Sunday, 7 May 2023

Le avversarie delle italiane: il Siviglia di Mendilibar

Foto. Pagina Facebook FC Sevilla.

Con le formazioni italiane che continuano a raccogliere grandi risultati in questa stagione di coppe europee, provo ad arrivare alle semifinali di Europa League cercando di analizzare le squadre che andranno ad affrontare le formazioni italiane e che proveranno a rompere lo scenario di una finale tutta italiana a Budapest tra Juventus e Roma.

In questo articolo proverò ad analizzare il Siviglia avversario della Juventus: la formazione andalusa è la regina dell'Europa League, avendone portate a casa ben sei, di cui l'ultima nel 2020 ai danni dell'Inter di Antonio Conte al termine della fase finale disputata in Germania al termine del primo lockdown.

Oggi il Siviglia è allenato da Luis Mendilibar, terzo allenatore che siede sulla panchina del Sanchez Pizjuan dopo Loptegui e Sampaoli. L'ex allenatore dell'Eibar è riuscito a risollevare una squadra che aveva preso una pericolosissima china nella Liga, dove ha sostato per diverse settimane in zona retrocessione. 

Il tecnico basco ha rimesso in piedi la squadra sevilllista usando gli stessi strumenti che gli hanno permesso di tenere nella massima serie spagnola l'Eibar per sei stagioni, ossia un 4-4-2 di base con pochissimi fronzoli ed estremamente diretto. Proprio l'analisi di questa strategia sarà l'oggetto di questo articolo.


LA FORMAZIONE DEL SIVIGLIA

Con l'arrivo di Mendilibar in panchina il Siviglia è passato allo schieramento caro al tecnico basco, ossia una trasposizione fluida a seconda delle fasi del 4-4-2 che, per caratteristiche dei giocatori viene schierato in grafica come un 4-2-3-1.


La formazione tipo del Siviglia sotto la gestione Mendilibar (Fonte: Whoscored).

Quando parliamo di caratteristiche dei giocatori, si può subito intuire di cosa stiamo parlando, specie osservando la linea dei trequartisti alle spalle di En-Nesyri con giocatori che amano occupare lo spazio tra le linee e liberare spazio per le discese di terzini che amano arrivare sul fondo ed occupare l'ampiezza in fase offensiva come Jesus Navas e Marcos Acuna. La coppia di mediani formata da Fernando e Gudelj rappresentano una diga in grado anche di gestire al meglio il pallone. Il 4-2-3-1 del Siviglia è diventato più simile alla struttura della stragrande maggioranza delle squadre dell'alta borghesia del campionato spagnolo, con appunto i terzini che spingono in ampiezza ed i due centrocampisti centrali con compiti di lotta e governo.

LA STRATEGIA DI MENDILIBAR

Il sistema di gioco previsto dall'ex tecnico dell'Eibar è facilmente riconoscibile ed è una versione basca del gegenpressing di stampo tedesco: il pallone deve essere portato immediatamente nelle zone più pericolose del campo ed è in quelle zone che deve essere giocato e conteso all'avversario. Idem la fase di non possesso non prevede la possibilità per l'avversario di giocare il pallone comodamente in possesso ma prova a dettare all'avversario un contesto tattico basato sulle vittorie delle seconde palle.

Come già si evince dalla progressione del dato del possesso palla del Siviglia nel corso del campionato, con Mendilibar vi è stato un ribaltamento totale di strategia, con la squadra andalusa che tiene meno il possesso del pallone. Già sotto la gestione Sampaoli il possesso palla come oggetto per il controllo della partita è andato a scemare come misurato dalla linea di tendenza, ma con l'addio del tecnico argentino abbiamo assistito ad un totale ribaltamento del pensiero tattico di questa squadra. Ma come si concretizza nei fatti questa strategia?

Il primo aspetto si basa su una costruzione diretta usata in maniera molto costante nel corso della partita: il giro palla da dietro attira la pressione avversaria per poi giocare la palla sul portiere: questo è il momento in cui si attiva la costruzione diretta, con l'estremo difensore (che sia Bounou o che sia Dmitrovic, già portiere sotto Mendilibar ad Eibar) che lancia lungo alla ricerca della punta centrale (En-Nesyri o Mir) e da qui costruire situazioni di pericolo. Come sosterrebbe De Zerbi, il lancio lungo per poi andare sulla seconda palla rappresenta un modo di giocare basato sulla scommessa, ma le soluzioni che la squadra andalusa crea con questo approccio sono molteplici.


