giovedì 28 novembre 2019

Appunti dalla quinta giornata di Champions League



Abbiamo archiviato anche la penultima giornata dei gironi di Champions, una giornata che ha sorriso finalmente alle squadre italiane, con tutte e 4 le contendenti che possono potenzialmente strappare il biglietto per la fase ad eliminazione diretta. Una di queste, la Juventus, aveva giù ottenuto il pass nel turno precedente, martedì sera ha ottenuto anche il primo posto nel girone, una posizione che potrebbe essere molto scomoda dalle altre tre italiane nel seguente modo:
  • Se il Napoli vince il girone, il Liverpool finirebbe in seconda fascia e quindi potenziale avversario della Juventus, assieme a Tottenham e Real Madrid
  • Se Atalanta ed Inter passano finirebbero in seconda fascia e, in quanto italiane, non possono essere pescate dalla Juve, che preferirebbe, invece, trovare nella lista delle papabili uno Shakhtar o un Borussia Dortmund.
  • Se quanto sopra si avverasse l'unico avversario comodo sulla carta per i bianconeri sarebbe la seconda del girone G (una tra Lipsia, Lione e Zenit) o il Valencia, qualora gli spagnoli riescano a far fuori l'Ajax.
Fatta questa opportuna premessa, ecco i miei appunti su questo turno di Champions.

LA PRESTAZIONE DI DE LIGT

Rispetto alla gara d'andata, Juventus ed Atletico Madrid hanno concesso poco alle emozioni ed allo spettacolo nella sfida dell'Allianz Stadium; in un contesto così bloccato (2 tiri in porta per parte) ad emergere sono state alcune giocate individuali, come, ad esempio, la punizione di Dybala (con grande complicità di Oblak), ma soprattutto una serie di importanti interventi difensivi di Mathias De Ligt. Il principale acquisto del mercato estivo bianconero sta progressivamente superando le difficoltà di inserimento iniziali nel sistema difensivo di Sarri (difficoltà prevalentemente di tipo posturale, come emerso dai diversi episodi di falli di mano da lui commessi in area), tuttavia sia contro l'Atalanta che contro l'Atletico il difensore olandese si è mostrato padrone della propria area di rigore.

HAZARD SI STA PRENDENDO IL REAL MADRID? 

Di tutt'altro spessore e spettacolo rispetto alla partita di Torino la sfida del Bernabeu tra Real Madrid e PSG, una partita che aveva poco da dire ai fini della classifica ma che aveva molto da dire per la squadra di Zidane che aveva bisogno di una grande vittoria e di una grande prestazione contro la squadra francese per poter cancellare la pesantissima sconfitta subita a Parigi. La missione è stata solo parzialmente compiuta, nel senso che le Merengues hanno messo a ferro e fuoco la difesa della squadra di Tuchel ma hanno spento la luce dopo il goal del 2-0 di Benzema, facendosi raggiungere nel giro di due minuti dalle reti di Mbappé e Sarabia. Isolando il risultato finale, che ha consegnato matematicamente il primo posto al PSG, il Real Madrid ha realmente mostrato di essere un'altra squadra rispetto a quella dell'andata: a dettare la rinascita del nuovo Real di Zidane sono gli innesti nel sistema della squadra che ha dominato 3 Champions consecutive, ossia Federico Valverde a centrocampo e, soprattutto, Eden Hazard, che, agendo in catena con Marcelo e Kroos, ha assunto il ruolo di catalizzatore del gioco del Real nella trequarti avversaria, un ruolo meglio evidenziato dalle analisi sulle zone di azione della squadra madrilena.


INTER, MISSIONE POSSIBILE

La vittoria dell'Inter a Praga è meno banale di quanto possa sembrare, la squadra ceka ha confermato, al netto dei propri limiti, di essere una realtà europea molto interessante che pratica un calcio molto coraggioso che come dividendo ha portato 2 punti in un girone in cui alla vigilia sembrava preannunciato uno 0 nella casella dei punti, per cui a chi critica l'atteggiamento di Trpišovský (ogni riferimento a Fabio Capello non è casuale) va fatto notare che ha portato a casa due punti in più rispetto a quanto previsto in sede di sorteggio. La premessa nasce dalla necessità di celebrare nel modo giusto la strategia di gara della formazione di Conte ieri sera, in particolare come la coppia di attacco Lukaku-Lautaro Martinez sia ormai centrale nel sistema nerazzurro e come siano i loro movimenti a dettare il gioco della squadra.

Quella che vedete è la grafica dei passaggi ricevuti dalla coppia d'attacco nerazzurra, si evince chiaramente come il belga sia stato utilizzato per spostare il gioco nella metà campo avversaria per poi dialogare con l'argentino che ha ricevuto la maggior parte dei passaggi proprio dal suo compagno di reparto; l'intesa è stata devastante in quel di Praga poiché lo Slavia ha pensato di affrontare i due in parità numerica (nessuno dei centrocampisti ha mantenuto un baricentro più basso a protezione della trequarti) permettendo loro di dialogare costantemente. Il livello di intesa raggiunto dalla coppia d'attacco nerazzurra sembra ormai ad un livello avanzatissimo, un livello che lascia ottimisti in vista della sfida finale a San Siro contro il Barcellona che già ha sofferto tantissimo all'andata il gioco diretto della squadra di Conte per poi risolvere la partita solo grazie alla giocate individuali di Suarez; con i blaugrana già qualificati e sicuri del primo posto è possibile che Valverde lasci qualcuno a casa, per cui l'occasione sembra molto alla portata degli uomini di Conte.


LIVERPOOL, FINALE CON SUSPENSE


Il Napoli è riuscito a complicare la vita dei detentori del Liverpool andando a strappare il pareggio ad Anfield; come l'anno scorso la sfida del San Paolo aveva portato Ancelotti ad inventare Maksimovic terzino destro, la mossa di quest'anno è quella di far partire Di Lorenzo in posizione più avanzata sulla carta, in realtà si è trattato di un passaggio camuffato ad una difesa a 3, con lunghi tratti di difesa a 5 nel secondo tempo, lo scopo era quello di limitare il trio offensivo delle meraviglie del Liverpool e soprattutto tenere a bada i due esterni Joe Gomez (sostituto di Alexander-Arnold) e Robertson, ossia le principali fonti di gioco della manovra di Klopp. In questa maniera il Liverpool, pur dominando la partita, è stato reso innocuo dalla strategia predisposta da Ancelotti, tanto che i tiri concessi hanno avuto una probabilità media di realizzazione pari al 7% (secondo i dati sugli xG del modello di Between the Posts).

Al Napoli per qualificarsi adesso è sufficiente un pareggio nella sfida interna contro il Genk all'ultima giornata, mentre ad essere a rischio è la posizione del Liverpool che, sostanzialmente, dovrà affrontare la trasferta di Salisburgo come una gara di ritorno di uno scontro ad eliminazione diretta in cui parte in vantaggio per via del 4-3 pirotecnico dell'andata; la squadra di Klopp ha mostrato delle falle difensive in questa stagione, per cui affrontare il terzo attacco di questa Champions (16 goal realizzati) non sarà impresa facile e chissà che l'ossessione di riportare sulle rive del Mersey la Premier League non possa giocare un brutto scherzo.

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