venerdì 31 gennaio 2020

Cosa vedere nel weekend #16





In questo weekend i cinque principali campionati europei tornano in campo tutti insieme dopo aver superato le relative pause invernali ed i turni di coppa nazionale, un periodo che ci ha dato ulteriori indicazioni sui valori in campo ma che ha anche visto delle trasformazioni tra cambi di panchina e la parentesi di calcio mercato che terminerà (finalmente) questa sera.

Oltre ai campionati il weekend vedrà anche assegnarsi il primo slam della stagione, con gli Australian Open che decreteranno i vincitori, con sabato mattina la finale femminile tra Muguruza e Kenin e domenica mattina quella maschile tra Djokovic e Thiem.

Inoltre nella notte tra domenica e lunedì ci sarà uno degli spettacoli sportivi più mediatici al mondo, ossia il SuperBowl della NFL, evento che, presumiamo, si giocherà in un clima meno festoso del solito visto il fresco ricordo della scomparsa di Kobe Bryant la scorsa domenica.

Adesso entriamo nel dettaglio con i miei personali consigli per il weekend relativi alle partite da seguire nei principali campionati ed una breve presentazione delle finali dell'Australian Open.

SERIE A

Nel weekend la serie A scende in campo per la 22° giornata dopo un turno in cui le prime tre della classe hanno tutte lasciato punti con la Juventus che, sconfitta a Napoli, ha tenuto aperto il campionato proprio quando tutto sembrava apparecchiato per la fuga definitiva dopo i pareggi di Inter e Lazio. Alle spalle del trio di testa Roma ed Atalanta si giocheranno il quarto posto disponibile per la prossima Champions League e lo faranno dall'alto delle loro riconoscibili e nobili identità di gioco. Scendendo di un gradino, questa giornata ci darà qualche indicazione in più anche per la lotta al sesto e settimo posto in classifica, con la sfida di San Siro tra il Milan e l'Hellas Verona, ossia le due squadre che, nel 2020, hanno raccolto più punti di tutti assieme alla Lazio.

MILAN-HELLAS VERONA (DOMENICA ORE 15)


Con i 10 punti raccolti nelle prime quattro partite del 2020, Milan e Hellas Verona si affrontano in quello che, di fatto, è uno scontro diretto dell'Europa; la formazione rossonera ha in mano adesso il sesto posto in classifica, piazzamento utile all'accesso alla prossima Europa League e miglior piazzamento da inizio stagione, dall'altra parte il Verona si trova sorprendentemente, rispetto ai pronostici di inizio stagione, a 2 punti dalla squadra di Pioli.

La formazione rossonera ha dovuto ripensare molto a se stessa dopo aver chiuso il 2019 con il pesantissimo 5-0 subito a Bergamo, una partita che ha portato la società a delle riflessioni importanti e che hanno portato alla scelta di riportare Ibrahimovic in Italia; la scelta di Boban nasce da un desiderio di dare una scossa più caratteriale che tecnica alla squadra, lasciando a Pioli pieni poteri sul decidere come sfruttare al meglio in campo il lavoro dell'attaccante svedese; al tecnico emiliano sono bastati i 30 minuti giocati con la Sampdoria per capire come ricostruire la squadra: la scelta è andata verso un 4-4-2 con i due esterni di centrocampo a piedi invertiti che entrano in campo per lasciare spazio alle incursioni dei terzini creando dunque diverse soluzioni per servire le due punte (Ibra + Leao/Rebic); il cambio di schema e l'arrivo di Ibra ha indubbiamente innalzato le prestazioni di tutti i singoli nonché la pericolosità offensiva della formazione rossonera.

L'attaccante svedese non ha ancora inciso in fase realizzativa (1 goal realizzato contro il Cagliari oltre al goal divorato contro il Brescia venerdì scorso) ma si è messo a disposizione per rendere la manovra offensiva più pericolosa (il grafico di Understats evidenzia il suo apporto comparato a quello di Piatek), ma soprattutto ha permesso a Leao e Rebic di alzare il proprio rendimento, con quest'ultimo a segno 3 volte nelle ultime 2 partite con goal decisivi, questo principalmente grazie al fatto che gli appoggi su Ibra hanno permesso al Milan di giocare più palloni nella trequarti avversaria (44 passaggi di media nel terzo offensivo nel 2020, dato migliore assieme all'Atalanta). 

