venerdì 30 ottobre 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 6


Messa alle spalle un'altra settimana piena di impegni, ci affacciamo già verso un nuovo weekend ricco di partite importanti, con tante squadre che devono dare delle risposte importanti ed altre che, invece, dovranno mostrare la propria tenuta tra tanti impegni ravvicinati e le assenze per COVID.

Il calendario del weekend prevede scontri di un certo prestigio come Manchester United-Arsenal, così come un Napoli-Sassuolo che promette grande spettacolo, così come il derby di Genova a concludere il weekend domenica sera. tutte sfide che non necessitano grandissime presentazioni, ragion per la quale, come da mia abitudine quest'anno, mi focalizzo sul presentare altre sfide che generano grande interesse per i temi che metteranno in evidenza.

CHAMPIONSHIP, BRISTOL CITY - NORWICH (SABATO ORE 13.30)


La Championship, la serie B inglese, è sempre più un campionato interessantissimo da seguire, un tempo era amato dai nostalgici del Kick and Rush per il grande livello agonistico del campionato, tuttavia negli ultimi anni l'appetibilità della Premier League a livello economico ha convinto molti investitori a gettarsi nel business proprio acquisendo una squadra di Championship, affidarla ad un manager con principi di gioco maggiormente contemporanei per poi tentare la scalata alla massima divisione dove poter consolidare la posizione economica del club e, dunque, tentare di scalare la gerarchia del calcio inglese. 

Per questa ragione ogni stagione di Championship mostra dei progetti di grande interesse poi replicati in Premier League con più o meno successo: esempi positivi sono sicuramente quelli di Wolverhampton e Leeds, ma anche lo stesso Norwich che, pur retrocedendo, è riuscito a consolidare le proprie casse incassando dalle cessioni di Godfrey e Lewis 44 milioni di Euro, una cifra che impreziosisce il lavoro di scouting del club e che, sotto la guida di Daniel Farke, confermato alla guida della squadra non ostante la retrocessione, proveranno a ripetere l'esperimento con gli acquisti di Przemyslaw Placheta (esterno offensivo del Wroclaw, acquisto più oneroso dell'ultima finestra di mercato (3 milioni spesi) dopo il centravanti Hugill arrivato dal West Ham.

Ed è proprio la partita dei Canaries sul campo del Bristol City quella che inserisco nella watchlist di questo weekend, con i Robins che sono partiti molto bene in una stagione in cui la città del sud-ovest dell'Inghilterra si aspetta un passo di avanti in termini di ambizione da parte della squadra. Nel corso dell'estate si era parlato per la panchina di nomi come Chris Hughton, ex allenatore del Brighton, e niente meno che Steven Gerrard, ma alla fine si è deciso di dare una chance al traghettatore della fase finale della scorsa stagione, Dean Holden.

Il tecnico nord-irlandese ha settato la propria squadra su un 3-5-2 in cui l'occupazione dei mezzi spazi permette una rapida ed efficiente progressione del pallone, molto importante in questo contesto è il ruolo svolto dai due braccetti della difesa a 3 (in genere Wyner e Moore, quest'ultimo si alterna con Mawson) ed anche quello delle due mezzali (Weimann e Paterson) sempre molto abili a generare linee di passaggio e rendere sempre pericolose le fasi di possesso dei Robins associandosi all'esterno di parte in fase di sviluppo, mentre l'altra mezzala va a riempire l'area di rigore assieme alle due punte e l'esterno opposto.  Nell'esempio di cui all'immagine sopra si vede chiaramente il modo in cui la squadra attacca, con l'esterno sinistro che raggiunge il mezzo spazio, gli attaccanti che attirano i centrali difensivi, le due mezzali che si buttano dentro dopo aver portato il pallone in zona di rifinitura, dall'immagine si vede anche la posizione del vertice basso di centrocampo che, assieme ai tre centrali difensivi è chiamato a rallentare un'eventuale transizione avversaria.
Questa disposizione in campo ha permesso ai Robins di portare a casa le prime quattro partite di campionato salvo poi rallentare nelle ultime 4 partite dove ha raccolto 2 punti ma continuando a mostrare quanto di buono visto nelle prime giornate.

Il Norwich, invece, sta seguendo un percorso opposto a quello dei suoi avversari, dopo un inizio stentato, una serie di 3 vittorie consecutive fermata nel turno infrasettimanale dal pareggio raccolto nei minuti finali a Brentford, ha riportato la squadra allenata da Franke nelle posizioni di vertice che sono coerenti con la rosa a disposizione dell'allenatore tedesco.

Anche le statistiche (fonte WhoScored) suggeriscono che i Canaries sono probabilmente la squadra dalla maggior qualità in questo campionato, visto il dato del possesso palla (59,5% di media), quello della percentuale di passaggi completati (83,8%) a cui si aggiunge il dato dei tiri effettuati a partita (17,4) che la pongono in testa a tutte e tre le graduatorie, mostrando come il possesso palla prolungato porta anche ad una certa mole di produzione offensiva, d'altronde potendo contare li davanti su gente come Buendia, Cantwell,  Vrancic e Pukki ed i neo arrivati Placheta e Hugill è molto difficile sorprendersi per certi numeri.

Ciò che, invece, la squadra di Farke si è portata dietro dall'esperienza in Premier sono le difficoltà difensive, l'atteggiamento che porta tanti uomini nella metà campo avversaria inevitabilmente concede spazi agli avversari che la linea difensiva fatica a contenere, non a caso le statistiche affermano che il Norwich subisce più di 10 tiri a partita di media (nona in questa graduatoria).

La classifica vede le due squadre appaiate in classifica dopo il turno infrasettimanale, li davanti c'è il Reading che a sorpresa sta facendo corsa a se (7 vittorie ed 1 pareggio in 8 partite disputate), il percorso  ed i progetti delle due squadre non prevedono la possibilità di restare fuori dalle prime 6, una sconfitta nella sfida di Ashton Gate potrebbe mettere una delle due contendenti in una posizione scomoda mettendo a repentaglio quanto di buono costruito finora.


LA LIGA, CELTA VIGO - REAL SOCIEDAD (DOMENICA, ORE 16)


La sfida del Balaidos è un altro test importante per testare le ambizioni della Real Sociedad di Imanol Alguacil che, dopo aver fatto sognare San Sebastian la scorsa stagione fino al lockdown, quest'anno ci riprova pur con un calendario che ha aggiunto agli impegni della Liga quelli dell'Europa League. Nel corso dell'estate la società basca ha dovuto lavorare per trovare un sostituto di Martin Odegaard, tornato a Madrid dal prestito con un anno di anticipo, e non poteva esserci sostituto migliore che David Silva che ha deciso di vestire la maglia dei Los Txuri-urdin al termine del contratto con il Manchester City.

L'arrivo del mago ha permesso ad Alguacil di poter avere maggiore qualità a costo di avere meno corsa rispetto ad Odegaard, ma i meccanismi del 4-3-3 ordito dal tecnico basco hanno saputo subito adattarsi alle necessità dettate dal nuovo ingresso potenziandone ulteriormente i punti di forza.

Rispetto allo scorso anno la Real Sociedad sembra tenere meno il possesso (52,6% di media contro il 56,6% della scorsa stagione) ma la rapidità di pensiero e di esecuzione di David Silva e Mikel Oyarzabal rende possibile andare alla squadra andare al tiro con maggiore frequenza e maggiore pericolosità; come si evince dal grafico qui a fianco, il possesso palla si traduce con minore frequenza rispetto alla media in un accesso alla trequarti avversaria, tuttavia una volta raggiunta questa zona di campo, solo il Cadice accede con più frequenza all'area di rigore avversaria e non vi è dubbio che questo dato è ascrivibile all'impatto di David Silva in zona di rifinitura, non casualmente vi è lui in testa alla statistica dei passaggi effettuati verso l'area di rigore avversaria (20).

Il Celta, invece, si presenta a questa partita con la speranza di trovare un successo ed una prestazione che tolga la squadra da quella situazione di alunno intelligente che non si applica che ormai stiamo vivendo da circa tre stagioni: un roster che dalla trequarti in su dispone di giocatori di livello europeo, tuttavia sia a livello organizzativo sia a livello di roster nella metà campo difensiva, il livello della squadra galiziana è, a mio parere, molto basso, per cui nelle ultime due stagioni al Balaidos l'incubo retrocessione è stato scacciato solo all'ultima giornata e questo inizio di stagione, non ostante le sempre buone intenzioni in fase iniziale, continua a far temere per un'altra annata di sofferenza.

Per ovviare a questa situazione il tecnico Oscar Garcia ha deciso di schierare la squadra con un 3-5-2 che in fase di non possesso diventa un 5-3-2 in cui la squadra si abbassa molto e cerca di chiudere l'accesso all'area di rigore, un sistema che ha permesso di ridurre i rischi, tuttavia la difesa resta esposta a diversi errori individuali dei centrali; come si evince dal grafico qui a fianco, i dati relativi alla quantità di pressione esercitata in avanti mostrano il Celta al terzultimo posto, a dimostrazione del baricentro basso tenuto dalla squadra.
Tuttavia in questo contesto così difficile la squadra galiziana sta lanciando qualche elemento dalla propria cantera che aggiunge un senso di identità galiziana alla squadra, gli esempi più interessanti sono il terzino destro (usato come quinto di destra) Sergio Carreira, autore del goal del pareggio nell'ultima sfida di campionato a Levante, elemento molto valido in fase di possesso ma che ha molto da lavorare in fase difensiva, l'altro elemento di interesse è il diciottenne Gabriel Veiga, giocatore la cui caratteristica di buttarsi negli spazi senza palla si può rilevare come decisiva in una squadra che sembra avere mancanze sotto questo aspetto.

