mercoledì 25 novembre 2020

PSG-Lipsia, la vittoria "all'italiana" di Thomas Tuchel



La sfida del Parco dei Principi rappresentava per la finalista e la semifinalista della scorsa Champions League un match decisivo per stabilire le sorti delle due squadre in questa edizione della massima competizione continentale.

La gara d'andata fu giocata su ritmi importanti con il PSG che sembrava in grado di poter disporre degli uomini di Nagelsmann in qualsiasi momento, ma il Lipsia fu in grado di ribaltare lo svantaggio iniziale e portarsi a casa 3 punti che la mettono in condizione di affrontare questa sfida potendo anche accontentarsi di un pareggio; a livello tattico gli ultimi due precedenti tra le due squadre sono vertiti sul confronto tra l'uscita da dietro del Lipsia e la prima pressione del PSG, ragion per la quale anche questa sfida avrebbe vissuto molto di queste situazioni e così è stato.

Il PSG ha portato a casa la vittoria sfruttando al meglio la pressione sulla costruzione del Lipsia, trovando il goal su rigore in una situazione di questo genere; rispetto all'andata, invece, la squadra di Tuchel ha giocato solamente per difendere il goal del vantaggio puntando sulla velocità di Mbappe in transizione, rendendo la partita un assedio del Lipsia contro la difesa ad oltranza dei parigini.


LE FORMAZIONI INIZIALI 


Tuchel schiera la squadra mettendo nuovamente da parte il 4-2-4 utilizzato in Ligue 1 e si schiera con un 4-3-3 con Herrera e Danilo Pereira a dare equilibrio e permettere a Di Maria e Neymar di affiancare Mbappe senza occuparsi eccessivamente della fase di non possesso. Nagelsmann, come all'andata, rinuncia a Kevin Kampl in mezzo al campo dove dovrebbero agire, invece, Sabitzer e Haidara, in attacco Nkunku, Dani Olmo e Forsberg supportano la punta centrale Poulsen.





LO SCHIERAMENTO IN COSTRUZIONE 


Il PSG in costruzione esegue una classica salida lavolpiana, con Danilo Pereira che si abbassa tra i centrali mentre Herrera e Paredes si alzano alle spalle della prima linea di pressione con Florenzi e Bakker che danno ampiezza, l'obiettivo è quello di attrarre la prima linea di pressione del Lipsia per innescare le due mezzali nei mezzi spazi, ma la squadra di Nagelsmann non si lascia attrarre, per cui l'unico modo per risalire il campo per il PSG è andare verso l'esterno.



Ancora più complicata la situazione per il Lipsia che, in costruzione, modifica il suo schieramento in un 3-2/4-1 dove la linea a 3 è formata da Mukiele-Upamecano-Konate con Sabitzer-Haidara in mezzo al campo, uno schieramento che viene letto dal pressing del PSG con i tre attaccanti orientati sui tre centrali e le due mezzali sugli appoggi, una situazione che, alla fine dei conti, deciderà la partita come successo nella semifinale dello scorso anno: il Lipsia sbaglia l'uscita, Florenzi, che seguiva Angelino recupera la palla su Sabitzer che per rimediare alla palla persa commette fallo da rigore su Di Maria.





Preso il goal Nagelsmann si rende conto che serve uno schieramento diverso che possa aprire gli spazi, per questo motivo Haidara viene spostato sull'esterno mentre i due terzini Mukiele ed Angelino si riallineano, questo consente alla linea difensiva di riprendersi la superiorità numerica in uscita, la risposta di Tuchel è di abbassare il baricentro con le mezzali che si preoccupano solamente di coprire le zone centrali del campo dove i vari Forsberg, Dani Olmo e Nkunku cercano di creare linee di passaggio senza successo.


I DUELLI IN TRANSIZIONE


Con il PSG in vantaggio dopo appena 10' la situazione diventa quella ottimale in termini di piano-gara per la squadra di Tuchel, questo perché con lo schieramento messo in campo era possibile sfruttare la velocità di Mbappe e la tecnica di Neymar per le transizioni offensive, una mossa con cui il PSG ha costruito molte sue vittorie nelle ultime stagioni, specie in Ligue 1, ed invece a rendere possibile il dominio territoriale esercitato per tutto il match dagli uomini di Nagelsmann sono state le marcature individuali di Upamecano e Konate sul centravanti francese, così come i duelli molto intensi tra Neymar con Sabitzer che si occupava il più delle volte della sua marcatura preventiva, questo ha portato al dato finale di 8 tiri effettuati (incluso il rigore) dal PSG per un totale di 0,5 xG su azione, sostanzialmente il PSG è stato inoffensivo. 





I TENTATIVI DI FINALIZZAZIONE DEL LIPSIA


I dati ci hanno mostrato come la squadra di Nagelsmann abbia sostanzialmente avuto il dominio della partita, 62% di possesso palla, 32% del gioco disputato nel terzo di campo del PSG, dati frutto di una strategia scientemente voluta da Tuchel che voleva chiudere spazi allo schieramento del Lipsia dopo aver trovato il goal del vantaggio in una partita così decisiva per il passaggio del turno, questo ha portato il Lipsia a dover trovare il sistema più efficiente possibile per arrivare al tiro, la risposta è arrivata in termini strategici meno in termini di esecuzione.

La risposta era sfruttare la densità centrale del PSG per liberare i terzini o per andare al cross dove cercare un colpo vincente di Poulsen sulle palle alte, oppure cercare traversoni alle spalle della linea difensiva sfruttando gli smarcamenti di Forsberg, ma entrambi non sono stati in grado di trovare la porta, soprattutto lo svedese che ha avuto due occasioni importanti tra la fine del primo tempo e l'inizio del secondo; l'altra soluzione era far abbassare sensibilmente le linee del PSG per armare le conclusioni da fuori area di Sabitzer, uno a cui le capacità balistiche dalla distanza non mancano, ma anche l'austriaco oggi non è stato in grado di trovare la porta. La mappa dei tiri e degli xG creata da Michael Caley mostra la quantità di tiri da fuori così come le conclusioni tentate in area di rigore arrivate mediante cross, mostrando come entrambe le squadre alla fine hanno prodotto molto poco in fase conclusiva.

Photo Credit Michael Caley



CONCLUSIONI


L'importanza della posta in palio ha reso il match del Parco dei Principi meno aperto ed avvincente di quanto sperato, la situazione nello spogliatoio e nel club parigino non sembra essere delle migliori ed una mancata vittoria in questo match decisivo avrebbe potuto avere effetti detonanti per il progetto Tuchel, per questa ragione il goal del vantaggio arrivato dopo pochi minuti ha indirizzato la partita in un modo tale da consigliare la squadra parigina a mettere i 3 punti al di sopra di tutto.

Per il Lipsia la sconfitta fa male perché era una partita in cui si poteva giocare per due risultati su tre, ma l'errore di cercare l'uscita palla da dietro senza avere la superiorità numerica o posizionale è costato l'accesso alla finale dello scorso anno e potrebbe avere effetti deleteri anche per il proseguimento di questa edizione della Champions, tuttavia i giochi in questo bellissimo girone sono aperti per tutti (in via teorica anche per il Basaksehir).

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