venerdì 30 dicembre 2022

Il Newcastle non è andato in vacanza


Il ritorno in campo della Premier League con il suo tipico Boxing Day portava con se diversi interrogativi su come la pausa per i Mondiali in Qatar avrebbe impattato sulle prestazioni delle squadre. Una delle squadre attese "al varco" in questa giornata era il Newcastle di Eddie Howe, che aveva lasciato il campionato al terzo posto e con una striscia positiva di cinque vittorie consecutive, ma soprattutto una sensazione di essere a livello corale una delle migliori squadre del campionato al pari del City di Guardiola e dell'Arsenal di Mikel Arteta.

Il ritorno del campionato metteva di fronte per i Magpies un test estremamente complicato come la trasferta al Kingpower Stadium contro il Leicester di Brendan Rodgers, squadra partita molto male in questa stagione ma che nelle settimane precedenti la pausa aveva ritrovato una certa confidenza nei propri meccanismi che le aveva permesso di raccogliere 4 vittorie nelle ultime 5 partite.

La squadra di Eddie Howe ha mostrato che i propri meccanismi non si sono affatto scalfiti o impolverati dopo il mese abbondante di pausa, mettendoli del tutto in mostra anche contro le Foxes e portando a casa, quindi, la sesta vittoria consecutiva ed un'ulteriore consapevolezza della bontà del percorso portato avanti dall'ex allenatore del Bornemouth. 

Per questo motivo ritengo che questi meccanismi di cui sopra siano degni di menzione, da qui l'analisi di come il Newcastle riesce a disporre in maniera apparentemente facile dei propri avversari.

giovedì 29 dicembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #16 - Bari-Genoa

 


Il Bari chiude il 2022 con una sconfitta interna contro il Genoa di fronte ad una meravigliosa cornice di pubblico (quasi 50 mila persone hanno gremito il San Nicola) che ha potuto ammirare, però, una squadra che se l'è giocata alla parti anche contro la squadra più forte del campionato, a cui è bastato mostrare a sprazzi la propria forza per poter portare a casa la vittoria che la porta al terzo posto in classifica.

La squadra biancorossa conclude l'anno che l'ha riportata più vicina al calcio che conta grazie alla promozione ottenuta ad aprile dopo aver dominato il girone C della scorsa serie C e, con lo stesso gruppo, ha anche potuto saggiare ad ottobre l'ebrezza della testa della classifica nel campionato cadetto.

Così, in questo episodio di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano proviamo a commentare la beffarda sconfitta contro il Genoa e proviamo a tracciare un bilancio della stagione biancorossa, in attesa di tornare a raccontare le gesta della squadra di Mignani da metà gennaio 2023. Buon anno!

mercoledì 21 dicembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #15 - Reggina-Bari

 


Tanto tuonò che non piovve ci verrebbe da dire vedendo l'andamento di Reggina-Bari: la sfida tra i due attacchi più prolifici del campionato è finita a reti inviolate e con anche poche emozioni, soprattutto se andiamo a valutare la bellezza di una partita in base alle conclusioni a rete viste sul campo che, oggettivamente, sono state molto poche.

Lontano dalla porta, invece, si è vista una partita molto combattuta ed anche interessante per una mezzora, per poi lasciare campo al senso di appagamento delle due squadre che hanno preferito non farsi male consegnandoci un secondo tempo tutt'altro che esaltante. 

Ma quali spunti emergono da questo Reggina-Bari? Come da abitudine ce lo siamo chiesti io e Giovanni Fasano in questo nuovo episodio di Chiacchere da Bar(i).

martedì 13 dicembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #14 - Cittadella-Bari e Bari-Modena

 



Dopo due mesi di astinenza torniamo a commentare non una ma due vittorie del Bari: dopo 7 partite senza vittorie (8 se aggiungiamo la Coppa Italia) il turno dell'Immacolata è coinciso con il ritorno alla vittoria, un 3-0 di grande impatto dal punto di vista del risultato in cui la formazione biancorossa ha saputo sfruttare al meglio alcune debolezze dell'avversario dovute ad alcune assenze importanti nella formazione.

Pochi giorni dopo anche il Modena è uscito con le ossa rotte dallo scontro con la formazione di Mignani, qui il 4-1 finale è frutto di una grande partenza di partita della squadra biancorossa ed una grande capacità di reggere i tanti minuti trascorsi in inferiorità numerica per l'espulsione di Maiello.

Anche questa volta ne scriviamo io e Giovanni Fasano, e ne approfittiamo per proiettarci subito verso la partita di sabato sera contro la Reggina che potrebbe lanciare il Bari alla fase finale del mese di dicembre in una condizione di classifica a dir poco importante e con un match da disputare a Santo Stefano contro il Genoa nello scenario del San Nicola.

martedì 6 dicembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #13 - Bari-Pisa

 


Nel tredicesimo episodio di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano proviamo a tirare le somme del quinto pareggio consecutivo della formazione biancorossa, arrivato contro una delle formazioni meglio strutturare del campionato ma che allo stesso tempo lascia un sapore agrodolce dato da quel senso di intentato che ogni partita della formazione biancorossa fa trasparire al termine di ogni partita da un paio di mesi a questa parte.

venerdì 2 dicembre 2022

Belgio, la fine di un ciclo già finito


Sin dalla vigilia dei Mondiali la sfida tra Belgio e Croazia era la partita più attesa della fase a gironi solamente dopo Germania-Spagna. A rendere ancora più accattivante la sfida tra le due nazionali è il fatto che la partita, a causa degli sviluppi del girone, è diventata sostanzialmente uno spareggio per l'accesso alla fase ad eliminazione diretta.

E' finita con uno 0-0 in una partita che poteva portare qualsiasi altro risultato ma tanti sono stati gli errori in fase conclusiva da ambo le parti (in particolare Lukaku, come vedremo) ed anche le parate dei portieri (solita prestazione clamorosa di Courtois).

La progressione degli xG (Fonte. The Analyst)

Con questo risultato il Belgio è clamorosamente fuori dal Mondiale ponendo, con ogni probabilità, la fine di un ciclo tecnico (quello di Roberto Martinez) e quello di una generazione di calciatori su cui la nazione belga aveva posto grandissime aspettative.

Per cui in questo post proverò ad analizzare la prestazione dei Red Devils nella partita contro la Croazia ma anche investigare i problemi di questa squadra e come potrebbe ripartire dopo questa debacle.

mercoledì 30 novembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #12 - Como-Bari

 


Dopo la pausa di una settimana la serie B è tornata in campo senza fermarsi per il Mondiale: è rimasto fermo, invece, il Bari, che continua la striscia di partite senza vittoria (siamo a sei partite di fila in campionato dopo la vittoria di Venezia ad ottobre) ma esce da Como con un punto raccolto praticamente allo scadere. 

