mercoledì 7 aprile 2021

Real Madrid - Liverpool, anche Zidane è un grande allenatore


La Champions League entra nel vivo con un quarto di finale che rievoca la finale di Kiev del 2018: in questi 3 anni tante cose sono cambiate per Real Madrid e Liverpool, con gli inglesi che un anno dopo quella finale si sono riscattati vincendo la coppa nella finale di Madrid, mentre il Real ha dovuto fronteggiare la partenza di Cristiano Ronaldo e la gestione di un ciclo che sembra prossimo alla fine ma che continua a non darsi per vinto.

Real e Liverpool si presentano a questa sfida con tanti infortunati e con due allenatori che hanno dovuto rivedere più volte il proprio approccio tattico in questa stagione per gestire al meglio quanto è rimasto disponibile all'interno della rosa. 

Nel confronto tra Zidane e Klopp questi primi 90' hanno visto il dominio del tecnico del Real, a lunghi tratti dominatore del campo e sempre capace di trovare le giuste soluzioni e le giuste giocate in ogni fase della partita: il 3-1 finale per il Real rende in maniera solo parzialmente esaustiva il dominio espresso in campo dalla formazione spagnola, capace di sfruttare al meglio tutti i punti deboli del Liverpool e ben disinnescando i punti di forza della squadra di Klopp.


Le statistiche mostrano chiaramente chi ha fatto di più in campo (Fonte SofaScore)


LE FORMAZIONI

Come indicato in premessa sono davvero tante le assenza da una parte e dall'altra: si inizia dai due capitani, Sergio Ramos e Virgil Van Dijk fuori per infortunio per poi estendersi all'intero reparto difensivo delle due squadre. Il Real, infatti, deve rinunciare anche a Varane e Carvajal (oltre ai lungodegenti Hazard e Federico Valverde) mentre il Liverpool deve fare a meno anche di Matip e Joe Gomez.



La maggiore curiosità stava nel capire come Zidane avrebbe schierato la formazione viste le assenze nel reparto difensivo: molti si aspettavano la difesa a 3 vista contro l'Atalanta, ed invece l'allenatore del Real sceglie la difesa a 4 con Eder Militao e Nacho al centro della difesa, con Mendy e Lucas Vazquez terzini; in attacco Benzema è affiancato da Vinicius Junior e Asensio.

La sorpresa di Klopp è invece a centrocampo, dove Thiago Alcantara non parte dal primo minuto, sono Wijnaldum e Nabi Keita ad affiancare Fabinho a centrocampo, mentre in attacco è Diogo Jota a vincere il ballottaggio con Firmino che, quindi, siede in panchina.


IL PRESSING DEL LIVERPOOL

Dopo le grandi difficoltà incontrate in questo 2021, Jurgen Klopp si è trovato il Premier a dover fare un campionato di rincorsa e, per questo motivo, ha dovuto recuperare quei principi di pressing aggressivo visto nelle sue prime stagioni a Liverpool. Essendo questa partita e la Champions League un obiettivo fondamentale per non rendere questa stagione anonima, personalmente mi aspettavo che i Reds creassero un sistema di pressione tale da complicare la vita al possesso del Real, con la preoccupazione principale concentrata nel togliere spazio vitale a Luka Modric e Toni Kroos. 

Ed è proprio quest'ultimo punto dove il Liverpool ha fallito nella propria strategia, specie nel primo tempo, dove l'indecisione sulle uscite in pressione hanno portato Kroos ad essere libero di innescare il suo compasso a palla scoperta che ha mostrato tutti i limiti del lato destro difensivo della formazione di Klopp, grande punto debole della stagione dei Reds. In occasione del primo goal del Real, il centrocampista tedesco riceve palla da Vazquez (dalla sua destra) con Jota che accenna di proseguire la pressione dal laterale spagnolo a Kroos, questo crea una situazione di malinteso tra Nabi Keita (che non segue l'ex Bayern Monaco fino a quella zona di campo) e Sadio Manè, i quali restano, invece, su Casemiro. Da questa situazione nasce il lancio del tedesco per Vinicius che poi brucia Alexander-Arnold e Phillips con un grande controllo di petto che lo orienta direttamente verso la porta di Alisson.

