Wednesday, 26 August 2020

Bayern-PSG, l'analisi della finale di Champions

La finale di questa edizione della Champions League, sicuramente la più anomala della storia, sia per il format della fase finale, forzato dalle vicende relative al COVID, sia per il fatto che la stessa fase finale è coincisa con l'inizio delle fasi preliminari dell'edizione successiva, mette di fronte due squadre giunte a questo atto finale con i requisiti per poterne fare parte, a differenza degli ultimi anni, dove una delle due finaliste è giunta fino in fondo senza che avesse i favori del pronostico ad inizio stagione, per questa ragione la finale tra Bayern Monaco e PSG ha rappresentato sicuramente l'evento calcistico più importante quanto interessante di questo particolarissimo (per usare un termine edulcorante) 2020.

LE FORMAZIONI INIZIALI

I due allenatori non regalano sorprese in relazioni all'undici iniziale che ricalca fedelmente le squadre messe in campo nelle semifinali vincenti contro Lipsia e Lione, unica novità è quella proposta da Flick, che mette in campo dal primo minuto Kingsley Coman mettendo in panchina Ivan Perisic, che era stato, invece, il titolare nelle sfide contro Barcellona e Lione; dall'altra parte Tuchel conferma in blocco la formazione che ha battuto il Lipsia, con Paredes confermato dal primo minuto al pari di Herrera vincendo i ballottaggi con Verratti e Gueye.


COME E' ANDATA LA PARTITA

Come molti speravano, la partita è stata molto bella e, specie nella fase centrale del primo tempo, molto spettacolare: da una parte la grande aggressività del Bayern Monaco che cercava di schiacciare il PSG nella propria metà campo, dall'altra il PSG che cercava di uscirne alternando una coraggiosa costruzione bassa, che però raramente ha insidiato il pressing bavarese, ad un'uscita più diretta utilizzando le combinazioni in velocità tra Neymar e Mbappe, supportati da Di Maria ed Herrera, allo scopo di prendere alle spalle la sempre altissima linea difensiva del Bayern.


La partita è cambiata nel secondo tempo quando la scelta di Tuchel di invertire di posizione Di Maria e Mbappe ha permesso al Bayern di sfondare a destra e costringere la squadra parigina ad abbassarsi fino a giungere al goal decisivo di Coman, reso possibile dalla discesa indisturbata di Kimmich a destra che ha permesso al Bayern di riempire l'area di rigore con 4 uomini pescando Coman smarcato alle spalle di Kehrer, il resto lo fa la qualità del cross del terzino (anche se è riduttivo definirlo così) tedesco ed il colpo di testa preciso del francese.

Leggendo il match report elaborato da SICS emergono chiaramente i dati che hanno caratterizzato la partita, infatti possiamo notare la grande quantità di dribbling effettuati e riusciti da ambo le parti, a dimostrazione della grande qualità presente in campo; il dato dei duelli vinti (50%) che ha mostrato il grande equilibrio in termini di valore dei singoli in campo, infine il dato relativo ai recuperi palla nella metà campo avversaria; il dato in cui il Bayern rivela la propria essenza, con 22 palloni recuperati nella metà campo del PSG ed un'altezza media dei recuperi del pallone pari a 44 metri (contro i 27 del PSG); infine il dato relativo all'indice di pericolosità ci suggerisce che ai punti sarebbe stato il PSG la squadra che avrebbe meritato di vincere per via delle grandi occasioni che ha avuto e non ha sfruttato, tuttavia vedremo come anche il dato stesso va ben valutato sulla base dell'andamento della partita che andremo ad analizzare.

GLI ELEMENTI DI SPUNTO A LIVELLO TATTICO

IL FOCUS DEL PSG SU LO SPAURACCHIO DAVIES


Alphonso Davies è senza dubbio la grande novità del Bayern Monaco di quest'anno e le sue prestazioni hanno permesso alla squadra bavarese di alzare il proprio livello una volta che il canadese ha avuto la maglia da titolare, le sue discese e la sua prepotenza in velocità negli uno contro uno hanno rappresentato nella preparazione della partita da parte di Tuchel la maggior fonte di pericolo che andava limitata in qualche modo.

La prima pressione del PSG aveva lo scopo di isolare le linee di passaggio verso Davies, questo avveniva in primis con il posizionamento di Di Maria in una posizione intermedia tra il canadese ed Alaba, l'uomo che in genere innesca con i suoi laser-pass le sue sgroppate, inoltre la scelta di avere sempre un uomo su Thiago quando non si posizionava tra i due centrali, permetteva di togliere ad Alaba anche l'opzione di passare dall'ex Barcellona per innescarlo, per questa ragione l'unico modo per arrivare a Davies era quello di tornare su Neuer e sperare nelle sue qualità con i piedi, ma la soluzione non ha avuto buoni esiti e per la difficoltà di esecuzione parecchio elevata anche per i piedi super-educati del portiere tedesco e perché nel corso della traiettoria della palla era facile per uno tra Kehrer e Herrera andare ad aggredire subito il canadese.

