giovedì 22 ottobre 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 5

















Da venerdì scorso è iniziato un periodo che vedrà quotidianamente partite per quattro settimane di fila, per cui con tutti gli eventi che ci sono in corso, concentrarsi su ciò che avviene nel solo weekend può essere limitativo visto il menu che ci troviamo di fronte ogni giorno, ma visto che sarebbe consigliabile restare a casa in questo periodo per limitare i contagi COVID, il weekend, specie per chi in settimana è preso da altri impegni, resta il momento migliore per godersi un po' di eventi sportivi dal proprio divano.

Come nelle precedenti settimane ho scelto dal palinsesto le partite e le squadre che mi destano maggiore interesse, non solo per la partita in se ma anche per conoscere alcune squadre in vista dei prossimi impegni oppure per rivedere squadre che mi hanno favorevolmente impressionato in questo periodo.

Prima di procedere alla presentazione delle mie scelte partiamo da una premessa, questo weekend prevede una partita che non necessita di presentazioni ne di consigli, si gioca Barcellona-Real Madrid al Camp Nou, appuntamento sabato alle ore 16, non aggiungo altre considerazioni ed analisi ma non perdetevela!.


PREMIER LEAGUE UCRAINA, VORSKLA POLTAVA-SHAKHTAR DONETSK (SABATO ORE 13)


La prestazione dello Shakhtar a Madrid in Champions League è stata sorprendente sia perché si tratta pur sempre di disporre a proprio piacimento del Real Madrid, ma anche perché si tratta di una prestazione ottenuta non ostante le tante assenze (non che il Real fosse a pieno organico, anzi) e dopo un inizio di campionato tutt'altro che dominante se comparato con il dominio espresso nella massima divisione ucraina negli ultimi anni.

Difatti in questo momento la classifica del campionato ucraino vede la squadra di Castro all'inseguimento della Dynamo Kiev di Lucescu e del suo avversario di sabato, per cui dopo la vittoria di Madrid ed in attesa di un'importantissima sfida interna contro l'Inter, riuscire a riprendere la vetta della classifica scavalcando il Vorskla potrebbe certificare ulteriormente la bontà del lavoro del tecnico portoghese in piena continuità con quanto fatto da Fonseca negli anni precedenti.

La squadra allenata da Maksimov è impattata dalle assenze causa COVID, seppur non ai livelli dello Shakhtar, ma a sufficienza per costringere il tecnico ucraino a modificare il 3-4-3 di base con un 4-4-1-1 nell'ultima sfida di campionato vinta contro l'Olimpik Donetsk per 1-0 principalmente per ovviare dell'assenza degli esterni offensivo Ibrahim Kane, classe 2000, e Pavlo Rebenok; per questo la squadra della città di Poltava perde un po' della sua brillantezza offensiva ed anche alcuni meccanismi che probabilmente hanno necessitato di qualche revisione. 
Nella partita vinta nell'ultima giornata ad essere stato decisivo ai fini della vittoria è stato l'ingresso in campo in corso d'opera del trequartista Shcherbak, autore dell'assist per il goal di Kulach, capocannoniere della squadra con 4 reti e terminale offensivo designato.

Lo Shakhtar visto a Madrid (al netto del forte abbassamento del baricentro nel secondo tempo) parte chiaramente favorito in questa sfida, tuttavia le tante assenze causa COVID hanno portato Castro a tenere lo stesso 11 in campo per tutti i 90 minuti e dato l'impegno contro l'Inter in Champions, è giusto pensare che il tecnico portoghese possa rischiare di mettere in campo qualche elemento con meno esperienza, per esempio sarei curioso di capire se ci sarà spazio per il 21enne Marquinhos Cipriano, scuola San Paolo, esterno offensivo ideale per un 4-2-3-1 come quello dello Shakhtar che però finora ha raccolto solo 32 minuti in questa stagione.

LIGA, ATLETICO MADRID-BETIS (SABATO ORE 21)


La sfida del Wanda Metropolitano tra la squadra di Simeone e quella di Pellegrini è una sfida che merita di essere vista soprattutto per capire su cosa le due compagini hanno diritto a competere in questa stagione.