Come d'abitudine di questa rubrica io e Giovanni Fasano proviamo a chiederci cosa è successo nella partita del Sinigaglia e cosa aspettarsi dalla partita di domenica prossima al San Nicola contro il Pisa.

martedì 29 novembre 2022

Alcuni spunti dalle prime due partite del Mondiale


Con la chiusura della seconda giornata di tutti gli otto gironi della fase finale di questo campionato del mondo, pur all'interno di un campione di partite che resta ristrettissimo, è già possibile farsi un'idea di come le 32 squadre partecipanti alla competizione cercano di interpretare il gioco del calcio. 

Per fare questo esercizio, più che di analisi tattiche specifiche, ho fatto riferimento ad una serie di statistiche che possono essere utili a capire in che modo ciascuna squadra prova ad impostare la partita e quanto il metodo utilizzato abbia o meno efficacia.

mercoledì 16 novembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #11

Foto: Pagina Facebook SSC Bari

In questo episodio di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano ci raccontiamo le nostre opinioni in merito alla partita di sabato tra Bari e Sudtirol, una partita, come molte del Bari in questa stagione, molto difficile da decifrare. Un primo tempo in cui la squadra biancorossa ha commesso tanti errori, complice un atteggiamento impaurito dal risultato e dalla facilità con cui la squadra di Bisoli riusciva a tenere il Bari lontano dall'area di rigore, un secondo tempo con una squadra che si è lasciata dietro preoccupazioni e paure ed ha iniziato a giocare a calci. E' finita 2-2 Bari-Sudtirol, ma nessuna delle due squadre esce dal campo contenta per il punto, sapendo entrambe di aver avuto più volte l'occasione per vincerla.

martedì 8 novembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #10 - Benevento-Bari

 

Foto: Pagina Facebook SSC Bari.


Per il decimo episodio di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano proviamo a raccontare una partita molto difficile da raccontare, ossia quella disputata sabato al Vigorito tra Benevento e Bari, un match in cui si è giocato poco e male, con tanta tensione da ambo le parti e altrettanto poca lucidità tecnica. 

Ne è venuto fuori un pareggio poco utile alla squadra di casa e che, invece, sembra caduto dal cielo per la formazione biancorossa che mai ha mostrato - nel corso della partita - un piano organico per ribaltare l'inclinazione del match dalla propria parte. 

Infine ci proiettiamo alla sfida di sabato contro il Sudtirol, una partita ricca di significati dal punto di vista tecnico più un secondo significato determinato dalla presenza nella squadra altoatesina di un giocatore "vecchia conoscenza" della squadra biancorossa.

martedì 1 novembre 2022

L'Osasuna di Arrasate è il punto di riferimento della classe media della Liga?

Foto: pagina Facebook Club Atlético Osasuna

Con l'uscita di scena di tre squadre spagnole su quattro dalla Champions League dopo la fase a gironi, si sta aprendo un dibattito sul livello della Liga, ed una partita che ci avrebbe raccontato qualcosa era quella che si disputava domenica alle 14 tra l'Osasuna ed il Real Valladolid, due squadre che si stavano mettendo in luce al di fuori di quel gruppo di squadre che si giocano l'accesso alle coppe europee.

La partita è terminata con una vittoria della squadra di Pamplona per 2-0 al termine di una partita dominata dalla formazione allenata da Jagoba Arrasate in cui lo stile di gioco dei navarri ha decisamente soverchiato quello dei Los Pucelanos. Ed è della strategia di gioco dell'Osasuna che mi occuperò in questo approfondimento.

Chiacchere da Bar(i) #9 - Bari-Ternana

 

Foto: Pagina Facebook SSC Bari.

Per questo nono episodio di Chiacchere da Bar(i) il sottoscritto assieme a Giovanni Fasano ha analizzato il pareggio a reti inviolate tra la formazione biancorossa e la Ternana in una partita tra due squadre che hanno fatto della prolificità offensiva una grossa risorsa in questa stagione. Allora come è stato possibile questo 0-0 con attacchi così importanti? Andiamo alla ricerca di risposte.

martedì 25 ottobre 2022

Chiacchere da Bar(i) #8 - Frosinone-Bari

Foto: Facebook SSC Bari

 

Nell'episodio numero 8 di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano proviamo a raccontarvi una partita molto difficile da analizzare, ossia Frosinone-Bari, partita che è stata influenzata nel suo andamento dall'espulsione precoce di Nicola Bellomo dopo poco più di 20 minuti. La partita è terminata con la vittoria dei ciociari per 1-0 con rete di Gennaro Borrelli nei minuti di recupero. Per la formazione biancorossa è la seconda sconfitta consecutiva in campionato (terza se aggiungiamo la partita persa a Parma in Coppa Italia in settimana).

martedì 18 ottobre 2022

Chiacchere da Bar(i) #7 - Bari-Ascoli

Foto: Pagina Facebook SSC Bari.


Settimo episodio di Chiacchere da Bar(i) che coincide con la prima sconfitta stagionale della formazione di Mignani, una sconfitta che ha fatto scendere l'entusiasmo generato dalla striscia positiva di questo inizio di stagione e che ha mostrato qualche limite della squadra nel momento in cui ha dovuto affrontare una squadra che è venuta al San Nicola a non concedere spazi. L'Ascoli ha tagliato fuori i due attaccanti biancorossi dal gioco mentre è stata sufficientemente brava a giocare sui propri punti di forza offensivi, ossia i calci piazzati e le giocate in contropiede, per portare a casa l'intera posta in palio.

Assieme a Giovanni Fasano ci siamo posti tre domande sulla partita di sabato ed abbiamo espresso le nostre opinioni.

giovedì 13 ottobre 2022

Le idee di Xabi Alonso, Conçeicao, Tudor ed Amorim


Il mercoledì sera della quarta giornata di Champions League metteva di fronte quattro allenatori desiderosi di emergere nell'élite del calcio europeo, e per farlo si sono messi in gioco in quattro realtà tra le più importanti di quel sottobosco del grande calcio che si trova un gradino sotto i top club ma che ama organizzarsi per cercare di far loro qualche sgambetto per poi convincerli a portarli dalla loro parte. 

Questi quattro allenatori sono rispettivamente Xabi Alonso, fresco allenatore del Bayer Leverkusen, Sergio Conçeicao, allenatore del Porto con un'esperienza già più consolidata con il club portoghese, Ivan Tudor, che ha scelto di raccogliere l'eredità di Sampaoli a Marsiglia dopo l'esperienza positiva a Verona, ed infine Ruben Amorim, l'enfant prodige della titolata scuola portoghese, al terzo anno sulla panchina dello Sporting Lisbona.

