mercoledì 14 aprile 2021

Il calcio di Paris Saint-Germain e Bayern Monaco

Immagine Twitter Champions League

Dopo la finale dello scorso anno PSG e Bayern Monaco si ritrovano in Champions League per l'accesso alla semifinale: con la partita di stasera si è chiuso un doppio confronto ricco di goal, emozioni e tante bellissime giocate che hanno esaltato alcune caratteristiche delle due squadre, hanno mascherato alcuni difetti ma soprattutto hanno messo a nudo i difetti dell'avversario.

Il calcio degli anni '20 è comandato dalle squadre che passano da una fase all'altra del gioco in maniera rapida fino al punto da non accorgersi di una fase di costruzione che già ci troviamo a mettere a referto un tiro, una parata o un goal: chi cerca di giocare un calcio in cui le singole fasi sono stagne ed analizzate quasi separatamente si trova e si troverà molto indietro nelle gerarchie del calcio europeo.

Nel corso degli anni il calcio si è evoluto tanto quanto si è evoluto, quanto meno fisicamente, l'essere umano: fino a 30 anni fa un campo da calcio di 105 metri X 68 metri era riempito da 20 giocatori di movimento la cui altezza media era intorno ai 170 cm, oggi un campo da calcio è riempito da calciatori la cui altezza media eccede i 180 cm. Questo porta come conseguenza che il campo da calcio, che nel frattempo non ha modificato le proprie misure, diventa più facile da coprire per una squadra, per questo la giusta occupazione e comprensione degli spazi diventa basilare nella costruzione di una strategia.


COME COMPRIMERE ED ATTACCARE GRANDI SPAZI


Photo Credit Eric Laurie
Il calcio del Bayern Monaco è archetipico del modo di giocare a calcio in Germania nell'ultimo decennio: lo spazio per l'avversario in possesso del pallone deve essere il minore possibile, e avvalendosi della regola del fuorigioco, utilizza lo strapotere fisico dei propri difensori per chiudere l'avversario nella propria metà campo come un pugile mette alle corde il proprio avversario a cui non resta che alzare la guardia e incassare al meglio i propri colpi. Come si evince dall'esempio nel fermo immagine a lato, la strategia difensiva del Bayern rappresenta una rivisitazione dei concetti che abbiamo conosciuto con Arrigo Sacchi a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90: il focus è sulla compressione degli spazi per l'avversario, la linea difensiva si muove esattamente sulla linea di centrocampo mangiando 60 metri di campo. Il Milan di Sacchi sfruttava a proprio vantaggio la regola del fuorigioco molto più estensiva rispetto a quella di oggi, per cui il Bayern ovvia le ridotte possibilità di usare il fuorigioco puntando sulla fisicità e sulla velocità di recupero in progressione dei propri difensori.

Il calcio del PSG, invece, ha bisogno di spazio da attaccare: come in un concetto darwiniano, l'attaccante per sopravvivere alle difese alte e fisicamente dirompenti deve saper coprire lo spazio che li divide dalla porta avversaria quanto più rapidamente possibile. 
L'attaccante degli anni '20 del XXI Secolo non è più quello che si vede poco e che fornisce il proprio contributo solo nel momento in cui un pallone vaga all'interno dell'area di rigore, ma è quello che con tre falcate è in grado di lanciarsi verso la porta con il pallone seminando il difensore avversario che lo insegue: Questo è ciò che definisce lo strapotere in questi contesti di Neymar e Mbappè, più lontani possono partire dall'area di rigore tanto più possono diventare letali, mentre soffrono tanto avversari che di spazio tra sé e la porta ne lasciano poco. In un contesto come quello del calcio attuale in cui gli spazi si comprimono i due elementi più rappresentativi di questo PSG riassumono ciò di cui è necessario per dilatare nuovamente quei spazi: la tecnica individuale che si riassume nel gesto tecnico che, a mio parere, resta basilare per distinguere un buon giocatore da un giocatore con un qualcosa in più, ossia il dribbling. La mappa dei dribbling di Paris Saint Germain-Bayern Monaco ci mostra il motivo per il quale abbiamo visto tanto spettacolo in questi 180 minuti: i 13 dribbling tentanti dal numero 10 brasiliano hanno generato la gran parte dei pericoli costruiti dalla squadra francese tra le due partite, poi il fato ha voluto che all'andata dove i parigini hanno creato di meno sono andati a segno 3 volte su 4 conclusioni, mentre al Parco dei Principi non è bastato creare una decina di occasioni da rete per violare la porta di Neuer.