Per il terzo anno di fila gli osservatori (me compreso) cercano di capire se questo possa essere l'anno buono per la "decholizzazione" dell'Atletico Madrid, una cultura che ha reso grande questa squadra nel momento in cui il gap a livello di seguito ed a livello economico era sensibilmente inferiore a quello di Barcellona e Real, ma che adesso sembra penalizzare gli elementi a disposizione di Simeone.

La sconfitta subita in Champions per mano del Bayern in settimana a messo a nudo tutti i limiti di una squadra che, pur avendone i mezzi, non riesce a far rendere al meglio i propri uomini, una situazione che ben ha riassunto sul suo account twitter Ricardo Rubio:





Il Betis, invece, è ripartito in questa stagione consegnando la panchina a Pellegrini, in una ricerca reciproca di rilancio dopo le ultime stagioni non propriamente esaltanti in cui entrambi hanno puntato sulla costruzione delle squadre con tanta qualità dalla metà campo in su ma senza riuscire a farla esprimere al meglio; il tecnico cileno ha deciso di costruire la squadra con un 4-2-3-1 .

Come si evince dalla passmap della partita vinta contro il Valencia, la formazione di Pellegrini affida il proprio gioco coinvolgendo le zone esterno del campo, dove i terzini e gli esterni di parte si sovrappongono e creano diverse triangolazioni con il supporto di Fekir, chiamato dalla sua posizione di trequartista di dare maggiore qualità al possesso grazie alle sue giocate palla al piede (2,5 dribbling riusciti a partita e 2,8 falli subiti), non è un caso che le maggiori opportunità siano partite dai piedi di Joaquin (2,6 passaggi-chiave a partita) e Canales (2,3 passaggi-chiave ed anche 2 assist al suo attivo), con quest'ultimo che viene schierato da Pellegrini o come esterno offensivo a sinistra o come centrale di centrocampo, scelta avvenuta quando il tecnico cileno non aveva William Carvalho a propria disposizione. L'ultima partita persa contro la Real Sociedad, tuttavia, ha mostrato che se l'avversario è in grado di bloccare questi sfoghi laterali e tenere Fekir fuori dal gioco (o ancora peggio quando è lui stesso in una di quelle giornate di abulia) la squadra mostra segnali di essere del tutto innocua e con i due terzini alti e senza la cerniera di William Carvalho diventa anche molto vulnerabile in fase di non possesso.



PREMIER LEAGUE, ASTON VILLA-LEEDS (VENERDI ORE 21)


Il programma della Premier League e dell'intero weekend si apre con quella che a mio parere è la sfida più eccitante di tutto il fine settimana, al Villa Park si affrontano due formazioni che portavano con se un hype gigantesco dato, da una parte, dalla campagna acquisti e di rinnovi contrattuali del Villa da club con idee chiare ed ambiziose, dall'altra il Leeds con il progetto tecnico iniziato tre anni fa in Championship con la panchina assegnata a Marcelo Bielsa che ha costruito un meccanismo il quale oltre a riportare i Whites in Premier League dopo 17 anni, ha messo in luce una serie di individualità che sembravano destinate ad un percorso da comprimari nella Championship e che invece, adesso sono in misura fissa nell'agenda di Southgate e di altri commissari tecnici per il prossimo europeo.


Partendo dall'Aston Villa, il clamoroso inizio di stagione con 4 vittorie nelle prime 4 partite trae origine, a mio parere, dal lavoro svolto da Dean Smith nel momento più difficile della scorsa stagione, ossia la ripresa della Premier dopo il lockdown: in quel momento il Villa si presentava al restart della stagione con la peggior difesa del campionato, frutto di un atteggiamento molto propositivo ma che creava troppe opportunità agli avversari, tanto più che la capacità realizzativa della squadra in fase di possesso era tutt'altro che positiva visto che nessuno degli attaccanti a disposizione di Smith, in particolare Wesley, non sono stati in grado di trovare la via della rete. Così dopo il lockdown, sull'orlo della retrocessione, il tecnico ha preferito abbassare il baricentro della squadra e cercare di blindare la propria area di rigore e sperare nelle giocate degli uomini avanzati, la strategia si è rivelata efficace in termini di numeri difensivi (come si evince dalla grafica di Understat esposta sopra) e soprattutto ha permesso, grazie alle prodezze del capitano Jack Grealish, di portare a casa la salvezza all'ultima giornata complice anche il crollo finale del Watford.

