venerdì 20 dicembre 2019

Cosa vedere nel weekend #15




Siamo all'ultimo weekend prima delle feste natalizie, un weekend che negli ultimi anni ha spesso riservato alcune sorprese a causa di un inconscia percezione da ultimo giorno di scuola per diversi giocatori, reduci dalle cene societarie che si sono tenute in settimana o per quei giocatori che dopo le partite hanno già un aereo in partenza per le rispettive sedi di vacanza o per il ritorno nelle rispettive patrie (vedi i giocatori sudamericani). Fatta questa premessa di spicciola sociologia dei calciatori, veniamo all'aspetto tecnico: il weekend in arrivo ci deve alcune risposte sullo stato di salute di molte squadre, in particolare cercheremo di capire se la strada intrapresa da alcune società possa evitare massicci interventi in sede di calciomercato o se quelle strade possano permettere alle società di continuare a puntare sulle rose a loro disposizione.

Coda al post di oggi è dedicata ai due trofei che si assegneranno nel corso del weekend, ossia la Supercoppa italiana ed il Mondiale per Club.

SERIE A

La giornata 17 del nostro campionato è spezzettata a causa dell'impegno di Juventus e Lazio nella finale di Supercoppa che si terrà domenica sera a Riyad. La Juventus ha già affrontato il proprio impegno mercoledì sera, la Lazio, invece, ha visto rinviato il proprio impegno contro il Verona a febbraio. Come indicato in premessa, sarà molto importante capire al termine di questo turno quanta necessità ci sarà per molte squadre di dover ricorrere al mercato per risalire la china nel proprio progetto tecnico; sabato scorso abbiamo potuto notare come, ad esempio, le due genovesi siano messe molto male a livello tecnico per cui sarà necessario trovare correttivi molto importanti a gennaio, tuttavia mentre per la Sampdoria sembra chiaro che le direttive arriveranno da Claudio Ranieri, in casa Genoa la confusione regna sovrana, con Thiago Motta chiamato a fare bella figura a San Siro contro l'Inter di Conte per evitare un rapido esonero e poter essere lui a dettare la linea da seguire nella prossima finestra di mercato. Il nostro focus da questo punto di vista questa settimana sarà sul Milan, impegnato a Bergamo contro l'Atalanta in una partita che ci dirà molto sul valore della squadra rossonera sotto la guida di Pioli.

ATALANTA-MILAN (DOMENICA ORE 12.30)

La trasferta della formazione rossonera a Bergamo, come indicato in premessa, avrà il ruolo di darci delle risposte sul lavoro di Stefano Pioli sulla panchina del Milan; la scelta del tecnico ex Fiorentina ed Inter è un cambio di strategia repentino del Milan che, dopo aver rinnegato dopo neanche due mesi la scelta di Giampaolo e del suo calcio tecnico, è tornata sui suoi passi, con Pioli che ha riproposto il 4-3-3 con cui Gattuso aveva condotto i rossoneri a un passo dalla Champions nella scorsa stagione. Dopo un inizio balbettante (1 vittoria nelle prime 6 partite), la squadra ha trovato punti ed una certa identità dopo la pausa di novembre, periodo in cui ha raccolto 8 punti in 4 partite, un miglioramento coinciso (un caso?) con il ritorno dal lungo infortunio di Jack Bonaventura, il cui apporto alla fluidità della manovra ed alla fase conclusiva non è stato di poco conto, ed ad averne giovato sono stati anche i suoi compagni di catena a sinistra Theo Hernandez e Calhanoglu.

Le statistiche elaborate da UnderStats dimostrano chiaramente l'inclinazione verticale di Bonaventura e la sua totale consistenza con i principi di gioco voluti da Pioli; dei 492 minuti giocati in stagione, 350 sono stati accumulati nelle ultime 4 partite (quelle dopo la pausa di novembre); l'apporto di Bonaventura è testimoniato dalla quantità di tiri presi a partita (3,11 di media) e la quantità di passaggi chiave (1,83 a partita di media), a questi si aggiungono i goal realizzati contro il Napoli ed il Bologna. Il suo apporto ha consentito ai rossoneri, nell'ultimo ciclo di partite, di raccogliere 8 punti (quarto posto in questa classifica) e di essere seconda solo all'Inter nella differenza tra xG segnati e xG subiti (escluse le palle inattive). 
Per questa ragione la partita di domenica mattina assume contorni importanti per capire se i progressi visti nelle ultime settimane sono solamente un'illusione o qualcosa di più concreto, visto che i rossoneri vanno ad affrontare la squadra regina del calcio offensivo in Italia, ossia l'Atalanta di Gasperini, guarda caso la società dove proprio Bonaventura è cresciuto, nonché la squadra che soffiò al Milan il posto in Champions. Sui numeri della squadra atalantina se ne parla da tutte le parti, e sono tutti numeri che, oltre a testimoniare il livello di gioco espresso dalla squadra e le idee di calcio iper-aggressivo di Gasperini, dimostrano come il livello raggiunto dalla squadra nerazzurra la posizioni in maniera strutturale ai piani alti del nostro calcio, a cui si aggiunge come ciliegina sulla torta il raggiungimento degli ottavi di finale di Champions League (seppur, ad onor del vero, in un girone frutto di un sorteggio discretamente benevolo). I numeri dimostrano come quasi tutti i meccanismi messi in piedi da Gasperini funzionano, visto che l'Atalanta è il miglior attacco della serie A assieme alla Lazio (38 goal), un dato impreziosito dal fatto che la squadra nerazzurra ha dovuto rinunciare a Zapata (fermo da ormai 2 mesi) ed ultimamente anche ad Ilicic (che ha collezionato solamente 759 minuti sinora, perdendo dunque oltre 400 minuti), il tutto a fronte di una produzione di xG di altissimo livello (migliore anche in questa statistica su qualsiasi modello preso a riferimento), inoltre lo stile aggressivo dell'Atalanta in fase di recupero palla è considerato ancora il marchio di fabbrica della squadra atalantina (7,81 il PPDA, meglio solamente Juventus e Bologna), tuttavia spesso si fa poca menzione della qualità della proposta in fase di possesso (già evidenziata dai numeri appena esposti).

Ciò che rende la proposta nerazzurra ancora più interessante in questa stagione è la qualità della manovra data da alcuni accorgimenti tattici ch hanno permesso alla squadra di Gasperini di trovarsi al terzo posto nel dato sul possesso palla (54,5% di media) e addirittura seconda solo al Napoli come possesso nelle tre quarti avversaria (32%) a pari merito con la Juventus. Il merito principale va alla posizione più arretrata creata da Gasperini per il Papu Gomez che permette di far coesistere l'argentino con Malinovskyi e Pasalic, con quest'ultimi che si occupano dei mezzi spazi nella tre quarti avversaria, mentre Papu si preoccupa di far progredire l'azione giocando a tutto campo facendo a volte anche da play davanti alla difesa; inoltre va fatto notare l'importanza strategica di Toloi nel portare la palla per attrarre il pressing avversario e servire i trequartisti che possono poi dialogare con gli esterni; masterpiece di questa nuova strategia predisposta dal Gasp è il primo tempo della partita contro la Lazio di metà ottobre, dove l'Atalanta ha regalato i 45' più spettacolari di tutta la stagione, ed è a questa partita che si riferisce la passmap indicata sopra.

PREMIER LEAGUE

A differenza degli altri campionati, come da tradizione, questo weekend non rappresenta l'ultimo impegno prima di una pausa, bensì l'inizio di una lunga serie di turni di campionato concentrati nel periodo delle feste; un periodo al termine del quale si ha una fisionomia della classifica definita su cui poi si basa il resto della stagione ed i programmi futuri. Anche in Inghilterra il calendario degli impegni costringe a spezzettare la giornata, con il Liverpool che non disputerà questo turno a causa del concomitante impegno nel mondiale per club; tuttavia, il centro della scena in questo momento più che il campo ce l'hanno gli uffici dei chairman di Everton ed Arsenal che, in attesa di annunciare, rispettivamente, Ancelotti ed Arteta, vedranno le rispettive squadre affrontarsi sabato a Goodison Park.

EVERTON-ARSENAL (SABATO, ORE 13.30)

Destini diversi per Everton ed Arsenal dopo la scelta quasi simultanea di  cambiare guida tecnica in corso di stagione,; il cambio di panchina ha ridato brio ai Toffees che hanno raccolto 4 punti dalle sfide contro Chelsea e Manchester United, dall'altra parte, invece, Ljungberg non è riuscito ad invertire la rotta dei gunners raccogliendo 4 punti in 4 partite, tra l'altro tutti raccolti lontano dall'Emirates dove invece ha raccolto due sconfitte per mano di Brighton e Manchester City.

Nelle due partite di Premier sotto la gestione di Duncan Ferguson l'Everton ha lasciato poco spazio  a sovrastrutture tattiche riproponendo un gioco di stampo tradizionalmente britannico con lancio del portiere verso la punta (nel caso dell'Everton Dominic Calvert-Lewin) e poi recupero sulla seconda palla o imbastire l'azione qualora il centravanti vinca il duello aereo. Una tattica che ha portato i suoi dividendi contro il Chelsea, decisamente meno contro il Manchester United dove le qualità aeree di Lindelof e Maguire su Calvert-Lewin e le coperture di McTominay hanno reso meno produttivo questo approccio.
Nella sfida contro l'Arsenal, in attesa dell'arrivo di Ancelotti, non è escluso che Ferguson possa continuare su questa strada viste le debolezze dell'Arsenal quando la partita si orienta sullo scontro fisico e soprattutto sul gioco aereo, dove i gunners sono molto deficitari (12,4 duelli vinti a partita, i peggiori in Premier).

