A due settimane di distanza dall'impegno europeo contro l'Atalanta, il Real Madrid affronta a Valdebebas il Getafe in quello che è uno dei derby della città di Madrid. La squadra di Bordalàs dopo due stagioni in cui con il suo stile di gioco diretto ed aggressivo l'ha portata a rendersi protagonista anche al di fuori dei confini iberici.
La squadra di Zidane ha bisogno dei 3 punti da questa partita per mantenere una distanza ancora ragionevole dalla testa della classifica e, soprattutto, non perdere contatto con il Barcellona per ottenere il secondo posto in classifica. Ma, cosa più importante, l'atteggiamento aggressivo in fase di non possesso del Getafe potrebbe essere una prova generale per le merengues in vista della sfida contro l'Atalanta.
In una situazione di totale emergenza difensiva il Real, schierato in un'inedita difesa a 3, riesce, dopo un primo tempo in cui ha faticato a superare lo schieramento compatto del Getafe, a trovare le soluzioni nel corso della ripresa per riuscire a portare a casa la vittoria trovando le reti proprio nel momento in cui Bordalàs aveva provato a giocarsi le carte per tentare addirittura il colpaccio.
LE FORMAZIONI
Il Real Madrid deve fronteggiare una lunga lista di assenze, tra la squalifica di Kroos, una linea difensiva che vede fuori dai giochi Sergio Ramos, Eder Militao, Carvajal, Odriozola e Lucas Vazquez; ma neanche il centrocampo ride vista anche l'assenza di Fede Valverde. In una situazione di tale emergenza Zidane deve inventarsi Mendy terzino destro e proseguire l'asse con l'esordiente dal primo minuto Marvin Park che, finora, aveva collezionato 42 minuti nella Liga.
Il Getafe, dal canto suo, deve fare a meno di Djene Dakonam, elemento a dir poco fondamentale nella linea difensiva della squadra di Bordalàs, al suo posto gioca il centrale di origini marocchine Chakla, alla terza presenza da titolare in questa stagione, seconda consecutiva dopo quella di Siviglia sabato scorso. Ristrutturato completamente il centrocampo rispetto alle ultime partite, va in soffitta il centrocampo con Kubo e Carles Alena, si torna alla linea a 4 con Arambarri e Maksimovic centrali e Portillo e Cucurella laterali.
LA DIFESA A 5 DEL REAL
La prima novità la troviamo a pochi secondi dal calcio d'inizio: rispetto allo schieramento indicato in distinta, il Real di presenta con una difesa a 5 con Mendy che affianca Nacho e Varane al centro della difesa mentre Marvin e Marcelo agiscono in ampiezza e, come si nota nel fermo immagine, molto in alto sul terreno di gioco. Una soluzione che certo nasce dall'emergenza che sta vivendo la squadra, tuttavia ha una sua utilità in quanto permette alla linea difensiva di bypassare la prima linea di pressione tramite la conduzione di uno tra Nacho e Mendy sfruttando la superiorità numerica data dai 3 difensori contro i 2 attaccanti del Getafe.
Proprio per ovviare a questa situazione, di tanto in tanto Bordalàs chiedeva a Cucurella di alzarsi ad accompagnare il pressing dei due attaccanti.
Tuttavia per dare seguito a questa pressione il Getafe è costretto a disordinare le proprie linee con Olivera chiamato a scalare su Marvin portando con se la linea difensiva. In questo modo il lato sinistro del campo è completamente libero e permette al Real di attaccare con tre uomini in quella zona: questa situazione crea la migliore occasione per il Real su azione nel primo tempo, ossia un'azione rapida che porta al tiro Modric costringendo Soria ad una parata resa complicata dalla violenza del tiro del croato e dal pallone reso bagnato dalla pioggia.
L'altro vantaggio della difesa a 3 è stato quello di avere la linea difensiva in superiorità numerica, il che ha permesso a Nacho e Mendy di lottare a duello contro le due punte consapevoli di avere la copertura alle spalle di Varane.
Questo ha permesso loro di vincere sostanzialmente tutti i duelli con le punte del Getafe e di anticiparli quando era necessario sostenere la pressione alta; compendio di questo approccio è l'azione del goal del 2-0 che, di fatto, ha chiuso la partita con Mendy che ha chiuso in rete un'azione iniziata da una sua conduzione nella metà campo del Getafe per poi combinare con Marcelo e chiudere un lungo triangolo con l'esterno (non ce la faccio a chiamarlo terzino) brasiliano.
LO SCHIERAMENTO COMPATTO DEL GETAFE
Come da collaudato impianto messo in piedi da Bordalàs in questi anni, il Getafe gioca con un 4-4-2 orientato completamente sul lato palla con le linee compatte sia in ampiezza che in profondità. La strategia principale in fase di possesso è cercare il lancio lungo verso la punta e poi sfruttare la densità creata per andare ad aggredire la seconda palla. Il piano, però, non ha avuto gli esiti sperati per i motivi accennati sopra: sia Nacho che Mendy hanno stravinto il duello con Angel e "Cucho" Hernandez (rispettivamente 15 e 22 tocchi in tutta la partita) tanto da costringere Bordalàs a rivoltare l'attacco dopo pochi minuti dalla ripresa.
