martedì 13 settembre 2022

Chiacchere da Bar(i) #3 - Cosenza-Bari

Foto. SSC Bari

Per il terzo episodio delle nostre chiacchiere da Bar(i) abbiamo analizzato gli spunti principali derivanti dalla vittoria del Bari al San Vito - Gigi Marulla di Cosenza, un successo di misura ma ampiamente meritato dalla squadra di Mignani, che ha mostrato di essere una squadra decisamente superiore rispetto ai propri avversari.

In questo episodio mi avvarrò come da buona abitudine del confronto con le opinioni di Giovanni Fasano e, in vista della trasferta di Cagliari, abbiamo chiesto qualche parola di presentazione anche a Marco Lai, anche lui come me e Giovanni grande appassionato di calcio e ne scrive su Gegenpress e, recentemente, anche su Ultimo Uomo. Ma soprattutto Marco è un grande tifoso del Cagliari, per cui abbiamo chiesto a lui cosa aspettarci dalla trasferta sarda.

I precedenti episodi di Chiacchere da Bar(i), li trovate a questo link.


Ci eravamo chiesti che partita sarebbe stata Cosenza-Bari, in effetti è stata molto diversa dalle altre, che ne pensi?

Nicola L. - Sapevamo che questa sarebbe stata una partita meno aperta del solito, contro una squadra che non avrebbe conteso il possesso palla al Bari e così è stato: nonostante la situazione di punteggio sfavorevole la squadra di Dionisi ha sempre lasciato il pallone ai biancorossi, con punte di possesso palla che hanno sfiorato il 70% proprio in momenti della partita in cui ci si aspettava il massimo sforzo dai silani.


L'evoluzione del possesso palla del Bari nel corso della partita di Cosenza (Fonte: Wyscout)

Diciamo che la polpa della partita è stata tutta nel primo tempo, dove abbiamo visto le due squadre cercare di imporre il proprio contesto alla partita, con il Bari che è partito forte per cercare subito la via della rete, ma il rigore sbagliato da Antenucci ha fatto fallire il piano. Poi il Cosenza ha bloccato il gioco del Bari per cercare a sua volta di prendere campo sfruttando gli uno contro uno di Brignola e Florenzi sugli esterni.

È stato particolarmente interessante, inoltre, notare, come anche in contesti come quello di Cosenza dove si cerca di giocare un calcio molto essenziale ci sia spazio per vedere elementi di fluidità tattica con il 4-2-3-1 di base che in fase di costruzione di trasformava in un 3-2-4-1 con Rispoli che restava bloccato per cercare di liberare Brignola sulla destra che, a sua volta, cercava di giocare la palla di prima sulla figura di Larrivey per attivare delle combinazioni centrali tra le linee. Una codifica molto in voga nelle squadre che giocano con in 3-5-2 e che il Cosenza ha cercato di usare per stanare il Bari.




Il Bari, dopo essere stato in difficoltà nella fase centrale del primo tempo, ha poi preso in mano le redini della partita gestendo il pallone, risalendo con il baricentro fino a trovare il goal di Cheddira; nel secondo tempo la squadra di Mignani ha congelato totalmente la partita, compito reso ancora più semplice dall’espulsione di Florenzi. 

Giovanni F. - Cosenza-Bari è stata una partita i cui eventi principali si sono concentrati tutti nell’arco dei primi 45 minuti. Per i biancorossi la gara poteva incanalarsi nei binari giusti sin da subito, quando Antenucci si è presentato dal dischetto dopo un ingenuo fallo di mano Rigione. L’errore dell’esperto attaccante molisano ha invece permesso ai padroni di casa di entrare in partita, rinvigoriti dal pericolo scampato. 

Pur senza schiacciare il Bari nella propria metà campo, i lupi hanno creato ripetutamente i presupposti per andare in vantaggio. Grazie ad un intervento miracoloso di Caprile e all’egoismo di Brignola in occasione della ripartenza a due con Florenzi, i biancorossi sono rimasti a galla, riprendendo le redini della gara con il passare dei minuti. Il gol di Cheddira, giunto al tramonto del primo tempo, ha tagliato le gambe al Cosenza, che nella ripresa non ha creato alcun grattacapo alla difesa biancorossa. 

