venerdì 26 febbraio 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep.19


Come ogni venerdì siamo qui a presentare un nuovo weekend calcistico ricco di eventi: ci siamo messi alle spalle le prime due settimane di coppe europee ed i campionati riprendono a regalarci sfide ricche di contenuti e, soprattutto, in questo weekend, cariche di storia. 

E' un weekend, infatti, pieno di sfide che evocano rivalità che hanno fatto la storia del calcio: oggi molte di queste rivalità serviranno a decidere obiettivi e campionati diversi, e per questo cercherò di raccontarvele all'interno delle scelte che ho fatto per questo weekend ricco di temi calcistici storici o recenti.

Per questioni di spazio non ho inserito tra i miei consigli il programma della Eredivisie che vede le prime quattro in classifica scontrarsi tra di loro con il De Topper ad Eindhoven tra PSV ed Ajax e la sfida di Alkmaar tra l'AZ dei baby fenomeni ed il Feyenoord di Dick Advocaat. Ma è inutile dire che queste due sfide rappresentano l'apice dello spettacolo a livello europeo per chi ama un calcio di tipo tecnico ed offensivo con talento che tracima da ogni parte.


DERBY COUNTY - NOTTINGHAM FOREST (VENERDI' ORE 20.45)

La sfida tra Derby County e Nottingham Forest ci riporta dritti indietro di quasi 50 anni, ossia ai tempi in cui le due squadre dell'East Midlands inglese erano grandi protagoniste del calcio inglese e, nel caso del Forest, anche di quello internazionale. Il nome che accomuna la storia di questi due club e che ne è ha generato la rivalità è Brian Clough, uno dei tecnici più iconici della storia del calcio britannico e che è stato conteso come simbolo da entrambi i club e tifoserie.

Oggi, invece, le due squadre, si affrontano in un match dove in palio non ci sono titoli ma la possibilità di allontanare gli spettri della retrocessione in Ligue One, dopo che negli ultimi anni i due club sembravano aver trovato il modo per risalire e competere per un posto in Premier League.

Il Derby County è passato da una situazione in cui ha sfiorato il ritorno in Premier sotto la guida di Lampard, ad una situazione molto complicata che è costata la panchina a Philippe Cocu, successore di Lampard, ma che non si è rivelato in grado di fare presa nello spogliatioio. Il suo posto sulla panchina è stato preso da Wayne Rooney che, dopo essersi trasferito nella scorsa stagione a Derby per chiudere la carriera da calciatore alternandosi anche come assistente di Cocu, ha preso possesso della panchina a seguito dell'esonero dell'allenatore olandese, ad ogni modo il club per non lasciarlo solo in questa sua prima avventura da allenatore ha creato una figura di direttore tecnico assegnata ad Steve McClaren.

Fonte statistiche WhoScored

L'ex centravanti di Everton e Manchester United ha ricostruito la squadra basandosi su un atteggiamento più diretto senza avere un modulo di riferimento (anche se il 4-2-3-1 ed il 4-4-2 sono quelli maggiormente usati): in questa maniera la squadra, con un gioco più essenziale sta progressivamente riuscendo a risalire la classifica e ad allontanarsi dalla zona retrocessione. Come riportato da chi ne segue quotidianamente il lavoro, l'ex allievo di Sir Alex Ferguson, ha focalizzato molto del suo lavoro sulla cura dei calci piazzati, al punto che, come si desume dalle statistiche, le reti da calcio piazzato hanno un'enorme incidenza sulle realizzazioni del Derby County, con il terzino Byrne (di piede destro) ed il centrocampista scozzese Shinnie (di piede mancino) che hanno la media di passaggi-chiave più alta della squadra.

Il percorso del Nottingham Forest è molto simile a quello dei propri rivali: mentre il Derby County ha sfiorato la Premier due stagioni fa, nella scorsa stagione il Forest, sotto la guida di Lamouchi è stata a lungo in corsa per raggiungere la promozione salvo poi crollare nella fase finale della stagione fino ad essere estromessa anche dalla lotta per i playoff.

Le scorie del finale della scorsa stagione a cui aggiungere una diffidenza nei confronti dei metodi di Sabri Lamouchi, tacciati di eccessivo difensivismo in un ambiente che ha conosciuto il mito di Brian Clough e del suo gioco palla a terra. L'inizio di stagione è stato a dir poco pessimo con 1 sola vittoria nelle prime 9 partite che ha convinto il club a rimuovere Lamouchi dal suo incarico affidandola a Chris Hughton, reduce da un anno sabbatico dopo aver ceduto la panchina del Brighton a Potter.

Fonte dati Wyscout
L'allenatore irlandese non è certamente un allenatore che ama un calcio offensivo, anzi, ma quanto meno ha permesso al Forest di ritrovare una certa solidità difensiva, tanto da portarli ad essere la quinta difesa del campionato con 31 reti subite. Di contro c'è che la prolificità offensiva lascia alquanto a desiderare. Come si nota dalle statistiche, la squadra di Hughton ha un pessimo rapporto nel trovare la via della rete rispetto a quanto produce in termini di occasioni: sotto questo aspetto sta avendo un certo rilievo la stagione spezzettata dagli infortuni di Lewis Grabban, il finalizzatore della squadra nelle ultime due stagioni che, proprio a causa dei guai fisici di questa stagione sta dando uno scarso contributo in fase di finalizzazione con appena 3 reti realizzate.

PORTO - SPORTING LISBONA (SABATO ORE 21.30)

Altra sfida decisiva, questa volta per il campionato portoghese, e di fronte anche in questo caso un'altra rivalità che parla la stessa lingua della sfida che deciderà il Brasilerao: Porto e Sporting si affrontano in un match che potrebbe rappresentare il passaggio di consegne tra Sergio Conçeicao e Ruben Amorim e che potrebbe riportare il titolo a Lisbona sponda bianco-verde dopo 19 stagioni.

La squadra di Conceiçao ha mantenuto il secondo posto in classifica grazie ad un goal su rigore in pieno recupero sul campo del Maritimo: la vetta della classifica è lontana 10 punti, per cui definire importante la sfida contro lo Sporting sarebbe a dir poco un eufemismo. Una vittoria ed una prestazione di un certo livello in questo scontro diretto, oltre a rinverdire le ambizioni del Porto, potrebbe essere un ottimo slancio in vista del ritorno degli ottavi di finale di Champions contro la Juventus.

Sullo stile di gioco del Porto ho avuto modo di scrivere su questo blog ed anche le ultime partite disputate non hanno visto variazioni al tema sul 4-4-2 proposto da Conceiçao: specie nella partita contro la Juventus si è ben notato il modo in cui l'esecuzione dello schieramento tattico permetta alla squadra di restare sempre molto stretta chiudendo il campo all'avversario. 

Fonte dati Wyscout
Ma ciò che ha funzionato contro la pigrizia della Juventus nel cercare soluzioni offensive in grado di far male al Porto, non ha funzionato del tutto in questo campionato: i 10 punti di distacco dalla Sporting sono stati causati da una serie di prestazioni difensive non ottimali a causa della difficoltà in alcune situazioni ad eseguire la strategia di gioco. Con spazi ristretti sia in possesso che in non possesso, molto spesso le partite del Porto vedono tanti duelli aerei che, quando persi, mettono in difficoltà la squadra di Conceiçao. Come si evince dalle statistiche, il Porto fa grande uso dei duelli aerei non tanto rispetto alla media del campionato ma quanto rispetto alle altre "grandi" del campionato, a questo si aggiunge una percentuale di successo inferiore alla media e qui il margine rispetto alle concorrenti è ancora più evidente.

Lo Sporting arriva, invece, a questo big match con l'opportunità di chiudere in maniera quasi definitiva la lotta per il titolo: il deus ex machina di questa macchina quasi perfetta è Ruben Amorim, che è arrivato proprio un anno fa dalle parti del Jose Alvalade sostanzialmente acquistandolo dallo Sporting Braga spendendo 10 milioni di Euro.
La parabola di Amorim è quella di un allenatore destinato ad una carriera di grande successo, e sicuramente sarà un nuovo componente della scuola portoghese di cui vediamo grandi rappresentanti in giro per l'Europa ed anche nel nostro campionato: lo Sporting ha deciso di puntare su di lui dopo appena 3 mesi di lavoro sulla panchina del Braga dove ha implementato il 3-4-3 che è stato mantenuto da Carvahal e che ha trasferito in carta carbone dalla parte bianco-verde di Lisbona, dove sta dominando il campionato.

Come abbiamo visto nei precedenti post relativi al Braga, il sistema di Amorim si basa su un 3-4-3 in cui viene garantita una perfetta copertura del campo in ampiezza (grazie ai due esterni) e con i tre giocatori offensivi che hanno il compito di tenere occupati i corridoi centrali sulla trequarti avversaria alternando i movimenti a venire incontro e quelli in profondità per poter aprire le difese avversarie.
Altra caratteristica che rende riconoscibile la squadra di Amorim è la capacità di restare sempre corta in campo impedendo sostanzialmente all'avversario di risalire il campo una volta recuperato il pallone: in questa stagione così influenzata dai tanti impegni e da preparazioni fisiche forzatamente improvvisate, lo Sporting rappresenta una delle realtà più belle d'Europa per coralità nell'intero panorama europeo.

Esemplificazione di quanto spiegato sopra è desumibile dai fermo immagine qui di fianco: nella prima immagine troviamo lo schieramento in fase di costruzione, con i tre centrali difensivi che svolgono un compito importante nello sfidare lo schieramento basso avversario alzandosi palla al piede fino a metà campo, i due centrocampisti centrali cercano di attirare l'attenzione delle prime due linee di pressione per creare spazio tra linea difensiva e linea di centrocampo dove i tre attaccanti si muovono a venire incontro ed uno, invece, detta la profondità, in questo modo le soluzioni di passaggio per il giocatore in possesso del pallone sono molteplici, inoltre va sempre fatto notare che per Amorim è importante che un giocatore spalle alla porta possa avere sempre un compagno sulla stessa linea che sia, invece, fronte alla porta e poter liberarsi subito del pallone e rendere il possesso quanto più veloce possibile. Nel secondo esempio, invece, vediamo una situazione di risalita del campo dove è il centrale del tridente offensivo a venire incontro ed i due esterni d'attacco che cercano la profondità; inoltre si può anche notare come i due centrocampisti centrali, in questa fase di gioco non siano più appaiati ma siano disposti a diverse altezze. 

Insomma, la squadra di Amorim è costruita su dei princìpi di gioco atti a manipolare lo schieramento avversario e generare situazioni di superiorità posizionale: i numeri offensivi non sono eccezionali, tuttavia la capacità della squadra di dominare il contesto della partita rende sostanzialmente inoffensivi gli avversari, tanto che lo Sporting è la miglior difesa del campionato con appena 10 reti subite, ma anche altri indicatori come i tiri subiti e gli xG per tiro subito mostrano il valore della squadra, che, dunque, cercherà di avvicinarsi al ritorno alla vittoria del campionato che, come detto in premessa, manca dal 2002.

SAMPDORIA - ATALANTA (DOMENICA ORE 12.30)

Il confronto tra due allenatori come Ranieri e Gasperini rappresenta sempre un elemento di grande interesse per una partita del campionato di serie A: la diversa tipologia di calcio professata dai due tecnici ha sempre regalato sfide di grande contenuto tattico in cui il vincitore non è mai stato lo stesso.

Da quando il tecnico romano ha preso le redini della Samp, i confronti con l'Atalanta di Gasperini sono stati tre, tutti terminati con un risultato diverso: uno 0-0 a Marassi a fine 2019, vittoria dell'Atalanta nella gara di ritorno disputata a luglio alla ripresa del campionato dopo il lockdown, infine grande vittoria della Samp nella gara d'andata di questa stagione, con un 3-1 frutto di una partita disputata con il giusto mix di coraggio in fase di possesso e compattezza in fase di non possesso.