DUE MODI DIVERSI DI FINALIZZARE DALL'ESTERNO




 

Come si evince dalla grafica relativa agli xG del doppio confronto, entrambe le squadre hanno prodotto tantissimo e i risultati delle due partite sono stati inversamente proporzionali alla qualità di quanto prodotto nelle rispettive partite. Indipendentemente da come le due squadre siano state in grado di concretizzare quanto prodotto, è stato molto chiaro vedere come le due squadre creavano le conclusioni a rete.

La strategia del PSG è stata sempre abbastanza chiara in questo doppio confronto: con una squadra come il Bayern che inonda di uomini la trequarti avversaria, non è possibile pensare di invadere a propria volta la trequarti con tanti uomini come, invece, è costretto a fare il più delle volte in Ligue 1. Per questo motivo gli attacchi sono sempre stati orchestrati dai soliti tre li davanti: Angel Di Maria, Neymar e Mbappè: la tecnica sullo stretto dei due sudamericani, unita alla rapidità del francese portano i parigini a strutturare la fase offensiva su rapide verticalizzazioni.

Fonte passmap Calcio Datato
Nei dati elaborati qui a fianco è molto importante notare non tanto le posizioni medie dei calciatori (era abbastanza comprensibile anche ad occhio nudo che la supremazia territoriale e del possesso era appannaggio dei bavaresi) quanto il dato sulla combinazione dei passaggi: il Bayern ha palleggiato molto da dietro e non è un caso che i due difensori centrali siano quelli che hanno toccato il maggior numero di palloni, il PSG invece ha immediatamente lasciato che a giocare la palla fossero i suoi tre elementi offensivi. Di rado capita vedere in una statistica di questo tipo che le maggiori combinazioni di passaggi arrivino dai tre uomini più avanzati anziché quelli arretrati.

Le differenze di approccio del PSG tra Champions e Ligue 1 sono ben identificabili da questi esempi: un tipico attacco del PSG della partita di ieri sera vede l'area di rigore occupata dal tre giocatori (Mbappè, Neymar, Di Maria) con un quarto giocatore a supporto (Draxler), per cui utilizzando un linguaggio molto tecnico si può affermare che il PSG avesse 4 invasori a cui delegare la fase di rifinitura e finalizzazione. Questa strategia in Champions del PSG è un retaggio della gestione Tuchel che, in questa fase ad eliminazione diretta. anche Pochettino ha fatto propria. E' opportuno, dunque, affermare che molto merito di ciò che abbiamo visto in questo doppio confronto è farina del sacco dell'attuale allenatore del Chelsea, il quale con questa strategia ha permesso al PSG di superare quella che sembrava una sindrome europea di una squadra ricca di soldi e talento ma incapace di confrontarsi con le grandi d'Europa. 

A dimostrazione di quanto sopra arriviamo al modo in cui il PSG arrivi alla finalizzazione ed alla rifinitura in Ligue 1: nel campionato francese il contesto tattico che la squadra parigina si trova ad affrontare è completamente diverso, con squadra che mantengono un baricentro decisamente basso e che, di conseguenza, lasciano pochi uomini in zone avanzate del campo. Lo scenario dunque è completamente ribaltato e per Mbappé e, soprattutto, Neymar gli spazi per muoversi sono molto ristretti, una situazione che spesso e volentieri mostra i limiti del brasiliano, poco incline ad accettare duelli "sporchi" con l'avversario di turno (non è causale che termini anzitempo la partita causa cartellino rosso come accaduto contro il Lione). Per questo motivo il PSG in Ligue 1 è chiamato ad attaccare con più uomini, tuttavia si può notare anche come l'accesso all'area di rigore avvenga quasi sempre per vie laterali, dove i vari Mbappé e Di Maria cercano di defilarsi per poter ricevere palla e mettersi in moto con una giocata individuale che resta, dunque, il punto di forza principale della squadra quando deve attaccare una linea difensiva, che sia essa alta o bassa.

Per quel che riguarda il Bayern Monaco, invece, la fase offensiva è legata alle caratteristiche dei propri elementi offensivi principali, ossia Thomas Muller e Robert Lewandovski: la loro capacità di muoversi in area di rigore è l'architrave dell'attacco alle difese da parte del Bayern. Non è un caso che, in contemporanea all'assenza del centravanti polacco nel doppio confronto la squadra bavarese non sia stata in grado di finalizzare nella stessa maniera in cui è in grado di fare abitudinariamente.

