domenica 24 luglio 2022

L'analisi tattica dei quarti di finale dell'Europeo femminile


La fase ad eliminazione diretta ha fatto entrare nel vivo l'Europeo femminile, lasciando in corsa le formazioni più forti ma anche quelle che hanno trovato la formula tattica giusta per regalare sorprese, come l'Austria ed il Belgio che hanno eliminato dai gironi rispettivamente Norvegia ed Italia.

I quattro quarti di finale hanno mostrato tanti spunti di riflessione a livello tattico, dove l'attenzione a questo aspetto ha alzato il livello del gioco proposto dalle nazionali, rendendo le partite molto godibili ed equilibrate, quanto meno dal punto di vista del risultato finale, con solo la Germania in grado di portare a casa il successo con più di un goal di vantaggio. 

Osservare in chiave tattica le partite dei quarti di finale di questo europeo femminile è molto utile per capire in che modo i vari movimenti nazionali hanno trovato - o stanno trovando - la strada da seguire per alzare il livello del calcio femminile e che possa essere usato come riferimento dalle nazioni ancora lontane dal livello visto in queste partite (sì, mi riferisco all'Italia prima di tutti).


LA FORZA DELLE INGLESI, MA IL FUTURO E' DELLA SPAGNA

Il primo quarto di finale ha messo di fronte Inghilterra e Spagna, una partita che, sulla carta, doveva essere un monologo della squadra inglese, sia per quanto visto nella fase a gironi (girone A vinto dalle Lionesses a punteggio pieno e con 14 goal realizzati e nessuno subito) sia per il fatto che le spagnole hanno perso pezzi importanti sulla strada che le ha portate a questo europeo: l'attaccante Jennifer Hermoso e il pallone d'oro in carica Alexia Putellas.

Fonte: The Athletic
Ed invece, come ben mostrano le statistiche, la partita di Brighton è stata per lunghi tratti un dominio della formazione iberica, dominio corroborato anche dai numeri relativi alla partita. Non sorprende il dato sul possesso palla favorevole a Bonmati e compagni, ma soprattutto è la pericolosità (data dagli xG) e la supremazia territoriale (data dal field tilt) a mostrare la bontà della prestazione della Spagna che ha dovuto capitolare solo dopo i supplementari che le inglesi hanno raggiunto con un goal di Ella Toone a pochi minuti dallo scadere.

Le chiavi che hanno permesso alla Spagna di avere il controllo della partita per un'ora di gioco sono state essenzialmente due. La prima riguarda la grande qualità del trio di centrocampo formato da Guijarro-Bonmati-Abelleira: il loro movimento a creare due linee in fase di costruzione permetteva alla Spagna di far avanzare il gioco centralmente con grande qualità, diverse volte la linea di centrocampo delle inglesi è stata superata con facilità dalle spagnole, sempre abili con i movimenti delle tre centrocampiste a creare superiorità posizionale: in questo caso si vede bene come l'Inghilterra venga attratta dalla costruzione spagnola lasciando molto spazio tra le linee che poteva essere sfruttato con un passaggio progressivo corretto. 

La seconda, invece, è stata data dalla capacità delle ragazze allenate da Jorge Vilda di limitare molto bene in fase di non possesso la formazione inglese, in particolare oscurando dalla costruzione dell'azione Keira Walsh e, soprattutto facendo un gran lavoro sul lato sinistro difensivo per tenere sotto controllo le giocate di Lucy Bronze, spesso utilizzata da Wiegman come regista e rifinitrice occulta del gioco delle inglesi. Per larga parte della partita all'Inghilterra è stato tolto accesso centrale e la soluzione delle conduzioni di Lucy Bronze, costringendo le centrali Bright e Williamson a cercare le soluzioni dirette verso le esterne d'attacco o per la testa di White.