Come nella gara d'andata le due squadre si sfideranno dopo un impegno dell'Atalanta in Champions League: all'andata la sfida arrivo dopo la vittoria degli orobici in Danimarca contro il Midtjylland, questa volta arriva dopo la dolorosa sconfitta contro il Real negli ottavi di Champions.

Claudio Ranieri, dopo aver portato la barca in porto nella scorsa stagione, tirando fuori la Sampdoria da una situazione di classifica davvero molto difficile e con una squadra in involuzione tecnica, quest'anno ha ottenuto il puntellamento della rosa con elementi che hanno accresciuto (e non poco) la qualità tecnica a disposizione della squadra blucerchiata. Dal punto di vista tattico, pur in presenza di una squadra dal tasso tecnico accresciuto, preferisce mantenere un atteggiamento sempre molto guardingo e schiera la sua squadra sempre prendendo in prima considerazione le caratteristiche dell'avversario da affrontare: per cui indipendentemente dal modulo utilizzato (che generalmente è un 4-4-2 che in fase di possesso si può ramificare in diverse variazioni sul tema) l'atteggiamento della squadra è quello di mantenere un baricentro basso, ma soprattutto lasciare sempre l'onere di fare la partita all'avversario.


Fonte posizioni medie Lega Serie A
A dimostrazione di quanto sopra porto come esempio la disposizione della squadra nella partita contro la Lazio di sabato scorso: il 4-4-2 di partenza scelto da Ranieri si è modellato in fase di possesso in modo tale da coprire il campo allo stesso modo dell'avversario. La strategia voluta dal tecnico romano per questa stagione sta portando discreti frutti e la classifica sta li a dimostrarlo, tuttavia sono più che legittime alcune perplessità sul mantenimento di questo atteggiamento in presenza di una classifica in cui le preoccupazioni possono essere messe alle spalle: in alcune partite l'atteggiamento si è rivelato eccessivamente passivo (vedi la partita persa contro la Juventus a Marassi 3 settimane fa o quella persa a Roma contro la squadra di Fonseca nel primo impegno del 2021). Il motivo di questa perplessità sta nel fatto che un atteggiamento di questo tipo tende a mortificare le qualità tecniche di alcuni elementi come ad esempio Damsgaard (la pepita di questa squadra) che lontano dalla porta non può sempre mostrare le sue infinite qualità in uno contro uno, ma soprattutto Fabio Quagliarella, fortemente a disagio quando è costretto a giocare 50 metri dalla porta, specie considerando che si tratta di un giocatore di quasi 40 anni che se può giocare più vicino all'area di rigore avversaria può ancora garantire stagioni da doppia cifra. 

L'Atalanta si presenta a questa sfida, come detto in premessa, reduce dai soffertissimi 90 minuti di Champions disputati contro il Real Madrid: l'espulsione di Freuler ha costretto la squadra di Gasperini a giocare una partita con un baricentro molto basso e avere una partita di grande sofferenza vanificata dalla rete di Mendy nei minuti finali.

Fonte dati WhoScored
A trasmettere il senso di quanto sia stata faticosa la prestazione per l'Atalanta, e quanto l'espulsione abbia influito sul modo di giocare della squadra, è sufficiente notare statisticamente quanto la squadra di Gasperini sia abituata a sostare nella trequarti avversaria rispetto a quanto ha potuto fare nella sfida contro il Real Madrid. In campionato l'Atalanta è la squadra che riesce con maggiore frequenza ad avere supremazia territoriale ed anche per distacco: il 34% che si evince dalle statistiche è di 4 punti percentuali superiore al resto della concorrenza, a dimostrazione di quanto alla squadra piace difendere in avanti ed aggredire. Lo stesso atteggiamento la squadra lo stava avendo nelle fasi iniziali della partita contro il Real, purtroppo l'espulsione di Freuler ha portato la partita su binari in cui l'Atalanta si è dovuta arrangiare restando arroccata nel proprio terzo di campo per il 37% del tempo: sotto questo aspetto non è stato di poco conto l'impatto avuto dall'infortunio di Zapata, l'uscita del colombiano ha tolto alla Dea la possibilità di risalire il campo sfruttando il fisico e la progressione del suo centravanti che, dunque, salterà anche questa trasferta a Genova.

Il modo di giocare delle due squadre è ben riconoscibile: l'Atalanta tornerà sicuramente a giocare per dominare la partita, mentre la Samp cercherà di compattarsi a difesa della propria area di rigore, ma occhio a come la squadra di Ranieri organizzerà le proprie ripartenze e con quali uomini: per citarne uno Mikkel Damsgaard è uno di quelli in grado, per caratteristiche, di far saltare un sistema di marcature a uomo come quello della squadra bergamasca, così come la capacità di gestire la palla di Adrien Silva a centrocampo può mandare fuori giri la coppia di centrocampo De Roon-Freuler. Per questo ed altri motivi (come la tenuta fisica e mentale dell'Atalanta dopo la sfida di Champions) la partita di Marassi si presenta estremamente interessante e ricca di spunti tecnici e tattici.

mercoledì 24 febbraio 2021

Atletico Madrid - Chelsea, la pazienza di Thomas Tuchel

Nello scenario inedito di Bucarest, ottavo di finale di grandissimo interesse tecnico e tattico quello tra Atletico Madrid e Chelsea: da una parte la capolista della Liga spagnola in leggera flessione nelle ultime settimane a causa di infortuni e di casi di COVID all'interno della rosa, dall'altra parte il Chelsea che, passato da poche settimane dalle mani di Lampard a quelle di Tuchel, sta riprendendo un cammino che con l'ex bandiera da calciatore sembrava essersi arenato.

Come prevedibile è stata una partita in cui il Chelsea ha tenuto per gran parte del tempo il possesso del pallone mentre l'Atletico ha tentato di chiudere a chiave la propria area di rigore come più volte visto nelle notti di Champions da parte di Simeone, tanto più in un periodo di difficoltà dal punto di vista della forma e con una partita giocata in casa ma a 3000 km da casa e con la necessità, quindi, di non prendere goal che a maggior ragione era dovuta.



Il Chelsea, al contrario di molte altre squadre che da questa situazione tattica ne sono uscite con le ossa rotte, è stata in grado di condurre la partita e manipolare l'avversario al punto di riuscire a trovarne l'errore ed a sfruttarlo grazie ad una spettacolare rovesciata di Olivier Giroud.

LE FORMAZIONI INIZIALI

I due allenatori si presentano in campo in questa sfida con diverse assenze che hanno influito non poco nelle scelte dell'undici iniziale. 

Simeone deve rinunciare a tre elementi chiave come il difensore Gimenez ed i due esterni del 3-5-2 con cui ha dominato la Liga per buona parte della stagione, ossia Carrasco e Trippier: tocca, dunque a Llorente e Saul fare gli esterni a tutta fascia, mentre in attacco Luis Suarez è affiancato da Joao Felix ed Angel Correa. 


Tuchel, invece, deve rivedere i piani a causa dell'assenza di Thiago Silva, bloccato anche lui da un problema muscolare, per questa ragione schiera una difesa a 3 con Christensen centrale affiancato da Rudiger ed Azpilicueta mentre è confermato in blocco il centrocampo titolare della sua gestione, con Kante che si accomoda in panchina al pari di Chilwell: i centrali di centrocampo sono Kovacic e Jorginho mentre Hudson-Odoi e Marcos Alonso occupano le corsie esterne, in attacco Giroud si affianca a Werner supportati da Mount.


IL 6-3-1 DELL'ATLETICO

Tra una squadra che ama stare con il baricentro basso ed una che ama tenere il possesso, non è necessario un dottorato per intuire quale possa essere stato il canovaccio del match: la squadra di Simeone, anche a causa dell'emergenza e dalla necessità di giocarsi il ritorno senza prendere goal in casa (a proposito, quando la eliminiamo questa regola?) si è rinchiusa al limite della propria area di rigore e soffocare gli attacchi del Chelsea.

Unici momenti in cui la squadra del Cholo ha provato a cambiare spartito era nelle situazioni di transizione una volta persa la palla in zone avanzate del campo, quello era l'unica situazione in cui la squadra era autorizzata a mantenere più giocatori ad aggredire il pallone in zone avanzate di campo, tuttavia queste situazioni si possono contare sulle dita di una mano anche per merito delle contromisure di Tuchel che vedremo dopo.

Lo schieramento in non possesso dell'Atleti era, quindi un 6-3-1 con il solo Suarez esonerato da compiti difensivi, anche Joao Felix era costretto a dover seguire le discese (sporadiche ma non così rare) di Azpilicueta; Lemar e Correa si accoppiavano agli esterni del Chelsea mentre Llorente si affiancava ai tre centrali difensivi per avere garantita la superiorità numerica con gli avanti dei Blues.

Ovviamente questo schieramento aveva l'obiettivo di blindare la porta di Oblak, tuttavia il Chelsea ha mostrato grande sicurezza con il pallone tra i piedi ed ha sempre cercato la soluzione per bypassare questo schieramento dell'Atletico Madrid, in particolare non è stata casuale la scelta di Tuchel di mettere dentro dal 1' Olivier Giroud, uno che non ha certo paura a sfidare spalle alla porta o nei duelli aerei i centrali di Simeone: in particolare le sue capacità di giocare di sponda hanno permesso più volte a Werner e Mount di sfondare tramite triangolazioni.


LO SCHIERAMENTO DEL CHELSEA

Se non è stato sorpreso il sottoscritto dall'atteggiamento dell'Atletico Madrid, figuriamoci se potesse mai esserlo Thomas Tuchel che ha mostrato di aver trasmesso alla squadra idee chiare su come affrontare il match.

Il 3-4-1-2 di partenza messo in campo è stato molto più rigido rispetto a quello che abbiamo avuto modo di vedere in Premier League sino ad adesso: Azpilicueta è rimasto sempre molto vicino agli altri due difensori centrali, ed in fase di non possesso la linea difensiva non scivolava a 4 ma passava a 5 in modo tale da evitare situazioni di parità ed inferiorità numerica contro giocatori come Lemar o Joao Felix. 

Pur in presenza di un avversario che sostanzialmente lasciava il solo Suarez davanti, Tuchel è stato molto bravo a fiutare il pericolo derivante dalle seconde palle: la tattica dell'Atletico nel primo tempo si basava su attacchi diretti verso Suarez che lottando contro i centrali del Chelsea cercava di indirizzare le respinte nelle zone coperte da Correa o Joao Felix, tuttavia con uno dei centrali pronto a staccarsi proprio allo scopo di contestare la seconda palla, i Blues si sono costruiti la partita con la certezza che il goal non lo avrebbero mai subito, permettendo loro di concentrare gli sforzi alla ricerca del varco per superare la resistenza difensiva della squadra di Simeone.

In fase di possesso, invece, la costruzione si basava su un rombo il cui vertice alto era Jorginho, ai cui fianchi poi si posizionavano Kovacic e Mount: le capacità del regista italiano nel gestire la palla e nel resistere alla pressione mai tenera di Koke ha permesso alla squadra di Tuchel di muovere la palla in maniera fluida anche in assenza di spazi. I movimenti a turno di Werner, Kovacic e Mount avevano lo scopo di stanare le linee dell'Atletico e cercare linee di passaggio spesso ambiziose che, però, hanno lasciato intuire che il Chelsea fosse in grado di trovare il modo di far male ad un avversario così basso.


COSA E' CAMBIATO NEL SECONDO TEMPO


In realtà la partita non ha cambiato i proprio connotati in maniera sostanziale nel secondo tempo: unica novità di rilievo è stato l'ulteriore tentativo di Tuchel di spezzare le linee dell'Atletico che, da parte sua, ha cercato, soprattutto nelle fasi iniziali, di alzare di qualche metro il proprio baricentro.

