giovedì 26 novembre 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 8


 


Sarà un weekend calcistico abbastanza particolare, non è possibile a pochi giorni di distanza scindere il campo con il pensiero della morte del più grande artista calcistico della storia, sarà il primo weekend che il calcio giocherà senza che ad osservarlo (almeno con gli occhi mortali) ci sia il punto di riferimento per chi questo sport lo pratica sin da bambino. 

La mia scelta è caduta su 4 partite che mettono di fronte tanti spunti tecnici e tattici e dove le squadre impegnate andranno alla ricerca di risposte in termini di continuità rispetto a quanto fatto vedere nelle ultime settimane.


WOLFSBURG- WERDER BREMA (VENERDI' ORE 20,30)


Il weekend parte venerdì sera con l'anticipo della nona giornata di Bundesliga che vede di fronte due formazioni in grande crescita e reduci da una serie di risultati e prestazioni a dir poco incoraggianti che stanno riscattando dei periodi difficili vissuti negli ultimi mesi: da una parte, infatti, il Wolfsburg ha mancato l'accesso ai gironi di Europa League, eliminato dall'AEK Atene, dall'altra parte il Werder è reduce da una stagione pessima in cui è riuscita ad evitare la retrocessione all'ultima giornata per poi vincere lo spareggio contro l'Heidenheim in maniera molto faticosa.

Le due squadre si affrontano con una differenza di 3 punti tra di loro, frutto della sconfitta subita dagli uomini di Kohfeldt alla prima giornata, unica sconfitta subita dal Werder finora, mentre il Wolfsburg è al momento imbattuto con 3 vittorie e 5 pareggi al proprio attivo e reduce da 10 punti nelle ultime 4 partite.

La squadra di Glasner continua a mantenere l'identità che il tecnico austriaco ha portato a partire dalla scorsa stagione, rendendo i Die Wölfe una squadra riconoscibile per il suo atteggiamento aggressivo e molto verticale (8,92 l'indice di PPDA, il terzo alle spalle di Bayern e Lipsia e 10,35 di OPPDA, ossia il dato opposto, quello dei passaggi effettuati prima del cambio di possesso o di termine dell'azione, valore più alto di appena 6 squadre).




In questo video si può vedere notare l'approccio della squadra di Glasner sia in fase di possesso che non possesso: nella prima parte del video si nota la tensione verticale dello sviluppo del gioco da parte del Wolfsburg, con i due centrocampisti centrali Arnold e Schlager (una delle coppie di centrocampo a mio parere meglio assortite in tutta Europa) che si sistemano in verticale proprio allo scopo di creare situazioni di risalita disordinando le linee di pressione avversarie per arrivare con pochi passaggi ad affrontare la linea difensiva avversaria; nella seconda parte del video, invece, si nota l'aggressività della squadra nell'andare a contendere il pallone in tutte le zone del campo cercando di chiudere linee di passaggio ed allo stesso tempo di portare quanti più uomini possibile in zona palla.

Il Werder, invece, ha un approccio al gioco molto più coperto in fase di non possesso, con Kohfeldt che in questa stagione ha deciso di transitare verso una difesa a 3 abbandonando il 4-3-3 delle scorse stagioni: dal momento del passaggio di modulo il Werder ha subito 5 reti in 6 partite (quarta difesa del campionato), un risultato importante per quella che è stata la seconda peggior difesa della scorsa Bundesliga.

Ma sicuramente la prova di consapevolezza per i bianco-verdi è arrivata dalla grande prestazione in casa del Bayern nello scorso week-end, una prestazione in cui le modifiche tattiche in fase di non possesso di Kohfeldt hanno mostrato la loro bontà chiudendo ogni spazio centrale alla squadra campione d'Europa ed allo stesso tempo mostrando grandi qualità in fase di possesso, che ho voluto riassumere nel seguente video:





In fase di costruzione è molto interessante il movimento del difensore centrale della difesa a 3 (in questo caso Toprak) che fa un passo in avanti creando una seconda linea che può permettere di bypassare la prima linea di pressione del Bayern in zona centrale, mentre sull'esterno il braccetto di parte, il quinto ed il centrocampista centrale di parte creano una catena che disordina anche la seconda linea di pressione del Bayern mandando a vuoto il pressing bavarese per poi spostare il gioco sull'altro lato dove può agire Milot Rashica, coadiuvato da Augustinsson che, in fase di possesso, giocava ad un'altezza maggiore rispetto al suo omologo sull'altro lato Gebreselassie; queste situazioni hanno permesso al Werder di creare tanti problemi alla linea del Bayern anche in fase di transizione, vista anche la grande qualità negli smarcamenti preventivi ed in conduzione dell'esterno offensivo kosovaro, per il quale, a 24 anni, deve essere giunta la stagione in cui può (e deve) far esplodere il suo talento sul quale molti addetti ai lavori contano ciecamente.

Per le due squadre, quindi, l'avversario di turno rappresenta un ulteriore sfida per confermare i progressi delle ultime settimane, per il Werder la possibilità di vedere ulteriormente testata la propria fase di possesso da un'altra squadra super-aggressiva ma soprattutto testare la propria compattezza in fase di non possesso contro la verticalità degli uomini di Glasner che, invece, dovranno ulteriormente dimostrare la bontà dell'approccio aggressivo contro un avversario in grado di saper manipolare i meccanismi di pressione alta.


VALENCIA-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 16,15)


E' arrivato il momento della stagione in cui dobbiamo andare a vedere come è messo l'Atletico Madrid, una squadra che da almeno 3 anni è in attesa di una trasformazione che fatica a completarsi, e dopo 10 partite ufficiali disputate forse quel momento sembra realmente arrivato. La vittoria sul Barcellona ed i contemporanei rallentamenti del Real Madrid stanno rendendo concreta l'opportunità per i colchoneros di potersi giocare fino in fondo il ritorno al successo nella Liga dopo quel magico 2014.

Il grafico che ho elaborato qui a fianco mostra che la fase difensiva dell'Atletico resta sempre caratterizzata da una totale copertura degli spazi ed un baricentro basso: in colonna troviamo il dato della percentuale dei passaggi concessi nella propria trequarti, mentre in riga si trovano la percentuale dei passaggi concessi in area rispetto a quelli concessi nella trequarti: messi da parte i dati della Real Sociedad la cui fase di non possesso aggressiva sta generando importanti dividendi (tra cui la momentanea vetta della classifica), l'Atletico Madrid è situata nel quadrante a sinistra, ossia quello dove troviamo squadre che giocano con un baricentro medio-basso dove si concede l'ingresso nell'ultimo terzo di campo ma la grande compattezza della squadra di Simeone rende molto complicato l'accesso all'area di rigore (valore molto sopra la media del campionato): questo atteggiamento ha portato a dei dati difensivi clamorosi come i 2 goal subiti in 8 partite ed un valore di 0,08 xG subiti per tiro, a questo si aggiungono le solite grandi prestazioni di Oblak a difesa della porta (93% di parate e +3,4 come saldo positivo dei psxG, ossia il dato degli xG basato solo sui tiri diretti verso lo specchio della porta, in cui il portiere sloveno è, manco a dirlo, il migliore del campionato). 

Ma ovviamente l'Atletico di quest'anno non è solo questo, Simeone ha abbandonato nelle ultime partite il 4-4-2, un modulo che da queste parti sembrava scolpito nella pietra, per orientarsi su un 3-5-2 dove si possa sfruttare al meglio in fase di possesso la corsa di Carrasco (schierato come quinto di sinistra come in nazionale) e la capacità di Marcos Llorente di leggere gli spazi generati dal movimento delle due punte, mostrando una rinnovata volontà del Cholo di voler adattare lo schieramento in campo alle caratteristiche dei suoi uomini di maggior talento.

La trasferta di Valencia sarà un'importante banco di prova contro una squadra che, seppur tra le mille difficoltà generate dalla gestione quanto meno discutibile del patron Lim, sta mostrando dei valori importanti, soprattutto nel mettere in mostra diversi elementi che possano continuare a generare fantasie positive per i tifosi valenciani.

