venerdì 22 novembre 2019

Cosa vedere nel weekend #11



Dopo la pausa per le Nazionali inizia un ciclo di partite più o meno lungo a seconda del calendario previsto da ciascuna lega in Europa, sicuramente il ciclo in partenza oggi ci porterà fino a Natale e chiuderà la fase a gironi della Champions League e dell'Europa League con i relativi sorteggi per la fase ad eliminazione diretta. Andiamo a vedere quali sono le partite consigliate per questo weekend, su tutti spicca la finale di Copa Libertadores tra Flamengo e River Plate, una partita che potrebbe fare storia.

SERIE A

Il nostro campionato riprende con la lotta a distanza tra Juventus ed Inter, entrambe impegnate in trasferta rispettivamente a Bergamo ed a Torino sponda granata. Mentre la lotta per lo scudetto sembra ormai circoscritta a due squadre, la lotta Champions è ricca di attori, con Lazio e Cagliari che ad oggi occuperebbero i due posti rimasti in palio, ma siamo certi che Roma, Napoli ed Atalanta non staranno li a guardare, per questo anche la sfida di San Siro tra il Milan (in cerca di un senso alla propria stagione) ed il Napoli che nella pausa ha cercato di risolvere la grane interne con la società che ha restituito pieni poteri ad Ancelotti. Ma indubbiamente il match che merita tutte le attenzioni del caso è la sfida del Gewiss Stadium tra l'Atalanta e la Juventus, un match che potrebbe davvero dirci se la Juve di Sarri è battibile oppure no.

ATALANTA-JUVENTUS (Sabato ore 15)


Tanto per cominciare è la sfida tra il miglior attacco del campionato (Atalanta, 30 goal) e la miglior difesa (Juventus, 9 reti subite), e già questo basta per rendere la sfida tra Atalanta e Juventus il match più interessante da seguire, ma ci sono altri spunti a rendere la sfida di Bergamo il match da seguire del weekend di serie A. A livello numerico ci sarà da seguire la sfida tra le due squadre che tirano di più in porta in questo campionato (90 per l'Atalanta, 80 per la Juventus, seconda a pari merito con la Lazio); trattasi di numeri di diversa natura, l'alto numero di conclusioni tentate dalla squadra di Gasperini sono frutto della brillantezza offensiva e del calcio diretto proposto dalla squadra atalantina che quest'anno sta aggiungendo un elevato tasso tecnico sulla trequarti alla già nota capacità di aggredire gli avversari, il dato è supportato, infatti dal valore delle realizzazioni: l'Atalanta ha convertito in rete il 30% dei suoi tiri in porta, la Juventus il 19%; il dato della formazione bianconera è "sporcato" da Cristiano Ronaldo: per caratteristiche il portoghese fagocita spesso e volentieri la produzione offensiva, succedeva al Real Madrid, ora succede anche alla Juventus, tanto che in serie A CR7 è il giocatore che va più volte al tiro (57 conclusioni tentate) ma spesso non da posizioni ottimali come emerge dalla mappa dei suoi tiri effettuati finora in situazione di "open play", ossia escludendo i calci piazzati; la poca efficienza delle sue scelte di tiro sono anche testimoniate dal fatto che i vari modelli di xG hanno calcolato un valore per tiro inferiore al 10%.

Fonte Understats

A livello di metodologia di gioco, le differenze tra Sarri e Gasperini sono già stato oggetto di lunghi dibattiti già quando l'allenatore toscano era alla guida del Napoli, ossia quando l'Atalanta di Gasperini più volte era riuscito a neutralizzare il gioco di posizione di Sarri: inoltre la Juventus sinora ha dimostrato di non essere ancora perfetta quando aggredita (vedi trasferta di Firenze, anche quella giunta dopo una pausa per le nazionali), per cui sarà un grande banco di prova per la Juve di Sarri per capire quanto le idee del tecnico abbiano attecchito sulla squadra; dall'altra parte l'Atalanta ha mostrato di soffrire squadre capaci, con la tecnica, di ovviare alle marcature a uomo predisposte dal tecnico di Grugliasco (vedi post precedenti sul blog), e la Juve di Sarri ha diversi elementi capaci di far saltare il banco da questo punto di vista con il dribbling (Dybala e Douglas Costa su tutti) o con la resistenza al pressing (fondamentale in cui è migliorato a dismisura Pjanic, il giocatore perno del sistema Sarri versione Juventus).

