio e della nazionale e il numero 11 argentino che si lancerà a tu per tu con Donnarumma e troverà il goal che sblocca la partita e la indirizza a favore della squadra di Inzaghi, soprattutto considerando che l'azione è stata creata da una situazione successiva ad una grande occasione avuta dalla squadra rossonera.


Fonte grafico WhoScored
Come si nota dalla heatmap relativa al primo tempo si nota ancora più chiaramente la propensione della Lazio nello sviluppare il gioco utilizzando il lato sinistro del campo, un sistema a cui il Milan ha faticato di trovare una contrapposizione nei primi 20 minuti.







LA PRIMA PRESSIONE DEL MILAN 


Dopo diversi minuti in cui la squadra di Pioli non è stata in grado di porre freno alle uscite da dietro della formazione laziale, alcune modifiche alla fase di prima pressione hanno permesso alla squadra rossonera di recuperare più facilmente il pallone e di togliere all'avversario ogni opzione per risalire il campo una volta che sono tagliati i rifornimenti alla zona sinistra del campo.

A dimostrazione del miglioramento del Milan in fase di prima pressione nella seconda parte del primo tempo ci viene in soccorso il dato relativo ai palloni intercettati: la squadra rossonera (pallini blu) ha recuperato diversi palloni sulla trequarti della Lazio e non è casuale che ciò sia avvenuto nella zona di campo dove la squadra di casa cercava insistentemente di sviluppare il proprio gioco. Da questi palloni rubati sono arrivate anche occasioni potenzialmente interessanti, ma è mancata la lucida nelle scelte nella fase di rifinitura o conclusiva.

Come si desume dal fermo immagine, le modifiche sono arrivate mediante la chiusura delle linee di passaggio verso il lato sinistro del campo: questo è stato reso possibile dal lavoro di Rebic che va ad attaccare Reina, Calhanoglu che va a scalare su Lucas Leiva e Bennacer che sale su Luis Alberto, mentre Mandzukic si orienta verso Acerbi e Saelemaekers che chiude l'uscita su Radu. Questo meccanismo permetterà ai rossoneri di recuperare il pallone sulla trequarti della Lazio e costringere nei minuti successivi Reina a rinunciare alla costruzione bassa e puntare sul gioco lungo che non ha funzionato pur disponendo di gente forte come Milinkovic-Savic ed Immobile nel gioco aereo.


LA RICERCA DELLO SFONDAMENTO CENTRALE


Una volta che il Milan cercava di attaccare aveva lo scopo di riempire la zona di rifinitura con passaggi in verticale tra le linee o mediante le conduzioni di Theo Hernandez da sinistra: in questo modo la formazione rossonera riusciva ad arrivare in maniera relativamente agevole al limite dell'area di rigore avversaria, ma la Lazio era altrettanto brava a proteggere gli ultimi 20 metri stringendo la linea difensiva a 5 togliendo la profondità, questo ha portato il Milan a trovare il tiro solo da fuori area o cercando cross per la testa di Mandzukic sempre ben controllato dai centrali biancazzurri.

Nell'esempio qui si nota quanto il Milan abbia cercato di riempire la zona rifinitura con Calhanoglu ed i tagli di Saelemaekers: la formazione rossonera in questo frangente di partita è stata molto brava a muovere il pallone e farlo arrivare in quella zona anche grazie al 3+1 in costruzione formato dai due centrali di difesa ed i due centrocampisti centrali, il problema è stata la capacità dei singoli, una volta arrivato il pallone tra le linee, nel trovare la giocata giusta e, in alcuni casi, la scelta giusta e spesso ieri sera il Milan si è perso in qualche passaggio o tocco della palla di troppo.

Fonte statistiche SofaScore
A rendere ulteriormente complicato il lavoro per il Milan è stato il lavoro davanti alla difesa di Lucas Leiva che non ha mai avuto paura di affrontare in uno contro uno Calhanoglu o le conduzioni di Bennacer e Theo Hernandez: seppur con interventi che, in alcuni casi, sono stati al limite del fallo (se non superarlo in occasione della palla recuperata in occasione del goal del 2-0), il mediano brasiliano ha chiuso la partita con numeri difensivi impressionanti, il tutto a dimostrazione che, seppur l'età non gli permette di essere sempre al top in caso di doppio impegno, resta un giocatore difficilmente sostituibile per Simone Inzaghi.










LE RIPARTENZE DELLA LAZIO SUL LATO DESTRO

Così come segue il lato sinistro del campo per sviluppare il proprio gioco, la Lazio utilizza, invece, la velocità di Lazzari quando si creano le chances in transizione: la situazione per l'ex giocatore della Spal era ideale nel momento in cui agisce sul lato in cui il Milan soffre maggiormente questa situazione di gioco, ossia il lato lasciato incustodito dalle discese di Theo Hernandez.

Nell'esempio qui di fianco, Lazzari recupera palla con l'aiuto di Milinkovic-Savic ed immediatamente parte alle spalle del terzino francese, una volta che l'esterno destro della Lazio parte in velocità palla al piede è difficile da fermare: in questo caso Kessie, deputato a coprire lo spazio lasciato libero da Hernandez, deve ricorrere al fallo per fermarlo. Situazioni simili continueranno a proporsi nel corso della partita, tra cui il goal del 2-0 dello stesso Lazzari sul finire del primo tempo annullato per fuorigioco.

Le transizioni sono poi state l'arma con cui la Lazio ha chiuso la partita nel secondo tempo sfruttando la scelta del Milan di difendere in 2 contro 2 contro Correa ed Immobile: una scelta che non ha raccolto i dividendi sperati e che ha permesse a Correa di ergersi a protagonista e dominatore della partita vincendo diversi duelli, come sul goal del 2-0 in cui è riuscito a far fuori Tomori, comunque non impeccabile nella situazione.


IL TUTTO PER TUTTO DEL MILAN ED IL BLOCCO BASSO DELLA LAZIO

Sotto di due reti il Milan non aveva molte alternative che cercare di riempire con quanti più uomini possibile la trequarti della Lazio: l'ingresso di Dalot al posto di Calabria ha cercato di fornire soluzioni anche sugli esterni e non solamente cercando una trequarti sempre meglio coperta dalla Lazio.