E proprio dalla lezione dell'ultima stagione, allenatore e club hanno deciso di ripartire per costruire una squadra maggiormente competitiva: il primo passo è stato rinnovare e mantenere gli elementi più importanti della scorsa stagione, ossia il già citato capitano Jack Grealish, il duo di centrali difensivi formati da Konsa e Mings ed il brasiliano Douglas Luiz perno davanti alla difesa ed ago della bilancia dell'equilibrio della squadra di Smith; alla loro conferma il club ha completato la squadra con un recruiting da 10 in pagella: nel ruolo di terzino destro è arrivato Matthew Cash, reduce da una grande stagione con il Nottingham Forest in Championship, mentre per il ruolo del centravanti, il grande buco della scorsa stagione, il club ha deciso di fare un investimento importante per Ollie Watkins, capocannoniere della scorsa Championship con la maglia del Brentford, con cui ha sfiorato la Premier, ha coperto il ruolo del portiere acquistando un signor estremo difensore come Emiliano Martinez dall'Arsenal e, ciliegina sulla torta, ha preso in prestito dal Chelsea Ross Barkley che si è già rivelato decisivo con la rete al 90' contro il Leicester ma soprattutto ha permesso a Smith il passaggio al 4-2-3-1 che, così assemblato, permette di contenere gli avversari con un 4-4-1-1 che chiude le zone centrali ed allo stesso tempo permette sufficiente elasticità sulla base di come l'avversario cerca di attaccare (raddoppio terzino-ala in caso di attacco laterale, abbassamento di Douglas Luiz in caso di movimenti in zona di rifinitura da parte delle punte), mentre in fase di possesso permette a Grealish di avere un giocatore in più con cui connettersi e con cui ruotare le posizioni assieme a Watkins permettendo anche a McGinn di mostrare le proprie qualità negli inserimenti, insomma un meccanismo che sembra ben costruito e che, al momento, è decisamente ben suffragato dai risultati (punteggio pieno e miglior difesa con 2 goal e 3,9 xG subiti, dato StatsBomb).

Anche il Leeds, come molti di noi speravano, sta mantenendo le promesse di inizio stagione, la curiosità di vedere i principi di gioco di Bielsa nella competizione che, al momento, rappresenta il pantheon tattico a livello mondiale, era gigantesca e ciò che sta proponendo il Leeds in queste prime giornate è un piacere per gli occhi; il calendario ha già messo di fronte i Whites con Liverpool e City dando vita a due partite molto avvincenti dove è riuscita a raccogliere un punto ma ha mostrato che la sua squadra può davvero giocarsela con chiunque, stesso discorso per la partita di lunedì scorso persa contro il Wolverhampton in cui gli uomini di Bielsa meritavano molto di più, partita che ho analizzato separatamente nel blog e dove potrete trovare un compendio del modo di giocare della squadra dello Yorkshire.


Oltre alle trame di gioco ci sono anche i numeri a certificare l'unicità del credo calcistico di Bielsa che, oltre a vedere il Leeds in testa alla classifica dei km percorsi e degli scatti effettuati, domina la statistica dei palloni contesi agli avversari in pressione e dei tackles effettuati, chiara dimostrazione della propensione della squadra a non accettare il possesso avversario e non abbassare mai il proprio baricentro, a questo si aggiunge il dato sul PPDA che ha visto i Whites passare davanti al Southamption di Hassenhuttl di cui ho già disquisito nei miei precedenti post

Il ritmo vertiginoso proposto dal Leeds contrapposto alla compattezza ed alla qualità dell'Aston Villa renderanno, a mio parere, ci regalerà una sfida che potrebbe diventare la giusta pubblicità per riconoscere l'innalzamento generale del livello della Premier League.



LIGUE 1, NIZZA-LILLE (DOMENICA, ORE 17)


All'Allianz Riviera di Nizza va in scena una sfida tra due squadre che si presentano con convinzioni differenti ma molto vicine in classifica con la squadra di Vieira che si trova la quarto posto con 13 punti a -4 dalla formazione di Galtier che si trova in testa alla classifica con grande merito.