La rivoluzione voluta dalla proprietà per ridurre i buchi di bilancio hanno portato a delle scelte sul mercato molto forti: come si evince dal riepilogo fornito da Transfermarkt il club valenciano ha svenduto sostanzialmente i pezzi pregiati della sua rosa, con addirittura il capitano Parejo, simbolo della squadra, ceduto a titolo gratuito ai rivali del Villarreal al pari di Coquelin, così come i giocatori di maggior valore come Rodrigo e Ferran Torres ceduti rispettivamente per 30 e 23 milioni di Euro; lo stesso riepilogo di Transfermarkt indica che gli incassi dalle cessioni, pari a 74,5 milioni di Euro, rappresentano un valore addirittura inferiore alla metà del valore di mercato dei giocatori, così come calcolato dal sito stesso, dunque una vera e propria svendita.


La squadra, dunque, ringiovanita ed indebolita rispetta allo scorso anno, è stata affidata a Javi Gracia, costretto a fare le proverbiali nozze con i fichi secchi, ma che, non potendo, di fatto, contare su arrivi dal mercato, ha deciso di non tradire il 4-4-2 appartenente alla tradizione di questa squadra e puntare sui diversi giocatori provenienti dalla cantera valenciana, in modo tale da utilizzare il fattore identitario per creare una leva per far partire questa stagione con il piede giusto. 
I risultati, effettivamente, stanno dando ragione al tecnico navarro, con il 4-4-2 molto compatto che funziona specialmente contro formazioni di alta classifica, visto che sia la Real Sociedad attuale capolista che il Real Madrid sono usciti sconfitti dallo scontro con il Valencia, e specie quest'ultimo match è stato il capolavoro della squadra di Javi Gracia, partita in cui abbiamo visto splendere il talento di Soler, nuovo simbolo tecnico della squadra, ma anche quello di Musah e, soprattutto, Hugo Guillamon, centrale difensivo classe 2000 che mostra una qualità molto rara nei difensori centrali contemporanei, l'attenzione posta all'uomo una volta che la linea difensiva è forzata ad abbassarsi in area di rigore, un livello di attenzione che gli ha permesso di tenere a bada un certo Karim Benzema, costretto a girare al largo dell'area di rigore per trovare il tiro (poi oh, un campione è un campione e così il francese è stato capace di trovare il goal con un gran tiro da fuori area).

Dati i precedenti con le grandi del campionato la trasferta valenciana rappresenta, dunque, una trappola pericolosissima per l'Atletico Madrid, sarà una sfida tra due squadre molto compatte in cui, con ogni probabilità, saranno i duelli individuali a fare la differenza a parità di intensità e strategia tattica.



CHELSEA-TOTTENHAM (DOMENICA ORE 17,30)



La sfida di Stamford Bridge merita di essere vista perché non può mai passare in secondo piano una sfida tra Jose Mourinho e Frank Lampard, il giocatore che tanto ha contribuito ai successi di Mou in Inghilterra e che oggi sulla panchina del Chelsea sta provando a costruire un nuovo progetto vincente, mentre, dall'altra parte, Mourinho, con il suo calcio compatto e di transizioni ha riportato, finalmente, il Tottenham ad essere una contendente per la Premier.

I precedenti della scorsa stagione hanno visto Lampard prevalere in entrambi i precedenti, certo erano partite molto particolari in quanto il Tottenham nel primo confronto si trovò presto in 10 per l'espulsione di Son mentre nella gara di ritorno, disputata meno di due mesi dopo, sia Son che Kane erano ai box per infortunio: proprio questi ultimi due sono gli elementi su cui Mourinho ha costruito il suo Tottenham versione 2020/2021, mentre l'utilizzo della difesa a 3 da parte di Lampard nei due precedenti della scorsa stagione è stato messo in soffitta (utilizzato solo nella transferta ad Old Trafford) e vedremo quanta voglia avrà Lampard di riesumarlo per questo match.