Le sfide contro Barcellona e Atletico Madrid hanno mostrato le difficoltà della squadra galiziana nel rendersi pericolosa nella metà campo avversaria, la partita contro un'altra squadra di livello metterà alla prova i meccanismi, specie quelli offensivi, e capire se questa stagione può essere di livello superiore rispetto alle ultime due; allo stesso tempo la partita di Europa League di ieri sera della Real Sociedad contro il Napoli ha mostrato le difficoltà dei baschi nel rendersi pericolosa nel momento in cui trova di fronte una squadra che difende con un blocco basso, per cui anche dagli uomini di Alguacil ci si aspetta un ulteriore salto di qualità che possa giustificare le speranze di una stagione di vertice.


PREMIER LEAGUE, LIVERPOOL-WEST HAM (SABATO ORE 18.30)


Per il Liverpool dopo la Champions, la Supercoppa Europea ed il Mondiale per Club del 2019 e la vittoria della Premier nel 2020, si trova a dover fronteggiare una stagione che sembra una gigantesca corsa ad ostacoli, con una catena di infortuni clamorosa nel reparto centrale difensivo che pone non pochi interrogativi su quale possa essere la tenuta dei Reds in questa stagione e soprattutto quanto l'infortunio di Van Dijk metta di fronte Klopp al quesito su quanto sia necessario insistere su una fase di non possesso aggressiva in assenza del miglior difensore del mondo negli uno contro uno: la prima risposta è arrivata facendo scalare Fabinho al centro della difesa, ma nella sfida di martedì in Champions contro il Midtjylland anche il brasiliano è dovuto uscire anzitempo per infortunio costringendo Klopp ad inserire Williams in quella posizione.

Le difficoltà nel gestire questo tipo di situazione per la squadra di Klopp sono evidenti, soprattutto in termini di spazio lasciato alle spalle della linea difensiva, specie quando i due terzini (ossia i registi occulti della squadra, ma neanche tanto occulti), si spingono molto in avanti senza lasciare le giuste coperture: una situazione di questo tipo ha causato il clamoroso tonfo contro l'Aston Villa prima di entrare nella pausa per le nazionali.
In una situazione di questo tipo si aggiunge anche la necessità di dover gestire i tanti impegni ravvicinati, questo sta progressivamente portato Klopp a mantenere lo stesso tipo di strategia ma modificando progressivamente lo schieramento in campo della squadra anche mediante rotazioni degli uomini tra una partita e l'altra: nelle due partite di Champions fin qui disputate, per esempio, Klopp ha contemporaneamente tolto dal campo i tre d'attacco durante la sfida contro l'Ajax e tenendoli in panchina nei primi 60' della sfida contro il Midtjylland, una situazione inedita rispetto agli scorsi anni, dove Mane, Firmino e Salah erano pressoché inamovibili; tuttavia la principale novità sta anche nel fatto che il tecnico tedesco, anche grazie all'innesto di Thiago, stia iniziando a pensare a mettere da parte in alcune circostanze il 4-3-3 verso un 4-2-3-1 con dunque un doppio mediano che copra le avanzate dei terzini e protegga la difesa dalle eventuali transizioni avversarie: questo schieramento lo abbiamo vista sia nella partita contro lo Sheffield United dello scorso weekend, sia contro il Midtjylland in Champions, seppur con diversi interpreti.




Il West Ham si presenta ad Anfield Road, invece, dall'alto di una striscia positiva di 4 risultati utili consecutivi raccolti nell'ordine contro Wolverhampton, Leicester, Tottenham e Manchester City: in ognuna di queste partite la squadra di Moyes ha messo in mostra diverse qualità che le hanno consentito di portare a casa con brillantezza il risultato finale: di queste quattro partite, in cui gli Hammers hanno raccolto 8 punti, quella che ha dato le maggiori emozioni ai tifosi è stata sicuramente la partita pareggiata a White Hart Lane contro il Tottenham rimontando tre reti nei 15 minuti finali di partita con il goal del pareggio realizzato da Lanzini con una magnifica conclusione da fuori area.

Nel corso del mercato il club ha cercato a tutti i costi di mettere sotto contratto un difensore di spessore, per diverse settimane c'è stato un forte forcing sul Burnley per cedere Tarkowski (si è arrivati ad offrire anche a 40 milioni di Euro), tuttavia Sean Dyche ha resistito alla tentazione di cederlo e così per ovviare a quelli che sono i limiti della difesa centrale, David Moyes ha deciso di passare in maniera definitiva alla difesa a 5 e ad una fase di possesso con un blocco basso con due centrocampisti come Soucek e Rice a proteggere la zona centrale del campo, questo permette agli elementi di maggior tasso tecnico della squadra di poter svolgere i propri compiti difensivi in maniera limitata e sempre pronti a muoversi in transizione dove possono sfruttare al meglio le proprie qualità in conduzione ed associarsi con gli esterni difensivi molto abili a generare pericolose sovrapposizioni.

Attuando questa strategia la squadra di Moyes si sta rivelando una delle più efficienti su entrambi i fronti di gioco, infatti il grafico che ho elaborato mediante le statistiche rese disponibili da StatsBomb tramite la piattaforma FbRef ci mostra come gli Hammers stiano viaggiando sopra la media sia in termini di xG prodotti per ogni partita che in termini di xG subiti, questo è anche dovuto al fatto che questa strategia esalta anche le caratteristiche di molti elementi chiave della formazione londinese, in particolare sono esaltate le qualità di Pablo Fornals e Jarrod Bowen così come crescono progressivamente le quotazioni di Tomas Soucek a centrocampo, giocatore che già lo scorso anno allo Slavia Praga aveva mostrato tutta la sua intelligenza e la sua qualità sia in fase di possesso che in fase di non possesso.

Per capire, quindi, i progressi e gli adattamenti del Liverpool, il test contro gli Hammers è davvero importante e ci darà davvero tante informazioni da cui potremo ipotizzare che Liverpool sarà nei prossimi mesi e se questo Liverpool sia in grado di confermare il titolo conquistato nella scorsa stagione.

BUNDESLIGA, BORUSSIA MOENCHENGLADBACH-RB LIPSIA (SABATO ORE 18.30)


La sfida tra queste due squadre è sicuramente il match più interessante di questo weekend, vedremo ancora una volta l'uno contro l'altro Marco Rose e Julien Nagelsmann, due degli allenatori che appartengono ad una scuola calcistica simile, con il tecnico del Gladbach che è uno dei discepoli della scuola Rangnick e del modello Red Bull, e l'altro che in questo momento sta portando il club di punta di questo progetto nato in Austria verso vette ogni anno sempre più elevate dopo aver raggiunto lo scorso anno la semifinale di Champions League.

Il Gladbach è partito in Bundesliga ad un ritmo non altissimo, complici alcuni infortuni che hanno tenuto fuori Thuram e Plea nelle battute iniziali della stagione e che tuttora mostrano di non essere al 100% della forma, soprattutto quest'ultimo, autore di molti errori di esecuzione e di scarsa lucidità nella partita di Champions contro il Real Madrid che i Die Fohlen hanno gettato alle ortiche nei minuti di recupero.






Non ostante queste difficoltà nella tenuta fisica (ed anche mentale) della squadra nell'arco dei 90 minuti, è visibile la mano dell'allenatore austriaco, così come è visibile il modo in cui la squadra sia cresciuta sotto la sua gestione: l'evoluzione della squadra ha portato i Die Fohlen a non essere solo riconoscibile per le sua capacità di stritolare l'avversario in fase di non possesso (atteggiamento che è stato, tra l'altro, in parte smussato, basta vedere il blocco posizionale medio utilizzato contro Inter e Real in Champions) ma anche per il sistema molto lucido in fase di possesso, con la coppia di centrali di centrocampo Kramer e Neuhaus sempre molto abili a gestire il possesso del pallone e le rotazioni posizionali sulla trequarti avversaria grazie ai movimenti di Thuram che taglia dall'esterno, Plea che viene incontro in zona di rifinitura e la grande lettura degli spazi di Stindl. Questi movimenti e questa confidenza in fase di possesso ha permesso alla squadra di Rose nella scorsa stagione di mandare in tilt la fase di non possesso di Wolfsburg e dello stesso Lipsia, per questo motivo l'assalto dei bianco-verdi alla capolista della Bundesliga potrebbe darci indicazioni molto importanti sulle ambizioni di entrambe le squadre.

Riguardo il Lipsia, la squadra di Nagelsmann ed il suo modello di lavoro è stato oggetto di numerosi post sul mio blog: la partenza di Werner sembrava potesse ridimensionare la stagione della squadra sassone dopo la semifinale di Champions dello scorso anno, ed invece ecco che dopo 5 giornate sono in testa alla Bundesliga alla vigilia di una partita che potrebbe realmente darci la giusta dimensione della squadra.


Tuttavia la pesante sconfitta (quanto meno per il punteggio) subita a Manchester in Champions League mercoledì sera ha mostrato alcuni punti di debolezza del sistema predisposto da Nagelsmann; lo United ha praticamente ingabbiato Kevin Kampl, il deus ex machina attorno al quale gira il sistema del Lipsia, isolandolo il gioco del Lipsia ha ristagnato nella zona destra del campo anche perché la carta Angelino non poteva essere imbeccata come nelle partite precedenti visto che l'esterno ex Manchester City era tenuto a bada da Wan-Bissaka. Sicuramente Rose avrà avuto modo di osservare le difficoltà della squadra di Nagelsmann a Manchester e, vista la capacità mostrata contro il Real di saper ingabbiare la manovra offensiva avversaria, starà già all'opera per replicare il trattamento alla capolista della Bundesliga. Il grafico indicato sopra mostra il livello di coinvolgimento di Kampl sinora nelle partite del Lipsia, non è casuale come le partite in cui il coinvolgimento è stato minore (ossia le partite contro Manchester e Leverkusen) il Lipsia non sia stato in grado di dominare la partita come voluto dal suo allenatore e, soprattutto, rappresentano le due partite in stagione in cui il Lipsia non ha vinto, per cui la trasferta a Moenchengladbach servirà a capire se Nagelsmann ha un piano B per la sua squadra dando per assodato che Rose cercherà di ingabbiare il centrocampista slovacco.


