mercoledì 3 maggio 2023

Chiacchere da Bar(i) #32 - Bari-Cittadella

 

Foto: Pagina Facebook SSC Bari

Il pareggio contro il Cittadella fa partire sostanzialmente i titoli di coda per quel che riguarda la lotta per la promozione diretta: il Bari non approfitta del pareggio del Genoa sul campo del Sudtirol e resta a -6 dalla squadra di Gilardino che già nel prossimo weekend può raggiungere il Frosinone in serie A. Al Bari resta il consolidamento del terzo posto ma soprattutto tanti interrogativi sul rendimento interno di una squadra che non ama proprio prendere dei rischi anche quando da perdere ha davvero poco. Ne parliamo anche questa volta io e Giovanni Fasano. Cominciamo.

Bari-Cittadella è terminata con un 1-1 che chiude i conti per quel che riguarda la promozione diretta. Parafrasando un format famoso nel mondo dei podcast: che partita avete visto?

Giovanni F. - Bari-Cittadella è stata una partita che ha evidenziato il grande equilibrio che regna in Serie B, nonostante ad affrontarsi fossero due squadre distanti 22 punti. Entrando nello specifico, il Bari ha fornito una prova mediocre da un punto di vista tecnico, mentre il Cittadella ha evidenziato tutti i pregi del suo celebre rombo di centrocampo.

Mignani ha confermato il 4-4-2 asimmetrico schierato nella trasferta di Pisa, a cui Gorini ha risposto con il canonico 4-3-1-2 caratterizzato dalla presenza di Antonucci come vertice alto del rombo e di due punte fisiche a completare il reparto offensivo. 

Sin dai primi minuti il Bari ha faticato a leggere le posizioni dei due vertici del rombo avversario, permettendo a Branca di impostare il gioco con discreta libertà e ad Antonucci di svariare sulla trequarti senza grossa opposizione. Il prodotto delle giovanili della Roma, come previsto, si è dimostrato un avversario ostico per la difesa del Bari, riuscendo in più occasioni a ricevere nel fazzoletto di terreno che divideva centrocampo e difesa barese. Per fortuna del Bari, il supporto di Magrassi e Ambrosino non è stato adeguato, ma anche mettendosi in proprio Antonucci ha creato i presupposti per andare a segno.

Il Bari, come ammesso da Mignani, non ha fatto una gara pulita in quanto a trame di gioco. Quando la squadra riusciva a superare la pressione del centrocampo veneto - spesso appoggiandosi sull’ottimo lavoro spalle alla porta di Esposito -, i presupposti per creare pericoli c’erano, ma l’imprecisione nelle giocate e la poca lucidità nelle scelte hanno condizionato l’intera prestazione dei biancorossi. 

Soprattutto nella ripresa, quando dopo il gol di Benedetti il Cittadella si è sfilacciato, tante potenziali ripartenze sono state cestinate da scelte frenetiche o inopportune. Oltre a questo, il Bari è parso troppo conservativo nella gestione dei momenti del match: Mazzotta ha giocato l’intera gara (o quasi) da terzo centrale, limitando le possibilità di 1vs1 di Morachioli e Bellomo è stato diligente senza palla ma meno coinvolto rispetto alla trasferta di Pisa in fase di possesso.

Per il Bari questa prestazione è un passo indietro rispetto all’ultima trasferta, mentre il Cittadella conferma che nonostante le risorse tecniche limitatissime (ricordiamo l’assenza da inizio anno di Baldini) lo stile di gioco tramandato da Venturato a Gorini le consentirà di giocarsi la salvezza fino all’ultima giornata.

Nicola L. - La prima cosa che mi viene in mente per parlare di Bari-Cittadella è che indubbiamente il divario in classifica tra le due squadre non si è visto: da una parte non si è vista una squadra che doveva cercare l’assalto alla promozione diretta e che chiuderà in ogni caso la stagione regolare al terzo posto, così come dall’altra si è vista una squadra meritevole di una classifica migliore rispetto a quella attuale che ad oggi la vede nella situazione di doversi giocare la salvezza al play-out.

A livello tecnico-tattico, invece, è stata la partita in cui il contesto è stato dettato per intero dalla formazione veneta che ha approfittato del baricentro basso del Bari per utilizzarlo a proprio vantaggio, occupando la metà campo della formazione biancorossa usando il gioco di sponda di Magrassi e poi andare a giocare sulle seconde palle. In seconda battuta, grazie all’ottima organizzazione della fase di pressione hanno costretto il Bari a gestire il pallone molto di fretta riconquistandolo, quindi, in maniera rapida ed agevole. 

Il dato del PPDA (un dato che misura il numero di passaggi concessi all'avversario per giocata difensiva nelle zone alte del campo) mostra chiaramente come il Cittadella abbia mantenuto una forte pressione per tutto il corso della partita. (Fonte: Wyscout).