Chi, invece, il mercato lo ha fatto bene, è il Verona, in particolare partendo dalla scelta del suo allenatore: Ivan Juric ha costruito una squadra che è sempre piacevole da vedere giocare, inizialmente ne abbiamo esaltato l'abnegazione, la corsa e la solidità difensiva (attualmente quarta difesa del campionato con 22 reti subite), ma in questo 2020 l'Hellas ha fatto anche il salto di qualità anche a livello tecnico ed ha finalmente trovato una vena realizzativa, anche grazie al ritorno in piena forma di Giampaolo Pazzini. Il tutto ha portato la squadra scaligera ad essere, dietro alla sola Atalanta, la migliore squadra per xG realizzati e concessi (rispettivamenti 10,92 e 3,56, dati Understats) nel corso del 2020.




Le ultime due partite ci mostrano come la squadra grazie all'atteggiamento aggressivo in fase di non possesso (15 falli di media a partita, quinta in questa statistica in campionato) le permette di mantenere un baricentro mai eccessivamente basso) recupera velocemente la palla o rende la transizione offensiva avversaria sempre molto faticosa, giustificando l'appellativo di Atalanta in miniatura in linea, inoltre, con i dettami di Juric, discepolo di Gasperini. La fase di possesso, come si evince dalle passmaps, si appoggia su Faraoni in uscita dalla difesa per poi progredire sulla sinistra con le sgroppate di Lazovic, inoltre i centrocampisti centrali Veloso ed Amrabat e le mezzali/trequartisti Pessina/Verre/Zaccagni permettono la creazione continua di linee di passaggio che rende piacevole la trasmissione della palla, inoltre non è poco frequente la soluzione del cross di Lazovic da sinistra raccolto da Faraoni che arriva da destra, altra signature move delle squadre di Gasperini o Juric, a conferma di ciò il Verona è la squadra che costruisce più di tutti il proprio gioco da sinistra (43% degli attacchi) ed è la squadra che a livello percentuale conclude maggiormente a rete dal lato destro (21%, dato inferiore solo rispetto al Cagliari).

La partita contro il Torino (squadra che ha alcuni punti in comune con il Verona) in Coppa Italia ha mostrato ancora una volta i limiti del Milan che neanche il 4-4-2 è riuscito a coprire, ossia la difficoltà a reggere il confronto sulla distanza contro squadre aggressive, un campanello d'allarme visto l'ottimo stato di forma del Verona che si presenterà a San Siro per regalarsi una grande impresa, visto che finora, non ostante le ottime prestazioni, la squadra di Juric non è riuscita a raccogliere punti con nessuna delle grandi del campionato.

PREMIER LEAGUE

La Premier League giunge in questo weekend alla 25° giornata, ci arriva con il Liverpool che può già iniziare il conto alla rovescia per i festeggiamenti della prima Premier League della storia (all'epoca dell'ultimo titolo, nel 1990, il massimo campionato inglese si chiamava Premiership). Con i Reds che hanno deciso di fare campionato a parte, i motivi di interesse restano per le posizioni alle spalle della squadra di Klopp, con la lotta per i posti in Champions ed in Europa League che si apre ogni settimana a scenari sempre diversi. In questo scenario il match da seguire è la sfida tra il Leicester ed il Chelsea, rispettivamente terza e quarta in classifica.

LEICESTER-CHELSEA (SABATO ORE 13.30)

Il programma della Premier League è inaugurato dalla sfida del King Power Stadium di Leicester, dove la squadra di Rodgers, terza forza del campionato alle spalle del Liverpool e del City. ospita il Chelsea di Frank Lampard, posizionato alle spalle delle Foxes ma con un distacco di 8 punti.