La mossa del tecnico tedesco è stata quella di ripristinare in fase di costruzione il 3+2 con Kovacic che si abbassava accanto a Jorginho, con un duplice scopo: non mandare in sofferenza il rombo di costruzione di fronte ad un atteggiamento più aggressivo della prima pressione dell'Atletico e, soprattutto, scaglionare Werner, Mount e Giroud su diverse altezze per testare la reazione della linea difensiva avversaria e capire quali spazi poter sfruttare.






E' proprio su un movimento di Giroud a venire incontro che nasce il goal che decide la partita: il centravanti francese vince un duello aereo con Felipe creando spazi che Alonso e Werner hanno sfruttato per fare arrivare il pallone in area e mettere in affanno la difesa dei Colchoneros generando l'errore di Hermoso che ha permesso allo stesso Giroud di finalizzare l'azione da lui iniziata con una splendida rovesciata.








CONCLUSIONI


Il Chelsea di Tuchel ha visto premiata la propria pazienza nel cercare l'occasione giusta per portare a casa la vittoria in questa partita: il tecnico tedesco ha saputo capire le complessità di questa partita e di quanto possa generare tarli mentali affrontare un avversario come l'Atletico Madrid, e per questo è stato in grado di mettere in campo una squadra in grado di tenere sotto controllo la partita tagliando fuori dal match Suarez e limitando le possibilità in transizione all'Atletico Madrid.

Nell'ottica del doppio confronto, tuttavia, i giochi non possono certo considerarsi chiusi, tra tre settimane i Colchoneros si presenteranno a Stamford Bridge (o ovunque si giocherò il ritorno) con una condizione fisica e mentale presumibilmente migliore di questa. A questo va aggiunto che il Chelsea non avrà a disposizione per squalifica due pedine che sono fondamentali nelle gerarchie di Tuchel come Jorginho e Mount.

venerdì 19 febbraio 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 18


Dopo esserci goduti il ritorno delle coppe europee, il weekend torna per metterci di fronte ad un altro turno di campionato che, considerata la concomitanza con gli impegni europei di molte squadre, potrebbe vivere una fase decisiva che può spostare alcuni equilibri o ampliarne altri. Non scopro certo l'acqua calda nell'affermare che in questo periodo della stagione la gestione delle forze diventa fondamentale per definire l'esito della stagione.

Il calendario del weekend ci regalerà sfide importanti se non decisive come il derby di Milano che potrebbe indirizzare la lotta scudetto in serie A, la trasferta del Bayern a Francoforte che potrebbe diventare decisiva per la vittoria della Bundesliga ma anche per la lotta Champions. Per questo motivo ho scelto quattro partite che assumono per varie ragioni un peso fondamentale per giudicare le stagioni di alcune squadre o per indirizzare gli esiti di un campionato.


LIVERPOOL - EVERTON (SABATO ORE 18.30)

La giornata di Premier in programma questo weekend è clamorosamente piena di sfide di cartello e di tradizione: una di queste è il confronto tra Manchester City ed Arsenal che mette contro Pep Guardiola con quello che dovrebbe essere un suo discepolo, ossia Mikel Arteta. Tuttavia il match che merita maggiore attenzione è il derby della Merseyside tra Liverpool ed Everton: una sfida che rappresenta una grande rivalità storica ma che questa volta potrebbe avere risvolti anche decisivi per la lotta alla Champions League.

La squadra di Klopp è entrata nelle ultime settimane in un momento negativo frutto dei guai fisici che hanno colpito i Reds nel corso di questa stagione: proprio la partita d'andata fu l'evento che ha cambiato in negativo la stagione, con l'entrata di Pickford che mise ko il ginocchio di Van Dijk. Saltato il ginocchio del centrale olandese, è saltata anche l'architrave su cui poggia il sistema di gioco di Klopp, costringendolo a trovare soluzioni per non farsi trovare scoperta sulle incursioni dei due terzini Alexander-Arnold e Robertson.

Passmap Between The Posts
La vittoria in Champions contro il Lipsia ha visto una squadra ritrovare i propri punti di forza, ossia le connessioni tra il terzino e l'esterno d'attacco di parte e la ricerca del cambio di gioco da un terzino all'altro per scoprire l'avversario e disordinarne la pressione. Come si desume dalla passmap della partita, si nota anche il lavoro svolto dai due centrali difensivi Kabak e Henderson nel sostenere questa strategia di gioco e con le due mezzali Jones e Thiago Alcantara a tenere impegnati i centrocampisti centrali avversari. Le difficoltà del Lipsia a trovare la profondità ha reso sostenibile la strategia anche a livello difensivo, con la squadra di Nagelsmann brava a risalire il campo ma meno brava ad accedere all'area di rigore, cosa che, invece, ha saputo fare il Leicester di Rodgers sabato scorso.

L'Everton arriva a questo impegno con la consapevolezza di potersi giocare qualcosa di importante in questa stagione: Ancelotti in estate è riuscito ad ottenere sul mercato una serie di giocatori che gli hanno permesso di modificare l'identità di questa squadra che adesso può giocare un calcio fluido e tecnico, al contrario della scorsa stagione quando la squadra doveva sostanzialmente appoggiarsi su attacchi diretti verso Calvert-Lewin ed aggredire sulle seconde palle.

In fase di possesso lo schieramento della squadra di Ancelotti è un 4-1/2-3 con le mezzali e gli esterni offensivi che occupano le zone avanzate del campo ruotando tra di loro, a volte le rotazioni avvengono anche tra terzino e mezzala di lato. In fase di non possesso la squadra si schiera con un 4-1-4-1 dove gli esterni offensivi si affiancano alle mezzali a creare una linea a 4; la linea difensiva, invece, è protetta dal vertice basso.

La strategia costruita da Ancelotti è quella di occupare con quanti più uomini possibile i corridoi centrali del campo sfruttando i movimenti e le rotazioni tra le mezzali ed i trequartisti; l'ampiezza viene utilizzata solamente per liberare i terzini (in particolare Digne) in modo che con i loro cross possano generare occasioni grazie alle qualità aeree di Calvert-Lewin e grazie alla capacità della squadra di riempire con più uomini l'area di rigore.


Le principali difficoltà, invece, l'Everton le trova nella tenuta della linea difensiva che, spesso non viene sufficientemente assistita dai centrocampisti. Spesso e volentieri gli avversari possono pascolare negli spazi che si creano tra centrale difensivo e terzino, a questo si aggiunge la non grande predisposizione alle marcature in area di rigore dei centrali difensivi.

Sarà dunque un derby quello che si giocherà ad Anfield Road con due squadre ben riconoscibili nei loro pregi e nei loro difetti, all'andata ne venne fuori una grande lotta che terminò con un 2-2 ricco di emozioni, sono abbastanza sicuro che la stessa cosa la vedremo sabato nel tardo pomeriggio.


SALISBURGO - RAPID VIENNA (DOMENICA ORE 17)

Il campionato austriaco, dal momento in cui il gruppo Red Bull ha investito a Salisburgo, è un dominio della squadra della città di Mozart che detiene il titolo da 7 stagioni consecutive. Dalla scorsa stagione, tuttavia, diverse squadre hanno mostrato di avere progetti tecnici in grado di infastidire il dominio della squadra oggi allenata da Jesse Marsch. 

Lo scorso anno questo ruolo sembrava appannaggio del LASK di Lienz che, però, depauperò quanto buono di fatto prima del lockdown prendendosi una penalizzazione per non aver rispettato il protocollo COVID al rientro agli allenamenti; quest'anno, invece, la squadra che sta tenendo testa al Salisburgo è il Rapid Vienna di Didi Kuhbauer.

La squadra di Jesse Marsch ha ormai pochi segreti e, come ogni stagione, si trova a gennaio a dover riportare con una squadra completamente diversa rispetto a quella di inizio stagione. In questa stagione, tuttavia, l'unica partenza del mercato invernale è stata Dominik Szoboszlai, ceduto al Lipsia, ma sappiamo bene quanto fosse determinante l'ungherese per le fortune del Salisburgo.

I suoi sostituti, sul piano tecnico, dovrebbero essere Aaronson e Sucic, di cui ho parlato nel mio post di presentazione della sfida di Europa League contro il Villarreal, persa per 2-0, dove i due talenti del Salisburgo non sono riusciti a mettersi in luce restando avulsi dal gioco senza riuscire a giocare palloni nella zona centrale del campo, dove evidentemente il Villarreal è stato bravo a coprire quelle zone.

Fonte statistiche SofaScore

In campionato, invece, la ricerca e l'occupazione della zona di rifinitura avviene in maniera più frequente fino a trasformare il 4-4-2 in un 4-2-2-2. Tuttavia nella partita contro il Villarreal in Europa League, si trattava della prima volta in coabitazione tra i due giocatori ed il risultato non è stato dei migliori visto che il loro coinvolgimento è rimasto ai margini della squadra. Nella partita contro il Rapid Vienna alla squadra di Marsch servirà tornare alla sua versione migliore, quella cioè capace di sovraccaricare il centro del campo per cercare di aumentare il margine in testa alla classifica e, chissà, trovare idee utili a cercare di contendere la qualificazione agli ottavi di Europa League al Villarreal non ostante lo 0-2 di partenza.

Il Rapid si schiera sul campo con un 4-2-3-1 di base che, però, non è mai rigido in campo, tanto che si tratta di uno schieramento che è più facile vedere in fase di non possesso che in fase di possesso. Il 4-2-3-1 in fase di possesso cambia immediatamente in quanto i due centrocampisti centrali tendono a scaglionarsi a due altezze diverse anziché restare appaiati; stesso discorso vale per i due terzini, con il destro (Stojkovic) che partecipa molto più alla costruzione rispetto al terzino sinistro Ullmann che, invece, attacca maggiormente la profondità.

In fase di non possesso, invece, il Rapid è perfettamente allineato a quella che è la tendenza del calcio in Austria negli ultimi anni e che sta portando diversi allenatori cresciuti aldilà del Brennero a diventare dei riferimenti per il calcio europeo. La squadra di Kuhbauer aggredisce l'avversario con un baricentro molto alto ed orienta diversi giocatori sulla palla e sull'uomo, in perfetto stile gegenpressing. Come si evince dal fermo immagine il Rapid cerca la parità numerica in tutte le zone di campo tenendo permanentemente sotto pressione l'avversario. Non è un caso che il PPDA del Rapid sia addirittura superiore a quello del Salisburgo seppur per poco (7,6 contro 7,8 della squadra di Jesse Marsch).

ATLETICO BILBAO - VILLARREAL (DOMENICA ORE 21)

La sfida di San Mames mette di fronte una sfida che potrebbe avere un impatto di non poco conto per la lotta per i posti europei nella Liga. L'Atletico Bilbao è in grandissima risalita da quando Marcelino ha preso le redini della squadra dopo l'esonero di Garitano.

La squadra basca, con l'arrivo dell'ex tecnico del Valencia (che è anche ex allenatore del prossimo avversario) ha ritrovato un approccio in grado di valorizzare gli elementi offensivi a propria disposizione. Sono bastati pochi accorgimenti al tecnico asturiano per far viaggiare al livello che il club ed i tifosi si aspettano, in particolare sotto la sua gestione si sono innalzate le prestazioni di Iker Munain, giocatore di elevato spessore tecnico che faticava a trovare una collocazione in campo con Garitano e che, invece, con Marcelino sembra aver ritrovato la centralità tecnica in questa squadra.

Fonte dati FbRef/StatsBomb
Come si evince dal grafico a fianco, il n.10 del Bilbao ha notevolmente alzato il proprio livello nella creazione di occasioni da rete. L'arrivo di Marcelino sulla panchina ha modificato l'atteggiamento della squadra in fase offensiva, Munain agisce con maggiore libertà nella trequarti avversaria ed il suo apporto in rifinitura è tangibile sia osservando la partita che osservando, come in questo caso, i soli numeri.




Il Villarreal arriva a questa sfida reduce dalla pesante vittoria in Europa League a Salisburgo, mentre il cammino in campionato sembra essersi arenato nella ultime settimane. 