Le due partite (Leverkusen-Porto e Sporting-Marsiglia) si sono chiuse con due vittorie esterne rese possibili da elementi episodici che hanno indirizzato da una parte la partita di Lisbona ma in coerenza con la superiorità espressa dalla strategia del Marsiglia, e dall'altra la partita di Leverkusen, dove invece il cinismo della squadra portoghese e due rigori generosi hanno permesso un risultato diverso da ciò che abbiamo visto sul terreno di gioco.

Ma ciò che più ci importa in questa analisi è vedere i quattro modi diversi di porsi in campo dei quattro allenatori e come si sono sfidati in questo doppio incrocio.

lunedì 10 ottobre 2022

Chiacchere da Bar(i) #6 - Venezia-Bari

Foto: pagina Facebook SSC Bari.


Con la vittoria a Venezia il Bari trova la quarta vittoria consecutiva e balza in vetta alla classifica in compagnia della Reggina lasciandosi alle spalle il Brescia fermato dal Cittadella. Ogni vittoria ed ogni partita rappresentano un pieno di consapevolezza per la squadra di Mignani.

Assieme a Giovanni Fasano andiamo ad analizzare i temi di questo Venezia-Bari.

venerdì 7 ottobre 2022

Roma e Betis hanno mostrato le rispettive identità

Foto: As Roma

Nella terza giornata della fase a gironi dell'Europa League, la Roma di Jose Mourinho affrontava all'Olimpico il Betis di Manuel Pellegrini in una sfida il cui risultato era forse più importante per la Roma che per la squadra spagnola visto il suicidio giallorosso in Bulgaria della prima giornata. 

Oltre al risvolto di classifica, a rendere interessante la partita era la contrapposizione tra gli stili di gioco delle due squadre, con il calcio fatto di compattezza difensiva e baricentro medio-basso della squadra di Mourinho contro il calcio di palleggio ed iper-tecnico della squadra betica.

La partita non ha riservato sorprese da questo punto di vista, in quanto il confronto tattico si è svolto proprio sulle direttrici volute da entrambi i tecnici con il risultato che ha premiato oltremodo la formazione di Pellegrini, uscita vincitrice dall'Olimpico con una rete di Luiz Enrique nelle battute finali di una partita dove, dando un occhio agli xG, avrebbe meritato di più la formazione giallorossa, ma anche questa affermazione andrebbe rivista per diversi motivi.


martedì 4 ottobre 2022

Chiacchere da Bar(i) #5 - Bari-Brescia

Fonte Foto: Pagina Facebook SSC Bari.


Quella di sabato pomeriggio al San Nicola era una partita molto attesa perché volevamo vedere il Bari all'opera contro un'altra grande del campionato che si presentava a Bari da prima in classifica. E' finita con la miglior prestazione stagionale del Bari con il risultato di 6-2 perfetta fotografia dei valori espressi in campo dalla partita, con una squadra che ha dominato (il Bari) ed un'altra che ha solo dovuto subire l'ondata biancorossa sul terreno di gioco uscendone con le ossa rotte.

giovedì 29 settembre 2022

L'Union Berlino sta rompendo la Bundesliga?



Dopo la prima pausa stagionale (la seconda coinciderà con l'inizio dei Mondiali in Qatar) la Bundesliga ha una capolista abbastanza inaspettata: l'Union Berlino di Urs Fischer. Per quanto sia sorprendente vedere la squadra del quartiere Kopenick di Berlino lì in vetta, non vi è da sorprendersi nell'osservare l'ascesa di questa squadra al quarto anno nella massima serie tedesca, tutte stagioni in cui la squadra berlinese ha migliorato i propri risultati.

Le prestazioni dell'Union in Bundesliga, tuttavia, aprono un discorso non tanto sul livello medio del campionato tedesco, quanto sulla varianza tattica all'interno della competizione, stracolma di formazioni che propongono un calcio basato sulla verticalità e sull'aggressività in fase di non possesso. Non è un caso che la squadra di Fischer, con una proposta tattica decisamente diversa rispetto al resto delle contendenti, veleggi da tre stagioni in zone di alta classifica fino a giungere alla situazione attuale di vetta solitaria.

Ed è proprio l'identità tattica dell'Union Berlino l'oggetto di questa analisi.

martedì 20 settembre 2022

Chiacchiere da Bar(i) #4 - Cagliari-Bari

Foto: Pagina Facebook SSC Bari


Siamo giunti al termine del primo ciclo di partite per la serie B, un ciclo che vede il Bari chiudere imbattuto e con un inaspettato terzo posto in classifica reso possibile da un'insperata vittoria nella trasferta di Cagliari, un'impresa frutto di episodi che hanno girato dalla parte giusta ma anche della forza della squadra biancorossa di togliere alla squadra sarda le proprie certezze.

Per questa quarta puntata di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano abbiamo invitato Marco Lai, che ci ha fornito il suo punto di vista sulla partita dell'Unipol Domus dicendoci qualcosa in più sulla squadra allenata da Liverani.

Le puntate precedenti di Chiacchere da Bar(i) le trovate, invece, a questo link.

martedì 13 settembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #3 - Cosenza-Bari

Foto. SSC Bari

Per il terzo episodio delle nostre chiacchiere da Bar(i) abbiamo analizzato gli spunti principali derivanti dalla vittoria del Bari al San Vito - Gigi Marulla di Cosenza, un successo di misura ma ampiamente meritato dalla squadra di Mignani, che ha mostrato di essere una squadra decisamente superiore rispetto ai propri avversari.

In questo episodio mi avvarrò come da buona abitudine del confronto con le opinioni di Giovanni Fasano e, in vista della trasferta di Cagliari, abbiamo chiesto qualche parola di presentazione anche a Marco Lai, anche lui come me e Giovanni grande appassionato di calcio e ne scrive su Gegenpress e, recentemente, anche su Ultimo Uomo. Ma soprattutto Marco è un grande tifoso del Cagliari, per cui abbiamo chiesto a lui cosa aspettarci dalla trasferta sarda.

I precedenti episodi di Chiacchere da Bar(i), li trovate a questo link.

mercoledì 7 settembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #2: Bari-Spal


In questo secondo episodio di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano vi parliamo di Bari-Spal, un 2-2 che ci lascia molti spunti e che ci ha dato delle conferme su questo Bari in attesa di capire come i nuovi arrivi giunti dal mercato si integreranno nello scacchiere tattico di Mignani.

Contro la Spal il Bari ha ottenuto il terzo pareggio su quattro partite disputate. Cosa ci ha detto l’incrocio con la squadra di Venturato?

