giovedì 7 novembre 2019

Appunti sulla quarta giornata di Champions League


Si è completato anche il quarto turno della fase a gironi di Champions, un turno che ha dato i primi verdetti, ha spianato la strada verso la qualificazione a diverse squadre. Abbiamo preso qualche appunto su ciò che mi ha colpito particolarmente in questo turno.

LE QUALIFICATE AGLI OTTAVI

Il turno del mercoledì sera ha permesso a tre squadre di staccare il biglietto per gli ottavi di finale con due giornate in anticipo, ossia PSG, Juventus e Bayern Monaco.
I francesi passano il turno con 4 vittorie in 4 partite, unica squadra a non aver subito goal (ma devono principalmente ringraziare Navas per il rigore parato ieri sera a Diagne per questo dato), un dato che dimostra che il lavoro svolto da Tuchel in questa stagione sta dando i suoi frutti anche dal punto di vista di una squadra che sembra aver trovato un proprio equilibrio.
La Juventus trova la qualificazione con un gran goal di Douglas Costa, il suo ritorno ha mostrato come i due uomini in più, finora, della Juve di Sarri sono il brasiliano e Gonzalo Higuain, sostanzialmente la Juve a novembre è in testa al campionato ed al girone di Champions senza aver avuto a disposizione il miglior Cristiano Ronaldo, chissà che il portoghese non si stia gestendo per essere pronto a marzo, quando i suoi goal dovranno fare la differenza.
Il Bayern Monaco trova la qualificazione, come il PSG, con 4 vittorie su 4, ma di mezzo i bavaresi hanno trovato mille difficoltà in Bundesliga che hanno portato all'addio di Kovac; il cammino in Champions è stato reso semplice dai goal di Lewandovski (6 marcature, meglio di lui solo Haaland) trascinatore del miglior attacco della fase a gironi (15 goal), ora la dirigenza potrà mettersi alla ricerca del nuovo tecnico che dovrà portare il Bayern Monaco molto più avanti degli ottavi di finali dello scorso anno.

IL CORAGGIO DELLO SLAVIA PRAGA

La squadra ceca sembrava dover essere la vittima sacrificale del girone F, con avversari del calibro di Barcellona, Borussia Dortmund ed Inter. Tuttavia la formazione allenata da Jindřich Trpišovský non si è mostrata timorosa della forza dei suoi avversari, e, pur essendo comunque in fondo alla classifica è stata capace di portare a casa due punti da San Siro e dal Camp Nou e, nel prossimo turno, proveranno a togliere all'Inter il posto in Europa League. Come questo può essere possibile? A livello di qualità individuale i valori non sono eccelsi, ma è il coraggio nell'approccio a fare la differenza: a San Siro la squadra praghese ha mostrato grande aggressività andando a prendere alta l'Inter e recuperando tanti palloni anche nella metà campo nerazzurra; nelle due sfide con il Barcellona, invece, lo Slavia non ha avuto paura di affrontare il pressing blaugrana giocando tantissimo con il proprio portiere Ondrej Kolar, spesso utilizzato dai suoi compagni di difesa per far ripartire l'azione senza mai buttare palla, come testimoniano le linee di passaggio del portiere dello Slavia.



IL SECONDO GOAL DEL LIPSIA A SAN PIETROBURGO

Il Lipsia ha ipotecato la qualificazione agli ottavi di finale nel girone G andando a vincere (dominando) a San Pietroburgo: la squadra di Nagelsmann, che più volte abbiamo esaltato in questo blog, è reduce da una settimana in cui ha realizzato 6 goal al Wolfsburg in Coppa di Germania e 8 goal al Mainz in Bundesliga. Ma oltre alla prestazione è opportuno notare come sia arrivato il secondo goal, che all'apparenza è arrivato su un lancio lungo, eppure il posizionamento dei giocatori del Lipsia lascia intendere un'azione studiata a tavolino da Nagelsmann, uno che di certo non trascura il minimo dettaglio. L'azione parte da un rinvio di Gulacsi che cerca Poulsen defilato a sinistra, il danese spizza all'indietro per l'accorrente Werner, il movimento delle due punte apre la difesa dello Zenith, ne approfittano Forsberg che taglia da sinistra per mandare in rete Sabitzer che, invece, tagliava da destra: azione degna di un playbook cestistico.


LO SPETTACOLO E LA FOLLIA DI DINAMO ZAGABRIA-SHAKHTAR DONETSK

Se l'Atalanta coltiva ancora una remota chance di passare il turno lo deve non solo al pareggio ottenuto contro il City, ma anche al folle pareggio tra la squadra croata e quella ucraina. Oltre alla follia del match pareggiato dallo Shakhtar al 98' su un rigore dato per una gomitata di Theophile-Caterine sul portiere ucraino Pyatov, con la Dinamo che al 93' era in vantaggio per 3-1, c'è da rimarcare la grande qualità di talento a disposizione delle due squadre; da una parte abbiamo ancora visto il talento di Dani Olmo ed Orsic, ma anche un Bruno Petkovic li davanti capace di essere sia un ottimo riferimento per far salire la palla ma anche un attaccante pericoloso quando la squadra sviluppa il gioco sugli esterni; dall'altra parte abbiamo ammirato la catena Ismaily-Taison sulla sinistra, rimasta centrale anche sotto la guida di Castro, il successore di Paulo Fonseca e la grande qualità di Allan Patrick in mezzo al campo.


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