venerdì 13 dicembre 2019

Cosa vedere nel weekend #14


Ci siamo lasciati alle spalle l'ultimo turno delle coppe europee, con i 5 principali campionati europei che hanno monopolizzato la fase ad eliminazione diretta della Champions League; adesso ci si butta a capofitto nei campionati che, da qui fino a metà febbraio, saranno padroni del calendario dei club, assieme alle coppe nazionali, per cui da ora inizia la fase in cui probabilmente le classifiche prenderanno la fisionomia definitiva. Il weekend in arrivo ci regala diversi spunti di attenzione, tra scontri diretti, il derby della Lanterna, l'esordo di Gattuso sulla panchina del Napoli, la situazione sulle panchine di Everton ed Arsenal, le trasferte impegnative di Real e Barcellona prima del Clasico di mercoledì prossimo e, per finire, il duello a distanza PSG-Marsiglia in Ligue 1 e, da non perdere, la sfida al vertice della Eredivisie tra l'AZ Alkmaar e l'Ajax reduce dal tonfo europeo.

IL DERBY DELLA LANTERNA VALE LA ZONA SALVEZZA

Genoa e Sampdoria si affrontano nel derby divise da un solo punto ma in una posizione che in pochi preventivavano alla vigilia della stagione, con un Genoa chiamato ad un'annata di riscatto dopo la salvezza risicata all'ultima giornata nella scorsa stagione e la Sampdoria chiamata a ricominciare un ciclo dopo l'addio di Giampaolo alla cui guida la Samp ha sfiorato l'Europa per tre stagioni di seguito oltre a mettere in vetrina tanti giovani gioielli che hanno rimesso in sesto le casse blucerchiate. Alla nuova stagione le due squadre si sono presentate con due nuovi allenatori, Andreazzoli da una parte e Di Francesco dall'altra che non sono riusciti a dare equilibrio alle proprie squadre facendole precipitare in fondo alla classifica, portando le società a sollevarli dall'incarico dopo rispettivamente 8 e 7 giornate di campionato in cui i due allenatori hanno raccolto appena una vittoria a testa; al loro posto le due società hanno scelto opzioni completamente diverse: i grifoni hanno deciso di continuare con idee di calcio propositivo ed offensivo affidando la panchina a Thiago Motta, proveniente dal settore giovanile del PSG; dall'altra parte i blucerchiati hanno virato su Claudio Ranieri, noto per un approccio più conservativo, ma soprattutto per dare certezze alle squadre partendo dalla solidità difensiva.
L'arrivo dei nuovi tecnici ha portato delle modifiche evidenti alle due squadre che ne hanno tratto vantaggio in termini di identità tattica ma che ha modificato solo in parte i risultati, con Ranieri che è riuscito quantomeno a portare fuori la Samp dalla zona retrocessione, cosa non riuscita ancora al tecnico genoano, per questa ragione il derby rappresenta un redde rationem per le due squadre rendendo il derby ancora più pesante in termini di risultato rispetto a quanto già non lo sia per sua tradizione.
Con l'arrivo di Ranieri la Samp ha trovato un maggiore equilibrio, il tecnico romano ha iniziato la propria avventura in blucerchiato con un 4-4-2 molto corto che rinunciava alla fase offensiva ma che ha tolto spazi agli avversari, permettendogli di strappare 3 clean sheets nelle prime 5 partite (lasciando a secco due attacchi particolarmente prolifici come quelli di Roma ed Atalanta); ritrovate le certezze difensive Ranieri è passato al rombo a centrocampo che ha esaltato le qualità ed i movimenti di Gaston Ramirez e di Manolo Gabbiadini, innalzando la qualità della manovra offensiva blucerchiata.