Dall'altra parte l'Arsenal spera di avere in panchina sin dalla partita di Goodison Park il nuovo coach Mikel Arteta, l'attuale vice di Guardiola al Manchester City; evidente è la scelta del club del nord di Londra di dare un'identità alla squadra, cosa che non è riuscita neanche lontanamente ad Unai Emery in questo anno e mezzo post Wenger. L'arrivo di Arteta porterà l'Arsenal definitivamente ad essere una squadra che vorrà applicare i principi del gioco di posizione di Guardiola e che cercherà di recuperare palloni il più in fretta possibile; essendo chiara la scelta strategica del club in termini di filosofia di gioco da introdurre, ora ad Arteta spetterà il compito di capire quali giocatori saranno da considerarsi funzionali ai propri scopi e quali no, per cui, qualora sarà lui a dirigere la squadra sin da sabato sarà interessante capire su quali giocatori vorrà puntare per portare avanti le sue idee di gioco, in particolare dovrà risolvere la coesistenza tra Aubameyang, Lacazette e Pepè, con quest'ultimo che, a causa della compresenza dei primi due, si trova leggermente emarginato dalle rotazioni e soprattutto non riesce a trovare il rendimento che gli ha permesso di essere l'acquisto più oneroso della storia dell'Arsenal (80 milioni).

Come si evince dalle charts create da Understats l'ex giocatore del Lille fatica ad imporsi in Premier, tutti i suoi dati in questa stagione sono decisamente all'interno della media del campionato (se si esclude la quantità di tiri a partita, comunque diminuita rispetto a Lille). Ad Arteta spetta il compito di trovargli una collocazione che lo metta al centro del gioco, tuttavia questo confligge con le caratteristiche di Aubameyang e Lacazette, ossia le due punte a disposizione dei Gunners, a cui si aggiunge la presenza in rosa di giocatori come Ozil e Ceballos.





Per questo motivo ad Arteta le prossime partite serviranno anche e soprattutto a fare delle scelte in termini di uomini e ricreare una squadra con una sua coerenza nelle prossime due sessioni di mercato. Intanto domani a Goodison Park il test contro una squadra che cercherà di sfruttare al meglio le debolezze dei Gunners ci farà capire se l'Arsenal avrà voglia da subito di ritrovare una mentalità che la riporti nell'elite della Premier.











BUNDESLIGA

Il campionato tedesco, dopo il turno infrasettimanale, celebra l'ultima giornata prima della pausa invernale, con il campionato che dopo questo turno, riprenderà il 17 gennaio. Il prossimo weekend chiuderà anche il girone d'andata che decreterà, dunque, il campione d'inverno, titolo che si giocheranno nel weekend il Lipsia ed il Borussia Moenchengladbach, appaiate in vetta alla classifica con 34 punti. Per le due contendenti due match di diversa difficoltà: la squadra di Rose va in visita nella capitale contro l'Hertha di Klinsmann reduce da 7 punti nelle ultime 3 partite, il Lipsia, invece, affronta in casa la squadra più in forma del momento (assieme allo stesso Lipsia) ossia l'Augsburg reduce da 6 partite di fila senza sconfitte, per cui è proprio questa la partita che abbiamo scelto per questo ultimo weekend del 2019 di Bundesliga.

LIPSIA- AUGSBURG (SABATO ORE 15.30)

Il calendario ha messo in programma la sfida tra le squadre più in forma in termini di risultati del campionato tedesco; prendendo come riferimento il periodo intercorso dalla ripresa del campionato dopo la pausa di novembre, le due squadre sono appaiate in testa alla classifica con 13 punti in 5 partite; un dato che tutto sommato è anche giustificato dai dati relativi agli expected goals realizzati (usando il metodo elaborato da Understats) che vedono nello stesso lasso di tempo il Lipsia al secondo posto e la squadra allenata da Martin Schmidt al quarto posto (rispettivamente 14,85 xG e 10,78 xG), posizioni che si invertono in relazione agli xG subiti (Lipsia quarto con 5,88 xG subiti e l'Augsburg secondo con 4,81 xG subiti).

I dati ci danno anche un'idea dell'approccio delle due squadre, con il calcio fluido ed offensivo del Lipsia di cui abbiamo abbondantemente scritto nelle passate settimane ed un calcio attendista e di ripartenze impostato da Schmidt in quel di Augsburg.



Il Lipsia con Nagelsmann ha smussato alcuni angoli del metodo iper-aggressivo previsto dal progetto Red Bull per alternare fasi aggressive a fase di controllo palla, con questo si spiega il dato relativo al 54% di possesso palla medio fatto registrare sinora, così come l'indice PPDA relativo all'aggressività è pari a 10,43, addirittura superiore a quello del Borussia Dortmund di Favre, criticato in Germania per il suo approccio spesso troppo attendista; questo a dimostrazione del livello di fluidità raggiunto.


L'Augsburg, da canto suo, invece, lascia giocare i propri avversari (il 40% di possesso palla è il più basso del campionato così come il PPDA di 15,56 è superiore solo al Fortuna Dusseldorf). Trattasi indubbiamente di squadra dal gioco molto diretto, le fonti di gioco arrivano dagli esterni, da una parte l'ex juventino Lichtsteiner, ma soprattutto a sinistra Philipp Max: il terzino sinistro, a volte schierato anche come ala nel 4-2-3-1 di Schmidt è il deus ex machina della squadra bavarese, secondo i dati elaborati da Soccerment incide per il 23,4% alle occasioni da rete della squadra in cui ha realizzato 6 goal e 4 assist mentre il finalizzatore è Florian Niederlechner, miglior cannoniere ed assistman della squadra con 7 goal e 6 assist frutto di una clamorosa accuratezza di tiro pari al 52%. 


LIGA

Il campionato spagnolo, dopo aver vissuto nel corso della settimana il rito del Clasico tra Real e Barcellona, che non ha cambiato gli equilibri in vetta alla classifica ma che ha dato risposte migliori sul lavoro di Zidane rispetto a quello di Valverde, si rituffa immediatamente in un weekend che celebrerà la penultima giornata del girone di andata dove capiremo se la classifica si sia definitivamente strutturata con Barcellona e Real a giocarsi il titolo e Siviglia, Atletico Madrid, Getafe, Real Sociedad e Athletic Bilbao a giocarsi l'Europa magari con un possibile rientro di Betis e Villarreal. Il calendario propone diversi scontri interessanti, con il Bilbao che va a far visita al Real al Santiago Bernabeu, il confronto di stili tra Villarreal e Getafe, così come la trasferta dell'Atletico Madrid al Benito Villamarin contro il Betis; tuttavia la nostra attenzione va sull'altra sponda della città andalusa, con il Siviglia reduce da un punto nelle ultime due partite che vorrebbe rimanere agganciato al treno delle prime e lo farà andando a sfidare il Mallorca.

MALLORCA-SIVIGLIA (SABATO ORE 13)

La sfida dell'Iberostar Estadi sarà El Matinal della diciottesima giornata della Liga; il Siviglia, come indicato in premessa, è a caccia della vittoria dopo aver raccolto un punto nelle due ultime partite, dall'altra parte, invece, il Mallorca, ha trovato a Vigo domenica scorsa un punto che ha fermato un serie di 3 sconfitte consecutive e che, soprattutto, le ha impedito di finire mani e piedi in zona retrocessione.

Lo stile di gioco della squadra maiorchina è basato su un 4-4-2 che si trasforma in un 4-2-3-1 o 4-1-4-1 a seconda degli interpreti e del piano gara impostato, questo a dimostrare come parlare di moduli in questa fase storica sia un mero esercizio di stile. A proposito di stile, quello della squadra di Vicente Moreno è basato su un atteggiamento attendista in fase di non possesso (indice PPDA pari a 12,18, più basso solo di Levante e Valencia), mentre in fase di possesso il gioco si sviluppa prevalentemente muovendo il pallone verso gli esterni con lo scopo di favorire il gioco aereo di Ante Budimir, il centravanti ex Crotone è difatti il capocannoniere della squadra con 6 reti realizzate nonché il maggior catalizzatore di expected goals della squadra.

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Dall'analisi dei passaggi in avanti effettuati nella partita della scorsa settimana contro il Celta Vigo emerge chiaramente come il gioco si sviluppa dagli esterni dove il Mallorca ci arriva con una rete di passaggi che serve a creare spazio per le avanzate dei terzini per poi servire Budimir con i cross o innescare le giocate di Dani Rodriguez e Junior Lago, gli esterni offensivi che giocano a piede invertito. In aggiunta a questo è opportuno sottolineare come la squadra maiorchina, pur possedendo una media di possesso palla inferiore al 45%, ha una percentuale di precisione dei passaggi pari al 77,2% (decima in questa statistica nel campionato iberico) il che testimonia della qualità dei suoi interpreti a centrocampo, in particolare il capitano Salva Sevilla (88,9% di passaggi riusciti) ed il trequartista/seconda punta Aleix Febas (82,2% di passaggi riusciti e 3 assist già al suo attivo).
Dato, dunque, rilievo alle caratteristiche del Maiorca, sarà opportuno osservare come la qualità del centrocampo maiorchino saprà aggirare la pressione che il centrocampo del Siviglia è solito esercitare, specie in fase di riaggressione della palla nella metà campo avversaria, un atteggiamento che permette al Siviglia di spendere il 31% del tempo nella trequarti avversaria (quarto posto dietro Eibar, Real Madrid e Getafe, altre tre squadre che fanno del pressing alto un marchio di fabbrica) ed avere un indice PPDA di 8,09 (terzo posto dietro Getafe ed Espanyol), nonché di rafforzare il proprio gioco basato sul possesso palla (54,8%, quarto posto dietro Real Madrid, Real Sociedad e Barcellona); insomma gli ingredienti del calcio di Lopetegui sembrano aver attecchito in terra andalusa e, come già accennato nelle settimane precedenti, sembra potersi sposare al meglio con la strategia di player-trading che Monchi ama impostare. In questo lasso di stagione, infatti, si è già accresciuto il valore di Lucas Ocampos, Joan Jordan ed il centrale difensivo Diego Carlos.