Per cercare di superare questo schieramento compatto il Real cercava di sovraccaricare un lato di campo per poi cercare di spostare il pallone sull'altro lato, oppure creare situazioni di superiorità numerica per cercare di avanzare con triangolazioni che mandassero a vuoto la pressione del Getafe.
Come si evince dai fermo immagine qui a fianco, il lato preferito dove tentare di sovraccaricare il campo era quello sinistro, dove più volte il Real si è disposto con una catena formata da 4 uomini, con Mendy vertice basso, Marcelo e Vinicius ai lati ed un quarto elemento a rotazione a fare da sponda o da terzo uomo per le combinazioni tra i due brasiliani. Anche le statistiche confermano questo, con il Real che ha attaccato per il 46% delle volte su quel lato di campo.
Questa soluzione, pur portando diverse volte un giocatore del Real sul fondo, non è riuscita a creare pericoli di alcun tipo, se si eccettua un calcio d'angolo da cui si è originata la traversa colpita da Benzema.
IL SECONDO TEMPO STAPPA LA PARTITA
Dopo l'intervallo la partita cambia registro su scelta dei due allenatori: Zidane non riuscendo a sfondare con le catene esterne è costretto a cercare la prima mossa per cambiare il corso della partita: la soluzione è quella di non insistere più nella ricerca del lato debole, mossa resa complicata dalla puntuale pressione sul portatore di palla, ma di provare a creare spazi tra la linea di difesa e di centrocampo dove poter innescare Asensio. Il trequartista madridista viene innescato utilizzando ancora una volta una conduzione di uno dei centrali difensivi (nel caso del fermo immagine Varane) che costringe uno dei centrali di centrocampo (Arambarri) ad alzarsi per contrastarlo; l'altro centrale di centrocampo, invece, deve badare a Modric, questo crea lo spazio per Asensio che sfrutta lo spazio generato da Benzema che trascina indietro la linea difensiva del Getafe ed ha come soluzione quella di innescare il taglio di uno dei due esterni alle spalle della linea difensiva. Questa situazione metterà in seria difficoltà il Getafe fino a farla capitolare al 60' quando riempiendo l'area di rigore con cinque uomini il Getafe non è in grado di tenere a bada Benzema su un cross di Vinicius.
Anche il Getafe aveva provato a fare qualcosa per vincere la partita: contando sul fatto che il Real aveva gli uomini contati, Bordalàs ha provato ad inserire Alena e Kubo dopo pochi minuti della ripresa per contrastare l'abulia dei due attaccanti partiti titolari. Con questi ingressi si è alzato il livello qualitativo della squadra ed anche lo schieramento, in quanto Alena si posizione qualche metro indietro a Jaime Mata, la punta subentrata a sua volta al posto di Angel. In questa maniera la fase offensiva non si avvale più dei lanci verso le due punte, ma di aperture su Kubo e Cucurella che provano ad innescare le transizioni passando da Alena come in un 4-2-3-1: questa situazione porterà alla grande occasione avuto da Cucurella 2 minuti prima del goal di Benzema. Insomma, Bordalàs ci aveva anche provato a portare la partita dalla sua parte ma il tentativo è fallito nel momento in cui la squadra ha messo i remi in barca dopo le due reti subite nel giro di 6 minuti.
CONCLUSIONI
In un totale momento di emergenza il Real Madrid ha saputo reinventarsi contro un avversario assai aggressivo e che ama comprimere gli spazi. Si tratta di una situazione che la squadra di Zidane si troverà ad affrontare a breve contro l'Atalanta in Champions League; il passaggio alla difesa a 3 dettato dall'emergenza difensiva potrebbe rivelarsi, casualmente o no, come una risorsa a disposizione del tecnico francese proprio nel confronto contro l'Atalanta. La capacità di gente come Nacho e Mendy di avanzare palla al piede ha mostrato di poter manipolare schieramenti difficili da superare come quello del Getafe e potrebbe mandare in crisi i meccanismi di marcature a tutto campo dell'Atalanta di Gasperini. A livello difensivo la prestazione di questa nuova linea difensiva è stata ottima, tuttavia il livello tecnico mostrato dagli attaccanti del Getafe non è certo paragonabile a quello a disposizione dell'Atalanta, per cui sotto questo aspetto l'utilizzo di questa difesa a 3 resta un'incognita.
Riguardo il Getafe, la posizione di classifica non fa dormire sonni tranquilli a Bordalàs, abituato nelle ultime stagioni a presenziare zone di classifica più nobili, è molto probabile che la batteria di attaccanti a disposizione non sia più in grado di rendere come nelle precedenti stagioni, per cui quel 4-2-3-1 visto nel secondo tempo dovrebbe essere la strada maestra da seguire per portare la nave in porto comodamente fino al termine della stagione.
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