Scouting report FbRef/StatsBomb

La squadra di Emery spesso fatica a trovare la giocata giusta in fase di rifinitura che, con l'infortunio di Samu Chukwueze, sembra essere delegata esclusivamente al grande lavoro di Gerard Moreno, autore di una prestazione clamorosa a Salisburgo e protagonista di una stagione strepitosa, ben riassunta dai numeri che lo rendono un attaccante quanto un esterno offensivo di prima fascia.

Il sistema voluto dall'ex tecnico di Siviglia, PSG ed Arsenal si basa sul possesso palla ed un tentativo di recupero del pallone che possa essere aggressivo. Proprio su quest'ultimo aspetto le cose non stanno andando come previsto (il PPDA è superiore a 10) soprattutto a causa del fatto che la linea difensiva fatica a sostenere un sistema di pressing alto e spesso tende a concedere spazi in situazioni di transizione o in situazione in cui l'avversario verticalizza rapidamente l'azione con una giocata individuale. Il Bilbao è una squadra che sa innescare rapidamente i giocatori tra le linee, per cui per la squadra di Emery, dopo l'ottima prestazione di Salisburgo, una prestazione ed un risultato positivi anche al San Mames possono dare nuove certezze al gruppo di Emery e far ripartire la stagione del Villarreal.


PSG - MONACO (DOMENICA ORE 21)

Il campionato francese, a differenza delle stagioni precedenti, si sta rivelando uno dei campionati più equilibrati e ricchi di spunti di tutta Europa e nel weekend si celebra la sfida tra il PSG ed il Monaco in un incrocio che ha rappresentato per diversi anni una rivalità tra due proprietà facoltose desiderose di giocarsi la supremazia nazionale.

Negli ultimi anni, tuttavia, questa rivalità è scemata a causa delle ultime pessime stagioni della squadra monegasca che invece, quest'anno sembra aver ritrovato quella competitività che sembrava perduta: dopo un periodo di assestamento, Niko Kovac ha trovato il sistema in grado di far rendere al meglio questa squadra che va a Parigi per giocarsi la sua chance di entrare addirittura in corsa per il titolo.

Il PSG, tuttavia, si presenta a questa grande sfida reduce dal capolavoro del Camp Nou in Champions League: pur con le assenze di Neymar e Di Maria, Pochettino ha saputo pescare le giuste risorse dalla sua rosa e soprattutto ha trovato una grande serata di Marco Verratti, giocatore diventato centrale nelle idee di Pochettino, tanto che in sua assenza abbiamo visto le peggiori prestazioni della squadra parigina nella giovane gestione del tecnico argentino (leggi trasferta di Lorient in campionato).

Fonte statistiche SofaScore
I numeri della prestazione di Verratti a Barcellona non rendono sufficientemente l'idea della sua prestazione a tutto campo, la sua resistenza al pressing e la capacità di ripulire palloni creando situazioni potenzialmente pericolose da momenti in cui l'azione sembra non avere inerzia. A mio parere la prestazione di Verratti e del PSG sono frutto del lavoro messo in piedi nelle ultime due stagioni da Thomas Tuchel che ha dato una personalità ed un'identità a questa squadra, tutti elementi di base su cui oggi Pochettino sta aggiungendo i propri accorgimenti. A questo si aggiunge l'aumento di competitività del campionato francese che costringe i parigini a dover tenere alta la soglia di attenzione anche in campionato, difatti questa partita contro il Monaco è molto importante per evitare di aggiungere alla lotta per il titolo anche la squadra di Kovac.








Da parte sua, invece, il Monaco ha intenzione di mettersi alla prova dopo che nel 2021 è riuscita, finalmente, a trovare un'identità di gioco ed un equilibrio tale da portarla al quarto posto solitario in classifica grazie ad una serie positiva aperta di 9 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 11 partite tra campionato e coppa nazionale. Il sistema di gioco, ormai consolidato, vede un 3-2/5 in fase di possesso che si trasforma in 4-4-2 in fase di non possesso che esalta le qualità della coppia d'attacco Ben Yedder-Volland e che sta facendo esplodere il talento di Soufiane Diop oltre a quello della coppia di centrocampo Fofana-Tchouameni che ha margini di crescita devastanti.




giovedì 18 febbraio 2021

La guida ai sedicesimi di Europa League




Come ogni anno il mio momento preferito è quello dei primi due turni ad eliminazione diretta dell'Europa League. La seconda competizione europea regala tanti spunti di grandissimo interesse perché ci permette di osservare squadre generalmente fuori dai nostri radar e che invece, in molti casi, meritano maggiore attenzione. Certo, diverse volte ci troviamo di fronte a compagini tutt'altro che competitive in quest'ambito, ma questo è anche un merito di questa competizione, permettere a chi non se lo può permettere la possibilità di confrontarsi con avversari di statura decisamente più imponente e usare l'impegno come base per un progetto di miglioramento per gli anni a venire.

Ho deciso di analizzare tutti i 16 accoppiamenti basandomi su quanto già osservato nelle scorse settimane e che è già stato oggetto di contributo nei miei precedenti post sul blog, ed altri sulla base di una osservazione ex-novo di altre realtà, ne è venuto fuori un viaggio molto interessante tra campionati più o meno competitivi e progetti tecnici di grande interesse.


WOLFSBERGER - TOTTENHAM

In base a quanto stabilito dall'algoritmo di FiveThirtyEight quello tra la squadra austriaca e quella di Mourinho rappresenta il confronto sulla carta meno aperto del lotto, con il Tottenham dato all'89% di possibilità di passare il turno. 
La disparità data dalle statistiche riceve conforto anche dal campo, difatti la squadra austriaca non sta mostrando di essere in un eccezionale periodo di forma, visto che nel campionato austriaco è reduce nelle ultime settimane da sconfitte contro il Rapid Vienna ed il LASK, squadra con le quali dovrebbe giocarsi le posizioni valide per l'accesso all'Europa anche nella prossima stagione. 

Lo schieramento tipo del Wolfsberger è un 4-1-3-2 o 4-3-1-2 che in alcuni frangenti ricorda il sistema di gioco di Marco Giampaolo ad Empoli ed alla Sampdoria con i suoi pregi ed i suoi difetti. In fase di possesso lo schieramento tende ad essere asimmetrico in quanto dei due terzini è Scherzer quello che si porta maggiormente in avanti, mentre Novak tende a restare maggiormente a protezione. Per equilibrare le ampiezze è la mezzala Taferner a giocare più avanzato con la mezzala sul lato opposto che mantiene un atteggiamento più prudente.

Il leader di questa squadra è sicuramente il capitano Michael Liendl, classe 1985, il quale divide la trequarti con Taferner (16 anni più giovane di lui) che sembra essere uno dei prospetti più interessanti a disposizione del tecnico Feldhofer. Assieme al centrocampista classe 2001, molto interessante da seguire la coppia d'attacco formata da Joveljic (classe 1999 in prestito dall'Eintacht, cresciuto nella Stella Rossa) ed il croato Dario Vizinger, classe 1998. Dove la squadra mostra problematiche è nella fase difensiva, dove il baricentro altro (media PPDA stagionale di 8,67) comporta un forte affidamento ai duelli difensivi che non sempre vede vincenti i difensori del Wolfsberger generando situazioni di costante pericolo. 

Se c'è una squadra che ama utilizzare gli spazi lasciati da squadre che lasciano spazi nella propria metà campo è il Tottenham di Mourinho: la strategia della squadra allenata dal tecnico portoghese è stata spiegata già diverse volte sul mio blog e consiste nel chiudersi con due linee corte per poi utilizzare le combinazioni tra Kane e Son per arrivare alla porta avversaria mediante transizione. 

Ci sarà solo da capire se Mourinho utilizzerà per questo doppio confronto gli elementi più pregiati della rosa o, come più volte fatto nel corso della fase a gironi, utilizzerà questi match per effettuare delle rotazioni tra uomini. Il tecnico portoghese, uno che ama raccontarsi più per le vittorie che consegue piuttosto che per un certo lascito calcistico, non può prendere sotto gamba questa competizione nel momento in cui potrebbe essere per lui l'unica occasione per vincere un trofeo in questa stagione.


DYNAMO KIEV-BRUGES


Anche questo accoppiamento sembra sbilanciato da una parte: da una parte abbiamo una squadra come la Dynamo Kiev che è a corto di partite ufficiali da dicembre ed un'altra, come il Bruges che, invece, tra dicembre e gennaio ha messo un'ipoteca alla vittoria in campionato e, soprattutto, si è resa protagonista a gennaio di un mercato molto interessante a dimostrazione di non voler fare da comparsa in questa Europa League.

Entrambe le squadre hanno in comune due aspetti: entrambe sono in testa al relativo campionato (per la Dynamo è testa a testa con lo Shakthar, per il Bruges, invece, vantaggio siderale sulle inseguitrici) e sono giunte a questo confronto da "retrocesse" dalla Champions League seppur a seguito di due cammini diversi: gli ucraini non hanno mai avuto voce in capitolo nel girone di Juventus e Barcellona, i belgi, invece, si sono giocati la qualificazione con la Lazio all'ultima giornata e solo una traversa colpita nei minuti finali li ha divisi dal passaggio alla fase ad eliminazione diretta, a dimostrazione della competitività a livello europeo raggiunta dalla squadra allenata da Philippe Clement.

La Dynamo Kiev si è affidata alla gestione Lucescu per cercare di fermare il dominio dello Shakhtar Donetsk in Ucraina (non senza polemiche e situazioni di tensione): il tecnico rumeno sta cercando di ricostruire anche a Kiev il sistema che ha reso lo Shakthar così riconoscibile a livello internazionale. Sotto quest'ultimo punto di vista il lavoro è ancora allo stato embrionale dal momento che la squadra sembra mancare di esperienza a livello internazionale sia nei suoi profili più giovani che in quelli più "stagionati".

Fonte passmap Between the Posts
Come si evince dalla passmap relativa alla partita contro il Ferencvaros che è valsa il passaggio alla fase ad eliminazione diretta dell'Europa League. Lucescu sta cercando di introdurre il 4-2-3-1 suo marchio di fabbrica. I due terzini spingono molto e si associano esternamente rispettivamente con Tsygalkov (il giocatore più interessante ad oggi nell'organico della Dynamo) e l'uruguayano De Pena; i due centrali di centrocampo si alternano in impostazione ed in sviluppo dell'azione, mentre il trequartista (Garmash in questo caso, ma anche Buyalskyy è un'alternativa spesso utilizzata da Lucescu) si muove sulla trequarti a rifinire l'azione. In alcune partite Lucescu ha anche utilizzato un vertice basso davanti alla difesa (Sydorchuk o Andrievsky) creando un 4-1-4-1 allo scopo di avere maggiore protezione per la linea difensiva, punto debole della formazione ucraina e che ha costretto Lucescu ad avere un approccio molto conservativo in alcune partite (per esempio quella d'andata contro la Juventus nel girone di Champions) onde evitare transizioni letali.

Molto più interesse indubbiamente lo porta il Bruges: la squadra di Clement ha mostrato di essere una squadra valida anche per la Champions League e di avere in rosa tanti elementi di sicuro valore ed inseriti in un contesto tattico molto valido.
L'ottimo cammino in Champions League ed il dominio in campionato hanno fatto pensare al club che non sarebbe stata una cattiva soluzione quella di presentarsi all'Europa League con un ruolo non da comprimaria. Di certo non possiamo considerare la squadra fiamminga come la favorita per la vittoria finale ma sono altrettanto certo che, oltre ad essere la chiara favorita in questo accoppiamento, cercherà di andare avanti il più possibile nella competizione per poter mettere ulteriormente il luce i talenti di cui dispone.

