Tuesday, 4 October 2022

Chiacchere da Bar(i) #5 - Bari-Brescia

Fonte Foto: Pagina Facebook SSC Bari.


Quella di sabato pomeriggio al San Nicola era una partita molto attesa perché volevamo vedere il Bari all'opera contro un'altra grande del campionato che si presentava a Bari da prima in classifica. E' finita con la miglior prestazione stagionale del Bari con il risultato di 6-2 perfetta fotografia dei valori espressi in campo dalla partita, con una squadra che ha dominato (il Bari) ed un'altra che ha solo dovuto subire l'ondata biancorossa sul terreno di gioco uscendone con le ossa rotte.


Con una vittoria roboante contro il Brescia, il Bari ha raggiunto Reggina e Brescia stesso in vetta alla classifica, cosa ci ha detto la gara del San Nicola?

Giovanni F. - Contro il Brescia il Bari ha disputato una gara per lunghi tratti perfetta. Come spesso le accade, la squadra di Mignani ha approcciato bene il match, trovando per la quarta volta il gol nei primi 15 minuti di gioco. A differenza di altre partite però, penso in primis alla trasferta con il Perugia e all’incrocio casalingo con la Spal, il Bari non ha tolto il piede dall’acceleratore, continuando a macinare gioco e soffocando il timido tentativo di reazione degli ospiti. Lo snodo fondamentale della gara è stato il 3-0 realizzato da Cheddira, arrivato sul calare del primo tempo quando il Brescia stava provando ad alzare il ritmo. Nella ripresa il Bari ha passeggiato sulle macerie di una squadra con la testa altrove, rendendo ancora più rotondo il punteggio.

Nel complesso la partita ci ha detto che il Bari è in grande fiducia, ha un gioco offensivo brillante e variegato e sta migliorando nella gestione emotiva dei momenti della gara. In più, dopo un avvio di stagione in cui Mignani faticava ad integrare giocatori diversi dai 12/13 fedelissimi, nelle ultime gare, causa squalifiche e/o infortuni, altri elementi della rosa stanno acquisendo minutaggio. In tal senso, va menzionato il brillante esordio dal primo minuto di Mehdi Dorval, terzino destro classe 2001 prelevato in estate dal Cerignola. Dorval, oltre a non far rimpiangere Pucino in fase di prima costruzione, ha garantito, con tempismo e qualità nelle esecuzioni, un costante apporto alla manovra offensiva, fornendo l’assist per il primo dei due gol di Cheddira e propiziando, attraverso un cross simile a quello del successivo assist, il gol di Bellomo.

Il dettaglio sui passaggi effettuati da Dorval nel corso della partita (Fonte: Wyscout)

Risulta invece complesso valutare la prestazione del Brescia. La squadra di Clotet, pur presentandosi al San Nicola con alle spalle 4 vittorie consecutive, è parsa poco brillante fisicamente e, soprattutto, scarica mentalmente. Tra le tante cose su cui meditare, quella che dovrebbe preoccupare maggiormente Clotet e il suo staff è la passività con cui la squadra ha reagito alle continue ondate biancorosse. Parlare di prestazioni individuali sarebbe ingeneroso, nel Brescia visto al San Nicola non ha funzionato nulla.

Nicola L. - Il risultato della partita dice tanto della prestazione travolgente del Bari, ma soprattutto si è capito da subito che la partita vedeva una squadra messa meglio in campo rispetto all’altra. C’è stato poco di casuale in questa partita, il goal con cui Folorunsho ha sbloccato la partita nasce da un calcio piazzato derivante dal quarto fallo commesso dal Brescia nei primi 6 minuti di partita, un dato che già era una segnale di un divario tecnico e fisico tra le due squadre.

Il dato del possesso palla mostra l'approccio del Bari in apertura dei due tempi della partita (Fonte: Wyscout).