Alla fine le inglesi sono riuscite a rimetterla a posto grazie ai cambi, utilizzati per mettere maggiore freschezza alla squadra. Wiegman ha capito che la chiave era quella di cercare la nuova coppia d'attacco formata da Russo e Toone per riprendere campo, a cui si è aggiunta la scelta di formare una linea difensiva a tre con Greenwood al posto di Daly (messa al tappeto da De Castillo) e mandare in attacco Bright a far compagnia alle due punte. 

Con la centrale difensiva mandata in attacco al fianco di Russo e Toone, tenendo Bronze nella linea a tre e tenendo larghe Kelly ed Hemp, l'Inghilterra ha sfruttato anche l'abbassamento delle iberiche passate a cinque dietro creando i presupposti per il goal a 6 minuti dalla fine che ha rimesso in piedi l'europeo delle padrone di casa. Con una intuizione basata sul limitare le ripartenze spagnole e riempire l'area avversaria con più elementi possibili, Wiegman ha sfruttato al meglio la profondità della rosa a sua disposizione, permettendole di venire a capo di una partita molto ma molto complicata.

Ha vinto, quindi, la forza della rosa a disposizione delle inglesi, ma, considerate le assenze importanti e la giovane età della squadra, il modello spagnolo basato sui princìpi del calcio di posizione renderà grande anche il calcio femminile, magari già a partire dai Mondiali del prossimo anno.


LA SOLIDITA' TEDESCA

Come nel calcio maschile, la Germania ha messo da parte un calcio fondato solo sul fisico e sui duelli per far posto ad un calcio più verticale ed aggressivo; ma soprattutto la scuola femminile tedesca propone un calcio giocato a ritmi molto più elevati della concorrenza, e questo si è molto visto nel quarto di finale tra le tedesche e l'Austria, probabilmente la partita più intensa di questo europeo. 

Tuttavia, pur in un contesto tattico moderno e fluido, è la capacità di concedere poco e di oscurare gli spazi alle avversarie il punto di forza della formazione tedesca, che unendo la capacità di ribaltare rapidamente il campo a quella di mantenere un posizionamento compatto in campo, la rende una squadra davvero complicata da battere.

Questa solidità della formazione tedesca, tuttavia, non è dettata da un atteggiamento rinunciatario in campo ma anzi da una strategia molto aggressiva in fase di non possesso. L'unica partita in cui ha scelto ad un certo punto di abbassare il baricentro è stata quella dei gironi contro la Spagna nel secondo tempo, ma solo per evitare un dispendio di energie eccessive contro la qualità delle iberiche e per togliere profondità e spazio tra le linee alla squadra di Vilda. 

Tuttavia anche in quell'occasione le tedesche furono in grado di indirizzare la partita dalla propria parte grazie ad un goal realizzato forzando l'errore di Pano, il portiere della Spagna, grazie ad una prima pressione ben organizzata. Anche il dato del PPDA testimonia questo atteggiamento delle tedesche e, soprattutto, il numero di palloni recuperati in zone alte del campo (68, secondo The Analyst). Questo esempio è preso dall'azione che ha portato al goal con cui le tedesche hanno sbloccato la partita con l'Austria: la centravanti Popp va a pressare il portiere chiudendo l'opzione per il lato sinistro del campo e forzando le austriache ad andare sul lato destro dove le giocatrici sono prese individualmente, questo porterà al recupero palla di Rauch da cui nascerà il goal di Magull.

L'altra qualità delle tedesche in fase difensiva sta nella protezione che Oberdorf da alla linea difensiva: uno degli elementi che accomunano le squadre di questo europeo femminile sta nei movimenti a venire incontro delle numero 9 tra le linee. Un elemento che l'Italia, per esempio, ha sofferto maledettamente con Katoto nella partita contro la Francia. Oberdorf nella strategia della Germania ha il compito di porsi davanti alla linea a schermare proprio questo tipo di movimenti con lo scopo di togliere alla linea difensiva il problema di decidere se coprire la profondità o spezzare la linea lasciando spazio alle spalle da attaccare. In questo esempio vediamo come la numero 6 in forza al Wolfsburg (2001 tra l'altro) sia pronta a bloccare Billa, la centravanti austriaca.