Il Nizza si presenta a questa sfida reduce dal pesantissimo 6-2 subito in casa del Bayer Leverkusen in Europa League, dove da un lato si è vista l'inesperienza della squadra in un contesto come quello europeo, ma soprattutto si sono viste delle difficoltà da parte della squadra a mettere in pratica le idee di Patrick Vieira; l'ex capitano dell'Arsenal degli invincibili ha deciso di portare in costa azzurra un gioco basato sul possesso insistito cercando di attirare la pressione degli avversari e dunque sfruttare gli spazi generati da questa circolazione della palla. 

A livello numerico questa strategia di Vieira trova riscontro nel dato del possesso palla (pari al 58%) ma un possesso visivamente molto sterile e, come visto nella partita di Europa League contro il Leverkusen anche molto rischioso in quanto spesso messo in difficoltà da squadre che organizzano bene la prima pressione.

La sterilità del possesso della squadra nizzarda è testimoniata dalla difficoltà ad avanzare in campo, utilizzando i dati di StatsBomb presenti sulla piattaforma FbRef, si evidenzia come la squadra di Vieira sia all'ultimo posto come passaggi progressivi in tutto il campionato (poco più del 7% dei passaggi permettono alla squadra di avanzare sul terreno di gioco), un dato che conferma quanto visto già nella scorsa stagione e spiegato maggiormente nel dettaglio nel mio post riepilogativo sulla Ligue 1 al termine (forzato) della scorsa stagione. Fatta questa premessa allora qualcuno si chiederebbe come riesca questa squadra a rendersi pericolosa in zona offensiva, la risposta sta nella qualità elevata dei suoi elementi offensivi, su tutti l'ex Lione Amine Gouiri, esterno offensivo del 4-3-3 o seconda punta in caso di utilizzo di un 4-4-2 o nel 3-5-2 visto a Leverkusen, capace di guadagnare palla al piede quel campo che con il possesso palla la squadra non è in grado di ottenere. 

Il Lille, invece, si presenta a questo confronto da capolista del campionato, a dimostrazione che il percorso iniziato tre anni fa sotto la gestione di Galtier e la direzione tecnica di Luis Campos continua a raccogliere frutti non ostante le cessioni parecchio profittevoli per le casse della società che, però, non minano il valore tecnico della squadra.
Dopo aver tentato ad inizio stagione un 4-3-3 contro il Rennes, il tecnico marsigliese è tornato al 4-4-2 in continuità con le precedenti stagioni ma con una tensione meno verticale rispetto allo scorso anno: l'arrivo di Botman al centro della difesa ha reso possibile un impostazione da dietro più pulita, ma soprattutto l'avanzamento in campo non avviene più cercando il riferimento offensivo come Osimhen lo scorso anno e Leao l'anno precedente, bensì tramite combinazioni strette tra le punte ed i due esterni offensivi che si accentrano creando spazio per le sovrapposizioni dei terzini oppure tagliano alle spalle della linea difensiva per essere imbeccati dai passanti dalla zona di rifinitura; esempio di questo piano lo abbiamo visto con il goal del 3-1 realizzato sul campo dello Sparta Praga giovedì in Europa League, con Soumare che ha imbeccato in verticale il taglio di Ikone.




Ma la forza della squadra del nord della Francia sta principalmente nella fase difensiva, con Maignan che finora ha dovuto raccogliere solo due palloni da dentro la sua porta, questo sia per merito della compattezza della squadra in fase di non possesso, grazie alle idee chiare che la squadra ha su come indirizzare il possesso avversario per poi aggredirlo, ed anche quando l'avversario riesce ad andare al tiro, è lo stesso estremo difensore a mostrare il suo valore tra i pali visto che ad oggi con un saldo positivo di +4,3 in termini di xG post-tiro è per distacco il miglior portiere del campionato.

Per il Nizza di Vieira, dunque, un test decisivo per capire quali possano essere le reali ambizioni della squadra in questa stagione, per il Lille, invece, un risultato pieno anche in questa giornata potrebbe permettere alla squadra di sentirsi giustificata ad alzare l'asticella degli obiettivi e chissà, lanciare un guanto di sfida al PSG.


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