La situazione standard che abbiamo visto nel corso del secondo tempo è stata la seguente: la formazione di Inzaghi si è chiusa nella propria metà campo con un rigido 5-3-2 con le prime due linee che si occupano di chiudere il centro del campo; l'unica soluzione per il Milan, a quel punto era cercare di sfruttare le fasce. L'inserimento di Dalot aveva consentito anche ai rossoneri di creare dei potenziali pericoli davanti alla porta di Reina, ma una volta che i cross del portoghese raggiungevano l'area non venivano sfruttati a dovere, soprattutto su dei potenziali sviluppi del gioco sulle seconde palle. Insomma la creazione dei presupposti nella squadra rossonera c'è sempre stata, ma è proprio mancata la lucidità nelle scelte al momento dell'ultimo passaggio o di finalizzare.

CONCLUSIONI


Questa vittoria della Lazio rende senza dubbio la lotta per la Champions League ancora più aperta: la formazione di Inzaghi ha avuto la bravura e la fortuna di trovarsi subito in vantaggio e di poter impostare un contesto tattico di maggior controllo potendo sfruttare al meglio le situazioni in transizione che poi le sono valse le due reti con cui il successo è stato reso più rotondo. 

Per il Milan la situazione di classifica si sta facendo preoccupante e, in un certo modo, lo si è visto nell'atteggiamento mentale di alcuni suoi interpreti: le difficoltà della squadra nel creare occasioni da rete nitide non ostante una forte supremazia territoriale ha messo a nudo alcuni limiti dati dalla giovane età di alcuni suoi elementi. In molto analisi si è fatto riferimento, a sproposito a mio parere, all'assenza di Ibrahimovic come il principale male di questa squadra ieri sera, ma in realtà anche con lo svedese in campo difficilmente avremmo visto una squadra in grado di impensierire la linea difensiva della Lazio. 

Le prossime settimane ci diranno come la squadra di Pioli riuscirà a ritrovare la strada verso la vittoria, soprattutto considerando che il calendario non prevede neanche una sfida "comoda" per i rossoneri, chiamati ad affrontare ogni settimana un avversario che avrà da giocarsi qualcosa di molto importante: non è tutto da buttare della prestazione di ieri, anzi, ma servono scelte migliori da parte dei giocatori negli ultimi 20 metri.

venerdì 23 aprile 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 26


Inutile rimarcare che tipo di settimana sia stata questa per il calcio, una settimana senza ombra di dubbio gattopardesca in cui ognuno di noi, chi a favore o chi contro, ha tirato fuori tutta l'emozionalità possibile ed immaginabile di fronte a ciò che è stato, ciò che non è stato e ciò che sarà.

Personalmente tra domenica sera e martedì pomeriggio ho avuto serie difficoltà a trovare stimoli nel seguire delle partite e soprattutto a darne un senso. Ad esempio abbiamo assistito lunedì sera ad un Leeds-Liverpool in cui, in quello specifico momento, non c'era alcuna posta in palio nel momento in cui i Reds avrebbero comunque avuto un posto garantito nella nuova Superleague, mentre il Leeds, a sua volta, si sarebbe trovata a disputare la Champions League della UEFA nella prossima stagione, con entrambe le squadre a metà classifica in questo campionato.

Fatta questa digressione, sono bastate 48 ore per tornare a vivere il calcio giocato alla stessa maniera di prima e con gli stessi problemi (irrisolti, e forse irrisolvibili) di prima, per cui abbiamo seguito i vari turni infrasettimanali di campionato e adesso torniamo in questo weekend a seguire i campionati con anche un occhio alle semifinali delle coppe europee che, fatte salve improbabili sanzioni della UEFA, si disputeranno la settimana prossima.

Il weekend in arrivo propone davvero tanti match interessanti e decisivi per le sorti di diversi obiettivi stagionali nei vari campionati: la scelta delle partite da seguire in questo weekend si pone a metà strada tra ciò che vedremo nelle coppe, ciò che è successo in questa settimana ed il peso delle singole partite per gli obiettivi delle squadre.


MLS, SPORTING KANSAS CITY - ORLANDO CITY (SABATO ORE 1,30)

In una settimana in cui si è parlato tanto di Super League, della sua opportunità e fattibilità, uno dei discorsi più utilizzati è stato quello di avvicinare lo sport europeo a quello americano dove, appunto, le leghe sono chiuse e dove il livello di spettacolo è molto alto. Non fa eccezione nel panorama oltreoceano il campionato di calcio, ossia la MLS, che nasce come una lega chiusa ma che, come negli altri sport americani, non è composta da squadre bensì da franchigie, ossia da organizzazioni che scelgono in quale città giocare per ragioni fiscali, di strutture e bacino d'utenza. La MLS, inoltre, prevede, al pari delle altre leghe sportive americane, normative sul salary cup e, soprattutto, l'utilizzo del draft per inserire nuovi giocatori provenienti da leghe esterne, un sistema che crea interesse anche per queste leghe sulla falsariga di quanto accade per il basket NCAA o altri sport collegiali: un concetto, questo, totalmente assente in Europa e, soprattutto, assente nel sistema della Super League.

Fatta questa doverosa premessa, la nuova edizione della MLS è iniziata la settimana scorsa e, come fatto negli ultimi anni, si propone come campionato di riferimento per giocatori sudamericani che non si fidano a misurarsi nel breve periodo nei campionati europei, ma anche come campionato dove emergono talenti americani e canadesi pronti a tentare l'avventura in Europa e, soprattutto, accrescere il valore del movimento calcistico statunitense in vista dei Mondiali di casa nel 2026. Talenti come Antonio Davies del Bayern, Brenden Aaronson del Salisburgo e il neo-acquisto della Roma Bryan Reynolds sono alcuni esempi di elementi cresciuti nelle franchigie della MLS e sbarcati sul mercato europeo.

Le squadre favorite per la vittoria del titolo sono altre (vedi Seattle, i campioni uscenti di Columbus, l'Atlanta United allenato dall'ex romanista Heinze e i Los Angeles Football Club di Carlos Vela), tuttavia una partita interessante da seguire, a mio parere, è quella che mette di fronte lo Sporting Kansas City e l'Orlando City, due squadre diverse come tipologia di gioco e che hanno comunque aspettative importanti da questa stagione.