Al fine di alzare il livello offensivo della squadra, era necessaria una punta centrale in grado di occupare l'area di rigore, cosa che non era nelle corte di De Ketelaere o Emmanuel Bonaventure Dennis (partito destinazione Colonia). Così il club, dopo aver incassato 16 milioni dalla cessione di Diatta al Monaco ha rivoluzionato il settore offensivo acquistando dall'Eintracht Bas Dost, ossia quel centravanti che occupa l'area di rigore tanto necessario per integrare la qualità offensiva a disposizione del Bruges, a cui vanno aggiunti gli arrivi di Dirar e Chong che, con Lang e lo stesso De Ketelaere rappresentano una interessantissima batteria di esterni offensivi pronti a sfornare assist per il centravanti olandese.

Fonte mappa di tiro Wyscout
Al momento, stante dalle prime partite disputate nel campionato belga, il centravanti sta mostrando di essere l'uomo che serve in area di rigore al Bruges. I numeri parlano di 5 goal in 7 presenze ed una frequenza realizzativa pari ad 1 goal ogni 106 minuti. Anche la mappa delle conclusioni effettuate fin qui ci dimostra l'ottimo stato di forma di Dost e la sua grande lucidità di esecuzione in area di rigore.














Quella che ci aspetta è una sfida, dunque, con un chiaro favorito, ossia il Bruges: la doppia sfida contro la Dynamo ci darà risposte molto importanti su quelle che possono essere le ambizioni di questa squadra nel corso della competizione. Inoltre l'incrocio tra tanti talenti di sicuro interesse come Tsygankov, Lang e De Ketelaere rendono questa sfida una delle più stimolanti da seguire. 


REAL SOCIEDAD-MANCHESTER UNITED


Al momento del sorteggio la sfida tra la Real Sociedad ed il Manchester United rappresentava senza ombra di dubbio l'accoppiamento più affascinante, visto che avevamo di fronte la squadra che al momento era in testa alla Liga spagnola mentre lo United si presenta ai nastri di partenza come la favorita alla vittoria finale della competizione.

La Real Sociedad, come già indicato nella preview dell'ultimo weekend, ha iniziato la stagione proseguendo nel suo percorso fatto di sviluppo di talenti del proprio settore giovanile a cui unire giocatori in grado di innalzare il livello tecnico o completare la rosa in posizioni non coperte dai giocatori in organico. 
Fonte Dati FBRef
Gli infortuni dei suoi uomini più rappresentativi, ossia Oyarzabal e David Silva hanno inceppato tra dicembre e gennaio questi meccanismi, tuttavia il ritorno di questi elementi, unitamente alla crescita di altri elementi del settore giovanile come Barrenetxea e Jon Guridi che stanno trovando maggiore spazio in questa stagione, potrebbero essere l'elemento che permetterà ad Alguacil di avere quelle rotazioni che permettano alla squadra di mantenere un alto livello delle prestazioni anche con più impegni ravvicinati potendo contare su maggiori rotazioni.

Come si può vedere dalle statistiche il rendimento di Barrenetxea in fase di sviluppo ed in fase di pressing lo rendono un giocatore perfettamente integrato nel sistema di gioco della Real Sociedad, questo grazie alle sue capacità di resistere alla pressione e di risalire il campo in conduzione e con la sua tecnica in velocità che gli consente di superare l'avversario in dribbling. Sarebbe molto interessante vederlo all'opera magari dovendo sfidare in uno contro uno Wan-Bissaka.






Fonte tabella FiveThirtyEight
Il Manchester United, invece, si presenta non solo come favorita di questo doppio confronto, ma anche come la squadra che ha maggiormente l'onere di vincere questa competizione, così come testimoniato dalle proiezioni statistiche di FiveThirtyEight che tuttavia dimostrano quanto sia grande lo scoglio per gli uomini di Solskjaer, nel momento in cui la Real Sociedad è, invece, indicata come terza favorita alla vittoria finale.




Lo United, rispetto ai suoi avversari, ha vissuto in questi mesi un percorso opposto. Nel corso dei mesi di dicembre e gennaio la squadra di Solskjaer ha avuto modo di portare avanti una lunga striscia positiva che l'aveva portata ad un certo punto anche in vetta alla Premier League. Il ritorno su certi livelli di Paul Pogba, unito agli innesti graduali di Van de Beek e Cavani hanno permesso maggiori rotazioni nell'undici titolare e maggiori variazioni sul tema offensivo; tuttavia questa risalita non ha nascosto del tutto i limiti di questa squadra che spesso tende ad assentarsi dalla partita (vedi la sconfitta interna contro lo Sheffield United). A dimostrazione di questa tendenza all'autodistruzione dei Red Devils vi è proprio il cammino europeo: in Europa League lo United ci è arrivato causa retrocessione dalla Champions League, causata da un black-out nel primo quarto della partita decisiva con il Lipsia e, soprattutto, dalla trasferta sul campo del Basaksehir quando il più sembrava sostanzialmente fatto dopo le vittorie a Parigi contro il PSG ed il 5-0 al Lipsia una settimana dopo.

Ci sarà da aspettarsi una partita, che all'andata si giocherà allo Juventus Stadium, in cui la squadra di Alguacil cercherà di fare la partita e sorprendere la linea difensiva dello United che, da canto suo, cercherà di chiudersi (magari rinunciando ad uno dei tre attaccanti) per poi cercare di innescare i suoi velocisti in contropiede. Se la Real Sociedad riuscirà a trovare quei picchi di brillantezza visti soprattutto nella prima parte di stagione, soprattutto in fase di pressing alto, sono convinto che vedremo due sfide davvero esaltanti.

BENFICA-ARSENAL

Anche questo sulla carta è un accoppiamento molto intrigante, tuttavia Benfica ed Arsenal si presentano a questo doppio confronto con tante difficoltà incontrate nel cammino in una stagione in cui sembrava ci fossero le basi per un importante rilancio.

Il mercato estivo delle Aguias ha portato nomi altisonanti sulla sponda più gloriosa di Lisbona, come Otamendi e Vertonghen in difesa, Darwin Nunez e Luca Waldschmidt in attacco ed i due esterni offensivi brasiliani Everton (che il tecnico Jorge Jesus si è portato dal Flamengo) e Pedrinho, acquisti finanziati dalla cessione di Ruben Dias al Manchester City.

Fonte tabella WhoScored

Come ho avuto modo di scrivere nel corso di un mio post precedente la formazione di Jorge Jesus esprime un calcio molto aggressivo e molto ambizioso in cui si cerca di occupare la zona tra le linee avversarie con le due punte che cercano di trascinare indietro la linea difensiva avversaria. Un gioco che porta molti uomini in avanti e che cerca di andare ad aggredire gli avversari molto in alto ha come contro quello di esporsi al contropiede avversario con la conseguenza che si rischia di generare situazioni molto difficili da difendere. Il Benfica sta pagando oltremodo questo tipo di situazioni, ma soprattutto, sembra molto in difficoltà sulle palle inattive in difesa, dove in campionato ha subito il 25% delle reti subite finora.




C'erano grossissime aspettative sull'Arsenal e sul lavoro di Mikel Arteta dalle parti dell'Emirates. La vittoria in FA Cup dello scorso anno e dello Charity Shield all'inizio della stagione lasciavano indurre ad un ritorno da protagonisti dei Gunners ed invece ciò non è accaduto. 
La sensazione è che il materiale a disposizione del tecnico spagnolo sia stato un tantino sopravvalutato, molti giocatori non riescono a rendere al meglio o con continuità e questo ha costretto Arteta a spendere questo anno cercando di capire chi può essere considerato meritevole di far parte di questo progetto e chi no. 
Il repulisti del mercato invernale ha portato lontano da Londra gente come Mustafi, Kolasinac e lo stesso Saliba, giocatore voluto da Emery e che non è stato ritenuto utile per il progetto da Arteta, ma soprattutto ha lasciato la maglia dei Gunners Mesut Ozil ed il suo principesco contratto. Fatte queste scelte ora è il momento di proseguire con il tentativo di ridare un'identità di gioco a questa squadra, tuttavia sono subentrati gli infortuni a rallentare il cammino di una squadra che sembra non possa rinunciare a pedine come lo scozzese Tierney (unico mancino disponibile tra i terzini in rosa) e soprattutto ai veterani Xhaka e Bellerin, tanto ostracizzati ma elementi ancora validissimi e funzionali per le idee di gioco di Arteta.

Fonte Dati FBRef
Dopo l'uscita dalla FA Cup per mano del Southampton e con una classifica di Premier alquanto deficitaria, il cammino in Europa diventa molto importante per dare un senso alla stagione dell'Arsenal, per questo motivo difficilmente vedremo un Arsenal "sperimentale" come visto nella fase a gironi (chiusa, tra l'altro, a punteggio pieno) e soprattutto potrebbe essere l'occasione per buttare nella mischia l'acquisto più intrigante delle sessione invernale, ossia Martin Odegaard, reduce da una parentesi al Real Madrid che non ha accolto le aspettative.
I numeri del centrocampista norvegese sono quelli di un giocatore in grado di migliorare lo sviluppo della manovra e liberare al tiro gli attaccanti, principale problema dei Gunners, questo problema in corso d'opera è stato risolto con l'innesto tra i titolari di un altro 2000, ossia Emile Smith-Rowe, le cui caratteristiche, come si vede dal confronto sono diverse da quelle del norvegese. Che l'Europa League sia l'occasione per vederli addirittura insieme in campo?

STELLA ROSSA-MILAN

Per avere dettagli sulla partita tra la squadra di Stankovic e quella di Pioli vi consiglio il mio pezzo scritto per Riserva di Lusso in cui troverete un'analisi approfondita sulla squadra serba che sfiderà i rossoneri in questo doppio confronto che resta, comunque, fortemente sbilanciato a favore del Milan.

ANVERSA-RANGERS

Altro incrocio di grande interesse tra due squadre con un'identità di gioco definita. Ma a cosa serve questa identità di gioco e perché è la sulla bocca di tutti? Bene il lavoro di Ivan Leko ad Anversa e quello di Steven Gerrard a Glasgow sono la migliore spiegazione per il concetto e per la sua validità nel calcio moderno.

L'Anversa ha messo in piedi un progetto tecnico basato sui princìpi che hanno portato in alto l'Atalanta di Gasperini: marcature a uomo a tutto campo, grande intensità in fase di non possesso ed utilizzo delle catene laterali per sviluppare l'azione.

Fonte passmap Wyscout
Quella che vedete sembra una passmap dell'Atalanta di Gasperini, ed invece è il sistema costruito dall'Anversa per avanzare in campo. I due centrali di centrocampo del 3-4-2-1 o 3-4-3 si aprono proprio a garantire l'esecuzione dei triangoli con l'esterno di parte ed il braccetto o il trequartista operante in quel lato di campo. Insistendo su questo modo di giocare Ivan Leko ha permesso all'Anversa di tornare in Europa e in campionato al momento occupa il secondo posto alle spalle del Bruges dominatore del campionato belga. L'obiettivo del club, a differenza di molti altri club belga, non è quello di lanciare giovani ma di costruire un nucleo in grado di migliorarsi, come detto in premessa, tramite l'applicazione di una strategia di gioco riconoscibile, difatti in rosa non figurano individualità di prospettiva, anzi l'età media è relativamente alta per il campionato belga (27,6 anni di media, solo il Kortrijk in Belgio ha un'età media più alta). I risultati stanno mostrando che la strada seguita si sta rivelando produttiva, la vittoria contro il Tottenham nella fase a gironi di questa Europa League è stato probabilmente il momento più alto di questo ciclo assieme alla qualificazione alla fase ad eliminazione diretta, ora lo scoglio Rangers potrebbe essere molto complicato ma la fiducia nel sistema di gioco potrebbe aiutare gli uomini di Leko.

Dall'altra parte il lavoro che sta facendo Steven Gerrard nella metà protestante di Glasgow è un perfetto esempio di programmazione tecnica applicata. L'ex capitano (e prossimo allenatore?) del Liverpool ha portato ai Rangers un sistema di gioco basato sulla ricerca degli spazi mediante movimenti e rotazioni tipici del calcio di posizione e meccanismi di uscita del pallone palla a terra, ripudiando dunque il calcio fatto di duelli fisici e lanci lunghi tipico del calcio scozzese.

