domenica 24 luglio 2022

L'analisi tattica dei quarti di finale dell'Europeo femminile


La fase ad eliminazione diretta ha fatto entrare nel vivo l'Europeo femminile, lasciando in corsa le formazioni più forti ma anche quelle che hanno trovato la formula tattica giusta per regalare sorprese, come l'Austria ed il Belgio che hanno eliminato dai gironi rispettivamente Norvegia ed Italia.

I quattro quarti di finale hanno mostrato tanti spunti di riflessione a livello tattico, dove l'attenzione a questo aspetto ha alzato il livello del gioco proposto dalle nazionali, rendendo le partite molto godibili ed equilibrate, quanto meno dal punto di vista del risultato finale, con solo la Germania in grado di portare a casa il successo con più di un goal di vantaggio. 

Osservare in chiave tattica le partite dei quarti di finale di questo europeo femminile è molto utile per capire in che modo i vari movimenti nazionali hanno trovato - o stanno trovando - la strada da seguire per alzare il livello del calcio femminile e che possa essere usato come riferimento dalle nazioni ancora lontane dal livello visto in queste partite (sì, mi riferisco all'Italia prima di tutti).


LA FORZA DELLE INGLESI, MA IL FUTURO E' DELLA SPAGNA

Il primo quarto di finale ha messo di fronte Inghilterra e Spagna, una partita che, sulla carta, doveva essere un monologo della squadra inglese, sia per quanto visto nella fase a gironi (girone A vinto dalle Lionesses a punteggio pieno e con 14 goal realizzati e nessuno subito) sia per il fatto che le spagnole hanno perso pezzi importanti sulla strada che le ha portate a questo europeo: l'attaccante Jennifer Hermoso e il pallone d'oro in carica Alexia Putellas.

Fonte: The Athletic
Ed invece, come ben mostrano le statistiche, la partita di Brighton è stata per lunghi tratti un dominio della formazione iberica, dominio corroborato anche dai numeri relativi alla partita. Non sorprende il dato sul possesso palla favorevole a Bonmati e compagni, ma soprattutto è la pericolosità (data dagli xG) e la supremazia territoriale (data dal field tilt) a mostrare la bontà della prestazione della Spagna che ha dovuto capitolare solo dopo i supplementari che le inglesi hanno raggiunto con un goal di Ella Toone a pochi minuti dallo scadere.

Le chiavi che hanno permesso alla Spagna di avere il controllo della partita per un'ora di gioco sono state essenzialmente due. La prima riguarda la grande qualità del trio di centrocampo formato da Guijarro-Bonmati-Abelleira: il loro movimento a creare due linee in fase di costruzione permetteva alla Spagna di far avanzare il gioco centralmente con grande qualità, diverse volte la linea di centrocampo delle inglesi è stata superata con facilità dalle spagnole, sempre abili con i movimenti delle tre centrocampiste a creare superiorità posizionale: in questo caso si vede bene come l'Inghilterra venga attratta dalla costruzione spagnola lasciando molto spazio tra le linee che poteva essere sfruttato con un passaggio progressivo corretto. 

La seconda, invece, è stata data dalla capacità delle ragazze allenate da Jorge Vilda di limitare molto bene in fase di non possesso la formazione inglese, in particolare oscurando dalla costruzione dell'azione Keira Walsh e, soprattutto facendo un gran lavoro sul lato sinistro difensivo per tenere sotto controllo le giocate di Lucy Bronze, spesso utilizzata da Wiegman come regista e rifinitrice occulta del gioco delle inglesi. Per larga parte della partita all'Inghilterra è stato tolto accesso centrale e la soluzione delle conduzioni di Lucy Bronze, costringendo le centrali Bright e Williamson a cercare le soluzioni dirette verso le esterne d'attacco o per la testa di White.

Alla fine le inglesi sono riuscite a rimetterla a posto grazie ai cambi, utilizzati per mettere maggiore freschezza alla squadra. Wiegman ha capito che la chiave era quella di cercare la nuova coppia d'attacco formata da Russo e Toone per riprendere campo, a cui si è aggiunta la scelta di formare una linea difensiva a tre con Greenwood al posto di Daly (messa al tappeto da De Castillo) e mandare in attacco Bright a far compagnia alle due punte. 

