Dopo aver vissuto le imprese di Bayern, PSG, Real e City, le prodezze di De Bruyne, di Foden, di Neuer, di Mbappè e chi più ne ha più ne metta, torniamo a seguire in questo weekend i campionati che sono sempre più vicini al loro epilogo. Ogni competizione ha diversi spunti di interesse e verdetti ancora molto in bilico, per questo motivo ho scelto tre partite da seguire, ognuna delle quali hanno un contenuto importante ai fini della classifica, ma allo stesso tempo ci mette in condizione di osservare percorsi tecnici e tattici molto interessanti, sia a livello di individualità che a livello di proposte di gioco collettive.
CHAMPIONSHIP, READING-CARDIFF (VENERDI' ORE 19)
La seconda serie inglese è entrata nel rush finale della stagione regolare, per cui siamo giunti al momento in cui le partite iniziano ad essere qualcosa in più che decisive ai fini della definizione della griglia finale con le promozioni dirette, le retrocessioni e le squadre che si giocheranno il terzo posto disponibile al passaggio in Premier League tramite i playoff.
Per la promozione diretta ormai siamo in attesa della sola matematica che certifichi il ritorno in Premier League del Norwich, mentre il Watford sembra essere sufficientemente in vantaggio sul Brentford per la seconda piazza. Sono le posizioni sotto a questa che vedono una interessante battaglia in corso a cui cercano di restare attaccate Reading e Cardiff, al momento fuori dalla zona play-off e, specie per i gallesi, una sconfitta in questo scontro diretto significherebbe far saltare in aria ogni proposito di accesso alla post-season.
Oltre al valore per la classifica, questo match è molto interessante per vedere all'opera due squadre provviste di giocatori molto interessanti e che, magari, potremmo rivedere in Premier nella prossima stagione indipendentemente da come finirà la stagione delle relative squadre.
Il Reading propone un 4-2-3-1 molto riconoscibile in cui il pallone circola abbastanza rapidamente ed allo stesso momento cerca di attirare la pressione avversaria al fine di imbeccare i movimenti dei due elementi tecnicamente più importanti e degni di menzione di questa squadra, ossia l'esterno sinistro Ovie Ejaria e soprattutto il trequartista centrale Micheal Olise, classe 2001, che ha messo a referto in questa stagione 6 goal, 10 assist e 2 passaggi-chiave a partita (intendendo come tali i passaggi che portano al tiro).
Le capacità del numero 7 del Reading sono ben visibili nel suo stile di gioco, basato sulla comprensione e la ricerca degli spazi, elemento indispensabile nel calcio contemporaneo: partendo da una posizione di trequartista centrale è molto facile vederlo svariare in larghezza ed anche venire incontro a sostegno dello sviluppo dell'azione; non appena, poi, entra in possesso del pallone ha sufficiente velocità mentale e tecnica per cercare subito la palla in profondità per verticalizzare immediatamente l'azione, questo giustifica i suoi numeri in fase offensiva in questa stagione che vedete qui indicati.
In questa situazione il trequartista di passaporto francese viene a prendersi il pallone defilato sulla destra (zona del campo che preferisce essendo di piede mancino): non appena entra in possesso della palla verifica rapidamente il posizionamento delle linee avversarie e verticalizza verso l'accorrente centrocampista centrale che ha attaccato lo spazio creato da Olise stesso nel momento in cui viene incontro a prendersi la palla. Oltre alle qualità del n.7 del Reading si notano anche alcuni princìpi di calcio posizionale che il tecnico serbo Paunovic ha portato nella costa meridionale dell'Inghilterra. Nel 4-2-3-1 del tecnico che ha nel suo palmares anche la vittoria del Mondiale Under 20 con la nazionale serba nel 2015, si è creato, quindi, un ecosistema dove bene si incastrano le caratteristiche di Olise, ma anche di giocatori come Ejaria e Puscas che amano giocare in profondità contro la linea difensiva avversaria.