Anche nell'azione del secondo goal un pallone giocato all'indietro verso Kroos vede il giocatore tedesco libero di esplorare lo spazio alle spalle della linea difensiva che resta nella terra di mezzo tra l'alzarsi e lo scappare all'indietro, ne viene fuori una situazione in cui ognuno dei quattro elementi della linea difensiva si trova in una posizione diversa, a dimostrazione di un'assenza di una strategia di reparto e diverse letture individuali. 

Nel secondo tempo le cose miglioreranno anche grazie all'ingresso di Thiago Alcantara, con Klopp che chiede a Wijnaldum di seguire Kroos più da vicino e con i tre d'attacco maggiormente aggressivi, mentre Fabinho e lo spagnolo vanno in chiusura sugli appoggi centrali. Nell'esempio qui di fianco si possono ammirare quei princìpi in fase di pressione tipici del Liverpool di Klopp: in questa situazione tutti gli appoggi per Courtois sono bloccati ed è inoltre pronta la trappola per la ricezione di Kroos: in linea teorica il portiere belga avrebbe come soluzione quella di cambiare gioco per Mendy sul lato opposto, tuttavia sarebbe stato necessario orientare il corpo in una posizione diversa per utilizzare questa opzione e questo avrebbe permesso a Jota di lanciarsi in contrasto con grosse probabilità di generare situazioni spiacevoli. Il portiere belga, senza fare cose eccezionali, ha sempre mostrato lucidità in questi momenti, cercando in ogni caso l'opzione più giusta, mostrando capacità in queste situazioni che non tutti gli riconoscono. In questo specifico caso servirà Vazquez sulla sua destra, quest'ultimo cercherà di scavalcare la pressione con una palla lunga che, però, terminerà in fallo laterale.

Anche l'uscita del pallone segue meccaniche molto meglio costruite, questo grazie alle capacità di Thiago di gestire la palla meglio di quanto lo facesse Keita e grazie agli abbassamenti di Wijnaldum in grado di attirare la pressione del Real e risalendo il campo con triangolazioni che permettevano di superare la pressione madridista senza lanciare lungo. Da una costruzione di questo genere è nato il goal con cui il Liverpool ha riaperto la partita ed il discorso qualificazione. Il centrocampista olandese viene incontro alle spalle della pressione di Kroos, salito in pressione su Phillips, riceve palla da Alexander-Arnold, a quel punto cerca di uscire in maniera aggressiva Mendy che lascia, però spazio a Salah alle proprie spalle: l'egiziano chiude la triangolazione con Wijnaldum generando una situazione di superiorità numerica contro la linea difensiva del Real che si concluderà con la rete dello stesso Salah. 

Per far capire il senso della prestazione del Real fino a quel momento, la rete dell'ex attaccante della Roma è anche il primo tiro della partita della formazione di Klopp.


LA STRATEGIA DEL REAL

Viste le grandi assenze Zidane ha dovuto ricostruire alcuni meccanismi della sua squadra per cercare di trovare il modo migliore per esaltare le caratteristiche dei suoi elementi migliori. Il problema principale per l'allenatore francese è quello di capire come limitare le sortite dei due terzini dei Reds e le relative connessioni con Salah e Mane senza rischiare di cadere in inferiorità numerica a centrocampo.

La scelta della difesa a 4 nasce allo scopo di evitare che, con una difesa a 3, i tre attaccanti del Liverpool si accoppiassero ai difensori complicando l'uscita da dietro, in questo modo, invece, i tre elementi offensivi della squadra di Klopp devono scegliere come orientare la pressione. Come abbiamo visto sopra questa è stata la mossa che ha permesso al Real di disorientare il Liverpool generando quei spazi necessari a Toni Kroos per far partire le azioni delle due reti con i suoi lanci. Nell'esempio qui riportato vediamo come il Real utilizzava Kroos tra i due centrali difensivi in fase di impostazione, garantendo superiorità numerica in quella zona di campo e, soprattutto, avere un giocatore in grado di gestire al meglio il pallone anche sotto pressione togliendo compiti di impostazione a Casemiro. In questo modo il Liverpool doveva fare delle scelte su quali giocatori aggredire senza lasciare linee di passaggio alle proprie spalle: come si vede in questo fermo immagine Manè stringe la propria posizione ma allo stesso tempo lascia libera l'opzione sulla fascia destra per Militao e Vazquez.