La squadra di Rodgers ha stupito tutti per il proprio rendimento in questa stagione, superando anche le già ottimistiche previsioni della vigilia della stagione; l'arrivo dell'ex tecnico del Liverpool nel corso della scorsa stagione ha dato il via ad un cambio di strategia tecnica mettendo definitivamente in soffitta il 4-4-2 ed il gruppo del clamoroso titolo del 2016 per passare ad una strategia di gioco basata su giocatori più tecnici ed un approccio tattico maggiormente focalizzato sul possesso palla (55%, quarta in Premier) e sul controllo del gioco anche grazie ad una certa aggressività in fase di riconquista della palla (il PPDA del Leicester è il migliore del campionato con 7,79 passaggi concessi per azione difensiva).



Dai dati sugli xG elaborati da Between the Posts si trova conferma della qualità del gioco prodotto dalla squadra di Rodgers in quanto possiedono il dato migliore in relazione alla qualità di occasione per ciascun tiro effettuato (SQ nella tabella a fianco, dove 0,139 sta a significare che ogni tiro effettuato finora aveva mediamente il 14% di possibilità di realizzazione), dato che migliora se si prendono in considerazione i tiri effettuati da azione manovrata (SQop nella tabella a fianco, dove l'indice aumenta a 0,146); chi trae vantaggio da questa qualità espressa dalle Foxes è sicuramente Jamie Vardy, unico reduce dell'annata 2016 ancora pienamente titolare, che al momento comanda la classifica dei cannonieri della Premier con i suoi 17 goal realizzati.

Produzione offensiva importante è anche quella del Chelsea, con il lavoro di Lampard già trattato nei precedenti post di questo blog che ha permesso al club di valorizzare i tanti giovani che negli anni passati erano in prestito in giro per le serie inferiori e che nel frattempo avevano irrorato le nazionali giovanili inglesi. L'approccio cinetico della squadra, ovviamente, ha i suoi pro ed i suoi contro, così ci è capitato di vedere prestazioni e risultati poco continui, con eccezione della serie di 6 vittorie consecutive nella fase centrale del girone d'andata su cui i Blues stanno costruendo la propria classifica che la vedrebbe qualificata alla prossima Champions. Nelle ultime settimane questa discontinuità l'abbiamo riscontrata anche nel corso delle partite, con ampie fasi di dominio poi rese infruttuose da grossi cali nelle fasi finali della partita. I numeri sono ancora dalla parte di Lampard, dati gli scetticismi alla vigilia della stagione, specie dopo l'esordio in Premier con i 4 goal subiti dal Manchester United, il quarto posto in classifica è suggellato anche dai numeri del Chelsea, dove emerge un PPDA di 8,72, un valore che situa i Blues al quarto posto come livello di aggressività senza palla, posizionamento tra le prime quattro anche in relazione ai vari modelli di xG sia realizzati che subiti.


Da questa partita Lampard cerca risposte sul proseguimento di questa stagione da parte della sua squadra, i meccanismi rodati del Leicester saranno un test importante per capire se ci sono dei miglioramenti negli equilibri della squadra e della sua tenuta sui 90 minuti, soprattutto alla luce degli ottavi di finale di Champions contro il Bayern Monaco ormai imminenti ed una fase finale di Premier in cui il quarto posto dovrà essere difeso dai tentativi di recupero (non ancora convincenti, ad onor del vero) di Manchester United e Tottenham; per il Leicester, invece, riuscire a confermare le proprie prerogative di palleggio e dominio del campo anche con una squadra aggressiva e di valore tecnico importante come il Chelsea può essere il lasciapassare definitivo per la prossima Champions League e magari avere sufficiente margine per tentare un assalto anche alla FA Cup,

LA LIGA

La sconfitta netta subita a Valencia sabato scorso ha allontanato il Barcellona dalla vetta della classifica, ora proprietà del Real Madrid che può vantare adesso 3 punti di vantaggio sul Barça ed il Siviglia terzo a -8. Per la squadra di Zidane, che aveva ben impressionato nello scontro diretto del Camp Nou a fine dicembre, potrebbe essere l'inizio della fuga vincente, considerando il fatto che il Barcellona dovrà ritrovare il giusto equilibrio dopo il cambio della guardia in panchina tra il pragmatico Valverde ed il cruyffiano Setien; per rendere possibile questa fuga la squadra madridista dovrà superare le forche caudine del derby contro l'Atletico allo Stadio Bernabeu.