Con la centrale difensiva mandata in attacco al fianco di Russo e Toone, tenendo Bronze nella linea a tre e tenendo larghe Kelly ed Hemp, l'Inghilterra ha sfruttato anche l'abbassamento delle iberiche passate a cinque dietro creando i presupposti per il goal a 6 minuti dalla fine che ha rimesso in piedi l'europeo delle padrone di casa. Con una intuizione basata sul limitare le ripartenze spagnole e riempire l'area avversaria con più elementi possibili, Wiegman ha sfruttato al meglio la profondità della rosa a sua disposizione, permettendole di venire a capo di una partita molto ma molto complicata.

Ha vinto, quindi, la forza della rosa a disposizione delle inglesi, ma, considerate le assenze importanti e la giovane età della squadra, il modello spagnolo basato sui princìpi del calcio di posizione renderà grande anche il calcio femminile, magari già a partire dai Mondiali del prossimo anno.


LA SOLIDITA' TEDESCA

Come nel calcio maschile, la Germania ha messo da parte un calcio fondato solo sul fisico e sui duelli per far posto ad un calcio più verticale ed aggressivo; ma soprattutto la scuola femminile tedesca propone un calcio giocato a ritmi molto più elevati della concorrenza, e questo si è molto visto nel quarto di finale tra le tedesche e l'Austria, probabilmente la partita più intensa di questo europeo. 

Tuttavia, pur in un contesto tattico moderno e fluido, è la capacità di concedere poco e di oscurare gli spazi alle avversarie il punto di forza della formazione tedesca, che unendo la capacità di ribaltare rapidamente il campo a quella di mantenere un posizionamento compatto in campo, la rende una squadra davvero complicata da battere.

Questa solidità della formazione tedesca, tuttavia, non è dettata da un atteggiamento rinunciatario in campo ma anzi da una strategia molto aggressiva in fase di non possesso. L'unica partita in cui ha scelto ad un certo punto di abbassare il baricentro è stata quella dei gironi contro la Spagna nel secondo tempo, ma solo per evitare un dispendio di energie eccessive contro la qualità delle iberiche e per togliere profondità e spazio tra le linee alla squadra di Vilda. 

Tuttavia anche in quell'occasione le tedesche furono in grado di indirizzare la partita dalla propria parte grazie ad un goal realizzato forzando l'errore di Pano, il portiere della Spagna, grazie ad una prima pressione ben organizzata. Anche il dato del PPDA testimonia questo atteggiamento delle tedesche e, soprattutto, il numero di palloni recuperati in zone alte del campo (68, secondo The Analyst). Questo esempio è preso dall'azione che ha portato al goal con cui le tedesche hanno sbloccato la partita con l'Austria: la centravanti Popp va a pressare il portiere chiudendo l'opzione per il lato sinistro del campo e forzando le austriache ad andare sul lato destro dove le giocatrici sono prese individualmente, questo porterà al recupero palla di Rauch da cui nascerà il goal di Magull.

L'altra qualità delle tedesche in fase difensiva sta nella protezione che Oberdorf da alla linea difensiva: uno degli elementi che accomunano le squadre di questo europeo femminile sta nei movimenti a venire incontro delle numero 9 tra le linee. Un elemento che l'Italia, per esempio, ha sofferto maledettamente con Katoto nella partita contro la Francia. Oberdorf nella strategia della Germania ha il compito di porsi davanti alla linea a schermare proprio questo tipo di movimenti con lo scopo di togliere alla linea difensiva il problema di decidere se coprire la profondità o spezzare la linea lasciando spazio alle spalle da attaccare. In questo esempio vediamo come la numero 6 in forza al Wolfsburg (2001 tra l'altro) sia pronta a bloccare Billa, la centravanti austriaca.

Se proprio vogliamo trovare un pelo nell'uovo all'organizzazione difensiva tedesca sta nella copertura non ottimale dello spazio sul centro-sinistra difensivo, una situazione che nella partita con l'Austria ha generato la maggior parte degli ingressi in area della formazione austriaca, tra cui le principali occasioni capitate sui piedi di Hickelsberger-Fuller. Queste situazioni sono state generate da alcune uscite dalla linea difensiva con tempismo non ottimale da parte di Hegering, la centrale di sinistra della linea a quattro della formazione di Voss-Tecklenburg.



