martedì 1 novembre 2022

L'Osasuna di Arrasate è il punto di riferimento della classe media della Liga?

Foto: pagina Facebook Club Atlético Osasuna

Con l'uscita di scena di tre squadre spagnole su quattro dalla Champions League dopo la fase a gironi, si sta aprendo un dibattito sul livello della Liga, ed una partita che ci avrebbe raccontato qualcosa era quella che si disputava domenica alle 14 tra l'Osasuna ed il Real Valladolid, due squadre che si stavano mettendo in luce al di fuori di quel gruppo di squadre che si giocano l'accesso alle coppe europee.

La partita è terminata con una vittoria della squadra di Pamplona per 2-0 al termine di una partita dominata dalla formazione allenata da Jagoba Arrasate in cui lo stile di gioco dei navarri ha decisamente soverchiato quello dei Los Pucelanos. Ed è della strategia di gioco dell'Osasuna che mi occuperò in questo approfondimento.


LE FORMAZIONI INIZIALI

L'Osasuna si schiera con un 4-3-3 con Budimir punta centrale con Chimy Avila che parte da destra e Kike Barja a sinistra, Lucas Torrò è il centrocampista posizionale affiancato da Moi Gomez come mezzala di possesso e Aimar Oroz come mezzala di inserimento; la linea difensiva a 4 è composta da Ruben Pena a destra e Manu Sanchez a sinistra con Unai Garcia e David Garcia al centro della difesa.


Dall'altra parte il Valladolid è reduce da due vittorie consecutive coincise con il passaggio al 3-5-2 con Sergio Leon e Weissman a formare la coppia d'attacco, Roque Mesa a fare da centrocampista posizionale davanti alla difesa, Lucas Rosa ed Olaza sugli esterni, Oscar Plano e Kike Perez a svolgere il ruolo di mezzali mentre il trio difensivo era composto da Javi Sanchez e due vecchie conoscenze del calcio italiano come l'ex Palermo Feddal e l'ex Genoa El Yamiq.


LA STRUTTURA DELLA SQUADRA

Il pregio principale della squadra di Arrasate è quella di muoversi in maniera sincronizzata avendo sempre un'idea precisa di cosa fare in ogni fase di gioco, anche quella che sulla carta appare priva di importanza. Ogni giocatore viene utilizzato in maniera funzionale al disegno generale che non cambia in base al modulo utilizzato. 

L'impatto sulla partita dell'Osasuna è ben esemplificato dalla progressione degli xG (Fonte: Understat)

Il piano-partita dell'Osasuna contro il Valladolid è stato chiaro sin dalla partenza e le ha permesso di soverchiare l'avversario nel giro di pochi minuti, tanto da trovarsi con il doppio vantaggio dopo 20 minuti di gara per poi consolidare il controllo totale sulla partita.

La struttura della squadra in fase di possesso è particolarmente fluida ed ha lo scopo di sviluppare il gioco in ampiezza e di trovare il modo per sovraccaricare la zona del pallone per poi giocarsi tutto o sulla superiorità numerica o sulla possibilità di avere quegli stessi giocatori pronti ad andare a riconquistare immediatamente il pallone in caso di palla persa. Qui si può notare la struttura posizionale della squadra in fase di costruzione dell'azione e la sua asimmetria: gli esterni d'attacco sono i giocatori chiamati a fornire l'ampiezza mentre i mezzi spazi sono occupati da una parte da Aimar Oroz (tenete l'icona aperta su di lui) e dall'altra dal terzino sinistro Manu Sanchez; Moi Gomez, ossia quella che nominalmente dovrebbe essere l'altra mezzala, si abbassa a favorire la costruzione mentre il centrocampista poszionale Torrò occupa la zona di sviluppo centrale tra attaccanti e centrocampisti del Valladolid. Da qui i costruttori della squadra di Arrasate valutano la soluzione migliore per sviluppare l'azione.

L'opzione che l'Osasuna ha cercato nelle fasi iniziali della partita è stata quella di usare la struttura di copertura dell'ampiezza sui cinque canali verticali per creare triangoli esterni utili a creare situazioni che rendessero possibile la rifinitura laterale. Ancora una volta vediamo l'importanza della struttura della squadra nella costruzione di questa situazione, con Moi Gomez che fornisce supporto al triangolo laterale assieme a Kike Barja e Manu Sanchez, mentre Aimar Oroz va a riempire l'area di rigore assieme a Budimir e Chimy Avila. Da notare anche il posizionamento di Lucas Torrò (che nel frattempo da anche indicazioni alla squadra su come sistemarsi, una costante della partita del numero 6 dell'Osasuna) e del terzino destro Ruben Pena, pronti ad accorciare la squadra in maniera preventiva in caso la difesa avversarie riesca a liberare l'area di rigore. Nei primi 10 minuti di partita la squadra di Pamplona arriverà al cross per quattro volte in maniera molto pericolosa ma non trovando la conclusione per pochi centimetri.

