mercoledì 30 ottobre 2019

Olanda, quanto vale la Eredivisie oggi?



Il campionato olandese è giunto all'undicesima giornata, 11 partite che stanno confermando il dominio che dallo scorso anno viene esercitato dall'Ajax di Erik Ten Hag, dominio che viene esercitato anche su scala europea, dove la mancata finale di Champions dello scorso anno potrebbe non essere un evento isolato; ma il campionato olandese ci ha sempre regalato spunti interessanti, non tanto a livello tattico, dove ogni deviazione dal 4-3-3 è merce rarissima, quanto a livello di talenti che riesce ad esprimere.

LA SITUAZIONE IN CLASSIFICA



Come anticipato in fase introduttiva, i risultati dell'ultima giornata hanno sancito la fuga dell'Ajax: i lancieri sono al comando con 6 punti di vantaggio sul trio formato da AZ Alkmaar, Vitesse e PSV Eindhoven. A creare il buco è stata proprio l'ultima giornata di campionato, con i campioni in carica che hanno asfaltato il Feyenoord di Jaap Stam ed il PSV letteralmente massacrato a domicilio dall'AZ Alkmaar; entrambe le gare sono terminate con un 4-0 che sancisce quelli che dovrebbero essere i valori lì in alto fino alla fine della stagione; sia l'Ajax che l'AZ stanno eseguendo al meglio un calcio di possesso palla ma non sterile, visto che entrambe svettano nelle statistiche di percentuale del possesso palla e di occupazione della meta-campo avversaria.

Dalle stesse statistiche si evince come PSV Eindhoven e Feyenoord sono sugli stessi livelli di Ajax e AZ, tuttavia sia la squadra di Eindhoven che quella di Rotterdam sembrano essere entrate in grossa crisi, con il PSV che in due partite (0 goal fatti, 7 subiti) si è fatto staccare dall'Ajax in classifica dopo averne retto il passo, mentre la crisi del Feyenoord viene da più lontano, con una sola vittoria ottenuta nelle ultime 6 partite.

I TALENTI DA TENERE SOTT'OCCHIO

Malen (PSV) e Boadu (AZ Alkmaar)


La prima fase della stagione ha avuto un protagonista assoluto il cui nome corrisponde a quello di Donyell Malen, il centravanti del PSV Eindhoven è capocannoniere della competizione con i suoi 10 goal in 10 partite (dato, per la verità, "sporcato" dai 5 goal realizzati nel 5-0 del PSV al Vitesse) che lo rendono il giocatore classe 1999 dal rendimento migliore in Europa secondo l'algoritmo  di Soccerment) nonché unico giocatore della Eredivisie ad entrare nella top 11 europea dello stesso sito. La sua assenza nel match contro l'AZ è coincisa con il tonfo interno dei suoi, un dato che fatico a ritenere casuale; ed è proprio la partita con l'AZ che ha messo in luce un altro giovanissimo centravanti, due anni più giovane di Malen, che ha trascinato la squadra di Arne Slot con una doppietta: si tratta di Myron Boadu, classe 2001, arrivato già a 6 reti in campionato. Per questi due giocatori l'hype in Olanda è molto alto, e non tarderemo a sentire i loro nomi nelle varie rubriche di calciomercato di cui siamo infestati.



Stengs (AZ Alkmaar)


A seconda dei siti di riferimento, troverete diverse indicazioni sul ruolo/posizione di Calvin Stengs, dimostrazione forse definitiva che il calcio di questo secondo decennio degli anni duemila ha ormai eliminato tale concezione statica del gioco del calcio, e sicuramente quando si vede giocare il centrocampista dell'AZ Alkmaar la parola staticità è quanto di più lontano rispetto alle caratteristiche dell'olandese classe 1998; il compito che Slot gli ha assegnato è quello di spostare il possesso nella metà-campo avversaria mediante la creazione di linee di passaggio, ricevere palla e verticalizzare (2.1 passaggi-chiave per partita).

La passmap dell'AZ Alkmaar nella trionfale trasferta di Eindhoven mostra chiaramente la mobilità su tutta la trequarti del centrocampista olandese, mentre i dati statistici elaborati da Soccerment denotano quanto siano di molto superiori alla media del campionato le statistiche di passaggio nella trequarti avversaria.







IL VALORE DELLA EREDIVISIE


Di fronte allo spuntare di talenti così interessanti all'interno del campionato in età così giovane, è opportuno spunto di discussione quanto ci sia di valore del singolo giocatore e quanto vi sia, invece, di scarso valore delle squadre avversarie. Il quesito può essere risolto cercando di studiare l'andamento delle formazioni olandesi nelle coppe europee così come l'andamento della stessa nazionale oranje.

L'andamento nelle coppe europee

Negli anni passati le squadre olandesi hanno mostrato parecchie difficoltà ad esprimersi nelle coppe europee, con eliminazioni spesso precoci, anche nei turni preliminari (ultimo esempio, il PSV, eliminato al secondo turno preliminare di Champions League). La semifinale di Champions (anzi, la quasi finale) raggiunta dall'Ajax lo scorso anno ha fatto riemergere i valori del calcio olandese, innalzando la credibilità del movimento.

Ajax


Passando, invece, a questo primo scorcio di stagione, le indicazioni positive date dalla squadra di Ten Hag si sono confermate, anzi si sono rafforzate grazie al doppio 3-0 con cui si sono sbarazzati di Lille e Valencia prima dello stop contro il Chelsea di Lampard. Gli innesti di Veltman, Dest, Alvarez e Lisandro Martinez hanno aumentato la dinamicità della squadra oltre ad averne abbassato l'età media, questo a dimostrazione dell'ottimo lavoro svolto nello scouting e nello sviluppo dei talenti. La qualificazione agli ottavi non è minimamente in discussione, resta aperta, invece, la questione primo posto che adesso vede in leggero vantaggio il Chelsea.

PSV


L'avventura in Champions, invece, è terminata ancora prima di iniziare per il PSV, eliminato al secondo turno preliminare dal Basilea, risultato che ha costretto la formazione di Van Bommel alla retrocessione in Europa League, dove adesso si trova in testa al proprio girone dopo aver battuto lo Sporting Lisbona ed il Rosenborg per poi pareggiare in casa contro il LASK Linz; servirà uscire quantomeno imbattuti dalla gara di ritorno in Austria per evitare cattive sorprese; anche in Europa League per il PSV il trascinatore è il solito Malen, la cui assenza contro gli austriaci ha inciso nella mancata vittoria; le tre partite finora disputate hanno, inoltre, messo in luce il talento di Mohammed Ihattaren, giocatore anche lui dalle caratteristiche simili a Calvin Stengs ma con 4 anni in meno sulla carta d'identità (classe 2002); dalla comparazione statistica il giocatore dell'AZ mostra una maggior propensione per la fase conclusiva rispetto al giocatore del PSV, mentre le qualità in fase di impostazione/rifinitura si somigliano molto.




Feyenoord


Il bilancio in Europa League per la squadra di Jaap Stam è di una vittoria e due sconfitte in un girone abbastanza complesso composto dai Rangers di Steven Gerrard, il Porto (clamorosamente retrocesso dai preliminari di Champions) ed i campioni di Svizzera dello Young Boys. Guardando le passmaps della squadra di Rotterdam nella partita vinta contro il Porto e comparandola con quella della sconfitta contro lo Young Boys, si evince l'importanza di giocatori come Karsdorp e Tapia nel permettere alla squadra una corretta copertura del campo, fermo restando le difficoltà della squadra a trovare la porta: il riferimento offensivo, il ventenne colombiano Luis Sinisterra, nasce come attaccante esterno, per cui ama svariare più che andare in profondità, questo spiega la difficoltà della squadra ad avvicinarsi con pericolosità alla porta avversaria (come si evince dalle stesse passmaps).