AGGRESSIVITA' E FLUIDITA' SVEDESE


La Svezia ha trovato il goal della qualificazione alle semifinali solo a pochi secondi dalla fine dei tempi regolamentari del suo quarto di finale contro il Belgio, pur avendo condotto il contesto tattico della partita. 

Fonte: The Athletic
Anche i numeri mostrano apertamente il dominio imposto dalla squadra svedese, capace di produrre oltre 30 conclusioni verso la porta esaltando le qualità del portiere belga Evrard, una delle rivelazioni di questo europeo. Le sole parate dell'estremo difensore belga, in base alla statistica sugli expected goals on target, ossia i goal attesi calcolati in base a dove il tiro termina la propria corsa (e non da dove viene effettuato, base di calcolo degli expected goals) hanno evitato quattro reti.




Indubbiamente la Svezia ha costruito il proprio dominio mediante la pressione alta esercitata sull'uscita da dietro delle giocatrici belga che sostanzialmente ha reso inoffensive le avversarie. Dall'inizio dell'Europeo la Svezia organizza la propria pressione alta andando a prendere individualmente le calciatrici avversarie, soprattutto dopo aver indirizzato la costruzione avversaria in una zona laterale di campo. In questo esempio si può notare cosa accade nel momento in cui la Svezia dirige il possesso del Belgio sull'esterno: ogni giocatrice è pronta a scalare mantenendo un'equidistanza da due giocatrici avversarie in modo da poter intervenire in base alla giocata eseguita dall'avversaria.

Il Belgio ha provato a trovare delle soluzioni per superare questa pressione svedese con coraggio, sia sfidandola con un palleggio insistito ed a tratti rischioso fino all'interno dell'area di rigore, oppure accettando di andare sull'esterno per poi cercare di giocare il pallone oltre la linea di pressione svedese. Come si può vedere dall'esempio l'obiettivo era quella di usare il gioco di sponda della punta (in questo caso Wullaert) per una giocatrice pronta a ricevere la giocata accorciando (Minnaert) verso la linea delle attaccanti. Ma questo ha funzionato fino ad un certo punto, visto che le svedesi hanno progressivamente vinto tutti i duelli ed hanno coperto al meglio la profondità togliendo ogni velleità offensiva a De Caigny e compagne.

Ovviamente per la Svezia c'era anche il problema di dover aggirare il blocco medio del Belgio quando doveva attaccare, infatti la squadra allenata da Serneels ha deciso, come accaduto contro l'Italia, di non contestare la costruzione della squadra scandinava preferendo bloccare le vie d'accesso centrali, per cui alle svedesi non restava che cercare di aggirare lateralmente il blocco avversario. E sotto questo aspetto è stato molto importante l'apporto dato da Kosovare Asllani a sostegno dello sviluppo laterale. Qui nell'esempio si può notare come il neo acquisto del Milan si apra dalla propria posizione centrale per creare un tre contro due assieme al terzino Ilestedt e l'esterno Kaneryd; sul movimento di Asllani si attivano le rotazioni con, in questo caso, Ilestedt che si sovrappone internamente per attaccare lo spazio centrale tra le linee muovendo così la linea difensiva del Belgio aprendola.

Come per molte altre squadre di questo europeo, avere una giocatrice in grado di muoversi in zona rifinitura allo scopo di muovere lo schieramento difensivo avversario è un elemento indispensabile, e mentre abbiamo visto come altre squadre utilizzano la punta centrale a tale scopo, la Svezia utilizza l'ormai ex giocatrice del Real Madrid (nominalmente una trequartista) per eseguire questo compito.


LO STRAPOTERE DELLA FRANCIA


Francia-Olanda era sulla carta un quarto di finale molto atteso e si presumeva molto equilibrato, soprattutto grazie al rientro di Miedema per le olandesi dopo il COVID. Ma, invece, le francesi hanno dato una grande dimostrazione di forza che non si è riflessa nel risultato finale, visto che le transalpine hanno portato a casa il successo solo nei tempi supplementari grazie ad un calcio di rigore.

