martedì 20 ottobre 2020

La battaglia tattica di Leeds-Wolverhampton

Il Monday Night della Premier League ha visto affrontarsi ad Elland Road il Leeds di Marcelo Bielsa ed il Wolverhampton in salsa portoghese di Nuno Espirito Santo, due progetti tecnici altrettanto interessanti quanto antitetici tra di loro: da una parte abbiamo un club che ha deciso di affidare la guida tecnica ad un maestro come Bielsa sulla cui carriera esiste una bibliografia infinita e che basa il proprio progetto sulla crescita dei giocatori a livello tecnico e di conoscenza del gioco, dall'altra parte un club gestito sostanzialmente da un agente, ossia Jorge Mendes, che utilizza il club inglese per dare una vetrina di primo livello ai suoi assistiti più importanti.

Ma oltre alla diversa gestione societaria, a livello di campo c'era grande interesse (quanto meno da parte mia) di vedere contrapposti due visioni di calcio agli antipodi, con il gioco rapido e dominante voluto da Bielsa contro la compattezza ricercata dal tecnico portoghese per poi liberare le qualità individuali in uno contro uno dei suoi elementi offensivi, ne è venuta fuori una battaglia tattica da cui ne è uscito vincitore il Wolverhampton ma in cui il Leeds avrebbe meritato decisamente qualcosa in più.







GLI SCHIERAMENTI IN CAMPO 


Il Leeds di Bielsa viene schierato con il solito 4-1-4-1 di base, al centro della difesa Strujik sostituisce Cooper mentre Rodrigo Moreno viene riproposto nella batteria dei quattro uomini alle spalle della punta Bamford; dall'altra parte Nuno si schiera con un 5-3-2 di base dove i due esterni sono Semedo e Saiss, non certo due interpreti iper-offensivi, al centro del campo, invece, viene schierato Pedro Neto e Podence viene chiamato a fare coppia davanti con Raul Jimenez, ma come vedremo tra poco le modifiche allo schieramento sono state molteplici.





LE CATENE DEL LEEDS


Il gioco del Leeds prevede diversi modi per rendersi pericoloso e trovare la miglior soluzione per arrivare rapidamente al tiro cercando di disordinare quanto più possibile lo schieramento avversario, per Bielsa poter aggirare un blocco basso a compatto come quello del Wolverhampton era sicuramente una sfida che avrà stimolato il suo pensiero e questo lavoro si è ben visto nel corso della partita, specie nel primo tempo.

Il primo aspetto che è balzato all'occhio vedendo la partita (e confermato dai numeri, vedi accanto) è stata la capacità di muovere il pallone tramite le catene esterne, con Ayling, Helder Costa da un lato e Dallas ed Harrison dall'altro, coadiuvati dai movimenti dei centrocampisti centrali che andavano a sovraccaricare la zona palla per favorire gli scambi stretti in velocità oppure i cambi di gioco (22 cambi di gioco in tutta la partita, di cui 9 effettuati da Kevin Phillips) e soprattutto poter aggredire immediatamente non appena il pallone veniva riconquistato dai Wolves (17 pressioni effettuate dal solo Rodrigo in tutta la partita).

Questo è un esempio di come lavorava la catena di destra nella prima parte del primo tempo: il pallone portato da Ayling fa uscire Pedro Neto sul terzino del Leeds, lo spazio alle sue spalle viene preso da Klich che si ritroverebbe in una posizione favorevole in zona rifinitura, la scelta dei Wolves è quella di far uscire il centrale Kilman dalla linea difensiva, ma questo genera a sua volta spazio alle sue spalle che può essere attaccato da uno tra Helder Costa, Bamford o anche Rodrigo, in questa maniera i White sono andati al tiro per quattro volte nei primi 15 minuti, tuttavia solo in una occasione Rui Patricio è stato impegnato, ossia un colpo di testa di Bamford al 5'.


IL PASSAGGIO AL 5-4-1 DEI WOLVES


Con un inizio così complesso di partita, Nuno è stato chiamato a trovare delle contromosse per arginare le trame del Leeds, soprattutto per chiudere le linee di passaggio in zona rifinitura che tanti problemi hanno creato ai meccanismi difensivi della squadra.