Anche da questi fermo immagine possiamo ammirare altri esempi del numero 7 del Reading che raccoglie la palla, nel primo caso muovendosi tra le linee, nel secondo caso si abbassa addirittura in zona di costruzione, tuttavia l'output non cambia: in entrambi i casi cerca subito la palla in verticale dopo aver identificato lo spazio per superare la linea difensiva, ad ulteriore dimostrazione della sua rapidità soprattutto dal punto di vista cognitivo.
Ad affrontare la squadra allenata da Paunovic ci sarà l'immediata inseguitrice in classifica: il Cardiff si trova, infatti, all'ottavo posto in classifica, seppur con 7 punti di distacco rispetto al Reading. Il distacco della squadra gallese è frutto della pessima serie di risultati delle ultime settimane, con 1 solo punto raccolto nelle ultime 3 partite.
L'approccio della squadra allenata da Mick McCarthy è decisamente meno propositivo e meno ricercato rispetto a quello del Reading di Paunovic: avendo a disposizione li davanti i 195 cm del centravanti gallese Kieffer Moore, autore di 16 reti in questa stagione, corrispondenti ad oltre il 30% della capacità realizzativa della squadra, è molto facile comprendere come il gioco verta prevalentemente sull'utilizzo delle sue capacità nel gioco aereo. Per questo motivo la strategia della squadra gallese è decisamente molto diretta ed, appunto, basata, sui duelli aerei del suo centravanti, chiamato in media a 18,5 duelli aerei a partita, rendendolo il giocatore della Championship più sollecitato in questo fondamentale in fase offensiva. Non c'è nulla da sorprendersi, dunque, nel vedere della passmaps così particolari e che mostrano in maniera abbastanza evidente la strategia di gioco del Cardiff, basata su un possesso palla molto basso (45% di media) e tanti lanci lunghi e duelli aerei che fanno molto kick and rush della vecchia scuola britannica.
Come ogni partita con contrasti di stili, l'interesse è sempre molto alto, in più le due squadre hanno comunque da mostrare giocatori interessanti ed una situazione di classifica in cui i 3 punti per una delle due contendenti possono dare uno slancio molto importante al finale di stagione.
SERIE B, MONZA-CREMONESE (SABATO ORE 14)
La serie B si avvia verso la fase conclusiva della stagione, con ogni partita che inizia ad assumere contorni drammatici e con tantissime narrative ancora da scrivere, con squadre che prima lottavano per evitare la retrocessione che adesso lottano per un posto nei playoff, così come squadre che ambivano ad un posto nei playoff che adesso rischiano di essere invischiate nella lotta per non retrocedere (vedi Pordenone e Frosinone).
Sabato pomeriggio a Monza si affrontano due squadre il cui cammino nelle ultime giornate segue proprio filone di cambi di scena poco prevedibili fino a poche settimane fa: da una parte la squadra brianzola che è caduta in una spirale negativa che la sta allontanando dalla lotta alla promozione diretta fino e dall'altra la squadra grigiorossa che dopo gli affanni della gestione Bisoli sta risalendo la classifica fino a portarla a ridosso della zona playoff.