Fonte. The Athletic
Se le francesi non hanno portato il successo a casa dopo i tempi regolamentari è stato grazie alle parate di van Domselaar e la clamorosa prestazione difensiva della centrale van der Gragt nonché di Sherida Spitse davanti alla difesa. Anche qui i dati numerici sono abbastanza esplicativi del dominio esercitato dalle francesi sulla partita.







Per rendere possibile questo dominio, la Francia ha sfruttato al meglio la propria forza fisica per accorciare il campo e restringerlo. Questo ha tolto spazio a Van de Donk, ossia la giocatrice in grado di generare e sfruttare gli spazi tra le linee in collaborazione con Viviane Miedema. Isolando la numero 10 olandese, l'intero apparato offensivo dell'Olanda è stato reso inoffensivo da Renard e compagne. Questo è ciò che ha permesso alle francesi di prendere il centro del ring e dettare il contesto tattico della partita e prendersi il predominio territoriale.

La Francia è riconoscibile in fase offensiva per il suo schieramento che diventa un 4-2-4 con Diani e Cascarino ai lati e Geyoro (la giocatrice con il maggior numero di expected goal dell'Europeo) che attacca lo spazio creato dal movimento a venire incontro della punta Malard. Quest'ultima ha eseguito il compito a suo modo, ma obiettivamente non ha la stessa velocità d'esecuzione di Katoto, la titolare della maglia numero 9 che si è rotta il crociato dopo aver distrutto l'Italia nella gara inaugurale della competizione delle due squadre. Questa serie di movimenti delle quattro davanti servono a muovere la linea difensiva avversaria creando spazi da sfruttare con movimenti senza palla. Qui le olandesi hanno concesso spazio tra la centrale di sinistra Janssen e Casparij che Diani ha provato ad attaccare sfruttando la sponda di Malard. Questo sistema funziona anche grazie alla capacità delle francesi di muovere rapidamente il pallone anche grazie all'accuratezza dei lanci lunghi e dei cambi di gioco delle coppie centrali di difesa e centrocampo. 

Con questi ingredienti le francesi hanno definitivamente posto la propria candidatura alla vittoria finale del torneo, mostrando la bontà della loro proposta di gioco in entrambe le fasi.


ADESSO LE SEMIFINALI


Tra martedì e mercoledì, dunque, sapremo il nome delle due finaliste che si sfideranno a Wembley domenica prossima: Inghilterra-Svezia e Germania-Francia rappresentano decisamente il meglio del calcio femminile a livello europeo. Abbiamo avuto modo di mostrare le qualità a livello tattico e tecnico delle quattro contendenti, per cui le due sfide saranno decisamente molto interessanti da seguire a livello tattico. La chiave sarà chi meglio saprà creare spazio nella trequarti avversaria ed attaccarlo nel miglioro modo. Per cui non vi sono dubbi che vincerà la migliore.

lunedì 18 luglio 2022

Come il Napoli dovrebbe rimpiazzare Koulibaly?


Dopo otto stagioni corredate da 317 partite ufficiali, il ciclo di Kalidou Koulibaly a Napoli è volto al termine: giocatore e società hanno considerato l'offerta del Chelsea la migliore per tutte le parti in causa considerati i 31 anni del calciatore senegalese e la scadenza di contratto al termine della prossima stagione.

Di certo il Napoli doveva già mettere in conto, almeno per ragioni anagrafiche, la fine della storia con Koulibaly e ritengo che alla fine lo abbia fatto. Ora si tratta di capire come la società partenopea cercherà di sostituirlo, un compito molto complicato, soprattutto considerando che, sostanzialmente, il difensore ex Genk è un profilo del tutto insostituibile.

E qui entra in campo un discorso di tipo strategico: il Napoli cercherà di investire su un giocatore immediatamente in grado di prendersi la leadership difensiva oppure si deve puntare su un difensore di prospettiva demandando al lavoro di Spalletti nell'educare la linea difensiva.