Fonte passmap: sito web MLS
La franchigia della città del Missouri ha iniziato la stagione con una vittoria sul campo dei Red Bull di New York, rimontando la rete della stella nascente della squadra newyorchese, ossia Caden Clark. Dal canto suo la squadra allenata da Peter Vermes ha messo in campo il diciottenne Gianluca Busio, da cui ci si attende molto in chiave futura e che agisce da centravanti nel 4-3-3 di base. Tuttavia a livello offensivo, il giocatore su cui probabilmente ripone le proprie speranze Kansas City è nell'attaccante di origine ungherese Daniel Salloi, reduce da un paio di stagioni molto deludenti dopo una stagione in doppia cifra nel 2018, che ha realizzato il goal della vittoria a New York al termine di un'azione corale che identifica lo stile di gioco della squadra, parso molto diretto e che utilizza molto le fasce per progredire, soprattutto quella destra, dove il terzino di parte Lindsey tende ad alzarsi, mentre sul lato opposto Luis Martins resta prevalentemente bloccato in costruzione a supporto dei due centrali difensivi: le connessioni con centrocampisti e attaccanti avvengono, come si evince dalla passmap, mediante cambi di gioco e lanci lunghi.

Diverso, invece, è lo stile di gioco di Orlando che, grazie al lavoro del suo allenatore Oscar Pareja, ha fatto risalire le quotazioni della franchigia della città di Disneyworld. Unitamente al lavoro del tecnico argentino, anche la rosa a sua disposizione è notevolmente migliorata e presenta individualità molto interessanti anche andando oltre le presenze "di grido" nel roster come l'ex Manchester United Nani e l'ex milanista Pato. Nella partita d'esordio contro l'Atlanta United di Gabriel Heinze, la squadra della Florida ha mostrato ottime qualità sia in fase di possesso sia in fase di non possesso con un pressing molto intelligente che ha costretto la squadra di Heinze a non trovare quasi mai sbocchi centrali.

Il tecnico colombiano ha mostrato di saper tenere la squadra in campo con sistemi di gioco differenti ma sempre portati ad occupare in maniera efficace il centro del campo: così il 4-4-2 di base con cui la squadra si schiera, si trasforma in fase di possesso in un 4-2-2-2 in cui i due esterni di centrocampo entrano in zona rifinitura mentre sono i terzini a creare l'ampiezza. Nell'esempio qui di fianco si nota chiaramente come Mueller e Nani (i due esterni nominali del 4-4-2) si accentrino per giocare il pallone, mentre le due punte cercano di attaccare la profondità. Anche con il passaggio al 4-3-3 nel secondo tempo, i concetti non sono cambiati ma cambiano solo i compiti dei giocatori: i due esterni offensivi hanno uno il compito di restare largo (Mueller), l'altro si occupa di attaccare la profondità assieme alla punta (Nani), mentre spetta alle due mezzali (Perea, entrato al posto della punta Akindela, ed uno tra Urso e Mendez che, invece nel primo tempo agivano esclusivamente da mediani) occupare la zona centrale del campo. In questa maniera Orlando pur avendo un possesso palla basso, è riuscito comunque ad avere una supremazia territoriale rispetto all'avversario, è mancata solo la giocata giusta in fase di finalizzazione ed anche un po' di energia nei minuti finali per dare maggiore concretizzazione a quanto proposto, chissà se con un clima meno torrido rispetto a quello della Florida, la squadra di Pareja riesca a mostrare quanto di buono visto su tutti i 90 minuti.

LIGA, VILLARREAL-BARCELLONA (SABATO ORE 16,15)


Il livello di thrilling che la Liga spagnola raggiungerà in queste ultime giornate di campionato potrebbe farlo passare alla storia: in 6 punti abbiamo 4 squadre che tenteranno tutto il possibile per portare a casa il titolo ed in questa lotta a 4 va inserito un calendario che presenta sia scontri diretti come quelli tra Barcellona ed Atletico e tra Real Madrid e Siviglia che partite tostissime come quella che vedrà protagonista la squadra di Koeman domenica pomeriggio sul campo del Villarreal.

La squadra di Unai Emery deve pensare al campionato per difendere uno dei due posti destinati all'Europa League, dove si trova in lotta con Real Sociedad e Betis, ma deve anche pensare alla semifinale della stessa competizione contro l'Arsenal. L'andamento dei sottomarini gialli è molto ondivago in campionato mentre è stato decisamente spedito in Europa, dove evidentemente la mistica sevillista del suo allenatore ha molto aiutato nella doppia sfida dei sedicesimi di finale contro il Salisburgo, vinta ma senza grandissimi meriti. che nei turni successivi, agevolati da sorteggi non impossibili se confrontati con altri accoppiamenti. Tuttavia, sorte favorevole da parte, la squadra di Emery ha mostrato in Europa League di saper mettere in campo grande personalità e sfruttare al meglio la propria tecnica ed il proprio controllo della partita per tenere lontano ogni tipo di pericolo.

Fonte passmap BetweenThePosts
A rendere possibile questa strategia e migliorarla con il passare delle settimane c'è stato sicuramente il fatto di aver potuto recuperare una serie di assenze con cui il Villarreal aveva dovuto convivere nei mesi precedenti e che aveva costretto lo stesso Emery a provare soluzioni tattiche non efficienti (vedi l'utilizzo della difesa a 3 o schierare Foyth davanti alla difesa). Non appena il Villarreal è potuto tornare al 4-4-2 con i suoi elementi migliori, la strada si è chiaramente messa in discesa ed ha permesso ai sottomarini gialli di ripristinare quella superiorità tecnica rispetto ai propri avversari. Come si evince dalla passmap relativa alla partita vinta nello scorso weekend sul campo del Levante, il 4-4-2 si sostiene con il lavoro di Parejo a centrocampo che cerca di trovare Moi Gomez (nella fattispecie, altrimenti Trigueros) o Gerard Moreno (stagione clamorosa la sua) tra le linee, mentre sugli esterni abbiamo Samu Chukwueze che dialogando con Gerard Moreno parte dall'esterno per entrare in campo con il suo sinistro, mentre sul lato opposto il terzino Pedraza spinge per sovrapporsi e/o arrivare sul fondo. Questi meccanismi, tuttavia, funzionano prevalentemente quando l'undici a disposizione non perde troppi pezzi, altrimenti molti meccanismi faticano a trovare la giusta esecuzione, e questo ha influito pesantemente sul cammino della squadra in campionato, come ad esempio è accaduto nel turno infrasettimanale contro l'Alaves, dove l'assenza di Pau Torres ha tolto un difensore in grado di far partire l'azione in maniera pulita oltre che un giocatore in grado di coprire le discese di Pedraza a sinistra, stesso discorso applicabile all'assenza di Coquelin nel coprire il lato destro del campo.