JUPILER PRO LEAGUE, ANDERLECHT-ANVERSA (DOMENICA ORE 13.30)


Il massimo campionato belga continua a generare spunti di grande interesse, come già segnalato in un post di due settimane fa, ma questo interesse non riguarda solo la fucina di talenti che questo campionato mette in vetrina, ma anche l'aumento di livello tecnico della competizione, che è dimostrata dai buoni risultati del Bruges in Champions (4 punti in 2 partite e contro la Lazio avrebbe meritato di portare a casa anche la seconda vittoria), ed anche dalla classifica cortissima con 11 squadre in 6 punti.

A comandare la classifica si trova l'Anversa, squadra dalla grandissima tradizione ma che sembrava caduta in disgrazia negli ultimi anni, tuttavia dopo una risalita avvenuta negli ultimi anni, la squadra più antica del Belgio si trova oggi in vetta alla classifica del campionato dopo un inizio complicato (una vittoria nelle prime 4 giornate) in cui comunque ha portato a casa la coppa nazionale e adesso, dopo che la squadra ha interiorizzato i concetti di Ivan Leko, ha iniziato una scalata che l'ha portata ad issarsi momentaneamente in vetta. Per continuare questo periodo favorevole arriva un test importante, ossia la sfida contro l'Anderlecht di Vincent Kompany, una sfida dall'enorme blasone visto che parliamo delle ultime due squadre belga ad aver raggiunto una finale in una coppa europea, ossia le finali di Coppa delle Coppe del 1990 e del 1993 perse contro la Samp di Vialli e Mancini ed il Parma di Nevio Scala.

Il sistema di gioco che Leko sta implementando ad Anversa segue dei principi che in Italia conosciamo bene in quanto sono gli stessi proposti da Gasperini e Juric, 3-5-2 con marcature a uomo a tutto campo ed i due esterni in perenne proiezione offensiva. 
Come si evince da questa immagine presa dalla partita contro il Tottenham in Europa League, il centrale difensivo di sinistra De Laet ha seguito Bale fino al limite della sua area di rigore, quante volte avete visto fare la stessa cosa per esempio da Toloi o Palomino in serie A?

In fase di possesso il gioco dell'Anversa si basa sulla ricerca della giocata in verticale, il target è il centravanti Mbokani, che ha girovagato per l'Europa nel corso della sua carriera e che in Belgio sta trovando una discreta continuità di rendimento tanto da aver realizzato 4 reti in questo primo scorcio di stagione, una continuità in fase di finalizzazione che negli anni precedenti della sua carriera di fatto non si era mai vista; infine, a differenza di altre squadre della Jupiler Premier League l'età media della squadra di Leko è molto alta: lo stesso Mbokani ha 34 anni, il capitano Haroun perno del centrocampo ne ha uno in più. mentre elementi come l'esterno sinistro Juklerod (26 anni) ed i centrali difensivi Seck (28) e De Laet (31) sono nel già nel pieno se non oltre della loro maturità sportiva; tra gli elementi, invece, che hanno ancora una futuribilità e che quindi saranno interessanti da seguire in questa stagione, vi sono l'esterno destro giapponese Miyoshi (23 anni) e gli interni di centrocampo Hongla e Gerkens (22 e 25 anni rispettivamente).

L'Anderlecht, invece, sotto la guida di Vincent Kompany ha iniziato un percorso di ricostruzione della squadra dopo le deludenti prestazioni delle ultime stagioni e dopo aver messo le casse della società al sicuro con la cessione definitiva di Saelemakers al Milan e le cessioni di Roofe ai Rangers e soprattutto quella del gioellino Doku al Rennes, per un incasso totale di 39 milioni di Euro; i bianco-malva sono fuori dall'Europa in questa stagione e per questo hanno deciso di ringiovanire la rosa lanciando in prima squadra una formazione dall'età media molto bassa (per esempio nell'ultima partita di campionato era poco al di sopra di 23 anni) sulla quale l'ex capitano del Manchester City sta cucendo un sistema basato sui principi del calcio posizionale basato sul possesso palla (secondo possesso palla medio del campionato, 54,8%, alle spalle del solo Gent) ed il cui centro gravitazionale è il prossimo gioiello promesso del settore giovanile, ossia Yari Verschaeren, classe 2001 a cui Kompany sta progressivamente assegnando a lui compiti di sviluppo e di costruzione della manovra (fino allo scorso anno agiva maggiormente in zona rifinitura) facendogli seguire il percorso che un suo predecessore con quella maglia, ossia Dennis Praet, ha seguito con la maglia della Samp sotto la gestione di Marco Giampaolo.



Il minutaggio di questa stagione (212 minuti) non è ancora sufficiente a capire cosa ne sarà di questa transizione, ma si evince (dati SmarterScout) un'ottima capacità di recuperare palloni grazie ad un ottimo senso della posizione, mentre per essere appetibile su livelli superiori dovrà migliorare la difesa della palla, fondamentale non ancora al top a causa della sua esilità che può penalizzarlo contro squadre ricche di fisicità a centrocampo, tuttavia non si è preoccupato di questo Roberto Martinez che gli ha già concesso due apparizioni con la maglia della nazionale dove è stato utilizzato nei 3 di attacco del 3-4-3, mentre Kompany al momento lo alterna tra i tre d'attacco ed i tre di centrocampo nel suo 4-3-3, insomma la partita di domenica sarà molto bello vedere questo giocatore alle prese con le marcature a uomo del centrocampo dell'Anversa. 

Sarà dunque una partita tra due tipologie di squadra davvero molto differenti, da un lato il calcio di possesso e la rosa giovane dell'Anderlecht di Kompany, dall'altra parte il calcio diretto ed aggressivo dell'Anversa di Leko, uno scontro che merita tutta la nostra attenzione in questo weekend.

giovedì 22 ottobre 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 5

















Da venerdì scorso è iniziato un periodo che vedrà quotidianamente partite per quattro settimane di fila, per cui con tutti gli eventi che ci sono in corso, concentrarsi su ciò che avviene nel solo weekend può essere limitativo visto il menu che ci troviamo di fronte ogni giorno, ma visto che sarebbe consigliabile restare a casa in questo periodo per limitare i contagi COVID, il weekend, specie per chi in settimana è preso da altri impegni, resta il momento migliore per godersi un po' di eventi sportivi dal proprio divano.

Come nelle precedenti settimane ho scelto dal palinsesto le partite e le squadre che mi destano maggiore interesse, non solo per la partita in se ma anche per conoscere alcune squadre in vista dei prossimi impegni oppure per rivedere squadre che mi hanno favorevolmente impressionato in questo periodo.

Prima di procedere alla presentazione delle mie scelte partiamo da una premessa, questo weekend prevede una partita che non necessita di presentazioni ne di consigli, si gioca Barcellona-Real Madrid al Camp Nou, appuntamento sabato alle ore 16, non aggiungo altre considerazioni ed analisi ma non perdetevela!.


PREMIER LEAGUE UCRAINA, VORSKLA POLTAVA-SHAKHTAR DONETSK (SABATO ORE 13)


La prestazione dello Shakhtar a Madrid in Champions League è stata sorprendente sia perché si tratta pur sempre di disporre a proprio piacimento del Real Madrid, ma anche perché si tratta di una prestazione ottenuta non ostante le tante assenze (non che il Real fosse a pieno organico, anzi) e dopo un inizio di campionato tutt'altro che dominante se comparato con il dominio espresso nella massima divisione ucraina negli ultimi anni.

Difatti in questo momento la classifica del campionato ucraino vede la squadra di Castro all'inseguimento della Dynamo Kiev di Lucescu e del suo avversario di sabato, per cui dopo la vittoria di Madrid ed in attesa di un'importantissima sfida interna contro l'Inter, riuscire a riprendere la vetta della classifica scavalcando il Vorskla potrebbe certificare ulteriormente la bontà del lavoro del tecnico portoghese in piena continuità con quanto fatto da Fonseca negli anni precedenti.

La squadra allenata da Maksimov è impattata dalle assenze causa COVID, seppur non ai livelli dello Shakhtar, ma a sufficienza per costringere il tecnico ucraino a modificare il 3-4-3 di base con un 4-4-1-1 nell'ultima sfida di campionato vinta contro l'Olimpik Donetsk per 1-0 principalmente per ovviare dell'assenza degli esterni offensivo Ibrahim Kane, classe 2000, e Pavlo Rebenok; per questo la squadra della città di Poltava perde un po' della sua brillantezza offensiva ed anche alcuni meccanismi che probabilmente hanno necessitato di qualche revisione. 
Nella partita vinta nell'ultima giornata ad essere stato decisivo ai fini della vittoria è stato l'ingresso in campo in corso d'opera del trequartista Shcherbak, autore dell'assist per il goal di Kulach, capocannoniere della squadra con 4 reti e terminale offensivo designato.

Lo Shakhtar visto a Madrid (al netto del forte abbassamento del baricentro nel secondo tempo) parte chiaramente favorito in questa sfida, tuttavia le tante assenze causa COVID hanno portato Castro a tenere lo stesso 11 in campo per tutti i 90 minuti e dato l'impegno contro l'Inter in Champions, è giusto pensare che il tecnico portoghese possa rischiare di mettere in campo qualche elemento con meno esperienza, per esempio sarei curioso di capire se ci sarà spazio per il 21enne Marquinhos Cipriano, scuola San Paolo, esterno offensivo ideale per un 4-2-3-1 come quello dello Shakhtar che però finora ha raccolto solo 32 minuti in questa stagione.

LIGA, ATLETICO MADRID-BETIS (SABATO ORE 21)


La sfida del Wanda Metropolitano tra la squadra di Simeone e quella di Pellegrini è una sfida che merita di essere vista soprattutto per capire su cosa le due compagini hanno diritto a competere in questa stagione.