Un altro elemento su cui il Real ha costruito la propria partita sono stati i cambi di gioco, generalmente cavallo di battaglia del Liverpool: lo spostamento del gioco da una parte all'altra del campo ha permesso alle catene Mendy-Vinicius a sinistra e Lucas Vazquez-Asensio a destra di bucare la linea difensiva del Liverpool grazie alle superiorità numerica che riusciva a generare sulle fasce. In questo esempio vediamo come Vazquez riceva libero a destra (situazione generata dalla necessità di Manè di coprire la zona centrale) costringendo Robertson a rompere la linea difensiva dei Reds: Benzema legge immediatamente la situazione e attacca lo spazio alle spalle dello scozzese aprendo la linea difensiva generando ulteriori spazi da attaccare. Questa situazione è stata ancora più evidente dall'altra parte del campo, dove le sovrapposizioni di Mendy hanno mandato fuori giri Alexander-Arnold.

L'altra ottima trovata di Zidane è stata quella di preparare molto bene anche la prima pressione, questo conferma che il 4-3-3 di partenza era nella testa dell'allenatore francese per avere facili riferimenti in fase di uscita palla del Liverpool, con una tra Modirc e Kroos che si alzava al fianco di Benzema per togliere ogni possibilità di progressione centrale al Liverpool. Le uscite di Asensio e Vinicius sui terzini dei Reds erano accompagnate da un orientamento della pressione sul lato palla in modo da rendere estremamente complicato l'utilizzo dei cambi di gioco che, infatti, raramente hanno trovato il destinatario. Nel fermo immagine vediamo una situazione classica in cui si è trovato il Liverpool nel momento in cui faceva partire l'azione da dietro: specie nel primo tempo la squadra di Klopp ha dovuto risolvere questa situazione con dei lanci lunghi facile preda per i centrali difensivi del Real Madrid, causando la statistica di 9 tiri a 0 per la squadra madridista nel primo tempo.

CONCLUSIONI

Zinedine Zidane ha mostrato nella partita di ieri sera di essere non solo un allenatore gestore ma anche un grande stratega tattico: sia nel doppio confronto con l'Atalanta che in questa sfida ha lavorato nel corso delle settimane per costruire una strategia di gara in grado di neutralizzare i punti di forza dei propri avversari. Le sue pedine nella gara di ieri sono state senza ombra di dubbio Toni Kroos, il cui posizionamento ha disordinato il pressing del Liverpool, e Vinicius che, con le sue volate è riuscito a mettere a nudo i limiti difensivi della squadra di Klopp sul lato di Alexander-Arnold e Phillips, tanto da chiudere il match con una doppietta ed altrettante importanti occasioni.

Per Jurgen Klopp questa partita mostra quanto si stia facendo sentire oltremodo l'assenza di Virgil Van Dijk: la sua assenza mostra in maniera sempre più evidente i limiti difensivi della sua squadra e, soprattutto la poca capacità a gestire situazioni in cui l'avversario riesce a manipolare il pressing e trovarsi a palla scoperta: l'incapacità della linea difensiva nell'interpretare questo tipo di situazioni si è rivelata decisiva per il risultato finale della partita.

Per la gara di ritorno, tuttavia, i giochi non sono ancora fatti: la situazioni assenze e la sfida contro il Barça nel weekend potrebbe complicare non poco i piani di Zidane che deve affrontare questi impegni con una rosa ridotta all'osso. Il piano gara del Real è stato abbastanza chiaro e Klopp già dopo l'intervallo ha mostrato di poterlo digerire e, date le circostanze, difficilmente potrà essere cambiato. Se il Liverpool riuscirà ad organizzare meglio il proprio pressing ed a gestire con meno frenesia il possesso palla (come accaduto nel secondo tempo), allora esistono ancora possibilità di ribaltare il doppio confronto. Tuttavia, rispetto agli anni precedenti, i Reds non potranno contare dell'elemento che in questi anni ha fatto più volte la differenza, ossia l'atmosfera di Anfield Road.

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