Il Barça, invece, giunge a questo impegno reduce dalla trionfale vittoria della Coppa del Re, primo trofeo portato a casa dalla gestione Koeman, e chissà che non resti l'unico vista la grande progressione che la squadra sta avendo nel corso di questa stagione che l'ha portata, sostanzialmente, a raggiungere le due squadre di Madrid nella lotta per il titolo.

Fonte grafici Calcio Datato
Questa progressione segue una progressione tattica della squadra blaugrana basata su un lavoro di comprensione di Koeman della rosa a propria disposizione: per il tecnico olandese erano tante le situazioni di difficile risoluzione a livello tattico ma con un lavoro molto paziente spesso corredato da pesanti sconfitte (vedi il 3-0 subito dalla Juventus nel girone di Champions che è costato al Barça il primo posto nel girone e, indirettamente, l'eliminazione contro il PSG) che però sembra aver portato la squadra sui livelli attesi e che ha rimesso Leo Messi nuovamente la centro del mondo Barça.

Uno dei dilemmi tattici che Koeman ha risolto è stata la coesistenza di Messi e Griezmann nonché quella tra Busquets e De Jong: la soluzione è stata il passaggio alla difesa a 3 con due varianti, una con De Jong centrale difensivo con licenza di avanzare in fase di possesso, e l'altra con Pique al centro della difesa e l'olandese che si schiera da mezzala al fianco di Busquets in un 3-5-2 dove il centro-sinistra è presidiato da Pedri. Questo sistema, inoltre, permette ai due esterni Dest e Jordi Alba di spingere a volontà permettendo alla squadra di avere sufficiente ampiezza soprattutto nel momento in cui c'è da rifinire l'azione: ne è venuto fuori un meccanismo che nel corso delle settimane si è perfezionato, permettendo al Barcellona di esprimersi nuovamente su livelli che, personalmente, non vedevo dai tempi di Luis Enrique.

Rovescio della medaglia del progetto portato avanti da Koeman è quello che la gioventù messa in campo dai vari Pedri, Dest, Dembele, Moriba, Araujo e Mingueza, da un lato porta quella freschezza che è resa visibile dal modo di esprimersi della squadra, ma dall'altra parte nelle partite contro avversari attrezzati in termini di personalità e forza tecnica come Real Madrid e PSG, si evidenzia ancora il lavoro da fare in termini di esperienza e gestione di situazioni complesse della partita. La trasferta all'Estadio della Ceramica potrebbe rappresentare un nuovo test di maturità per la squadra contro un avversario che potrebbe sottrarre ai blaugrana il contesto tattico ed il controllo della partita.


FINALE DI CARABAO CUP, TOTTENHAM-MANCHESTER CITY (DOMENICA, ORE 17,30)

Dopo che l'Inghilterra ha sventato il progetto Super League, due attrici di quel progetto si affrontano domenica pomeriggio per giocarsi il primo trofeo stagionale nell'isola, sicuramente il meno prestigioso dei tre messi in palio ma d'altronde vincere sotto l'arco di Wembley non dispiace mai a nessuno. 

Le due contendenti a questa vittoria hanno ulteriori storie da dover raccontare dopo questa settimana o per ciò che accadrà nella prossima: da una parte abbiamo il Tottenham che ha esonerato Mourinho il giorno dopo aver annunciato l'ingresso nella già defunta Super League, dall'altra parte abbiamo un City reduce dall'eliminazione dalla FA Cup e che mercoledì sarà impegnato nell'andata della semifinale di Champions League contro il PSG. 

L'esonero dell'allenatore portoghese arriva, a mio parere, a consolidare il pensiero che il suo percorso ed i suoi metodi di lavoro non sono più all'altezza del calcio attuale: ricordiamo che è stato lui a portare nel calcio il sistema di allenamento basato sulla periodizzazione tattica. Con il passare degli anni il suo sistema per motivare i giocatori non ha attecchito in nessuno degli spogliatoi dove poi ha messo piede, questo perché penso che certi concetti come determinazione, metterci la passione ed altre cose di questo tipo non possono essere trasmessi in un contesto privo di stimoli tecnici. In questa stagione e mezza a White Hart Lane, oltre ad aver raccolto pochi risultati di rilievo, Mourinho non è stato in grado di migliorare nessuno dei giocatori a propria disposizione: gli stessi Kane e Son erano già forti prima e lo sono anche adesso, mentre gli altri giocatori della rosa non hanno innalzato il proprio livello. Penso che un allenatore oggi quando entra in uno spogliatoio debba convincere i propri giocatori ad essere compatti nel seguire un obiettivo se esiste una strada tecnica per ottenerlo. E questo Mourinho sembra non in grado di trasmetterlo.

Al suo posto il club del nord di Londra ha deciso di affidare la panchina, quanto meno temporaneamente, a Ryan Mason, ex giocatore degli Spurs ed elemento dello staff di Jose Mourinho: purtroppo Mason ha dovuto terminare anzitempo la sua carriera da calciatore per un grave incidente di gioco e adesso si ritrova ad allenare una squadra in cerca di un trofeo assente dal 2008, anche in quel caso si trattava della Coppa di Lega.

Fonte passmap BetweenThePosts
La prima apparizione del Tottenham sotto la gestione di Mason ha visto qualche modifica al modo di giocare della squadra, probabilmente influenzato anche dall'assenza di Harry Kane, tuttavia abbiamo visto una squadra che ha esercitato il 61% del possesso palla e qualche novità nella distribuzione dei compiti: in assenza del centravanti Mason ha chiesto la profondità principalmente a Bale e Son, chiamati ad attaccare la linea difensiva avversaria mediante tagli dall'esterno (nel caso del gallese) o inserimenti tra terzino e centrale avversario (nel caso del coreano), mentre Lo Celso e Lucas Moura si occupavano di giocare il pallone tra le linee. Infine è opportuno notare come i compiti dei due terzini fossero diversi, con Reguillon chiamato a spingere a sinistra, mentre Aurier restava più spesso bloccato in fase di costruzione per supportare i due centrali difensivi ed i due centrali di centrocampo contro la pressione del Southampton. La prestazione non è stata brillantissima, tuttavia la squadra ha mostrato di saper sfruttare bene l'ampiezza del campo e riempire l'area di rigore con più uomini come in occasione del goal di Gareth Bale.