Le delusioni per Monchi quest'anno, invece, sono arrivate dalle prese nel settore offensivo, dove Luuk de Jong, arrivato sotto grandi squilli di tromba dal PSV, sta ampiamente deludendo le aspettative; la mappa dei tiri presi dal centravanti olandese in questa stagione promette una doppia cifra da raggiungere a mani basse, ed invece il bottino dell'olandese è pari solamente a 2 reti realizzate e le sue mancanze in fase realizzativa stanno pesando parecchio sulle capacità di trasformazione degli xG di squadra in reti effettive (secondo il modello xG di Understats il Siviglia ha il saldo peggiore tra expected goals e goal realizzati, saldo che resta negativo, ma non il peggiore, secondo gli altri modelli reperibili di xG).

LIGUE 1

Il 2019 della Ligue 1 si chiude con un turno disputato interamente domani sera con calcio d'inizio alle 20.45 con il campionato che poi tornerà protagonista in terra transalpina nel weekend del 10 gennaio; con il turno di domani si chiuderà il girone d'andata (escluso per PSG, Monaco, Reims, Amiens, Nimes e Rennes che devono recuperare una partita) che ci ha raccontato di diverse squadre e di diversi singoli interessanti, ma che nelle ultime giornate sta delineando l'identikit delle protagoniste da qui fino alla fine della stagione, con il PSG che ha il controllo totale della situazione (attualmente +7 sul Marsiglia secondo), mentre alle spalle si sta delineando la corsa per i posti in Champions ed in Europa, lotta alla quale al momento sembra escluso il Lione, impegnato domani sera sul campo del Reims che, invece, si sta regalando un cammino da sogno europeo.

REIMS-LIONE (SABATO ORE 20,45)

La classifica al momento incorona il Reims come la grande sorpresa di questo girone d'andata della Ligue 1, i suoi 27 punti al momento stanno valendo il sesto posto in classifica con due punti di vantaggio proprio sulla formazione di Garcia. Pur trovandoci nella terra dello Champagne, la ricetta del Reims è tutt'altro che frizzante, ossia difesa, difesa e ancora difesa; i numeri parlano chiaro: miglior difesa del campionato con 9 reti subite (pari merito con il PSG) a fronte di poco più di 12 xG subiti (secondo posto dietro al PSG), minor numero (45) di tiri nello specchio subiti nel corso del campionato. 

In un contesto di questo genere ad esaltarsi sono i difensori: il centrale Abdelhamid ed il terzino sinistro Kamara figurano nel miglior 11 stagionale determinato dall'algoritmo di WhoScored. Le prestazioni del centrale difensivo e del terzino sinistro sono supportate anche dagli ottimi numeri a livello difensivo dell'altro centrale difensivo Disasi e del terzino destro Foket a cui si aggiunge il lavoro di rottura dei due centrali di centrocampo Romao e Chevalerin, il cui compito è spostare il gioco avversario sugli esterni che vengono aggrediti dai terzini; in questo modo i palloni che arrivano in area sono pochi e poco pericolosi e possono essere controllati con tranquillità dai due centrali; inoltre il lavoro dei 4 difensori e dei 2 centrali di centrocampo permette ai 4 giocatori più offensivi libertà di lanciarsi in contropiede e far male agli avversari. Insomma un piano gara molto semplice (quello che Fascetti definiva pane e salame) ma finora particolarmente redditizio.
Non poteva capitare, dunque, avversario peggiore per il Lione di Garcia, alle prese con una situazione difficilissima edulcorata solamente dal faticosissimo passaggio del turno in Champions League, dove a febbraio dovrà affrontare la Juventus; le due sconfitte interne per 1-0 contro Lille e Rennes hanno complicato la rincorsa della formazione di Garcia che da quando ha preso il posto di Silvinho sulla panchina lionese ha raccolto 16 punti (meno solamente di PSG, Marsiglia e Rennes, tre squadre contro cui la squadra di Garcia ha perso). Nel presentare la situazione che l'ex tecnico della Roma aveva ereditato da Silvinho avevamo notato una squadra dal possesso palla sterile che faticava ad accedere all'area di rigore avversaria, Garcia è intervenuto proprio su questo aspetto cercando di indirizzare il possesso palla (ad oggi pari al 55%, secondo solo al PSG) più in verticale.

Comparando i dati delle zone di azione in possesso palla, sotto la gestione Garcia il 4% in più dei palloni viene giocato nella trequarti avversaria, il che significa che il possesso è indirizzato in zone più avanzate del campo anche grazie alla maggior pressione esercitata (PPDA pari a 8,97 sotto Garcia, 11,59 sotto Silvinho).







Il cambio di registro proposto dall'ex tecnico della Roma si è riverberato anche sull'incidenza delle conclusioni tentate dall'interno dell'area di rigore che, adesso, sono pari al 50% dei tiri effettuati, ma soprattutto è diminuita del 4% l'incidenza dei tiri da fuori area (43% contro il 47% dell'era Silvinho).

Il cambio di passo del Lione, oltre che dalle inopinate sconfitte interne contro Lille e Rennes, rischia di essere vanificato anche dai contemporanei infortuni al crociato di Reine-Adelaide, ma soprattutto di Memphis Depay, il cui rendimento di 9 goal e 2 assist, sembrava finalmente portarlo verso i livelli che avevano convinto il Manchester United a spendere 34 milioni di Euro per portarlo alla corte di Van Gaal. Per cui Reims-Lione sarà importante anche per capire come la squadra di Garcia cercherà di ovviare alle pesanti assenze contro un avversario a dir poco scomodo e ben attrezzato, specie contro squadre di livello, visto che sono stati capaci di espugnare sia il Velodrome di Marsiglia che il Parco dei Principi.

OLTRE AI CAMPIONATI....

Il weekend calcistico non può essere dedicato al 100% ai campionati, la ragione è che tra sabato e domenica si assegneranno due trofei: a Riyad Juventus e Lazio si sfideranno per la Supercoppa Italiana; in Qatar, invece, Liverpool e Flamengo si giocheranno il titolo di campione del Mondo per club 2019.

JUVENTUS-LAZIO (DOMENICA, ORE 17,45)

La formazione bianconera e quella biancazzurra si riaffrontano poche settimane dopo la vittoria della squadra di Inzaghi nell'incrocio di campionato. Sarri sta cercando di trovare la giusta quadra, tra assenze forzate e prestazioni non all'altezza, per il suo centrocampo, surclassato da quello laziale nella sfida di campionato. Saranno i duelli tra Milinkovic-Savic e Luis Alberto contro Pjanic e Bentancur, con ogni probabilità, la chiave della sfida.

LIVERPOOL-FLAMENGO (SABATO, ORE 18,30)

In molti, a giusta ragione, l'hanno introdotta, come la finale del Mondiale per Club più interessante della storia della competizione; negli anni passati era eccessivo il divario tra la vincente della Champions League e la vincente della Copa Libertadores (che in alcune occasioni non è neanche stata in grado di raggiungere la finale stessa perché sconfitta in semifinale, vedi gli africani del Mazembe contro l'Internacional di Porto Alegre nel 2010); quest'anno, invece, pur essendo il Liverpool favorito alla vittoria finale, il livello di talento e di esperienza internazionale a disposizione del Flamengo potrebbe andare a creare non pochi grattacapi alla squadra di Klopp viste le defezioni di Fabinho e Lovren; inoltre il trio offensivo delle meraviglie della rubo-negro formato da Everton-Gabigol-Bruno Henrique, supportato da De Arrascaeta può essere letale per i meccanismi non sempre perfetti della linea difensiva dei reds.

giovedì 19 dicembre 2019

Barcellona - Real Madrid - Le pagelle

Come due anni fa il Clasico tra le due squadre più ricche e talentuose del mondo fa capolino nel periodo natalizio, tuttavia rispetto a due anni fa diverse sono le premesse tecniche di questa partita, con le merengues che oggi sono appaiate ai blaugrana in vetta alla classifica, mentre due anni fa l'impegno nel mondiale per club aveva drenato le energie mentali del Real che si presentò al match con -11 dal Barça per poi trovarsi a -14 alla fine del match del Bernabeu.

Al Camp Nou termina a reti inviolate una partita dove si sono viste tante belle giocate con un Real molto sicuro di se ed un Barcellona che continua ad affidarsi alle giocate dei suoi singoli per trovare reti ed azioni pericolose. Usando il linguaggio del pugilato, è stato il Real Madrid ad avere il centro del ring, tuttavia i colpi del ko li ha avuti il Barça.

LE FORMAZIONI

Valverde decide a sorpresa di rinunciare a Sergi Busquets per dare continuità ad Ivan Rakitic nella sua nuova posizione davanti alla difesa, al fianco del croato giocano De Jong e Sergi Roberto, quest'ultimo lascia il posto a Semedo come laterale destro in difesa.

