martedì 14 settembre 2021

Ma allora perché Di Francesco è stato esonerato?

 


Eusebio Di Francesco, dopo tre giornate, è il primo allenatore della serie A a saltare dopo aver raccolto 0 punti in 3 partite: il suo arrivo a Verona dopo le fallimentari esperienze di Genova sponda blucerchiata e Cagliari era stato visto come una scelta quanto meno azzardata da parte della dirigenza scaligera, tuttavia decidere di esonerare un allenatore dopo tre giornate suona come un ripensamento rispetto ad una decisione iniziale anziché determinata da motivi oggettivi viste le prestazioni della squadra (classifica a parte). Per questo motivo ho deciso di analizzare le tre partite di campionato fin qui disputate dall'Hellas per mostrare come il lavoro di Di Francesco non fosse così male come la classifica può lasciar pensare.


GLI INDICATORI STATISTICI

Le statistiche che inchiodano il Verona in queste prime tre giornate di campionato sono, ahi loro, quelle che poi determinano il risultato, ossia i zero punti raccolti e le difficoltà a trovare conclusioni di buona qualità che personalmente ritengo collegate alla qualità non eccelsa di chi dovrebbe occupare l'area di rigore. 

Come si evince dai dati, la produzione offensiva della squadra in queste prime tre giornate è sotto la media del campionato sia come quantità che come qualità di conclusioni, ma non è neanche così pessima se confrontata ad altre realtà del nostro campionato. Inoltre è molto interessante notare tramite questo grafico come i valori dei quadranti rispecchino abbastanza fedelmente la classifica, con il quadrante in alto a destra che giustifica il punteggio pieno di Milan e Roma ed i 7 punti raccolti dall'Udinese di Gotti, inoltre è confermata l'impressione visiva data dal Napoli di Spalletti che, seppur a punteggio pieno, tira tanto ma con poca qualità delle occasioni create; infine giusto osservare la preoccupante posizione della Juventus nello stesso quadrante occupato dalle squadre in lotta nella zona retrocessione.

Come avremo modo di vedere più nel dettaglio, la fase di non possesso ha mantenuto prevalentemente gli stessi connotati ereditati da Juric, ossia pressione molto aggressiva e marcature individuali a tutto campo: è una tipologia di strategia molto remunerativa se ben eseguita ma che espone anche a rischi. I due esempi sotto l'uno e l'altro aspetto sono esemplificati dal goal subito da Raspadori nella prima giornata tanto quanto dal goal realizzato da Ilic contro l'Inter.


I dati sulla pressione effettuata dalla squadra di Di Francesco in queste tre giornate, come si evince dai numeri, non sono proprio gli stessi che sono in grado di ottenere coloro che detengono il brevetto di questa strategia, ossia il Torino di Juric e l'Atalanta di Gasperini, tuttavia il dato sulla percentuale di passaggi correttamente eseguiti dall'avversario è molto positivo, così quanto quello relativo all'imporre i lanci lunghi da parte dell'avversario. Sono numeri che mostrano come comunque questo Verona fosse in una fase di transizione da un sistema iper-aggressivo ad uno che portasse a gestire determinate situazioni sui 90 minuti, tuttavia non sapremo mai se Di Francesco avesse deciso di far transitare la squadra verso un sistema misto di pressione o se avrebbe continuato a mantenere gli input già immagazzinati dalla squadra mediante il suo predecessore.

LA PRESSIONE UOMO CONTRO UOMO

Una delle cose su cui Di Francesco ha fatto, a mio parere, un buon lavoro è stato quello di mantenere intatta la struttura di pressione e di marcature a uomo ereditata da Ivan Juric, a dimostrazione che quanto meno il tecnico abruzzese ha abbandonato un certo integralismo ben riassunto dai suoi famosi "il mio calcio" proferiti nelle interviste rilasciate ai tempi dei suoi 18 mesi trascorsi sulla panchina della Roma.

Nella partita di ieri sera a Bologna si nota il sistema di marcature a uomo con Simeone che prende in consegna Nico Dominguez, forse anche la grande mole di lavoro richiesta al Cholito per tenere a bada il mediano argentino può aver avuto un impatto sulle prestazioni offensive dell'attaccante che, di fatto, non si è mai reso pericoloso dalle parti di Skorupski; ad ogni modo con i due trequartisti del 3-4-2-1 sui due centrali del Bologna e i due esterni pronti ad aggredire sui terzini avversari una volta trasmesso il pallone hanno costretto la squadra felsinea ad appoggiarsi prevalentemente agli attacchi diretti su Arnautovic per risalire il campo, come anche confermato da Mihajlovic ieri sera nelle interviste post-partita.
Stessa struttura nella partita d'esordio contro il Sassuolo dove in prima pressione è possibile notare un 4 contro 4 dove Hongla, uno dei due centrocampisti centrali segue Maxime Lopez fino al limite dell'area di rigore: per buonissima parte della partita la squadra di Dionisi ha sofferto questa strategia della squadra veronese fino a quando il gran goal di Raspadori ha sbloccato la partita grazie a Djuricic e Caputo che hanno bucato la pressione e poco dopo Miguel Veloso ha terminato la partita anzitempo per doppia ammonizione. Non ostante l'inferiorità numerica per quasi un'ora di partita, la squadra di Di Francesco era sembrata sempre presente in partita, un elemento di discontinuità rispetto alle ultime squadre allenate dall'ex tecnico della Roma che tendevano a crollare non appena gli eventi della partita volgevano negativamente.