IL PROFILO NECESSARIO

Trovare un giocatore che possa sostituire Koulibaly significa cercare un giocatore che possa essere in grado di garantire un'uscita del pallone pulita ed anche in grado di superare brillantemente la prima pressione ed allo stesso tempo essere in grado di garantire le giuste coperture in difesa, che sia mediante copertura della profondità o mediante la capacità di affrontare l'avversario diretto in uno contro uno.

Per questo motivo ho cercato, mediante l'uso delle statistiche, quale giocatore può essere in grado di svolgere i compiti finora svolti dal centrale senegalese, basandomi proprio su quegli aspetti. Da questa shortlist sono stati già esclusi giocatori che non possono essere accostati al Napoli o perché il prezzo del cartellino è fuori portata o perché sono stati già oggetto di operazioni di mercato in questa sessione (in principale mi riferisco a Nico Schlotterbeck, profilo ideale ma già acquistato dal Borussia Dortmund).

Gli elementi principali da seguire a livello statistico sono sicuramente la capacità di vincere i duelli inclusi quelli aerei, mentre con riguardo alla fase di possesso, un elemento molto importante da verificare è la frequenza e l'accuratezza dei passaggi nella trequarti avversaria, un fondamentale in cui negli anni Koulibaly si è rivelato particolarmente abile.

Chi ha già indicato una strada da seguire in tal senso è Soccerment, sito altamente specializzato in questo tipo di analisi nonché creatore, assieme all'ex match-analyst dell'Italia Antonio Gagliardi di un progetto di clusterizzazione dei calciatori definito, appunto The Clustering Project, oggetto di una recente interessantissima pubblicazione.

Usando, per l'appunto, questo tipo di analisi, abbiamo già un'idea di base sui profili ai quali il Napoli deve rivolgersi per trovare un sostituto all'altezza.



UN ESPERIMENTO PER LA RICERCA DI UN PROFILO ADATTO

Ho preso in considerazione i difensori centrali in base a questi aspetti:

  • Età tra i 20 ed i 26 anni
  • Altezza non inferiore a 185 cm.
  • Numero Presenze, almeno 10 da titolare nell'ultimo anno con almeno 1500 minuti in campo
  • Almeno il 10% dei passaggi rispetto al totale dei passaggi dovevano essere destinati nella trequarti avversaria
  • Almeno il 14% dei passaggi effettuati rispetto al totale dei passaggi effettuati dovevano essere passaggi progressivi

Ne è emerso il grafico che segue:


Il grafico prova a mettere insieme una serie di dati indispensabili ad ottenere un profilo in grado di svolgere le stesse funzioni di Koulibaly nell'economia del gioco del Napoli. Per questo motivo una prima scelta poteva essere fatta prendendo esclusivamente i giocatori situati nel quadrante più alto a destra del grafico, tuttavia va considerata sia la tendenza che la capacità nel far avanzare il gioco in fase di possesso.

Per questo motivo all'interno del grafico ho selezionato i giocatori appartenenti al lato destro del grafico (quindi i migliori per percentuale di duelli vinti) ma con valori migliori sia in termini di esecuzione dei passaggi progressivi (ossia i passaggi che fanno avanzare sensibilmente il gioco della squadra) che in termini di passaggi verso la trequarti. 

I profili migliori in tal senso sono tanti, tuttavia ho deciso di sceglierne quattro che hanno i numeri migliori in termini di avanzamento del gioco; ora l'analisi passa all'osservazione delle caratteristiche di questi giocatori e, soprattutto, sul contesto tattico determinato dalle squadre in cui giocano.


MARCOS SENESI

Il centrale argentino del Feyenoord è reduce da due stagioni importanti in Eredivisie, dove ha mostrato di essere un difensore centrale in grado di svolgere diverse funzioni. Le statistiche ci dicono che siamo di fronte ad un giocatore in grado di vincere oltre il 70% dei duelli ed il 59% di quelli aerei, la sua percentuale di precisione dei passaggi progressivi supera abbondantemente l'80%, mentre la percentuale di accuratezza dei passaggi verso la trequarti avversaria è di poco inferiore al 74%.

Il modo di giocare del Feyenoord sollecita molto sia le sue qualità in possesso che quelle in non possesso.