REAL MADRID-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 16)

Il Real Madrid del secondo ciclo di Zinedine Zidane ha una nuova veste, ossia quella di una squadra solida, tanto da presentarsi al derby contro l'Atletico di Simeone, oltre che con 10 punti di vantaggio, anche con una rete in meno subita rispetto ai colchoneros, noti per la loro proverbiale tenuta difensiva; merito di ciò va dato principalmente all'ottima stagione della linea difensiva (con Raphael Varane sugli scudi, ma molto bene anche Mendy che da maggiori garanzie difensive rispetto a Marcelo) e dall'equilibrio che a centrocampo riesce a dare Casemiro (migliore del campionato per intercetti e contrasti riusciti, rispettivamente 3,7 e 2,2 a partita), ma soprattutto ad emergere è l'esplosione di Federico Valverde, capace di aggiungere quella corsa e quella qualità al centrocampo che non era più in grado di sostenere la compresenza di Kroos e Modric. Insomma dopo un precampionato difficile, Zidane ha svolto un gran lavoro per costruire una squadra che torni ad essere vincente prima di tutto a livello nazionale e fermare il dominio del Barcellona, la strada è tracciata, partendo da un equilibrio difensivo ben visibile tramite i numeri:


La squadra di Zidane è quella che concede meno xG a partita (0,72, secondo il dato elaborato da Bewtween the Posts), mentre come quantitativo di tiri subiti è dietro al solo Getafe (7,5 contro i 7,3 della squadra di Bordalas), a questo si aggiunge una solidità particolarmente marcata sulle situazioni di palla inattiva (2,5 tiri subiti a partita) a cui si aggiunge in maniera inversamente proporzionale, una grande abilità nelle conclusioni effettuate nello stesso tipo di situazione (vedi tabella successiva) dove le merengues sono avanti a tutti con una media di quasi 5 tiri a partita da sviluppo di palla inattiva.


Avere in squadra gente dalla riconosciuta abilità nel gioco areo (Varane, Sergio Ramos, Casemiro e lo stesso Benzema) è sicuramente la chiave per la squadra di Zidane per essere una minaccia costante in questo fondamentale.

Gli stessi numeri ci danno conferma anche delle qualità difensive dell'Atletico Madrid, questo ovviamente non è una novità vista la grande attenzione che Simeone pretende nella copertura degli spazi, per cui il dato di 0,74 xG subiti, pur essendo di un'inezia inferiore a quello del Real (0,02 di differenza) ha un peso specifico maggiore in quanto derivante da una quantità di tiri subiti di gran lunga superiore (9,6 a partita), il che sta a significare che la media di xG subiti per tiro è pari a 0,077, un dato nettamente migliore rispetto allo 0,096 del Real (posizionandosi rispettivamente primo e terzo in questa graduatoria). Come già indicato nei post precedenti, l'Atletico sta cercando di ricostruirsi un'identità dopo l'importante mercato in entrata ed in uscita della scorsa estate culminato con l'addio di Griezmann, Juanfran e Filipe Luis rimpazziati rispettivamente da Joao Felix, Trippier e Renan Lodi, ossia un tentativo di diventare una squadra più tecnica e meno focalizzata su un piano partita conservativo; il cambiamento tuttavia dimostra di essere ben lungi dall'essere finalizzato e lo stesso Simeone si sta dimostrando ancora poco deciso se proseguire o no su questa strada.