Se proprio vogliamo trovare un pelo nell'uovo all'organizzazione difensiva tedesca sta nella copertura non ottimale dello spazio sul centro-sinistra difensivo, una situazione che nella partita con l'Austria ha generato la maggior parte degli ingressi in area della formazione austriaca, tra cui le principali occasioni capitate sui piedi di Hickelsberger-Fuller. Queste situazioni sono state generate da alcune uscite dalla linea difensiva con tempismo non ottimale da parte di Hegering, la centrale di sinistra della linea a quattro della formazione di Voss-Tecklenburg.



AGGRESSIVITA' E FLUIDITA' SVEDESE


La Svezia ha trovato il goal della qualificazione alle semifinali solo a pochi secondi dalla fine dei tempi regolamentari del suo quarto di finale contro il Belgio, pur avendo condotto il contesto tattico della partita. 

Fonte: The Athletic
Anche i numeri mostrano apertamente il dominio imposto dalla squadra svedese, capace di produrre oltre 30 conclusioni verso la porta esaltando le qualità del portiere belga Evrard, una delle rivelazioni di questo europeo. Le sole parate dell'estremo difensore belga, in base alla statistica sugli expected goals on target, ossia i goal attesi calcolati in base a dove il tiro termina la propria corsa (e non da dove viene effettuato, base di calcolo degli expected goals) hanno evitato quattro reti.




Indubbiamente la Svezia ha costruito il proprio dominio mediante la pressione alta esercitata sull'uscita da dietro delle giocatrici belga che sostanzialmente ha reso inoffensive le avversarie. Dall'inizio dell'Europeo la Svezia organizza la propria pressione alta andando a prendere individualmente le calciatrici avversarie, soprattutto dopo aver indirizzato la costruzione avversaria in una zona laterale di campo. In questo esempio si può notare cosa accade nel momento in cui la Svezia dirige il possesso del Belgio sull'esterno: ogni giocatrice è pronta a scalare mantenendo un'equidistanza da due giocatrici avversarie in modo da poter intervenire in base alla giocata eseguita dall'avversaria.

Il Belgio ha provato a trovare delle soluzioni per superare questa pressione svedese con coraggio, sia sfidandola con un palleggio insistito ed a tratti rischioso fino all'interno dell'area di rigore, oppure accettando di andare sull'esterno per poi cercare di giocare il pallone oltre la linea di pressione svedese. Come si può vedere dall'esempio l'obiettivo era quella di usare il gioco di sponda della punta (in questo caso Wullaert) per una giocatrice pronta a ricevere la giocata accorciando (Minnaert) verso la linea delle attaccanti. Ma questo ha funzionato fino ad un certo punto, visto che le svedesi hanno progressivamente vinto tutti i duelli ed hanno coperto al meglio la profondità togliendo ogni velleità offensiva a De Caigny e compagne.

Ovviamente per la Svezia c'era anche il problema di dover aggirare il blocco medio del Belgio quando doveva attaccare, infatti la squadra allenata da Serneels ha deciso, come accaduto contro l'Italia, di non contestare la costruzione della squadra scandinava preferendo bloccare le vie d'accesso centrali, per cui alle svedesi non restava che cercare di aggirare lateralmente il blocco avversario. E sotto questo aspetto è stato molto importante l'apporto dato da Kosovare Asllani a sostegno dello sviluppo laterale. Qui nell'esempio si può notare come il neo acquisto del Milan si apra dalla propria posizione centrale per creare un tre contro due assieme al terzino Ilestedt e l'esterno Kaneryd; sul movimento di Asllani si attivano le rotazioni con, in questo caso, Ilestedt che si sovrappone internamente per attaccare lo spazio centrale tra le linee muovendo così la linea difensiva del Belgio aprendola.