Giovanni Fasano - A differenza di quanto si legge in giro, Bari-Spal non è stata una partita a due facce. Entrambe le squadre nell’arco dei 90 minuti hanno costantemente dato la sensazione di poter essere efficaci offensivamente e fragili difensivamente, alternando le fasi di predominio, ma dando vita ad una gara nel complesso equilibrata. 

I biancorossi hanno approcciato bene il match eseguendo alla perfezione il piano di gioco studiato da Mignani, ossia la ricerca immediata della verticalizzazione verso le due punte. Cheddira e Antenucci hanno fiaccato la resistenza della linea difensiva della Spal con ripetuti attacchi alla profondità, mettendo in continua difficoltà rispettivamente Dalle Mura e Meccariello. 

L’idea, coraggiosa ma quasi suicida, di Venturato di tenere la linea alta quasi a ridosso della linea di centrocampo non ha fatto altro che favorire i rapidi ribaltamenti di fronte dei biancorossi. Di contro Il Bari ha confermato le grandi difficoltà palesate nelle scorse gare in fase difensiva. Quando i centrocampisti azzardano un pressing più aggressivo, le linee si sfilacciano perché la difesa non è mai puntuale nell’accorciare; mentre quando la squadra adotta una tattica più conservativa soffre i cross provenienti dalle fasce e, specialmente in questa gara, i movimenti delle mezzeali avversarie alle spalle dei pari ruolo. 

La Mantia, seppur ingabbiato tra Mazzotta e Terranova, ha confermato le sue grandi doti da colpitore di testa vincendo 7 degli 8 duelli aerei ingaggiati, molti dei quali all’interno dell’area biancorossa. Proia, la mezzala destra, e Tunjov, il trequartista scelto da Venturato, hanno ricevuto spesso smarcati, mancando l’ultimo passaggio soprattutto per imprecisioni tecniche. 

Il trio di centrocampo della Spal è molto interessante: Salvatore Esposito si conferma un regista che presto vedremo al piano superiore, Zanellato ha una sensibilità tecnica di livello elite per la categoria, mentre Proia muovendosi molto bene senza palla rende completo ed eterogeneo il reparto. Tornando al Bari, nel complesso la squadra di Mignani ha nuovamente mostrato di avere le idee chiare con il pallone tra i piedi, ma di essere ancora in fase di rodaggio per quanto concerne la difesa. 

Nicola Lozupone - Concordo sul fatto che la partita sia stata continuamente in bilico e che la sequenza dei goal può ingannare chi non ha visto la partita. Entrambe le squadre hanno giocato con le proprie armi mostrando chiaramente le rispettive identità di gioco. Da una parte il Bari che cercava la zona di rifinitura per le solite combinazioni strette, dall'altra la Spal che occupava la stessa zona di campo ma con lo scopo di liberare spazio per i cross insidiosi di Dickmann e Tripaldelli.

A decidere la partita, tuttavia, sono state le problematiche difensive delle due squadre: da una parte i problemi della linea difensiva biancorossa nel difendere l'area di rigore (brutta cosa prendere un goal, quello di La Mantia, da fallo laterale); dall'altra parte, come sottolineato da Giovanni, la linea alta della Spal è stata terreno di conquista per Cheddira ed i suoi attacchi alla profondità.

La Spal, pur concedendo con la linea difensiva alta, ha anche recuperato tanti palloni in avanti grazie al suo baricentro alto. La differenza tra Bari e Spal a mio parere sta tutta qui: i difetti del Bari nascono da difficoltà endemiche dei propri difensori, quelli della Spal sembrano essere un rischio calcolato.

martedì 30 agosto 2022

Chiacchere da Bar(i) #1: Perugia-Bari

Foto: pagina Facebook SSC Bari.

Da oggi questo blog ospiterà una rubrica in cui settimanalmente andremo a discutere del Bari, un modo per parlare non solo della formazione biancorossa permettendo ai tifosi biancorossi di leggere qualcosa di ragionato sulle partite della squadra di Mignani, ma anche un modo per presentare di settimana in settimana l'intero campionato cadetto mediante le avversarie che i galletti andranno ad affrontare di volta in volta.

Assieme a me ci sarà Giovanni Fasano, al quale ci accomuna l'origine della provincia barese da cui deriva la passione per la squadra biancorossa e tutto ciò che gira attorno alla squadra, ma soprattutto ci accomuna il desiderio di scrivere il nostro punto di vista su ciò che accade nel mondo del calcio, soprattutto sul terreno di gioco. Potete trovare gli scritti di Giovanni qui.

In questo primo episodio parleremo di Perugia-Bari, partita che coincide anche con la prima vittoria in campionato della formazione biancorossa, un 3-1 che pone in un continuum le sfide tra queste due squadre con gli ultimi due precedenti della stagione 2017-2018, quella che si concluse con il fallimento del Bari di Giancaspro, partite entrambe vinte con lo stesso risultato dalla formazione allora allenata da Fabio Grosso.

lunedì 22 agosto 2022

Le prospettive di Bari e Palermo


La seconda giornata di serie B ha visto come anticipo del venerdì sera uno scontro tutto meridionale tra le due formazioni promosse dal girone C della scorsa serie C: da una parte il Bari dominatore del campionato e dall'altra il Palermo, che ha ottenuto la promozione dopo una magnifica quanto inaspettata cavalcata nei playoff.

Diverse, invece, le storie che hanno accompagnato le due società dopo aver ottenuto la promozione: la squadra biancorossa ha mantenuto inalterata la guida tecnica ed i quadri societari - a cui si aggiunge la proroga al 2028 per De Laurentiis dell'obbligo di vendere una tra Bari e Napoli - mentre i siciliani sono stati oggetto di un importante cambio societario, con il City group che ha acquisito il club. Questo cambiamento societario ha portato il tecnico della promozione, Silvio Baldini, e il direttore sportivo Renzo Castagnini, a rassegnare le dimissioni, portando, quindi, sulla panchina del Palermo Eugenio Corini che, dopo Chievo e Brescia, siede su un'altra panchina di una squadra che ha reso grande da calciatore.

LO SCHIERAMENTO DELLE DUE SQUADRE

Sin dal suo approdo a Bari nella scorsa stagione, Michele Mignani ha disegnato la squadra con il 4-3-1-2 con cui si è fatto conoscere a Modena nelle stagioni precedenti, attorno a questo disegno Ciro Polito ha costruito una squadra capace di dominare lo scorso campionato e di essere zoccolo duro della squadra che si andrà a giocare questa stagione in serie cadetta. La formazione schierata in campo è la stessa vista a Parma nella partita d'esordio in campionato, con la coppia Di Cesare-Terranova al centro della difesa e Pucino e Giacomo Ricci sugli esterni, il rombo di centrocampo formato da Maiello vertice basso, Maita e Folorunsho ai lati con Botta a supporto della coppia Antenucci-Cheddira.