Come si evince dal grafico elaborato tramite le statistiche di Fbref, l'Atletico ha una leggera tendenza all'aumento sia degli xG a proprio favore che degli xG contro, il che lascia intuire una tendenza ad un tipo di impostazione di gara più aperto, ed i risultati iniziavano a dare un senso nei mesi precedenti la pausa di dicembre, tuttavia, al ritorno in patria dopo la supercoppa persa ai rigori proprio contro il Real, improvvisamente gli xG sono crollati tornando sotto la linea di tendenza portando la squadra di Simeone a perdere la trasferta di Eibar ed al pareggio casalingo contro il Leganes, il tutto senza andare a segno e causando il solco di 10 punti con cui l'Atletico si presenta al Bernabeu; la partita di domani deve essere occasione, in particolare, per capire quanto valgono gli attaccanti a disposizione di Simeone, visto che il loro rendimento è al momento alquanto scarso visto che sia Morata, sia Diego Costa, sia Joao Felix che Angel Correa stiano realizzando in misura inferiore rispetto ai loro expected goals, un dato curioso quanto preoccupante per l'Atletico che, infatti, è rimasto a secco nelle sfide contro Real e Barcellona fin qui disputate in questa stagione, dove, tuttavia, ha mostrato di poter neutralizzare e mettere in difficoltà il Real (nella finale di supercoppa Valverde ha dovuto "spendere" un cartellino rosso per evitare la sconfitta), per cui c'è da aspettarsi una sfida molto combattuta seppur, numeri alla mano, con pochi goal.

BUNDESLIGA

Il campionato tedesco è giunto alla terza giornata di ritorno dopo il turno che ha visto nuovamente accorciarsi la classifica nelle parti alte, con le prime 6 in classifica racchiuse in 7 punti, ma soprattutto ha visto esplodere nel massimo campionato tedesco la stella di Erling Håland, autore di 5 goal nelle due partite d'esordio con la maglia del Borussia Dortmund, subentrando dalla panchina in entrambe le occasioni e permettendo ai gialloneri di risalire la classifica, così come il Bayern Monaco che è ripartito dai blocchi con 9 goal fatti e 0 subiti in 2 partite. Ma per accorciare la classifica è stato necessario che Lipsia e Borussia Moenchengladbach facessero un passo falso e così è stato: sia la squadra di Nagelsmann che quella di Rose hanno lasciato l'intera posta in palio rispettivamente all'Eintracht ed allo Schalke permettendo alle altre contendenti di riavvicinarsi in classifica, ed è proprio lo scontro diretto tra le due squadre più interessanti di questo campionato ad attrarre la nostra attenzione per questo weekend.

LIPSIA-BORUSSIA MOENCHENGLADBACH (SABATO ORE 18.30)

La sfida che si gioca alla Red Bull Arena domani oltre a mettere di fronte la prima e la terza forza del campionato mette di fronte due manifesti di ciò che è la Bundesliga oggi, un campionato dove si gioca sostanzialmente quasi sempre all'attacco (con eccezioni interessanti come il Friburgo) e con baricentro alto; l'influenza del metodo Red Bull ha contagiato diversi allenatori in Germania, per cui la sfida tra il Lipsia (capostipite del modello voluto dalla multinazionale austriaca) ed il Moenchengladbach (che ha portato in panchina Marco Rose da Salisburgo, ossia il satellite principale della rete, per portare gli stessi principi anche presso la gloriosa società della Renania settentrionale).

Data la premessa, ed avendo già a lungo disquisito nei post precedenti sulle caratteristiche delle due squadre andiamo ad analizzarne il rendimento nel 2020 per capire quali temi ci proporrà la partita di domani.

Per il Lipsia l'inizio di 2020 ha portato con se l'addio di Diego Demme, partito in direzione Napoli, una partenza che francamente mi ha sorpreso, considerando la centralità del centrocampista nello scacchiere tattico di Nagelsmann, che infatti lo ha sempre schierato titolare in campionato dove il suo impatto è dato dai 64 passaggi di media a partita, secondo solo ad Upamecano (75); la sua partenza deve avere creato qualche difficoltà a Nagelsmann che, pur essendo un allenatore che fa della flessibilità tattica un mantra, ha mostrato nelle prime due partite della stagione di non aver deciso ancora come coprire questo vuoto.


Contro l'Union Berlino (gara vinta 3-1 in rimonta) sembrava mantenuta la struttura vista nella seconda parte del girone d'andata, con l'impostazione demandata ai due centrali difensivi Upamecano e Klostermann, mentre il posto di Demme sembrava condiviso tra lo statunitense Tyler Adams e Konrad Laimer, il tutto, però, all'interno di un 4-2-3-1 con quest'ultimo che agisce su un raggio d'azione meno avanzato rispetto ai mesi precedenti, per questo l'austriaco chiude la partita con un maggior numero di passaggi effettuati (66) rispetto alla sua media (48) e senza passaggi chiave effettuati.