Fonte grafiche WhoScored
Tra andata e ritorno della doppia sfida il Bayern è andato al cross quasi 70 volte: una statistica che, letta superficialmente, potrebbe far pensare ad una squadra che fa fatica a sfondare centralmente e che, quindi, si affida ai cross per creare pericoli. In realtà il Bayern Monaco è una della squadra che arriva maggiormente al cross in Europa (25 a partita in Bundesliga, 23 in Champions, sempre fonte WhoScored) e riesce a fare la differenza con la scelta del tipo di cross da effettuare, ma soprattutto con la capacità e l'intelligenza dei suoi elementi offensivi sul come coprire l'area di rigore e rendersi indifendibili anche in situazioni in cui generalmente la gran parte delle squadre non sono in grado di creare una situazione di pericolo. Se andiamo a vedere i 3 goal realizzati dal Bayern tra andata e ritorno possiamo notare quasi sempre le stesse dinamiche.



Come si nota negli esempi delle due reti realizzate da Choupo-Mouting tra andata e ritorno, si può notare come in entrambi i casi l'area di rigore sia riempita in modo tale da avere diverse soluzioni per rendere incisivo il cross. Nei due casi abbiamo due tipologie di cross diverso: nel caso della partita di ieri abbiamo un cross di Coman dall'altezza del lato corto dell'area di rigore in cui Thomas Muller si stacca dalla marcatura per giocare di sponda sull'inserimento di Alaba (che ha sostituito i compiti di Goretzka in questo tipo di situazione) il cui tiro genererà il tip-in vincente del centravanti nato in Germania ma di passaporto camerunense.
Nel goal realizzato all'andata, invece, il cross arriva dal mezzo spazio destro della trequarti, una situazione spesso e volentieri sconsigliata contro difese schierate: ma anche in questo caso il riempimento dell'area di rigore segue le stesse dinamiche dell'azione vista ieri sera mandando in confusione i 4 della linea difensiva del PSG con Danilo Pereira che si perde Choupo-Mouting, tuttavia, come si vede. anche l'inserimento di Coman da sinistra avrebbe potuto generare una situazione di grave pericolo per la difesa della squadra di Pochettino.

La citazione dell'inserimento di Coman alle spalle del terzino non è casuale, perché il Bayern di Flick ha costruito molte fortune offensive grazie a questo tipo di routine: negli esempi qui di fianco si può notare in maniera nitida come la modalità di riempimento dell'area con 4 uomini e del cross dalla trequarti non sia una casualità bensì una tipologia di giocata presente in maniera continua nel playbook della squadra di Flick. Il primo esempio arriva dalla finale con il PSG dello scorso anno, dove il goal di Coman arriva proprio da un cross di Kimmich alle spalle della linea difensiva con Muller e Lewandovski a fornire al numero 6 tedesco due diverse opzioni di rifinitura e Goretzka una terza inserendosi da dietro proprio come Alaba nell'azione di ieri sera. Identica dinamica l'abbiamo ammirata in occasione del goal contro il Werder Brema dello scorso novembre con Goretzka questa volta in veste di rifinitore.




CONCLUSIONI


In questo doppio confronto Bayern Monaco e Paris Saint Germain ci hanno regalato tanto spettacolo e tante emozioni, ma oltre a questo ci hanno fornito tante utili informazioni su quanto il valore dei calciatori e della strategia di squadra si equivalgano come rapporti di forza.

In Bayern Monaco e PSG notiamo la presenza di tanti giocatori esaltati dalla strategia di gara dei loro allenatori, ma anche il contrario, ossia giocatori il cui valore tecnico esaltano la strategia stessa mediante la loro capacità di esecuzione.

In queste ore sui vari social ho notato diversi punti di vista su cosa questa partita ha significato, in particolare ho visto tanta gente che ha sfruttato il match per perorare una specifica causa: la verità è che queste due partite ci hanno permesso di vedere un compendio di tanti stili di gioco e tanta capacità dei singoli interpreti di rispondere rapidamente agli stimoli ed alle problematiche che la partita richiedeva in ogni specifico momento.

Per questo motivo abbiamo visto i momenti di difesa bassa e posizionale del PSG, il crossing game del Bayern, le transizioni ed il gioco verticale dei francesi alternato a fasi di costruzione dal basso (a proposito, che partita di spessore quella di Paredes in costruzione davanti alla difesa) per chiudere con la pressione ed il baricentro alto del Bayern Monaco: ogni fase della partita richiedeva un certo comportamento ed i giocatori in campo lo hanno eseguito mostrando non solo le loro capacità tecniche, ma soprattutto la loro capacità di sapere in pochi secondi quale era la scelta giusta da fare, che fosse un colpo di tacco o un lancio di 50 metri.

Per ottenere tutto questo è necessaria capacità individuale dei giocatori e strategia degli allenatori, una non può fare a meno dell'altra.

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