Dall'altra parte il Palermo, nonostante il cambio in panchina, conferma il 4-2-3-1 disegnato da Baldini nella scorsa stagione. Corini nelle ultime stagioni ha sempre schierato le sue squadre con il rombo a centrocampo, ma evidentemente il lascito di Baldini al gruppo di giocatori in organico non meritava di essere depauperato così in fretta; una scelta che si è rivelata vincente nella prima partita di campionato contro il Perugia, vinta brillantemente per 2-0. Così anche i rosanero confermano in blocco l'undici della gara d'esordio: Nedelcearu e Marconi formano la coppia centrale, Damiani e Broh il duo di centrocampo a protezione della difesa, Buttaro e Crivello terzini, davanti a loro sulle fasce operano Elia e Valente, mentre Floriano viene schierato da trequartista alle spalle di Brunori.

LA SUPERIORITA' DEL PALERMO SUL LATO DESTRO

La sfida tattica tra Mignani e Corini nasceva come interessante e tale e rimasta fino al fischio finale: la contrapposizione tra i due schieramenti creava in maniera naturale delle superiorità in alcune zone del campo. Lo schieramento del Palermo cercava la superiorità sugli esterni, il Bari la cercava in mezzo, per cui scopo delle due squadre era ottimizzare le relative superiorità numeriche e limitare le situazioni di inferiorità. Sotto questo aspetto il Palermo è stato decisamente migliore del Bari, soprattutto nel primo tempo.

Una situazione costante creata dal Palermo nella prima parte di gara aveva come uomo-chiave Jeremie Broh che, partendo dalla posizione di mediano della linea a due si apriva in fase di possesso per permettere a Buttaro di avanzare sulla destra. Come si evince facilmente da questo esempio, il movimento di Broh crea immediatamente una superiorità numerica su quel lato (Buttaro, Broh, Elia contro Folorunsho e Giacomo Ricci). La superiorità numerica in questione genera, a sua volta, superiorità posizionale, ossia costringe l'avversario a fare delle scelte che portano a scoprire un'altra zona di campo. Qui la situazione è ben riconoscibile in quanto Folorunsho resta a metà strada non sapendo se fronteggiare Broh o scalare su Buttaro; il giocatore più vicino all'ex Reggina è Maiello che, però, scalando, lascerebbe libero spazio alle sue spalle per le ricezioni di Floriano tra le linee, a questo si aggiunge la linea difensiva bloccata da Brunori e dalla posizione larghissima di Valente. Questa situazione è quella che ha permesso al Palermo di creare diversi pericoli verso la porta di Caprile, tra cui l'importante occasione sprecata da Floriano nei primi minuti di partita.

Fonte: Sofascore.

A dimostrazione che questa era la strada preferita da percorrere per la squadra siciliana ci sono le posizioni medie alla fine del primo tempo, dove si vede chiaramente la ricerca continua del sovraccarico su quel lato di campo. Si può notare chiaramente il differente scaglionamento della coppia di centrocampo, con Damiani (numero 21) più bloccato davanti alla difesa, e Broh (numero 14) aperto a destra. Anche il posizionamento di Nedelcearu (numero 18) mostra chiaramente come il centrale rumeno portasse palla allo scopo di supportare la costruzione e lo sviluppo dell'azione su quel lato di campo.


In questo esempio si possono ben notare i meccanismi sulla catena di destra del Palermo e le combinazioni che hanno permesso più volte di sfondare la linea difensiva del Bari.

LA STRATEGIA DEL BARI

Il sistema di gioco del Bari di Mignani è atto a cercare uomini nelle zone centrali del campo per attivare combinazioni di gioco rapide tra le linee e superare la linea difensiva avversaria oppure scaricare l'uomo libero sull'esterno dopo aver attirato l'avversario centralmente.

Da questo esempio si può notare come il rombo di centrocampo del Bari si muova con i propri uomini al fine di coprire il campo a diverse altezze: qui vediamo Maiello in zona di costruzione, Maita in zona sviluppo (ossia lo spazio tra prima e seconda linea avversaria), Folorunsho a metà strada tra zona sviluppo e zona rifinitura che si allarga per cercare di aprire la linea del Palermo e permettere la ricezione tra le linee ad uno tra Antenucci e Botta. Se l'avversario decide di dare priorità alla chiusura della zona centrale, allora il 90 biancorosso può farsi vedere per ricevere palla per poi puntare lo schieramento avversario palla al piede; le due punte, invece, si posizionano tra centrale difensivo e terzino avversario per cercare di muoversi in quello spazio o, come ha spesso fatto Cheddira, cercare di sfruttare la profondità alle spalle della linea stessa.

A dare poca incisività alla strategia dei biancorossi nel primo tempo è stato il poco sostegno all'azione offensiva: dopo la grande prestazione di Parma, Folorunsho è stato oggetto di particolari attenzioni da parte di Corini, per cui non appena l'ex reggino entrava in possesso di palla il raddoppio tra Buttaro ed Elia era automatico, non sempre Ricci ha fornito la sovrapposizione lasciando quindi isolato il centrocampista di origini nigeriane. Inoltre l'ottima copertura di Damiani e Broh (partita totale la sua) ha isolato anche i tre d'attacco, costringendo il Bari a ricominciare l'azione da dietro con un possesso palla sterile. Il motivo principale di questa scelta stava nel timore della squadra di Mignani di concedere spazi al contropiede del Palermo in caso di palla persa, un punto debole del Bari che andremo ad analizzare.

In questo video, invece, possiamo notare, la costruzione del Bari con Maiello che si abbassa tra i centrali, i movimenti e le rotazioni del rombo di centrocampo con Maita a destra che si apre per creare spazio e poi lo spostamento del gioco a sinistra come soluzione offerta dal Palermo per poi poter applicare la propria pressione laterale che il Bari non riesce a superare nonostante il tentativo di sovrapposizione di Ricci.





LA QUESTIONE DEL PRESSING


Per il Bari si è rivelato un grosso arcano nel primo tempo adottare la giusta strategia di pressione sul Palermo: come accennato precedentemente la coperta sembra molto corta, per cui Mignani ha dovuto aggiustare l'atteggiamento della squadra in fase di non possesso nel corso della partita.

In questo esempio si vede bene la difficoltà del Bari nel gestire un pressing molto aggressivo, con Cheddira che cerca di salire in pressione fin sul portiere ed Antenucci che copre su Damiani ma orienta anche la propria corsa sull'altro centrale difensivo, un sistema che ha funzionato in alcune circostanze costringendo Pigliacelli a lanciare lungo, ma che quando eseguito con i tempi sbagliati permetteva al Palermo di risalire facilmente il campo sfruttando il solito equivoco creato dalla posizione di Broh. In particolare possiamo notare che per seguire le scalate verso l'esterno è Floriano il giocatore che si trova libero di ricevere palla tra le linee in posizione molto favorevole.