Possiamo vedere molto bene un esempio in questa circostanza, dal lancio di Neuer, Kehrer esce immediatamente per aggredire Davies, questo porterà il canadese a gestire un pallone molto difficile, infatti il suo colpo di testa innescherà una transizione del PSG che porterà al fallo dello stesso Davies su Kehrer e relativa ammonizione per il canadese. Questo sistema, oltre a costringere il Bayern a cercare vie alternative per raggiungere la fascia sinistra, permetteva a Di Maria di non spendersi eccessivamente in fase di non possesso ed a Kehrer stesso di difendere in avanti ed evitare di affrontare in 1 vs. 1 uno tra Davies e Coman, situazione che lo ha messo in crisi nel secondo tempo.

LA PRESSIONE ALTA DEL BAYERN

Uno dei marchi di fabbrica del Bayern Monaco di Flick è l'incredibile capacità di tenere sotto pressione l'avversario grazie alla pressione continua in zone alte di campo, un sistema che rende sostanzialmente impossibile per qualsiasi squadra la possibilità di far partire l'azione da dietro, un sistema reso possibile dalla grande fisicità di gente come Muller e Goretzka nonché dalla capacità della squadra di mantenersi sempre cortissima grazie sopratutto alla linea difensiva sempre altissima a sostegno di questa pressione rimpicciolendo la lunghezza del campo ai propri avversari.

Uno dei tanti esempi nella partita contro il PSG è questo qui, siamo in una fase in cui la squadra francese ha appena recuperato palla, e qui scatta immediatamente il pressing per riconquistare quanto più rapidamente possibile il possesso: i due centrocampisti centrali ed i 4 uomini più avanzati creano una gabbia in cui chiudere qualsiasi possibilità di ricezione comoda per i giocatori del PSG, questo sistema, come indicato dalle statistiche menzionate in precedenza, ha permesso alla squadra bavarese di recuperare ben 22 palloni nella metà campo avversaria.

Come indicato in precedenza la pressione alta del Bayern è accompagnata da una linea difensiva molto alta, quasi spregiudicata e che si fida della capacità dei suoi uomini di recuperare in progressione qualora l'avversario sia in grado di aggirarla; nell'esempio qui di fianco notiamo che la linea è tenuta addirittura dentro la metà campo avversaria, con questo atteggiamento la squadra di Flick si assicura un recupero rapido del pallone completando l'idea di base di ingabbiare l'avversario nella propria trequarti senza darne possibilità di uscire; dall'analisi delle palle recuperate così come riprodotte dal match-studio di SICS.



LE OCCASIONI DEL PARIS SAINT GERMAIN

La strategia del PSG per affrontare la pressione del Bayern Monaco è stata quella che ci si aspettava alla vigilia, ossia sfruttare la qualità e la velocità del suo tridente offensivo per colpire alle spalle la difesa del Bayern; la squadra di Tuchel, che è abituata a giocare la partita tenendo il possesso del pallone ed il dominio territoriale ha dovuto dunque riadattarsi a quanto la forza dell'avversario consentiva di fare, in particolare il pressing alto del Bayern non permetteva in alcun modo di poter costruire dal basso, un dato abbastanza significativo è quello relativo a Paredes che, nella semifinale contro il Lipsia aveva completato 70 passaggi (meno solo dei due centrali difensivi), mentre in finale ne ha completati appena 21, a dimostrazione di quanto fosse difficile, se non impossibile, coinvolgerlo in fase di impostazione.


Non potendo, quindi contare sulla propria rete di passaggi alla squadra parigina non è rimasto altro che affrontare in maniera diretta la linea difensiva del Bayern cercando di servire quanto il più rapidamente possibile i tre davanti.

L'analisi elaborata da SICS in relazione ai passaggi-chiave mostra chiaramente quanto la squadra di Tuchel abbia adottato questa strategia, il cui target era in primis Neymar da cui poi ci si aspettava la giocata per lanciare Mbappe alle spalle della difesa del Bayern, una strategia più volte adottata dal PSG e che, specie nel primo tempo, ha rischiato di pagare dividendo, ma prima un grande intervento di Neuer su conclusione ravvicinata di Neymar, poi un pallone da posizione favorevolissima ma capitato sul piede sbagliato di Di Maria non ha permesso al PSG di capitalizzare al meglio la propria strategia.