Il City si presenta, ovviamente, da favorito di questa finale: il lavoro svolto da Guardiola in questa stagione è stato snocciolato da più parti, soprattutto con riguardo alla capacità di rinnovare i princìpi di gioco posizionale della squadra rimodellando i compiti di alcuni interpreti, i maggiori esempi sono, ovviamente, i numeri e le prestazioni di Gundogan e l'esplosione del classe 2000 Phil Foden. Ma ciò che mi piace sottolineare è quanto sia efficace la fase difensiva del City, non solo perché riannodando i fili del gioco posizionale il controllo del gioco e la rapidità del recupero palla ne hanno tratto vantaggio ma anche perchè la squadra quanto attaccata sa ricompattarsi e, soprattutto le linee difensive mostrano di chiudere perfettamente il centro del campo e, soprattutto di limitare le soluzioni per chi possiede la palla.

 



La partita di FA Cup dello scorso weeek-end contro il Chelsea, però, ha nuovamente mostrato delle lacune nella pressione del Manchester City, ben aggirata dalla squadra di Tuchel e che ha portato ad una sconfitta che, oltre ad aver negato l'accesso alla finale di coppa, potrebbe aver minato alcune certezze negli uomini di Guardiola su cui magari Mason può costruire il proprio piano-gara.

mercoledì 21 aprile 2021

Il Chelsea è animale da scontri diretti?


La partita di ieri sera tra Chelsea e Brighton mi ha permesso di aprire alcune riflessioni sul valore del Chelsea e sui diversi risultati che sta ottenendo in Champions ed in FA Cup e quelli che ottiene in campionato: la risposta sta nel fatto che questa squadra, nelle mani di Tuchel da pochi mesi, ha un modo di giocare basato sul controllo (come spesso sbandierato dallo stesso allenatore nelle sue interessanti conferenze stampa) che, paradossalmente può esercitare meglio in gare aperte che in gare in cui l'avversario non ha problemi a concedere il controllo.

LA PARTITA CONTRO IL BRIGHTON

Come indicato in premessa, la partita di ieri sera ha mostrato come il Brighton con uno schieramento in grado di chiudere ogni soluzione alla profondità del Chelsea, è riuscito a rendere inoffensiva la squadra di Tuchel. Attenzione qui non si parla di chiudersi davanti all'area di rigore, ma di contestare determinate traiettorie di passaggio con un atteggiamento tutt'altro che attendista e conservativo.

Fonte passmap Between the Posts
Dalla passmap della partita si evince chiaramente come la squadra di Tuchel abbia fatto fatica a trovare la profondità: le posizioni medie degli uomini più avanzati sono praticamente poco oltre la linea di centrocampo, a dimostrazione di quanto fosse aggressiva (ed efficace) la pressione della linea difensiva del Brighton. La strategia in fase di possesso della squadra di Tuchel è basata sui tre centrali difensivi che impostano e mantengono il possesso finché non trovano uno spazio per far arrivare un pallone tra le linee: questo può avvenire mediante un passaggio in verticale o tramite una conduzione palla al piede di uno dei due "braccetti" (ieri sera chi si è preso maggiori responsabilità in questo senso è stato Rudiger). L'ottimo atteggiamento del Brighton ha reso estremamente difficoltoso il lavoro tra le linee di Pulisic e Ziyech.



Un chiaro esempio di quanto descritto dalla passmap sopra è mostrato in questo esempio: i tre attaccanti del 3-4-3 del Brighton si posizionano in modo tale da schermare Jorginho e Mount ed allo stesso tempo aggredire uno dei 3 difensori. Alle loro spalle i due centrocampisti centrali Bissouma e Gross sono pronti ad aggredire i due centrocampisti del Chelsea: la zona di rifinitura per i Blues, quindi, si trova praticamente nel cerchio di centrocampo, dove si abbassano Pulisic e Ziyech, quest'ultimo riceve la palla ma c'è già pronto ad uscire su di lui il centrale difensivo Webster, che va a contestare il pallone al marocchino bloccando ogni possibilità di risalita al Chelsea (nell'esempio del fermo immagine Ziyech otterrà forse il massimo da questa situazione, ossia un calcio di punizione).

LA PARTITA CONTRO IL MANCHESTER CITY

Nello scorso weekend, invece, abbiamo visto la squadra di Tuchel ottenere il passaggio alla finale di FA Cup battendo il City di Guardiola e, udite udite, lo ha fatto utilizzando gli stessi meccanismi che ha tentato di utilizzare ieri sera contro il Brighton.

Utilizzando come riferimento il raggiungimento della zona rifinitura già analizzata nella partita di ieri sera, si nota come nella partita contro il City, la costruzione con 3 difensori e due centrocampisti, oltre al posizionamento più in basso dei due esterni, abbia manipolato decisamente molto bene la pressione del City fino ad arrivare ad imbeccare Ziyech e Mount liberi in quella zona di campo, raccogliendo il pallone alle spalle della pressione della squadra di Guardiola e con tanto campo davanti grazie allo scatto di Werner che fa scappare dietro la linea difensiva dei Citizens. Questo scaglionamento in campo, dunque, mostra grandi vantaggi nel momento in cui il Chelsea affronta una squadra che, nell'alzare la pressione, fatica ad accorciare sui palloni giocati alle spalle di queste linee di pressione.

Dunque il quadro che ne emerge può essere paradossale ma non sorprendente: la ricerca del controllo voluta da Tuchel ha portato ad un meccanismo che fatica a creare calcio di qualità contro squadre che accettano di lasciare quel controllo al Chelsea, mentre riesce ad essere molto più spettacolare e redditizio quando trova di fronte un avversario che vuole contendere ai Blues quel controllo.

Fonte account Twitter EricLaurie
La strategia voluta da Tuchel per controllare il match si basa sui princìpi ben riassunti da questo riassunto grafico di Eric Laurie, dove la chiave sta nei 5 costruttori e 5 invasori (che lui semplifica con 5 che attaccano e 5 che difendono) al fine di avere supporto alle spalle del portatore di palla. In avanti, invece, lo scopo è quello di occupare i 5 canali verticali con i 5 invasori e, come abbiamo visto negli esempi sopra, creare ed occupare spazi nella zona rifinitura (o tra le linee che dir si voglia). Ultimo ma non meno importante aspetto è l'utilizzo delle zone laterali per avere la maggiore ampiezza possibile e costringere l'avversario ad allargare le maglie centralmente, nonché per avere opzioni per la risalita del pallone tramite triangoli che accelerano la circolazione della palla.