AZ Alkmaar


Girone sicuramente più agevole per l'AZ, inserita nello stesso girone del Manchester United con Partizan Belgrado ed Astana. Sicuramente la vittoria contro l'Astana (6-0) e la grande prestazione contro il Manchester United (0-0 ma con grandi rimpianti per una partita completamente dominata) dimostrano il valore della squadra di Arne Slot anche al di fuori dell'ambito nazionale. La vittoria contro l'Astana ha portato cinque giocatori nella top 11 di giornata della competizione pubblicata da WhoScored. Oltre ai già citati Stengs e Boadu, la partita contro l'Astana ha riportato alla luce il talento di Oussama Idrissi, già cercato dal Napoli la scorsa estate, il regista Koopemelners, ventunenne capitano abile sia in fase di impostazione che in fase di protezione della difesa e con 7 goal all'attivo in questa stagione, ed infine il terzino destro Svensson, prima scelta dei difensori in fase di impostazione quando è necessario allargare il campo.




CONCLUSIONI

L'Ajax è senza ombra di dubbio la squadra guida del movimento olandese in questo momento, la capacità della società di scovare talenti, ed una guida tecnica in grado di valorizzarli adeguatamente, dopo anni in cui i lancieri avevano fallito in tal senso, trascinando sul fondo l'intero calcio olandese, stanno permettendo un miglioramento complessivo del movimento che, a novembre, salvo clamorose sorprese, dovrebbe festeggiare il ritorno in una grande competizione internazionale dopo le assenze all'Europeo di Francia nel 2016 ed al Mondiale di Russa nel 2018.

venerdì 25 ottobre 2019

Cosa vedere nel weeekend #8


Terminata la parentesi europea, stasera si torna subito in campo per i campionati; gli accadimenti degli ultimi giorni aprono nuovi quesiti sui principali campionati, con serie A, Liga e Ligue 1 che sembrano aver già trovato un loro indirizzo, mentre Bundesliga e Premier risultano parecchio equilibrate ed aperte a diverse sorprese.

IL BAYERN PUÒ VINCERE LA BUNDESLIGA SENZA DIFESA?

L'infortunio di Sule sabato scorso ad Augusta ha dato il via ufficialmente all'emergenza difesa in casa Bayern: la squadra di Kovac fa molto fatica in difesa, con il colosso ex Hoffenheim unico a livello individuale in grado di tenere in piedi il reparto arretrato; il suo infortunio (unito a quello di Hernandez in Champions) apre innumerevoli quesiti per una squadra che ha il miglior attacco (ed il miglior attaccante in assoluto in questa prima parte di stagione, Lewandovski ha sempre segnato con la maglia del Bayern in questa stagione) ma che registra una difesa al settimo posto con 10 goal subiti in 8 partite. 
La partita di sabato contro l'Union Berlino (non proprio un avversario impossibile) ci dirà quali soluzioni Kovac vorrà mettere in piedi per ovviare all'emergenza che sarà tale fino alla pausa invernale, periodo in cui i bavaresi dovranno affrontare, però, tutte le squadre assiepate nel calderone di 9 squadre in 2 punti (escluse Schalke e Lipsia); se il tecnico croato riuscirà a far funzionare la difesa pur in una situazione di simile emergenza, allora la strada verso l'ottavo titolo consecutivo sarà presto tracciata, altrimenti sarà una grandissima lotta a cui tutti lassù vorranno partecipare rendendo la Bundesliga il campionato più equilibrato e spettacolare in questa stagione.

LA MISSIONE (IMPOSSIBILE?) DI MACHIN ALL'ESPANYOL


Pablo Machin si è creato una posizione di rilievo come allenatore nella realtà del calcio spagnolo grazie al magnifico lavoro svolto da allenatore del Girona, che ha portato per la prima volta in Liga nel 2017 per poi portare a casa una splendida salvezza l'anno dopo (stagione terminata addirittura nella parte sinistra della classifica); dopo queste due splendide stagioni arriva la chiamata del Siviglia che decide di ripartire da lui dopo l'annata più ombre che luci delle gestioni Berizzo e Montella, sembrava la scelta giusta, il gioco aggressivo ed iper-verticale proposto fa volare il Siviglia in testa dove ci resta fino a dicembre, poi un crollo fisico e mentale che porta il tecnico all'esonero dopo l'inopinata eliminazione in Europa League per mano dello Slavia Praga. Durante l'ultima pausa per le nazionali l'Espanyol lo chiama per sostituire David Gallego e tirare fuori la seconda squadra di Barcellona da una situazione di classifica clamorosamente difficile, ma soprattutto cominciare a costruire un'idea di gioco che produca pericoli per le difese avversarie, visto che ad oggi i pericos sono ultimi sia come goal fatti che come xG prodotti. Nella gara d'esordio contro il Villarreal il 3-5-2 di Machin non sembra aver attecchito, visto che la qualità delle occasioni prodotte è stata ancora pressoché nulla. La trasferta sul campo del Levante segue quella di Europa League, vincente, a Ludogorets, una sconfitta potrebbe davvero rendere la montagna da scalare per Machin molto ripida.

DE BRUYNE-GREALISH, SFIDA TRA RIFINITORI

Il calendario della Premier League mette di fronte in questo weekend Manchester City e Aston Villa, da un lato la squadra che sta cercando di fare la storia del calcio inglese con Guardiola che sta cambiando i paradigmi calcistici del Regno Unito, dall'altra parte una neopromossa che si è trovata negli ultimi tre anni nella scomoda posizione di nobile decaduta dopo essere inopinatamente retrocessa in Championship nel 2016. Due squadre che giocano un calcio molto diverso e che quindi possono dare vita ad un match davvero interessante da seguire, ma non solo a livello di squadra (dove la superiorità del City non è in discussione), quanto a livello di prestazioni individuali, soprattutto a centrocampo, dove da un lato vedremo i tanto osannati (a ragione) De Bruyne e David Silva, ma dall'altro ci sono Grealish e McGinn, le cui prestazioni stanno emergendo a livello statistico in questa stagione, e le cui prestazioni stanno portando i Villans a tirarsi fuori dalle zone basse della classifica; le loro capacità in fase di rifinitura, in esecuzione di un approccio più diretto, spesso derivante dalla necessità di dover agire in contropiede (come vedete, i numeri non sono tanto lontani da quelli dei giocatori del City, pur all'interno di un approccio alla fase di possesso molto diverso) possono essere un grattacapo non da poco per Guardiola, alle prese con gli infortuni che stanno falcidiando tutti i giocatori a cui delegare la pretezione della porta di Ederson (a Laporte ed Otamendi si è aggiunto Rodri).



SAMPDORIA, RANIERI AGGIUSTERÀ TUTTO? 

Dopo la scorsa pausa la Sampdoria ha deciso di porre fine alle proprie sofferenze rescindendo consensualmente il contratto con Eusebio Di Francesco, decisamente una scelta sbagliata in un momento sbagliato per la società blucerchiata. Come lo scorso anno a Roma, a succedere al tecnico abruzzese è arrivato Claudio Ranieri, chiamato a portare la sua esperienza ed il suo approccio tattico più stabile ad un gruppo di giocatori apparso particolarmente confuso sotto la guida di Di Francesco.
La partita d'esordio contro la Roma ha visto una Samp che finalmente è riuscita a limitare l'avversario con un approccio meno aggressivo in fase difensiva ma focalizzato alla chiusura delle linee di passaggio grazie ad un 4-4-2 compatto ed una strategia di gara con i primi 30' chiusi nella propria metà campo per venire fuori alla distanza (come dimostra la progressione degli xG, fonte Understats).
Domenica nel lunch match i doriani avranno la trasferta di Bologna, contro una delle squadre migliori dal punto di vista della produzione offensiva, anche se poco premiata in fase di realizzazione; la prestazione della squadra di Mihajlovic in casa della Juventus ha mostrato anche una forte solidità mentale oltre che una squadra bella da vedere con la palla in possesso.
Il test per il lavoro di Ranieri sarà decisamente importante per capire se davvero il tecnico romano riuscirà anche a Genova a confermare la propria fama di "aggiustatore".




NANTES-MONACO, VINCE LA DIFESA O L'ATTACCO?

