lunedì 10 ottobre 2022

Chiacchere da Bar(i) #6 - Venezia-Bari

Foto: pagina Facebook SSC Bari.


Con la vittoria a Venezia il Bari trova la quarta vittoria consecutiva e balza in vetta alla classifica in compagnia della Reggina lasciandosi alle spalle il Brescia fermato dal Cittadella. Ogni vittoria ed ogni partita rappresentano un pieno di consapevolezza per la squadra di Mignani.

Assieme a Giovanni Fasano andiamo ad analizzare i temi di questo Venezia-Bari.


La partita di Venezia è stata un’altra prova di forza del Bari, che ora è in vetta alla classifica. E adesso che succede?

Giovanni F. - Neanche il più ottimista dei tifosi del Bari avrebbe pronosticato di uscire a punteggio pieno dal trittico di gare con Cagliari, Brescia e Venezia. Contro la squadra di Javorcic i biancorossi, considerando valore dell’avversario, contesto e momento in cui si disputava l’incontro, hanno fornito la prestazione più convincente tra le tre sopracitate. Lo scalpo dell’avversario sconfitto non è prestigioso come quello del Cagliari, nè il punteggio è stato rotondo come contro il Brescia, ma quella del Penzo è stata una vittoria che ha evidenziato l’enorme crescita dei biancorossi nella gestione emotiva della gara, un fattore che determina la differenza tra le buone e le grandi squadre.


Considerando ciò diventa quasi impossibile non guardare al futuro con fiducia e ottimismo. La squadra, oltre ad aver intrapreso un percorso tecnico-tattico redditizio, sembra aver raggiunto quella stabilità mentale che permette di gestire senza affanni gli imprevisti o gli episodi sfavorevoli tipici di una partita di calcio.


Adesso, utilizzando una metafora piuttosto inflazionata, è necessario tenere le mani ben salde sul manubrio per continuare a lavorare cercando di limare il prima possibile i difetti di cui dopo andremo a parlare.



Nicola L. - Ci eravamo dati il termine del trittico di partite contro Cagliari, Brescia e Venezia come primo momento in cui tirare le somme sulla vera forza del Bari. La squadra di Mignani ne esce con nove punti frutto di tre partite sviluppatesi in maniera diversa mostrando come questa squadra riesca a giocare ed adattarsi a diversi registri.


I dati offensivi del Bari non lasciano adito ad alcun dubbio sul valore offensivo della formazione biancorossa (Fonte: Soccerment).

Dopo la vittoria di Venezia il Bari è al primo posto in classifica, otto partite senza una sconfitta a cui aggiungere le due di Coppa Italia, miglior attacco sia effettivo che sotto il punto di vista degli expected goals, capocannoniere e vice-capocannoniere del campionato con la coppia Cheddira-Antenucci in grado di creare occasioni da rete a raffica, una forza che comincia ad essere non più ravvisabile come un evento isolato e che comincia a far paura fortemente alle avversarie, il che spiega anche l’atteggiamento del Venezia nella partita del Penzo.


I dati della produzione offensiva di Cheddira ed Antenucci sono da giocatori che stanno dominando la categoria (Fonte: Soccerment).

Dopo tutto questo è davvero difficile dire che bisogna mantenere la calma, che la stagione è lunga e che gli obiettivi non sono questi, ma adesso è difficile convincere tutti del fatto che l’asticella non possa essere alzata e, se le favorite continuano a faticare a trovare la continuità, il Bari non potrà nascondersi, ma siamo certi che Mignani e Polito stiano facendo leva sull’entusiasmo generale per usarlo come propulsore sul gruppo per continuare ad offrire queste prestazioni e alzare il livello di consapevolezza.



Cosa vi è piaciuto della partita del Bari a Venezia? Cosa meno?


Giovanni F. - Escludendo la solita gestione approssimativa dei calci d’angolo a sfavore su cui urge lavorare e migliorare, è difficile trovare un altro aspetto negativo nella prestazione del Bari a Venezia. Nel complesso è stata una partita in cui il Bari ha sempre gestito i ritmi, alternando fasi di difesa posizionale a momenti di pressing intenso, favorito da un Venezia più attento ad evitare di scoprirsi troppo che voglioso di imporre il proprio gioco.