Da un punto di vista tattico le due squadre si schieravano con il rombo a centrocampo, per cui vinceva chi era in grado di generare superiorità numerica in zona palla e, soprattutto, chi vinceva i duelli a centrocampo. Rispetto all’ultimo punto la prestazione dominante di Maita, Maiello e Folorunsho rispetto ai dirimpettai di ruolo è stata abbastanza evidente, mentre la capacità di Bellomo, Antenucci e Cheddira di non dare mai punti di riferimento al Brescia ha fatto saltare in aria la strategia difensiva del Brescia che, per cercare di arginare la forza del Bari al centro del campo ha dovuto concedere praterie sulla fascia dove Dorval ha potuto dominare e rendersi parte attiva del secondo e terzo goal della formazione biancorossa, ossia le reti che hanno definitivamente orientato l’inerzia della partita. Ecco, direi che il Bari l’ha vinta così.

Riguardo il Brescia, avevo rivisto le partite precedenti la pausa ed onestamente non mi aveva impressionato come squadra, anzi contro il Benevento aveva subito molto ma era riuscita a portare la partita dalla propria parte solo a causa di un calo della formazione sannita, per cui il ruolino di marcia mi era sembrato fin troppo benevolo nei confronti delle rondinelle. Le perplessità sono rimaste tali dopo la partita del San Nicola, dove oltre ai limiti della squadra (i limiti di schierare Mangraviti terzino sinistro si sono visti nel corso della partita), gli uomini di Clotet sono stati vittime di una di quelle giornate in cui sei travolto dagli avversari e non sai trovare soluzioni per venirne fuori.


Difficile parlare di singoli dopo una partita del genere, quali sono state le armi che hanno permesso al Bari di raggiungere la vittoria?


Giovanni F. - Bari-Brescia era una sfida che vedeva contrapporsi due squadre simili per disposizione in campo ma diverse nello sviluppo del gioco. Il Bari, avendo due punte mobili ed a loro agio con tanto campo da attaccare, predilige un gioco più diretto; Il Brescia invece, disponendo di una punta forte negli smarcamenti in area di rigore come Ayè e di un centravanti, abile con il pallone tra i piedi, ma strutturato come Moreo, preferisce tessere trame più orizzontali per raggiungere l’area di rigore. Il grande merito del Bari è stato quello di anestetizzare l’attacco bresciano ostruendo le ricezioni per le due punte (altra grande partita della coppia Di Cesare-Vicari coadiuvati da un Maiello versione deluxe) e costringendo Benali a ricevere il pallone in zone poco pericolose. A questo si è aggiunta un prova opaca del motore del centrocampo Bertagnoli, oscurato e ben controllato dal solito Maita. 

Il Brescia ha cercato di entrare in area dagli esterni ma con scarso successo (Fonte: Wyscout).

Il Bari, al contrario, non ha avuto alcuna difficoltà nell’imbeccare le punte che, nonostante qualche imprecisione di troppo da parte di Cheddira, hanno fornito la solita prova quantitativa prima che qualitativa. Il gol del 3-0 è esemplificativo del dominio tecnico-tattico dei biancorossi: dopo aver risalito il campo sulla sinistra, il Bari sfrutta la densità creata su quel lato per servire Dorval sul lato debole. Il terzino, libero di stoppare e valutare la disposizione dei compagni in area, premia il taglio verso il centro dell’area di Cheddira che con un colpo di testa tanto preciso quanto complesso spedisce il pallone sul secondo palo.

Nicola L. - La prestazione del Bari è stata al limite della perfezione in ogni singolo elemento; come già accennato in precedenza la chiave della partita è stata nel dominio a centrocampo della formazione biancorossa con un Maiello autore di una partita da pivote di prima fascia e le due mezzali Maita e Folorunsho che hanno mostrato maggiore facilità nel coprire il campo rispetto a Bertagnoli e Bisoli e questo è un dato non da poco visto che parliamo di due giocatori tra i top in quel ruolo nel campionato cadetto.