Con riguardo alla prima, Slot ha implementato un calcio basato sul possesso palla in cui i centrali difensivi hanno grandi responsabilità in fase di costruzione, in più la sua zona di campo verticale è quella sinistra, ossia quella occupata più in avanti dal principale creatore di gioco della squadra di Rotterdam, ossia il neo-acquisto del Leeds Luis Sinisterra. Per questo motivo toccava al centrale argentino dover cercare con un passaggio progressivo o con un lancio accurato sulla trequarti l'attaccante colombiano.

In fase di non possesso, invece, il Feyenoord di Slot è una squadra molto aggressiva e che cerca di riconquistare alto il pallone, per questo motivo deve giocare molto alta anche la linea difensiva che deve sempre difendere in avanti ed essere molto aggressiva. Senesi mostra di saper essere molto utile sia quando è chiamato ad aggredire in prima persona (dominante soprattutto nei duelli aerei) sia quando deve coprire lo spazio lasciato da un suo compagno che ha spezzato la linea recuperando sull'avversario grazie alla sua velocità in progressione e lo strapotere fisico. In questo esempio vediamo come copre la zona di campo lasciata aperta dall'uscita laterale di Malacia.


Se l'assenza di Koulibaly toglierà molto al Napoli in fase di impostazione, Senesi potrebbe essere molto utile a colmare quell'assenza, a livello difensivo mostra ottima competenza sia nella letture che nelle uscite dalla linea difensiva. Al Feyenoord tendeva a difendere molti metri fuori dall'area di rigore, con Spalletti non sempre sarà così, per cui dovrà anche mostrare un livello di attenzione in cui Koulibaly ha raggiunto livelli di eccellenza, ma solo dopo una stagione e mezzo di apprendistato (ricordate le difficoltà del senegalese nell'anno di Benitez e nelle prime settimane della gestione Sarri?).


PERR SCHUURS

Il difensore dell'Ajax rappresenta un altro elemento che è cresciuto nelle giovanili del club di Amsterdam con un forte imprinting verso la difesa in spazi larghi e per una forte responsabilità in fase di impostazione dell'azione. 

Anche i numeri di Schuurs lo rendono adatto ad essere un profilo in grado di ricoprire i compiti che Koulibaly era in grado di svolgere. Ha una percentuale di duelli vinti di poco inferiore al 74%, mentre è sotto al 50% quando parliamo di duelli aerei (sicuramente il punto meno forte nel perorare la sua causa), mentre dove sicuramente eccelle è la sua qualità in fase di impostazione con l'85% di accuratezza dei passaggi progressivi e quasi l'81% dei passaggi verso la trequarti avversaria.

Fonte heatmap: Sofascore.
Sicuramente i valori relativi ai passaggi progressivi e quelli verso la trequarti avversaria sono molto dilatati dal modo di giocare dell'Ajax ma soprattutto da come in Eredivisie vengono affrontati i lancieri, con diverse squadre che rinunciano preventivamente a mettere sotto pressione la prima costruzione della squadra allenata da Ten Hag nelle ultime stagioni. La heatmap mostra chiaramente quanto spesso il centrale classe 1999 si trovi ad operare palla al piede anche diversi metri oltre alla metà campo avversaria. La stessa mappa, inoltre, ci mostra come Ten Hag abbia utilizzato Schuurs non solo come centrale di destra nella linea a 4 dell'Ajax, ma anche come centrale di sinistra e, a tratti, anche come terzino destro all'occorrenza. Ma sulla posizione in campo di Schuurs ci sarà spazio nelle considerazioni finali su come possa inserirsi nel contesto Napoli.


Riguardo le sue capacità nei duelli individuali, ne ho già avuto modo di scrivere lo scorso anno a latere dell'analisi di Liverpool-Ajax di Champions League, partita in cui il numero 2 olandese fu in grado di neutralizzare in situazioni di campo aperto un fenomeno di quel contesto come Sadio Mané. Grazie alla sua velocità in progressione permette alle propria squadra di mantenere una linea difensiva alta senza preoccuparsi oltremodo di lasciare incustodita la profondità, un aspetto in cui Schuurs eccelle, riconoscendo molto rapidamente la situazione di palla scoperta e di possibile esposizione della linea difensiva.