Il Monza di Christian Brocchi è in un pessimo periodo di forma iniziato prima della pausa per le nazionali con la sconfitta subita per mano del Venezia: una sconfitta per 4-1 che ha fermato una serie di risultati positivi che avevano portato la squadra di proprietà di Berlusconi al secondo posto in classifica, una posizione in linea con le aspettative che la rosa costruita da Adriano Galliani lasciava intendere come reale ambizione della squadra. Tuttavia, la qualità del gioco espresso ha lasciato molte perplessità negli osservatori: la grande qualità di talento individuale presente nella rosa ha permesso alla squadra brianzola di ovviare all'assenza, di fatto, di un'idea di gioco da parte di Christian Brocchi: il calo delle prestazioni di Boateng, dovute ad una condizione fisica non ottimale, hanno messo a nudo l'assenza di una strategia di gioco in grado di coinvolgere al meglio la grande qualità presente a centrocampo con gente come Barberis, Frattesi e Colpani, fino ad arrivare ad un 4-3-3 in cui il Monza praticamente salta il centrocampo per risalire tramite i movimenti degli esterni offensivi. Come si evince dalle passmaps qui di fianco abbiamo un'esemplificazione visiva di quanto detto sopra: il Monza non riesce a risalire il campo per vie centrali, preferisce appoggiarsi sui terzini che poi si associano con l'esterno offensivo di parte che cerca poi di rimettere il pallone in mezzo all'area di rigore attaccata da 3-4 uomini. La strategia è molto chiara e riconoscibile, ma sembra anche di facile lettura per l'avversario a cui è sufficiente chiudere le vie centrale e tentare le transizioni alle spalle dei terzini che salgono in appoggio per generare problemi alla difesa, una situazione che abbiamo visto nella partita persa contro il Venezia e soprattutto nella partita persa nello scorso weekend ad Ascoli.
La Cremonese si presenta a questa sfida, invece, con una importante serie positiva alle spalle di 6 partite con 4 vittorie e 2 pareggi che hanno tirato fuori la squadra grigiorossa dalla zona calda della classifica per portarla a ridosso dalla zona play-off. Il merito della risalita della squadra cremonese è senza dubbio attribuibile all'ottimo lavoro di Fabio Pecchia, subentrato a Bisoli all'inizio del 2021 dove ha lasciato alle spalle i principi di gioco passivi del tecnico emiliano per proporre un tipo di gioco decisamente più propositivo e che sta permettendo a tanti giovani elementi presenti nella rosa grigiorossa di muoversi con molto più agio.
Come si evince dal grafico elaborato sui dati Wyscout, si può notare la bontà del lavoro svolto da Pecchia dal suo arrivo a Cremona: come si evince dai valori successivi al cambio di panchina (desumibili dal cambio di colore delle linee) il possesso palla, i tiri effettuati, gli xG, i tocchi di palla in area avversaria ed il PPDA sono tutti migliorati sotto la gestione dell'ex giocatore del Napoli che ha anche trasmesso una bella mentalità alla squadra come mostrato anche nella partita disputata martedì pomeriggio contro l'Empoli nel recupero della partita saltata a causa del focolaio COVID che aveva colpito la formazione toscana, partita in cui la Cremonese ha rimontato per due volte la capolista del campionato mostrando continuamente un atteggiamento aggressivo in fase di non possesso e la volontà di non cedere il controllo della partita all'avversario.
Con le due squadre in uno stato di forma sostanzialmente opposto la Cremonese cercherà di approfittare della situazione per cercare di dare un colpo importante alle proprie speranze di agganciare la zona play-off ed aumentare le paure di un Monza partito per vincere il campionato e che, senza un risultato positivo sabato pomeriggio, rischia di mettere in forse anche la partecipazione ai playoff.
SERIE A, ATALANTA-JUVENTUS (DOMENICA ORE 15)
Per la serie A è un weekend quasi decisivo per quel che riguarda la lotta per i 4 posti in Champions League per la prossima stagione: il Napoli principale inseguitore e reduce dalla brillante vittoria ottenuta a Genova contro la Samp, dovrà affrontare un'Inter desiderosa di chiudere quanto prima la pratica scudetto, mentre a Bergamo Atalanta e Juventus si affrontano in un match che potrebbe lanciare una delle due verso un cammino in discesa per chiudere la stagione tra le prime quattro.
Ma Atalanta-Juventus non è solo una sfida di vitale importanza per la classifica ma è anche uno scontro tra due squadre che, per ragioni diverse, stanno vivendo delle trasformazioni tattiche che è interessante seguire.