Nel Real confermato Mendy a sinistra in difesa e Valverde a centrocampo al fianco di Casemiro e Kroos, in attacco Benzema è supportato da Bale ed Isco.


LE PAGELLE


REAL MADRID


COURTOIS 6 

Impegnato una sola volta dall'attacco del Barcellona (un tiro centrale di Messi); la partita aggressiva e propositiva dei suoi compagni gli permette di essere praticamente inoperoso.

CARVAJAL 6,5 

Partita solidissima in fase difensiva, solo Casemiro ha vinto più duelli di lui, nella fase iniziale della partita, quando cioè il Real ha esercitato la massima pressione, si è reso pericoloso in fase offensiva sulle palle inattive.

RAMOS 6,5 

Partita atipica del capitano del Real, meno esuberante del solito, tiene la posizione e rende inoffensivo Suarez; in attacco non riesce, come spesso gli accade al Camp Nou, a rendersi pericoloso sui calci piazzati; date le difficoltà avute nel corso della stagione, sicuramente la miglior prestazione stagionale per lui.

VARANE 6,5

Partita solida anche la sua, tiene a bada Suarez che spesso gravitava dalle sue parti; molto pericoloso nelle fasi iniziali della partita sui calci piazzati; in fase di impostazione non si prende grosse responsabilità.

MENDY 7 

Il Real ha visto in lui l'erede di Marcelo e la prestazione di ieri dimostra che il francese ha le qualità per creare una nuova dinastia su quella zona di campo; chiude la partita con 4 dribbling effettuati (migliore dei suoi) mentre in fase difensiva Semedo e Sergi Roberto non gli creano alcun fastidio, semmai il contrario. Unica pecca non da poco sono i 10 crossi effettuati senza trovare il destinatario.

CASEMIRO 7

Solita partita a tutto campo del brasiliano, è lui a promuovere la pressione alta della squadra (10 tackle effettuati e 10 palloni recuperati, migliore in campo in questa statistica) ed a indirizzare il gioco una volta riconquistato il pallone (dalle sue linee di passaggio si evince come ha distribuito il gioco sugli esterni). Inoltre termina la partita con il maggior numero di conclusioni tentate per le merengues.




VALVERDE 6,5

Avevamo già segnalato all'interno di questo blog l'importanza che il centrocampista uruguayano stava assumendo nel centrocampo madridista, ieri sera l'esordio al Camp Nou avrebbe determinato il livello della sua crescita ed il responso finale è che Federico Valverde è ufficialmente promosso; un'altra intuizione di Zidane che ad inizio stagione si è reso conto che Kroos e Modric non sono più al loro prime, per cui la coesistenza stava creando problemi all'equilibrio della squadra. L'uruguayano gioca la partita prevalentemente sulle tracce di Rakitic rendendo difficoltosa la manovra della squadra di Valverde lasciando a Casemiro e Carvajal il compito di limitare De Jong e Griezmann.


Dall' 80' MODRIC s.v.

Entra per far rifiatare Valverde, non incide sulla partita.

KROOS 6 

Dei tre centrocampisti del Real è quello delegato a far progredire la manovra con le sue trame verticali, svolge bene il suo compito ma non riesce, a differenza delle altre partite, a trovare lo spunto vincente; la statistica dell' xG buildup prodotta da Understats lo ha visto chiudere con un valore di 0,38; ossia il totale dei possessi che sono passato dai suoi piedi hanno prodotto il 38% di possibilità di chiudersi con un goal; a questo si aggiungono 3 passaggi chiave (il migliore dei suoi) che però hanno prodotto solamente 0,07 xG.


ISCO 6


Voto finale è la media tra un primo tempo in cui ha creato tante difficoltà difensiva al Barcellona con il suo posizionamento ibrido tra trequartista centrale ed esterno sinistro ed un secondo tempo in cui è calato vistosamente fino a portarlo alla sostituzione. Non ostante l'opaco secondo tempo chiude il match con 3 dribbling riusciti (secondo solo a Mendy per i suoi) e con 26 passaggi completati nella trequarti avversaria (migliore dei suoi).

Dall'80' RODRYGO s.v.

Come per Modric non ha tempo di incidere nella partita.

BENZEMA 5,5

Partita abulica per il capocannoniere della Liga, costretto a giocare molto spesso lontano dall'area di rigore, si rende utile con il suo solito lavoro di sponda in fase di manovra; in area di rigore sia Pique che Lenglet non gli fanno toccare palla, chiude con 2 conclusioni ed 1 passaggio chiave, un bottino molto magro.

BALE 6 

Zidane lo schiera largo a destra dove può accentrarsi ed armare il sinistro; in realtà si rende utile nei duelli aerei con Jordi Alba quando i suoi sono costretti al lancio, nel secondo tempo realizza anche il goal che avrebbe potuto accendere la partita ma il fuorigioco di Mendy vanifica tutto. Il suo lavoro sulla fascia è stato anche utile a consigliare Jordi Alba a limitare le sue sortite offensive.

BARCELLONA


TER STEGEN 6,5 

Non è stato impegnato in maniera importante, tuttavia il senso di sicurezza che trasmette il portiere tedesco è unico al mondo in questo momento, senza contare le sue qualità a supporto dell'impostazione bassa dei suoi; specie nel primo tempo ci ha regalato 3 verticalizzazioni verso la metà campo avversaria degne di un trequartista di alto livello.

SEMEDO 5,5

Ancora una volta si dimostra non del tutto adatto al contesto di partite importanti come queste; nelle fasi di pressione del Real soffre Mendy ed Isco che agiscono dalla sua parte; molto meglio in fase offensiva dove ha terminato la partita con 5 dribbling riusciti, secondo solamente ad un certo Messi.

Dal 55' VIDAL 6,5

Il suo ingresso inclina l'inerzia della partita dalla parte del Barça, il suo ingresso permette ai blaugrana di cancellare Isco dal match; chiude la partita con 6 palloni recuperati e 5 duelli vinti su 8.

PIQUE 6,5

Al cospetto del suo amico-nemico Sergio Ramos non si tira indietro neanche lui ed al pari del suo dirimpettaio disputa una prestazione difensiva di alto livello decisamente superiore alla media delle sue prestazioni in questa stagione; chiude la partita con 10 disimpegni eliminando i pericoli dalla propria area di rigore.

LENGLET 6

Partita di buona solidità anche quella del centrale francese che regge a livello fisico quando sollecitato dai duelli con Bale, il giocatore che più stazionava dalle sue parti. Nelle fasi iniziali della partita ha mostrato parecchie difficoltà sulle palle alte nelle situazioni di palla inattiva, dove rischia seriamente di farsi fischiare rigore contro per un'entrata fuori tempo su Varane; in fase di impostazione partita pulita (94% di passaggi riusciti) ma con giocate parecchio conservative.

JORDI ALBA 5,5

Partita sotto gli standard per lui, i suoi tanti infortuni subiti nell'ultimo periodo ne stanno limitando le capacità di corsa; il suo asse con Messi è il trademark del Barça negli ultimi anni; sono proprio due assist della Pulce a metterlo per due volte davanti a Courtois ma manca le occasioni che avrebbero potuto cambiare la storia della partita.

RAKITIC 5,5

Valverde decide di lasciargli le chiavi del centrocampo anche nella partita più sentita della stagione dal popolo blaugrana, il risultato non è dei migliori: con il pallone tra i piedi i suoi 78 passaggi su 81 riusciti lo mettono davanti a tutti in questa statistica, tuttavia denotano anche uno stile di gioco molto compassato che non ha permesso al Barça di far progredire il gioco; in fase di non possesso ha maledettamente sofferto Isco nel primo tempo finendo anche rapidamente sul taccuino dei cattivi.

SERGI ROBERTO 5

Assolutamente impalpabile come mezzala, con l'ingresso di Vidal scala a laterale destro di difesa dove copre prevalentemente le spalle di Vidal. Il suo apporto offensivo nullo è meglio dato dai numeri elaborati da Understats.



DE JONG 6.5 

Il suo posizionamento sul centro-sinistra da qualche settimana sembra metterlo maggiormente a proprio agio, la sua influenza sul gioco è evidente: dopo Rakitic e Lenglet è il più coinvolto nel gioco (terzo per passaggi riusciti, 56) ed è la persona delegata a portare il pallone nella metà campo avversaria (non è casuale il fatto che il gioco sulla trequarti del Barça pende maggiormente da quel lato dove può associarsi con Jordi Alba e duettare con Griezmann).

MESSI 7

Il voto sarebbe stato decisamente più alto se avesse mantenuto nel secondo tempo gli standard del primo tempo dove con due giocate delle sue aveva aperto la difesa madridista generando la grande chance per Jordi Alba, ma soprattutto se nella ripresa non avesse mancato sotto porta l'opportunità per sbloccare la partita (Messi che liscia un pallone è davvero una notizia); in ogni caso resta la stella polare per Valverde (8 dribbling riusciti, 22 passaggi tentati nella trequarti avversaria, unico dei suoi a superare la soglia dei 20 passaggi).

SUAREZ 6

Sicuramente una serata difficile per El Pistolero, anche lui fallisce una discreta chance nel corso della ripresa, tuttavia spesso si rende utile cercando di lavorare spalle alla porta resistendo alla pressione di Varane e Sergio Ramos, ma i due centrali del Madrid gli mettono la museruola per tutto il corso del match.