Dalla progressione delle differenze in termini di expected goals si nota ad occhio nudo come il cambio di panchina dopo la partita di Verona abbia portato un cambiamento in positivo per la Sampdoria; inoltre, conclusosi il primo ciclo di partite della gestione Ranieri con il pareggio casalingo contro l'Atalanta, il tecnico romano ha sfruttato la pausa per disegnare un atteggiamento più offensivo che ha pagato in termini di gioco proposto, ma non ancora in termini di risultati, influenzati negativamente dalle difficoltà a livello individuale di diversi elementi della rosa blucerchiata; ora resta da capire come Ranieri vorrà affrontare il derby, se dando seguito ai propositi propositivi o se fare un passo indietro per portare a casa almeno un punto e fermare l'emorragia di tre sconfitte consecutive (seppur immeritate) tra campionato e Coppa Italia.

Dall'altra parte della città il cambio di panchina più che un cambio di mentalità ha portato delle modifiche nell'utilizzo degli uomini a disposizione, sicuramente il giocatore che ha tratto giovamento dalla gestione Thiago Motta è Kevin Agudelo, il ventenne centrocampista colombiano non aveva mai visto il campo con Andreazzoli, mentre Motta lo ha buttato nella mischia nel secondo tempo della partita d'esordio contro il Brescia dove il suo ingresso ha avuto un impatto decisivo sul match, da quel momento il colombiano non ha più lasciato il campo fino al minuto 73 della partita di Lecce dove si è fatto espellere e salterà il derby. 

L'impatto del colombiano sul gioco del Genoa versione Thiago Motta è esemplificato dal grafico elaborato da Soccerment da dove si deduce tramite la statistica sui passaggi chiave (KP90) e sulla sua centralità nei possessi che hanno generato expected goals (xGBuildup90 e xGChain90), per cui chiave della partita per i rossoblu sarà cercare un modo per rimpiazzarlo proprio nella partita più sentita della stagione, considerato il fatto che l'altro giocatore ad avere grande impatto negli ultimi 20 metri è Goran Pandev, anche lui espulso a Lecce e dunque assente anche lui nel derby. L'unica soluzione che sembra presente in rosa per Thiago Motta sembra essere Luka Lerager, tuttavia i numeri in fase di rifinitura sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli del colombiano, tuttavia il danese può fornire quel pizzico di fisicità in più che in una partita dall'alto tasso agonistico come il derby della lanterna può essere decisivo per i grifoni per piegare l'esito della partita dalla propria parte.
Genoa e Samp si presentano quindi a questo derby con diversi progressi dal punto di vista del gioco e della tenuta del campo ma che per cause differenti (mancanza di continuità sui 90' per il Genoa, mancanza di qualità individuale nei blucerchiati) non hanno ancora prodotto i risultati attesi, indubbiamente il derby sarà il test decisivo per entrambe le contendenti ed un risultato positivo potrebbe essere la svolta attesa della stagione.

SUPER SUNDAY IN PREMIER LEAGUE

Con il giovedì di Europa League che ha impegnato Wolves, Manchester United ed Arsenal, il calendario ha messo le tre formazioni nel programma domenicale della Premier League in tre partite di sicuro interesse, con lo United reduce dalle pesanti vittorie contro Tottenham e City che affronta all'Old Trafford il nuovo Everton ora in mano a Duncan Ferguson (in attesa di un manager definitivo?), l'Arsenal (anch'esso in attesa del nuovo manager) che affronta il City all'Emirates ed infine il nostro consiglio di giornata, Wolverhampton-Tottenham.

WOLVERHAMPTON-TOTTENHAM (DOMENICA ORE 15)

In pochi ad inizio stagione avrebbero immaginato ad inizio stagione che questa partita si sarebbe giocata con il Wolverhampton con 1 punto di vantaggio sugli Spurs, eppure tra le trame di questi primi mesi di Premier League si è inserito anche la progressiva ascesa della squadra allenata da Nuno Espirito Santo capace di approfittare delle difficoltà della squadra ora allenata da Mourinho, nonché delle difficoltà di Arsenal e Manchester United, per issarsi fino al sesto posto in classifica a cui si aggiunge il passaggio del turno in Europa League portato a termine con un turno in anticipo. La stagione dei Wolves è iniziata molto presto con i preliminari di Europa League questa estate (dove ha eliminato il Torino) che hanno portato un po di appannamento in campionato, con la prima vittoria arrivata solo alla settima giornata con il Watford, da quel momento in poi la squadra di Nuno ha inanellato una serie di risultati positivi con 17 punti raccolti (uno in più del City, battuto per 2-0 all'Etihad) e sole 8 reti subite (solo il Leicester meglio con 5 reti subite).