Per il terzo anno di fila gli osservatori (me compreso) cercano di capire se questo possa essere l'anno buono per la "decholizzazione" dell'Atletico Madrid, una cultura che ha reso grande questa squadra nel momento in cui il gap a livello di seguito ed a livello economico era sensibilmente inferiore a quello di Barcellona e Real, ma che adesso sembra penalizzare gli elementi a disposizione di Simeone.

La sconfitta subita in Champions per mano del Bayern in settimana a messo a nudo tutti i limiti di una squadra che, pur avendone i mezzi, non riesce a far rendere al meglio i propri uomini, una situazione che ben ha riassunto sul suo account twitter Ricardo Rubio:





Il Betis, invece, è ripartito in questa stagione consegnando la panchina a Pellegrini, in una ricerca reciproca di rilancio dopo le ultime stagioni non propriamente esaltanti in cui entrambi hanno puntato sulla costruzione delle squadre con tanta qualità dalla metà campo in su ma senza riuscire a farla esprimere al meglio; il tecnico cileno ha deciso di costruire la squadra con un 4-2-3-1 .

Come si evince dalla passmap della partita vinta contro il Valencia, la formazione di Pellegrini affida il proprio gioco coinvolgendo le zone esterno del campo, dove i terzini e gli esterni di parte si sovrappongono e creano diverse triangolazioni con il supporto di Fekir, chiamato dalla sua posizione di trequartista di dare maggiore qualità al possesso grazie alle sue giocate palla al piede (2,5 dribbling riusciti a partita e 2,8 falli subiti), non è un caso che le maggiori opportunità siano partite dai piedi di Joaquin (2,6 passaggi-chiave a partita) e Canales (2,3 passaggi-chiave ed anche 2 assist al suo attivo), con quest'ultimo che viene schierato da Pellegrini o come esterno offensivo a sinistra o come centrale di centrocampo, scelta avvenuta quando il tecnico cileno non aveva William Carvalho a propria disposizione. L'ultima partita persa contro la Real Sociedad, tuttavia, ha mostrato che se l'avversario è in grado di bloccare questi sfoghi laterali e tenere Fekir fuori dal gioco (o ancora peggio quando è lui stesso in una di quelle giornate di abulia) la squadra mostra segnali di essere del tutto innocua e con i due terzini alti e senza la cerniera di William Carvalho diventa anche molto vulnerabile in fase di non possesso.



PREMIER LEAGUE, ASTON VILLA-LEEDS (VENERDI ORE 21)


Il programma della Premier League e dell'intero weekend si apre con quella che a mio parere è la sfida più eccitante di tutto il fine settimana, al Villa Park si affrontano due formazioni che portavano con se un hype gigantesco dato, da una parte, dalla campagna acquisti e di rinnovi contrattuali del Villa da club con idee chiare ed ambiziose, dall'altra il Leeds con il progetto tecnico iniziato tre anni fa in Championship con la panchina assegnata a Marcelo Bielsa che ha costruito un meccanismo il quale oltre a riportare i Whites in Premier League dopo 17 anni, ha messo in luce una serie di individualità che sembravano destinate ad un percorso da comprimari nella Championship e che invece, adesso sono in misura fissa nell'agenda di Southgate e di altri commissari tecnici per il prossimo europeo.


Partendo dall'Aston Villa, il clamoroso inizio di stagione con 4 vittorie nelle prime 4 partite trae origine, a mio parere, dal lavoro svolto da Dean Smith nel momento più difficile della scorsa stagione, ossia la ripresa della Premier dopo il lockdown: in quel momento il Villa si presentava al restart della stagione con la peggior difesa del campionato, frutto di un atteggiamento molto propositivo ma che creava troppe opportunità agli avversari, tanto più che la capacità realizzativa della squadra in fase di possesso era tutt'altro che positiva visto che nessuno degli attaccanti a disposizione di Smith, in particolare Wesley, non sono stati in grado di trovare la via della rete. Così dopo il lockdown, sull'orlo della retrocessione, il tecnico ha preferito abbassare il baricentro della squadra e cercare di blindare la propria area di rigore e sperare nelle giocate degli uomini avanzati, la strategia si è rivelata efficace in termini di numeri difensivi (come si evince dalla grafica di Understat esposta sopra) e soprattutto ha permesso, grazie alle prodezze del capitano Jack Grealish, di portare a casa la salvezza all'ultima giornata complice anche il crollo finale del Watford.

E proprio dalla lezione dell'ultima stagione, allenatore e club hanno deciso di ripartire per costruire una squadra maggiormente competitiva: il primo passo è stato rinnovare e mantenere gli elementi più importanti della scorsa stagione, ossia il già citato capitano Jack Grealish, il duo di centrali difensivi formati da Konsa e Mings ed il brasiliano Douglas Luiz perno davanti alla difesa ed ago della bilancia dell'equilibrio della squadra di Smith; alla loro conferma il club ha completato la squadra con un recruiting da 10 in pagella: nel ruolo di terzino destro è arrivato Matthew Cash, reduce da una grande stagione con il Nottingham Forest in Championship, mentre per il ruolo del centravanti, il grande buco della scorsa stagione, il club ha deciso di fare un investimento importante per Ollie Watkins, capocannoniere della scorsa Championship con la maglia del Brentford, con cui ha sfiorato la Premier, ha coperto il ruolo del portiere acquistando un signor estremo difensore come Emiliano Martinez dall'Arsenal e, ciliegina sulla torta, ha preso in prestito dal Chelsea Ross Barkley che si è già rivelato decisivo con la rete al 90' contro il Leicester ma soprattutto ha permesso a Smith il passaggio al 4-2-3-1 che, così assemblato, permette di contenere gli avversari con un 4-4-1-1 che chiude le zone centrali ed allo stesso tempo permette sufficiente elasticità sulla base di come l'avversario cerca di attaccare (raddoppio terzino-ala in caso di attacco laterale, abbassamento di Douglas Luiz in caso di movimenti in zona di rifinitura da parte delle punte), mentre in fase di possesso permette a Grealish di avere un giocatore in più con cui connettersi e con cui ruotare le posizioni assieme a Watkins permettendo anche a McGinn di mostrare le proprie qualità negli inserimenti, insomma un meccanismo che sembra ben costruito e che, al momento, è decisamente ben suffragato dai risultati (punteggio pieno e miglior difesa con 2 goal e 3,9 xG subiti, dato StatsBomb).

Anche il Leeds, come molti di noi speravano, sta mantenendo le promesse di inizio stagione, la curiosità di vedere i principi di gioco di Bielsa nella competizione che, al momento, rappresenta il pantheon tattico a livello mondiale, era gigantesca e ciò che sta proponendo il Leeds in queste prime giornate è un piacere per gli occhi; il calendario ha già messo di fronte i Whites con Liverpool e City dando vita a due partite molto avvincenti dove è riuscita a raccogliere un punto ma ha mostrato che la sua squadra può davvero giocarsela con chiunque, stesso discorso per la partita di lunedì scorso persa contro il Wolverhampton in cui gli uomini di Bielsa meritavano molto di più, partita che ho analizzato separatamente nel blog e dove potrete trovare un compendio del modo di giocare della squadra dello Yorkshire.


Oltre alle trame di gioco ci sono anche i numeri a certificare l'unicità del credo calcistico di Bielsa che, oltre a vedere il Leeds in testa alla classifica dei km percorsi e degli scatti effettuati, domina la statistica dei palloni contesi agli avversari in pressione e dei tackles effettuati, chiara dimostrazione della propensione della squadra a non accettare il possesso avversario e non abbassare mai il proprio baricentro, a questo si aggiunge il dato sul PPDA che ha visto i Whites passare davanti al Southamption di Hassenhuttl di cui ho già disquisito nei miei precedenti post

Il ritmo vertiginoso proposto dal Leeds contrapposto alla compattezza ed alla qualità dell'Aston Villa renderanno, a mio parere, ci regalerà una sfida che potrebbe diventare la giusta pubblicità per riconoscere l'innalzamento generale del livello della Premier League.



LIGUE 1, NIZZA-LILLE (DOMENICA, ORE 17)


All'Allianz Riviera di Nizza va in scena una sfida tra due squadre che si presentano con convinzioni differenti ma molto vicine in classifica con la squadra di Vieira che si trova la quarto posto con 13 punti a -4 dalla formazione di Galtier che si trova in testa alla classifica con grande merito.

Il Nizza si presenta a questa sfida reduce dal pesantissimo 6-2 subito in casa del Bayer Leverkusen in Europa League, dove da un lato si è vista l'inesperienza della squadra in un contesto come quello europeo, ma soprattutto si sono viste delle difficoltà da parte della squadra a mettere in pratica le idee di Patrick Vieira; l'ex capitano dell'Arsenal degli invincibili ha deciso di portare in costa azzurra un gioco basato sul possesso insistito cercando di attirare la pressione degli avversari e dunque sfruttare gli spazi generati da questa circolazione della palla. 

A livello numerico questa strategia di Vieira trova riscontro nel dato del possesso palla (pari al 58%) ma un possesso visivamente molto sterile e, come visto nella partita di Europa League contro il Leverkusen anche molto rischioso in quanto spesso messo in difficoltà da squadre che organizzano bene la prima pressione.

La sterilità del possesso della squadra nizzarda è testimoniata dalla difficoltà ad avanzare in campo, utilizzando i dati di StatsBomb presenti sulla piattaforma FbRef, si evidenzia come la squadra di Vieira sia all'ultimo posto come passaggi progressivi in tutto il campionato (poco più del 7% dei passaggi permettono alla squadra di avanzare sul terreno di gioco), un dato che conferma quanto visto già nella scorsa stagione e spiegato maggiormente nel dettaglio nel mio post riepilogativo sulla Ligue 1 al termine (forzato) della scorsa stagione. Fatta questa premessa allora qualcuno si chiederebbe come riesca questa squadra a rendersi pericolosa in zona offensiva, la risposta sta nella qualità elevata dei suoi elementi offensivi, su tutti l'ex Lione Amine Gouiri, esterno offensivo del 4-3-3 o seconda punta in caso di utilizzo di un 4-4-2 o nel 3-5-2 visto a Leverkusen, capace di guadagnare palla al piede quel campo che con il possesso palla la squadra non è in grado di ottenere. 