GRIEZMANN 6

In presenza di Messi e Suarez il suo è ormai un ruolo da comprimario nell'attacco del Barça, tuttavia il francese ha raccolto la sfida e si sta progressivamente disimpegnando nella sua nuova dimensione eseguendo i compiti richiesti da Valverde (ossia fare il quarto di sinistra a centrocampo in fase difensiva); ovviamente questo sforzo in un contesto in cui il Real ha esercitato grande pressione per tutti i 90' ha finito per sfiancarlo e per disputare la partita lontanissimo dalla porta come si evince dai numeri e dalla heatmap elaborata da SofaScore.



Dall' 83' FATI s.v.

Entra in campo al posto dello sfinito Griezmann, mostra un paio di giocate interessanti, con il senno di poi si potrebbe affermare che Valverde avrebbe potuto ottenere maggiori dividendi qualora gli avesse concesso qualche minuto in più.

venerdì 13 dicembre 2019

Cosa vedere nel weekend #14


Ci siamo lasciati alle spalle l'ultimo turno delle coppe europee, con i 5 principali campionati europei che hanno monopolizzato la fase ad eliminazione diretta della Champions League; adesso ci si butta a capofitto nei campionati che, da qui fino a metà febbraio, saranno padroni del calendario dei club, assieme alle coppe nazionali, per cui da ora inizia la fase in cui probabilmente le classifiche prenderanno la fisionomia definitiva. Il weekend in arrivo ci regala diversi spunti di attenzione, tra scontri diretti, il derby della Lanterna, l'esordo di Gattuso sulla panchina del Napoli, la situazione sulle panchine di Everton ed Arsenal, le trasferte impegnative di Real e Barcellona prima del Clasico di mercoledì prossimo e, per finire, il duello a distanza PSG-Marsiglia in Ligue 1 e, da non perdere, la sfida al vertice della Eredivisie tra l'AZ Alkmaar e l'Ajax reduce dal tonfo europeo.

IL DERBY DELLA LANTERNA VALE LA ZONA SALVEZZA

Genoa e Sampdoria si affrontano nel derby divise da un solo punto ma in una posizione che in pochi preventivavano alla vigilia della stagione, con un Genoa chiamato ad un'annata di riscatto dopo la salvezza risicata all'ultima giornata nella scorsa stagione e la Sampdoria chiamata a ricominciare un ciclo dopo l'addio di Giampaolo alla cui guida la Samp ha sfiorato l'Europa per tre stagioni di seguito oltre a mettere in vetrina tanti giovani gioielli che hanno rimesso in sesto le casse blucerchiate. Alla nuova stagione le due squadre si sono presentate con due nuovi allenatori, Andreazzoli da una parte e Di Francesco dall'altra che non sono riusciti a dare equilibrio alle proprie squadre facendole precipitare in fondo alla classifica, portando le società a sollevarli dall'incarico dopo rispettivamente 8 e 7 giornate di campionato in cui i due allenatori hanno raccolto appena una vittoria a testa; al loro posto le due società hanno scelto opzioni completamente diverse: i grifoni hanno deciso di continuare con idee di calcio propositivo ed offensivo affidando la panchina a Thiago Motta, proveniente dal settore giovanile del PSG; dall'altra parte i blucerchiati hanno virato su Claudio Ranieri, noto per un approccio più conservativo, ma soprattutto per dare certezze alle squadre partendo dalla solidità difensiva.
L'arrivo dei nuovi tecnici ha portato delle modifiche evidenti alle due squadre che ne hanno tratto vantaggio in termini di identità tattica ma che ha modificato solo in parte i risultati, con Ranieri che è riuscito quantomeno a portare fuori la Samp dalla zona retrocessione, cosa non riuscita ancora al tecnico genoano, per questa ragione il derby rappresenta un redde rationem per le due squadre rendendo il derby ancora più pesante in termini di risultato rispetto a quanto già non lo sia per sua tradizione.
Con l'arrivo di Ranieri la Samp ha trovato un maggiore equilibrio, il tecnico romano ha iniziato la propria avventura in blucerchiato con un 4-4-2 molto corto che rinunciava alla fase offensiva ma che ha tolto spazi agli avversari, permettendogli di strappare 3 clean sheets nelle prime 5 partite (lasciando a secco due attacchi particolarmente prolifici come quelli di Roma ed Atalanta); ritrovate le certezze difensive Ranieri è passato al rombo a centrocampo che ha esaltato le qualità ed i movimenti di Gaston Ramirez e di Manolo Gabbiadini, innalzando la qualità della manovra offensiva blucerchiata.

Dalla progressione delle differenze in termini di expected goals si nota ad occhio nudo come il cambio di panchina dopo la partita di Verona abbia portato un cambiamento in positivo per la Sampdoria; inoltre, conclusosi il primo ciclo di partite della gestione Ranieri con il pareggio casalingo contro l'Atalanta, il tecnico romano ha sfruttato la pausa per disegnare un atteggiamento più offensivo che ha pagato in termini di gioco proposto, ma non ancora in termini di risultati, influenzati negativamente dalle difficoltà a livello individuale di diversi elementi della rosa blucerchiata; ora resta da capire come Ranieri vorrà affrontare il derby, se dando seguito ai propositi propositivi o se fare un passo indietro per portare a casa almeno un punto e fermare l'emorragia di tre sconfitte consecutive (seppur immeritate) tra campionato e Coppa Italia.

Dall'altra parte della città il cambio di panchina più che un cambio di mentalità ha portato delle modifiche nell'utilizzo degli uomini a disposizione, sicuramente il giocatore che ha tratto giovamento dalla gestione Thiago Motta è Kevin Agudelo, il ventenne centrocampista colombiano non aveva mai visto il campo con Andreazzoli, mentre Motta lo ha buttato nella mischia nel secondo tempo della partita d'esordio contro il Brescia dove il suo ingresso ha avuto un impatto decisivo sul match, da quel momento il colombiano non ha più lasciato il campo fino al minuto 73 della partita di Lecce dove si è fatto espellere e salterà il derby. 

L'impatto del colombiano sul gioco del Genoa versione Thiago Motta è esemplificato dal grafico elaborato da Soccerment da dove si deduce tramite la statistica sui passaggi chiave (KP90) e sulla sua centralità nei possessi che hanno generato expected goals (xGBuildup90 e xGChain90), per cui chiave della partita per i rossoblu sarà cercare un modo per rimpiazzarlo proprio nella partita più sentita della stagione, considerato il fatto che l'altro giocatore ad avere grande impatto negli ultimi 20 metri è Goran Pandev, anche lui espulso a Lecce e dunque assente anche lui nel derby. L'unica soluzione che sembra presente in rosa per Thiago Motta sembra essere Luka Lerager, tuttavia i numeri in fase di rifinitura sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli del colombiano, tuttavia il danese può fornire quel pizzico di fisicità in più che in una partita dall'alto tasso agonistico come il derby della lanterna può essere decisivo per i grifoni per piegare l'esito della partita dalla propria parte.
Genoa e Samp si presentano quindi a questo derby con diversi progressi dal punto di vista del gioco e della tenuta del campo ma che per cause differenti (mancanza di continuità sui 90' per il Genoa, mancanza di qualità individuale nei blucerchiati) non hanno ancora prodotto i risultati attesi, indubbiamente il derby sarà il test decisivo per entrambe le contendenti ed un risultato positivo potrebbe essere la svolta attesa della stagione.

SUPER SUNDAY IN PREMIER LEAGUE

Con il giovedì di Europa League che ha impegnato Wolves, Manchester United ed Arsenal, il calendario ha messo le tre formazioni nel programma domenicale della Premier League in tre partite di sicuro interesse, con lo United reduce dalle pesanti vittorie contro Tottenham e City che affronta all'Old Trafford il nuovo Everton ora in mano a Duncan Ferguson (in attesa di un manager definitivo?), l'Arsenal (anch'esso in attesa del nuovo manager) che affronta il City all'Emirates ed infine il nostro consiglio di giornata, Wolverhampton-Tottenham.

WOLVERHAMPTON-TOTTENHAM (DOMENICA ORE 15)

In pochi ad inizio stagione avrebbero immaginato ad inizio stagione che questa partita si sarebbe giocata con il Wolverhampton con 1 punto di vantaggio sugli Spurs, eppure tra le trame di questi primi mesi di Premier League si è inserito anche la progressiva ascesa della squadra allenata da Nuno Espirito Santo capace di approfittare delle difficoltà della squadra ora allenata da Mourinho, nonché delle difficoltà di Arsenal e Manchester United, per issarsi fino al sesto posto in classifica a cui si aggiunge il passaggio del turno in Europa League portato a termine con un turno in anticipo. La stagione dei Wolves è iniziata molto presto con i preliminari di Europa League questa estate (dove ha eliminato il Torino) che hanno portato un po di appannamento in campionato, con la prima vittoria arrivata solo alla settima giornata con il Watford, da quel momento in poi la squadra di Nuno ha inanellato una serie di risultati positivi con 17 punti raccolti (uno in più del City, battuto per 2-0 all'Etihad) e sole 8 reti subite (solo il Leicester meglio con 5 reti subite).

Ad essere decisivo nella crescita dei Wolves è stato il passaggio da un più prudente 3-5-2 a un 3-4-3 che permette la convivenza tra Doherty e Adama Traore sulla fascia destra generando una mole offensiva maggiore, questo è confermato dall'analisi degli expected goals: con il passaggio dal 3-5-2 al 3-4-3 (successivamente alla partita con il Chelsea, esclusa la sfida contro il Manchester City) è iniziato un progressivo innalzamento degli xG creati (come indicato dalla linea di tendenza del grafico) ed un progressivo abbassamento degli xG subiti.

