mercoledì 7 settembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #2: Bari-Spal


In questo secondo episodio di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano vi parliamo di Bari-Spal, un 2-2 che ci lascia molti spunti e che ci ha dato delle conferme su questo Bari in attesa di capire come i nuovi arrivi giunti dal mercato si integreranno nello scacchiere tattico di Mignani.

Contro la Spal il Bari ha ottenuto il terzo pareggio su quattro partite disputate. Cosa ci ha detto l’incrocio con la squadra di Venturato?

Giovanni Fasano - A differenza di quanto si legge in giro, Bari-Spal non è stata una partita a due facce. Entrambe le squadre nell’arco dei 90 minuti hanno costantemente dato la sensazione di poter essere efficaci offensivamente e fragili difensivamente, alternando le fasi di predominio, ma dando vita ad una gara nel complesso equilibrata. 

I biancorossi hanno approcciato bene il match eseguendo alla perfezione il piano di gioco studiato da Mignani, ossia la ricerca immediata della verticalizzazione verso le due punte. Cheddira e Antenucci hanno fiaccato la resistenza della linea difensiva della Spal con ripetuti attacchi alla profondità, mettendo in continua difficoltà rispettivamente Dalle Mura e Meccariello. 

L’idea, coraggiosa ma quasi suicida, di Venturato di tenere la linea alta quasi a ridosso della linea di centrocampo non ha fatto altro che favorire i rapidi ribaltamenti di fronte dei biancorossi. Di contro Il Bari ha confermato le grandi difficoltà palesate nelle scorse gare in fase difensiva. Quando i centrocampisti azzardano un pressing più aggressivo, le linee si sfilacciano perché la difesa non è mai puntuale nell’accorciare; mentre quando la squadra adotta una tattica più conservativa soffre i cross provenienti dalle fasce e, specialmente in questa gara, i movimenti delle mezzeali avversarie alle spalle dei pari ruolo. 

La Mantia, seppur ingabbiato tra Mazzotta e Terranova, ha confermato le sue grandi doti da colpitore di testa vincendo 7 degli 8 duelli aerei ingaggiati, molti dei quali all’interno dell’area biancorossa. Proia, la mezzala destra, e Tunjov, il trequartista scelto da Venturato, hanno ricevuto spesso smarcati, mancando l’ultimo passaggio soprattutto per imprecisioni tecniche. 

Il trio di centrocampo della Spal è molto interessante: Salvatore Esposito si conferma un regista che presto vedremo al piano superiore, Zanellato ha una sensibilità tecnica di livello elite per la categoria, mentre Proia muovendosi molto bene senza palla rende completo ed eterogeneo il reparto. Tornando al Bari, nel complesso la squadra di Mignani ha nuovamente mostrato di avere le idee chiare con il pallone tra i piedi, ma di essere ancora in fase di rodaggio per quanto concerne la difesa. 

Nicola Lozupone - Concordo sul fatto che la partita sia stata continuamente in bilico e che la sequenza dei goal può ingannare chi non ha visto la partita. Entrambe le squadre hanno giocato con le proprie armi mostrando chiaramente le rispettive identità di gioco. Da una parte il Bari che cercava la zona di rifinitura per le solite combinazioni strette, dall'altra la Spal che occupava la stessa zona di campo ma con lo scopo di liberare spazio per i cross insidiosi di Dickmann e Tripaldelli.

A decidere la partita, tuttavia, sono state le problematiche difensive delle due squadre: da una parte i problemi della linea difensiva biancorossa nel difendere l'area di rigore (brutta cosa prendere un goal, quello di La Mantia, da fallo laterale); dall'altra parte, come sottolineato da Giovanni, la linea alta della Spal è stata terreno di conquista per Cheddira ed i suoi attacchi alla profondità.

La Spal, pur concedendo con la linea difensiva alta, ha anche recuperato tanti palloni in avanti grazie al suo baricentro alto. La differenza tra Bari e Spal a mio parere sta tutta qui: i difetti del Bari nascono da difficoltà endemiche dei propri difensori, quelli della Spal sembrano essere un rischio calcolato.

Walid Cheddira conferma lo stato di forma strepitoso, ma quali sono le altre note liete della partita?

Giovanni Fasano - Nelle precedenti partite le prestazioni di Cheddira lo avevano lasciato nell’ombra, ma quella contro la Spal è stata senza dubbio la partita di Mirco Antenucci. 

Oltre a siglare il suo terzo gol in campionato, l’attaccante presto 38enne ha fornito una prova tecnicamente sopraffina, lavorando sia come finalizzatore che come rifinitore occulto. La quantità di palloni provenienti dalla difesa ripuliti e gestiti è inquantificabile, così come gli allunghi in profondità senza palla. Rispetto alle prime tre apparizioni anche fisicamente sembra in netta crescita, una grande notizia per Mignani che al momento non può e non vuole fare a meno di lui. 