La risposta dei Wolves, quindi, è stata quella di spostare Podence dall'attacco alla linea di centrocampo in modo da coprire al meglio tutti i corridoi in zona di rifinitura e dare meno scelta ai terzini del Leeds nell'attivare le catene laterali comprimendo tutti gli spazi. Il Leeds ha adeguato il proprio schieramento a questa scelta di Nuno sfruttando la libertà comunque lasciata a disposizione dei terzini di portare palla: non potendo sfruttare la zona rifinitura, ha richiesto ai due esterni di tenere i due quinti dei Wolves quanto più staccati dai centrali ed allo stesso tempo ha richiesto a Klich, Rodrigo e Bamford di invadere l'area di rigore al fine di avere un 3 contro 3 contro i centrali dei Wolves, infatti le statistiche parlano di 7 cross tentati da Ayling e 5 di Harrison dall'altra parte. La modifica, tuttavia, ha premiato Nuno che ha sfruttato la capacità dei suoi centrali di vincere i duelli in area contro gli attaccanti del Leeds, dove spiccano i numeri di Kliman che ha liberato per 9 volte la propria area di rigore (6 Boly, 5 Semedo, 4 Saiss).



LA QUALITA' DEI WOLVES PER DECIDERE LA PARTITA


Le capacità di Nuno di saper leggere le difficoltà della partita hanno permesso ai Wolves di non essere penalizzato dal dominio espresso dal Leeds per lunghi tratti della partita, quasi come se avesse scelto di far sfogare la squadra di Bielsa ed attenderli al varco nel momento in cui non fossero stati più in grado di reggere il ritmo.

Il passaggio al 4-5-1 in fase di non possesso ha innescato meccanismi diversi in fase di possesso una volta che la squadra fosse stata capace di alzare il baricentro:

La strategia, una volta recuperato il possesso del pallone era quello di cercare gli uomini di maggior qualità in grado di risalire il campo e far correre all'indietro il Leeds per recuperare campo e generare situazioni pericolose mediante giocate individuali: il grafico che ho creato qui a fianco ci mostra quanto i Wolves abbiano affidato il pallone a Raul Jimenez e Pedro Neto per raggiungere questo scopo oltre che a Dendoncker; la scelta, non possibile nel primo tempo grazie all'immediata ri-aggressione del Leeds, ha raccolto i propri dividendi nel secondo tempo: l'attaccante messicano ha chiuso la partita con 3 dribbling su 5 riusciti, Pedro Neto addirittura 6 su 11, mentre Dendoncker spicca per i duelli aerei vinti (7 su 7), meno coinvolto, invece, Podence che, però, nel primo tempo ha avuto sul piede l'unica palla goal costruita dai suoi in tutta la prima frazione; l'azione del goal che ha deciso la partita nasce su una giocata personale di Jimenez che conducendo la palla dall'esterno all'interno del campo si è creato uno spazio per una conclusione da fuori area che è terminata in rete grazie alla decisiva deviazione di Phillips.


I CAMBI DEL LEEDS PER L'ARREMBAGGIO FINALE


Per una squadra che fa del ritmo e della corsa i propri fondamenti di gioco, come Bielsa vuole per il suo Leeds, l'utilizzo dei cambi è fondamentale per il tecnico argentino per ovviare al fisiologico calo che la squadra può avere nelle fasi finali della partita, difatti, subito il goal l'obiettivo era quello di ricreare le situazioni viste nel primo tempo sperando anche in una minore tenuta della squadra di Nuno in fase difensiva, così gli ingressi Poveda, di Pablo Hernandez e Raphinha cercano di dare nuovo vigore alle linee avanzate con Ayling e Dallas ad agire da "braccetti" di una difesa che, sulla carta diventa a 3 con l'uscita di Struijk.


Anche l'assalto finale, come si evince dall'immagine qui a fianco, si è incentrato nell'occupare l'area di rigore con tanti uomini (5 contro 5 in questa situazione), una strategia che ha portato in due minuti a due conclusione in zona pericolosa di Pablo Hernandez e di Pobeda (quest'ultima quella che ha generato i maggiori xG secondo Understat) che però si sono frantumate sul muro difensivo dei Wolves.





CONCLUSIONI


La partita è stato davvero molto bella e ricca di spunti, come spesso accade quando si affrontano due squadre che esprimono visioni di gioco diverse sul campo da gioco; i numeri dicono che la partita avrebbe dovuta portarla a casa il Leeds (66% di possesso palla, 13 tiri contro 7) così come anche esposto dal dato degli xG (vedi sopra), tuttavia avere in squadra giocatori di qualità come Raul Jimenez, Pedro Neto (citando solo quelli più brillanti ieri sera) permette a Nuno di costruire strategie di gara in cui può affidare la fase offensiva solo alle qualità individuali di questi elementi. così come è da sottolineare la prestazione dei 3 centrali difensivi, in particolare al quasi esordiante Kilman, classe 1997, alla sua seconda presenza in stagione dopo le 3 collezionate in quella scorsa, oltre alle conferme di Conor Coady, ormai stabilmente nel giro della nazionale inglese, e di Willy Boly.
Leeds e Wolverhampton sono due squadre costruite con principi differenti ma con ambizioni comuni, per questo sarà decisamente molto stimolante seguire il loro cammino anche nel proseguimento di questa stagione.

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