PREMIER LEAGUE

La Premier League ci ha lasciato negli occhi la splendida partita di Anfield che ha portato il Liverpool di Klopp a +8 su Leicester e Chelsea ed a +9 sul City, uscito sconfitto ma non vinto del tutto dallo scontro diretto contro i Reds. Tuttavia gli ultimi giorni sono stati ovviamente incentrati sulla notizia della fine dell'era Pochettino al Tottenham, e già questo bastava per riempire pagine e pagine di giornali e di blog, ma a questo il presidente degli Spurs Levy ha voluto aggiungere un gran colpo di teatro, annunciando dopo meno di 24 ore l'approdo a White Hart Lane di Jose Mourinho, in una storia in cui sia allenatore che squadra vorranno rilanciarsi e costruire un percorso che possa rendere questo ciclo tecnico del Tottenham finalmente vincente. Per questo motivo, pur in presenza in calendario di un match di livello assoluto come Manchester City-Chelsea, è giusto voltare i riflettori verso la sfida del London Stadium tra la squadra di Mourinho ed il West Ham di Pellegrini.

WEST HAM - TOTTENHAM (SABATO ORE 13.30)


L'esordio di Mourinho sulla panchina del Tottenham arriva sul campo di un'altra squadra che sta attraversando un grandissimo momento di difficoltà, ossia il West Ham di Manuel Pellegrini, reduce da una striscia senza vittorie lunga 6 partite, in cui gli Hammers hanno raccolto appena 2 punti: i principali problemi per la squadra claret and blue giungono dalla fase difensiva, frutto delle scelte di mercato dell'allenatore cileno che ha rinforzato l'attacco senza badare al fatto che alla squadra servisse un giocatore di equilibrio a metà campo per non sbilanciare la squadra; i numeri difensivi del West Ham sono pessimi, visto che parliamo della peggior difesa tra le squadre che oggi non sarebbero retrocesse (20 goal subiti), dato che peggiora se parliamo di xG subiti (penultimo posto, solo il Norwich ha fatto peggio finora), il tutto confermato dal dato sulle azioni difensive, con interventi difensivi prevalentemente basati su tackles anziché intercetti (sempre sintomo di una certa improvvisazione in fase difensiva) ed il dato sui tiri in porta subiti, dove il West Ham è terzultimo, peggio di loro solamente il Norwich e proprio il Tottenham.



Le problematiche degli Hammers erano già emerse all'inizio di stagione per poi annacquarsi grazie ad una serie positiva conclusasi con la fine del primo mini-ciclo di partite tra settembre ed ottobre, da quel momento le problematiche si sono acuite.
A Mourinho, invece, arriva in eredità una squadra che si è involuta pesantemente in questa stagione, c'è un numero che avvalora questa tendenza: gli Spurs sono al quinto posto come passaggi riusciti nella trequarti avversaria, mentre il numero di passaggi in area di rigore li pone in una modesta posizione di metà classifica, il che sta a significare che la manovra del Tottenham in questa stagione non trovava sbocchi una volta raggiunta la trequarti avversaria, per cui agli avversari è bastato restare con un baricentro basso per rendere inoffensiva la squadra di Pochettino. I numeri difensivi li abbiamo accennati sopra parlando del West Ham, per cui resta da capire su cosa Mourinho lavorerà in prima battuta: su un miglioramento della fase offensivo o registrando la difesa?

BUNDESLIGA


Il campionato tedesco arriva alla dodicesima giornata con il Borussia Moenchengladbach che è partito in fuga e con le distanze in classifica che si stanno lentamente diradando; sicuramente l'ultimo turno ci ha dato delle indicazioni interessanti grazie alla vittoria pesante del Bayern sul Borussia Dortmund nel Der Klassiken, una vittoria ed una prestazione che ha convinto la dirigenza bavarese a non affrettare la scelta per la nuova guida tecnica; dall'altra parte la posizione della panchina di Favre è meno solida, per cui il tecnico svizzero dovrà trovare delle soluzioni più coraggiose lontano dal Westfalen Stadion per far risalire le azioni della sua squadra e per conservare intatta la propria panchina. Spulciano il calendario la mia attenzione cade sulla sfida di Francoforte dove l'Eintracht affronta il Wolfsburg in una sfida tra due squadre che vogliono dire la loro per la lotta all'Europa.