Il Bari ha ben gestito i secondi 45 minuti, mostrandosi sicuro e lucido nella gestione del pallone e dei momenti della gara. Come nella sfida contro la Spal, anche a Cosenza il caldo ha inficiato sui ritmi della gara, fornendo un involontario vantaggio al Bari che nella ripresa si è adattato al contesto addormentando la partita.


Ancora una prestazione di alto livello di Walid Cheddira. Altro da notare oltre la sua prestazione? 

Nicola L. - Ho visto un Bari che ha cercato di sfruttare al proprio meglio lo straripante momento di forma di Cheddira che si è mosso su tutto il fronte di attacco fornendo sempre una linea di passaggio tra le linee o in profondità per dare un senso ad ogni possesso della squadra di Mignani, specie quando la responsabilità di far partire l’azione era sui piedi di Pucino e Ricci, sui quali la costruzione del Bari veniva indirizzata dallo schieramento difensivo del Cosenza molto chiuso centralmente.

Il goal del numero 11 del Bari ha visto sicuramente la complicità di Matosevic, ma l’esecuzione del colpo di testa è stata bellissima da vedere: una frustata che ha indirizzato un pallone crossato non proprio da manuale da parte di Giacomo Ricci.

Riguardo gli altri, non ci sono prestazioni particolari da segnalare a mio parere: è stato importante rivedere in campo Ruben Botta che, però, non si è mostrato a suo agio in questa partita che ad un certo punto si è molto “sporcata”. Chi mostra, invece, di sapersi adattare alle esigenze è senza dubbio Michael Folorunsho, autore di una partita ordinata rinunciando alla ricerca dei suoi soliti strappi e dando il suo totale supporto mantenendo compatto il centrocampo biancorosso.

Giovanni F. - Diventa sempre più difficile trovare le parole per descrivere il momento che sta vivendo Walid Cheddira. L’attaccante marocchino, fresco di convocazione dalla Nazionale nordafricana, ha fornito l’ennesima prestazione di quantità, sobbarcandosi gran parte del lavoro offensivo richiesto alla squadra. A metà primo tempo si perde già il conto degli allunghi in profondità fatti, a cui ieri ha aggiunto tantissime ricezioni pulite spalle alla porta, fondamentale in cui i progressi fatti rispetto alla passata stagione sono vertiginosi.

Oltre al solito Cheddira, a mio parere merita una menzione la partita di Valerio Di Cesare. Un po’ sorprendentemente il capitano biancorosso è, rispetto a Terranova, quello che ha assorbito meglio il salto di categoria. Nella sfida di sabato ha gestito sapientemente un cliente ostico come il coetaneo Larrivey, estromettendolo di fatto dalla contesa. Nonostante l’età l’ex difensore, tra le tante, del Brescia atleticamente continua a dare garanzie, e, in caso di avvicendamento al centro della difesa, non mi stupirei se a perdere il posto dovesse essere proprio Terranova.


Piccola digressione sul campionato di B: sono arrivate le prime sconfitte sia per Genoa che per Parma, nessuno sembra imbattibile, cosa può cambiare per le prospettive del Bari?

Nicola L. - Le sconfitte di Parma e Genoa sono state molto sorprendenti, soprattutto la squadra emiliana si è malamente sgonfiata nella partita interna contro una Ternana che sembrava in grossa difficoltà. Il Genoa a Palermo è stato probabilmente vittima degli aspetti negativi del sistema di gioco di Blessin: il Palermo ha esposto le difficoltà difensive dei grifoni quando la pressione sulle seconde palle viene aggirata, un bug che anche altri avversari cercheranno di utilizzare a proprio vantaggio.

Il fatto che delle squadre davanti al Bari in classifica l’unica che ci aspettavamo lì davanti è il Cagliari prossimo avversario oltre al Brescia sta alimentando le fantasie dei tifosi biancorossi; tuttavia ritengo che siamo solo alle battute iniziali e che la classifica è davvero molto corta, di certo la squadra di Mignani deve provare a giocarsi le sue carte ma sempre basandosi sulla propria identità di gioco, un aspetto, questo, che la mette in una condizione di vantaggio rispetto a molte altre squadre in questo campionato che devono ancora trovare il giusto disegno tattico in cui collocarsi.