LA SCELTA DEL CONTESTO TATTICO

Il Valladolid è rimasto schiacciato nella propria trequarti quasi senza accorgersene, un elemento che sicuramente è frutto di un atteggiamento molto attendista della squadra allenata da Pacheta ma che è prevalentemente frutto dell'aggressività ed intensità della squadra di Arrasate, che ha una grande capacità - con poche mosse - di portare il contesto tattico dalla propria parte.

Non è un caso che l'Osasuna abbia un dato di field tilt medio (ossia di palloni giocati nella metà campo avversaria) superiore alla media del campionato (è nona in classifica con quasi il 53%) al cospetto di un PPDA di 12,84 (undicesima nella Liga) ed una percentuale di build-up disruption di pochi punti positiva. Tutto ciò dimostra come la squadra sa scegliere i momenti opportuni in cui aggredire l'avversario.

Una dimostrazione di quanto sopra sta nella capacità della squadra di scegliere la soluzione ideale da utilizzare pur all'interno della stella polare dello schieramento compatto e che copra il campo nel modo migliore. In questo esempio vediamo la squadra strutturata più o meno nello stesso modo spiegato precedentemente in fase di costruzione, solo che questa volta la scelta utilizzata è stata quella di giocare il pallone direttamente su Ante Budimir, l'ex attaccante del Crotone che in Spagna ha trovato un'interessante dimensione. Qui vediamo come un atteggiamento più aggressivo del Valladolid in prima pressione porti alla ricerca della punta centrale: davanti al giocatore croato c'è uno spazio vuoto dove l'Osasuna è pronto ad andare ad attaccare la seconda palla.

Quando una squadra riesce sempre a tenere i propri reparti sempre collegati tra essi trova sempre una soluzione per gestire le varie fasi di gioco, ed il modo con cui l'Osasuna si è schierato in campo contro il Valladolid ne è una chiara dimostrazione. La squadra di Arrasate ha preso in mano il contesto tattico dal primo minuto e non l'ha mai lasciato.

L'ATTEGGIAMENTO DIFENSIVO 

Abbiamo già avuto modo di vedere come la ricerca della supremazia territoriale avvenga mediante la palla ed anche senza, con una squadra non eccessivamente aggressiva ma allo stesso tempo mai passiva. Anche qui i princìpi sono ben riconoscibili e si rifanno ancora una volta alla capacità della squadra di sapersi compattare e sapere cosa fare nelle varie situazioni di gioco.

Un aspetto molto presente nella fase di non possesso della squadra di Arrasate, specie sulle fasi di costruzione avversaria, è quello di non scoprire mai il pallone, ossia il giocatore avversario viene sempre ostacolato una volta entrato in possesso della palla, questo permette al resto della squadra di poter mantenere la propria compattezza senza preoccuparsi della profondità. In questo esempio vediamo come i tre attaccanti sono inizialmente sulle tracce dei tre difensori centrali del Valladolid, alle loro spalle le scalate sui potenziali giocatori riceventi sono già predisposte, questo rende estremamente complicata la circolazione della palla avversaria e, soprattutto, la risalita del campo.

Anche in questo esempio è possibile notare anzitutto la compattezza delle linee che rende più semplice effettuare le scalate: con i tre attaccanti che pareggiano i tre difensori avversari, l'uscita sull'esterno avversario è affidata al terzino di parte, un problema potenziale visto che questi deve spezzare la linea difensiva a quattro per effettuare questa scalata, tuttavia la compattezza delle linee rende complicato per il ricevente avversario il poter giocare il pallone dentro al campo se non ricominciando da dietro, ma soprattutto si vede il meccanismo con il centrale difensivo che accorcia la diagonale alle spalle del terzino con Torrò che da buon centrocampista posizionale scala all'indietro per ricomporre la linea difensiva. 

Con questo atteggiamento e questa compattezza, l'Osasuna tiene spesso e volentieri i pericoli lontani dalla propria area di rigore, difatti i valori difensivi della squadra navarra sono di grandissimo rilievo. Solo Barcellona, Athletic Bilbao e Real Madrid hanno concesso un numero maggiore di tocchi in area di rigore rispetto all'Osasuna (Fonte dati: FbRef su dati Opta).

Oltre a questo, i dati forniti da Soccerment, invece, ci dicono che la squadra di Arrasate è la terza migliore squadra della Liga per tiri subiti e la quinta per expected goals (12,80) e goal (11) subiti finora. 