A testare i progressi della squadra di Nuno sarà dunque il Tottenham che Mourinho sta cercando di plasmare dopo il termine dell'era Pochettino; al momento in Premier ha portato a casa tre vittorie nelle quattro partite disputate lasciando l'intera posta in palio al Manchester United nella gara del suo ritorno all'Old Trafford dopo l'esonero, ed anche nella trasferta di Monaco contro il Bayern nel match ormai ininfluente di Champions. In sostanza Mourinho ha permesso agli Spurs di tornare a vincere contro squadre alla propria portata senza riuscire ancora ad innalzare il livello contro squadre aventi gli stessi obiettivi se non superiori.

A livello tattico il Tottenham di Mourinho è facilmente riconoscibile con il 4-2-3-1 reso asimmetrico dalla posizione più bassa del terzino sinistro che accompagna i due centrali in fase di impostazione con Aurier liberato da compiti difensivi a condurre il pallone sulla fascia destra, l'ampiezza a sinistra la da Son, giocatore che rispecchia in pieno l'identikit del giocatore tipo voluto da Mourinho; il giocatore che, invece, è rinato sotto la gestione del tecnico portoghese è sicuramente Dele Alli, messo al centro del progetto tecnico, ha ricambiato la fiducia di Mourinho con 3 goal e 3 assist in 4 partite, permettendogli di raggiungere con 9 presenze, lo stesso bottino della scorsa stagione in Premier (5 goal e 3 assist). La trasferta di Wolverhampton ci dirà quale è la vera dimensione degli Spurs in questa stagione, soprattutto in vista del percorso nella FA Cup ed in Champions League, trofei a cui Mourinho vorrà puntare per cominciare a mettere il proprio segno a White Hart Lane, il tutto in attesa di capire come cambierà il roster della squadra dopo la finestra di mercato di gennaio.

STA FINENDO IL DOMINIO DEL BAYERN IN BUNDESLIGA?

La scorsa giornata di campionato ha portato il Bayern Monaco a 7 punti dalla vetta ma soprattutto al settimo posto in classifica; i troppi infortuni in difesa stanno avendo un grande peso per la formazione ora allenata da Flick che, pur producendo moltissimo in attacco (è in testa alla classifica degli xG prodotti, indipendentemente dal modello utilizzato), quando attaccata concede tantissimo, migliore esemplificazione è stata la partita persa a Moenchengladbach sabato scorso, dove si è fatta rimontare dopo aver dominato buona parte della partita, a causa di due goal presi dagli sviluppi di un calcio di punizione prevedibile e su un calcio di rigore generato da un intervento senza senso di Javi Martinez. Chi ne sta approfittando sono dunque lo stesso Moenchengladbach, in testa da diverse settimane ed il Lipsia, reduce da un grande momento di forma e dal passaggio del turno di Champions come prima del girone; il Dortmund insegue le prime due della classe con un ritardo di 5 e 4 punti e che, grazie alla sconfitta dell'Inter contro il Barcellona, ha potuto festeggiare il passaggio agli ottavi di Champions; a mancare l'en plein per le squadre tedesche è stato il Leverkusen, a cui la risalita delle ultime settimane non è bastata a risalire la china nel girone, le aspirine sono attese sabato dal derby contro il Colonia ultimo in classifica e sono chiamate a dare continuità al proprio momento di forma in campionato (10 punti nelle ultime 4 partite).

COLONIA-BAYER LEVERKUSEN (SABATO ORE 15.30)

Colonia e Leverkusen sono divise da 15 minuti di treno, tanto può bastare a dare un senso alla rivalità che può esistere tra le due squadre che si affrontando sabato pomeriggio al RheinEnergie Stadion in situazioni di classifica completamente opposte, con i padroni di casa reduci da una serie negativa di 1 punto nelle ultime 6 partite che l'ha affondata fino all'ultimo posto in classifica; il cambio di allenatore con il passaggio da Beierlozer a Gisdol anziché migliorare le cose sembra anche averle peggiorate, con tre partite disputate con tre moduli diversi ed ancora poche idee messe in campo. Sotto la guida di Beierlozer il Colonia ha provato ambiziosamente un calcio molto aggressivo nel tentativo di recuperare il più rapidamente possibile il pallone ed ancora più possibilmente in zone alte del campo.

 L'approccio del tecnico proveniente dal Regensburg è mostrato a livello statistico dall'indice PPDA, ossia l'ammontare dei passaggi avversari concessi prima di un'azione difensiva, più basso è il numero, maggiore è il livello di aggressività dell'approccio voluto dal tecnico, come si evince dal grafico elaborato sulla base dei PPDA elaborati da Understats, con Beierlozer in panchina il Colonia era sesto in classifica in questa statistica. Ad aggiungere elementi statistici a questo approccio vi è l'alto numero di tackle tentati a partita (meno solo di Paderborn e Lipsia), ma anche l'alto numero di falli commessi (15,8 a partita, squadra più fallosa del campionato) e di cartellini (38, di cui 3 rossi); considerando la debolezza della squadra nella difesa da palla inattiva (0,66 Xg subiti a partita in questo fondamentale, peggio solo il Mainz secondo le elaborazioni di Between the Posts).


Date le circostanze di cui sopra la società ha fatto saltare la panchina di Beierlozer sostituendolo con l'ex Amburgo Gisdol che in queste tre partite ha implementato immediatamente un approccio più attendista (testimoniato dalla regressione nel dato del PPDA del Colonia dal suo arrivo, ho anche indicato il dato relativo al Mainz, nel frattempo passato sotto la guida dello stesso Beierlozer) ma che non ha risolto il problema della difesa sulle palle inattive (secondo i dati Understats 1,52 xG subiti durante la gestione Gisdol, nessuno ha fatto peggio).

Il Leverkusen si presenta dunque a questo derby con l'obiettivo di continuare la propria striscia positiva aperta da 4 partite in Bundesliga a cui si erano aggiunte le vittorie contro Atletico Madrid e Lokomotiv in Champions, serie interrotta dalla sconfitta di mercoledì sera contro la Juventus nella sfida finale dei gironi. Il marchio di fabbrica della squadra di Bosz è la grande aggressività in fase di non possesso (pressione alta fin dalla trequarti avversaria) testimoniata da un PPDA di 7,52 (dato Understats), dato migliore in tutta la Bundesliga, atteggiamento esemplificato dall'azione che ha portato al goal di Bailey nella vittoria all'Allianz Arena contro il Bayern.


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In fase di possesso il Leverkusen se non può affondare come nell'azione sopra, tende a consolidare il possesso (59,7% di possesso palla medio, secondo solo al Bayern Monaco); a Colonia il Leverkusen tornerà ad affrontare una squadra che giocherà con il baricentro basso e la costringerà a fare la partita, per cui vedremo come Bosz, con il ritorno a pieno regime di Havertz e Bailey modificherà il giro palla della squadra, con Wendell che resta basso con i centrali di difesa a consolidare il palleggio mentre Lars Bender o Weiser a destra si associano con Bellarabi per portare l'azione nella trequarti avversaria. Le passmaps delle partite disputate contro Friburgo e Wolfsburg (due squadre che lasciano il possesso all'avversario senza fare grande pressione fino a metà campo) dimostra come il possesso venga consolidato sul lato sinistro sull'asse Sven Bender-Wendell e poi delegando al lato destro il progresso del possesso nella tre quarti avversaria (il 42% degli attacchi del Leverkusen arriva dal lato destro).

















































BARCELLONA E REAL MADRID RIUSCIRANNO A STACCARE LA CONCORRENZA?

La Liga si affaccia alla giornata 17 dopo aver portato tutte le proprie rappresentanti alla fase ad eliminazione diretta delle coppe europee (Barça, Real Madrid, Valencia, Atletico in Champions, Getafe, Espanyol, Siviglia in Europa League) il che mostra la grande competitività del campionato spagnolo, una competitività visibile anche nelle sfide tra squadre non di primo livello, per questa ragione, pur essendo in programma due trasferte importanti per Real e Barça rispettivamente a Valencia e San Sebastian contro la Real Sociedad, la partita scelta per la prossima giornata di campionato è la gara interna del Getafe contro il Valladolid.

GETAFE-REAL VALLADOLID (DOMENICA ORE 12)

La formazione di Pepe Bordalas continua a sorprendere e per il secondo anno di fila si trova a questo punto della stagione a sognare la Champions League, tuttavia, a differenza dello scorso anno, per la squadra della periferia di Madrid, il livello è stato mantenuto inalterato pur in presenza di un appuntamento aggiuntivo come l'Europa League, il cui girone è stato superato con brillantezza grazie alla vittoria netta per 3-0 nella sfida decisiva contro i russi del Krasnodar. Il gioco del Getafe si basa su un 4-4-2 molto solido che si trasforma in un 4-2-4 in fase di possesso; la peculiarità del sistema imposto da Bordalas è la compattezza in orizzontale ed in verticale delle linee, questo permette di recuperare il pallone molto velocemente (PPDA pari a 6,81, i migliori nella Liga), strategia utilizzata anche nella fase offensiva, dove il gioco si basa su passaggi diretti verso le punte per poi andare ad aggredire sulle seconde palle (l'indice OPPDA, ossia il numero di passaggi fatti prima di un'azione difensiva avversaria, è pari a 5,63, il più basso della Liga).