I ritmi nel primo tempo, per volere di entrambe le squadre, non sono stati elevati: la squadra di Mignani ha comunque creato i presupposti per andare in gol attraverso le combinazioni centrali tra centrocampisti e attaccanti o forzando conclusioni dalla distanza, mentre il Venezia ha faticato a isolare i due quinti sulla fascia e non ha mai liberato Cuisance in zone pericolose, concludendo la prima frazione con 0 tiri nello specchio.


La ripresa è stata segnata dal precoce vantaggio biancorosso, nato da un intercetto dell’inossidabile Maita e confezionato dal tridente Bellomo-Cheddira-Antenucci. Con un po’ più di precisione sotto porta il Bari avrebbe potuto chiudere il match nei minuti successivi al gol del vantaggio, quando sfruttando il momento di difficoltà del Venezia ha alzato il baricentro e schiacciato i padroni di casa nella propria trequarti. 


Il meglio di sè il Bari lo ha dato nella gestione dei minuti successivi all’episodico gol del pareggio. Molte squadra sarebbero crollate dinanzi ad un gol beffardo arrivato in un momento di apparente calma, mentre il Bari, sfruttando i cambi di Mignani, si è compattato a difesa della propria trequarti, ha resistito al confusionario ma intenso assalto del Venezia e con una verticalizzazione improvvisa di Salcedo per Cheddira ha vinto la partita.


I dati della partita di Venezia che mostrano la bontà della prestazione della squadra di Mignani (Fonte: Soccerment).

Nicola L. - Il primo tempo della partita è stata una partita a scacchi in cui gli allenatori aspettavano che fosse l’avversario a fare la prima mossa, per cui abbiamo visto due squadre che non si sono fatte male, ma l’idea era quella che il Bari avesse qualcosa in tasca per trovare il modo per vincere la partita con quegli 11 in campo, mentre il Venezia temeva tantissimo la coppia Cheddira-Antenucci ed ha fatto di tutto per tenersi coperta.


Pronti via nel secondo tempo succede quello che il Venezia temeva: per coprire la verticalizzazione su Cheddira, lo schieramento della squadra di Javorcic apre una gigantesca linea di passaggio per Bellomo che apre spazio per il triangolo che porta al goal di Antenucci: questa azione è stata il sunto di tutta la forza del Bari, la palla recuperata da Maita che attiva la transizione, la conduzione di Bellomo ed il movimento dei due d’attacco che arrivano dritti in porta aprendo la difesa avversaria.


Mentre la consapevolezza della propria forza è sicuramente l’aspetto positivo più forte che esce dalla partita di Venezia, l’aspetto meno convincente resta quello della difesa della formazione biancorossa sui calci piazzati: la formazione veneziana ha prodotto i maggiori pericoli sugli sviluppi di palle inattive, un aspetto su cui resta del lavoro da fare a Mignani ed al suo staff, considerando che si tratta di una situazione su cui gli avversari cercheranno di speculare.



Il Venezia veniva da una bella vittoria a Cagliari, quanti demeriti ci sono della squadra di Javorcic e quanti meriti del Bari sull’andamento della partita?


Giovanni F. - Nella preview della partita avevamo parlato della vittoria contro il Cagliari come il possibile punto di svolta della stagione del Venezia, ma la controprestazione fornita sabato rimette in discussione tutto il lavoro di Javorcic.


In fase di non possesso i padroni di casa non sono riusciti ad essere intensi, permettendo al Bari di tessere le sue trame di gioco senza mai dover forzare la giocata. Il centrocampo Andersen-Busio-Cuisance per caratteristiche fatica a vivere con attenzione lunghe fasi di difesa posizionale, difatti soprattutto Maita e Bellomo hanno trovato spesso lo spazio per ricevere ai fianchi dei pari ruolo o alle spalle del centrocampo. In fase di possesso il pallone circolava troppo lentamente per impensierire una difesa attenta e disciplinata come quella biancorossa: Di Cesare e Vicari hanno controllato senza affanni il duo d’attacco scelto da Javorcic, mentre Haps e Zampano, ricevendo sempre in situazione statiche, non sono mai riusciti a creare la superiorità.


Al momento il Bari è sicuramente un cliente ostico per tutti, ma il Venezia, guardando al materiale umano di cui dispone, avrebbe potuto fare molto di più per provare a vincere questa partita.