LA COSTRUZIONE DIRETTA


Passiamo quindi ad analizzare le soluzioni che il Siviglia riesce a creare utilizzando la costruzione diretta dell'azione. Il target di questo tipo di soluzione resta sempre il centravanti, chiamato a vincere il duello aereo con il suo avversario diretto: questo aspetto è curato in maniera tutt'altro che casuale da Mendilibar che cerca di orientare la costruzione diretta verso una zona di campo dove il proprio centravanti possa avere maggiori possibilità di vincere il duello aereo in questione. Una volta vinto il duello aereo ecco come si sviluppa il gioco del Siviglia.

In questo primo esempio si nota subito come oltre al centravanti, il gioco lungo del Siviglia ha come target una zona specifica di campo. Qui il lancio di Dmitrovic va a cercare Mir che ha accanto a se Gil che occupa la zona esterna di sinistra in partenza. Entrambi hanno le spalle alla porta, davanti a loro ci sono Gueye, il centrale di parte di centrocampo, e Telles, il terzino sinistro, pronti a saltare addosso ai giocatori del Villarreal in caso di seconda palla. Numericamente in quello spazio utilizzato dal Siviglia come riferimento per esercitare la costruzione diretta, c'è un 4 contro 3, tanto basta per alzare la possibilità di portare la "scommessa" dalla propria parte.

Situazione simile in questo esempio, cambiano solo alcuni attori: il sostegno frontale alla punta arriva ancora da Gueye ma supportato dal trequartista centrale Oliver Torres. Anche qui il lancio lungo è accompagnato da scelte ben visibili: i giocatori in sostegno sono pronti a vincere e rigiocare la seconda palla; Gil sfrutta la sua velocità per attaccare lo spazio lasciato alle spalle del difensore centrale del Villarreal andato a saltare con Mir, può essere raggiunto sia dalla sponda del centravanti che da una giocata di prima di uno dei due giocatori a sostegno sulla seconda palla.

La partita contro il Manchester United ha mostrato ulteriori soluzioni con cui il Siviglia usa la costruzione diretta come arma offensiva particolarmente efficace: in questo caso il rinvio di Bounou cerca di stanare la lentezza della linea difensiva della formazione inglese con un pallone alle spalle che En-Nesyri insegue sverniciando Maguire in progressione. Il difensore britannico dovrà rifugiarsi affannosamente in fallo laterale complice anche un momento di scarsa comunicazione con De Gea (non sarà l'unico di quella partita).

Anche in questo caso vediamo riproposta la soluzione costruzione diretta ed attacco immediato alla profondità: anche in situazione così poco ragionate all'apparenza, il Siviglia sa usare questa soluzione per manipolare gli spazi concessi dall'avversario. Anzitutto si sceglie di lanciare il pallone con En-Nesyri che va a duello con Maguire sfruttando le difficoltà del centrale inglese per poi permettere a Lamela di attaccare con un taglio lo spazio lasciato alle spalle. Questa soluzione è inoltre facilitata dalla capacità che il Siviglia ha di attrarre la pressione avversaria quando gioca il pallone da dietro.

Quando l'avversario sceglie, come in questo caso, di non andare a contendere il duello aereo per tutelare lo spazio in profondità, per forza di cose si crea spazio tra le linee: con il centravanti marocchino non marcato ed i trequartisti già posizionati alle spalle del centrocampo avversario diventa molto facile creare situazioni in cui quest'ultimi possono ricevere un comodo pallone di sponda ed attaccare immediatamente la difesa avversaria. Anche in questo caso possiamo vedere come sia stata manipolata la pressione alta del Manchester United sfruttando al meglio la costruzione diretta.

Infine, quando l'avversario cerca a sua volta di portare più uomini nella zona dove il Siviglia vuole andare a giocare la seconda palla, la formazione andalusa è pronta a riaggredire l'avversario qualora riesca ad arrivare esso per primo sulla seconda palla. Questa situazione non sempre riesce a generare un pericolo immediato per l'avversario ma permette di mantenere alta al pressione nei confronti dell'avversario.