Ad essere decisivo nella crescita dei Wolves è stato il passaggio da un più prudente 3-5-2 a un 3-4-3 che permette la convivenza tra Doherty e Adama Traore sulla fascia destra generando una mole offensiva maggiore, questo è confermato dall'analisi degli expected goals: con il passaggio dal 3-5-2 al 3-4-3 (successivamente alla partita con il Chelsea, esclusa la sfida contro il Manchester City) è iniziato un progressivo innalzamento degli xG creati (come indicato dalla linea di tendenza del grafico) ed un progressivo abbassamento degli xG subiti.

A testare i progressi della squadra di Nuno sarà dunque il Tottenham che Mourinho sta cercando di plasmare dopo il termine dell'era Pochettino; al momento in Premier ha portato a casa tre vittorie nelle quattro partite disputate lasciando l'intera posta in palio al Manchester United nella gara del suo ritorno all'Old Trafford dopo l'esonero, ed anche nella trasferta di Monaco contro il Bayern nel match ormai ininfluente di Champions. In sostanza Mourinho ha permesso agli Spurs di tornare a vincere contro squadre alla propria portata senza riuscire ancora ad innalzare il livello contro squadre aventi gli stessi obiettivi se non superiori.

A livello tattico il Tottenham di Mourinho è facilmente riconoscibile con il 4-2-3-1 reso asimmetrico dalla posizione più bassa del terzino sinistro che accompagna i due centrali in fase di impostazione con Aurier liberato da compiti difensivi a condurre il pallone sulla fascia destra, l'ampiezza a sinistra la da Son, giocatore che rispecchia in pieno l'identikit del giocatore tipo voluto da Mourinho; il giocatore che, invece, è rinato sotto la gestione del tecnico portoghese è sicuramente Dele Alli, messo al centro del progetto tecnico, ha ricambiato la fiducia di Mourinho con 3 goal e 3 assist in 4 partite, permettendogli di raggiungere con 9 presenze, lo stesso bottino della scorsa stagione in Premier (5 goal e 3 assist). La trasferta di Wolverhampton ci dirà quale è la vera dimensione degli Spurs in questa stagione, soprattutto in vista del percorso nella FA Cup ed in Champions League, trofei a cui Mourinho vorrà puntare per cominciare a mettere il proprio segno a White Hart Lane, il tutto in attesa di capire come cambierà il roster della squadra dopo la finestra di mercato di gennaio.

STA FINENDO IL DOMINIO DEL BAYERN IN BUNDESLIGA?

La scorsa giornata di campionato ha portato il Bayern Monaco a 7 punti dalla vetta ma soprattutto al settimo posto in classifica; i troppi infortuni in difesa stanno avendo un grande peso per la formazione ora allenata da Flick che, pur producendo moltissimo in attacco (è in testa alla classifica degli xG prodotti, indipendentemente dal modello utilizzato), quando attaccata concede tantissimo, migliore esemplificazione è stata la partita persa a Moenchengladbach sabato scorso, dove si è fatta rimontare dopo aver dominato buona parte della partita, a causa di due goal presi dagli sviluppi di un calcio di punizione prevedibile e su un calcio di rigore generato da un intervento senza senso di Javi Martinez. Chi ne sta approfittando sono dunque lo stesso Moenchengladbach, in testa da diverse settimane ed il Lipsia, reduce da un grande momento di forma e dal passaggio del turno di Champions come prima del girone; il Dortmund insegue le prime due della classe con un ritardo di 5 e 4 punti e che, grazie alla sconfitta dell'Inter contro il Barcellona, ha potuto festeggiare il passaggio agli ottavi di Champions; a mancare l'en plein per le squadre tedesche è stato il Leverkusen, a cui la risalita delle ultime settimane non è bastata a risalire la china nel girone, le aspirine sono attese sabato dal derby contro il Colonia ultimo in classifica e sono chiamate a dare continuità al proprio momento di forma in campionato (10 punti nelle ultime 4 partite).