La Ligue 1 si è lasciata alle spalle 10 giornate, tante ne sono servite al PSG per mettersi in fuga lasciando alle altre 19 squadre l'onere di rendere interessante il campionato dal punto di vista della classifica; e la classifica alle spalle della formazione di Tuchel è a dir poco interessante con diverse squadre date alla vigilia come degne al massimo di veleggiare per la seconda metà della classifica che, invece, si trovano, al momento, in posizioni che le porterebbero in Champions League.
Un esempio di questo tipo di squadre è il Nantes, allenato da Christian Gourcuff, che si trova al secondo posto in classifica grazie a dei numeri difensivi alquanto sorprendenti, per merito di un approccio molto aggressivo in fase difensiva che ha generato una media di 9.5 tiri subiti a partita (che si riduce a 7.6 quando gioca alla Beaujoire, dove finora non ha ancora preso goal in campionato).
A rompere l'imbattibilità interna dei gialloverdi ci proverà l'indecifrabile Monaco di Jardim, a sua volta a caccia della prima vittoria esterna della stagione trascinati dalla prolifica coppia d'attacco Slimani-Ben Yedder, con il francese che, al momento, il capocannoniere del campionato con i suoi 8 goal, di cui 3 realizzati su assist dell'algerino (migliore connessione assist-gol del campionato).
I due, inoltre, sono rispettivamente al primo ed al quarto posto nella classifica di rendimento del campionato nelle ultime 6 giornate, con l'algerino al terzo posto in assoluto nella classifica dei 5 campionati principali.




giovedì 24 ottobre 2019

I gironi di Champions al giro di boa


Con le partite disputate tra martedì e mercoledì abbiamo raggiunto il giro di boa per i gironi di Champions League, sufficienti a darci qualche indicazione su come sta progredendo il lavoro di alcune protagoniste di questa stagione, ben consapevoli che poi, a febbraio, con le gare ad eliminazione diretta, si vedrà un'altra competizione che, come Alessandro Borghese in 4 ristoranti, può confermare o ribaltare i giudizi che ci permettiamo di esprimere in questa fase.

Delle partite disputate in questi due giorni ho scelto i quattro temi che hanno maggiormente destato la mia attenzione.

PSG A GONFIE VELE

Sembra un deja-vu, con la squadra parigina che domina il girone per poi sfaldarsi a febbraio per varie ragioni. Quello che sembra diverso quest'anno è che, quelli che sono i guai in cui il Paris Saint-Germain si andava a cacciare da gennaio in poi, sembrano essere stati già tutti messi insieme in un burrascoso agosto (addio/non addio di Neymar, infortunio di Cavani e Mbappè, la sconfitta alla seconda di campionato a Rennes) che, dopo un assestamento cercato da Tuchel nel mese di settembre, ora sembra essere alle spalle, anche grazie alle reti di Mauro Icardi ed una squadra che appare più equilibrata rispetto agli altri anni grazie agli innesti di Gueye ed Herrera a centrocampo. Dopo 3 giornate i parigini sono a punteggio pieno con 9 goal fatti e 0 subiti, e, ancora meglio, un solo tiro in porta subito.



LA CHAMPIONS E' TROPPO PER L'ATALANTA?

La sconfitta per 5-1 dell'Atalanta in casa del City rappresenta per la squadra di Gasperini la terza sconfitta in tre partite, con 11 goal subiti ed appena 2 realizzati. I numeri ci sembrano suggerire che il gioco aggressivo di Gasperini basato su un orientamento all'uomo funziona in Italia, dove, evidentemente la qualità tecnica dei giocatori non rende possibile agli avversari aggirare le marcature predisposte dall'allenatore nerazzurro; il dato cambia in Champions League, dove anche squadre come Dinamo Zagabria (ricordate i 10 dribbling riusciti di Dani Olmo?) e Shakhtar Donetsk mostrano un livello tecnico sufficiente a sterilizzare le strategie difensive orobiche.


TER STEGEN E' IL PORTIERE MIGLIORE AL MONDO? 

Il Barcellona nelle ultime settimane si sta lentamente ritrovando, con il centrocampo formato da Busquets affiancato da De Jong ed Arthur a dare geometria ed equilibrio, e con l'attacco rigenerato dal ritorno a tempo pieno di un certo Leo Messi. Ma in Champions, il Barcellona deve ringraziare principalmente il suo portiere: Marc-Andre Ter Stegen è stato decisivo in tutte e tre le partite finora disputate dalla formazioni blaugrana: le sue prestazioni sono confermate dai numeri impressionanti quanto le sue parate.

LAMPARD SA COME FERMARE L'AJAX

L'approdo di Lampard a Stamford Bridge ha rappresentato un forte cambio di strategia da parte della dirigenza russa a capo dei Blues che ha dato il via ad un massiccio ringiovanimento della rosa di cui l'ex centrocampista del Chelsea si è fatto garante, forte della sua posizione di leggenda della società londinese. Dopo un avvio complicato derivante dalla ricerca di un certo equilibrio tra fase offensiva e difensiva e derivante da qualche difficoltà di troppo a capitalizzare quanto espresso in termini di qualità del gioco, adesso il Chelsea di Lampard ha una sua identità, che prescinde dal modulo (si passa, a seconda degli uomini, dal 4-3-3 al 3-4-2-1). 
La vittoria ieri all'Amsterdam Arena sul campo di un lanciatissimo Ajax è il capolavoro di questa prima fase di stagione per Lampard, capace di rendere inoffensiva la manovra di una delle squadre più brillanti di Europa, grazie ad una strategia  di pressing atta ad isolare la batteria di trequartisti della formazione allenata da Ten Hag dal resto della squadra. Il successo della strategia è tutta dimostrata dalla passmap dell'Ajax elaborata dal sito betweentheposts.


domenica 20 ottobre 2019

Manchester United-Liverpool, le pagelle


Quella tra Manchester United e Liverpool è la grande rivalità del calcio inglese (e non solo calcio), i due stadi sono divisi da 52 chilometri in cui si racchiudono 38 titoli (primi e secondi nell'albo d'oro della competizione). Oggi si affrontano due squadre distanti ben 15 punti, con il Liverpool a caccia della nona vittoria su nove ed il Manchester United in totale emergenza che deve fare i conti con una classifica in cui deve, in questo momento, guardarsi le spalle anziché puntare in alto come vorrebbe la tradizione ed il fatturato di cui dispongono i red devils.

La partita, molto tattica ed agonistica, come da tradizione quando si affrontano le due squadre, finisce 1-1 con i reds che raggiungono nei minuti finali uno United che ha chiuso ogni spazio nella propria trequarti per poi ripartire con James, Pereira e Rashford. Per la squadra di Klopp sono i primi punti lasciati per strada in questa stagione, ora il vantaggio sul City è di 6 punti. Per il Manchester United una prestazione che risolleva un ambiente reduce da settimane davvero molto difficili e che lancia un velo di ottimismo nel lungo periodo visti i giovani elementi che oggi hanno brillato ad Old Trafford, su tutti il gallese James, mentre le prestazioni di Wan-Bissaka e Rashford ormai non fanno più notizia.

LE FORMAZIONI




Solskjaer è alle prese con tante assenze (le più importanti sono quelle di Lingard e Pogba, con Martial recuperato in tempo per la panchina, Tuanzebe out durante il riscaldamento), per cui si schiera con un 3-4-2-1 di emergenza che costringe Solskjaer a riesumare Rojo come centrale di sinistra ed Ashley Young che gioca a tutta fascia sulla sinistra.

Klopp deve, invece, rinunciare a Salah (neanche in panchina), lo sostituisce Divock Origi, ma in compenso ritrova tra i pali Alisson, in difesa confermato Matip accanto a Van Dijk.


LE PAGELLE


MANCHESTER UNITED


De Gea  6 - Sembrava che Solskjaer dovesse rinunciare anche a lui, invece il portiere spagnolo ce la fa, l'impostazione difensiva della sua squadra non lo costringe agli straordinari, quando chiamato in causa è sempre pronto.

Wan-Bissaka 6,5 - Il suo recupero è molto importante per il Manchester United, dalla sua parte è sempre difficile, se non impossibile, passare, infatti Robertson deve girare al largo; in fase offensiva è spesso utilizzato dai suoi compagni per supportare James anche se impreciso sui cross. Si abbassa troppo nella ripresa, complice la stanchezza.