La passmaps del Getafe evidenzia ulteriormente lo stile di gioco; lancio verso le punte e palla indietro (o recupero della seconda palla) su Arambarri che distribuisce il gioco; dallo schieramento si evince, inoltre, la distribuzione in larghezza della squadra di Bordalas, i dati Whoscored evidenziano come lo sviluppo del gioco del Getafe sia distribuito al 38% sulla fascia sinistra, 39% sulla fascia destra e solamente il 23% in zona centrale.









Domenica mattina nell'anticipo mattutino al Coliseum Alfonso Perez arriva il Valladolid, conosciuto ai più per essere la squadra di proprietà di Ronaldo, quello "vero", come amano dire (a ragione) quelli che hanno vissuto il calcio degli anni 90. La squadra bianco-viola, allenata da Sergio González, ha un'identità tendenzialmente simile a quella del Getafe, ossia quella di schierarsi prevalentemente con un 4-4-2 e con un gioco basato sul lavoro degli esterni (il terzino sinistro Nacho è il giocatore che crea più passaggi chiave per partita, 1,1).


Dall'elaborazione dei passaggi in avanti proposta da Between the Posts si evice chiaramente come il gioco del Valladolid sia orientato sull'utilizzo delle fasce laterali (secondo le statistiche di WhoScored il 42% del gioco dei bianco viola si svolge sul lato sinistro ed il 35% sul lato destro), per cui prepariamoci a vedere tanti duelli sulle fasce, tuttavia il Valladolid dovrà fare qualcosa in più rispetto a quanto proposto nelle ultime partite (non segnano da 4 partite) che li ha portati ad occupare l'ultimo posto per xG creati (sempre secondo il modello di Between the Posts).





LA LIGUE 1 SEMPRE PIÙ' LABORATORIO VINCENTE

Perché questo titolo? Ci sono tante ragioni per ritenere la Ligue 1 un campionato in grandissima crescita, anzitutto ci sono dei risultati a segnalarlo: la nazionale campione del mondo è composta da calciatori quasi tutti svezzati da questo campionato (l'unica eccezione che mi viene in mente è quella di Griezmann) che poi vanno a giocare in altri campionati solo perché le scelte strategiche (escluso il PSG) sono quelle di non appesantire i conti, anzi di finanziarli con operazioni di mercato che possono portare a progetti di lungo periodo molto importanti, come testimonia il Lione che ha raggiunto gli ottavi di Champions per il secondo anno di fila, come testimoniano realtà come Lille, Bordeaux, Monaco, Marsiglia e, ultimo in ordine cronologico, Nizza, le quali sono state acquisite da realtà economiche internazionali pronte a tentare di investire nella crescita tecnica ed economica di queste società. E' opportuno segnalare che alcune di queste realtà sono state accolte con molto scetticismo, una di queste è Bordeaux, dove i fondi americani che detengono la proprietà del club girondino sono in fase di disimpegno a causa di frizioni sulla gestione sportiva ed economica. Una situazione, questa, che si protrae da diversi mesi in cui, però, si sta disimpegnando molto bene Paulo Sousa, che ha visto fermata domenica scorsa in quel di Marsiglia una striscia positiva di 5 partite che aveva portato il Bordeaux fino al terzo posto in classifica.

BORDEAUX-STRASBURGO (DOMENICA ORE 15)

Dopo un inizio di gestione tecnica molto complicato, il Bordeaux di Paulo Sousa ha trovato un proprio equilibrio ed una continuità tecnica e tattica che hanno portato la squadra girondina a ridosso della zona europea, una posizione di classifica che, al momento, sembra la giusta dimensione visti gli uomini a disposizione del tecnico portoghese. Infatti la classifica posiziona la squadra di Paulo Sousa al quinto posto dopo aver anche assaporato il terzo posto prima della sconfitta di Marsiglia, tuttavia i numeri esprimono una grande overperformance soprattutto a livello offensivo, dove abbiamo un numero di goal segnati che eccede la quantità di expected goals di +11,69, un dato dovuto principalmente alle grandi capacità di tiro da fuori area di De Preville (capace di prendere la porta per il 50% dei suoi tiri), Adli e di Otavio.

I dati elaborati da WhoScored mostrano chiaramente come la soluzione di tiro più scelta sia il tiro da fuori, soluzione statisticamente poco efficiente ma che al momento sta premiando la formazione di Paulo Sousa (11 reti sinora realizzate sui 28 totali). 
Dato che la statistica rende questi numeri poco sostenibili nel lungo periodo, il Bordeaux dovrà trovare soluzioni di tiro meno complesse per migliorare le proprie prestazioni, Paulo Sousa sembra aver individuato la soluzione in Josh Maja, che ha preso il posto da titolare nelle ultime 4 partite.

La sua mappa di tiro sembra orientata a prendersi conclusioni col giusto grado di pericolosità media, tuttavia è andato al tiro in questo lasso di tempo per 7 volte, realizzando 4 reti, un dato sporcato dalla partita vinta per 6-0 contro il Nimes in cui ha messo a segno 3 reti su 4 tiri tentati. A Marsiglia non ha praticamente preso palla pur facendo un lavoro importante in fase di pressing, se il Bordeaux riesce a dargli maggiori opportunità di tiro ecco che finalmente Paulo Sousa potrà aver trovato la mossa giusta per portare il Bordeaux in alto.

Il testi di domenica contro lo Strasburgo sarà importante proprio per capire se ci siano i margini per portare avanti questo processo di miglioramento della qualità del gioco, questo perché la squadra alsaziana ha gli strumenti adatti a mettere in difficoltà il Bordeaux, soprattutto da quando è passata alla difesa a 4, con una fase di non possesso che costringe gli avversari a spostare il gioco sulle fasce per poi aggredire il portatore, un sistema che ha avuto finora alterne fortune ma che ha quantomeno tirato fuori gli alsaziani dalle zone calde della classifica e soprattutto potrebbe mettere a disagio il possesso palla della squadra di Sousa che spesso va in difficoltà se non può gestire il possesso, come accaduto nella partita persa a Marsiglia la scorsa settimana.

AZ ALKMAAR- AJAX, SHOWDOWN PER LA EREDIVISIE

Domenica alle 16,45 la Eredivisie vivrà il momento di massimo spettacolo visto che ad affrontarsi ci saranno le due squadre migliori del campionato, non solo in termini di punteggio (la seconda classificata che ospita la prima), ma anche in termini di identità tecnica e tattica, difatti probabilmente le due squadre sono il capostipite della rinascita del calcio olandese, con un forte ritorno del lavoro sull'identità e sulle qualità tecniche dei settori giovanili.
Basandoci sulle migliori formazioni possibili delle due squadre che entreranno in campo domenica (basandoci sugli algoritmi di WhoScored) probabilmente vedremo in campo due squadre composte rispettivamente da 4/11 (l'AZ) e 5/11 da giocatori provenienti dal proprio settore giovanile, un dato che non sorprende se prendiamo come riferimento la storia dell'Ajax, mentre lo è di meno per l'AZ che ha iniziato un processo da alcuni anni di potenziamento delle regole di scouting e sviluppo del proprio settore giovanile che hanno portato alla costruzione di giocatori che hanno raggiunto dei livelli di rendimento altissimi grazie ad un lavoro non solo sulle qualità tecniche ma anche sulle capacità di leggere gli spazi in campo (una qualità, quest'ultima, insita nel DNA del popolo olandese e da cui Johann Cruyff e Rinus Michels hanno dato il via alla rivoluzione del calcio totale degli anni '70), ed è così che nello scorso ottobre l'under 21 olandese ha schierato in campo contemporaneamente 4 elementi che ora sono titolarissimi in prima squadra ossia Boadu, Koopmeiners, Stengs, Wijndal e De Wit, con i primi 3 che sono stati autori delle 4 reti con cui i giovani oranje hanno messo al tappeto i pari età del Portogallo.
L'Ajax dal canto suo metterà in campo Mazraoui (e/o Sergino Dest), Veltman, Blind, Van de Beek e Lang, anche loro prodotti del proprio settore giovanile, tornato a sfornare grandi talenti come è accaduto fino alla seconda metà degli anni '90. 
Entrambe le squadre sono reduci da una parentesi europea poco edificante, con l'Ajax clamorosamente eliminato dalla Champions e retrocesso in Europa League per mano del Valencia, e con l'AZ, seppur già qualificato alla fase ad eliminazione diretta dell'Europa League, malamente sconfitto per 4-0 dal Manchester United all'Old Trafford, forse dimostrando che la giovane età della squadra fa ancora brutti scherzi a livello internazionale. La parentesi negativa, tuttavia, non deve far perdere interesse ad una sfida in cui vedremo davvero tanto talento in campo spinto anche dall'approccio offensivo delle due squadre che hanno in comune il dato sul possesso palla (58% AZ contro il 61% dei lancieri) e i dati offensivi mostruosi con Boadu e compagni che viaggiano ad una media di 2,4 goal a partita e la squadra di Ten Hag ad una media di 3,3 goal a partita, insomma una partita da non perdere per chi ama il calcio del talento puro.

giovedì 12 dicembre 2019

Cosa ci lasciano i gironi di Champions



Si è dunque conclusa la fase a gironi di questa edizione della Champions League, abbiamo cercato di seguire i temi di questa prima fase nel corso delle giornate, ora è il momento di trarre alcune conclusioni a fronte dei risultati finali dei vari gironi. Il bilancio delle squadre italiane è stato "macchiato" dall'eliminazione dell'Inter, di certo preventivabile visto il girone, ma che lascia l'amaro in bocca per le occasioni perse, stessa sensazione che i nerazzurri hanno lasciato lo scorso anno, tuttavia portare tre italiane alla fase ad eliminazione diretta della Champions è un accadimento che non si verificava dal 2012 (Milan, Inter, Napoli). Ma adesso analizziamo alcuni temi emersi dall'ultima giornata dei gironi con uno sguardo a cosa succederà lunedì.