Nella successiva trasferta di Francoforte, invece, Nagelsmann decide di cambiare e tornare ad affidarsi alla difesa a 3, che aveva abbandonato a settembre, decidendo sostanzialmente di lasciare il compito di impostare ai tre centrali, mentre Tyler Adams aveva il compito di far progredire l'azione partendo da quinto di destra, un sistema che ha funzionato nel primo tempo salvo poi non trovare alcuno sbocco offensivo nel secondo tempo dopo che l'Eintracht aveva trovato il goal del vantaggio; questo passaggio al 3-4-2-1 ha alquanto disorientato la squadra oltre a lasciare perplessi alcuni osservatori in merito alla posizione in campo di alcuni giocatori, una perplessità non del tutto sbagliata visto che un eccessivo uso delle rotazioni nelle posizioni in campo potrebbe mettere a disagio alcuni calciatori; la partita di domani ci darà nuove risposte, anche alla luce dell'arrivo di Dani Olmo che apre interrogativi sul destino di Forsberg nel sistema di Nagelsmann, insomma anche nelle difficoltà l'accoppiata Lipsia-Nagelsmann è una manna per chi ama analizzare le strategie tattiche dietro ad una squadra di calcio.

Mentre Nagelsmann ha smussato, con la sua flessibilità tattica, il DNA iper-agressivo del Lipsia, Marco Rose ha portato un atteggiamento iper-aggressivo a Moenchengladbach, un atteggiamento che ha portato la squadra bianco-verde a veleggiare in testa alla classifica per lunga parte del girone d'andata nonché rendere la squadra particolarmente riconoscibile come atteggiamento, basato su poche sovrastrutture in fase di possesso anche perché se sotto pressione il possesso basso va in difficoltà.


Dalla mappa dei passaggi delle ultime due partite si capisce il modo di costruire della squadra di Rose, nella partita contro il Mainz la poca pressione degli avversari porta il Moenchengladbach ad aggirare il blocco centrale indirizzando il gioco sugli esterni (si nota la quasi assenza di passaggi da e verso le zone centrali della metà-campo) per poi occupare la trequarti avversaria con diversi uomini a sostegno del gioco di sponda di Pleà. Un approccio che, però, mostra le sue debolezze quando il pressing avversario è piuttosto aggressivo (vedi stessa mappa nella partita persa contro lo Schalke), forzando diversi errori e rendendo complicatissimo l'accesso all'area di rigore avversaria. Per ovviare a questi limiti l'approccio di Rose è quello di andare immediatamente a caccia della seconda palla, un atteggiamento che spesso porta dei dividendi ma che spesso pecca nelle coperture preventive, permettendo agli avversari di trovare diverse opportunità da rete partendo da palle lunghe dalla propria metà campo (vedi i goal subiti per mano dello Schalke e del Mainz nelle prime due partite del 2020).




A livello statistico si aggiunge il fatto che il Borussia ha un saldo negativo tra tiri effettuati e tiri subiti (-0,5) come si evince dai dati elaborati da Between The Posts, tuttavia il dato degli xG è favorevole alla formazione di Rose che, però, contro gente come Werner e Nkunku dovrà tirar fuori una prestazione perfetta in fase di ri-aggressione della palla altrimenti il Lipsia rischia di esondare; la lezione della partita di andata (1-3 con tripletta di Werner) è un campanello d'allarme a cui Rose dovrà prestare molto attenzione.

In ogni caso sarà sicuramente una gran partita giocata in battere e levare, a meno che le due squadre, in un eccesso di rispetto reciproco, decidano di adottare un atteggiamento più prudente e guardare alla classifica snaturando le proprie prerogative.