Giovanni F. - Dando un’occhiata alla classifica è innegabile che, come spesso accade in Serie B, i giudizi prestagionali non stiano trovando troppe conferme nella realtà. Tra le grandi, o presunte tali, la squadra che sta faticando di più è senza dubbio il Parma, anche con Pecchia a caccia di un equilibrio difensivo necessario per fare strada in questa categoria. Quella del Genoa è invece una sconfitta che mi sento di catalogare come episodica, peraltro arrivata su un campo, quello del Renzo Barbera di Palermo, che non sarà facile per nessuno.

In generale è un campionato che non ha ancora espresso una gerarchia chiara, quindi è normale che tutte le squadre che stanno ben figurando inizino a sognare in grande. Il Bari è sicuramente tra queste, ma il calendario morbido e il vantaggio di avere alle spalle un percorso di un anno fatto con lo stesso allenatore sono vantaggi ben sfruttati ma che per forza di cose non dureranno in eterno.


Ultimo capitolo come sempre dedicato alla prossima partita: Cagliari-Bari inizia ad essere una partita frizzante in termini di punti in palio?

Nicola L. - La classifica dopo questa partita e dopo i risultati degli altri campi inizia a farsi interessante per il Bari. La trasferta di Cagliari sarà una prova davvero molto interessante, soprattutto perché arriva contro una squadra che è indubbiamente tra le favorite per la vittoria del campionato e che, dopo un inizio complicato, sta trovando la via per prendere in mano la serie cadetta. 

Dopo Parma questa è sicuramente la partita più difficile che il calendario ha messo davanti agli uomini di Mignani in questa fase della stagione, dopo il fischio finale del match avremo qualche indicazione in più su quale possa essere la giusta prospettiva per il campionato del Bari.

Da un punto di vista tecnico, mi aspetto di rivedere il Bari delle partite precedenti che cerca di lasciare il possesso all’avversario per poi cercare di ribaltare il campo con le transizioni. Il Cagliari è la squadra con il maggior possesso palla del campionato (58%) per cui la trama della partita sarà proprio questa.

Questo grafico mette in fila le squadre di B in base al possesso palla ed il Field Tilt, ossia l'occupazione della metà campo avversaria.

Giovanni F. - La trama tattica della gara sarà quella ben descritta da Nicola e più congeniale al Bari visto in queste prime uscite. In tal senso per i biancorossi sarebbe molto importante recuperare Mattia Maita, elemento fondamentale in questo tipo di gare per la sua capacità di fare da filtro a centrocampo e di ribaltare il fronte con forza e qualità.

Per quanto riguarda il Cagliari sarà interessante vedere quali saranno le scelte di Liverani. In queste prime gare si è affidato ad un tridente offensivo sui generis, con Lapadula riferimento centrale e Mancosu e Nandez ai suoi lati. Seppur i risultati siano arrivati, il Cagliari ha avuto grosse difficoltà nello sviluppare gioco a causa della mancanza di ampiezza soprattutto sul lato sinistro, lasciato sguarnito da Mancosu che per caratteristiche viene dentro al campo. Considerando le grosse difficoltà dei terzini del Bari nella gestione degli 1vs1, Liverani, per ovviare ai suoi problemi ed evidenziare quelli dell’avversario, potrebbe decidere di schierare un esterno dribblomane come Luvumbo o di far esordire l’ex Lecce Filippo Falco. In tal caso per Pucino e/o Ricci si prospetterebbe un pomeriggio tutt’altro che sereno.

Dato il momento e il valore dell’avversario, la prestazione, più che il punteggio, che il Bari fornirà in Sardegna ci dirà molto, se non tutto, sulle sue ambizioni.

Marco L. - Il Bari affronta il Cagliari in quello che è probabilmente il momento migliore per la squadra di Liverani, che pur non essendo ancora del tutto convincente dal punto di vista del gioco ha nettamente aumentato il proprio livello e la fiducia nei propri mezzi da quando sono tornati titolari in pianta stabile Rog e Nández, due giocatori totalmente fuori categoria. 

Se offensivamente il Cagliari pur faticando nel trovare delle soluzioni efficaci dal punto di vista corale può farsi forte della tanta qualità (e profondità) dei giocatori dal centrocampo in su, difensivamente il discorso è diverso. La difesa è chiaramente il punto debole di questo Cagliari, coralmente e individualmente, e il Bari ha le armi per far male sui ribaltamenti di fronte.

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