Il Lille, invece, si presenta a questo confronto da capolista del campionato, a dimostrazione che il percorso iniziato tre anni fa sotto la gestione di Galtier e la direzione tecnica di Luis Campos continua a raccogliere frutti non ostante le cessioni parecchio profittevoli per le casse della società che, però, non minano il valore tecnico della squadra.
Dopo aver tentato ad inizio stagione un 4-3-3 contro il Rennes, il tecnico marsigliese è tornato al 4-4-2 in continuità con le precedenti stagioni ma con una tensione meno verticale rispetto allo scorso anno: l'arrivo di Botman al centro della difesa ha reso possibile un impostazione da dietro più pulita, ma soprattutto l'avanzamento in campo non avviene più cercando il riferimento offensivo come Osimhen lo scorso anno e Leao l'anno precedente, bensì tramite combinazioni strette tra le punte ed i due esterni offensivi che si accentrano creando spazio per le sovrapposizioni dei terzini oppure tagliano alle spalle della linea difensiva per essere imbeccati dai passanti dalla zona di rifinitura; esempio di questo piano lo abbiamo visto con il goal del 3-1 realizzato sul campo dello Sparta Praga giovedì in Europa League, con Soumare che ha imbeccato in verticale il taglio di Ikone.




Ma la forza della squadra del nord della Francia sta principalmente nella fase difensiva, con Maignan che finora ha dovuto raccogliere solo due palloni da dentro la sua porta, questo sia per merito della compattezza della squadra in fase di non possesso, grazie alle idee chiare che la squadra ha su come indirizzare il possesso avversario per poi aggredirlo, ed anche quando l'avversario riesce ad andare al tiro, è lo stesso estremo difensore a mostrare il suo valore tra i pali visto che ad oggi con un saldo positivo di +4,3 in termini di xG post-tiro è per distacco il miglior portiere del campionato.

Per il Nizza di Vieira, dunque, un test decisivo per capire quali possano essere le reali ambizioni della squadra in questa stagione, per il Lille, invece, un risultato pieno anche in questa giornata potrebbe permettere alla squadra di sentirsi giustificata ad alzare l'asticella degli obiettivi e chissà, lanciare un guanto di sfida al PSG.


martedì 20 ottobre 2020

La battaglia tattica di Leeds-Wolverhampton

Il Monday Night della Premier League ha visto affrontarsi ad Elland Road il Leeds di Marcelo Bielsa ed il Wolverhampton in salsa portoghese di Nuno Espirito Santo, due progetti tecnici altrettanto interessanti quanto antitetici tra di loro: da una parte abbiamo un club che ha deciso di affidare la guida tecnica ad un maestro come Bielsa sulla cui carriera esiste una bibliografia infinita e che basa il proprio progetto sulla crescita dei giocatori a livello tecnico e di conoscenza del gioco, dall'altra parte un club gestito sostanzialmente da un agente, ossia Jorge Mendes, che utilizza il club inglese per dare una vetrina di primo livello ai suoi assistiti più importanti.

Ma oltre alla diversa gestione societaria, a livello di campo c'era grande interesse (quanto meno da parte mia) di vedere contrapposti due visioni di calcio agli antipodi, con il gioco rapido e dominante voluto da Bielsa contro la compattezza ricercata dal tecnico portoghese per poi liberare le qualità individuali in uno contro uno dei suoi elementi offensivi, ne è venuta fuori una battaglia tattica da cui ne è uscito vincitore il Wolverhampton ma in cui il Leeds avrebbe meritato decisamente qualcosa in più.







GLI SCHIERAMENTI IN CAMPO 


Il Leeds di Bielsa viene schierato con il solito 4-1-4-1 di base, al centro della difesa Strujik sostituisce Cooper mentre Rodrigo Moreno viene riproposto nella batteria dei quattro uomini alle spalle della punta Bamford; dall'altra parte Nuno si schiera con un 5-3-2 di base dove i due esterni sono Semedo e Saiss, non certo due interpreti iper-offensivi, al centro del campo, invece, viene schierato Pedro Neto e Podence viene chiamato a fare coppia davanti con Raul Jimenez, ma come vedremo tra poco le modifiche allo schieramento sono state molteplici.





LE CATENE DEL LEEDS


Il gioco del Leeds prevede diversi modi per rendersi pericoloso e trovare la miglior soluzione per arrivare rapidamente al tiro cercando di disordinare quanto più possibile lo schieramento avversario, per Bielsa poter aggirare un blocco basso a compatto come quello del Wolverhampton era sicuramente una sfida che avrà stimolato il suo pensiero e questo lavoro si è ben visto nel corso della partita, specie nel primo tempo.

Il primo aspetto che è balzato all'occhio vedendo la partita (e confermato dai numeri, vedi accanto) è stata la capacità di muovere il pallone tramite le catene esterne, con Ayling, Helder Costa da un lato e Dallas ed Harrison dall'altro, coadiuvati dai movimenti dei centrocampisti centrali che andavano a sovraccaricare la zona palla per favorire gli scambi stretti in velocità oppure i cambi di gioco (22 cambi di gioco in tutta la partita, di cui 9 effettuati da Kevin Phillips) e soprattutto poter aggredire immediatamente non appena il pallone veniva riconquistato dai Wolves (17 pressioni effettuate dal solo Rodrigo in tutta la partita).

Questo è un esempio di come lavorava la catena di destra nella prima parte del primo tempo: il pallone portato da Ayling fa uscire Pedro Neto sul terzino del Leeds, lo spazio alle sue spalle viene preso da Klich che si ritroverebbe in una posizione favorevole in zona rifinitura, la scelta dei Wolves è quella di far uscire il centrale Kilman dalla linea difensiva, ma questo genera a sua volta spazio alle sue spalle che può essere attaccato da uno tra Helder Costa, Bamford o anche Rodrigo, in questa maniera i White sono andati al tiro per quattro volte nei primi 15 minuti, tuttavia solo in una occasione Rui Patricio è stato impegnato, ossia un colpo di testa di Bamford al 5'.


IL PASSAGGIO AL 5-4-1 DEI WOLVES


Con un inizio così complesso di partita, Nuno è stato chiamato a trovare delle contromosse per arginare le trame del Leeds, soprattutto per chiudere le linee di passaggio in zona rifinitura che tanti problemi hanno creato ai meccanismi difensivi della squadra.

La risposta dei Wolves, quindi, è stata quella di spostare Podence dall'attacco alla linea di centrocampo in modo da coprire al meglio tutti i corridoi in zona di rifinitura e dare meno scelta ai terzini del Leeds nell'attivare le catene laterali comprimendo tutti gli spazi. Il Leeds ha adeguato il proprio schieramento a questa scelta di Nuno sfruttando la libertà comunque lasciata a disposizione dei terzini di portare palla: non potendo sfruttare la zona rifinitura, ha richiesto ai due esterni di tenere i due quinti dei Wolves quanto più staccati dai centrali ed allo stesso tempo ha richiesto a Klich, Rodrigo e Bamford di invadere l'area di rigore al fine di avere un 3 contro 3 contro i centrali dei Wolves, infatti le statistiche parlano di 7 cross tentati da Ayling e 5 di Harrison dall'altra parte. La modifica, tuttavia, ha premiato Nuno che ha sfruttato la capacità dei suoi centrali di vincere i duelli in area contro gli attaccanti del Leeds, dove spiccano i numeri di Kliman che ha liberato per 9 volte la propria area di rigore (6 Boly, 5 Semedo, 4 Saiss).



LA QUALITA' DEI WOLVES PER DECIDERE LA PARTITA


Le capacità di Nuno di saper leggere le difficoltà della partita hanno permesso ai Wolves di non essere penalizzato dal dominio espresso dal Leeds per lunghi tratti della partita, quasi come se avesse scelto di far sfogare la squadra di Bielsa ed attenderli al varco nel momento in cui non fossero stati più in grado di reggere il ritmo.

Il passaggio al 4-5-1 in fase di non possesso ha innescato meccanismi diversi in fase di possesso una volta che la squadra fosse stata capace di alzare il baricentro:

La strategia, una volta recuperato il possesso del pallone era quello di cercare gli uomini di maggior qualità in grado di risalire il campo e far correre all'indietro il Leeds per recuperare campo e generare situazioni pericolose mediante giocate individuali: il grafico che ho creato qui a fianco ci mostra quanto i Wolves abbiano affidato il pallone a Raul Jimenez e Pedro Neto per raggiungere questo scopo oltre che a Dendoncker; la scelta, non possibile nel primo tempo grazie all'immediata ri-aggressione del Leeds, ha raccolto i propri dividendi nel secondo tempo: l'attaccante messicano ha chiuso la partita con 3 dribbling su 5 riusciti, Pedro Neto addirittura 6 su 11, mentre Dendoncker spicca per i duelli aerei vinti (7 su 7), meno coinvolto, invece, Podence che, però, nel primo tempo ha avuto sul piede l'unica palla goal costruita dai suoi in tutta la prima frazione; l'azione del goal che ha deciso la partita nasce su una giocata personale di Jimenez che conducendo la palla dall'esterno all'interno del campo si è creato uno spazio per una conclusione da fuori area che è terminata in rete grazie alla decisiva deviazione di Phillips.