Come può Schuurs inserirsi nel contesto del Napoli di Spalletti e come può non far rimpiangere Koulibaly? Abbiamo avuto modo di vedere le ottime capacità e la predisposizione a prendersi responsabilità in fase di impostazione così come la sua capacità sui duelli individuali e nella copertura della profondità. Rispetto a Senesi, oltre alle difficoltà che possono emergere nella difesa delle palle alte, dove mostra qualche difetto da limare, preferisce indubbiamente occupare il centro-destra nella difesa a quattro, ragion per la quale non potrebbe essere almeno come posizione il perfetto sostituto del senegalese. 

Ma, dato che si parla anche di un possibile arrivo di Acerbi al San Paolo, l'olandese potrebbe essere una ottima soluzione per mantenere il livello di aggressività e fisicità di Koulibaly ma sul centro-destra, con Acerbi lasciato a svolgere compiti di copertura più nelle sue corde. Non sarebbe, inoltre, una soluzione peregrina quella di spostare Rrahmani sul centro-sinistra per far posto a Schuurs.


OUMAR SOLET

Il difensore centrale del Salisburgo è stata una delle maggiori sorprese di questa stagione assieme alla propria squadra, capace di raggiungere gli ottavi di finale di Champions League con la squadra austriaca mettendo in mostra tutte le proprie qualità, esaltate a sua volta dal calcio aggressivo ed iper-verticale di Jaissle.

I numeri parlano di poco meno dell'80% dei passaggi progressivi riusciti e poco meno del 75% di passaggi riusciti verso la trequarti avversaria, numeri davvero importanti considerando lo stile di gioco del Salisburgo dove il ritmo con cui la palla si muove deve essere sempre molto rapido e propeso in avanti, come si evince, a titolo esemplificativo, dalla mappa dei suoi passaggi effettuati nella recente amichevole pre-stagionale contro il Feyenoord. Decisamente soddisfacenti, inoltre, sono le statistiche nei duelli individuali e nei duelli aerei, dove mostra un grandissimo strapotere atletico, esaltato ulteriormente dallo stile di gioco del Salisburgo estremamente aggressivo in fase di non possesso.

Lo stile di gioco voluto da Jaissle a Salisburgo, in continuità con quanto richiesto in passato da Jessie Marsch e Marco Rose, si basa sulla velocità di ribaltamento del fronte di gioco, e Solet è particolarmente adatto a questo tipo di strategia, infatti non ha alcuna paura a spezzare la linea difensiva ed aggredire in avanti e, una volta conquistata palla, innescare immediatamente la transizione. Qui si vede come esegue quanto appena spiegato: recupero della palla in avanti con un anticipo ed immediata ricerca della giocata alle spalle delle linee avversarie.


Solet ha mostrato di saper giocare sia sul centro-destra che nel centro-sinistra difensivo, per cui da questo punto di vista non ci dovrebbero essere problematiche sulla sua posizione nella linea a 4 ne tantomeno sulla compatibilità con qualsiasi altro centrale sarà a disposizione di Spalletti nella prossima stagione. 

L'incognita resta sullo stile di gioco che il tecnico di Certaldo vorrà applicare alla squadra nella prossima stagione: potendo contare di un attacco con giocatori molto veloci e con il ringiovanimento in atto della rosa, sarebbe affascinante vedere un Napoli cercare un gioco più verticale e meno basato sui fraseggi, in questo contesto Solet sarebbe perfetto, in un contesto più "ragionato" potrebbe trovarsi un po' più a disagio, ma sarebbe in ogni caso una sfida stimolante sia per la squadra che per il giocatore.


JHON LUCUMI'

L'ultimo nome che ho deciso di presentare ha valori leggermente inferiori rispetto ai tre profili finora proposti, ma potrebbe rappresentare una scelta "di continuità" rispetto alle caratteristiche di Kalidou Koulibaly. John Lucumì, infatti, è stato il giocatore che il Genk ha scelto per sostituire Omar Colley, il quale a sua volta aveva sostituito lo stesso centrale senegalese quando il Napoli lo ha prelevato dalla squadra belga.