Maguire 6,5 - Dirige la difesa a tre come centrale, preciso nelle coperture, dominante sulle palle alte, specie nel secondo tempo, quando il Liverpool cerca di entrare in area tramite i cross.

Lindelof 6,5 - Nel primo tempo agisce Origi nella sua zona, lo tiene quasi sempre a bada, nel secondo tempo agiscono Firmino e Manè nella sua zona, mette la museruola ad entrambi

Rojo 5,5 - Messo in campo in situazione di emergenza da Solskjaer, se la cava senza badare troppo all'estetica, con Maguire e Lindelof chiudono a chiave l'area di rigore di De Gea, rovina tutto con l'errore che porta al goal di Lallana.

Young 5,5 - Si limita, e lo fa molto bene, a tenere Alexander-Arnold lontano da posizioni pericolose, in fase offensiva non si vede mai e quando lo fa non è neanche lontanamente pericoloso, ma d'altronde i 34 anni in un ruolo come il suo si fanno sentire eccome. Colpevole anche lui nel goal di Lallana.

McTominay 6,5 -  Si prende diverse responsabilità, spesso cerca di far partire l'azione palla a terra, tiene la posizione per evitare le ricezioni di Firmino tra le linee, gli riesce talmente bene che Klopp deve cambiare posizione al brasiliano. Cala nella ripresa, è sicuramente la nota lieta di questo difficile inizio di stagione dei red devils.

Fred 6,5 - Non si vede più il giocatore che lo United aveva acquistato dallo Shaktar nell'estate del 2018, tuttavia oggi il brasiliano disputa una partita di grande presenza, lottando su ogni pallone e soprattutto bravo a gestirlo e muoverlo quando in possesso.

Pereira 7 - Partita di grandissima quantità e corsa, nel primo tempo si è messo sulle tracce di Fabinho di fatto annullandolo; nel secondo tempo cerca di mettersi a protezione della sua difesa cercando di chiudere le linee di passaggio ed anche andando a pressare sui portatori di palla mostrando una gran tenuta atletica fino alla fine, chiude il match con 10 palloni recuperati, il migliore in campo.

Dal 92' Williams 

James 6,5 - Autore dell'assist per il goal di Rashford, si muove su entrambe le fasce, vince 6 dei 7 duelli in cui è coinvolto, con il pallone tra i piedi cerca sempre la giocata che crei il pericolo; anche lui ottima rivelazione di questo inizio di stagione.

Rashford 6,5 Soffre lunghi momenti di isolamento li davanti, ma non ha mai smesso di essere pericoloso, soprattutto cerca di giocare nello spazio tra Alexander-Arnold e Matip, contribuendo alla gara prudente del terzino del Liverpool; il goal è un goal da centravanti vero, diffidate da chi pensa che possa essere un attaccante esterno.

Dall' 83' Martial s.v.


LIVERPOOL


Alisson 6 - Incolpevole sul goal, sostanzialmente inoperoso, utilizzato poco nel gioco con i piedi, complice l'assenza di pressing sui difensori da parte dello United; per lui 90' nel tempio del calcio per festeggiare il ritorno dopo l'infortunio che lo ha tenuto fuori per 2 mesi.

Alexander-Arnold 6 Si presenta come il maggior crossatore della Premier League e con un bottino di 12 assist nelle ultime 22 partite, oggi si mostra poco incisivo non ostante Young non gli arrechi alcun fastidio dal suo lato. Con il passare dei minuti riesce a stare più alto ed andare più volte al cross (10 completati) ma da posizioni poco favorevoli per essere pericoloso.

Matip 5,5 Legge malissimo il cross di James sul goal di Rashford, che lo mette in difficoltà anche nella ripresa (4 dribbling subiti), non la sua migliore partita.

Van Dijk 6,5 - Solita partita di personalità, imbattibile sulle palle alte, dalla sua parte come al solito non si passa, decisivo nel primo tempo con una chiusura in anticipo su Pereira che avrebbe portato lo United in vantaggio ancora prima del goal di Rashford.

Robertson 5 -Deludente la prestazione dello scozzese: Wan-Bissaka lo tiene dietro nel primo tempo ed in difesa soffre sia James che Pereira; decisamente una prestazione sotto i suoi standard.

Fabinho 6 - Pereira lo tiene isolato nel primo tempo, ad ogni modo riesce a vincere tutti i duelli in cui è coinvolto, riesce alla distanza a dare comunque il suo contributo.

Henderson 6 - Fatica a trovare la giusta posizione nella ragnatela dello United a centrocampo, nel primo tempo cerca di trovare la giocata per imbeccare le punte, ma le intenzioni non sempre coincidono con le esecuzioni. 

Dal 71' Lallana 6,5 - Ingresso decisivo, segna il goal del pareggio, sfrutta la sua freschezza da subentrato per creare scompiglio nella difesa dello United, lo fa con successo.

Wijnaldum - Nel primo tempo è quello che cerca di disordinare la fase difensiva dello United, vince diversi duelli contro i centrocampisti dello United, nel secondo tempo finisce intrappolato nello schieramento compatto dei red devils ed evapora.

Dall'82' Keita s.v. 

Manè 6 - Dei tre d'attacco è quello che crea più pericoli, dribbla e crea occasioni, ma non tira. Nel secondo tempo Maguire e Lindelof lo annullano.

Firmino 6 - Cerca di dialogare con Manè arrivando anche due volte alla conclusione, ma è poco incisivo, nel secondo tempo Lindelof si mette praticamente ad uomo su di lui e lo tiene lontano dall'area di rigore; non una grande serata ma sa sempre tenere in apprensione la difesa avversaria.

Origi 5,5 - Anche lui soffre la marcatura attenta di Lindelof, per giocare dei palloni si allontana sempre più dall'area di rigore fino a quando diventa del tutto evanescente, Klopp lo toglie dopo un'ora di partita.

Dal 61' Oxlade-Chamberlain Da un minimo di vivacità alla manovra dei reds muovendo più rapidamente la palla anche cercando di puntare la difesa se necessario. Il suo ingresso in campo è decisivo per ribaltare l'inclinazione della partita.

sabato 19 ottobre 2019

Lazio-Atalanta, le pagelle


La serie A ricomincia con il match tra le due squadre più divertenti ed offensive del campionato. Accomunati dall'utilizzo della difesa a tre e da una fase difensiva spesso basata sullo studio attento delle caratteristiche e degli uomini avversari (concetto maggiormente esasperato da Gasperini nell'utilizzo delle marcature a uomo a centrocampo) e da un approccio offensivo molto aggressivo e verticale senza disdegnare la qualità palla al piede, Lazio ed Atalanta tornano ad affrontarsi dopo la finale di Coppa Italia dello scorso anno vinta da Inzaghi e la sfida di maggio dello scorso anno che ha spianata a Gasperini la strada verso la Champions League.

Finisce con un meraviglioso 3-3 che non tradisce le aspettative della vigilia, soprattutto per merito dell'Atalanta, che ci ha regalato un primo tempo di grandissimo livello tecnico; nell'intervallo, sotto di tre goal, la Lazio trova le contromosse giuste che, unite al calo fisico della squadra di Gasperini, permettono alla squadra di Inzaghi di rimettersi in partita e trovare il goal del pareggio al 92' con un calcio di rigore realizzato da Ciro Immobile.

LE FORMAZIONI


LAZIO

La squadra di Inzaghi si schiera con il suo schieramento tipo, unico cambio non programmato è l'avvicendamento tra Lazzari e Marusic a causa del forfait dell'ultimo momento dell'ex Spal; l'altra assenza è quella di Lucas Leiva rimpiazzato da Parolo.







ATALANTA

Gasperini schiera la sua squadra con quello che sembra essere il vestito della stagione 2019/2020, con Muriel (al posto di Zapata infortunato) come riferimento offensivo, supportato da Malinovskiy e Pasalic sulla trequarti, Freuler a protezione dei tre in difesa con Papu Gomez al suo fianco a fare da play-maker ed incursore.