Gasperini, a causa delle contemporanee assenze di diversi esterni della sua rosa, ha deciso di virare alla difesa a 4 (temporaneamente?), tuttavia, a dimostrazione di quanto lo schieramento di partenza sia un mero esercizio di stile, i princìpi di gioco ed i compiti e le funzioni richieste dallo schieramento non sono cambiate. L'Atalanta, come si desume dalla passmap a fianco, pur cambiando modulo di partenza non ha modificato il sistema con cui risale il campo, ossia le famose catene laterali. Con il passaggio alla difesa a 4, le iniziative che Toloi prima prendeva da braccetto, adesso le svolge partendo da terzino, associandosi con De Roon e con Malinovskiy, mentre dall'altro lato il triangolo è composto da Freuler, Gosens e Muriel con Zapata spostato dalla zona sinistra dell'attacco avversario a vantaggio del connazionale. Il vantaggio di questo nuovo schieramento sta nella possibilità di sfruttare la libertà concessa al trequartista centrale (Pasalic, ma anche Pessina quando tornerà disponibile) e sfruttare al meglio la zona di rifinitura dove gli elementi tecnici come Malinovskiy, lo stesso Pasalic ed Ilicic possono muoversi nel disordine creato dalle catene laterali, una situazione che la Juventus soffre parecchio.
Le grandi difficoltà che ha avuto la Juventus in questa stagione nascono per motivazioni molto diverse tra loro come una rosa assortita male ed una gestione poco oculata del monte ingaggi che ha reso impossibile nelle ultime due stagioni portare avanti un mercato importante a centrocampo, mentre a livello di campo il sistema di gioco molto rigido messo in piedi da Pirlo e dal suo staff ha reso spesso stantia e molto prevedibile la manovra bianconera ed, in alcuni casi, ha anche esposto la difesa a transizioni difficili da gestire.
Pirlo nelle ultime settimane ha provato diverse soluzioni per cercare un modo per ridurre le inefficienze della squadra: tra gennaio e febbraio il tentativo di abbassare il baricentro e giocare sostanzialmente in contropiede aveva portato dei risultati positivi come la vittoria contro la Roma ed il passaggio alla finale di Coppa Italia contro l'Inter, ma poi la sconfitta in campionato a Napoli e, soprattutto, quella sanguinosa di Oporto in Champions hanno mostrato l'altro lato della medaglia, ossia quello di una squadra non in grado di risalire il campo in maniera organica. La doppia sfida contro la squadra di Gattuso prima e quella con il Genoa poi hanno visto una Juve in grado di cercare diversi spartiti nello sviluppo della manovra, affidandosi non solo all'occupazione dei corridoi centrali ma anche cercare la superiorità numerica sugli esterni, soluzione raramente praticata dalla squadra bianconera nel corso della stagione. Un esempio di quanto sopra esposto lo vediamo in un paio di sovrapposizioni di Danilo nella partita contro il Napoli, dove da una parte crea superiorità numerica con una sovrapposizione esterna, e e nel secondo caso attacca lo spazio mediante una sovrapposizione interna. Questo discorso ha funzionato molto bene anche con Chiesa e Alex Sandro sul lato opposto o con gli scambi di fascia tra Cuadrado e lo stesso Chiesa: la Juve di Pirlo, evidentemente, per alzarsi di livello ha bisogno di ampliare i compiti richiesti agli elementi della rosa che meglio si stanno comportando in questa stagione.
Sulla base di quanto abbiamo visto nelle ultime settimane, dunque, oltre ad una sfida di valore importante per la classifica, il modo diverso delle due squadre di sfruttare le fasce laterali potrebbe essere un elemento chiave della partita e potrebbe fornire ai due allenatori ulteriori indicazioni su quanto si possano rivelare azzeccate le modifiche ai compiti di alcuni giocatori in ottica di un futuro sviluppo delle rispettive squadre a livello tecnico e tattico.
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