Nicola L. - Javorcic ha impostato una partita dallo stile molto conservativo, tenendo i due esterni molto bassi nel primo tempo per non permettere a Cheddira di ricevere palla ai lati della linea difensiva. Un atteggiamento, questo, che ha abbastanza anestetizzato la fase di possesso della formazione veneta.


Le posizioni medie del Venezia alla fine del primo tempo (Fonte: Sofascore)

La mappa delle posizioni medie della formazione di Javorcic alla fine del primo tempo mostrano abbastanza chiaramente come sia mancato l’attacco alle zone laterali del campo, una soluzione che il Bari avrebbe sofferto se esperita con continuità dal Venezia, ma evidentemente la paura di lasciare i tre centrali difensivi contro Antenucci e Cheddira ha avuto la meglio. E vedendo il modo con cui il Venezia ha subito il contropiede che ha portato al rigore che ha deciso la partita si è ben capito quanto il timore fosse motivato.


Per cui il Venezia non si è giocata le proprie carte, ma il merito sta anche nell’atteggiamento del Bari che, come capita spesso in partite di questo tipo, cerca di sfruttare la velocità di Cheddira come arma per colpire l’avversario abbassandosi in fase di non possesso e costringendo l’avversario a scoprirsi; la lotta tattica alla fine l’ha portata a casa Mignani mentre adesso Javorcic non solo deve leccarsi le ferite ma fronteggiare anche i primi malumori di ambiente e dirigenza.



Raggiunta la testa della classifica, complice un orario migliore per il fischio d’inizio, si prospetta una cornice di pubblico importante per Bari-Ascoli, a cosa devono stare attenti i biancorossi?


Giovanni F. - Ormai le prestazioni del Bari fanno rumore, le squadre avversarie iniziano a studiare i biancorossi con più attenzione ed aumenteranno esponenzialmente le partite in cui chi ti affronterà penserà prima a non prenderle.


Quella contro l’Ascoli potrebbe essere una partita simile alla maggior parte delle sfide affrontate dal Bari nello scorso campionato di Serie C. I bianconeri non vincono da 5 gare, il calcio brillante e intenso proposto da Sottil l’anno scorso è solo un ricordo e su Bucchi inizia ad aleggiare lo spettro dell’esonero. In virtù di ciò è probabile che l’Ascoli si presenti al San Nicola con un blocco basso e compatto a difesa della propria area.


Il Bari dovrà essere paziente come lo è stato a Cosenza e attento nelle marcature preventive per evitare ripartenze potenzialmente mortifere. Mignani al momento sta dando continuità all’undici che garantisce più equilibrio in ambo le fasi, ma è probabile che, vista la natura diversa della gara, possa varare soluzioni diverse. Mi aspetto, ad esempio, un minutaggio più corposo per Scheidler e un reinserimento parziale di Botta nelle rotazioni.


Nicola L. - Il seguito dei tifosi baresi a Venezia è stato davvero eccezionale, questa squadra sta trascinando il pubblico e in tanti in città iniziano a parlare spesso del(La) Bari. La presenza di tanti fuori sede al Nord (eccomi!) permette anche di creare questi colpi d’occhio in questo tipo di trasferte, per cui l’entusiasmo della piazza fa parte di quel processo di alimentazione di consapevolezze che squadra e tifosi si scambiano in un circolo virtuoso.


La partita di sabato contro l’Ascoli si giocherà ad un orario decisamente più potabile per il pubblico di Bari, per cui mi aspetto una cornice di pubblico importante al San Nicola, cornice che difficilmente si può avere il sabato alle 14 (per come è strutturato il mercato del lavoro a Bari, il sabato è un normalissimo giorno lavorativo); questo, unito ai risultati ed alle prestazioni dei biancorossi genererà un gigantesco entusiasmo allo stadio.


Per cui a cosa si deve fare attenzione? Beh si fa presto a dirlo: la spinta del pubblico può far uscire fuori giri la squadra che, invece, tira fuori il meglio quando può capire i momenti della partita, come accaduto a Venezia ma anche nella partita contro il Brescia. Giocare a testa bassa contro una squadra che, con ogni probabilità, verrà a Bari a chiudersi (con Bucchi che rischia di giocarsi la panchina) e sfruttare le abilità in contropiede di Cedric Gondo. E dato che sappiamo bene quanto la difesa del Bari sia vulnerabile in contropiede, la partita con l’Ascoli nasconde indicibili trappole e, anche questa volta, Mignani dovrà ragionare bene sul piano gara.

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