LE PAGELLE

LAZIO


Strakosha 5 - Poteva fare meglio in occasione del secondo goal di Muriel, ma soprattutto nel periodo in cui i suoi erano in balia dell'Atalanta non ha dato una mano rallentando il ritmo di ripresa del gioco buttando la palla spesso sulla testa di Milinkovic-Savic a squadra non schierata e permettendo all'Atalanta di recuperare troppo rapidamente il pallone.

Luiz Felipe 5 - Non è mai riuscito a leggere i movimenti di Muriel, inoltre il primo ed il terzo goal sono arrivati nella sua zona di competenza, non può essere un caso anche se la responsabilità è da condividere con Marusic.

Acerbi 6 - Ha limitato i danni con il suo ottimo senso della posizione (6 intercetti per lui) e la vittoria di tutti i duelli individuali in cui è stato coinvolto, nel momento di massima difficoltà dei suoi avrebbe potuto fare meglio con un minore utilizzo del lancio lungo (vedi quanto detto per Strakosha).

Radu 5,5 - Anche per lui primo tempo difficile, spesso saltato da Malinovskiy, ma uno dei pochi a non mollare, anzi ha cercato più volte di portarsi in avanti con Lulic per dare la scossa ai suoi nei momenti più difficili. Nel secondo tempo, invece, migliora nella fase difensiva e mette anche la museruola ad Ilicic.

Dal 79' Caicedo 6 - Entra per dare peso all'attacco e per tentare il tutto per tutto, non fa un granché ma la sua presenza manda definitivamente in corto circuito i meccanismi difensivi della Dea.

Marusic 4 - Gioca a causa del forfait improvviso di Lazzari, non entra in partita, Gosens fa quel che vuole contro di lui; Inzaghi lo lascia nello spogliatoio durante l'intervallo.

Dal 45' Patric 6,5 - Il suo ingresso, assieme a quello di Cataldi, ha dato maggiore equilibrio alla squadra giocando, sostanzialmente, in più ruoli, prima da esterno dando maggiore spinta nelle fasi iniziali della ripresa, poi accentrandosi aiutando Cataldi in impostazione ed anche in fase di interdizione.

Milinkovic-Savic 5,5 - Non è certo questo l'apporto richiesto dal serbo, surclassato da Masiello nel primo tempo quando con il suo fisico doveva permettere ai suoi compagni di tenere il pallone quando servito sui lanci lunghi, in fase di non possesso addirittura scherzato dal Papu Gomez. Nell'intervallo, tuttavia, il serbo ha ritrovato il focus, merito anche delle modifiche di Inzaghi, si sistema a destra da dove genera 3 passaggi chiave e permette alla sua squadra l'accesso all'area di rigore atalantina. Il voto finale è una media tra il 4 del primo tempo ed il 7 della ripresa.

Parolo 5 - Complice il mancato supporto dei compagni di reparto vede i trequartisti dell'Atalanta sbucargli da tutte le parti mostrandosi inerme contro il ritmo imposto dagli uomini di Gasperini. In fase di possesso non riesce a far ripartire la manovra, insomma in un contesto di questo tipo la sua inidoneità al ruolo si è mostrata in tutta la sua evidenza.

Dal 45' Cataldi 6,5 - Decisamente un'altra storia con il centrocampista cresciuto nelle giovanili bianco-azzurre, ha ricucito il gioco sbagliando pochi palloni aiutando la squadra a risalire il campo, in fase di non possesso chiude la partita con 11 palloni recuperati (migliore dei suoi) che hanno permesso alla sua squadra di fermare le ripartenze dell'Atalanta rendendo possibile la rimonta.

Luis Alberto 5 - Difficile giudicare la prestazione dello spagnolo, sempre bravo a muovere il pallone dove gli spazi sono stretti, ma oggi non è riuscito ad incidere a sufficienza in fase di rifinitura (solo 1 passaggio chiave); ad incidere particolarmente sulla sua prestazione negativa è stata la sua totale assenza dal campo nel momento più difficile per la sua squadra nel primo tempo.

Lulic 6 - Contrariamente a Luis Alberto, il bosniaco è stato l'unico a mantenere la lucidità dei suoi nel primo tempo (assieme ad Acerbi) ed a cercare di dare la scossa ai suoi spingendo sulla fascia sinistra andando anche oltre quella che è al momento la sua reale portata (l'usura data dall'età nel suo ruolo è particolarmente evidente), insomma una prestazione importante a livello di leadership, mentre la tenuta a livello di duelli comincia ad essere non propriamente ottimale.

Correa 6 - La sufficienza la prende perché alla terza grande occasione trova il goal, e non è un goal banale, visto che è quello che rimette la Lazio in partita ed è anche un gran goal; le qualità tecniche del Tucu sono nettamente sopra la media, ma senza concretezza in fase finalizzativa rischia di restare un giocatore normale.

Immobile 6 - Segna 2 goal, entrambi su rigore, sullo 0-3 spreca con il sinistro la palla per riaprire la partita in anticipo, vince 6 duelli su 11 contro i suoi marcatori (a parliamo di due clienti tremendi come Toloi e Palomino), come per Milinkovic-Savic avrebbe potuto fare qualcosa in più nel lottare sulle seconde palle o sui lanci lunghi quando i suoi erano in balia dell'Atalanta nel primo tempo, per questo mezzo punto in meno.

ATALANTA


Gollini 6 - Quasi riesce a parare il rigore del 3-3, si capisce perché Gasperini gli ha concesso la titolarità per la sua capacità di sapere sempre leggere i movimenti della sua difesa coprendo, quando necessario, anche la profondità lasciata dal trio dei centrali in fase di aggressione alta.

Toloi 6 - Come tutta la squadra devastante nel primo tempo, cala nella ripresa, Inzaghi mette Correa da quel lato costringendo il difensore brasiliano a soffrire gli 1 contro 1 dell'argentino. In fase offensiva, le sue proiezioni creano sempre disagio alle difese avversarie, non solo sui calci piazzati.

Palomino 5,5 - Mezzo voto in meno per il fallo da rigore su Immobile che riapre la partita sul risultato di 3-0. Dei tre centrali è quello designato a stare in copertura, chiude la partita con 6 intercetti, mostrando un ottimo senso della posizione, soffre, invece, i duelli individuali con Immobile.

Masiello 6 - Dominante nel primo tempo, Gasperini gli assegna addirittura la marcatura di Milinkovic-Savic e lo domina addirittura anche nel gioco aereo; lo sforzo fisico per lui è enorme e nella ripresa cala e va in difficoltà quando su quel lato Inzaghi tiene Patric molto alto costringendo più volte Masiello a rincorrerlo mostrandone qualche limite se preso in velocità. Gasperini lo toglie a 15' dalla fine.

Dal 74' Kjaer s.v. - Entra in campo allo scopo di limitare Milinkovic-Savic prima e Caicedo poi, poco coinvolto.

Hateboer 6 - Bello il suo duello con Lulic sulla fascia, le da e le prende, in fase offensiva viene coinvolto meno di Gosens viste le difficoltà di Marusic dall'altra parte, ma quando si distende riesce sempre a creare pericoli (3 cross a segno sui 5 tentati).

Gosens 7 - Il suo voto è una media tra l'8 del primo tempo ed il 6 della ripresa. Nel primo tempo è a dir poco devastante, quest'anno inoltre si è evoluto non limitandosi a spingere e coprire sul suo binario (e già non è poco), ma anche tagliando il campo palla al piede mandando nel panico le difese avversarie; suo l'assist per il primo goal di Muriel e sua principalmente la causa della pessima prestazione di Marusic.

Freuler 6,5 - Lo svizzero è l'equilibratore della formazione di Gasperini, in fase difensiva recupera un quantitativo industriale di palloni (15 palloni recuperati, migliore della partita in questa statistica), in fase di possesso, coadiuvato da Gomez fa ripartire l'azione mostrando anche di saper gestire il ritmo quando necessario (56 passaggi riusciti, anche qui migliore della partita), come tutta la squadra anche lui cala nella ripresa. 