Proprio questa superiorità a centrocampo ha costretto il Brescia a dover lasciare grandi porzioni di campo in ampiezza dove il Bari ha banchettato e sfruttato grazie ad una copertura dell’area di rigore ottimale. Se a questo aggiungiamo le giocate di Maiello (da urlo il lancio di prima intenzione in occasione del 4-0 di Cheddira) e mescoliamo il tutto viene fuori un cocktail di qualità e fisicità difficilmente contrastabile da qualsiasi avversario, tanto più se schierato “a specchio” in mezzo al campo. 

Il Bari è entrato in area meno volte ma con maggiore profitto (Fonte: Wyscout).

In un contesto tattico simile, ossia la partita contro la Spal, la partita è stata ricca di grandi contenuti a livello tecnico ma entrambe se le sono date e, soprattutto, la squadra di Venturato aveva dimostrato di sapersi giocare le sue carte, cosa che non ha saputo fare il Brescia, mai in grado di tenere in campo la stessa intensità della formazione biancorossa, e questo si è riverberato nella qualità del gioco espresso, diventato subito facilmente leggibile per la linea difensiva di Mignani supportata da un Maiello perfetto nelle letture difensive (fino al goal del 6-1 dove è andato a spasso).


A centrocampo si sta profilando un interessante dualismo tra Botta e Bellomo per il ruolo di trequartista alle spalle delle due punte. Dopo qualche prova incolore Bellomo ha finalmente ripagato la fiducia del mister, quale pensate sia la soluzione migliore?


Giovanni F. - Inizialmente ero piuttosto scettico sull’utilizzo dal primo minuto di Bellomo, la ritenevo una scelta poco coraggiosa di Mignani che rendeva meno fluido lo sviluppo offensivo della squadra. Le prime partite non hanno fatto altro che confermare le mie perplessità: Bellomo, pur garantendo un apporto difensivo più costante e ordinato rispetto a Botta, faticava a trovare la posizione giusta per ricevere palla, costringendo spesso difesa e centrocampo ad andare subito sulle punte. Ieri invece ha avuto un ruolo fondamentale nella vittoria risultando decisivo nei primi due gol. Comune denominatore di entrambi gli episodi sono state le sue doti balistiche, da sempre la caratteristica in cui eccelle. La punizione con cui pesca Folorunsho per l’1-0 è perfetta, mentre il gol -  realizzato con il piede debole - è meno semplice di quanto sembri. 

In generale continuo a preferire Botta, nonostante in questo avvio di stagione non abbia mai palesato una condizione atletica brillante. L’argentino, oltre ad essere più a suo agio nel muoversi sulla trequarti, ha quella rapidità di pensiero necessaria per una squadra che ama dialogare nello stretto e aprirsi il campo attraverso queste combinazioni. 

L’equilibrio garantito da Bellomo è importante e non va sottovalutato, ma è lecito pensare ad un avvicendamento in caso di crescita fisica e atletica di Botta.

Nicola L. - Resto dell’idea che nel disegno di Mignani Ruben Botta sia il numero 10 di questa squadra, ma dovendolo gestire a livello fisico, Bellomo si sta rivelando un sostituto decisamente utile alla causa. 

La partita di Nicola Bellomo in dettaglio (Fonte: Sofascore).

La sua capacità di muoversi su tutta la trequarti è stata molto importante per creare spazi per i giochi in zona rifinitura di Antenucci e Cheddira. Lo abbiamo visto anche abbassarsi al fianco di Maiello in fase di costruzione, indubbiamente il lavoro svolto in queste due stagioni da Mignani ha creato un gruppo di lavoro stimolato a fare bene in ciascun elemento, e lo stiamo vedendo dal modo in cui entrano i vari giocatori in corso di partita. 