Questo è sicuramente un punto di forza del Siviglia di Mendilibar, reso ancora più efficace quando l'avversario cerca di andare ad aggredire alto. Sappiamo bene che la Juventus non è una squadra che abitualmente tenga alta la linea di pressione, tuttavia nel doppio confronto contro lo Sporting ed in diverse partite di campionato abbiamo visto la formazione bianconera iniziare la partita con un approccio molto aggressivo per intimorire l'avversario, per cui Allegri deve stare molto attento qualora abbia voglia di giocarsi questa carta nel corso del doppio confronto.


IL GIOCO LATERALE COME SOLUZIONE ALTERNATIVA


Ovviamente non tutti gli avversari si lasciano attirare dal Siviglia alzando la pressione allungandosi preferendo mantenersi compatti e togliendo spazio tra le linee. In genere a questo atteggiamento fa il paio anche una compattezza orizzontale che predilige la chiusura delle zone centrali del campo.

Per questo motivo il Siviglia non può usare la sua arma preferita, ossia la costruzione diretta, e deve quindi cercare soluzioni alternative per aggirare il blocco avversario. Ed aggirare è proprio il termine calzante in quanto la formazione andalusa cerca di sviluppare il gioco per vie laterali.

Quando lo schieramento avversario è già schierato, con una strategia già visibile nelle fasi di attacco tramite costruzione diretta, la squadra di Mendilibar cerca di creare situazioni di superiorità nelle zone esterne. Per ottenere questo viene fatto uso di combinazioni e di connessioni. In questo esempio vediamo la costituzione di un rombo laterale composto dal terzino destro Montiel, i trequartisti Suso e Ocampos e la punta Mir. L'obiettivo è quello di creare triangolazioni e connessioni per ottenere situazioni di superiorità dinamica (per esempio qualora Suso faccia da terzo uomo per servire sulla corsa Ocampos) o superiorità qualitativa (per esempio portando via uomini del Villarreal e servire Suso in uno contro uno con il diretto avversario). Ma qui si può anche notare la presenza dei due centrali difensivi e dei due mediani schierati sia come rete di protezione in caso di perdita palla e controllare le transizioni avversarie sia come soluzione di passaggio per riciclare il possesso se il portatore di palla non ritiene di poter ottenere quelle situazioni di superiorità sopra esposte.

In molte versioni del 4-2-3-1 vediamo spesso situazioni in cui gli esterni offensivi si posizionano da subito nei mezzi spazi tra difesa e centrocampo, invece questo avviene solo quando questi entrano in possesso di palla o sono coinvolti nella catena di sviluppo del gioco laterale. In questo esempio possiamo vedere come la squadra di Mendilibar, schierandosi con la linea dei quattro difensori in costruzione, costringe gli avversari ad aprire le proprie linee generando spazio per i passaggi filtranti: a riceverlo, come detto, non è l'esterno offensivo che si accentra ma il trequartista centrale che si muove alle spalle del centrocampo avversario. Per cui qui Rakitic raccoglie il passaggio filtrante e scambia con Ocampos che può accentrarsi in conduzione creando spazio per la corsa senza palla di Jesus Navas che può fornire una sovrapposizione. Anche qui quindi, seppur partendo da una situazione statica il Siviglia riesce a giocare comunque in maniera verticale lasciando i suoi trequartisti liberi di associarsi tra le linee.

Quest'ultimo aspetto è visibile in questo esempio che riassume entrambi gli esempi sopra esposti: qui è la punta centrale a ricevere il passaggio in verticale spalle alla porta facendo da muro per raggiungere i suoi compagni in zona rifinitura. Qui si vede anche un principio che abbiamo visto analizzando la costruzione diretta: il Siviglia sovraccarica una zona definita di campo e crea connessioni con il terzino Acuna che può essere servito in velocità (superiorità dinamica) o Lamela che può attaccare lo spazio creato dallo spostamento di En-Nesyri che si è aperto per completare il rombo laterale (superiorità posizionale e dinamica). Questa ricerca di connessioni continue in fazzoletti di campo definiti mostrano una ricerca di principi di calcio relazionale da parte della formazione di Mendilibar, una scelta a mio parere molto interessante in quanto mette a proprio agio il tanto talento di cui dispone la squadra nella batteria di trequartisti.