Gomez 7,5 - Partita da giocatore totale: imposta, fa il rifinitore e poi il realizzatore, il Papu è la pedina che Gasperini sposta per rinnovare ogni anno lo spartito tecnico e tattico della sua Atalanta. Gioca tutto il secondo tempo con evidenti problemi muscolari, ritorna a giocare da trequartista dopo l'ingresso di De Roon, non molla mai fino alla fine; sul 2-3 ha la palla per chiudere la partita ma non riesce a superare Strakosha in 1 contro 1, ma vista la sua partita lo si può di certo perdonare.

Pasalic 6,5 - Gasperini lo mette a presidiare il mezzo spazio di sinistra, si alterna con Gomez quando c'è da far partire l'azione, si allarga quando Gosens da sinistra taglia verso il centro; il lavoro del centrocampista croato è stato fondamentale per mandare fuori giri i meccanismi difensivi della Lazio. Nella ripresa Gasperini lo toglie per riunire Freuler e De Roon a centrocampo.

Dal 60' De Roon 5 - Gasperini lo inserisce per avere più sostanza a centrocampo, l'olandese, invece, non entra in partita e combina un disastro a tempo scaduto tamponando Immobile e regalando il rigore del 3-3 alla Lazio.

Malinovskiy 7 - Ogni volta che tocca palla è una delizia per gli occhi, mette a segno 5 dribbling, va al tiro 7 volte; Gasperini lo mette nel mezzo spazio di sinistra, speculare alla posizione di Pasalic, sembra essere la sua mattonella preferita, la Lazio non trova il modo per limitarlo, anche lui cala nella ripresa ma questo non rovina le sensazioni che ci ha dato nel primo tempo.

Muriel 6,5 - Segna i due goal che sembrano indirizzare la partita a favore dei nerazzurri; il suo compito è quello di muoversi sul fronte d'attacco, compito svolto alla perfezione, tiene costantemente in apprensione Luiz Felipe; quando si posiziona tra lui ed Acerbi riesce sempre a rendersi pericoloso (5 tiri totali per lui, secondo solo a Malinovsky), Gasperini lo fa uscire perché ha bisogno di gestirlo visto che sarà lui il centravanti fino al ritorno dall'infortunio di Zapata.

Dal 66' Ilicic 5 - Lo sloveno ci ha abituato a giocate e prestazioni migliori, mai pericoloso, chiude con 0 dribbling ed 1 tiro ribattuto da Acerbi, anche se dai suoi piedi sono nate le due grandi occasioni con cui l'Atalanta poteva chiudere la partita. Troppo poco.

venerdì 18 ottobre 2019

Cosa vedere nel weekend #7


E' venerdì ed il conto alla rovescia è terminato, la pausa nazionali è terminata, abbiamo celebrato la qualificazione dell'Italia ai prossimi Europei, ora si ritorna con un weekend in cui abbiamo davvero l'imbarazzo della scelta. Come da consuetudine, ho fatto una selezione dei temi e degli eventi che meritano attenzione in questi giorni.

LAZIO-ATALANTA, LO SPOT PER IL NOSTRO CAMPIONATO?

La serie A ci ha lasciato due settimane fa con la vittoria della Juventus sull'Inter in quello che era il match più atteso della stagione sinora; dopo due settimane si ricomincia con un altro grande match, Lazio-Atalanta, riedizione della finale di Coppa Italia dello scorso anno e scontro tra le squadre indubbiamente più interessanti del nostro campionato da quando Simone Inzaghi e Gianpiero Gasperini hanno iniziato a sedersi sulle rispettive panchine. Da una parte abbiamo una squadra che negli anni si è trasformata in una squadra tecnica (Luis Alberto, Correa, Milinkovic-Savic ormai sempre schierati contemporaneamente da Inzaghi) costruita attorno alle doti realizzative di Ciro Immobile, dall'altra abbiamo una squadra che fa dell'aggressività e della verticalità il suo mantra (maggior numero di xG creati in serie A dietro al Bologna), per cui sarà interessante vedere all'opera la squadra che secondo le statistiche è seconda solo alla Roma per passaggi completati negli ultimi 20 metri, contro la squadra che meno li concede (terza dietro Juventus e Milan).

LA BUNDESLIGA PIÙ EQUILIBRATA DI SEMPRE?

Ok, il titolo è un tantino altisonante, però fa specie vedere sette squadre in 2 punti e dieci squadre in 6 punti: per chi guarda il bicchiere mezzo vuoto la causa è stata l'inopinata sconfitta interna del Bayern Monaco contro l'Hoffenheim nella giornata che ha preceduto la pausa, per chi guarda il bicchiere mezzo pieno il merito è della qualità tecnica e tattica a disposizione di buona parte delle squadre della massima serie tedesca. In questo quadro della situazione le partite di maggior interesse sono quelle di questa sera, con l'Eintracht Francoforte rivoluzionato dalle cessioni di Haller, Rebic e Jovic che affronta al Waldstadion il Bayer Leverkusen di Bosz in un sempre affascinante contrasto di stili tra i padroni di casa votati ad un calcio verticale ed il gioco di possesso e riaggressione tanto amato dall'allenatore ex Ajax.

Ma il proscenio è per la sfida di sabato alle 18.30 tra il Borussia Dortmund altalenante di Favre e la capolista Borussia Moenchengladbach, allenata dall'ex allenatore del Salisburgo Marco Rose, che sta portando, almeno in campionato, la propria filosofia in un contesto tecnico molto interessante (su tutti la coppia d'attacco formata da Pleà e il figlio d'arte Marcus Thuram) dove il lavoro dell'allenatore austriaco ha portato grandi miglioramenti in fase offensiva, dove i numeri in termini di xG fino a questo momento sono inferiori (ma davvero di poco) al solo Bayern Monaco.

I dati offensivi del Moenchengladbach, fonte StatsBomb

GRANADA-OSASUNA, NON DUE SEMPLICI NEOPROMOSSE

Tra i maggiori spunti emersi nelle prime giornate della Liga spagnola c'è sicuramente il rendimento eccezionale di due delle tre neopromosse, ossia Granada ed Osasuna che questa sera si affrontano nell'anticipo. La squadra andalusa, non ostante la sconfitta al Bernabeu prima della pausa si trova al quarto posto in classifica merito di un approccio tattico camaleontico che le permette di mantenere una certa solidità difensiva costringendo gli avversari a soluzioni di tiro non particolarmente efficaci, mentre in fase offensiva sfrutta le doti in velocità dell'ex Udinese Machis in riaprtenza, ma la vera arma offensiva della squadra di Diego Martinez sono i piedi educati di Montoro, letali in situazioni di gioco fermo, difatti il Granada è la squadra con il maggior numero di realizzazione su situazione di palla inattiva. Dall'altra parta la squadra di Pamplona ha assorbito lo stile iper-aggressivo del suo allenatore Jagoba Arrasate, con una produzione offensiva basata sulla distribuzione del gioco degli esterni per portare rapidamente il pallone in area dove la squadra di Pamplona può sfruttare le doti in area di Chimi Avila, vero trascinatore ed esemplificazione sul campo dello spirito del proprio allenatore.

Il manifesto del gioco verticale dell'Osasuna

L'altra neopromossa, ossia il Mallorca, ospiterà sabato sera l'indecifrabile Real Madrid di Zidane, in testa alla classifica non ostante le mille (giustificate) perplessità che circondano l'operato delle merengues. Il Barcellona di Valverde, invece, deve iniziare a trovare continuità anche al di fuori del Camp Nou, per cui avremo risposte dalla trasferta basca sul campo dell'Eibar; altri due match da seguire saranno sicuramente la sfida del Wanda Metropolitano tra l'Atletico Madrid ed il Valencia di Celades e l'esordio di Machin sulla panchina dell'Espanyol contro il Villarreal.

COME SI PUÒ FERMARE IL LIVERPOOL?