I CAMBI DEL LEEDS PER L'ARREMBAGGIO FINALE


Per una squadra che fa del ritmo e della corsa i propri fondamenti di gioco, come Bielsa vuole per il suo Leeds, l'utilizzo dei cambi è fondamentale per il tecnico argentino per ovviare al fisiologico calo che la squadra può avere nelle fasi finali della partita, difatti, subito il goal l'obiettivo era quello di ricreare le situazioni viste nel primo tempo sperando anche in una minore tenuta della squadra di Nuno in fase difensiva, così gli ingressi Poveda, di Pablo Hernandez e Raphinha cercano di dare nuovo vigore alle linee avanzate con Ayling e Dallas ad agire da "braccetti" di una difesa che, sulla carta diventa a 3 con l'uscita di Struijk.


Anche l'assalto finale, come si evince dall'immagine qui a fianco, si è incentrato nell'occupare l'area di rigore con tanti uomini (5 contro 5 in questa situazione), una strategia che ha portato in due minuti a due conclusione in zona pericolosa di Pablo Hernandez e di Pobeda (quest'ultima quella che ha generato i maggiori xG secondo Understat) che però si sono frantumate sul muro difensivo dei Wolves.





CONCLUSIONI


La partita è stato davvero molto bella e ricca di spunti, come spesso accade quando si affrontano due squadre che esprimono visioni di gioco diverse sul campo da gioco; i numeri dicono che la partita avrebbe dovuta portarla a casa il Leeds (66% di possesso palla, 13 tiri contro 7) così come anche esposto dal dato degli xG (vedi sopra), tuttavia avere in squadra giocatori di qualità come Raul Jimenez, Pedro Neto (citando solo quelli più brillanti ieri sera) permette a Nuno di costruire strategie di gara in cui può affidare la fase offensiva solo alle qualità individuali di questi elementi. così come è da sottolineare la prestazione dei 3 centrali difensivi, in particolare al quasi esordiante Kilman, classe 1997, alla sua seconda presenza in stagione dopo le 3 collezionate in quella scorsa, oltre alle conferme di Conor Coady, ormai stabilmente nel giro della nazionale inglese, e di Willy Boly.
Leeds e Wolverhampton sono due squadre costruite con principi differenti ma con ambizioni comuni, per questo sarà decisamente molto stimolante seguire il loro cammino anche nel proseguimento di questa stagione.

venerdì 16 ottobre 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21 Ep. 4

Terminata la pausa delle nazionali che ha lasciato indicazioni non del tutto attendibili nel momento in cui molte nazionali sono state penalizzate dalle assenze di diversi giocatori colpiti dal COVID, trascinando con se polemiche sul calendario messo in piedi da FIFA e UEFA, ritorna il calcio dei club, soprattutto si torna a fare sul serio, visto che non ritornano solo i campionati ma tornano anche le competizioni europee nel corso della prossima settimana, per questa ragione i miei consigli del weekend sono orientati a conoscere alcune squadre che vedremo impegnate da martedì tra Champions ed Europa League e di cui mi piacerebbe conoscere e farvi conoscere qualcosa in più.

Sarà il weekend, questo dei derby di Liverpool e di Milano che possono valere la vetta della Premier e della Serie A, ma è anche il weekend del derby di Glasgow, e quest'ultimo è una delle partite che ho scelto per questa preview del weekend calcistico.





IN ATTESA DI CHELSEA-SIVIGLIA (MARTEDÌ ORE 21)


La squadra di Lampard e quella di Lopetegui sono le favorite di un girone (il girone E) parecchio interessante, visto che include anche il Rennes, di cui ho parlato nelle scorse settimane, ed il Krasnodar, squadra russa con giocatori di talento. Per introdurvi alla sfida di martedì a Stamford Bridge i rispettivi impegni di campionato ci diranno che squadre si affronteranno.

GRANADA-SIVIGLIA (SABATO ORE 13)

Prima del ritorno in Champions League, la formazione andalusa avrà un bell'impegno nella Liga, dove dovrà affrontare all' Estadio de lo Carmenes il Granada in un derby andaluso che ci farà rendere conto di quanto manca agli osservatori ed agli addetti ai lavori dover seguire questi match senza la giusta cornice di pubblico, ma questo è un altro discorso.

L'asse Monchi-Lopetegui ha costruito una squadra che ha riportato il Siviglia in Champions dopo due stagioni non esaltanti e, soprattutto, ha riportato dopo 4 stagioni l'Europa League, appena alzato il trofeo al cielo in Germania, Monchi si è rimesso all'opera per sostituire prima due pedine importanti come Reguillon e Banega, al cui posto sono arrivati rispettivamente Marcos Acuna dallo Sporting Lisbona ed Ivan Rakitic, cavallo di ritorno e giocatore che ritengo favoloso e perfetto per associarsi nel centrocampo di Lopetegui con Fernando e Jordan; in zona offensiva sono rimasti tutti al Sanchez Pijuan, soprattutto Lucas Ocampos, decisivo nella scorsa stagione, e Luuk De Jong, partito molto a rilento nella scorsa stagione e poi giocatore decisivo nelle fasi finali, doppietta all'Inter in finale di Europa League inclusa, ma soprattutto, nell'ultimo giorno di mercato si è regalata un tocco di classe in più con l'arrivo di Oussama Idrissi, uno dei tanti giovani prospetti di alto livello usciti da quel meraviglioso laboratorio che è l'AZ Alkmaar, pronto a scalzare dall'undici di partenza l'ex milanista Suso.

Il 4-3-3 di Lopetegui è ormai facilmente riconoscibile nella strategia, basata sulla copertura in ampiezza del campo, con una fase di costruzione molto pulita, atta ad attrarre la pressione avversaria per poi innescare con i cambi di gioco le batterie di esterni formate dal terzino e l'ala, una giocata che disordina spesso e volentieri le linee avversarie e che porta a generare diverse palle goal: ciò che è mancato per lunghi tratti della Liga lo scorso anno è stata la fase realizzativa, questo a causa del rendimento non ottimale di De Jong che, invece, ha alzato il livello della squadra nel momento in cui ha iniziato a trovare la porta con regolatrità; a dimostrazione della riconoscibilità del gioco di Lopetegui, abbiamo la statistica dell'ammontare dei cambi di gioco a partita per squadra, come dimostrato dal grafico che ho creato qui sotto sulla base dei dati StatsBomb resi disponibili dalla piattaforma FbRef che conferma i dati anche della scorsa stagione, dove tra i 5 principali campionati il Siviglia era secondo al solo Real Madrid e addirittura davanti al Liverpool.



Il Granada dal canto suo viene da una stagione sorprendente, dove da neo promossa è riuscita a trovare la qualificazione in Europa League, dove in queste settimane ha anche ottenuto la qualificazione alla fase a gironi dove dovrà vedersela con il PSV di Roger Schmidt, il PAOK retrocesso dai preliminari di Champions ed i ciprioti dell'Omonoia. La squadra di Diego Martinez in queste stagioni ha consolidato un sistema di gioco basato sul 4-2-3-1 che in fase di non possesso si trasforma in un 4-1-4-1 con uno dei mediani che si abbassa per presidiare la zona di rifinitura.

Nell'immagine a fianco un'esemplificazione dello schieramento del Granada in fase di non possesso dove è facilmente riconoscibile il 4-1-4-1 (l'attaccante è fuori inquadratura), sulla carta uno schieramento che predilige la copertura delle zone centrali, ma il posizionamento di terzini ed ali è sempre pronto al raddoppio in caso di cambio di gioco, ossia la strategia che il Siviglia usa per sviluppare la propria manovra, per questo motivo vedremo tanti duelli nelle zone esterne del campo che saranno la chiave per il Granada al fine di soffocare la maggior qualità di cui il Siviglia dispone; in fase di possesso, invece, i terzini si spingono molto in avanti, mentre uno dei centrocampisti si pone tra i due centrali difensivi formando una classica salida lavolpiana su cui il Siviglia dovrà fare delle scelte molto precise sul come attaccarla, visto che poi la pressione avversaria viene usata dagli uomini di Martinez per innescare in verticale la qualità di Machis, ex Udinese ed uno degli uomini più pericolosi della Liga in questa fase di stagione, se non saranno i duelli individuali sugli esterni, dunque, a decidere la partita, lo saranno allora le transizioni.


CHELSEA-SOUTHAMPTON (SABATO ORE 16)

Il Chelsea di Frank Lampard, complice il mercato faraonico, si presenta a questa stagione con tanti occhi puntati addosso e, sotto sotto, con molti che sperano nel fallimento della stagione dei Blues: le prime gare della stagione non sono state del tutto incoraggianti, soprattutto nelle prime due partite, dove Brighton e Liverpool hanno surclassato il Chelsea (il dato aggregato degli xG parla di un -1,8 secondo StatsBomb); la partita con il Southampton mette di fronte gli uomini di Lampard ad una squadra di cui ho già più volte disquisito nelle precedenti settimane e che, dopo un inizio in cui i difetti hanno nascosto i pregi, ha trovato due vittorie consecutive prima della pausa che ne hanno fatto risalire le quotazioni.

Il problema di Lampard in questo primo scorcio di stagione è quello di trovare un sistema di gioco che sia in grado di tenere insieme il talento di Havertz e Werner, questo ha portato a tanti cambiamenti dello schieramento nelle 4 partite di campionato fin qui disputate, allo stato delle cose la scelta sembra essere ricaduta su un 4-2-3-1 in cui il Chelsea schiera un riferimento avanzato (Abraham o Giroud) che si associ con i due tedeschi, le ultime due partite, inoltre, hanno visto salire le quotazioni di Hudson-Odoi come elemento necessario a garantire l'ampiezza a destra, mentre quella a sinistra è garantita dal ritorno in campo di Chillwell, arrivato da Leicester lo scorso agosto.