Come per molte altre squadre di questo europeo, avere una giocatrice in grado di muoversi in zona rifinitura allo scopo di muovere lo schieramento difensivo avversario è un elemento indispensabile, e mentre abbiamo visto come altre squadre utilizzano la punta centrale a tale scopo, la Svezia utilizza l'ormai ex giocatrice del Real Madrid (nominalmente una trequartista) per eseguire questo compito.


LO STRAPOTERE DELLA FRANCIA


Francia-Olanda era sulla carta un quarto di finale molto atteso e si presumeva molto equilibrato, soprattutto grazie al rientro di Miedema per le olandesi dopo il COVID. Ma, invece, le francesi hanno dato una grande dimostrazione di forza che non si è riflessa nel risultato finale, visto che le transalpine hanno portato a casa il successo solo nei tempi supplementari grazie ad un calcio di rigore.

Fonte. The Athletic
Se le francesi non hanno portato il successo a casa dopo i tempi regolamentari è stato grazie alle parate di van Domselaar e la clamorosa prestazione difensiva della centrale van der Gragt nonché di Sherida Spitse davanti alla difesa. Anche qui i dati numerici sono abbastanza esplicativi del dominio esercitato dalle francesi sulla partita.







Per rendere possibile questo dominio, la Francia ha sfruttato al meglio la propria forza fisica per accorciare il campo e restringerlo. Questo ha tolto spazio a Van de Donk, ossia la giocatrice in grado di generare e sfruttare gli spazi tra le linee in collaborazione con Viviane Miedema. Isolando la numero 10 olandese, l'intero apparato offensivo dell'Olanda è stato reso inoffensivo da Renard e compagne. Questo è ciò che ha permesso alle francesi di prendere il centro del ring e dettare il contesto tattico della partita e prendersi il predominio territoriale.

La Francia è riconoscibile in fase offensiva per il suo schieramento che diventa un 4-2-4 con Diani e Cascarino ai lati e Geyoro (la giocatrice con il maggior numero di expected goal dell'Europeo) che attacca lo spazio creato dal movimento a venire incontro della punta Malard. Quest'ultima ha eseguito il compito a suo modo, ma obiettivamente non ha la stessa velocità d'esecuzione di Katoto, la titolare della maglia numero 9 che si è rotta il crociato dopo aver distrutto l'Italia nella gara inaugurale della competizione delle due squadre. Questa serie di movimenti delle quattro davanti servono a muovere la linea difensiva avversaria creando spazi da sfruttare con movimenti senza palla. Qui le olandesi hanno concesso spazio tra la centrale di sinistra Janssen e Casparij che Diani ha provato ad attaccare sfruttando la sponda di Malard. Questo sistema funziona anche grazie alla capacità delle francesi di muovere rapidamente il pallone anche grazie all'accuratezza dei lanci lunghi e dei cambi di gioco delle coppie centrali di difesa e centrocampo. 

Con questi ingredienti le francesi hanno definitivamente posto la propria candidatura alla vittoria finale del torneo, mostrando la bontà della loro proposta di gioco in entrambe le fasi.


ADESSO LE SEMIFINALI


Tra martedì e mercoledì, dunque, sapremo il nome delle due finaliste che si sfideranno a Wembley domenica prossima: Inghilterra-Svezia e Germania-Francia rappresentano decisamente il meglio del calcio femminile a livello europeo. Abbiamo avuto modo di mostrare le qualità a livello tattico e tecnico delle quattro contendenti, per cui le due sfide saranno decisamente molto interessanti da seguire a livello tattico. La chiave sarà chi meglio saprà creare spazio nella trequarti avversaria ed attaccarlo nel miglioro modo. Per cui non vi sono dubbi che vincerà la migliore.

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