La Juventus dovrà fare un grosso sforzo non solo con la propria linea difensiva ma anche con i propri centrocampisti per cercare di chiudere l'accesso alla zona tra le linee alla squadra sevillista: il tanto talento di cui dispongono in quella zona di campo rappresenta la principale minaccia per la formazione bianconera e Mendilibar sembra aver trovato le chiavi giuste per innescarle sia tramite gioco diretto che tramite un rapido sviluppo laterale del gioco.

Un esempio può essere quello di schierare in non possesso la formazione bianconera con lo stesso 4-4-2 visto contro il Napoli nella recente sfida in campionato, con due linee compatte che chiudono l'accesso alla zona rifinitura, raddoppi sugli esterni e la coppia di centrali difensivi che vanno a limitare la punta centrale nei duelli aerei. Certo rispetto alla partita contro i partenopei servirebbero interpreti meno sacrificati in questi compiti, in ogni caso ritengo che la priorità della formazione bianconera sia quella di fermare la connessione tra la punta ed i trequartisti.



UNA PRIMA PRESSIONE MOLTO AGGRESSIVA


La fase di non possesso del Siviglia di Mendilibar è specchio delle idee di gioco del tecnico basco che sta replicando al Sanchez Pizjuan la strategia espressa negli anni di Eibar, in cui la sua squadra portava il contesto tattico delle partite a fasi di possesso molto rapide e con un grande numero di duelli aerei e di seconde palle da giocare. 

Così quando l'avversario ha il pallone, l'obiettivo è quello di conquistare il pallone molto rapidamente per generare transizioni in zone alte del campo oppure costringere l'avversario a giocare lungo, una situazione che, se non preparata nel modo giusto, rende poco efficaci le fasi di possesso.

Per questo motivo possiamo dire che la fase di non possesso del Siviglia non può prescindere dall'organizzazione della prima pressione. Il 4-2-3-1 con cui si schiera la squadra di Mendilibar è ben visibile proprio in questa fase di gioco, dove il centravanti è colui che da il via alla pressione andando sul portatore di palla mentre i tre trequartisti partono in linea. In questo esempio si nota come la punta centrale Mir vada prima sul centrale del Villarreal in possesso e quando questi scarica la palla all'indietro verso il portiere continua la propria corsa in direzione dell'esterno difensore mentre alle sue spalle partono le scalate per stringere sui giocatori in zona palla, quindi Gil sale sul centrale difensivo, Oliver Torres resta sul proprio riferimento mentre Suso corre verso il terzino sinistro mollando Parejo a Rakitic pronto ad accorciare alle sue spalle. 

L'obiettivo di queste scalate è quello di costringere l'avversario a giocare lungo o forzare la giocata verso un giocatore sotto pressione. In questo esempio si vede ancora meglio quanto esposto in precedenza, ossia con il Villarreal che deve andare a sinistra mentre il Siviglia copre le linee di passaggio e le soluzioni di appoggio sostanzialmente intrappolando la prima costruzione avversaria. Sotto la gestione Mendilibar la squadra andalusa ha creato molte situazioni pericolose andando a sfidare l'insistita costruzione da dietro degli avversari. Il goal con cui sbloccano la partita di ritorno contro il Manchester United nei quarti di finale è proprio frutto di questa strategia di pressione atta a togliere la possibilità di ragionare ai costruttori avversari.




Come si può notare da questo esempio la struttura con il centravanti che inizia la prima pressione ed i tre trequartisti alle sue spalle disposti in linea resta valida, cambia solo la copertura dell'ampiezza che si adegua a quella degli avversari: qui il Manchester United cerca di costruire tenendo larghi i propri terzini, per cui gli esterni offensivi mantengono una posizione più larga per togliere l'opzione laterale alla costruzione avversaria. Anche qui, inoltre si può notare come uno dei due centrocampisti centrali (in questo caso Gudelj) parte più avanti del suo compagno di reparto per andare a scalare sul mediano avversario (in questo caso Casemiro) qualora Rakitic decida di accompagnare la pressione della punta togliendo, quindi, la schermatura della linea di passaggio su di esso.

Questa strategia di pressione del Siviglia è particolarmente riconoscibile e spesso molto efficace, ovviamente l'altro lato della medaglia sta nel fatto che richiede molta concentrazione ed anche molto dispendio energetico, per cui superato in genere il primo terzo di partita questo atteggiamento tende o a mostrare le proprie crepe o ad essere sostituito da un atteggiamento più conservativo, in ogni caso non proprio un affare per la formazione andalusa.