Diversa era la situazione con le linee più corte ma senza abbassare il baricentro, qui il Bari rinuncia al pressing e lascia il Palermo impostare con addirittura Pigliacelli che si posiziona tra i centrali difensivi proprio per attirare la pressione. In queste situazioni il Bari ha mostrato di essere più a suo agio difensivamente, anche perché con le linee più compatte era più facile recuperare posizione in caso il Palermo muoveva il gioco esternamente. Ovviamente l'altro lato della medaglia stava nel fatto che con uno schieramento così diventava difficile orchestrare le ripartenze in caso di palla recuperata.

Il problema di mandare pochi uomini in attacco per mantenere un certo equilibrio in campo alla fine si è riverberato nell'assenza di soluzioni per muovere rapidamente il pallone in avanti, fino a costringere i centrocampisti a cercare di forzare i passaggi per dare velocità al possesso, una situazione che ha portato a diversi errori a centrocampo con sanguinose palle perse da cui sono nate tante situazioni di pericolo tra cui il goal con cui il Palermo ha sbloccato la partita.

COME HA RISOLTO I PROBLEMI MIGNANI


Il secondo tempo, invece, è stato praticamente un monologo del Bari: sotto di un goal l'ex allenatore del Modena ha dato istruzione alla squadra di prendersi più rischi e mandare più giocatori ad invadere la metà campo del Palermo, una mossa che alla fine ha sortito i propri effetti in quanto ha permesso al Bari di prendersi la supremazia territoriale in campo.

Sin dal fischio d'inizio della seconda frazione si è visto il cambio di approccio della formazione biancorossa, ben visibile in occasione dell'opportunità che ha portato al tiro di Maita respinto da Pigliacelli con un intervento prodigioso. In questa occasione vediamo che entrambi i terzini sono saliti e sono pronti ad accompagnare l'azione (Ricci è fuori dall'inquadratura ma sta fornendo ampiezza a sinistra), mentre Botta e Maita si muovono e ruotano le proprie posizioni in modo da scambiare "a muro" con Antenucci spalle alla porta e sfondare mediante rapide triangolazioni.

La chiave è stata sostanzialmente quella di alzare i terzini costringendo il Palermo ad aprire le linee difensive creando spazi per far accedere il pallone in zona rifinitura e/o permettere a Maita e Floronusho di buttarsi dentro palla al piede sfruttando al meglio la loro straripante forza fisica. Una volta raggiunta la zona rifinitura con maggiore facilità il Bari ha potuto mostrare al meglio la qualità del proprio calcio e costringere il Palermo a chiudersi dietro senza possibilità di ripartire.

Fonte: SofaScore

Le statistiche del secondo tempo testimoniano in maniera abbastanza netta la superiorità del Bari, con il Palermo che non è mai riuscito ad arrivare al tiro nei secondi 45 minuti. Al Bari è forse mancata la giusta qualità per trovare il colpo vincente dopo il goal del pareggio e dopo l'espulsione di Marconi che ha lasciato il Palermo in dieci nelle fasi finali della partita.

CONCLUSIONI


Bari e Palermo hanno dato vita ad uno bello spettacolo reso ancora più attraente dalle luci e dai 36000 spettatori dello stadio San Nicola. Il risultato di parità rispecchia una certa superiorità delle due squadre nei due tempi, con la squadra di Corini decisamente meglio nel primo tempo dove ha dettato il contesto tattico della partita, dominante il Bari nella ripresa con Mignani che ha meglio coperto l'ampiezza del campo prima alzando i terzini e poi usando i cambi rinunciando al rombo a centrocampo per cercare maggiore ampiezza con Cangiano e Galano schierati ali in un 4-2-4, un modulo che a Bari rievoca dolci ricordi.

Cosa resta alle due squadre è l'idea di due squadre che possono proseguire in continuità con quanto iniziato nella scorsa stagione: il Bari sicuramente continuerà con la strada tracciata finora cercando di sistemare qualcosa nella rosa per avere maggiori alternative in tutte e tre le zone di campo per potersi alzare di livello, per il Palermo la situazione è ancora bene da definire visto che quanto visto a Bari venerdì sera sembra più frutto del lavoro eccellente di Silvio Baldini dello scorso anno mentre la società sembra orientata a costruire nelle prossime settimane di mercato una squadra più in linea con le richieste di Corini, per cui resta il dubbio su come sarà questa squadra al termine del mercato. lasciando a chi vi scrive l'impressione che ci possa essere il rischio di rovinare un giocattolo che funziona molto bene così com'è.

domenica 24 luglio 2022

L'analisi tattica dei quarti di finale dell'Europeo femminile


La fase ad eliminazione diretta ha fatto entrare nel vivo l'Europeo femminile, lasciando in corsa le formazioni più forti ma anche quelle che hanno trovato la formula tattica giusta per regalare sorprese, come l'Austria ed il Belgio che hanno eliminato dai gironi rispettivamente Norvegia ed Italia.

I quattro quarti di finale hanno mostrato tanti spunti di riflessione a livello tattico, dove l'attenzione a questo aspetto ha alzato il livello del gioco proposto dalle nazionali, rendendo le partite molto godibili ed equilibrate, quanto meno dal punto di vista del risultato finale, con solo la Germania in grado di portare a casa il successo con più di un goal di vantaggio. 

Osservare in chiave tattica le partite dei quarti di finale di questo europeo femminile è molto utile per capire in che modo i vari movimenti nazionali hanno trovato - o stanno trovando - la strada da seguire per alzare il livello del calcio femminile e che possa essere usato come riferimento dalle nazioni ancora lontane dal livello visto in queste partite (sì, mi riferisco all'Italia prima di tutti).


LA FORZA DELLE INGLESI, MA IL FUTURO E' DELLA SPAGNA

Il primo quarto di finale ha messo di fronte Inghilterra e Spagna, una partita che, sulla carta, doveva essere un monologo della squadra inglese, sia per quanto visto nella fase a gironi (girone A vinto dalle Lionesses a punteggio pieno e con 14 goal realizzati e nessuno subito) sia per il fatto che le spagnole hanno perso pezzi importanti sulla strada che le ha portate a questo europeo: l'attaccante Jennifer Hermoso e il pallone d'oro in carica Alexia Putellas.