Questo percorso è giunto alla terza stagione ed ogni anno ha visto la squadra di Gerrard raccogliere progressivamente maggiori soddisfazioni: dopo un primo anno in cui la maggior soddisfazione è stata solamente il ritorno nella fase a gironi dell'Europa League ma senza ridurre il gap dal Celtic in patria. Al secondo anno, mantenendo intatto lo stile di gioco, i Rangers hanno raggiunto gli ottavi dell'Europa League ed hanno ridotto il gap dal Celtic prima che la pandemia fermasse il campionato; quest'anno, invece, il progetto ha preso il volo: nel campionato scozzese è giù iniziato il conto alla rovescia per festeggiare il ritorno al titolo dopo 9 anni di dominio dei Celtic (complice la bancarotta che ha costretto i Rangers a ripartire dalla quarta divisione nazionale) ed in Europa League è arrivata la vittoria nel girone finendo davanti anche al Benfica. 

L'innalzamento del valore di mercato di Tavernier
sotto la gestione Gerrard
(grafico Transfermarkt)
La finestra europea serve ai Rangers ed a Steven Gerrard a dimostrare che i loro miglioramenti non sono dovuti alla povertà tecnica del campionato scozzese ma, invece, ad un percorso tecnico coerente che ha reso giocatori di livello giovani di buone prospettive: infatti in questi tre anni diversi giocatori hanno raggiunto un livello tale da poter essere considerati appetibili ai piani più alti del calcio internazionale. L'esempio migliore dei risultati di questo progetto è James Tavernier, capitano di questa squadra e che, in questa stagione, ha contribuito, partendo da terzino destro, a 30 reti (si, 30 reti) tra campionato ed Europa League, numeri fuori norma seppur dettati dai valori del campionato scozzese e dal fatto che è il rigorista designato della squadra. Per lui la ribalta europea è la miglior occasione per mostrare la bontà del lavoro che Gerrard ha fatto su di lui e sulla squadra in generale.

SLAVIA PRAGA-LEICESTER

Accoppiamento interessante quello tra i cechi e la squadra di Brendan Rodgers, un confronto che, sulla carta, vede nettamente favorito il Leicester, tuttavia il percorso dello Slavia in questi anni sotto la guida di Jindřich Trpišovský è stato molto interessante, per questo motivo un atteggiamento sbagliato delle Foxes potrebbe condurre il doppio confronto su binari sorprendenti. 

In campionato lo Slavia sta dominando la Fortuna Liga con 16 vittorie e 3 pareggi in 19 giornate di campionato ed è andata a segno 57 volte subendo appena 11 reti, tutti numeri che dimostrano un dominio incontrastato in patria.

Fonte statistiche WhoScored
Pur perdendo due pedine importanti come Soucek e Coufal, entrambi ceduti al West Ham (alle cui fortune stanno contribuendo non poco), il 4-3-3 di Trpišovský ed i suoi princìpi di gioco non sono mutati: è una squadra che non ha alcun problema a cercare di impostare da dietro, sfrutta molto le qualità palla al piede del suo portiere Kolar, molto spesso utilizzato in fase di impostazione per avere un giocatore in più e costringere l'avversario a fare scelte rischiose in pressione. Come si evince dalle statistiche, nei gironi di Europa League il portiere dello Slavia è stato il secondo portiere più utilizzato in possesso dalla propria squadra, tra l'altro alle spalle di Heca, il portiere dei rivali dello Sparta che, però si affidava maggiormente ai lanci lunghi al contrario di quanto non faccia Kolar. 
Il livello qualitativo alto della proposta di gioco dello Slavia, inoltre, permette la crescita individuale di diversi elementi che, sicuramente, utilizzeranno la finestra europea per potersi mettere in mostra e, magari, seguire lo stesso percorso di Soucek e Coufal: l'elemento che in questa stagione di sta mettendo in mostra il senegalese Abdallah Sima Dipo, classe 2001 che può coprire tutti e tre i posti del tridente offensivo dello Slavia, tuttavia dove viene preferito e sembra rendere meglio è quello in cui parte da destra, tanto da aver collezionato 14 goal e 3 assist in stagione.

Sul lavoro di Rodgers al Leicester, invece, si stanno, giustamente, spendendo fiumi di inchiostro (per chi ama il cartaceo) e di parole per elogiare il lavoro svolto dall'ex allenatore del Liverpool alla guida delle Foxes.
Il magnifico lavoro iniziato nella scorsa stagione (in cui l'approdo alla Champions, addirittura, sembrava cosa fatta prima del lockdown) ha avuto continuità in questa stagione ed, anzi, Rodgers è stato abile a mettere in preventivo assenze ed infortuni vari e modificare l'abito tattico della sua squadra ad ogni occasione, modificando anche la strategia di gara.
Come ben spiegato da Dario Pergolizzi su l'Ultimo Uomo il Leicester cambia spartito a seconda di come l'avversario cerca di giocare la propria partita: il pressing può essere aggressivo quanto più attendista, anzi, come si evince dai numeri. Proprio quest'ultima situazione sembra essere la preferita da Rodgers, soprattutto nei match contro le big della Premier, basti ricordare l'atteggiamento nel trionfo sul Manchester City ad inizio stagione ed anche quello nella vittoria ottenuta contro il Liverpool lo scorso sabato. Difatti, giocando con un baricentro più basso il Leicester facendo uscire l'avversario può innescare al meglio le capacità in transizione di Jamie Vardy anche grazie alle ottime qualità in smarcamento preventivo di Barnes e Maddison, i due giovani che Rodgers sta plasmando al meglio e stanno rendendo il Leicester una squadra di valore internazionale. 

Fonte dati Understat
Per questo motivo il dato del PPDA evidenziato dai dati indicati sono così differenti tra quelli ultra-aggressivi della scorsa stagione (squadra eccitante da vedere salvo crollare nella parte finale di stagione) a quelli più nella media di questa stagione (atteggiamento più maturo che potrebbe garantire alla squadra di arrivare in fondo a tutti i propri obiettivi).
Una Europa League giocata fino in fondo sarebbe un ulteriore dimostrazione del livello raggiunto dal club, dal suo allenatore e dai giocatori, coronamento di un progetto tecnico che ha coinvolto positivamente tutte le parti in causa. Ovviamente per poter proseguire nella competizione, Rodgers non potrà permettersi troppi esperimenti in questo doppio confronto, altrimenti la grande organizzazione dello Slavia Praga e le sue individualità (soprattutto da centrocampo in su) potrebbero giocar loro un brutto scherzo.

SALISBURGO-VILLARREAL

Altro interessantissimo accoppiamento di questi sedicesimi di finale è quello che mette in contrapposizione il Salisburgo di Jesse Marsch ed il Villarreal di Unai Emery. Oltre ad essere una sfida interessantissima dal punto di vista tecnico lo è anche dal punto di vista tattico, visto che si affrontano due squadre con idee di gioco molto differenti.

Del Salisburgo ormai i segreti sono pochi: la formazione austriaca è il fulcro del progetto Red Bull in quanto ultimo gradino della piramide prima del lancio nel grande calcio sotto forma del Lipsia di Julian Nagelsmann. Ultimo esempio di questo passaggio è Dominik Szoboszlai, che dopo una prima fase di stagione esaltante, a gennaio ha fatto le valigie per raggiungere l'estensione tedesca del progetto Red Bull.
Con l'addio dell'esterno ungherese, il club austriaco, ovviamente, non si è lasciato trovare impreparato, e così a far luccicare gli occhi degli osservatori e mantenere invariata la potenza di fuoco della squadra sono arrivati Brendon Aaronson, altra stella di una generazione statunitense tutta da seguire, e Luka Sucic, centrocampista mancino già nel giro della galassia Red Bull e promosso in prima squadra dal team satellite del Liefering. 

In questa immagine il 4-2-2-2
in fase di possesso del Salisburgo
Al momento Marsch non li ha mai schierati insieme in gare ufficiali, nel 4-2-2-2 del tecnico statunitense, la coppia di centrocampo è composta da Junuzovic e Camara, mentre Sucic ed Aaronson sono in concorrenza con Mwepu, con quest'ultimo che resta inamovibile nelle gerarchie. Ovunque si vada a scavare nella rosa del Salisburgo si trovano giovani elementi pronti ad esplodere nel sistema iper-verticale voluto da Marsch. Ovviamente un sistema del genere ha i suoi punti di debolezza: la giovane età di alcuni elementi della rosa, unita agli sbilanciamenti che il sistema di Marsch propone, espongono sovente il Salisburgo ad evidenti difficoltà difensive nelle situazioni in cui la contro-pressione, una volta che l'avversario riconquista il pallone, non vada a segno. Queste difficoltà sono quelle che non hanno permesso agli austriaci di trovare l'impresa nel girone di Champions contro Bayern ed Atletico Madrid, contro cui il Salisburgo ha mostrato di sapersela giocare e di metterli più volte in difficoltà salvo capitolare al primo errore.

Il progetto iniziato in questa stagione da Emery a Villarreal, invece, sta trovando molte luci e molte ombre: dopo il quinto posto ottenuto da Calleja nella scorsa stagione, l'arrivo dell'ex allenatore di Siviglia, PSG ed Arsenal, sembrava aver alzato l'asticella per i sottomarini gialli. Anche il mercato ha portato nomi importanti, su tutti quello di Dani Parejo, occasione raccolta da quella grande svendita che è il Valencia di Peter Lim, ma anche Pervis Estupinan, terzino rivelazione dell'Osasuna nella scorsa stagione. 
Andando a vedere la classifica, tuttavia, la situazione di classifica del Villarreal è sostanzialmente la stessa della scorsa stagione, anzi dopo la sconfitta interna di domenica sera contro il Betis, la Real Sociedad è passata davanti in classifica e, ad oggi, il rischio di finire fuori dalla zona europea non è affatto remoto.
Emery non ha modificato il 4-4-2 delle ultime stagioni con i due esterni offensivi che entrano dentro il campo formando un 4-2-2-2 tagliando dall'esterno: una situazione che, a differenza del Salisburgo avviene mediante un possesso palla più paziente, che spesso genera un senso di staticità della squadra, soprattutto quando vengono a mancare gli elementi in grado di trovare lo strappo per alzare il ritmo del gioco con una giocata individuale: non è un caso che l'assenza di Samu Chukwueze da alcune settimane stia influendo molto negativamente sulle prestazioni e, soprattutto, sui risultati della squadra.

Fonte Dati FBRef
Ciò che c'è di buono, tuttavia, del lavoro di Emery è che, pur con alcune difficoltà a gestire le transizioni difensive (Albiol e Pau Torres non sempre sono lucidi in alcune letture, vedi goal subito domenica sera da Fekir) i valori difensivi sono molto importanti, a questo si aggiunge il lancio di due elementi della cantera del Villarreal come Yeremi Pino e Fer Nino che, in alcuni momenti, quando buttati nella mischia, hanno saputo cambiare il corso di alcune partite. 
Chissà che in un doppio confronto di questo tipo Emery non decida di affidarsi a loro per sfidare il Salisburgo, sarebbe una vetrina interessantissima per vederli all'opera anche a livello internazionale contro coetanei di altrettante prospettive.

Come si evince dal quadro delineato, non mancano i motivi per seguire questo confronto, e lo scenario in termini di passaggio del turno lo vedo tra i più equilibrati dell'intero lotto di questi sedicesimi di finale.


BRAGA-ROMA

Non mi dilungherò troppo sulla sfida tra il Braga e la Roma: della squadra portoghese ho già proposto un mio contributo due settimane fa in vista della sfida di campionato contro il Porto, una partita che ha confermato come la squadra di Carvahal affronti qualsiasi avversario con lo stesso atteggiamento, ossia il 3-4-3 con i due esterni Esgaio e Galeno che giocano in totale ampiezza ed i tre attaccanti che tengono bloccata la linea difensiva.