LE PRESTAZIONI DIFENSIVE


Il controllo ricercato da Tuchel passa anche dalle sicurezze difensive: come abbiamo visto nello schema realizzato sopra da Eric Laurie, il principio di attaccare e difendere con 5 uomini nasce dalla necessità di avere sempre un supporto alle spalle del portatore di palla che possa mantenere in sicurezza l'area di rigore in caso di transizione e/o palla persa in costruzione. Ciò che ha portato di nuovo Tuchel rispetto a Lampard è stato appunto capire che la squadra per esprimersi al meglio aveva bisogno di sentirsi sicura: il calcio rapido e di transizioni che Lampard aveva proposto nella scorsa stagione aveva indubbiamente divertito ma non sembrava più attecchire in un gruppo di lavoro che ha subito pesanti e massicci cambiamenti nel corso del mercato estivo. 

Fonte Understat
Come si evince dai dati statistici elaborati da Understat, sotto la gestione Tuchel il Chelsea è la squadra che ha concesso meno expected goals su azione: è sempre opportuno rammentare che il dato degli expected goals non sempre fornisce un quadro definitivo della situazione, però quanto meno conferma l'impressione che si ha osservando questa squadra e che l'ha portata, con molta pazienza a trovare risultati che sono poi risultati decisivi per proseguire il cammino in Champions League, come, per esempio. la vittoria sull'Atletico Madrid negli ottavi di finale, dove il Chelsea ha vinto la partita con la pazienza derivante dal fatto che sapeva di essere in controllo della partita grazie alla capacità di essere al riparo dalle letali transizioni della squadra di Simeone.


UN BUSINESS CASE PER LA FINALE DI CHAMPIONS


Insomma, le caratteristiche di questo Chelsea si sposano perfettamente per partite bloccate ed equilibrate come possono essere delle partite secche di una competizione come la FA Cup (di cui è finalista) e come la Champions League (dove affronterà in semifinale il Real Madrid), mentre in campionato questo atteggiamento si sta rivelando non sempre produttivo contro determinati avversari come, appunto, il Brighton di ieri.

Paradossalmente, dunque, questo Chelsea, poco considerato tra le 4 squadre rimanenti in lizza per la Champions, ha tutte le carte in regola per mettere in difficoltà il Real Madrid: la sua forza difensiva sarà molto importante per tenere a bada gente come Benzema e Vinicius che, invece, hanno fatto a fette una difesa che si espone maggiormente come quella del Liverpool; a sua volta il Real è una squadra che pressa bene, ma allo stesso tempo, contro squadre non schierate "a specchio" il Chelsea è in grado di sapersi creare le superiorità numeriche necessarie a risalire rapidamente il campo ed arrivare in porta.

Dall'altra parte, invece, la lotta per i primi 4 posti in Premier non è affatto semplice per gli uomini di Tuchel, proprio perché la ricerca del controllo non sempre si tramuta in vittorie, e questo sta rallentando la scalata dei Blues in maniera abbastanza pericolosa: la lotta è molto serrata e gli impegni sono tanti, per cui il paradosso di un Chelsea in finale di Champions ma estromesso dalle prime quattro della Premier potrebbe realizzarsi molto più facilmente di quanto non si creda.

venerdì 16 aprile 2021

Consigli per il weekend calcistico, Stagione 20/21, Ep. 25


Dopo aver vissuto le imprese di Bayern, PSG, Real e City, le prodezze di De Bruyne, di Foden, di Neuer, di Mbappè e chi più ne ha più ne metta, torniamo a seguire in questo weekend i campionati che sono sempre più vicini al loro epilogo. Ogni competizione ha diversi spunti di interesse e verdetti ancora molto in bilico, per questo motivo ho scelto tre partite da seguire, ognuna delle quali hanno un contenuto importante ai fini della classifica, ma allo stesso tempo ci mette in condizione di osservare percorsi tecnici e tattici molto interessanti, sia a livello di individualità che a livello di proposte di gioco collettive.


CHAMPIONSHIP, READING-CARDIFF (VENERDI' ORE 19)

La seconda serie inglese è entrata nel rush finale della stagione regolare, per cui siamo giunti al momento in cui le partite iniziano ad essere qualcosa in più che decisive ai fini della definizione della griglia finale con le promozioni dirette, le retrocessioni e le squadre che si giocheranno il terzo posto disponibile al passaggio in Premier League tramite i playoff.

Per la promozione diretta ormai siamo in attesa della sola matematica che certifichi il ritorno in Premier League del Norwich, mentre il Watford sembra essere sufficientemente in vantaggio sul Brentford per la seconda piazza. Sono le posizioni sotto a questa che vedono una interessante battaglia in corso a cui cercano di restare attaccate Reading e Cardiff, al momento fuori dalla zona play-off e, specie per i gallesi, una sconfitta in questo scontro diretto significherebbe far saltare in aria ogni proposito di accesso alla post-season.

Oltre al valore per la classifica, questo match è molto interessante per vedere all'opera due squadre provviste di giocatori molto interessanti e che, magari, potremmo rivedere in Premier nella prossima stagione indipendentemente da come finirà la stagione delle relative squadre. 

Il Reading propone un 4-2-3-1 molto riconoscibile in cui il pallone circola abbastanza rapidamente ed allo stesso momento cerca di attirare la pressione avversaria al fine di imbeccare i movimenti dei due elementi tecnicamente più importanti e degni di menzione di questa squadra, ossia l'esterno sinistro Ovie Ejaria e soprattutto il trequartista centrale Micheal Olise, classe 2001, che ha messo a referto in questa stagione 6 goal, 10 assist e 2 passaggi-chiave a partita (intendendo come tali i passaggi che portano al tiro).

Fonte grafico Soccerment
Le capacità del numero 7 del Reading sono ben visibili nel suo stile di gioco, basato sulla comprensione e la ricerca degli spazi, elemento indispensabile nel calcio contemporaneo: partendo da una posizione di trequartista centrale è molto facile vederlo svariare in larghezza ed anche venire incontro a sostegno dello sviluppo dell'azione; non appena, poi, entra in possesso del pallone ha sufficiente velocità mentale e tecnica per cercare subito la palla in profondità per verticalizzare immediatamente l'azione, questo giustifica i suoi numeri in fase offensiva in questa stagione che vedete qui indicati.