COLONIA-BAYER LEVERKUSEN (SABATO ORE 15.30)

Colonia e Leverkusen sono divise da 15 minuti di treno, tanto può bastare a dare un senso alla rivalità che può esistere tra le due squadre che si affrontando sabato pomeriggio al RheinEnergie Stadion in situazioni di classifica completamente opposte, con i padroni di casa reduci da una serie negativa di 1 punto nelle ultime 6 partite che l'ha affondata fino all'ultimo posto in classifica; il cambio di allenatore con il passaggio da Beierlozer a Gisdol anziché migliorare le cose sembra anche averle peggiorate, con tre partite disputate con tre moduli diversi ed ancora poche idee messe in campo. Sotto la guida di Beierlozer il Colonia ha provato ambiziosamente un calcio molto aggressivo nel tentativo di recuperare il più rapidamente possibile il pallone ed ancora più possibilmente in zone alte del campo.

 L'approccio del tecnico proveniente dal Regensburg è mostrato a livello statistico dall'indice PPDA, ossia l'ammontare dei passaggi avversari concessi prima di un'azione difensiva, più basso è il numero, maggiore è il livello di aggressività dell'approccio voluto dal tecnico, come si evince dal grafico elaborato sulla base dei PPDA elaborati da Understats, con Beierlozer in panchina il Colonia era sesto in classifica in questa statistica. Ad aggiungere elementi statistici a questo approccio vi è l'alto numero di tackle tentati a partita (meno solo di Paderborn e Lipsia), ma anche l'alto numero di falli commessi (15,8 a partita, squadra più fallosa del campionato) e di cartellini (38, di cui 3 rossi); considerando la debolezza della squadra nella difesa da palla inattiva (0,66 Xg subiti a partita in questo fondamentale, peggio solo il Mainz secondo le elaborazioni di Between the Posts).


Date le circostanze di cui sopra la società ha fatto saltare la panchina di Beierlozer sostituendolo con l'ex Amburgo Gisdol che in queste tre partite ha implementato immediatamente un approccio più attendista (testimoniato dalla regressione nel dato del PPDA del Colonia dal suo arrivo, ho anche indicato il dato relativo al Mainz, nel frattempo passato sotto la guida dello stesso Beierlozer) ma che non ha risolto il problema della difesa sulle palle inattive (secondo i dati Understats 1,52 xG subiti durante la gestione Gisdol, nessuno ha fatto peggio).

Il Leverkusen si presenta dunque a questo derby con l'obiettivo di continuare la propria striscia positiva aperta da 4 partite in Bundesliga a cui si erano aggiunte le vittorie contro Atletico Madrid e Lokomotiv in Champions, serie interrotta dalla sconfitta di mercoledì sera contro la Juventus nella sfida finale dei gironi. Il marchio di fabbrica della squadra di Bosz è la grande aggressività in fase di non possesso (pressione alta fin dalla trequarti avversaria) testimoniata da un PPDA di 7,52 (dato Understats), dato migliore in tutta la Bundesliga, atteggiamento esemplificato dall'azione che ha portato al goal di Bailey nella vittoria all'Allianz Arena contro il Bayern.