Fonte passmap Between the Posts
Come si desume dalla passmap della partita contro il Leicester nella fase a gironi, l'atteggiamento della squadra portoghese non è mai timoroso nei confronti di qualsiasi avversario, anche a costo di subire in fase difensiva. Ho evidenziato il posizionamento dei due esterni che ben si bilancia in base alle caratteristiche degli attaccanti esterni di parte. Rispetto a questo schieramento molti uomini sono cambiati, la punta centrale Paulinho è stata ceduta allo Sporting Lisbona dominatore del campionato portoghese, ora al suo posto è arrivato Sporar, centravanti che ha fatto, invece, il percorso inverso; anche lo stesso Medeiros non ci sarà a a causa di un infortunio al ginocchio, per questo dal mercato è arrivato un feticcio degli appassionati dei talenti sudamericani come Lucas Piazon, a cui Carvahal ha dato spazio da quando è arrivato, sarebbe molto curioso ed interessante vederlo contro la Roma, seppur la concorrenza di Ricardo Horta, Nico Gaitan e Fransergio potrebbe vederlo uscire sconfitto.

Riguardo la Roma, c'è poco da dire, il leitmotiv della stagione giallorossa è la differenza di risultati contro squadre che occupano i primi posti della classifica e squadre che invece sono di caratura inferiore. Questa sfida contro il Braga è un test molto importante viste le difficoltà che incontra la squadra di Fonseca (che, per inciso, ritorna a Braga da ex) quando i due esterni sono in difficoltà contro gli omologhi avversari: Esgaio e Galeno possono essere due elementi molto pericolosi per Karsdorp e Spinazzola. D'altro canto, però, l'atteggiamento molto aggressivo dei portoghesi potrebbe essere una grande risorsa per le giocate in verticale della Roma.


KRASNODAR-DINAMO ZAGABRIA

Il Krasnodar è l'unica squadra del campionato russo a partecipare alla fase ad eliminazione diretta delle coppe europee, come lo scorso anno, la nazione che ha ospitato l'ultimo campionato del mondo si è rivelata poco competitiva a livello di club, tuttavia non è un caso che sia proprio il Krasnodar l'unica squadra ad aver raggiunto questa fase delle coppe europee.

La squadra allenata da Musaev a messo in piedi da alcuni anni un progetto tecnico basato su un calcio di possesso e con giocatori molto abili in palleggio a partire dalla difesa. In Champions League, ovviamente, non è stato possibile proporre lo stesso tipo di calcio, tuttavia la qualità espressa in campo, seppur inferiore rispetto a quella di Chelsea e Siviglia, le ha permesso di avere la meglio sul Rennes e portare a casa la "retrocessione" in Europa League.
Lo schieramento proposto dal Krasnodar per tenere insieme i giocatori di talento a propria disposizione è un 4-2-3-1 con i terzini che forniscono ampiezza, i due centrali di centrocampo che agiscono allo scopo di dare equilibrio alla squadra mentre i 4 davanti cercano di sfruttare le rispettive qualità per generare le opportunità da rete. 

Ma questa è anche una squadra costruita con una colonna portante svedese che svolge un ruolo molto importante in fase di non possesso, questi sono il mediano Olsson, il centravanti Berg e l'esterno Claesson: nell'occasione che vedete nel fermo immagine il centravanti rinculando in fase di non possesso recupera un pallone sulla trequarti, lo gioca sul mediano che si lascia coprire dall'altro mediano Gazinskiy e fa partire la transizione che si concluderà con la rete di Remy Cabella. Insomma senza inventare nulla di nuovo, Musaev ha costruito una squadra che sa stare bene in campo e che esalta le qualità tecniche degli elementi più rappresentativi della rosa: personalmente in questo doppio confronto mi auguro venga dato maggiore spazio al centrale difensivo mancino Sorokin ed all'esterno offensivo Ionov, ossia i rappresentanti autoctoni più giovani e più interessanti da scoprire ma che finora hanno avuto poco spazio nelle competizioni europee.

La Dinamo Zagabria si presenta a questo doppio confronto, invece, con un leggero favore dei pronostici (51-49 secondo FiveThirtyEight) sia per il fatto che si presenta alla sfida con più partite ufficiali disputate nel 2021 (il campionato russo riprende solo nel prossimo weekend), sia perché nel girone eliminatorio ha letteralmente dominato facendo fuori il Feyenoord ed il CSKA Mosca ma soprattutto chiudendo il girone con 1 sola rete subita.

Fonte grafico Wyscout
Non è un caso che all'interno di questi numeri difensivi sia coinvolto Josko Gvardiol, terzino sinistro (ma che può anche giocare centrale a sinistra) classe 2002 che è già promesso sposo del Lipsia per la prossima stagione e che sta mostrando non solo in patria, ma anche a livello internazionale, il suo grande valore. I numeri mostrano chiaramente il suo valore a livello difensivo, certo è ancora un po' falloso, ma anche palla al piede ha grande qualità in fase di impostazione, insomma senza girarci intorno questo ragazzo è l'attrattiva principale di questo doppio confronto.

YOUNG BOYS-BAYER LEVERKUSEN

Anche questo confronto sulla carta sembra essere abbastanza sbilanciato, con la squadra tedesca che deve ambire a qualcosa di importante in questa competizione visto che a gennaio ha, come da sua tradizione, dilapidato quanto di buono fatto nella prima parte di stagione.

La formazione svizzera è reduce dal girone di Europa League giocato con la Roma, dove ha dimostrato nel doppio confronto di essere una squadra in grado di poter creare fastidio a squadre superiori alla propria. In patria lo Young Boys ha creato il vuoto tra se e le rivali, mostrando come il progetto tecnico messo in piedi a Berna ormai da 3 anni continui a produrre numerosi dividendi non ostante, in questa stagione, sia mancato l'approdo alla fase a gironi della Champions League dopo essere stati dominati nei preliminari dal Midtjylland delle meraviglie.
Questo dominio ha, sostanzialmente, origine con la campagna acquisti della stagione 2017/2018, quando lo Young Boys cedendo Zakaria al Moenchengladbach e Mvogo al Lipsia ha incassato 21 milioni di Euro diventati la base per una gestione di player-trading da manuale proseguita con le cessioni di Kasim Adams all'Hoffenheim di Nagelsmann, l'anno successivo quelle di Mbabu e Sow sempre in Bundesliga al Wolfsburg ed all'Eintracht, mentre quest'anno è toccato al centrale difensivo Lotomba, ceduto al Nizza per 6 milioni di Euro.

Fonte passmap Between the Posts
Quest'anno la squadra, allenata da Gerardo Seoane si schiera con un classico 4-4-2 dove gli elementi più interessanti sono i due esterni offensivi Ngamaleu e Fassnacht che svolgono compiti diversi: il primo tende ad accentrarsi e ad attaccare l'area di rigore, il secondo resta largo e, in catena con il terzino destro Hefti tendono a dispensare cross in area ed a sovrapporsi. Nell'esempio della passmaps qui a fianco, invece, vediamo il 3-4-3 visto contro la Roma nella sfida dell'Olimpico durante i gironi: anche con un modulo diverso, si intende che il gioco pende sul lato destro con le sovrapposizioni sopra esposte tra Fassnacht e Hefti e con l'altro esterno Ngamaleu che praticamente affianca la punta centrale. Non citerò, invece, il giocatore che, secondo i dati Transfermarkt, è il più prezioso della rosa, ossia il centravanti Nsamè che, però, sarà assente in questa sfida per squalifica.

Del Leverkusen, invece, abbiamo già discusso quest'anno sul mio blog e, soprattutto, ho dedicato un pezzo specifico sulle sue peculiarità su Riserva di Lusso. Purtroppo in quel pezzo sono stato cattivo profeta, citando più volte le manie di autodistruzione di questa squadra, che puntualmente si sono confermate nel mese di gennaio, in cui le aspirine hanno dato inizio ad una serie negativa che li ha portati fuori dalle prime 4 posizioni in campionato e fuori anche dalla Coppa di Germania, di cui erano finalisti in carica. Le amnesie individuale, soprattutto a livello difensivo, stanno dilapidando quanto di buono visto nella prima parte di stagione, per questo motivo l'Europa League diventa l'ultima occasione per questa squadra per mostrare un verso diverso rispetto alla sua tradizione.

MOLDE-HOFFENHEIM

Il confronto tra il Molde e l'Hoffenheim è uno tra i più pieni di incognite di questi sedicesimi di finale. I norvegesi si presentano a questa partita con l'ultima gara ufficiale disputata lo scorso dicembre dove hanno terminato un cammino che li ha portati prima a giocarsi l'accesso alla fase a gironi della Champions League, dall'altra parte l'Hoffenheim si presenta a questo doppio confronto con una lunga lista di infortunati che sta influendo non poco sulle prestazioni in campionato della squadra.

La squadra norvegese ha costruito un ciclo che il tecnico Erling Moe ha ereditato da Solskjaer quando quest'ultimo ha accettato l'offerta del Manchester United.


Fonte tabella WhoScored
Il Molde basa il proprio modo di giocare su un 4-2-3-1 di base molto corale (non ci sono individualità che spiccano in questa squadra) e che sviluppa il proprio gioco mediante le zone esterne del campo per poi arrivare al cross alla ricerca della punta centrale Bolly in area, oppure il trequartista Wolff Eikrem con un servizio a rimorchio alla spalle della linea difensiva. Come raccontano anche i numeri, il Molde nella fase a gironi della Europa League è una della squadre che ha fatto maggior uso dei cross, un dato che la accomuna a squadre come Roma, Arsenal e Real Sociedad, così come gli avversari di turno dell'Hoffenheim, tuttavia a differenza delle altre squadre citate, i numeri (vedi passaggi filtranti) mostrano come il cross sia l'opzione principale per la squadra norvegese.



Dell'Hoffenheim mi è capitato di scrivere di recente sul blog: la squadra tedesca è allenata da Sebastian Hoeness, nipote del presidente del Bayern Monaco e si sta rivelando un allenatore dalle idee molte interessanti con un'idea di gioco che cerca sempre di avere il controllo degli spazi sia in fase di possesso che in fase di non possesso. Il 3-5-2 o 3-4-2-1 con cui si schiera l'Hoffenheim cerca sempre di utilizzare i mezzi spazi come modo per disordinare lo schieramento difensivo avversario ed utilizzare gli esterni a tutta fascia per sviluppare l'azione ed avanzare in campo. 




Questo accoppiamento potrebbe non accendere la fantasia degli appassionati, tuttavia si tratta di due squadre per le quali il raggiungimento degli ottavi di finale di Europa League sarebbe da considerare come un risultato che impreziosirà il progetto messo in piedi dai rispettivi club.

GRANADA-NAPOLI

La sfida tra la formazione andalusa e quella allenata da Gattuso si presenta ricca di contenuti tecnici e tattici. Le due formazioni non sono reduci da un grande periodo di forma, in entrambi i casi il calo è dovuto alle tante assenze registrate nelle ultime settimane, tuttavia l'ultimo weekend di gara ha mostrato che le due squadre possono ancora trovare la via maestra, a patto di recuperare gli uomini migliori.

Il Granada è reduce dalla sconfitta interna contro l'Atletico Madrid di sabato pomeriggio, tuttavia la prestazione della squadra allenata da Diego Martinez è stata di assoluto livello, mostrando come possono disimpegnarsi su spartiti di gara differenti a seconda degli uomini schierati in campo.
Nel primo tempo abbiamo visto la versione conservativa del Granada, schierato con un 5-4-1 in cui veniva lasciata isolata l'unica punta Jorge Molina ed in cui i due esterni offensivi Machis e Kenedy erano costretti a fare il doppio lavoro per fermare le connessioni laterali dell'Atletico Madrid. Nel secondo tempo la squadra ha cambiato volto con l'ingresso di Yangel Herrera, al ritorno in campo dopo un periodo di difficoltà a livello fisico e di condizione più in generale. Il centrocampista venezuelano è l'anima di questa squadra e la sua presenza cambia completamente la conformazione offensiva della squadra grazie ai suoi inserimenti senza palla, non è un caso che in Europa League sia stato il capocannoniere della squadra con le 4 reti realizzate tra preliminari e fase a gironi.