Quando gli allenatori nelle interviste e nelle conferenze stampa affermano che l'andamento difensivo della squadra non è mai solo legato all'andamento della linea difensiva ma al comportamento generale della squadra e, soprattutto, quando usano quell'affermazione che fa "gli attaccanti sono i primi difensori" non lo fanno per un mero esercizio retorico ed il modo con cui l'Osasuna si comporta quando il pallone è tra i piedi dell'avversario è una chiara riprova di quanto sia importante la compattezza tra i reparti ed il comportamento degli attaccanti in fase di prima pressione per rendere più probabili i successi difensivi di una squadra.

E proprio come chiusura di questo concetto parliamo della prestazione di Ante Budimir, un giocatore che impersona perfettamente quanto appena espresso: il centravanti ex Crotone e Sampdoria a livello offensivo è spesso e volentieri nullo ma la sua capacità di andare a contestare palloni aerei (non a caso è un target-man secondo il modello di clustering di Soccerment) e di disturbare l'impostazione avversaria è fondamentale nell'architettura della strategia di Arrasate. La palla recuperata che ha innescato la transizione da cui è nato il goal del raddoppio dell'Osasuna è tutta farina del sacco del giocatore croato.



IL GIOCATORE DA SEGNALARE: AIMAR OROZ

Con 27 anni e mezzo di età media la squadra di Arrasate non è certo una delle più giovani del campionato, d'altronde l'Osasuna in questi anni ha cercato di mantenere la categoria portando a El Sadar giocatori già consolidati in Liga. Tuttavia nelle ultime due stagioni, seguendo anche un trend dell'intero campionato spagnolo, anche la squadra di Pamplona sta iniziando ad abbassare l'età media e manifesto di questa intenzione è l'inserimento in pianta stabile in squadra di Aimar Oroz, classe 2001 coltivato in casa.

Nella struttura costruita da Arrasate, Oroz è lasciato libero di andare a cercare lo spazio più adatto dove rendersi pericoloso sfruttando ed integrando il movimento dei propri compagni. In questo esempio sfrutta lo schiacciamento della linea difensiva del Valladolid - per coprire Budimir e Chimy Avila - per andare a raccogliere il pallone in zona rifinitura che, nel frattempo è stata dilatata dai suddetti movimenti. Inoltre, come si evince dall'esempio, Ruben Pena alle sue spalle è pronto a coprire preventivamente la zona che lui ha lasciato con questo taglio. La principale qualità di questo ragazzo, quindi, è quella di andare a cercare lo spazio e riempirlo, in una partita giocata in maniera così aggressiva dalla sua squadra, i suoi inserimenti senza palla sono stati molto utili per disordinare ulteriormente la difesa del Valladolid, ed il fatto che sia stato il giocatore della sua squadra a toccare più palloni in area di rigore avversaria della sua squadra, è un indizio molto importante quanto esemplificativo delle sue caratteristiche. 

Per questo ho selezionato una serie di situazioni in questa partita che hanno portato ad un suo tocco di palla nell'area di rigore del Valladolid.



CONCLUSIONI

In un campionato in trasformazione come quello spagnolo la realtà dell'Osasuna si sta mettendo in luce grazie al proprio stile di gioco geometrico e verticale in possesso e molto compatto e corale in fase di non possesso. 

Con le difficoltà che in questa stagione stanno incontrando squadre come il Siviglia, il Villarreal e l'Atletico Madrid, è necessario che la Liga disegni una nuova classe media in grado di alzare nuovamente il livello del campionato. 

Il livello di gioco espresso dall'Osasuna è molto diverso da quello che dovrebbe in teoria rappresentare il calcio spagnolo, è un calcio più di ritmo e meno di possesso e di tecnica; le squadre che in Liga stanno cercando di seguire un percorso basato su ritmi compassati e sul consolidamento del possesso palla sono molto in difficoltà contro squadre di questo tipo, lo dimostra il percorso che ha avuto negli anni passati il Getafe di Bordalas con il suo 4-4-2/4-2-4 basato su lanci lunghi e duelli aerei.

Il Valladolid rappresenta proprio quel tipo di squadra che vuole esprimere un calcio di controllo della palla a centrocampo per poi servire le punte centralmente, tuttavia l'aggressività ed il ritmo imposto dall'Osasuna hanno reso questo approccio poco produttivo.

Potrebbe essere questa partita una metafora di come devono cercare di evolversi le squadre del campionato spagnolo? Anche in Italia da diversi anni parliamo della necessità di alzare il ritmo del gioco assieme alla tecnica, agli iberici la tecnica di certo non manca perché è perfettamente insegnata, ora serve un altro pezzo per ricostruire un valore alla Liga.

Tra due settimane inizia anche un Mondiale in cui, invece, la nazionale spagnola può sedere allo stesso tavolo delle favorite, e lo sta facendo esprimendo un calcio fortemente basato sul possesso ma molto aggressivo in fase di non possesso. Anche le prestazioni della nazionale al prossimo Mondiale ci forniranno ulteriori indicazioni sullo stato del calcio spagnolo.

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