Il distacco di 8 punti che il Liverpool ha creato sul Manchester City in sole 8 giornate è il più alto divario nei maggiori campionati, a questo punto è opportuno chiedersi come il City riuscirà a colmare questo divario, ma soprattutto come e chi sarà in grado di togliere punti alla formazione di Klopp (a punteggio pieno con 8 vittorie in 8 partite). Ad Anfield Road il titolo manca da ormai 30 anni, per cui sembra evidente come la strategia di Klopp sia quella di focalizzarsi maggiormente sulla Premier, almeno stando a quanto visto in Champions sinora; tuttavia non mancano i difetti e le imperfezioni ai reds ma al momento tutto sembra stia girando nel verso giusto, e le ultime due vittorie contro Sheffield United e Leicester lo testimoniano, ma attenzione, domenica nel tardo pomeriggio ci sarà la sfida all'Old Trafford contro il Manchester United, sfida sempre ricca di fascino e tradizione e che già lo scorso anno è costata il titolo a Salah e compagni; il Manchester United che attende domenica il Liverpool sembra essere una squadra allo sbando, soprattutto l'abulia offensiva preoccupa i tifosi dei red devils che, a questo punto, devono appellarsi all'orgoglio (ed al ritorno di Martial dall'infortunio) della giovane squadra allenata da Solskjaer, per fermare i loro grandi nemici. 

Dall'altra parte della lotta per il titolo c'è il Manchester City di Guardiola, inaspettatamente distante otto punti, pur essendo nettamente avanti nelle classifiche di rendimento sia difensive che offensive, eppure le sconfitte patite a Norwich e quella interna contro il Wolverhampton prima della pausa hanno messo a nudo le difficoltà dei citizens quando gli avversari riescono, con molto coraggio, a superare la pressione degli uomini di Guardiola. L'infortunio di Laporte ha notevolmente complicato i piani del City in fase difensiva, costringendo il tecnico catalano a schierare Fernandinho in difesa e Gundogan accanto a Rodri a centrocampo per pulire l'uscita del pallone dalla trequarti, ed è proprio questo duo che in fase passiva mostra ancora qualche difficoltà: attenzione, il City domina ancora le partite e produce tantissimo e subisce pochissimo, ma quando subisce concede all'avversario sempre situazioni offensive molto favorevoli (vedi grafico StatsBomb sugli xG concessi per tiro subito). Sabato sera la trasferta di Selhurst Park contro il Crystal Palace (grandissima sorpresa di questo inizio di stagione) ci dirà se il City è in grande di riprendere il cammino sperando in un regalo dagli odiati cugini dello United.


IL RITORNO DI RUDY GARCIA

A pochi mesi dal divorzio dal Marsiglia, l'ex allenatore della Roma torna in panchina e lo fa in una piazza altrettanto esigente come quella di Lione. Garcia eredita da Silvinho una squadra che era partita con 9 goal fatti e 0 subiti nelle prime due partite, successivamente a questo inizio lanciato il Lione ha raccolto appena tre punti mettendo a nudo i limiti della strategia proposta dal tecnico brasiliano. Il possesso palla esasperato per attirare la pressione avversaria e lanciare in profondità Dembelè e Depay hanno funzionato quando l'avversario aveva necessità di alzare il baricentro per recuperare situazioni di svantaggio, ma è bastato togliere la profondità agli attaccanti per togliere ogni tipo di pericolosità alla manovra. E qui i numeri parlano chiaro, il Lione riesce a costruire tiri prevalentemente da fuori area (solo il Bordeaux ha una percentuale di tiri da fuori superiore a quella del Lione) non riuscendo ad accedere all'area di rigore avversaria con facilità; ad ulteriore dimostrazione di quanto detto sopra c'è anche il dato sulle zone di azione, il possesso palla della squadra lionese avviene prevalentemente nella propria metà campo, mentre il dato sull'occupazione della trequarti avversaria è peggiore solo a quello del Bordeaux. Domani pomeriggio al Groupama Stadium arriva il Digione reduce da due vittorie consecutive e con un atteggiamento tattico prevalentemente difensivo, per cui sarà interessante vedere quale strategia Garcia utilizzerà per riportare i suoi alla vittoria e iniziare la risalita in classifica.


La ripartizione delle conclusioni in porta del Lione, fonte WhoScored
Le zone di gioco del Lione, fonte WhoScored







I QUARTI DI FINALE DELLA RUGBY WORLD CUP



Terminata la fase a gironi, i Mondiali di rugby entrano nella fase più affascinante ed avvincente, non che i gironi non ci abbiano regalato emozioni (vedi il Giappone che ha battuto sia Irlanda e Scozia accedendo ai quarti contro il Sudafrica, vedi la tiratissima partita tra Francia ed Argentina), ma ora ad affrontarsi saranno solo i giganti della palla ovale. Nel weekend si giocano i quarti di finale che andiamo a presentare:

Sabato, ore 9.15, Inghilterra-Australia

E' una sfida che si può ormai definire come un classico della massima manifestazione rugbystica; Inghilterra ed Australia si sono già affrontate in due finali mondiali ed il confronto tra le due nazionali arriva al settimo capitolo nella storia della massima competizione (partita più giocata assieme a Francia-Nuova Zelanda e Galles-Australia; quattro anni fa i wallabies umiliarono gli inglesi a Twickenham sbattendoli fuori dal mondiale di casa nella fase a gironi. Da allora la squadra adesso allenata da Eddie Jones ha aperto un nuovo ciclo che l'ha vista sempre vincente contro la squadra australiana. Gli inglesi hanno, quindi, un 51% di favore del pronostico, tuttavia restano delle incognite dovute al fatto che Ford e compagni al momento non hanno potuto testarsi in maniera seria a causa dell'annullamento della partita contro la Francia e la vittoria più comoda del previsto contro l'Argentina a causa della superiorità numerica goduta praticamente per tutto il match, dall'altra parte gli australiani hanno affrontato tutte le quattro partite del girone ed affrontato (perdendo) il Galles.

Sabato, ore 12.15, Nuova Zelanda-Irlanda

Pronostico sulla carta più chiuso quello della sfida tra gli All Blacks e la formazione irlandese,  con la squadra neozelandese che ha mostrato in questo mondiale di aver terminato con le sperimentazioni dell'ultimo anno, culminate con una Championship giocata col freno a mano tirato, e con l'ultimo precedente tra le due formazioni che ha visto gli irlandesi vincere 16-9. La vittoria della squadra di Hansen contro il SudAfrica ci ha consegnato una squadra non ancora perfetta ma ampiamente superiore alle altre, all'Irlanda servirà una grande prestazione principalmente con l'ovale tra le mani, visto che la formazione neozelandese ha mostrato qualche piccola crepa nella tenuta difensiva, mentre la fase offensiva irlandese si è dimostrata particolarmente incisiva nel corso del girone grazie alla qualità delle proprie terze linee, dove però la sconfitta subita per mano del Giappone ha creato non pochi dubbi sulle possibilità degli uomini di Schmidt che saranno anche privi del centro terza linea Aki, squalificato.

Domenica, ore 9.15, Galles-Francia

Si affrontano la squadra che più ha impressionato nella fase a gironi contro quella che meno ha impressionato. I gallesi sono, a mio parere, la squadra di questa parte dell'emisfero che possiede le maggiori chance di arrivare in fondo alla competizione: la squadra di Gatland è reduce dal grand slam nell'ultimo 6 Nazioni e si presenta con una formazione con un giusto mix tra esperienza (quarto mondiale per il capitano Alun Jones) e gioventù (la seconda linea Josh Adams sembra essere la punta di diamante dei prossimi anni del rugby gallese) e con un roster completo in grado di garantire un'ottima difesa, grande forza offensiva ed anche un utilizzo sapiente e preciso del gioco al piede. Dall'altra parte i francesi sono indicati dagli esperti come la squadra più debole delle otto rimaste in gioco in questi mondiali, e francamente c'è da essere d'accordo: il drop di Lopez contro l'Argentina ha evitato l'eliminazione dal girone, mentre le vittorie contro gli USA e quella di misura contro Tonga hanno alimentato le perplessità sulla formazione francese, evidentemente il cambio generazionale in atto da alcuni anni fatica a completarsi, in ogni caso stiamo parlando della Francia, squadra che sa sempre trovare le giuste forze quando conta, ma è fuori di dubbio che i gallesi siano i grandi favoriti.

