domenica 2 agosto 2020

Come il Crotone di Stroppa ha ritrovato la serie A?

Foto, profilo Twitter Crotone


Il campionato di serie B, a differenza di quanto avvenuto molte volte in passato, ha lasciato poco spazio all'incertezza in merito a chi avrebbe ottenuto la serie A diretta: la stagione del Benevento e del Crotone è stata decisamente dominante lasciando pochi dubbi agli osservatori più attenti su chi avrebbe ottenuto l'accesso diretto alla massima serie, tanto che la squadra di Inzaghi aveva ipotecato la promozione già prima della sosta invernale per poi vederla ratificata pochi giorni dopo la ripresa post-lockdown, per la squadra di Stroppa il percorso è stato meno netto, ma la progressione è stata continua e l'ha portata a festeggiare il ritorno in A con tre giornate di anticipo.

Ho scelto di analizzare la squadra di Stroppa per via della qualità di gioco espressa in continuità con un'idea di calcio propositivo che, oltre a cambiare la mappatura tattica della serie A, sta progressivamente piantando le tende anche in serie B, con esempi anche riscontrabili nello Spezia di Italiano e nel Venezia di Dionisi, un sistema che privilegia la costruzione dell'azione da dietro (anche insistita se necessario) e le rotazioni tra centrocampisti tra zona di sviluppo e rifinitura al fine di creare spazi in cui far progredire il pallone.


LA SCELTA DEL MODULO

Il modulo di base scelto da Stroppa per il Crotone è un 3-5-2 di base che, in fase di possesso si trasforma in un 3-1/4-2, mentre in fase di non possesso si trasforma in un 5-3-2, con i tre centrali di difesa che giocano molto stretti mentre i due attaccanti vengono spesso esonerati dai ripiegamenti difensivi a meno che uno dei centrali avversari non salga a sostegno della manovra.

Il 3-5-2 di base del Crotone


Il 3-5-2 non è mai stato abbandonato da Stroppa per tutto il corso della stagione, questo gli ha permesso di dare alla squadra una fisionomia riconoscibile e con sfaccettature molto diverse rispetto a quelle che possiamo immaginare quando si parla di 3-5-2; in particolare è la composizione dei 5 di centrocampo a fare la differenza: i tre centrali sono giocatori di tecnica di gran lunga superiore rispetto alla media del campionato (Barberis, Benali su tutti in zona di costruzioni) e con grandi capacità in fase di conduzione ed inserimento (Zanellato, Crociata) ma non propriamente dei giocatori che rientrano nell'immaginario comune per e capacità di interdizione, a questo si aggiunge la scelta degli esterni, con Molina, Gerbo e Mustacchio che hanno tutti un background da ali anziché terzini, a conferma che ancor prima della tattica e del modulo esiste una strategia da parte di Stroppa di costruire una squadra dall'imprinting marcatamente offensivo finalizzato a dominare il gioco.


LA FASE DI POSSESSO 

Come già indicato in premessa il gioco del Crotone in fase di possesso prevede l'utilizzo dei tre centrali difensivi in fase di costruzione dell'azione supportati da uno dei centrocampisti che si propone come vertice basso del triangolo di centrocampo o vertice alto del rombo di costruzione: questo compito è generalmente affidato a Barberis. Il possesso della squadra pitagorica è composto da lunghe sequenze di passaggi (il possesso palla medio è stato pari al 60,9%) con lo scopo di imbeccare i centrocampisti alle spalle delle linee di pressione avversaria, tuttavia la presenza di due esterni del livello di Molina e Gerbo e le qualità di Simy nel gioco aereo permettono soluzioni alternative in presenza di un pressing avversario particolarmente aggressivo.

Spesso sentiamo affermare come il dato del possesso palla non sia un dato chiaro per definire il valore tecnico e la capacità di una squadra di dominare il gioco ed offrire un calcio godibile, per questo motivo al dato di possesso palla va raffrontato il dato offensivo e qui capiamo il motivo per il quale la ricercatezza nel possesso palla del Crotone si sia mostrata una strategia vincente: la squadra di Stroppa ha chiuso la stagione con il secondo miglior attacco del campionato alle spalle del Benevento, ma soprattutto possiede il maggior indice di pericolosità (fonte SICS) dell'intero campionato cadetto, nonché il capocannoniere Nwankwo Simy (20 goal realizzati, di cui solo 4 su calcio di rigore), di cui apprezzeremo i movimenti nella nostra analisi.