Fonte: The Athletic
Ed invece, come ben mostrano le statistiche, la partita di Brighton è stata per lunghi tratti un dominio della formazione iberica, dominio corroborato anche dai numeri relativi alla partita. Non sorprende il dato sul possesso palla favorevole a Bonmati e compagni, ma soprattutto è la pericolosità (data dagli xG) e la supremazia territoriale (data dal field tilt) a mostrare la bontà della prestazione della Spagna che ha dovuto capitolare solo dopo i supplementari che le inglesi hanno raggiunto con un goal di Ella Toone a pochi minuti dallo scadere.

Le chiavi che hanno permesso alla Spagna di avere il controllo della partita per un'ora di gioco sono state essenzialmente due. La prima riguarda la grande qualità del trio di centrocampo formato da Guijarro-Bonmati-Abelleira: il loro movimento a creare due linee in fase di costruzione permetteva alla Spagna di far avanzare il gioco centralmente con grande qualità, diverse volte la linea di centrocampo delle inglesi è stata superata con facilità dalle spagnole, sempre abili con i movimenti delle tre centrocampiste a creare superiorità posizionale: in questo caso si vede bene come l'Inghilterra venga attratta dalla costruzione spagnola lasciando molto spazio tra le linee che poteva essere sfruttato con un passaggio progressivo corretto. 

La seconda, invece, è stata data dalla capacità delle ragazze allenate da Jorge Vilda di limitare molto bene in fase di non possesso la formazione inglese, in particolare oscurando dalla costruzione dell'azione Keira Walsh e, soprattutto facendo un gran lavoro sul lato sinistro difensivo per tenere sotto controllo le giocate di Lucy Bronze, spesso utilizzata da Wiegman come regista e rifinitrice occulta del gioco delle inglesi. Per larga parte della partita all'Inghilterra è stato tolto accesso centrale e la soluzione delle conduzioni di Lucy Bronze, costringendo le centrali Bright e Williamson a cercare le soluzioni dirette verso le esterne d'attacco o per la testa di White.

Alla fine le inglesi sono riuscite a rimetterla a posto grazie ai cambi, utilizzati per mettere maggiore freschezza alla squadra. Wiegman ha capito che la chiave era quella di cercare la nuova coppia d'attacco formata da Russo e Toone per riprendere campo, a cui si è aggiunta la scelta di formare una linea difensiva a tre con Greenwood al posto di Daly (messa al tappeto da De Castillo) e mandare in attacco Bright a far compagnia alle due punte. 

Con la centrale difensiva mandata in attacco al fianco di Russo e Toone, tenendo Bronze nella linea a tre e tenendo larghe Kelly ed Hemp, l'Inghilterra ha sfruttato anche l'abbassamento delle iberiche passate a cinque dietro creando i presupposti per il goal a 6 minuti dalla fine che ha rimesso in piedi l'europeo delle padrone di casa. Con una intuizione basata sul limitare le ripartenze spagnole e riempire l'area avversaria con più elementi possibili, Wiegman ha sfruttato al meglio la profondità della rosa a sua disposizione, permettendole di venire a capo di una partita molto ma molto complicata.

Ha vinto, quindi, la forza della rosa a disposizione delle inglesi, ma, considerate le assenze importanti e la giovane età della squadra, il modello spagnolo basato sui princìpi del calcio di posizione renderà grande anche il calcio femminile, magari già a partire dai Mondiali del prossimo anno.


LA SOLIDITA' TEDESCA

Come nel calcio maschile, la Germania ha messo da parte un calcio fondato solo sul fisico e sui duelli per far posto ad un calcio più verticale ed aggressivo; ma soprattutto la scuola femminile tedesca propone un calcio giocato a ritmi molto più elevati della concorrenza, e questo si è molto visto nel quarto di finale tra le tedesche e l'Austria, probabilmente la partita più intensa di questo europeo. 

Tuttavia, pur in un contesto tattico moderno e fluido, è la capacità di concedere poco e di oscurare gli spazi alle avversarie il punto di forza della formazione tedesca, che unendo la capacità di ribaltare rapidamente il campo a quella di mantenere un posizionamento compatto in campo, la rende una squadra davvero complicata da battere.

Questa solidità della formazione tedesca, tuttavia, non è dettata da un atteggiamento rinunciatario in campo ma anzi da una strategia molto aggressiva in fase di non possesso. L'unica partita in cui ha scelto ad un certo punto di abbassare il baricentro è stata quella dei gironi contro la Spagna nel secondo tempo, ma solo per evitare un dispendio di energie eccessive contro la qualità delle iberiche e per togliere profondità e spazio tra le linee alla squadra di Vilda. 

Tuttavia anche in quell'occasione le tedesche furono in grado di indirizzare la partita dalla propria parte grazie ad un goal realizzato forzando l'errore di Pano, il portiere della Spagna, grazie ad una prima pressione ben organizzata. Anche il dato del PPDA testimonia questo atteggiamento delle tedesche e, soprattutto, il numero di palloni recuperati in zone alte del campo (68, secondo The Analyst). Questo esempio è preso dall'azione che ha portato al goal con cui le tedesche hanno sbloccato la partita con l'Austria: la centravanti Popp va a pressare il portiere chiudendo l'opzione per il lato sinistro del campo e forzando le austriache ad andare sul lato destro dove le giocatrici sono prese individualmente, questo porterà al recupero palla di Rauch da cui nascerà il goal di Magull.

L'altra qualità delle tedesche in fase difensiva sta nella protezione che Oberdorf da alla linea difensiva: uno degli elementi che accomunano le squadre di questo europeo femminile sta nei movimenti a venire incontro delle numero 9 tra le linee. Un elemento che l'Italia, per esempio, ha sofferto maledettamente con Katoto nella partita contro la Francia. Oberdorf nella strategia della Germania ha il compito di porsi davanti alla linea a schermare proprio questo tipo di movimenti con lo scopo di togliere alla linea difensiva il problema di decidere se coprire la profondità o spezzare la linea lasciando spazio alle spalle da attaccare. In questo esempio vediamo come la numero 6 in forza al Wolfsburg (2001 tra l'altro) sia pronta a bloccare Billa, la centravanti austriaca.

Se proprio vogliamo trovare un pelo nell'uovo all'organizzazione difensiva tedesca sta nella copertura non ottimale dello spazio sul centro-sinistra difensivo, una situazione che nella partita con l'Austria ha generato la maggior parte degli ingressi in area della formazione austriaca, tra cui le principali occasioni capitate sui piedi di Hickelsberger-Fuller. Queste situazioni sono state generate da alcune uscite dalla linea difensiva con tempismo non ottimale da parte di Hegering, la centrale di sinistra della linea a quattro della formazione di Voss-Tecklenburg.