Inoltre, altro buon ingresso dalla panchina di Andrea D’Errico, abile nel disimpegnarsi nel ruolo di esterno sinistro del 442 con cui il Bari ha concluso la gara. L’ex capitano del Monza porta imprevedibilità e capacità nell’uno contro uno, qualità rare ed indispensabili in questa categoria. Con l’arrivo di Folorunsho lo slot di mezzala sinistra è stato occupato, ma un Botta ancora a caccia della condizione ideale e un Bellomo volenteroso ma avulso dalla manovra potrebbero spingere Mignani a provare lui alle spalle di Cheddira e Antenucci.

Nicola Lozupone - Sottoscrivo ogni virgola sulla prestazione di Antenucci, ha calamitato ogni pallone che passava dalle sue parti mostrando miglioramenti in termini di mobilità. A me è piaciuta anche la prestazione di Pucino, giocatore del quale ammetto di non avere una grande considerazione ma che mostra di saper tenere la linea oltre ad essere molto pulito in impostazione, attivando con le sue verticalizzazioni esterne le combinazioni offensive del Bari.

Riguardo D'Errico, il suo recupero è molto importante ora che Maita dovrà restare fuori un paio di settimane (o così sembra). È stato un giocatore importante per la promozione in B del Bari, ora mi aspetto un suo contributo da riserva di lusso in questa squadra.

Nel finale da segnalare l’ottimo ingresso del nuovo acquisto Eddie Salcedo, come potrebbero cambiare la conformazione dell’attacco barese lui e l’altro attaccante presentato sabato Scheidler?

Giovanni Fasano - L’ingresso di Salcedo è stato una boccata d’aria fresca per un Bari che dopo aver subito il gol del 2-2 faticava ad uscire dalla propria metà campo. Il prodotto delle giovanili del Genoa ha dato nuova linfa all’attacco barese, lavorando bene spalle alla porta e rendendosi protagonista di una serpentina conclusa con tiro che per poco non consegnava i tre punti alla sua nuova squadra. 

Guardando in ottica futura, Salcedo sembra avere tutte le caratteristiche necessarie per ritagliarsi uno spazio importante in questo Bari. L’ex Spezia è un attaccante mobile, veloce, a suo agio fuori dall’area di rigore e ben disposto a dialogare con i compagni. In un attacco estremamente fluido come quello barese è un profilo che si incastra alla perfezione, sia in coppia con Antenucci che con Cheddira.

Caratteristiche diverse ma ugualmente interessanti sono quelle di Aurélien Scheidler. L’attaccante prelevato dal Dijon è un armadio di 192 cm descritto da Polito come un giocatore moderno, valido tecnicamente e con ottimi margini di miglioramento. Non sarebbe sorprendente vederlo più come arma a gara in corso nelle prime settimane, in attesa di capire come Mignani, da buon alchimista quale è, possa integrarlo nella squadra. Con questi due acquisti quello del Bari può essere considerato uno dei reparti offensivi più completi della categoria.

Nicola Lozupone- Salcedo e Scheidler sono sicuramente aumentate le opzioni a disposizione di Mignani in attacco. Il giocatore di proprietà dell'Inter per caratteristiche può essere fungibile sia con Antenucci che con Cheddira. Nella partita contro la Spal è entrato bene ma mi è parso un po' pasticcione ma lo vedo come un buon segno in quanto denota voglia di mettersi in luce. 

Riguardo Scheidler, da quel poco che ho visto a Digione, non è necessariamente il pennellone da servire con palle lunghe in quanto sa muoversi molto bene. Per cui, come dice Giovanni, a Mignani il compito di esaltarne le qualità.

Ora questa squadra, però, sembra avere molte soluzioni in avanti e molto poche dietro, e non mi riferisco solo alla questione numerica (Pucino non ha un backup se non giocatori adattati), quanto alle caratteristiche dei difensori a disposizione che costringerà Mignani a giocare con un baricentro pericolosamente basso.

Prossima partita, si va a Cosenza, cosa ci sarà da osservare?

Nicola Lozupone - Sarà una partita parzialmente inedita per il Bari di questa stagione: il Cosenza è una squadra che lascia il possesso all'avversario e cerca di usare al meglio le pieghe della partita. Questo significa che vedremo meno profondità a disposizione di Cheddira e, soprattutto, il Bari dovrà giocare di più la palla. 

Finora in campionato abbiamo visto una situazione simile solo nel secondo tempo della partita contro il Palermo, e non è che sia andata benissimo, per cui sarà un test molto probante per la fase offensiva biancorossa e chissà che, complice l'assenza di Maita, Mignani non si metta alla ricerca di soluzioni più tecniche e meno fisiche a centrocampo.

Giovanni Fasano - Come detto da Nicola, a Cosenza il Bari dovrà trovare soluzioni alternative alla consueta ricerca immediata della verticalità. Il blocco basso con cui la squadra di Dionigi, con ogni probabilità, affronterà i galletti sarà un test importante per misurare la capacità dell’undici di Mignani di uscire dal proprio spartito. Sottoscrivo ciò che ha detto Nicola riguardo la scelta degli uomini: non avendo a disposizione spazio, sarà fondamentale fraseggiare bene in spazi congestionati, quindi mi aspetto il ritorno tra i titolari di Rubén Botta. L’argentino, più dell’attuale Bellomo, ha nelle corde la capacità di vedere e creare linee di passaggio necessarie per scardinare una difesa fino ad oggi molto efficiente.

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