COSTRUZIONE E SVILUPPO DELL'AZIONE

Come indicato in premessa, l'azione parte sempre dai tre centrali di difesa a cui si aggiunge Barberis, i laterali generalmente tendono a scollegarsi per salire in zone più avanzate del campo, come si evince dal fermo immagine, gli avversari cercano di negare le ricezioni centrali alla squadra di Stroppa, per questa ragione molto spesso il palleggio tra i centrali difensivi è prolungato nel tentativo di attrarre la prima linea di pressione e generare uno spazio alle spalle per i centrocampisti.

A supporto della costruzione da dietro vi è il lavoro dei centrocampisti, con Barberis che fa da vertice basso di un triangolo completato da Benali e Zanellato (che nel corso della stagione si è alternato con Crociata in quella posizione causa infortuni); questo schieramento permette la creazione di diverse linee di passaggio alle spalle della prima linee di pressione e far dunque progredire l'azione grazie alle loro qualità con il pallone tra i piedi; qualora la pressione avversaria sia parecchio aggressiva, i due esterni si abbassano a supporto o per fornire supporto al possesso palla, fungendo da terzo uomo in un triangolo con braccetto della difesa a 3 e mezzala, o per attirare altri giocatori in pressione al fine di permettere un lancio per Simy che può attaccare direttamente gli spazi lasciati liberi dalla pressione dei terzini o giocare di sponda per gli inserimenti tra centrocampo e difesa avversari.


ATTACCO ALLA LINEA DIFENSIVA

Come indicato in premessa il Crotone ha la miglior produzione offensiva del campionato nonché il capocannoniere Simy, il merito è dato dalla capacità della squadra di Stroppa di creare spazi grazie ai movimenti dei centrocampisti, ma soprattutto grazie ai movimenti che il tecnico richiede ai suoi attaccanti.

Stroppa chiede sempre alle punte di attaccare lo spazio tra centrale e terzino avversario, questo smarcamento richiesto agli attaccanti (nel fermo immagine qui affianco c'è stata una rotazione con Messias in zona rifinitura e Zanellato che attacca lo spazio tra centrale e terzino sinistro) genera tanto disordine nella linea difensiva avversaria a causa dell'indecisione su chi deve chiudere sull'attaccante, in questa maniera è sufficiente un passante o un cross se il pallone viaggia per corsie esterne per permettere all'attaccante di ricevere palloni parecchio invitanti in area di rigore, non è un caso quindi che il Crotone primeggi anche nella statistiche degli assist elaborati da SICS (ossia i passaggi che generano un tiro),


Gli stessi movimenti sono richiesti da Stroppa in fase di transizione offensiva, dove richiede alle punte di restare in smarcamento preventivo in modo da avere una immediata soluzione verticale una volta recuperato il pallone ma anche per costringere la linea difensiva ad abbassarsi immediatamente creando spazio tra le linee dove una delle due punte può venire incontro per dialogare con i centrocampisti che si inseriscono; nel fermo immagine è possibile notare il posizionamento di Simy e lo spazio che si crea e che in questa circostanza viene utilizzato da Messias che aveva ripiegato sul regista del Cittadella e da Benali. 

LA FASE DI NON POSSESSO

Giovanni Stroppa, come molti allenatori e mote persone operanti nel mondo del calcio, si porta addosso l'etichetta di un allenatore che non cura la fare difensiva, forse perché nella sua carriera da calciatore è stato forgiato da due tecnici come Sacchi e Zeman, allenatori che sappiamo bene quanto il loro impatto sui dogmi del calcio italiano è stato non di poco conto. 
Andando a vedere i numeri, invece, notiamo come il suo Crotone iper-offensivo, con 3 palleggiatori in mezzo al campo e due esterni offensivi, abbia chiuso la stagione come terza difesa del campionato dopo Benevento e Frosinone e la quinta squadra per l'indice di rischio elaborato da SICS, dato che era di gran lunga migliore prima dell'ultima sfida di campionato a Trapani giocata con la promozione già ottenuta.
Come la squadra di Stroppa riesce a rendere poco pericolosi gli avversari lo vediamo analizzando le fasi di prima pressione, l'approccio difensivo del centrocampo e la gestione delle transizioni difensive.

PRIMA PRESSIONE

La prima pressione rende molto difficile l'uscita della palla degli avversari dal proprio terzo difensivo, ciò è reso possibile da una pressione individuale sui difensori avversari e sui relativi appoggi, nonché una linea difensiva che, se necessario, affronta in 1 vs 1 gli attaccanti avversari.