EINTRACHT FRANCOFORTE - WOLFSBURG (SABATO ORE 15.30)


Il principale spunto di interesse dato da questa partita è principalmente dovuto alla formazione allenata da Hutter, che ha mostrato di aver assorbito al meglio le partenze di Rebic, Haller e Jovic anzitutto dando la titolarità a Gonçalo Paciencia, riserva decisiva nella scorsa stagione e quest'anno capocannoniere della squadra con 5 goal; al contributo di Paciencia si aggiungono gli acquisti di Dost e Andre Silva, chiamati a sostituire, quanto meno numericamente, le partenze eccellenti di quest'estate. A restare invariata è la struttura di gioco predisposta da Hutter, con un 3-5-2 molto flessibile in cui svolge un ruolo centrale nello sviluppo dell'azione Filip Kostic; il serbo ha il compito di muovere il fronte del gioco nella metà campo avversaria, e di imbeccare gli attaccanti con un cross o con una palla filtrante in diagonale.

I numeri del serbo sono evidenziati dal radar di Understat che dimostra come il suo apporto in fase di costruzione e di rifinitura sia decisamente superiore alla media dei pari ruolo.
La sua centralità nel gioco dell'Eintracht è evidente anche nella passmap pubblicata da Between the Posts dove si evince anche lo stile diretto dei passaggi, marchio di fabbrica della strategia di Hutter, teoria rafforzata dalla statistica sui passaggi effettuati nelle trequarti avversaria rapportati ai passaggi totali, dove l'Eintracht è davanti a tutti con una percentuale pari al 10%.










Al Waldstadion arriva, invece, un Wolfsburg che è reduce da una serie negativa di 4 partite senza vittorie, tra cui 2 sconfitte consecutive contro Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen a cui si aggiunge l'eliminazione in Coppa di Germania per mano del Lipsia (sconfitta interna per 6-1) ed una sconfitta in Europa League contro il Gent che ha messo a repentaglio il passaggio del girone; gli ultimi risultati hanno messo a galla i limiti della squadra allenata da Oliver Glasner, il cui assetto molto conservativo ha portato risultati grazie ad una ottima tenuta difensiva (miglior difesa con 10 goal subiti, dato confermato dagli xG subiti pari a 10,76) che le ha permesso di veleggiare nelle parti alte della classifica nelle prime giornate, delegando la fase offensiva al giocatore più talentuoso della squadra, ossia il croato Brekalo che, tuttavia, si sta accendendo ad intermittenza, a questo si aggiunge una bassa qualità di impostazione messa a nudo da sistemi di pressing neanche troppo complessi, come accaduto nell'ultima partita persa in casa contro il Leverkusen.

LA LIGA

Il campionato spagnolo riprende questa sera con la sfida tra Levante e Mallorca; la classifica dopo l'ultimo turno sembra iniziare a delinearsi con 13 squadre in 8 punti ma con le prime tre posizioni occupate dalle big three, ossia Barcellona, Real Madrid ed Atletico Madrid, con i colchoneros appaiati al Siviglia di Lopetegui ed inseguiti dalla Real Sociedad. Sembra lentamente sgonfiarsi il rendimento delle neopromosse terribili Granada ed Osasuna, tuttavia gli andalusi, pur avendo ottenuto solo 6 punti nelle 5 partite hanno mantenuto intatto il proprio livello di prestazioni, soprattutto a livello di tenuta difensiva, per questo sarà molto interessante da seguire il match dello Estadio de Los Cármenes contro l'Atletico Madrid.