Domenica, ore 12.15, Giappone-Sudafrica

In pochi ci saremmo aspettati di vedere i nipponici presenti alla fase ad eliminazione diretta della competizione, ma il cammino della squadra allenata da Jamie Joseph è stato senza ombra di dubbio esaltante, con quattro vittorie in quattro partite inclusi gli scalpi di Irlanda e Scozia; la narrativa della squadra che va oltre i propri limiti in un processo iniziato quattro anni fa con la vittoria di Brighton proprio contro il Sudafrica non può essere sufficiente per spiegare l'exploit dei padroni di casa, ma va aggiunta la capacità di sfruttare al meglio i propri punti di forza, principalmente la velocità del suo estremo Matsushima, ben alimentato dai mediani Matsuka e Tanaka, molto rapidi nel riciclare i possessi in raggruppamento. Il Sudafrica è molto diverso rispetto a quello di 4 anni fa, è reduce dalla vittoria nel Championship quest'estate e si presenta come una delle squadre più fisiche, se non la più fisica, del torneo, con una seconda e terza linea di altissimo livello (specie Etzebeth) e con un roster profondissimo; con questi ingredienti gli springboks tenteranno di sfiancare l'ardore dei giapponesi per poi puntare al loro crollo nelle fasi finali del match.

I PLAYOFF DELLA MLS



L'intervallo tra quella appena passata e la prossima pausa per le nazionali decreterà il vincitore della Major League Soccer, per cui il 10 novembre sapremo se Atlanta sarà stata in grado di confermare il titolo ottenuto lo scorso anno oppure se un'altra giovane franchigia (Los Angeles Football Club) riuscirà a vincere il titolo dopo aver dominato la regular season, oppure Ibra sentendo aria di vittoria riuscirà a portare al titolo l'altra metà della città degli angeli? Andiamo a guardare le sfide con cui si apriranno questi playoff, i cui turni si disputeranno in gara secca in casa della meglio classificata nella regular season.

WESTERN CONFERENCE (vincitrice Los Angeles Football Club)


Come previsto dal nuovo regolamento la vincitrice della Conference è qualificata di diritto al turno successivo, la Western Conference è stata dominata, come già anticipato nel nostro precedente post sulla MLS, dalla franchigia più giovane di Los Angeles, trascinata dalle reti del messicano Carlos Vela, capocannoniere con 34 goal.

Nel weekend quindi si affrontato le squadre dal secondo al settimo posto, le vincitrici raggiungeranno Los Angeles FC nel tabellone delle semifinali.

Minnesota-LA Galaxy

Si affrontano la quarta contro la quinta della regular season. Si gioca in casa della franchigia di Minneapolis (il nuovissimo Allianz Field è però situato nella vicina St. Paul) che è stata per lunghi tratti della stagione al secondo posto nella conference salvo poi calare nelle battute finali della regular season; stando ai valori tecnici delle due squadre il pronostico suggerisce una vittoria dei Galaxy che ovviamente punterà tutto sulle giocate di Zlatan Ibrahimovic, vero catalizzatore della produzione offensiva.

Salt Lake-Portland

La franchigia dello Utah si presenta a questi playoff da terza della Conference, un risultato favorevolmente sorprendente dato che si tratta di una società che non riesce ad attrarre i migliori talenti vista la mancanza di fascino della location ma che comunque è stata in grado di costruire una squadra che cerca di giocare a calcio palla a terra partendo dalla difesa. L'incrocio con Portland, però, non è dei più favorevoli, visto che gli ultimi incroci tra le due squadre ha visto prevalere i Timbers, squadra dall'ottima organizzazione in fase di pressing alto e dall'approccio molto verticale in fase di possesso, anche grazie alle capacità come assistman di Valeri e Blanco, due dei tre trequartisti del 4-2-3-1 dei Timbers.

Seattle-Dallas

Sfida molto interessante tra la seconda e la settima classificata nella regular season: i Sounders si presentano a questa sfida con una striscia positiva nella fase finale della stagione regolare che l'ha portata fino al secondo posto; la squadra allenata da Henderson può  ancora contare sulla classe ed il carisma di Nicolas Lodeiro, centrocampista uruguayano ancora capace di incantare, ora nella posizione di trequartista. Dall'altra parte Dallas si presenta con un finale di regular season in sordina, tuttavia la franchigia texana ha mostrato cose interessanti nel corso della stagione, tra cui un approccio basato su un gioco palla a terra sfruttando poco il centro del campo ma appoggiandosi spesso sugli esterni offensivi e soprattutto le sovrapposizioni dei terzini Cannon e Hollishead. Seattle, vincitrice nel 2016 e finalista nel 2017, non dovrebbe deludere le aspettative e trovare il passaggio al prossimo turno contro la vincente di Salt Lake-Portland.


EASTERN CONFERENCE (vincitrice New York City Football Club)


Dall'altra parte del tabellone la lotta per il primo posto è stata molto equilibrata, ma a spuntarla alla fine è stata la metà di New York di proprietà del Manchester City, di cui condivide il colore della maglia ed il sistema di gioco posizionale marchio di Pep Guardiola, che il tecnico Domènec Torrent traduce con un 3-4-2-1 in cui la coppia Maxi Moralez-Mitrita supporta la punta Castellanos, per loro settimana di riposo in attesa di affrontare la vincente di Toronto-D.C. United allo Yankee Stadium.

Toronto - D.C. United

La formazione canadese, vincitrice nel 2017, dopo una stagione di ricostruzione culminata con l'addio di Giovinco, torna ai playoff come quarta classificata grazie al lavoro dell'allenatore Greg Vanney, abile a trovare un giusto equilibrio nel corso della stagione con una squadra che imposta il gioco prevalentemente palla a terra dalla propria trequarti (quinta in classifica per possesso palla), con una fase offensiva poggiata sulla coppia Pozuelo-Altidore (entrambi in doppia cifra) e con una fase difensiva che si è andata aggiustando in corso d'opera. Il test per la squadra canadese è tutt'altro che semplice, i D.C. United hanno chiuso la regular season al quinto posto ma con una striscia di cinque partite senza sconfitte, inoltre in attacco hanno qualcuno che, quando la posta in palio si alza, sa bene come alzare la voce, lui è Wayne Rooney che, dopo questi playoff lascerà la MLS per tornare in Inghilterra a vestire la maglia del Derby County.

Philadelphia - NY Red Bulls

La terza e la sesta della Eastern Conference si affrontano al Talen Energy Stadium di Chester, casa dei Philadelphia Union, in una partita che promette grande spettacolo, con da una parte la squadra della città della Pennsylvania sempre molto propositiva e sbilanciata con il suo rombo a centrocampo, dall'altra parte la franchigia newyorkese di proprietà del marchio Red Bull, avamposto oltre oceano del progetto tecnico portato avanti in Europa a Salisburgo e Lipsia. con un calcio sempre aggressivo e verticale. Difficile fare un pronostico, il precedente in regular season disputato in casa di Philadelphia ha visto gli Unions rimontare nel secondo tempo due goal di svantaggio.

Atlanta - New England

La partita della Mercedes Benz Arena di Atlanta (uno degli stadi moderni più affascinanti nel mondo) è quella con, probabilmente, il pronostico più chiuso di questo primo turno di playoff. L'Atlanta United intende seriamente confermare il titolo ottenuto lo scorso anno sotto la guida di Gerardo Martino, la cui eredità è stata raccolta da Frank De Boer che, dopo un inizio difficile, ha impostato la squadra con un 3-4-2-1 che permette agli esterni Meram e Gressel di dialogare direttamente con la batteria offensiva che conta gente come Ezequiel Barco, "Pity" Martinez ed il capocannoniere della scorsa stagione Josef Martinez; dall'altra parte i New England Revolutions hanno trovato dei playoff insperati dopo un tremendo inizio di stagione che ha portato sulla panchina l'ex ct statunitense Bruce Arena che ha ridato una quadratura alla franchigia di Foxborough, e chissà che non riesca a piazzare qualche trappola ai campioni in carica.

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