Con il passaggio al 4-3-3 Lampard ha potuto dare a diversi uomini la possibilità di muoversi in maniera più organica ed in modo da esaltare al meglio le caratteristiche di ciascun singolo: nell'esempio preso dall'ultima partita di Premier contro il Newcastle si notano i principi posizionali della squadra ed anche le rotazioni tra i giocatori: dallo screenshot si nota Ziyech che scambia la posizione con Kovacic, mentre Mount (a cui Lampard ha dato piena libertà di movimento) si posizione in zona di rifinitura permettendo a Werner di attaccare con i suoi tagli da sinistra lo spazio che si crea tra centrale e terzino avversario, un marchio di fabbrica del tedesco, stessa cosa fa in questa circostanza Kovacic che sfrutta l'attenzione che i centrali devono riversare su Abraham e lo stesso Mount, per tenatare anche lui un movimento davanti o alle spalle del terzino avversario. Questa serie di opzioni è resa possibile, a mio parere, dalla presenza in campo di una punta centrale dalle caratteristiche di Abraham (stesso discorso vale per Giroud) che rende possibili queste rotazioni sia in verticale tra zona sviluppo e rifinitura che in ampiezza, dove i terzini possono a loro volta attaccare la linea con le sovrapposizioni; questo sistema permette a Lampard di sfruttare al meglio tutto il materiale a propria disposizione, visto che anche gente Havertz o Hudson-Odoi possono inserirsi al meglio in questo contesto, permettendo a Lampard di poter ruotare gli uomini a propria disposizione, un elemento indispensabile in un calendario così congestionato.

Dall'altra parte il Chelsea troverà una squadra che ha imparato molto bene dal proprio allenatore ad attrarre gli avversari nella propria metà campo per poi attaccare in transizione, per farlo Mourinho si è affidato ai due elementi offensivi principali della sua squadra (ossia Kane e Son) ricostruendo intorno a loro una nuova struttura di squadra puntellata sul mercato con acquisti mirati a tal scopo, mi riferisco principalmente a Hojbjerg in mezzo al campo, Sergio Reguilon sulla fascia sinistra e Tanguy Ndombele tra centrocampo ed attacco, quest'ultimo è stato un colpo di teatro positivo da parte di Mourinho, in genere poco propenso a riabilitare giocatori con cui non riesce a costruire rapporti empatici, invece con il francese (complice forse il peso che ha il suo costo sui conti del club) il tecnico portoghese è tornato sui suoi passi riconsegnandoli una centralità nel suo progetto tecnico; ciò che hanno portato questi tre elementi è la capacità di avanzare il campo in conduzione, rendendo possibili le transizioni degli Spurs.

Fonte Squawka
Come accennato prima, la trasformazione della squadra da parte di Mourinho è completata dall'apporto dato alla fase di rifinitura e realizzazione da parte di Kane e Son: il centravanti inglese, dopo una stagione di appannamento influenzata dai diversi infortuni subiti, quest'anno sembra aver trovato una nuova vita agendo spesso e volentieri con le funzioni di uomo di raccordo tra centrocampo ed attacco mettendo in difficoltà le scelte delle linee difensive sempre indecise se seguirlo o consegnarlo alla linea di centrocampo, una situazione che genera quel disordine nello schieramento offensivo avversario sufficiente a permettere a Son di sfruttare gli spazi generati dal suo movimento. Dai numeri indicati sopra, si evince quanto il coreano abbia raggiunto dei livelli clamorosi in finalizzazione, così come si può facilmente notare l'aumento di tocchi e passaggi a partita da parte di Kane (nonché di passaggi che portano al tiro, i cosiddetti Key Passes) a dimostrazione di un maggiore coinvolgimento del centravanti alla fase di possesso degli Spurs.

Con queste premesse sarà sicuramente una gara in cui possiamo prevedere le strategie dei due allenatori, con Lampard a cercare spazi e Mourinho a negarli, per cui la partita ci dirà quanto il Chelsea sia cresciuto al punto da sapere manipolare un blocco come quello del Tottenham (cosa non riuscita a Guardiola la scorsa settimana) ma anche quanto abbia trovato un equilibrio in base a come sarà in grado di contrastare le transizioni del Tottenham, per gli Spurs, invece, un risultato ed una prestazione positiva a Stamford Bridge può essere un ulteriore step per consolidare nello spogliatoio la strategia di Mourinho, e sappiamo tutti la storia cosa ci ha insegnato nei momenti in cui spogliatoio e l'allenatore portoghese entrano in simbiosi tra di loro.