Il 4-2-3-1 visto contro il Crystal Palace prima della pausa e nel secondo tempo della partita contro il WBA in cui ha rimontato 3 reti si sviluppa sostanzialmente nella maniera indicata nello schieramento qui accanto: Azpilicueta resta bloccato in fase di impostazione mentre Chillwell tende ad avanzare, se lo spagnolo è chiamato anche lui a salire è Jorginho ad abbassarsi tra i due centrali difensivi o al loro fianco, lo scaglionamento offensivo vede Hudson-Odoi dare ampiezza a destra mentre Havertz e Werner occupano la zona di rifinitura per poi attaccare la linea sfruttando i movimenti a venire incontro di Abraham, se invece la manovra si sviluppa sull'esterno, avanzano anche Azpilicueta e Kante in modo tale che l'area possa essere invasa da più uomini possibile e, in caso, di palla persa, ci sia un numero sufficiente di giocatori per avviare la ri-aggressione. Indubbiamente questa strategia sembra essere la comfort zone di Lampard e della squadra, tuttavia il timore di lasciare spazi alle spalle delle linee di pressione sembrano essere una grossa preoccupazione per la squadra, come si è visto nella partita contro il Liverpool, dove un atteggiamento estremamente prudente in fase di non possesso non ha raccolto sufficienti dividendi, la trasferta su un campo di una squadra propositiva come i Saints sarà un'occasione per capire quanto questa squadra stia crescendo e quale strada intende seguire.

Del Southampton abbiamo parlato nei post precedenti così come nella presentazione di questa Premier League, il progetto Hassenhuttl prosegue in continuità con quanto visto nella scorsa stagione, ossia squadra molto aggressiva e che vive di transizioni così come di occupare la trequarti avversaria.


I numeri mostrano chiaramente i segni della strategia portata avanti dal tecnico del Southampton, visto che la squadra si trova al terzo posto alle spalle di City e Liverpool come minor percentuale di tempo speso nella propria trequarti, a dimostrazione della tensione verticale della squadra, un dato che conferma la strategia di Hassenhuttl è quello relativo al PPDA, ossia il dato relativo alla rapidità con cui si recupera il pallone, dato che, secondo Understat è pari a 7,40, indice più basso di tutta la Premier, insomma non siamo ai convenzionali tre indizi ma ci sembra che abbiamo una prova sufficiente per mostrare che i principi del tecnico austriaco abbiano del tutto attecchito sulla costa sud dell'Inghilterra ed intende portare avanti un ciclo che promette molto bene, a patto che si accettino sia i pregi che i difetti (vedi i disastri della partita persa contro il Tottenham alla seconda giornata); la partita contro il Chelsea, inoltre, potrebbe vedere in campo l'esordio dal primo minuto dei nuovi acquisti Salisu e Diallo, quest'ultimo giunto dal Brest nell'ultimo giorno di mercato con lo scopo di sostituire, nello scacchiere di Hassenhuttl, il posto lasciato vacante dalla partenza di Hojbjerg verso il Tottenham, permettendo ai Saints di poter temere in misura minore gli ampi spazi da difendere alle spalle della propria linea di pressione, se entrambi saranno in campo, la tecnica e la velocità di cui dispone il Chelsea dalla metà campo in su rappresenteranno un bel banco di prova che potrebbe aprire o meno scenari ambiziosi.


IN ATTESA DI MIDTJYLLAND-ATALANTA (MERCOLEDÌ ORE 21)

Dopo essere stata lei ad essere messa a battesimo nella scorsa Champions, per l'Atalanta arriva il momento, alla sua seconda partecipazione, di dare il battesimo al Midtjylland, formazione danese dal progetto molto affascinante (basato sui principi del MoneyBall) che l'ha portata nel giro di pochi anni a raggiungere la cima del calcio danese scalzando il Copenaghen e mettendo in mostra un gioco molto piacevole e lanciando tanti talenti molto interessanti che avranno a disposizione in Champions di una vetrina ancora più importante per mettersi in mostra.

MIDTJYLLAND-ODENSE (SABATO ORE 16)


La partita di avvicinamento per la squadra danese si disputa sabato pomeriggio, sostanzialmente in contemporanea con quella dell'Atalanta, che scende in campo a Napoli un'ora prima. Gli impegni nei turni preliminari di Champions hanno distolto leggermente l'attenzione della formazione di Brian Priske dal campionato, dove in 4 giornate ha raccolto 7 punti e adesso si trova ad inseguire il Brondby che è in testa a punteggio pieno: la principale problematica che si legge dai numeri è quella delle difficoltà realizzative, visto che, stando a quanto indicato dal sito della 3F Superliga, il Midtjylland ha realizzato meno di quanto prodotto in termini di xG (4 reti a fronte di 6,5 xG).


Lo schieramento del Midtjylland è riassumibile in un 4-3-3 di base che può ruotare in un 4-2-3-1, ma indipendentemente dai numeri è l'identità della squadra quella che balza maggiormente all'occhio, con un gioco di possesso e di interessanti rotazioni sia nel gioco laterale che nella fase di sviluppo a centrocampo, inoltre con l'arrivo di Pione Sisto in questa stagione si sta consolidando una giocata che rischia di diventare un marchio di fabbrica: lo svedese ex Celta si abbassa a metà campo dando man forte ai centrocampisti, non appena riceve il pallone lo scarica di prima intenzione alle spalle della linea difensiva innescando il taglio dell'esterno destro Dreyer che può andare a concludere solo davanti al portiere; è possibile vedere replicata questo tipo di giocata anche nelle sfide dei preliminari di Champions League, in particolare nel corso del 3-0 allo Young Boys.




Un altro motivo per vedere la partita contro l'Odense non è solo relativo alla qualità corale della squadra di Priske, ma anche la qualità individuale dei giocatori pescati dal club, l'età media della squadra è di poco superiore ai 25 anni e si tratta di giocatori pronti davvero ad esplodere, abbiamo già citato Dreyer, ma aggiungo il mediano Cajuste, il regista Evander e l'esterno offensivo Mabil, tutti giocatori di cui l'Atalanta dovrà ben vedersi, vista la capacità di muovere rapidamente il pallone e trovare la giocata per bypassare pressioni aggressive come quelle della squadra di Gasperini; la partita di sabato, dunque, servirà a capire come la squadra danese si presenta a questa fase della stagione.

L'Odense, avversario nella sfida di sabato, si presenta a questa sfida con un curriculum offensivo interessante (6 reti realizzate nelle prime 4 partite) ma che si è poggiato sulle qualità realizzative del centravanti Issam Jebali che però sarà assente per squalifica dopo essersi fatto cacciare fuori dopo 20' dell'ultima partita di campionato contro il Vejle, poi persa per 1-0, un risultato ed una prestazione che hanno dilapidato quanto di buono costruito nelle prime tre giornate, in particolare la vittoria alla prima giornata contro il Copenaghen per 3-2; della squadra allenata da Michelsen, oltre alle prestazioni dell'assente Jebali, segnalo i due esterni d'attacco Frokjaer-Jensen ed Emmanuel Sabbi, molto rapidi e, quindi, potenzialmente molto pericolosi in fase di transizione, dove il Midtjylland potrebbe avere un punto debole e dove invece l'Odense è in grado di farne il proprio punto di forza.

NAPOLI-ATALANTA (SABATO ORE 15) 


Per l'Atalanta, invece, la preparazione alla seconda partecipazione alla Champions arriva affrontando uno degli avversari che uno dei 4 posti glieli vuole togliere, ossia il Napoli di Rino Gattuso, sulle cui novità in questa stagione ne avevo scritto alla vigilia della sfida contro il Parma alla prima di campionato.

La rosa a disposizione di Gattuso permette al tecnico calabrese di variare lo schieramento tattico della squadra così come può permettersi diverse strategie a seconda dell'avversario e dell'andamento della partita: ad esempio in una sfida contro una squadra particolarmente offensiva come l'Atalanta non sarei sorpreso di rivedere un Napoli con un baricentro più basso ed un centrocampista in più, una strategia che nella gara disputata a Bergamo lo scorso luglio non pagò dividendi proprio per l'assenza di giocatori in grado di sfruttare le situazioni di transizione offensiva, oggi, invece, con giocatori come Osimhen e Lozano in campo, la storia potrebbe cambiare.






Altra chiave di lettura della sfida sarà senz'altro la fase di costruzione del Napoli contro la pressione individuale dell'Atalanta: Gattuso ha preteso sin dal giorno 1 del suo arrivo di non voler derogare ad un'uscita palla sin da dentro la propria area di rigore, inoltre i numeri ci mostrano come questa contrapposizione si verificherà anche nella metà campo opposta.

Dall'analisi dei numeri delle prime giornate di campionato, si evince come entrambe le squadre facciano un grande uso del possesso nella propria trequarti prima di affondare (difatti sono le prime due squadre per percentuale di possesso nel proprio terzo difensivo sul possesso totale) così come cercano di privilegiare la pressione oltre la propria metà campo; tuttavia, come indicato in precedenza, resterà da capire se Gattuso vorrà mantenere il baricentro alto anche in occasione di questa sfida concedendo uomini contro la batteria di centrocampisti e trequartisti a disposizione di Gasperini, oppure accetterà di restare con un baricentro medio-basso per cercare di limitare le connessione tra Papu Gomez, Pasalic e co.

Anche per l'Atalanta la partita di Napoli sarà un test a dir poco probante per verificare, oltre alla tenuta dei meccanismi in fase di non possesso contro una squadra di grande tecnica come il Napoli, anche la capacità di imporre il proprio gioco ed il proprio ritmo sul campo della squadra partenopea, un successo ed una prestazione dominante, oltre ad essere un buon viatico in vista dell'esordio in Champions, significherà aver vinto molti duelli contro una squadra di prima fascia, il che significa che i nerazzurri potranno iscriversi di diritto alla lotta per la vittoria del campionato.