GRANADA-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 18.30)


Dopo aver assaporato la testa della classifica la squadra andalusa ha subito tre sconfitte consecutive, frutto di alcune difficoltà nel generare azioni offensive pericolose, questo perché i successi delle prime giornate nascevano dalla capacità di generare occasioni principalmente da calcio piazzato, una opzione che normalmente nel lungo periodo diventa poco efficiente; la pausa sarà servita a Diego Martínez a trovare soluzioni per migliorare la fase offensiva, di certo l'Atletico Madrid non è propriamente l'avversario più adatto per migliorare i propri numeri offensivi. La squadra di Simeone, dal canto suo, ha provato all'inizio di questa stagione a cambiare pelle, con un atteggiamento più votato al controllo della palla e con una fase offensiva maggiormente qualitativa con gli esterni offensivi che occupano i mezzi spazi lasciando l'ampiezza ai terzini; tuttavia Simeone continua a contare sulla solidità difensiva della sua squadra, dato riscontrabile in praticamente tutte le statistiche che la vedono come miglior difesa (8 goal subiti, 9xG subiti, 7 volte porta inviolata) e davanti a tutti nelle statistiche sugli interventi difensivi (primo posto come tackles riusciti, secondo posto come intercetti). In fase offensiva più che la qualità del gioco a mancare è la capacità di realizzazione, difatti i colchoneros ad oggi hanno realizzato meno goal rispetto a quanto prodotto in termini di expected goals, questo perché gli attaccanti non hanno mostrato capacità di trasformare in rete le occasioni prodotte dalla squadra.

I dati elaborati da Understats mostrano come tutti gli attaccanti a disposizione di Simeone abbiano realizzato meno rispetto a quanto il modello degli expected goals suggerisce; l'infortunio di Diego Costa, oltre ad aprire scenari di mercato per coprire il ruolo, porta maggiori responsabilità sulle spalle di Morata che dovrà, adesso, prendere al balzo l'opportunità e mostrare definitivamente il suo reale valore come attaccante; il test contro una squadra che concede raramente opportunità pulite ai propri avversari potrebbe essere l'occasione per cambiare la tendenza e riproporre l'Atletico tra le contendenti per il titolo. 

LIGUE 1

Il campionato francese continua a regalarci spunti di interesse e giocatori interessanti da scoprire, con il Paris Saint Germain che, come da previsioni, sta scavando un solco tra se e le altre squadre, mentre permane l'equilibrio con 11 punti di differenza tra la seconda (il Marsiglia) e l'ultima (il Nimes) che ha anche una partita in meno. Per questa ragione è difficile scegliere una partita di interesse, visto che tutte le partite in calendario in questo weekend hanno qualcosa da raccontare, a partire dalla sfida di stasera al Parco dei Principi dove il PSG affronta il Lille, ancora a caccia di una soddisfazione lontano dal Pierre Mauroy ma in piena lotta per confermare i risultati della scorsa stagione, così come la sfida tra Bordeaux e Monaco con Paulo Sousa e Jardim a caccia di conferme dei progressi evidenziati dalle rispettive squadre nell'ultimo ciclo di partite. Andando a guardare i risultati delle ultime partite, desta molta curiosità la sfida tra il Digione ed il Rennes, due squadre che hanno in comune una merce che, in Ligue 1, è molto rara: entrambe in questa stagione hanno battuto il PSG.

DIGIONE-RENNES (SABATO ORE 20)


In Borgogna va in scena una sfida tra due squadre che stanno mettendo in vetrina giocatori che sicuramente gli osservatori delle squadre europee avranno già messo nel mirino, purtroppo nella vetrina di domani sera non sarà presente il pezzo più interessante, ossia Eduardo Camavinga, centrocampista ancora minorenne e giù elemento centrale del Rennes, fermato per infortunio. In assenza anche di Borigeaud, le attenzioni per la squadra bretone saranno puntati sulla coppia Hamari Traore-Raphael Dias, ossia la catena di destra della squadra allenata da Julien Stéphan, lato da cui viene principalmente indirizzata la manovra, con ottimi risultati specie nelle ultime partite.