LIGUE 1

Queste prime settimane del 2020 in Francia non hanno cambiato le gerarchie, con il PSG trascinato dal miglior Neymar dell'esperienza parigina che ha allungato a +10 dal Marsiglia che, quando è privo di Payet, perde quasi tutta la sua pericolosità offensiva. Questo primo scorcio di anno, inoltre, sta vedendo in corso la risalita del Montpellier e del Lione così come stiamo assistendo ad una nuova rivoluzione in casa Monaco, con Moreno che ha preso il posto di Jardim in panchina e con una squadra rivoluzionata in sede di mercato. Un'altra squadra che, quasi sotto silenzio, si sta ritagliando un ruolo da protagonista è il Rennes che, questa sera, affronta in casa il Nantes nella partita che consigliamo per questo weekend.

RENNES-NANTES (VENERDI' ORE 20.45)

Come indicato in premessa, quasi passando sotto silenzio, il Rennes di Julien Stephan, grazie ad una serie di 7 vittorie nelle ultime 10 partite è risalita fino al terzo posto con addirittura 4 punti di vantaggio sul Montpellier attualmente quarto, una posizione che al momento le garantirebbe la partecipazione alla prossima Champions League. Come per gran parte delle squadre della Ligue 1, Julien Stephan ha aggiustato in corso d'opera la struttura tattica della sua squadra in modo da mettere in vetrina la maggior parte delle individualità che ha a propria disposizione, difatti la svolta è arrivata con il passaggio dal 3-5-2 al 4-4-2 flessibile che ha esaltato le qualità di diversi elementi tra cui Raphinha (2,3 dribbling e 2,1 passaggi chiave a partita) e Camavinga (17 anni, ma già leader totale del centrocampo con 4,6 contrasti vincenti ed 1,6 intercetti a partita) e che ha permesso alla squadra di trovare maggiore coraggio in fase di non possesso.


Dal confronto tra l'ultima partita del Rennes (il pareggio a Nizza dello scorso venerdì) e l'ultima partita disputata con il 3-5-2 (la sconfitta di metà ottobre a Monaco) si denotano le posizioni medie più alte ed un maggior coinvolgimento dei giocatori più avanzati, oltre al già citato Raphinha, va notato il maggior coinvolgimento di Niang che viene spesso incontro per creare spazi per gli inserimenti della seconda punta Honou così come Tait da sinistra, autore del goal del pareggio.


Stesso discorso vale per la fase di non possesso dove si vede il tentativo della squadra bretone di alzare il pressing, un meccanismo reso possibile da un 4-2-3-1 con Niang che pressa o indirizza sull'esterno l'impostazione dei centrali per poi aizzare il pressing dei tre uomini alle sue spalle.

Con questa impostazione, dunque, Stephan ha portato il Rennes tra le prime 3 del campionato, l'avversario di stasera, invece, ossia il Nantes di Gourcuff si presenta con soli 5 punti di svantaggio frutto di numeri difensivi che avevamo sottolineato in un nostro precedente post, con una fase di recupero palla poco aggressiva prevalentemente improntato ad indirizzare il gioco avversario in zone di campo meno pericolose per facilitare il lavoro dei difensori.


Questo atteggiamento si riflette, a livello numerico, con la terza difesa del campionato (19 goal subiti) alla spalle di Reims e PSG, mentre solo l'Angers ha subito meno tiri della formazione di Gourcuff.

A livello offensivo, invece, i numeri non sono affatto positivi con 19 reti segnate (quartultimo attacco del campionato). Come si evince dalla grafica elaborata da WhoScored, la manovra del Nantes si sviluppa sugli esterni dove agiscono generalmente Blas a destra e Simon a sinistra, con quest'ultimo designato per creare pericoli in 1 vs. 1 e cercare il tiro, mentre Blas tende ad accentrarsi per lasciare l'ampiezza ad Appiah, il terzino destro che Gourcuff lascia sganciare tenendo, invece, più basso, il terzino sinistro.










AUSTRALIAN OPEN

Il primo slam della stagione, iniziato sotto i cattivi presagi degli incendi che avevano colpito l'Australia nelle scorse settimane, si è rivelato ricco di spunti interessanti sia nel tabellone maschile che in quello femminile, tracciando importanti indicazioni su ciò che sarà il 2020 tennistico.