Fonte grafico PlayerankBot
Il modo di giocare del Granada è abbastanza riconoscibile per la sua ricerca della verticalità e per l'utilizzo dell'attacco diretto: pur disponendo a centrocampo di giocatori come Montoro e Luis Milla, tuttavia si cerca sempre la palla verso la punta centrale o le combinazioni laterali tra i terzini e gli esterni offensivi (le situazioni da cui nascono i cross, preda delle punte o degli inserimenti di Yangel Herrera). Dal modello indicato nell'immagine a fianco, si evince come il sistema di gioco si basi sull'indirizzare il possesso avversario sugli esterni per poi aggredirlo ed affidarsi, in fase di possesso, ai palloni lunghi.

Per il Napoli, dunque, è un avversario molto poco comodo: la squadra di Gattuso ha mostrato parecchie difficoltà in questa stagione a resistere al pressing avversario: l'errore dei centrali difensivi sui goal del Genoa nell'ultima sconfitta in campionato, ma anche le difficoltà mostrare a risalire il campo nella partita vinta contro la Juventus sono specchio delle difficoltà del Napoli in questa stagione, con il suo allenatore che, complici gli infortuni, fatica a capire quale indirizzo dare alla squadra, il tutto condito dalle difficoltà generate dall'ambiente partenopeo che si sta rivelando sempre più ostile verso l'allenatore calabrese.

MACCABI TEL AVIV-SHAKHTAR DONETSK

Probabilmente siamo di fronte all'accoppiamento meno affascinante del lotto di questi sedicesimi di finale, da una parte abbiamo la squadra probabilmente più debole tra le 32 rimaste in competizione, dall'altra una squadra che è semifinalista in carica della competizione e che, pur con una sola partita ufficiale alle spalle nel 2021, dovrebbe disporre a proprio piacimento dell'avversario di turno.

Il Maccabi Tel Aviv a livello sportivo lo conosciamo principalmente per la sua squadra di basket, vincitrice di 6 Euroleague maschili e punto di riferimento cestistico da questa parte dell'oceano: a livello calcistico, invece, il passaggio a questa fase della competizione in Europa League rappresenta il momento più alto della propria storia, raggiunto grazie alla partecipazione in un girone non particolarmente competitivo, vinto in ciabatte dal Villarreal, in cui gli israeliani hanno dovuto giocarsi il passaggio del turno con i turchi del Sivasport e gli azeri del Qarabag.


Fonte passmaps Wyscout
La squadra israeliana, come molte squadre che possono dominare in patria ma che in campo continentali hanno una cifra tecnica inferiore. si schiera generalmente con un difensore in più in coppa rispetto al campionato. Così, mentre in patria, il Maccabi tende a schierarsi con un 4-2-3-1 in cui entrambi i terzini si scollegano dalla fase di costruzione, mentre, come si evince dalle differenti passmap a lato, i due terzini hanno compiti differenti, con il terzino destro (Kandil, titolare fino all'arrivo a gennaio del portoghese Geraldes) che si porta più in avanti, mentre il terzino sinistro (lo spagnolo Saborit) resta bloccato assieme ai centrali difensivi. Alternativa a questa struttura ed a questi uomini vi è il passaggio alla difesa a 3 secca che diventa a 5 in fase di non possesso, situazione che presumo vedremo nel corso di questo doppio confronto con lo Shakthar.

Lo Shakhtar si presenta a questo doppio confronto a seguito del terzo posto nel folle girone di Champions in cui ha battuto per due volte il Real, pareggiato per due volte 0-0 contro l'Inter e preso a pallate per due volte dal Moenchengladbach di Rose. 
Le due prestazioni contro l'Inter hanno visto un'inversione di tendenza nel modo di giocare della squadra ucraina, una situazione celebrata dal famoso sfogo di Conte dopo la partita di San Siro che sancì la fine dell'avventura europea per i nerazzurri. Tuttavia, eccetto le due partite con la formazione nerazzurra, lo Shakhtar e Luis Castro non rinunciano alle proprie idee di gioco ed al progetto tecnico in piedi ormai da diversi anni: il 4-2-3-1/4-1-4-1 è sempre la stella polare della squadra ucraina, resta solo da capire come la squadra assorbirà la partenza di quello che è stato nelle ultime stagioni un elemento basilare, ossia Viktor Kovalenko, il centrocampista centrale che ha accettato l'offerta dell'Atalanta.
Vedendo le partite di preparazione disputate in quest'ultimo mese dalla squadra di Castro (il campionato ucraino è ripreso lo scorso weekend con lo Shakhtar fermato sullo 0-0 dal Kolos Kovalivka facendole perdere terreno dalla capolista Dinamo Kiev) il tecnico portoghese ha mostrato di non modificare l'approccio della sua squadra, con Stepanenko davanti alla difesa e Marcos Antonio e Marlos davanti a lui. 
Fonte Dati FBRef
La principale novità di questa stagione, al momento, sembra essere il cambio della guardia a difesa della porta: dopo anni di titolarità per Pyatov, sembra essere arrivato il momento per lui di lasciare il posto ad Anatolii Trubin, classe 2001 che si è discretamente disimpegnato nella fase a gironi di Champions: l'ulteriore vetrina europea data dall'Europa League sarà occasione per stabilire se lo Shakhtar ha trovato un nuovo guardiano per la sua porta e che possa avere maggiori fortune di Pyatov anche con la palla tra i piedi.








Come indicato in premessa questo confronto ha un chiaro favorito, tuttavia resta sempre l'incognita che in questa fase della stagione pesa sulle squadre russe ed ucraine, ossia la pausa invernale dei rispettivi campionati che può avere un impatto a livello mentale ancora prima di quello fisico.

LILLE-AJAX

Il sorteggio ci ha regalato un altro scontro tra due grandi squadre: a mio parere Lille-Ajax può benissimo valere anche una semifinale di questa Europa League, ed invece il freno a mano che la squadra francese ha tirato nella fase a gironi dopo la vittoria di forza a San Siro contro il Milan, l'ha portata a finire nella parte di urna destinata alle seconde classificate rendendo possibile questo eccitante incrocio.

Tra i tanti motivi di interesse di questa sfida c'è quello che si affrontano le capolista dei due campionati più ricchi di talento in prospettiva d'Europa, ossia la Ligue 1 francese e la Eredivisie olandese, ed infatti entrambe le squadre dispongono di tanti elementi che nel giro di pochi anni sono certo domineranno il contesto europeo.

Ciò che differenzia le due squadre, invece, è il modo di giocare: il Lille è al terzo anno della gestione Galtier, allenatore che sta mostrando di avere idee molto chiare che coincidono con le ambizioni del club di avere un ruolo da protagonista nel calcio francese ed allo stesso tempo poter mettere in atto una strategia di player-trading che possa finanziare la crescita della squadra e del club (basti pensare alle remunerative cessioni di Pepè e Leao la scorsa stagione e quella di Osimhen quest'estate). 

Fonte Dati FBRef/StatsBomb
Il sistema di gioco è basato su un 4-4-2 sempre molto compatto che all'inizio dell'avventura di Galtier era incentrato su un baricentro molto basso per poi lanciare in contropiede i velocisti di cui dispone in attacco. Oggi il baricentro si è alzato ma il rendimento difensivo, come si nota dalle statistiche difensive di questo grafico non è cambiato mentre la fase di possesso è adesso maggiormente qualitativa grazie all'inserimento di Renato Sanches, Araujo e Yazici in aggiunta ai soliti Ikone e Bamba, oltre alla coppia d'attacco Burak Yilmaz-David.

L'Ajax, invece, per tradizione, esercita un calcio dal possesso prolungato e la ricerca insistita delle connessioni tra le linee avversarie per arrivare al tiro grazie alle combinazioni nel corto tra i giocatori offensivi a disposizione di Ten Hag. 

Fonte dati SmarterScout
Come molti già sanno, l'Ajax dovrà rinunciare in questo doppio confronto alle prestazioni del suo grande acquisto della sessione invernale, ossia Sebastien Haller, centravanti arrivato dal West Ham per 23 milioni di Euro ma che non è stato inserito nella lista per l'Europa League; a questo si aggiungono le assenze dell'altro acquisto invernale, ossia Oussama Idrissi, e soprattutto quella del portiere titolare Onana, squalificato per un anno dalla UEFA per doping. Tuttavia, non ostante le assenza non mancheranno gli elementi da osservare in questa sfida, con Ten Hag che ha una rosa importante da cui pescare: in particolare sarà molto interessante quale sarà la sua scelta degli esterni difensivi che dovranno, con ogni probabilità occuparsi di Ikone e Bamba, sperando di vedere all'opera il classe 2003 Devyne Rensch, diciottenne da poche settimane, e giocatore che sembra ideale per sfidare gli avversari a duello nelle transizioni, come anche testimoniato, su base statistica, dagli algoritmi di Smarterscout.

Come si può intendere, dunque, quella che ci aspetta è una sfida ricca di talento e tra due strategie di gioco diverse, mi azzardo a ritenere questa come la sfida più interessante e ricca di contenuti tecnici di tutti i sedicesimi di finale.

OLYMPIACOS-PSV

Sfida molto interessante anche quella tra la squadra campione di Grecia ed il PSV Eindhoven di Roger Schmidt, due squadre che giocano un calcio molto propositivo seppur con strategie differenti: da una parte il calcio più tecnico dell'Olimpiacos, dall'altra parte la maggiore verticalità marchio di fabbrica del calcio di Roger Schmidt.

L'Olympiacos si presenta a questo confronto reduce dalla prima sconfitta in campionato, una sconfitta dolorosissima visto che è arrivata contro i grandi rivali del Panathinaikos in una sfida che vi avevo presentato nello scorso weekend, in cui forse l'Olympiacos ha pagato la scelta di panchinare gente come El Arabi e Valbuena che, presumo, vedremo certamente in campo contro il PSV.


Fonte dati Transfermarkt
La squadra del Pireo si presenta a questa fase ad eliminazione diretta reduce dal girone di Champions League in cui ha dovuto cedere il passo a Manchester City e Porto ma dove è riuscito ad avere la meglio sul Marsiglia. Quella squadra ha subìto un restyling durante il mercato invernale, soprattutto nel settore difensivo, dove sono arrivati Kenny Lala dallo Strasburgo, Oleg Reabchuk a coprire la casella lasciata libera in estate da Tzimikas e Sokratis Papastathopoulos a dare maggiore esperienza al centro della difesa al fianco di Ruben Semedo o Ba.
La partita contro il Panathinaikos ha mostrato che alcuni meccanismi dietro debbano essere rivisti e, soprattutto, la squadra è sembrata disabituata ad essere attaccata da tanti uomini, non certo un biglietto da visita eccezionale visto l'avversario che si troveranno di fronte.

E l'avversario che si troveranno di fronte è una squadra costruita per attaccare, divertire e mettere in mostra grandissimi talenti: il PSV li davanti ha una batteria dall'età media così bassa che anche elementi come Malen e Gakpo, classe 1999, sono da considerarsi i giocatori di esperienza del reparto offensivo, visto che le altre due stelle Ihattaren ed il nigeriano Madueke sono nati nel 2002. Del calcio di Schmidt si conosce già molto, e sembra essere il miglior modo per permettere a questa generazione di futuri fenomeni per poter esplodere e mostrare di essere già pronti ad alti livelli. Il palcoscenico europeo sarà anche per loro una vetrina di livello e vederli affrontare una difesa come quella dell'Olympiacos che si basa sull'esperienza di alcuni suoi interpreti ma che può soffrire i ritmi vertiginosi di questi elementi. sarà senza dubbio il motivo di maggiore attrattiva di questo confronto.





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