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In fase di possesso il Leverkusen se non può affondare come nell'azione sopra, tende a consolidare il possesso (59,7% di possesso palla medio, secondo solo al Bayern Monaco); a Colonia il Leverkusen tornerà ad affrontare una squadra che giocherà con il baricentro basso e la costringerà a fare la partita, per cui vedremo come Bosz, con il ritorno a pieno regime di Havertz e Bailey modificherà il giro palla della squadra, con Wendell che resta basso con i centrali di difesa a consolidare il palleggio mentre Lars Bender o Weiser a destra si associano con Bellarabi per portare l'azione nella trequarti avversaria. Le passmaps delle partite disputate contro Friburgo e Wolfsburg (due squadre che lasciano il possesso all'avversario senza fare grande pressione fino a metà campo) dimostra come il possesso venga consolidato sul lato sinistro sull'asse Sven Bender-Wendell e poi delegando al lato destro il progresso del possesso nella tre quarti avversaria (il 42% degli attacchi del Leverkusen arriva dal lato destro).

















































BARCELLONA E REAL MADRID RIUSCIRANNO A STACCARE LA CONCORRENZA?

La Liga si affaccia alla giornata 17 dopo aver portato tutte le proprie rappresentanti alla fase ad eliminazione diretta delle coppe europee (Barça, Real Madrid, Valencia, Atletico in Champions, Getafe, Espanyol, Siviglia in Europa League) il che mostra la grande competitività del campionato spagnolo, una competitività visibile anche nelle sfide tra squadre non di primo livello, per questa ragione, pur essendo in programma due trasferte importanti per Real e Barça rispettivamente a Valencia e San Sebastian contro la Real Sociedad, la partita scelta per la prossima giornata di campionato è la gara interna del Getafe contro il Valladolid.

GETAFE-REAL VALLADOLID (DOMENICA ORE 12)

La formazione di Pepe Bordalas continua a sorprendere e per il secondo anno di fila si trova a questo punto della stagione a sognare la Champions League, tuttavia, a differenza dello scorso anno, per la squadra della periferia di Madrid, il livello è stato mantenuto inalterato pur in presenza di un appuntamento aggiuntivo come l'Europa League, il cui girone è stato superato con brillantezza grazie alla vittoria netta per 3-0 nella sfida decisiva contro i russi del Krasnodar. Il gioco del Getafe si basa su un 4-4-2 molto solido che si trasforma in un 4-2-4 in fase di possesso; la peculiarità del sistema imposto da Bordalas è la compattezza in orizzontale ed in verticale delle linee, questo permette di recuperare il pallone molto velocemente (PPDA pari a 6,81, i migliori nella Liga), strategia utilizzata anche nella fase offensiva, dove il gioco si basa su passaggi diretti verso le punte per poi andare ad aggredire sulle seconde palle (l'indice OPPDA, ossia il numero di passaggi fatti prima di un'azione difensiva avversaria, è pari a 5,63, il più basso della Liga).

La passmaps del Getafe evidenzia ulteriormente lo stile di gioco; lancio verso le punte e palla indietro (o recupero della seconda palla) su Arambarri che distribuisce il gioco; dallo schieramento si evince, inoltre, la distribuzione in larghezza della squadra di Bordalas, i dati Whoscored evidenziano come lo sviluppo del gioco del Getafe sia distribuito al 38% sulla fascia sinistra, 39% sulla fascia destra e solamente il 23% in zona centrale.









Domenica mattina nell'anticipo mattutino al Coliseum Alfonso Perez arriva il Valladolid, conosciuto ai più per essere la squadra di proprietà di Ronaldo, quello "vero", come amano dire (a ragione) quelli che hanno vissuto il calcio degli anni 90. La squadra bianco-viola, allenata da Sergio González, ha un'identità tendenzialmente simile a quella del Getafe, ossia quella di schierarsi prevalentemente con un 4-4-2 e con un gioco basato sul lavoro degli esterni (il terzino sinistro Nacho è il giocatore che crea più passaggi chiave per partita, 1,1).