Sul 5-0 Salcedo e Scheidler in altri contesti avrebbero fatto il compitino ed invece si sono mossi alla ricerca del pallone giusto per attaccare la difesa del Brescia ed hanno trovato infatti il goal anche loro; chiss che Mignani non stia lavorando dietro le quinte ad una coppia d’attacco alternativa molto croccante, soprattutto quando durante il Mondiale il Bari dovrà, con molte probabilità, rinunciare a Walid Cheddira.

Chissà quindi che, oltre all’alternanza Botta-Bellomo, non dovremo abituarci anche a maggiori rotazioni della coppia d’attacco.


Sabato il Bari affronterà un Venezia apparso in ripresa nella trasferta vittoriosa di Cagliari, che gara vi aspettate?

Giovanni F. - Quella contro il Venezia sarà per il Bari una partita molto particolare, in quanto affronterà una squadra che fino a pochi giorni fa sembrava prossima all’implosione. L’arrivo di un nuovo allenatore e il cospicuo mercato in entrata non hanno reso semplici le prime settimane di lavoro, tanto che lo stesso Javorcic - dominatore del girone A di Serie C con il Sudtirol l’anno scorso - è parso un po’ in confusione. Nelle prime 8 partite il tecnico croato non ha mai proposto lo stesso undici titolare, modificando anche la disposizione tattica dopo diversi tentativi falliti con il 433. Guardando alla quantità di giocatori di talento a disposizione era prevedibile che Javorcic faticasse un po’ a trovare la quadra, ma l’impressione è che la larga vittoria ottenuta su un campo difficile come quello del Cagliari possa essere stato il punto di svolta.

Adesso il Venezia si dispone con un 352 più pragmatico che sfrutta il grande atletismo di Haps e Zampano sulle fasce e la fisicità del duo d’attacco Pohjanpalo-Novakovich. Il finlandese ex Bayer Leverkusen dopo un avvio a rilento ha acquisito centralità nella squadra, dimostrando di essere più adatto a giocare in coppia che come riferimento centrale in un tridente. 

Per il Bari sarà importante gestire al meglio i duelli sulle catene laterali, confermare l’ottimo lavoro di reparto fatto sulle due punte del Brescia e sfruttare quelli che sono i lati deboli della linea difensiva del Venezia. I tre difensori centrali più utilizzati da Javorcic (Modolo, Ceccaroni e Wisniewski) sono ben strutturati fisicamente ma non particolarmente brillanti atleticamente, limite che potrebbero sfruttare sia Cheddira che, in caso di impiego, Salcedo.

Nicola L. - Il Venezia visto a Cagliari sembra essere la squadra che Javorcic aveva in mente dopo diversi tentativi nella settimane precedenti che non stavano portando grossi risultati se non quintalate di possesso palla poco proficuo; ora è tornato al 3-5-2 con cui aveva portato avanti la sua carriera in serie C prima di portare il SudTirol in serie B con il 4-3-3.

Ma a dimostrazione che i moduli contano fino ad un certo punto, l’idea di gioco è rimasta sempre la stessa, ossia ricerca del fraseggio per uscire da dietro a cui è stata aggiunta una dose importante di corsa sulle fasce e tanta presenza in attacco, questo ha permesso alla squadra lagunare di poter proporre diversi spartiti nel corso della stessa partita, dalla giocata in verticale sulle punte Novakovich-Pojanpalo ai dialoghi ad alto livello qualitativo tra Busio e Cuisance.

Per il Bari, quindi, la cosa più importante sarà ovviare all’inferiorità numerica che si determinerà gioco forza nella metà campo, con i due esterni Zampano e Haps pronti a fare ciò che Dorval e Ricci hanno fatto sabato al Brescia qualora la squadra di Mignani non sarà capace di mantenere uno schieramento compatto in campo, specie tra linea difensiva e rombo di centrocampo. Se il Bari sarà in grado di limitare la grande qualità del centrocampo della squadra di Javorcic, come detto da Giovanni, la velocità di Cheddira potrebbe essere letale per una linea difensiva come quella del Venezia molto a disagio a coprire lo spazio alle proprie spalle.

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