LA DIFESA POSIZIONALE 


Tutto ciò che questa squadra mostra quando si tratta di sfidare frontalmente l'avversario in modalità duello rusticano, tende a sciogliersi quando la partita diventa più ragionata, ossia quando la squadra di Mendilibar fisiologicamente tende ad abbassare il ritmo e cercare di prendere fiato. Come già accennato, questo rappresenta l'altro lato della medaglia dell'approccio proposto dall'ex tecnico dell'Eibar.

Quando l'avversario riesce a superare la prima pressione o quando il Siviglia rinuncia ad un atteggiamento troppo aggressivo mostra di essere poco a proprio agio e molto incline ad errori di posizionamento. In questo esempio vediamo come la squadra cerchi di schierarsi in fase di non possesso con un 4-4-2 classico il cui scopo dovrebbe essere quello di tenere le linee compatte e non permettere all'avversario di far avanzare il pallone rapidamente. Invece si nota come manchi una sorta di sincronia tra linea difensiva e di centrocampo, con i difensori che scappano ed i centrocampisti indecisi se coprire o attaccare il portatore di palla, permettendo un passaggio progressivo tra le linee al Villarreal che genera una situazione molto pericolosa. Come si può notare questo avviene al 42' di una partita giocata a ritmi alti, a dimostrazione che siamo di fronte ad una squadra che quando deve rifiatare perde molto in termini di lucidità e concentrazione. 

Questa problematica porta a dilatare continuamente la zona di rifinitura per l'avversario ed è una situazione che può avvenire quando la prima pressione viene aggirata, magari con una triangolazione o con una conduzione individuale. Qui si può vedere sia il tanto spazio che si crea tra le linee sia il fatto che una volta superata la prima pressione lo spazio da coprire per i centrocampisti all'indietro è davvero tanto e la linea difensiva del Siviglia da sola non sempre è in grado di gestire questo tipo di situazioni, tanto più che in questa stagione hanno perso sia Kounde che Diego Carlos, due fenomeni nel gestire anche individualmente le transizioni avversarie o gli attacchi a campo aperto.

Se la Juventus, quindi, riuscirà ad organizzare delle ripartenze in grado di sfruttare al meglio quello spazio tra le linee, allora potrebbero crearsi delle situazioni interessanti da esplorare ma, rispetto per esempio alla doppia sfida contro lo Sporting, sarà necessario fare in modo che i due elementi più avanzati (Vlahovic e Di Maria per esempio) non restino isolati dal resto della squadra e che entrambi possano essere sempre connessi tra di loro. 


CHE PARTITA ASPETTARSI DA JUVENTUS-SIVIGLIA


In queste settimane si è fatto principalmente riferimento a discorsi relativi al DNA per stabilire determinati accadimenti in campo europeo, da un lato si parla della capacità della Juventus di perdersi ad un passo dal traguardo nelle coppe europee, dall'altra della mistica del Siviglia in relazione all'Europa League. 

Il raggiungimento della semifinale da parte della squadra andalusa ha poco a che fare con vicende relative a questioni mistiche, quanto frutto dell'impatto che Mendilibar ha portato a Siviglia nelle poche settimane di lavoro: la squadra sevillista è decisamente diversa da quella che abbiamo conosciuto negli ultimi anni e questo l'ha resa molto imprevedibile per chi l'ha dovuta affrontare in questo mese, con squadre che magari hanno preparato l'impegno contro Rakitic e compagni basandosi sulla versione di questa squadra vista fino a fine marzo.

Il doppio confronto tra Juventus e Siviglia si giocherà molto su ciò che accadrà negli spazi tra difesa e centrocampo, ossia quello spazio di cui la squadra spagnola si nutre per rendersi pericolosa ma che allo stesso tempo concede quando presa alle spalle delle sue linee di pressione. Dall'altra parte la Juventus è una squadra che cerca sempre di chiudere quegli spazi.

Ma l'altra chiave della partita si giocherà molto sull'intensità e sul ritmo, Juventus e Siviglia sono due squadre che hanno in comune la tenuta dei ritmi alti nel corso della partita, per cui anche la gestione dei momenti delle due partite potrebbe rappresentare il discrimine tra la vittoria e la sconfitta.

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