Dall'elaborazione dei passaggi in avanti proposta da Between the Posts si evice chiaramente come il gioco del Valladolid sia orientato sull'utilizzo delle fasce laterali (secondo le statistiche di WhoScored il 42% del gioco dei bianco viola si svolge sul lato sinistro ed il 35% sul lato destro), per cui prepariamoci a vedere tanti duelli sulle fasce, tuttavia il Valladolid dovrà fare qualcosa in più rispetto a quanto proposto nelle ultime partite (non segnano da 4 partite) che li ha portati ad occupare l'ultimo posto per xG creati (sempre secondo il modello di Between the Posts).





LA LIGUE 1 SEMPRE PIÙ' LABORATORIO VINCENTE

Perché questo titolo? Ci sono tante ragioni per ritenere la Ligue 1 un campionato in grandissima crescita, anzitutto ci sono dei risultati a segnalarlo: la nazionale campione del mondo è composta da calciatori quasi tutti svezzati da questo campionato (l'unica eccezione che mi viene in mente è quella di Griezmann) che poi vanno a giocare in altri campionati solo perché le scelte strategiche (escluso il PSG) sono quelle di non appesantire i conti, anzi di finanziarli con operazioni di mercato che possono portare a progetti di lungo periodo molto importanti, come testimonia il Lione che ha raggiunto gli ottavi di Champions per il secondo anno di fila, come testimoniano realtà come Lille, Bordeaux, Monaco, Marsiglia e, ultimo in ordine cronologico, Nizza, le quali sono state acquisite da realtà economiche internazionali pronte a tentare di investire nella crescita tecnica ed economica di queste società. E' opportuno segnalare che alcune di queste realtà sono state accolte con molto scetticismo, una di queste è Bordeaux, dove i fondi americani che detengono la proprietà del club girondino sono in fase di disimpegno a causa di frizioni sulla gestione sportiva ed economica. Una situazione, questa, che si protrae da diversi mesi in cui, però, si sta disimpegnando molto bene Paulo Sousa, che ha visto fermata domenica scorsa in quel di Marsiglia una striscia positiva di 5 partite che aveva portato il Bordeaux fino al terzo posto in classifica.

BORDEAUX-STRASBURGO (DOMENICA ORE 15)

Dopo un inizio di gestione tecnica molto complicato, il Bordeaux di Paulo Sousa ha trovato un proprio equilibrio ed una continuità tecnica e tattica che hanno portato la squadra girondina a ridosso della zona europea, una posizione di classifica che, al momento, sembra la giusta dimensione visti gli uomini a disposizione del tecnico portoghese. Infatti la classifica posiziona la squadra di Paulo Sousa al quinto posto dopo aver anche assaporato il terzo posto prima della sconfitta di Marsiglia, tuttavia i numeri esprimono una grande overperformance soprattutto a livello offensivo, dove abbiamo un numero di goal segnati che eccede la quantità di expected goals di +11,69, un dato dovuto principalmente alle grandi capacità di tiro da fuori area di De Preville (capace di prendere la porta per il 50% dei suoi tiri), Adli e di Otavio.

I dati elaborati da WhoScored mostrano chiaramente come la soluzione di tiro più scelta sia il tiro da fuori, soluzione statisticamente poco efficiente ma che al momento sta premiando la formazione di Paulo Sousa (11 reti sinora realizzate sui 28 totali). 
Dato che la statistica rende questi numeri poco sostenibili nel lungo periodo, il Bordeaux dovrà trovare soluzioni di tiro meno complesse per migliorare le proprie prestazioni, Paulo Sousa sembra aver individuato la soluzione in Josh Maja, che ha preso il posto da titolare nelle ultime 4 partite.

La sua mappa di tiro sembra orientata a prendersi conclusioni col giusto grado di pericolosità media, tuttavia è andato al tiro in questo lasso di tempo per 7 volte, realizzando 4 reti, un dato sporcato dalla partita vinta per 6-0 contro il Nimes in cui ha messo a segno 3 reti su 4 tiri tentati. A Marsiglia non ha praticamente preso palla pur facendo un lavoro importante in fase di pressing, se il Bordeaux riesce a dargli maggiori opportunità di tiro ecco che finalmente Paulo Sousa potrà aver trovato la mossa giusta per portare il Bordeaux in alto.