Su Youtube ho provato a simulare proprio quest'ultima azione: l'azione parte da una costruzione bassa del PSG immediatamente aggredita dal pressing alto del Bayern con i due esterni Gnabry e Coman che vanno a prendere i due centrali difensivi mentre Lewandovski e Muller fanno un passo indietro a vanno a prendere Paredes e Marquinhos mentre Herrera si alza sulla stessa linea di Neymar sui quali invece restano in copertura Thiago e Goretzka; non potendo palleggiare con Paredes, Kimpembe aggira il pressing servendo direttamente Neymar, il brasiliano pur non riuscendo a superare la marcatura di Thiago riesce a tornare indietro e disordinare il pressing del Bayern quanto basta per permettere ancora a Kimpembe di innescare Herrera che a sua volta innesca Mbappe e Neymar mandando a vuoto la pressione di Goretzka e dei centrali difensivi.




IL MOMENTO DECISIVO DELLA FINALE

In una situazione di grande equilibrio come quella del primo tempo in cui entrambe le squadre hanno cercato di focalizzarsi sui proprio punti di forza lavorando contemporaneamente sul disinnescare quelli dell'avversario, ad essere decisiva poteva essere una giocata fuori dallo spartito o un errore tecnico o tattico di una delle due squadre, ciò che è successo rientra in quest'ultima categoria e si riassume nella scelta di Thomas Tuchel di invertire le posizioni di Mbappe e Di Maria.

Come ben si desume da questa immagine l'inversione tra Mbappe e Di Maria senza riassegnazione dei compiti per i due giocatori ha portato alla creazione di una prima linea di pressione abbastanza piatta che non chiude più le linee di passaggio verso i due terzini lasciando loro ampia possibilità di avanzare il campo in conduzione costringendo, al contempo, le mezzali a ripiegamenti molto più faticosi che comportano, a catena, la creazione di maggiori spazi per i quattro uomini più avanzati del Bayern ed un sovraccarico per la linea difensiva costretta a fare delle scelte su quali movimenti seguire.

Quanto sopra è stata la base per la creazione della situazione che ha poi portato al goal del Bayern Monaco, come si evince dall'immagine Di Maria non segue l'inserimento di Kimmich (cosa che Neymar e Mbappe in maniera alternata facevano nel corso del primo tempo) che viene pescato da una verticalizzazione pazzesca di Thiago (che chiuderà la partita con 10 passaggi-chiave, ossia i passaggi che superano almeno una linea di pressione avversaria); è bastato un movimento di Kimmich non seguito ed un passaggio di grande qualità da parte di Thiago a permettere alla squadra bavarese di lasciarsi dietro 5 giocatori del PSG esponendo la linea difensiva contro i quattro uomini offensivi del Bayern, inoltre avere i due esterni così alti ha permesso sia a Gnabry e Coman di andare a riempire l'area sullo sviluppo dell'azione costringendo la linea difensiva a delle scelte che hanno portato Kehrer a mollare la marcatura di Coman, pescato libero dal cross di Kimmich.

A conferma di quanto questa fase della partita abbia impattato profondamente sull'esito della partita abbiamo la progressione dell'indice di pericolosità SICS all'interno della partita: come indicato precedentemente il valore dell'indice di pericolosità indica che il PSG avrebbe meritato di più la vittoria, tuttavia va posto l'accento sulla progressione dell'indice per la squadra di Tuchel nell'arco dei 20 minuti iniziali del secondo tempo, ossia i minuti in cui l'inversione di Mbappe e Di Maria ha permesso ai bavaresi di invadere la trequarti e creare la situazione adatta a sbloccare la partita.

COSA NE SARA' DI BAYERN E PSG?

Quella di domenica scorsa è stata una delle finali più godibili degli ultimi anni visto che ha portato a sfidarsi quelle che nel 2020 è opportuno definire come le migliori squadre d'Europa, la squadra di Flick ha mostrato di sapersi trasformare in una squadra iper-aggressiva nel giro di poche settimane dopo l'esonero di Kovac, mentre Tuchel è riuscito dopo un lungo lavoro a dare un equilibrio ad una squadra piena di tecnica e di fuoriclasse pagati a peso d'oro.

Tra poche settimane inizia una nuova stagione ed è, giustamente, aperto il dibattito per stabilire se queste due squadre potranno essere il riferimento europeo anche per gli anni a venire, un quesito senza dubbio pertinente per quanto offerto in questa stagione da queste due squadre, tuttavia il punto di domanda starà nello stabilire quanto le relative società saranno in grado di fronteggiare i difetti delle due squadre nel corso della prossima sessione di mercato o tramite una revisione della struttura tattica.