In questo contesto il Bari non è mai riuscito a costruire nulla di buono e quando lo ha fatto (vedi palo e goal di Benedetti) lo ha fatto in situazione quasi estemporanee: il 4-4-2 asimmetrico già menzionato da Giovanni non ha funzionato ed ha esposto spesso la formazione biancorossa sul proprio lato sinistro di difesa, dove le discese di Salvi e gli inserimenti di Vita hanno messo in seria difficoltà Mazzotta e costretto agli straordinari in fase difensiva Benedetti, con un Morachioli volutamente tenuto in smarcamento preventivo per innescare eventuali contropiedi.

Il posizionamento di Mazzotta e Benedetti che si aprono a sinistra in costruzione per liberare Morachioli in alto, una mossa che non ha dato frutti.

Nel secondo tempo Mignani ha fatto qualche aggiustamento che ha permesso al Bari di avere un senso in fase di possesso con le due punte disposte in verticale e con Morachioli e Bellomo molto larghi, e proprio le combinazioni tra Esposito e Cheddira nei primi 15 minuti del secondo tempo sono state le cose migliori viste dal Bari nel corso della partita.

Con l’ingresso di Embalo e Danzi il Cittadella ha ripreso poi in mano le redini del gioco portando il Bari ad abbassarsi ancora una volta fino a rendere maturo il goal del pareggio firmato su sviluppi di calcio d’angolo da Maistrello. Cambi con cui, invece, il Bari non è riuscito ad incidere sull’inerzia della partita.

Tanto esaltante è il comportamento di questa squadra in trasferta tanto quanto sta diventando preoccupante in casa. Anche contro una squadra tutt'altro che remissiva è arrivata una prestazione molto deludente. Cosa pensare?

Giovanni F. - Onestamente fatico a trovare una spiegazione razionale a questa differenza di rendimento. Come specificato nella domanda, il Cittadella ha fatto una gara tutt’altro che conservativa, e lo stesso si può dire del Benevento e del Como, contro cui il Bari ha fatto punti ma approcciando malissimo entrambe le gare. 

Il Bari, a prescindere da dove si giochi, opta sempre per una strategia che non prevede il controllo del pallone, quindi anche l’alibi delle squadre che si arroccano nella propria metà campo ha perso credibilità. A questo punto penso e temo sia un problema psicologico ormai cronico che condiziona la squadra nelle partite casalinghe.

 Il pubblico del San Nicola è estremamente esigente, ma mai come quest’anno - esclusi sporadici episodi subito condannati dal DS Polito - la piazza ha offerto il massimo supporto alla squadra, quindi questa incapacità di replicare il rendimento esterno anche in casa è quasi inspiegabile.

Nicola L. - Come detto da Giovanni, il Cittadella non è certo venuto a Bari a fare le barricate, anzi. Onestamente la prestazione vista contro la squadra di Gorini è stata molto deludente, il Bari ha scelto di giocare una partita di rimessa e di lasciare che la formazione veneta prendesse in mano il contesto tattico della partita. 

In particolare mi ha impressionato negativamente la volontà della squadra di rinunciare a prendersi responsabilità con il pallone tra i piedi, come se il pallone scottasse. Mi sembra un atteggiamento negativo soprattutto per il fatto che questa situazione di classifica deve essere vissuta con entusiasmo dalla squadra, che invece sta mostrando di viverlo con ansia e questo non va bene. 

Il grafico mostra la percentuale di passaggi riusciti dal Bari in questo campionato per ogni partita: in giallo le due partite contro il Cittadella. (Fonte dati: Wyscout).

Il dato dei passaggi riusciti della formazione biancorossa da una parte è giustificabile dall’atteggiamento aggressivo del Cittadella, dall’altra è riconducibile ad una volontà di verticalizzare il gioco in maniera troppo frettolosa. 

Infine contro un avversario con un piano di gioco tra i più definiti della categoria, sarebbe stato necessario avere qualche accorgimento in più: a me per esempio non è piaciuta questa libertà data a Morachioli che si è trasformata ad un certo punto in difficoltà a trovare la posizione in campo fino a dare l’impressione che stesse pestando i piedi alle due punte. 

Ripeto, la condizione di classifica del Bari e le prospettive che ha davanti sono sostanzialmente un regalo di questa stagione ed andrebbe vissuta come tale, adesso vediamo se nelle rimanenti tre partite vedremo una squadra che si prende più rischi e che utilizzi questa situazione come uno stimolo e non come un elemento di tensione.

Non ci tiriamo indietro neanche questa settimana: chi secondo voi è stato il migliore del Bari e chi il peggiore?

Giovanni F. - Come migliore in campo premio l’autore del gol Benedetti, bravo sia nel prolungare in porta l’ottimo calcio d’angolo di Bellomo che nel garantire dinamismo e quantità ad un centrocampo spesso in affanno. I suoi limiti e i suoi pregi sono ormai noti a chi ci legge regolarmente, ma nelle ultime settimane i progressi nell’ultimo terzo di campo sono sensibili.