Il testi di domenica contro lo Strasburgo sarà importante proprio per capire se ci siano i margini per portare avanti questo processo di miglioramento della qualità del gioco, questo perché la squadra alsaziana ha gli strumenti adatti a mettere in difficoltà il Bordeaux, soprattutto da quando è passata alla difesa a 4, con una fase di non possesso che costringe gli avversari a spostare il gioco sulle fasce per poi aggredire il portatore, un sistema che ha avuto finora alterne fortune ma che ha quantomeno tirato fuori gli alsaziani dalle zone calde della classifica e soprattutto potrebbe mettere a disagio il possesso palla della squadra di Sousa che spesso va in difficoltà se non può gestire il possesso, come accaduto nella partita persa a Marsiglia la scorsa settimana.

AZ ALKMAAR- AJAX, SHOWDOWN PER LA EREDIVISIE

Domenica alle 16,45 la Eredivisie vivrà il momento di massimo spettacolo visto che ad affrontarsi ci saranno le due squadre migliori del campionato, non solo in termini di punteggio (la seconda classificata che ospita la prima), ma anche in termini di identità tecnica e tattica, difatti probabilmente le due squadre sono il capostipite della rinascita del calcio olandese, con un forte ritorno del lavoro sull'identità e sulle qualità tecniche dei settori giovanili.
Basandoci sulle migliori formazioni possibili delle due squadre che entreranno in campo domenica (basandoci sugli algoritmi di WhoScored) probabilmente vedremo in campo due squadre composte rispettivamente da 4/11 (l'AZ) e 5/11 da giocatori provenienti dal proprio settore giovanile, un dato che non sorprende se prendiamo come riferimento la storia dell'Ajax, mentre lo è di meno per l'AZ che ha iniziato un processo da alcuni anni di potenziamento delle regole di scouting e sviluppo del proprio settore giovanile che hanno portato alla costruzione di giocatori che hanno raggiunto dei livelli di rendimento altissimi grazie ad un lavoro non solo sulle qualità tecniche ma anche sulle capacità di leggere gli spazi in campo (una qualità, quest'ultima, insita nel DNA del popolo olandese e da cui Johann Cruyff e Rinus Michels hanno dato il via alla rivoluzione del calcio totale degli anni '70), ed è così che nello scorso ottobre l'under 21 olandese ha schierato in campo contemporaneamente 4 elementi che ora sono titolarissimi in prima squadra ossia Boadu, Koopmeiners, Stengs, Wijndal e De Wit, con i primi 3 che sono stati autori delle 4 reti con cui i giovani oranje hanno messo al tappeto i pari età del Portogallo.
L'Ajax dal canto suo metterà in campo Mazraoui (e/o Sergino Dest), Veltman, Blind, Van de Beek e Lang, anche loro prodotti del proprio settore giovanile, tornato a sfornare grandi talenti come è accaduto fino alla seconda metà degli anni '90. 
Entrambe le squadre sono reduci da una parentesi europea poco edificante, con l'Ajax clamorosamente eliminato dalla Champions e retrocesso in Europa League per mano del Valencia, e con l'AZ, seppur già qualificato alla fase ad eliminazione diretta dell'Europa League, malamente sconfitto per 4-0 dal Manchester United all'Old Trafford, forse dimostrando che la giovane età della squadra fa ancora brutti scherzi a livello internazionale. La parentesi negativa, tuttavia, non deve far perdere interesse ad una sfida in cui vedremo davvero tanto talento in campo spinto anche dall'approccio offensivo delle due squadre che hanno in comune il dato sul possesso palla (58% AZ contro il 61% dei lancieri) e i dati offensivi mostruosi con Boadu e compagni che viaggiano ad una media di 2,4 goal a partita e la squadra di Ten Hag ad una media di 3,3 goal a partita, insomma una partita da non perdere per chi ama il calcio del talento puro.

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