Da questo fermo immagine si possono notare le marcature individuali in fase di prima pressione: l'elemento più interessante è notare come gli esterni di centrocampo vadano in pressione sui terzini avversari e come sia a centrocampo che in difesa (fuori inquadratura) si accetti un sistema puro basato sui duelli individuali con ciascuno degli avversari a prescindere dalla scelta delle marcature individuali. Quando poi la partita ha delle richieste diverse, ossia in caso di punteggio favorevole o nella parte finale di partita quando vengono meno le energie, le marcature individuali sono meno accentuate favorendo una copertura della zona centrale del campo con le due punte più uno dei centrocampisti, con gli esterni pronti ad uscire in caso il pallone venga mosso in zone esterne.


DIFESA A CENTROCAMPO

Qualora la prima pressione viene superata dalla costruzione avversaria il Crotone innesca una serie di scalate atte ad aggredire immediatamente il portatore di palla e costringere l'avversario a muovere il pallone molto rapidamente onde evitare di trovarsi uno dei centrocampisti addosso.

Come si nota dal fermo immagine, superata la prima pressione, i centrali di centrocampo marcano ciascuno un uomo e sono pronti a scalare sulla base di come l'avversario muove la palla, in questo esempio il regista del Cittadella sta muovendo il pallone verso sinistra, i tre centrocampisti sono già pronti a scalare sul terzino che andrà a raccogliere il passaggio corto del regista, lo spazio alle loro spalle è coperto dagli esterni pronti a stringere o ad allinearsi ai tre difensori, questo atteggiamento, inoltre, permette ai due attaccanti di restare vicino ai due centrali difensivi ed approfittare di una eventuale transizione offensiva.

TRANSIZIONE DIFENSIVA

Anche la gestione delle transizioni difensive ha dei meccanismi che Stroppa ha collaudato con il suo lavoro e sono basati sugli stessi principi visti sopra, ossia andare immediatamente alla riconquista del pallone e, in ogni caso, avere come focus principale il portatore di palla al fine di contestargli il possesso o, se ciò non fosse possibile, ritardarne la giocata permettendo alla squadra di riallinearsi.

Da questa immagine si evince come una volta persa la palla i due centrocampisti vanno a creare un 2 vs. 2 nella zona che ho evidenziato allo scopo di andare a contestare il pallone o la giocata al giocatore in possesso palla, si può inoltre notare che alle spalle c'è tantissimo spazio per la squadra avversaria, tuttavia (non inquadrata) la presenza della difesa a 3 permette al Crotone di mantenere una superiorità numerica contro i 2 attaccanti avversari e complice il lavoro dei due centrocampisti, quello spazio non è reso accessibile all'avversario lasciando come unica soluzione un lancio verso le punte in inferiorità numerica o una conduzione nello spazio che, in ogni caso, porterebbe ad un rallentamento dell'azione ed alla squadra a riallinearsi.


CONCLUSIONI

Il Crotone ha mostrato una strategia tattica molto riconoscibile che si è rivelata la più adatta ad esaltare le caratteristiche del materiale a disposizione di Giovanni Stroppa: la varietà di soluzioni che la squadra ha mostrato di avere nel corso della stagione le hanno permesso di dominare progressivamente il campionato (Benevento a parte) sia contro avversari che si chiudevano al limite dell'aria di rigore utilizzando gli esterni allo scopo di allargare le maglie difensive avversarie per poi occupare l'area di rigore sui cross di Molina e Mustacchio, sia contro avversari molto aggressivi grazie alla tecnica a disposizione del centrocampo ma anche grazie all'utilizzo di Simy come appoggio qualora il lancio lungo o la verticalizzazione si ritenesse necessaria.

Cosa accadrà a questa squadra in serie A? Sicuramente mantenere un approccio così coraggioso potrebbe rendere il Crotone una delle squadre da seguire anche in serie A, ovviamente il livello sarà più alto, soprattutto quando ci sarà da seguire la fase di non possesso, aumentando il livello degli avversari quanti dividendi porterà l'approccio di marcature individuali in fase di prima pressione? 
La lezione arrivata in questa stagione di serie A è che squadre come Verona e Lecce, partite come spacciate ad inizio stagione, grazie ad un'identità di gioco offensiva, sono riuscite a ribaltare i pronostici, con il Verona che a lungo ha cullato il sogno europeo ed il Lecce che è arrivato a giocarsi la salvezza all'ultima giornata non ostante il pesante passivo di reti subite, per cui il mio augurio è che la società mantenga la struttura di questa squadra e dia continuità al lavoro svolto da Stroppa anche nella massima serie, sarebbe giusto portare questo progetto a confrontarsi anche con la serie maggiore.


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