IN ATTESA DI STANDARD LIEGI-RANGERS (GIOVEDI ORE 18,55)


L'Europa League darà il via alla sua fase a gironi dal prossimo giovedì con in programma diverse partite di sicuro interesse, vedi la sfida tra Nizza e Leverkusen o quella tra PSV e Granada, oltre ai match delle italiane che affrontano Celtic campione di Scozia (il Milan), AZ Alkmaar, primo posto a parti merito con l'Ajax nella scorsa Eredivisie prima della sospensione del campionato (il Napoli) e lo Young Boys campione di Svizzera (la Roma).
Tuttavia la sfida che meglio identifica l'interesse degli appassionati di calcio a questa competizione è la sfida che si disputerà al Maurice Dufrasne di Liegi tra lo Standard padrone di casa ed i Rangers allenati da Steven Gerrard, due squadre che hanno diversi giocatori ma anche un'interessante identità di gioco da mettere in mostra, a questo si aggiunge il vantaggio di vedere due squadre già rodate visto che i rispettivi campionati celebrano nel weekend rispettivamente l'undicesima (la Premiership scozzese) e la nona giornata (la prima divisione belga).
Ma a farmi scegliere questa partita vi sono anche le partite che le due compagini dovranno affrontare prima di incontrarsi in Europa League.


STANDARD LIEGI - BRUGES (SABATO ORE 20,45)


Il contrappasso della storia ha voluto che il Belgio, nazione che ha fatto del colonialismo e dello sfruttamento delle miniere un elemento distintivo, veda oggi il proprio campionato nazionale come una miniera di materiali grezzi da lavorare e far luccicare altrove, tuttavia le squadre belga hanno saputo usare questa funziona come un'ottima fonte di guadagno, iniziando a rendere la Jupiler League una bottega cara grazie ad una vetrina decisamente resa migliore dalla competitività del campionato.

La partita di Liegi è resa molto interessante dal fatto che prima della pausa lo Standard ed il Bruges si sono rese protagoniste di due vittorie in cui hanno dichiarato la candidatura per poter essere le principali contendenti al titolo in questa stagione: la squadra di Liegi è andata ad espugnare il campo della capolista Charleroi con una prestazione a tratti dominante, stesso discorso per il Bruges che ha distrutto il rinnovato Anderlecht di Vincent Kompany; adesso le due squadre sono divise da un solo punto in classifica occupando rispettivamente il terzo ed il secondo posto a due ed un punto di distacco dallo Charleroi capolista.


Entrambe le squadre a livello tattico amano muoversi all'interno di un 4-2-3-1 che può modificarsi in un 4-3-3 a seconda degli interpreti e delle situazioni che la singola partita richiede. Come si evince dalla grafica che ho creato qui a fianco, lo Standard Liegi tende a sfruttare l'ampiezza con i propri terzini abbassando uno dei centrocampisti tra i centrali creando una salida lavolpiana, se necessario il 4-2-3-1 viene poi rielaborato in 4-3-3 qualora sia necessario aggiungere un uomo alla fase di impostazione, in tal caso è il trequartista ad abbassarsi lasciando l'onere di coprire la zona di rifinitura agli esterni offensivi; dall'altra parte il Bruges cerca con uno dei suoi due centrocampisti centrali di esplorare gli spazi alle spalle delle linee di pressione costringendo l'avversario a fare delle scelte su come impostare il pressing, la copertura è data dai terzini che non si alzano subito in fase di costruzioni ma attendono fasi successive del gioco, inoltre l'ampiezza in genere è garantita dagli esterni offensivi nel momento che la zona di rifinitura è occupata dai centrocampisti che si alzano.

Per cui le strategie delle due squadre sono entrambe basate sul desiderio di avere il controllo del gioco e di vincere i duelli individuali: al centro del campo vedremo da una parte la tecnica del 19enne Nicolas Raskin, il trequartista dello Standard Liegi che ha già collezionato 3 assist in campionato e 1,4 passaggi-chiave per partita, dall'altra parte l'esperienza e la fisicità di Ruud Vormer e Hans Vanaken, ossia i giocatori che, con i loro movimenti tra le linee di pressione permettono al Bruges di controllare il gioco e di dominare fisicamente contro qualsiasi avversario, insieme hanno collezionato 7 goal e 7 assist in questa stagione a dimostrazione della loro vocazione offensiva, così come della grande produzione in fase conclusiva della squadra allenata da Clement; in fase di rifinitura i duelli individuali sono affidati da una parte a Semi Amallah, 23enne esterno offensivo marocchino che ha collezionato 1,9 dribbling a partita e 3,4 falli subiti a partita a cui aggiungere una media di 3,6 conclusioni a partita, dati che dimostrano l'enorme quantità di responsabilità che si prende il marocchino assieme all'ex Genoa Maxime Lestienne che sarà il grande ex di questa partita, visto che con la maglia del Bruges ha vissuto le migliori stagioni della sua carriera nel 2013 e nel 2014, dall'altra parte, invece, toccherà all'esterno senegalese classe 1999 Krepin Diatta il ruolo di creare spazi con le sue giocate e tenere indietro i terzini dello Standard e magari sfidarli in uno contro uno, stesso discorso sull'altra fascia verrà richiesto al classe 2001 Charles De Ketelaere.


CELTIC-RANGERS (SABATO ORE 13,30)

Il derby di Glasgow non ha bisogno di molte presentazioni, siamo all'episodio numero 320 in campionato, e sarà ancora più speciale perché si torna a giocare dopo 10 mesi dall'ultima volta, perchè, ahime, sarà il primo a disputarsi senza la bellissima cornice di pubblico del Celtic Park, ma soprattutto perché, per la prima volta dal 2012 (anno in cui i Rangers sono stati costretti a ripartire dalla quarta serie scozzese) l'Old Firm potrebbe valere qualcosa in più della semplice vittoria nella rivalità cittadina (anche se sappiamo tutti che si tratta di una rivalità che va oltre questo aspetto, ma non è questa la sede adatta per approfondire questo aspetto) dato che finalmente i Rangers sembrano aver colmato il gap tecnico rispetto ai Celtic.

Il merito di questo va dato principalmente al gran lavoro di un allenatore il cui nome non ha bisogno di molte presentazioni, ossia Steven Gerrard: l'ex capitano del Liverpool è alla terza stagione sulla panchina dei Gers, stagioni in cui ha riportato la squadra in Europa facendola anche ben figurare nelle ultime due edizioni dell'Europa League (lo scorso anno sono arrivati fino agli ottavi per poi essere eliminati dal Leverkusen), un percorso reso possibile da un percorso tecnico molto preciso basato sulla ricerca costante del gioco all'interno del campo mettendo alle spalle i concetti tradizionali del calcio britannico basato sulle palle alte e la ricerca della punta centrale.  
   

Il mercato ha, inoltre, permesso di trovare sempre giocatori adatti a migliorare la squadra a livello tecnico ma soprattutto ha permesso a Gerrard di avere diverse soluzioni di gioco per modificare il registro delle partite in corso d'opera: lo scorso anno i giocatori che hanno alzato il livello della squadra sono stati Joe Aribo e Ianis Hagi (quest'anno riscattato, come si evince dalla grafica accanto presa da Transfermarkt); quest'anno, invece, Gerrard ha deciso di rimpolpare il reparto degli attaccanti, una scelta nata in primis dalla concreta possibilità che Alfredo Morelos, il trascinatore dei Gers sotto la gestione Gerrard, potesse andare via per sostituire Osimhen al Lille ma invece non è accaduto, tuttavia il club si è cautelato acquistando l'ex Leeds Kemar Roofe e dello svizzero Itten del San Gallo, a cui si aggiunge anche il caro vecchio Jermaine Defoe; lo scopo è quello di avere maggiori alternative negli ultimi metri, magari anche tenendosi come opzione il doppio centravanti come soluzione da tenere nel taschino in corso di partita.


Per il Celtic la stagione è partita decisamente in salita, con l'eliminazione precocissima nei preliminari di Champions League che ha costretto gli uomini di Lennon a dover disputare due turni di preliminare per entrare nella fase a gironi dell'Europa League dove affronterà giovedì il Milan.

Le prestazioni e gli investimenti dei Rangers stanno mettendo alla prova la tenuta di un club e di una squadra che negli ultimi 9 anni ha dominato il campionato scozzese, così dopo la sconfitta subita contro il Ferencvaros in Champions, Neil Lennon ha deciso di mettere mano all'abito tattico della sua squadra passando alla difesa a 3 resa possibile grazie all'arrivo dell'irlandese Shane Duffy in prestito dal Brighton che occupa il posto centrale portando con se il bagaglio di conoscenze acquisito la scorsa stagione sotto la guida di Potter in termini di inizio azione da dietro, al suo fianco c'è il  centrale norvegese Kristoffer Ajer, classe 1998, un altro interessante elemento di questa generazione scandinava.

Il 3-5-2 permette, inoltre, a Lennon di poter schierare insieme le sue due punte principali in rosa, ossia Edouard ed Ajeti (quest'ultimo principale investimento dell'ultimo mercato, pagato 5,5 milioni per prelevarlo dal West Ham), tuttavia i due hanno giocato insieme solamente una partita, vinta dal Celtic per 5-0 sul campo del Ross County. Ancora maggiori alternative fornisce il 3-4-1-2 con Ryan Christie nel ruolo di trequartista alle spalle delle due punte, tuttavia il COVID sta falcidiando The Hoops visto che sia il francese che il trequartista scozzese saranno indisponibili per l' Old Firm, così come l'esterno James Forrest ed i due israeliani della rosa Nir Bitton e Hatem Elhamed.

Unica buona notizia potrebbe arrivare dalle fasce laterali, dove potrebbe già essere l'ora per un esordio immediato per Laxalt, arrivato in prestito dal Milan negli ultimi giorni di mercato, ma soprattutto questo Old Firm sarà il primo per l'olandese Frimpong, classe 2000 rivelazione di questa prima fase di stagione, utilizzando gli algoritmi di calcolo di SmarterScout (vedi immagine) seppur valutati su un campione di minuti ancora non sufficientemente probanti, mostrano potenzialità importanti se rapportate alle necessità dei club di un campionato come quello di serie A, se vedrete l'Old Firm sarà il momento giusto anche per voi per valutarne le potenzialità. 

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