Oltre a lui ci tengo a menzionare l’inedita coppia difensiva Di Cesare-Zuzek: il primo è stato esaltante in un paio di salvataggi prodigiosi sia da un punto di vista atletico che di lettura del pericolo; il secondo è stato solido nella difesa dell’area e molto preciso con il pallone tra i piedi, soprattutto nel gioco lungo.

La palma del peggiore in campo va, ancora una volta, ad Antonio Mazzotta. L’esperto terzino ex Crotone ha fornito molte prove positive nella parte centrale del campionato, ma da settimane è in chiara difficoltà e non mi spiego come possa essere preferito a Ricci. Lunedì, al di là della scarsa reattività in occasione del gol di Maistrello, ha faticato nel trovare linee di passaggio pulite, ha effettuato pochissime sovrapposizioni ed è parso svagato anche senza palla.

Il dettaglio degli attacchi del Cittadella mostrano chiaramente dove avevano puntato come lato debole del Bari (Fonte: Wyscout).

Nicola L. - Per me questa volta il migliore in campo è stato senza ombra di dubbio a Valerio di Cesare, un giocatore che a 40 anni si sta imponendo forse come il miglior difensore centrale non solo del Bari ma dell’intero campionato cadetto. Almeno tre recuperi in altrettante situazioni difficili sono stati decisivi per evitare che il Cittadella trovasse la porta di Caprile con maggiore facilità; segnalo su tutti quello in rovesciata a 15 minuti dalla fine in cui ha tolto il pallone dalla testa di Embalo.



Riguardo il peggiore, non aggiungo nulla rispetto a quanto espresso da Giovanni: se il Cittadella ha sfondato molto facilmente a destra lo si deve alle enormi difficoltà avute da Mazzotta per tutto il corso della partita: il Cittadella è squadra che impone ritmi più alti rispetto alle altre squadre del campionato e mette maggiormente sotto pressioni gli avversari in fase di non possesso, credo che Mazzotta in questa partita abbia mostrato semplicemente il suo limite. A questo si aggiunge la scelta di Mignani di tenere alto Morachioli lasciandolo spesso in inferiorità numerica contro gli avversari.

Il risultato e la prestazione contro il Cittadella rendono meno importante la partita di Modena e, forse, anche il maxi esodo previsto nella città emiliana. Cosa aspettarsi dalla partita del Braglia?

Giovanni F. - Sabato pomeriggio al Braglia il Bari affronterà un Modena che, con la roboante sconfitta di Venezia, ha forse detto addio al sogno playoff. La squadra di Tesser è ancora a 2 punti dall’ottava classificata, ma in quel ginepraio che è la lotta per la post season ci sono diverse squadre più in forma degli emiliani. Inoltre, non ci sono certezze sulla presenza dal primo minuto di Luca Tremolada, trascinatore del Modena e leader tra gli assistman di questo campionato. L’assenza dell’ex Brescia potrebbe facilitare e non di poco il lavoro difensivo del centrocampo barese.

In fase difensiva il Modena non ha grandi individualità, né sulle fasce né al centro della difesa, dove il promettente Cittadini ha perso il posto a vantaggio del più esperto Silvestri. Quest’ultimo, affiancato da capitan Pergreffi, compone un duo che fatica a difendere a campo aperto, specialmente sul lato di Silvestri, che di solito è terreno di caccia di Cheddira. 

Ho citato Cheddira, ma mi auguro Mignani possa concedergli un turno a minutaggio ridotto e valutarne l’impatto a gara in corso. Inoltre, sarei curioso di vedere il tandem Antenucci-Esposito, un duo che potrebbe patire nell’attacco alla profondità ma, allo stesso tempo, garantire grande pulizia nella gestione del pallone.

Nicola L. - Il Modena è reduce da una pesante sconfitta sul campo del Venezia (occhio alla squadra di Vanoli, rischia di arrivare ai playoff e diventare una pericolosissima mina vagante) dove ha mostrato una lunga serie di debolezze difensive dovute alla mancanza di equilibrio della squadra in situazioni di svantaggio.

A livello tattico il Bari si ritroverà ad affrontare un’altra squadra che predilige il rombo a centrocampo e che, quindi, potrebbe ricreare alla formazione biancorossa gli stessi grattacapi posti dal Cittadella lunedì scorso (e dal Pisa la settimana precedente). Sono curioso di capire come Mignani si giocherà questa partita e capire se intende insistere nelle scelte di schieramento e formazione. 

Serve una vittoria per blindare il terzo posto, ma è una partita molto importante anche per i canarini che non hanno alcuna intenzione di tirarsi indietro finché avranno una chance di accedere ai playoff. Viste le difficoltà del Bari a sinistra in difesa, bisognerà porre un particolare occhio all’asse Oukhadda-Magnino a destra; nella squadra di Tesser dovrebbe mancare Tremolada, uno dei migliori rifinitori dell’intero campionato cadetto.

Attendiamo molte risposte da questa partita, ma forse ancora di più dall’impegno successivo contro la Reggina al San Nicola.

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