AGGRESSIVITA' E FLUIDITA' SVEDESE


La Svezia ha trovato il goal della qualificazione alle semifinali solo a pochi secondi dalla fine dei tempi regolamentari del suo quarto di finale contro il Belgio, pur avendo condotto il contesto tattico della partita. 

Fonte: The Athletic
Anche i numeri mostrano apertamente il dominio imposto dalla squadra svedese, capace di produrre oltre 30 conclusioni verso la porta esaltando le qualità del portiere belga Evrard, una delle rivelazioni di questo europeo. Le sole parate dell'estremo difensore belga, in base alla statistica sugli expected goals on target, ossia i goal attesi calcolati in base a dove il tiro termina la propria corsa (e non da dove viene effettuato, base di calcolo degli expected goals) hanno evitato quattro reti.




Indubbiamente la Svezia ha costruito il proprio dominio mediante la pressione alta esercitata sull'uscita da dietro delle giocatrici belga che sostanzialmente ha reso inoffensive le avversarie. Dall'inizio dell'Europeo la Svezia organizza la propria pressione alta andando a prendere individualmente le calciatrici avversarie, soprattutto dopo aver indirizzato la costruzione avversaria in una zona laterale di campo. In questo esempio si può notare cosa accade nel momento in cui la Svezia dirige il possesso del Belgio sull'esterno: ogni giocatrice è pronta a scalare mantenendo un'equidistanza da due giocatrici avversarie in modo da poter intervenire in base alla giocata eseguita dall'avversaria.

Il Belgio ha provato a trovare delle soluzioni per superare questa pressione svedese con coraggio, sia sfidandola con un palleggio insistito ed a tratti rischioso fino all'interno dell'area di rigore, oppure accettando di andare sull'esterno per poi cercare di giocare il pallone oltre la linea di pressione svedese. Come si può vedere dall'esempio l'obiettivo era quella di usare il gioco di sponda della punta (in questo caso Wullaert) per una giocatrice pronta a ricevere la giocata accorciando (Minnaert) verso la linea delle attaccanti. Ma questo ha funzionato fino ad un certo punto, visto che le svedesi hanno progressivamente vinto tutti i duelli ed hanno coperto al meglio la profondità togliendo ogni velleità offensiva a De Caigny e compagne.

Ovviamente per la Svezia c'era anche il problema di dover aggirare il blocco medio del Belgio quando doveva attaccare, infatti la squadra allenata da Serneels ha deciso, come accaduto contro l'Italia, di non contestare la costruzione della squadra scandinava preferendo bloccare le vie d'accesso centrali, per cui alle svedesi non restava che cercare di aggirare lateralmente il blocco avversario. E sotto questo aspetto è stato molto importante l'apporto dato da Kosovare Asllani a sostegno dello sviluppo laterale. Qui nell'esempio si può notare come il neo acquisto del Milan si apra dalla propria posizione centrale per creare un tre contro due assieme al terzino Ilestedt e l'esterno Kaneryd; sul movimento di Asllani si attivano le rotazioni con, in questo caso, Ilestedt che si sovrappone internamente per attaccare lo spazio centrale tra le linee muovendo così la linea difensiva del Belgio aprendola.

Come per molte altre squadre di questo europeo, avere una giocatrice in grado di muoversi in zona rifinitura allo scopo di muovere lo schieramento difensivo avversario è un elemento indispensabile, e mentre abbiamo visto come altre squadre utilizzano la punta centrale a tale scopo, la Svezia utilizza l'ormai ex giocatrice del Real Madrid (nominalmente una trequartista) per eseguire questo compito.


LO STRAPOTERE DELLA FRANCIA


Francia-Olanda era sulla carta un quarto di finale molto atteso e si presumeva molto equilibrato, soprattutto grazie al rientro di Miedema per le olandesi dopo il COVID. Ma, invece, le francesi hanno dato una grande dimostrazione di forza che non si è riflessa nel risultato finale, visto che le transalpine hanno portato a casa il successo solo nei tempi supplementari grazie ad un calcio di rigore.

Fonte. The Athletic
Se le francesi non hanno portato il successo a casa dopo i tempi regolamentari è stato grazie alle parate di van Domselaar e la clamorosa prestazione difensiva della centrale van der Gragt nonché di Sherida Spitse davanti alla difesa. Anche qui i dati numerici sono abbastanza esplicativi del dominio esercitato dalle francesi sulla partita.







Per rendere possibile questo dominio, la Francia ha sfruttato al meglio la propria forza fisica per accorciare il campo e restringerlo. Questo ha tolto spazio a Van de Donk, ossia la giocatrice in grado di generare e sfruttare gli spazi tra le linee in collaborazione con Viviane Miedema. Isolando la numero 10 olandese, l'intero apparato offensivo dell'Olanda è stato reso inoffensivo da Renard e compagne. Questo è ciò che ha permesso alle francesi di prendere il centro del ring e dettare il contesto tattico della partita e prendersi il predominio territoriale.

La Francia è riconoscibile in fase offensiva per il suo schieramento che diventa un 4-2-4 con Diani e Cascarino ai lati e Geyoro (la giocatrice con il maggior numero di expected goal dell'Europeo) che attacca lo spazio creato dal movimento a venire incontro della punta Malard. Quest'ultima ha eseguito il compito a suo modo, ma obiettivamente non ha la stessa velocità d'esecuzione di Katoto, la titolare della maglia numero 9 che si è rotta il crociato dopo aver distrutto l'Italia nella gara inaugurale della competizione delle due squadre. Questa serie di movimenti delle quattro davanti servono a muovere la linea difensiva avversaria creando spazi da sfruttare con movimenti senza palla. Qui le olandesi hanno concesso spazio tra la centrale di sinistra Janssen e Casparij che Diani ha provato ad attaccare sfruttando la sponda di Malard. Questo sistema funziona anche grazie alla capacità delle francesi di muovere rapidamente il pallone anche grazie all'accuratezza dei lanci lunghi e dei cambi di gioco delle coppie centrali di difesa e centrocampo. 

Con questi ingredienti le francesi hanno definitivamente posto la propria candidatura alla vittoria finale del torneo, mostrando la bontà della loro proposta di gioco in entrambe le fasi.


ADESSO LE SEMIFINALI


Tra martedì e mercoledì, dunque, sapremo il nome delle due finaliste che si sfideranno a Wembley domenica prossima: Inghilterra-Svezia e Germania-Francia rappresentano decisamente il meglio del calcio femminile a livello europeo. Abbiamo avuto modo di mostrare le qualità a livello tattico e tecnico delle quattro contendenti, per cui le due sfide saranno decisamente molto interessanti da seguire a livello tattico. La chiave sarà chi meglio saprà creare spazio nella trequarti avversaria ed attaccarlo nel miglioro modo. Per cui non vi sono dubbi che vincerà la migliore.

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