LA CLAMOROSA CADUTA DELL'AJAX

Le prime due partite del girone ed il cammino quasi perfetto in campionato non lasciava intravedere alcuna possibilità che i semifinalisti della scorsa Champions lasciassero così anzitempo la Champions; ed invece le due partite contro il Chelsea hanno rimesso in discussione l'esito del girone con i lancieri costretti a giocarsi la qualificazione nella partita interna contro il Valencia avendo a disposizione 2 risultati su 3. L'Ajax è arrivato alla partita reduce dalla prima sconfitta in campionato per mano del Willem II, già questo era un campanello d'allarme per la squadra di Ten Hag, che ha mostrato un punto debole quando l'avversario riesce ad isolare i due centrocampisti centrali dalla batteria offensiva; il Valencia reduce, invece, dal vittorioso derby contro il Levante nella Liga, ha portato a casa vittoria e qualificazione usando come riferimento il tipico piano gara che non ha visto modifiche nel passaggio da Marcelino a Celades: chiusura di tutti i varchi centrali e costringere l'avversario ad attaccare dagli esterni ed accedere in area solo tramite i cross, dove i centrali potevano dominare in assenza di un centravanti abile sulle palle alte.

Come si evince dalla mappa dei passaggi negli spazi di mezzo, il Valencia ha invitato l'Ajax ad attaccare sul proprio centro-destra difensivo, questo poiché l'ala destra del 4-4-2 del Valencia (Ferran Torres) aveva licenza di restare più avanzato per sfruttare le chance in ripartenza (tattica che ha funzionato in occasione del goal di Rodrigo); come si evince l'Ajax è riuscita a mettere in area solo una piccola parte dei palloni gestiti da questa zona di campo, questo quando l'ingresso di Huntelaar e l'avvicinarsi del fischio finale ha costretto gli uomini di Ten Hag a cercare palloni alti per lo stesso Huntelaar e Van de Beek. 




Con questa vittoria il Valencia, oltre alla qualificazione, ha portato a casa anche il primo posto nel girone, per cui si presenterà al sorteggio come la squadra di prima fascia che Napoli ed Atalanta sperano di trovare.

L'INTER SI FERMA ANCORA SUL PIÙ' BELLO

Come lo scorso anno l'Inter deve proseguire la corsa europea tramite l'Europa League, come lo scorso anno i nerazzurri avevano il match point tra le proprie mani a San Siro, l'anno scorso fu un inopinato pareggio contro il PSV Eindhoven ad eliminare l'Inter di Spalletti, quest'anno è toccato invece ad un Barcellona già qualificato come primo del girone e pieno di giocatori poco utilizzati fin qui da Valverde. Le peculiarità del gioco voluto da Conte sono state espresse anche nella sfida di ieri sera, tuttavia Valverde, scottato dal primo tempo della partita d'andata, ha cercato un sistema per aggirare la pressione alta dei nerazzurri schierando una difesa a 3 per avere superiorità numerica sugli attaccanti dell'Inter e schierando Rakitic come vertice basso di centrocampo per attirare un centrocampista e lasciare spazio sulla trequarti una volta superata questa linea di pressione, così nei momenti di difficoltà i blaugrana hanno lanciato via la palla consentendo rapidi recuperi all'Inter, ma quando sono riusciti a superare la pressione alta hanno potuto controllare il ritmo della partita e tenere lontano per quanto più tempo possibile l'Inter dalla propria area di rigore.

Come si evince dalla mappa degli xG, Conte non aveva tutti i torti a fine partita ad affermare che forse l'Inter meritava di più visto che le occasioni migliori (identificate dai cerchi più grandi) le abbia avute l'Inter, tuttavia per lunghi tratti della partita la formazione nerazzurra è stata a lungo presa in mezzo dal possesso palla coraggioso ma ben elaborato da Valverde (59% alla fine della partita); le assenze di Sensi e Barella indubbiamente hanno avuto il proprio peso per l'Inter, tuttavia l'idea di fondo è che l'Inter si sia mostrata impreparata di fronte alle scelte dell'allenatore blaugrana che, con la gara di ieri, ha probabilmente riacquistato credibilità agli occhi dei propri tifosi visto che ha messo in campo contemporaneamente Todibo, Alena, Carles Perez per poi chiudere con l'ingresso di Ansu Fati, autore del goal che ha definitivamente condannato l'Inter.







LA NUOVA GENERAZIONE IN ARRIVO

Siamo a cavallo tra la fine del secondo decennio di questo secolo e l'inizio del terzo decennio, così, complice la possibilità per alcune squadre di sperimentare, ecco che questa giornata di Champions ha portato al superamento di due record di gioventù.

Ansu Fati

A 17 anni e 40 giorni il giovane attaccante del Barcellona ha battuto il record di giocatore più giovane a realizzare un goal in Champions League, il precedente record era appannaggio di Peter Ofori-Quaye, allora attaccante dell'Olympiacos che nel 1997 trovò il goal a 17 anni e 195 giorni.

Con Fati la cantera del Barcelona sembra tornare a far splendere un diamante; in campionato l'attaccante di origine guineana ha collezionato 319 minuti mostrando numeri che lo mettono già al di sopra della media dei pari ruolo all'interno della Liga; il goal di ieri a San Siro gli ha portato anche la ribalta internazionale. Data la grande concorrenza in attacco a Barcellona sarà difficile per lui alzare più di tanto il minutaggio in questa stagione, tuttavia Valverde non si fa problemi a buttarlo nella mischia quando vuole tenere a riposo uno tra Messi, Suarez e Griezmann.







Maarten Vandevoordt

L'ultima partita di Ancelotti sulla panchina del Napoli ha visto l'esordio in Champions tra i pali del Genk di Maarten Vandevoordt che, con 17 anni e 287 giorni ha infranto il record che due anni fa era stato preso da Mile Svilar, allora portiere del Benfica. Per lui, purtroppo, l'esordio in Champions non è stato proprio memorabile, visto che con un suo errore in disimpegno ha regalato a Milik il pallone che ha sbloccato la partita mettendo in discesa la vittoria e la qualificazione del Napoli. Più fortunato per lui è stato l'esordio in campionato sabato scorso con la vittoria sul campo del Cercle Bruges, di certo sembra che il nuovo allenatore Hannes Wolf voglia puntare su di lui.

LE POSSIBILI COMBINAZIONI PER GLI OTTAVI DI FINALE

Con i risultati di questa sera abbiamo la lista completa delle qualificate alla fase ad eliminazione diretta, con i sorteggi che si terranno lunedì.
Le prime nei gironi sono inserite come teste di serie e potranno affrontare solo le squadre non teste di serie da cui escludere la squadra seconda nel proprio girone e le squadre della stessa nazione, per cui vediamo quali probabilità di accoppiamenti ci sono.

Teste di serie

Barcellona - (Può pescare Atalanta/Chelsea/Lyon/Napoli/Tottenham)
Bayern Monaco (Può pescare Atalanta/Atletico Madrid/Chelsea/Lyon/Napoli/Real Madrid)
Juventus (Può pescare Borussia Dortmund/Chelsea/Lyon/Real Madrid/Tottenham)
Lipsia (Può pescare Atalanta/Atletico Madrid/Chelsea/Napoli/Real Madrid/Tottenham)
Liverpool (Può pescare Atalanta/Atletico Madrid/Borussia Dortmund/Lyon/Real Madrid)
Manchester City (Può pescare Atletico Madrid/Borussia Dortmund/Lyon/Real Madrid)
Paris Saint Germain (Può pescare Atalanta/Atletico Madrid/Borussia Dortmund/Chelsea/Napoli/Tottenham)
Valencia (Può pescare Atalanta/Borussia Dortmund/Lyon/Napoli/Tottenham)

Non teste di serie

Atalanta (Può pescare Barcellona/Bayern Monaco/Lipsia/Liverpool/PSG/Valencia)
Atlético Madrid (Può pescare Bayern Monaco/Lipsia/Liverpool/Manchester City/PSG/Valencia)
Borussia Dortmund (Può pescare Juventus/Liverpool/Manchester City/PSG/Valencia)
Chelsea (Può pescare Barcellona/Bayern Monaco/Juventus/Lipsia/PSG)
Lyon (Può pescare Barcellona/Bayern Monaco/Juventus/Liverpool/Manchester City/Valencia)
Napoli (Può pescare Barcellona/Bayern Monaco/Lipsia/Manchester City/PSG/Valencia)
Real Madrid (Può pescare Bayern Monaco/Juventus/Lipsia/Liverpool/Manchester City/Valencia)
Tottenham (Può pescare Barcellona/Juventus/Lipsia/PSG/Valencia)

Indubbiamente lo spauracchio nel sorteggio è il Real Madrid che ha 2 possibilità su 3 di incontrare una grande favorita per la vittoria finale, al contrario le squadre della seconda fascia non faranno mistero di sperare di pescare dall'urna il Valencia (teoricamente anche il Lipsia, ma opinione personale mi guarderei bene dall'esultare per un accoppiamento contro la squadra di Nagelsmann); la qualificazione di Napoli ed Atalanta non è una grande notizia per la Juventus che ha il 60% di prendere una tra Real Madrid, Tottenham (con due mesi di Mourinho in più nel motore) e Chelsea (con i possibili rinforzi del mercato di gennaio).

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