 

COSENZA-SALERNITANA (DOMENICA ORE 21)


La serie B è arrivata alla nona giornata di un campionato in cui tante squadre reclamano un ruolo da protagonista, le otto giornate fin qui disputate sono già un campione sufficiente per stabilire l'identità che ciascuna squadra sta raggiungendo: le protagoniste della partita che ho scelto per questo weekend sono due squadre come Cosenza e Salernitana particolarmente identitarie e con visioni di calcio molto differenti tra di loro, elemento che rende questa partita molto interessante da seguire.

La Salernitana si presenta a questa trasferta da capolista del campionato in coabitazione con l'Empoli, una posizione influenzata anche dalla vittoria a tavolino decretata la scorsa settimana della sfida contro la Reggiana non disputata a causa del focolaio COVID che aveva colpito la squadra emiliana.

La guida tecnica della squadra granata, dopo l'anno tutto sommato positivo di Ventura, è stata affidata a Fabrizio Castori, allenatore che fa della compattezza e della copertura degli spazi la base della propria visione tattica che, in questa stagione si traduce in campo con un 4-4-2 classico in entrambe le fasi, con la fase di non possesso che si preoccupa di chiudere gli spazi come si evince dal fermo immagine, con le due linee orientate in zona palla; in fase di possesso invece, la presenza di Djuric in attacco viene utilizzata per costruire attacchi diretti verso la torre bosniaca, mentre la seconda punta Tutino diventa il target di giocate verticali immediate dalla difesa o da centrocampo; scopo di questa strategia è quello di sfruttare questa verticalità che i due attaccanti danno alla squadra per portare il gioco immediatamente nella trequarti avversaria per poi andare a giocare sulle seconde palle, una strategia in cui è ben riconoscibile la firma dell'allenatore marchigiano.

Dall'altra parte il Cosenza, grazie alla clamorosa salvezza ottenuta nella scorsa stagione, ha confermato in panchina Roberto Occhiuzzi che ha mantenuto intatta la mentalità mostrata dalla squadra nella fase finale della scorsa stagione: la squadra silana sta mostrando, pur all'interno di limiti individuali evidenti, un sistema di gioco molto coraggioso ed aggressivo ma allo stesso tempo in grado di mantenere una certa compattezza in fase di non possesso e soprattutto una linea difensiva a 3 sempre ben affiatata e che ha chiari i compiti assegnati.

In questo esempio, tratto dall'ultima partita di campionato, vinta sul campo del Frosinone, si nota chiaramente la propensione offensiva del 3-4-1-2 di Occhiuzzi, una squadra che ama invadere l'area avversaria con tanti uomini, specie quando l'ingresso in area arriva da zone esterne, per cui spesso troviamo questa situazione in cui l'esterno di parte va al cross, i 3 elementi offensivi cercano di coprire al meglio l'area di rigore coadiuvati dall'esterno opposto e da uno dei centrocampisti centrali (in genere Daniele Sciaudone, il motore dei Lupi) che arriva a rimorchio; un sistema molto diretto ed aggressivo di giocare che ha permesso al Cosenza di giocarsela anche nel corso della settimana contro il Parma in Coppa Italia mostrando un calcio davvero molto interessante e che potrà permettere alla squadra di togliersi delle soddisfazioni nel corso di questa stagione ed ottenere una salvezza meno sofferta rispetto a quella della scorsa stagione e, perché no, magari alzare le quotazioni in ottica di carriera futura, dello stesso Occhiuzzi, ma anche di alcuni elementi della rosa come il centrale difensivo Andrea Tiritiello ed il trequartista Bahlouli, classe 2000 in prestito dalla Sampdoria, che sta mostrando doti tecniche interessanti, ma forse ancora un po' troppo barocco e poco funzionale in alcune situazioni, tuttavia ha mostrato una certa crescita rispetto alla scorsa stagione.

Questa contrapposizione di stili, tra la solidità e l'essenzialità del pensiero calcistico di Castori, contro il coraggio e l'aggressività del Cosenza di Occhiuzzi potrebbero rendere questa partita molto più intensa e godibile rispetto ad una normale partita di serie B.

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