La crescita in termini di impatto sulla manovra offensiva da parte di Rafinha è facilmente identificabile tramite l'elaborazione dei suoi dati in termini di xGchain (partecipazione alla manovra + tiri + passaggi) che di xGBuildUp (partecipazione alla manovra che ha portato ad un tiro esclusi tiri e passaggi); la trasferta di Digione ci dirà se la crescita dei numeri verrà confermata anche in trasferta, il che permetterà al Rennes di considerare come coperto il vuoto lasciato dalla partenza di Ismaila Sarr al Watford.
Il test è maggiormente probante nel momento in cui sullo stesso lato di campo agiranno per il Digione la coppia formata dal marocchino Mendyl (ex Schalke) ed il francese Chouiar (rispettivamente 21 e 20 anni), il cui asse sembra il preferito dalla squadra borgognona; inoltre lo spostamento del francese sul mezzo spazio sinistro ha permesso all'allenatore Stéphane Jobard di tentare la carta di un 4-3-3 con il venezuelano Cadiz (l'eroe della vittoria contro il PSG) e il riferimento principale Julio Tavares.
La passmap dell'ulitmo match contro il Monaco denota lo spostamento del baricentro della squadra verso sinistra ed il continuo dialogo tra Mendyl e Chouiar, questa soluzione sta generando maggiore qualità della produzione offensiva, tuttavia è ancora molto povera la fase realizzativa, con la squadra che ha realizzato appena 6 reti su azione a fronte di 10xG creati. Una tendenza che il Digione deve assolutamente risolvere già a partire dalla partita di domani sera per poter puntare alla salvezza.









COPA LIBERTADORES, ATTO FINALE

Domani sera la Copa Libertadores vivrà il suo atto finale, per la prima volta in gara secca in campo neutro, la sede prevista era Santiago del Cile, ma la situazione politico/economica della nazione andina ha consigliato i vertici della federazione sudamericana a spostare la sede più a Nord in quel di Lima, ad affontarsi ci sono due delle squadre più gloriose del SudAmerica, il Flamengo ed il River Plate.

FLAMENGO-RIVER PLATE (SABATO, ORE 21)


Arrivano alla finale probabilmente le squadre più forti, ma la cui forza è data da caratteristiche diverse, da un lato abbiamo il grande talento individuale di cui dispone il Flamengo, dall'altra parte la forza mentale del River Plate, capace sempre di gestire le partite e le situazioni più difficili grazie alla coscienza collettiva costruita sotto la guida di Marcelo Gallardo.
Vedendo le probabili formazioni che scenderanno in campo al Monumental di Lima il pronostico sembra chiuso a favore dei brasiliani, è sufficiente vedere i giocatori di cui può disporre Jorge Jesus per sistemare il 4-2-3-1, con Gabriel Barbosa (il Gabigol ancora di proprietà dell'Inter) supportato da un trio formato da Bruno Henrique, De Arrascaeta ed Everton, a questi si aggiunge l'ex romanista Gerson come mediano e due terzini come Rafinha e Filipe Luis a dare spinta sull'esterno; tutto ciò ha portato la rubo-negro ad una finale di Libertadores che manca dal 1981 con 21 reti realizzate (di cui 12 dalla coppia Gabigol- Bruno Henrique) con capolavoro finale il 5-0 nella semifinale di ritorno al Gremio.



Dall'altra parte ci sono i campioni in carica, il River Plate è a caccia della seconda Libertadores consecutiva, che porterebbe il tecnico Gallardo ad entrare nella storia del club, visto che ne ha già vinta una da calciatore nel 1996 e due da allenatore (2015 e 2018): i Milionarios hanno sostanzialmente mantenuto la stessa intelaiatura della squadra che ha portato a casa il trofeo lo scorso anno, in particolare la difesa a 4 con Armani in porta e la linea formata da Montiel-Martinez Quarta-Pinola-Casco è ormai una filastrocca imparata a memoria, così come l'ossatura centrale del centrocampo formata da Palacios ed Enzo Perez; l'unica perdita rispetto allo scorso anno è quella del "Pity" Martinez, partito alla volta di Atlanta in MLS; in attacco la coppia preferita da Gallardo è quella formata da Borré e Matías Suárez, con Lucas Pratto e Ignacio Scocco pronti a subentrare, tuttavia gli uomini che possono decidere gli equilibri della partita a favore del River saranno le due mezzali De La Cruz e Ignacio Fernandes, due centrocampisti box-to-box che danno alla squadra di Marcelo Gallardo l'anima Rio Platense, toccherà a loro creare fastidi ai terzini del Flamengo ed in fase di non possesso cercare di limitare i tagli verso il centro di Everton e Bruno Henrique, se riusciranno nel loro compito la vita per il Flamengo sarà molto complicata e dovrà fare attenzione a non portare la partita su un ritmo troppo elevato ed intenso a livello agonistico, cosa che porterebbe la partita nell'habitat preferito dal River.


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