In questa situazione il trequartista di passaporto francese viene a prendersi il pallone defilato sulla destra (zona del campo che preferisce essendo di piede mancino): non appena entra in possesso della palla verifica rapidamente il posizionamento delle linee avversarie e verticalizza verso l'accorrente centrocampista centrale che ha attaccato lo spazio creato da Olise stesso nel momento in cui viene incontro a prendersi la palla. Oltre alle qualità del n.7 del Reading si notano anche alcuni princìpi di calcio posizionale che il tecnico serbo Paunovic ha portato nella costa meridionale dell'Inghilterra. Nel 4-2-3-1 del tecnico che ha nel suo palmares anche la vittoria del Mondiale Under 20 con la nazionale serba nel 2015, si è creato, quindi, un ecosistema dove bene si incastrano le caratteristiche di Olise, ma anche di giocatori come Ejaria e Puscas che amano giocare in profondità contro la linea difensiva avversaria.



Anche da questi fermo immagine possiamo ammirare altri esempi del numero 7 del Reading che raccoglie la palla, nel primo caso muovendosi tra le linee, nel secondo caso si abbassa addirittura in zona di costruzione, tuttavia l'output non cambia: in entrambi i casi cerca subito la palla in verticale dopo aver identificato lo spazio per superare la linea difensiva, ad ulteriore dimostrazione della sua rapidità soprattutto dal punto di vista cognitivo.

Ad affrontare la squadra allenata da Paunovic ci sarà l'immediata inseguitrice in classifica: il Cardiff si trova, infatti, all'ottavo posto in classifica, seppur con 7 punti di distacco rispetto al Reading. Il distacco della squadra gallese è frutto della pessima serie di risultati delle ultime settimane, con 1 solo punto raccolto nelle ultime 3 partite.

Fonte passmaps 11tegen11
L'approccio della squadra allenata da Mick McCarthy è decisamente meno propositivo e meno ricercato rispetto a quello del Reading di Paunovic: avendo a disposizione li davanti i 195 cm del centravanti gallese Kieffer Moore, autore di 16 reti in questa stagione, corrispondenti ad oltre il 30% della capacità realizzativa della squadra, è molto facile comprendere come il gioco verta prevalentemente sull'utilizzo delle sue capacità nel gioco aereo. Per questo motivo la strategia della squadra gallese è decisamente molto diretta ed, appunto, basata, sui duelli aerei del suo centravanti, chiamato in media a 18,5 duelli aerei a partita, rendendolo il giocatore della Championship più sollecitato in questo fondamentale in fase offensiva. Non c'è nulla da sorprendersi, dunque, nel vedere della passmaps così particolari e che mostrano in maniera abbastanza evidente la strategia di gioco del Cardiff, basata su un possesso palla molto basso (45% di media) e tanti lanci lunghi e duelli aerei che fanno molto kick and rush della vecchia scuola britannica.

Come ogni partita con contrasti di stili, l'interesse è sempre molto alto, in più le due squadre hanno comunque da mostrare giocatori interessanti ed una situazione di classifica in cui i 3 punti per una delle due contendenti possono dare uno slancio molto importante al finale di stagione.


SERIE B, MONZA-CREMONESE (SABATO ORE 14)

La serie B si avvia verso la fase conclusiva della stagione, con ogni partita che inizia ad assumere contorni drammatici e con tantissime narrative ancora da scrivere, con squadre che prima lottavano per evitare la retrocessione che adesso lottano per un posto nei playoff, così come squadre che ambivano ad un posto nei playoff che adesso rischiano di essere invischiate nella lotta per non retrocedere (vedi Pordenone e Frosinone).

Sabato pomeriggio a Monza si affrontano due squadre il cui cammino nelle ultime giornate segue proprio filone di cambi di scena poco prevedibili fino a poche settimane fa: da una parte la squadra brianzola che è caduta in una spirale negativa che la sta allontanando dalla lotta alla promozione diretta fino e dall'altra la squadra grigiorossa che dopo gli affanni della gestione Bisoli sta risalendo la classifica fino a portarla a ridosso della zona playoff.

Fonte passmap 11tegen11
Il Monza di Christian Brocchi è in un pessimo periodo di forma iniziato prima della pausa per le nazionali con la sconfitta subita per mano del Venezia: una sconfitta per 4-1 che ha fermato una serie di risultati positivi che avevano portato la squadra di proprietà di Berlusconi al secondo posto in classifica, una posizione in linea con le aspettative che la rosa costruita da Adriano Galliani lasciava intendere come reale ambizione della squadra. Tuttavia, la qualità del gioco espresso ha lasciato molte perplessità negli osservatori: la grande qualità di talento individuale presente nella rosa ha permesso alla squadra brianzola di ovviare all'assenza, di fatto, di un'idea di gioco da parte di Christian Brocchi: il calo delle prestazioni di Boateng, dovute ad una condizione fisica non ottimale, hanno messo a nudo l'assenza di una strategia di gioco in grado di coinvolgere al meglio la grande qualità presente a centrocampo con gente come Barberis, Frattesi e Colpani, fino ad arrivare ad un 4-3-3 in cui il Monza praticamente salta il centrocampo per risalire tramite i movimenti degli esterni offensivi. Come si evince dalle passmaps qui di fianco abbiamo un'esemplificazione visiva di quanto detto sopra: il Monza non riesce a risalire il campo per vie centrali, preferisce appoggiarsi sui terzini che poi si associano con l'esterno offensivo di parte che cerca poi di rimettere il pallone in mezzo all'area di rigore attaccata da 3-4 uomini. La strategia è molto chiara e riconoscibile, ma sembra anche di facile lettura per l'avversario a cui è sufficiente chiudere le vie centrale e tentare le transizioni alle spalle dei terzini che salgono in appoggio per generare problemi alla difesa, una situazione che abbiamo visto nella partita persa contro il Venezia e soprattutto nella partita persa nello scorso weekend ad Ascoli.