Per il Bayern Monaco la scelta di Flick di imporre una strategia così aggressiva nasce in primis dall'emergenza in cui si è trovato in termini di centrali difensivi: Sule è tornato in campo dopo l'infortunio ai legamenti proprio sostituendo Boateng nel corso della finale, lo stesso Boateng era già dato in partenza prima dell'emergenza in difesa e adesso lo stesso Alaba sembra intenzionato a lasciare Monaco; a questa situazione si sono aggiunti gli infortuni di Pavard e Lucas Hernandez che hanno rallentato l'inserimento dei due francesi campioni del mondo nel mondo Bayern.
Insomma Kovac prima e Flick dopo si sono trovati a fronteggiare l'assenza di giocatori in grado di difendere in maniera posizionale, una problematica a cui Kovac non ha saputo porre rimedio mentre Flick l'ha aggirata costruendo la strategia per cui questo Bayern lascerà un forte segno nell'evoluzione tattica del calcio nei prossimi anni, tuttavia abbiamo avuto modo di vedere quanto questa strategia porti con se dei rischi che però il Bayern non ha pagato (vedi le occasioni di Neymar e Di Maria in finale, il palo di Ekambi in semifinali ed altre situazioni simili negli scontri diretti con Lipsia e Dortmund in Bundesliga) in questa stagione, ma si sa che spesso nel calcio e nella vita la ruota può sempre girare, per questo motivo rinforzare il reparto arretrato con uomini abili anche a gestire situazioni di difesa posizionale potrebbe tornare utile per ridurre i rischi.
Va anche detto, tuttavia, che anche qualora il Bayern avesse realmente subito per quanto concesso, ha sempre mostrato grande facilità in questi mesi a trovare la porta avversaria grazie alle grande qualità di cui dispone in attacco ma soprattutto grazie alla grande intesa e la grande intelligenza dei suoi uomini di punta, ossia Thomas Muller e Robert Lewandovski la cui età, però, (i due hanno rispettivamente 31 e 32 anni) deve portare la società a delle riflessioni tempestive su chi dovrà prendere la loro eredità, situazione, questa, che ricorda la difficoltà di trovare sostituti per Robber e Ribery, anime tecniche della squadra che trionfò in Europa nel 2013, una transizione, tra l'altro, che verrà completata solo in questa finestra di mercato con l'arrivo di Sané dal Manchester City.

Per il PSG l'accesso alla finale di Champions è da considerarsi il punto più alto a livello sportivo per la proprietà qatariota che, negli anni precedenti, aveva subito l'onta di premature quanto clamorose eliminazioni come quella del 6-1 al Camp Nou nel 2017 o quella del 2019 contro lo United capace di ribaltare al Parco dei Principi lo 0-2 di Old Trafford.
Dopo le campagne acquisti faraoniche degli anni precedenti, l'ultima campagna acquisti ha portato a Parigi giocatori molto utili alla squadra parigina, in particolare in finale abbiamo avuto modo di ammirare Ander Herrera, arrivato dal Manchester United e capace di dare al centrocampo quell'equilibrio mancante nelle stagioni precedenti, stesso discorso per l'ex giocatore dell'Everton Gana Gueye, giocatore che ricorda per caratteristiche un certo Ngolo Kante e che, soprattutto in Ligue 1, ha dato un grande apporto per l'equilibrio della squadra specie quando Tuchel è passato al 4-2-4 lasciando a lui e Verratti il compito di cantare e portare la croce a centrocampo; grande merito per la crescita del PSG va dato anche al lavoro di Tuchel, che ha mostrato le sue capacità a livello tattico nonché quella di mostrare una certa duttilità a livello strategico (per esempio il 4-2-4 visto in campionato non si è quasi mai visto in Champions) comprendendo come una strategia con più giocatori offensivi avrebbe raccolto maggiori dividendi in campionato, dove le avversarie tendono quasi tutte a chiudersi a ridosso dell'area di rigore, mentre una strategia più accorta gli avrebbe permesso di giocarsela a livello europeo, e così è stato.
Ora al PSG resta da capire quale sarà il futuro, in particolare capire se la società qatariota intende continuare a lasciare il timone nelle mani di Tuchel o se vuole tentare altre strade (si parla tanto di Allegri), a questo si aggiunge l'addio di Thiago Silva che da lunedì è ufficialmente svincolato così come Cavani e Mounier (già accasato a Dortmund); sostituire questi elementi sarà difficile per il club parigino, in particolare il vuoto di leadership che il difensore brasiliano lascia non è per nulla facilmente colmabile, anche il ritorno di Marquinhos in posizione di centrale difensivo potrebbe non colmare questo vuoto, stesso discorso per Cavani, certamente l'acquisizione di Icardi a titolo definitivo riempie la casella, ma ben sappiamo quante e quali siano le differenze tra i due giocatori, infine a livello tecnico anche la casella lasciata vuota da Meunier va riempita, Kehrer ha mostrato i limiti derivanti dal non essere un terzino destro di ruolo, per cui Leonardo dovrà davvero darsi tanto da fare per non disperdere i progressi visti nelle ultime stagioni, il tutto, inoltre, mentre la Ligue 1 è già partita ed il PSG si dovrò rimettere immediatamente all'opera.

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