IL TORNEO MASCHILE


Nel tabellone maschile la finale sarà tra Djokovic e Thiem, sicuramente la finale migliore per quello che si è visto in campo in queste due settimane, con il serbo grande favorito della vigilia ed ancora imbattuto nel 2020.

Djokovic di fatti si è presentato in Australia stracciando la concorrenza e regalando la ATP Cup alla Serbia; il tabellone, inoltre, gli proponeva come primo ostacolo sulla carta Tsitsipas ai quarti, ma la sconfitta subita dal russo per mano di un redivivo Raonic ha messo in discesa il cammino del serbo, facilitato anche dai problemi fisici di Federer in semifinale. La vittoria nella finale di domenica mattina porterebbe l'ottavo titolo a Melbourne, nonché il ritorno al primo posto nella classifica ATP grazie alla sconfitta di Nadal ai quarti contro Thiem.

L'austriaco, invece, non era partito con i favori del pronostico (complice un non convincente inizio di 2020) dal suo lato del tabellone, dove, invece, si trovavano Nadal e Medvedev (finalisti dell'ultimo slam del 2019, ossia gli US Open), ed invece eccoti che Wawrinka spariglia le carte negli ottavi di finale battendo il russo, mentre Thiem trova la grande impresa nei quarti battendo per la prima volta in uno slam Rafa Nadal, mostrando una grande crescita sia a livello tecnico sulla superficie (per Thiem questa è la terza finale in uno Slam, le precedenti due finali le ha giocate a Parigi sulla terra, sua superficie preferita) che a livello di tenuta mentale nelle sfide su 5 set, ossia la grande debolezza finora imputato ai vari talenti della NextGen da cui in questo 2020 ci aspettiamo la risoluzione, vista la finale ottenuta a Flushing Meadows da Medvedev lo scorso anno e la semifinale raggiunta, finalmente da Zverev.

I precedenti tra i due vedono in vantaggio il serbo che però ha vinto solo 1 degli ultimi 5 incontri contro l'austriaco, con l'ultimo precedente dello scorso novembre nelle ATP Finals di Londra in cui Thiem si è imposto al termine di una partita clamorosamente bella su una superficie, seppure indoor, non tanto dissimile da quella di Melbourne; Djokovic resta favorito, ma occhio allo stato di forma di Thiem.
 










IL TORNEO FEMMINILE


Nel tabellone femminile, invece, la finale sarà tra la Kenin e la Muguruza, una finale inaspettata quanto meritata dalle due contendenti che sono andate avanti con un percorso netto, in particolare la spagnola, tornata in grande forma e capace di abbattere qualsiasi cosa le capitasse sul percorso, inclusa la Halep in semifinale, ma soprattutto le vittorie al terzo turno contro la Svitolina (lasciandole appena 3 games) ed al quarto turno contro la Bertens (doppio 6-3); dal canto suo la Kenin ha fatto fuori la Barty, n.1 del tabellone e beniamina di casa, ma soprattutto ha interrotto al quarto turno l'avanzata di Coco Gauff, la predestinata del tennis femminile del decennio appena iniziato che, a sua volta, aveva fermato al terzo turno niente meno che Naomi Osaka, detentrice del torneo e testa di serie n.3

L'unico precedente tra le due contendenti è dello scorso settembre a Pechino, tra l'altro su una superficie simile a quella di Melbourne, in quell'occasione si era imposta la Kenin in 3 set, ma mentre la statunitense era in netta ascesa (basta vedere il dato del +14 nel ranking negli ultimi 6 mesi), la Muguruza sembrava entrata in un buco nero da cui sembra miracolosamente uscita dopo lo 0-6 subito nel primo set del primo turno contro la Rogers, poi è iniziata una marcia inarrestabile che ha portato la spagnola a giocarsi la terza finale di uno slam (le precedenti due le ha vinte a Parigi nel 2016 ed a Wimbledon nel 2017); per la Kenin invece, arriva a 21 anni la prima finale di uno slam, dopo che negli anni precedenti non era mai riuscita ad accedere alla seconda settimana.

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