La Cremonese si presenta a questa sfida, invece, con una importante serie positiva alle spalle di 6 partite con 4 vittorie e 2 pareggi che hanno tirato fuori la squadra grigiorossa dalla zona calda della classifica per portarla a ridosso dalla zona play-off. Il merito della risalita della squadra cremonese è senza dubbio attribuibile all'ottimo lavoro di Fabio Pecchia, subentrato a Bisoli all'inizio del 2021 dove ha lasciato alle spalle i principi di gioco passivi del tecnico emiliano per proporre un tipo di gioco decisamente più propositivo e che sta permettendo a tanti giovani elementi presenti nella rosa grigiorossa di muoversi con molto più agio.

Come si evince dal grafico elaborato sui dati Wyscout, si può notare la bontà del lavoro svolto da Pecchia dal suo arrivo a Cremona: come si evince dai valori successivi al cambio di panchina (desumibili dal cambio di colore delle linee) il possesso palla, i tiri effettuati, gli xG, i tocchi di palla in area avversaria ed il PPDA sono tutti migliorati sotto la gestione dell'ex  giocatore del Napoli che ha anche trasmesso una bella mentalità alla squadra come mostrato anche nella partita disputata martedì pomeriggio contro l'Empoli nel recupero della partita saltata a causa del focolaio COVID che aveva colpito la formazione toscana, partita in cui la Cremonese ha rimontato per due volte la capolista del campionato mostrando continuamente un atteggiamento aggressivo in fase di non possesso e la volontà di non cedere il controllo della partita all'avversario.

Con le due squadre in uno stato di forma sostanzialmente opposto la Cremonese cercherà di approfittare della situazione per cercare di dare un colpo importante alle proprie speranze di agganciare la zona play-off ed aumentare le paure di un Monza partito per vincere il campionato e che, senza un risultato positivo sabato pomeriggio, rischia di mettere in forse anche la partecipazione ai playoff.

SERIE A, ATALANTA-JUVENTUS (DOMENICA ORE 15)

Per la serie A è un weekend quasi decisivo per quel che riguarda la lotta per i 4 posti in Champions League per la prossima stagione: il Napoli principale inseguitore e reduce dalla brillante vittoria ottenuta a Genova contro la Samp, dovrà affrontare un'Inter desiderosa di chiudere quanto prima la pratica scudetto, mentre a Bergamo Atalanta e Juventus si affrontano in un match che potrebbe lanciare una delle due verso un cammino in discesa per chiudere la stagione tra le prime quattro.

Ma Atalanta-Juventus non è solo una sfida di vitale importanza per la classifica ma è anche uno scontro tra due squadre che, per ragioni diverse, stanno vivendo delle trasformazioni tattiche che è interessante seguire.

Gasperini, a causa delle contemporanee assenze di diversi esterni della sua rosa, ha deciso di virare alla difesa a 4 (temporaneamente?), tuttavia, a dimostrazione di quanto lo schieramento di partenza sia un mero esercizio di stile, i princìpi di gioco ed i compiti e le funzioni richieste dallo schieramento non sono cambiate. L'Atalanta, come si desume dalla passmap a fianco, pur cambiando modulo di partenza non ha modificato il sistema con cui risale il campo, ossia le famose catene laterali. Con il passaggio alla difesa a 4, le iniziative che Toloi prima prendeva da braccetto, adesso le svolge partendo da terzino, associandosi con De Roon e con Malinovskiy, mentre dall'altro lato il triangolo è composto da Freuler, Gosens e Muriel con Zapata spostato dalla zona sinistra dell'attacco avversario a vantaggio del connazionale. Il vantaggio di questo nuovo schieramento sta nella possibilità di sfruttare la libertà concessa al trequartista centrale (Pasalic, ma anche Pessina quando tornerà disponibile) e sfruttare al meglio la zona di rifinitura dove gli elementi tecnici come Malinovskiy, lo stesso Pasalic ed Ilicic possono muoversi nel disordine creato dalle catene laterali, una situazione che la Juventus soffre parecchio.

Le grandi difficoltà che ha avuto la Juventus in questa stagione nascono per motivazioni molto diverse tra loro come una rosa assortita male ed una gestione poco oculata del monte ingaggi che ha reso impossibile nelle ultime due stagioni portare avanti un mercato importante a centrocampo, mentre a livello di campo il sistema di gioco molto rigido messo in piedi da Pirlo e dal suo staff ha reso spesso stantia e molto prevedibile la manovra bianconera ed, in alcuni casi, ha anche esposto la difesa a transizioni difficili da gestire.

Pirlo nelle ultime settimane ha provato diverse soluzioni per cercare un modo per ridurre le inefficienze della squadra: tra gennaio e febbraio il tentativo di abbassare il baricentro e giocare sostanzialmente in contropiede aveva portato dei risultati positivi come la vittoria contro la Roma ed il passaggio alla finale di Coppa Italia contro l'Inter, ma poi la sconfitta in campionato a Napoli e, soprattutto, quella sanguinosa di Oporto in Champions hanno mostrato l'altro lato della medaglia, ossia quello di una squadra non in grado di risalire il campo in maniera organica. La doppia sfida contro la squadra di Gattuso prima e quella con il Genoa poi hanno visto una Juve in grado di cercare diversi spartiti nello sviluppo della manovra, affidandosi non solo all'occupazione dei corridoi centrali ma anche cercare la superiorità numerica sugli esterni, soluzione raramente praticata dalla squadra bianconera nel corso della stagione. Un esempio di quanto sopra esposto lo vediamo in un paio di sovrapposizioni di Danilo nella partita contro il Napoli, dove da una parte crea superiorità numerica con una sovrapposizione esterna, e e nel secondo caso attacca lo spazio mediante una sovrapposizione interna. Questo discorso ha funzionato molto bene anche con Chiesa e Alex Sandro sul lato opposto o con gli scambi di fascia tra Cuadrado e lo stesso Chiesa: la Juve di Pirlo, evidentemente, per alzarsi di livello ha bisogno di ampliare i compiti richiesti agli elementi della rosa che meglio si stanno comportando in questa stagione. 

Sulla base di quanto abbiamo visto nelle ultime settimane, dunque, oltre ad una sfida di valore importante per la classifica, il modo diverso delle due squadre di sfruttare le fasce laterali potrebbe essere un elemento chiave della partita e potrebbe fornire ai due allenatori ulteriori indicazioni su quanto si possano rivelare azzeccate le modifiche ai compiti di alcuni giocatori in ottica di un futuro sviluppo delle rispettive squadre a livello tecnico e tattico.

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