Insomma, la tradizione ci dice che la squadra fiamminga ha una vasta conoscenza di profili in grado di ricoprire quei compiti, per cui in ultima istanza il Napoli potrebbe tornare nelle Fiandre e bussare alla porta per avere un giocatore in grado di fornire parte di quell'apporto che Koulibaly ha dato in questi anni. Tra l'altro il nome di Lucumì non dovrebbe tornare come nuovo per i tifosi del Napoli che lo hanno visto all'opera nella sfida di Champions pareggiata in casa del Genk ad ottobre del 2019.

Osservando i numeri del centrale colombiano, emerge un interessante 71% di duelli vinti (meglio di Senesi) ed un meno rassicurante 48% di duelli aerei vinti. Molto particolare, invece, è il rapporto con la fase di possesso: il 75% dei suoi passaggi progressivi sono accurati (inferiore solo a Senesi), mentre è addirittura migliore il dato relativo ai passaggi verso la trequarti, pari al 76%, unico dei giocatori analizzare ad avere questo valore in misura superiore rispetto a quello dei passaggi progressivi.

Ad influire molto, a mio parere, sulla particolarità di questo dato, sta nel fatto che spesso Lucumì ama avanzare palla al piede e di avventurarsi di volta in volta in qualche progressione personale, proprio come Koulibaly di tanto in tanto ha abituato i tifosi napoletani in questi anni. Il contesto di alcune partite del campionato belga, assieme alle caratteristiche del Genk, ossia una squadra che ama tenere il possesso del pallone, porta il colombiano ad avere molte responsabilità in fase di impostazione, specie, come nel caso visto in precedenza con Schuurs, quando l'avversario si ritrae immediatamente nella propria metà campo serrando le linee, per cui le sue progressioni palle al piede servono anche come coltellino per aprire le scatole difensive avversarie. 


La vera perplessità su Lucumì sta nell'andamento dell'ultima stagione, dove ha mostrato di essere meno brillante rispetto alla stagione precedente. Ma determinate movenze e l'irruenza con cui tenta la giocata difensiva e si lancia in avanti con la palla tra i piedi ricordano veramente tanto Koulibaly, anche e soprattutto per la posizione in campo: il centrale colombiano occupa la posizione sul centro-sinistra della linea difensiva e, per di più, è anche di piede mancino, il che lo rende ancora più adatto non solo a coprire i compiti del senegalese ma anche di coprirne al meglio la posizione.


ALTRI POSSIBILI PROFILI?

La ricerca sopra esposta ha prodotto una lunga serie di profili, personalmente ne ho scelti quattro ognuna per delle ragioni specifiche e. soprattutto, perché ci sono delle situazioni di mercato che possono rendere possibili queste prese.

Leggendo il grafico all'inizio di questo articolo si possono trovare altri elementi degnissimi di menzione, uno su tutti è il camerunense Onguené, compagno di squadra di Solet al Salisburgo che, però, ha avuto diversi problemi fisici nella scorsa stagione che ne rendono poco consigliabile l'acquisto, oltre al fatto che il club proprietario del cartellino, ossia l'Eintracht Francoforte, deciderà di tenerlo nelle rotazioni visti gli impegni tra Bundesliga e Champions League.

L'altro elemento molto interessante è sicuramente il centrale del Braga Vitor Tormena, centrale di sinistra nella difesa a tre della formazione lusitana, fisicamente della struttura ideale per colmare il vuoto lasciato da Koulibaly. Tuttavia, il Braga gioca con una difesa a tre e con meccanismi diversi rispetto a quelli del Napoli, per cui non è garantito il fit a livello tattico. Oltre a questo, il Braga ha anche ceduto il suo compagno di reparto David Carmo al Porto, rendendo molto complicato uno scenario in cui possa cedere anche il brasiliano.

Chiosa finale la meriterebbero due giovani italiani in rampa di lancio come Caleb Okoli o Lorenzo Pirola, ma qui servirebbe un investimento non solo monetario ma anche di tempo per permettere a questi giocatori di crescere in un contesto più competitivo rispetto a quello in cui si sono misurati ad ora.

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