Addirittura contro l'Inter la strategia di pressione aveva portato anche al goal di Ilic: ancora un volta si nota la parità numerica sulla costruzione nerazzurra che, per cercare di ottenere la superiorità numerica si è dovuta affidare tanto ai piedi di Handanovic. Qui vediamo il posizionamento di Zaccagni che è orientato inizialmente ad impedire la ricezione di Brozovic ma allo stesso tempo è pronto a scalare su Skriniar nel momento in cui il portiere sloveno avesse deciso di appoggiarsi sull'ex centrale della Sampdoria. 

Questa strategia, inoltre, oltre ai dati menzionati precedentemente, ha portato la squadra gialloblù a prendersi, o quanto meno non concedere, la supremazia territoriale in campo: dai dati elaborati da WhoScored si evince come l'Hellas sia una delle squadre che ha occupato per più tempo il terzo di campo avversario. E' inoltre possibile notare in questa classifica come davanti alla squadra scaligera ci siano altre squadre che stanno mostrando parecchio coraggio nella fase di prima pressione avversaria: oltre alle già citate Atalanta e Torino troviamo al secondo posto di questa graduatoria la Sampdoria di D'Aversa che sta mostrando, a differenza di considerazioni superficiali dettati dalla sua esperienza parmense, di essere un allenatore che cerca di trasmettere uno stile di gioco aggressivo e coraggioso alla propria squadra.


I QUADRILATERI ESTERNI DI SVILUPPO


Un altro elemento che Di Francesco ha ereditato dalla gestione Juric e che ha deciso di mantenere è quello di cercare uno sviluppo laterale dell'azione di gioco mediante la creazione di quadrilateri che permettano una circolazione rapida e verticale del pallone, una routine che non cambia anche a fronte di interpreti diversi nelle tre partite sin qui disputate.

La catena preferita dalla squadra veronese per risalire il campo è prevalentemente quella sinistra: nella partita contro il Sassuolo l'abbiamo vista molto poco all'opera visto che la gran parte della produzione offensiva è giunta mediante transizioni derivanti da palla riconquistata a seguito della prima pressione sopra descritta. In questo caso la catena è composta da Ceccherini (braccetto sinistro della difesa a 3), Miguel Veloso, Lazovic e Zaccagni. Date le caratteristiche del capitano del Verona, poi espulso nel corso della partita, la catena ha reso possibile una verticalizzazione diretta del portoghese verso Zaccagni, che ha ben figurato nelle prime due apparizioni prima di essere ceduto alla Lazio (altro elemento che deve far riflettere sulla scelta del club di esonerare il tecnico).

Nonostante l'uscita di scena del proprio numero 10, Di Francesco nella partita di ieri a Bologna ha mostrato di poter inserire bene nei meccanismi anche Gianluca Caprari che bene si è inserito nella catena di sinistra, composta nella fattispecie con Casale (il "braccetto" di sinistra), Ilic e Lazovic. La squadra in diverse situazioni ha mostrato di essere anche ben disposta in fase di sviluppo creando i presupposti per un tipo di soluzione spesso utilizzata nella versione Juric delle due ultime stagioni: costringere l'avversario a stringersi su un lato per poi servire Faraoni sul lato debole al termine delle triangolazioni sull'esterno; questa soluzioni non è stata mai cercata e trovata dalla formazione scaligera e questo non le ha permesso di sfruttare a dovere le diverse situazioni promettenti create dalle combinazioni tra l'ex sampdoriano e Lazovic sul lato sinistro.

Anche contro l'Inter si nota in maniera ancora più evidente la ricerca del sovraccarico su quel lato di campo e ancora una volta si vede come anche la difesa della squadra di Inzaghi debba necessariamente lasciare spazio a Faraoni sull'altro lato. Tuttavia, altro punto in comune tra la prestazione contro l'Inter e quella con il Bologna di ieri è l'assenza di uomini che vadano a riempire l'area di rigore e/o riempirla nella maniera corretta, questo spiega perché l'ottima mole di gioco prodotta dalla squadra nel corso delle tre partite disputate abbia poi prodotto molto poco sia a livello di finalizzazione che a livello realizzativo.

MA QUINDI E' GIUSTO L'ESONERO?


In base a questa analisi mi sembra evidente che la decisioni di allontanare Eusebio Di Francesco dalla panchina dell'Hellas sia una scelta poco condivisibile: da una parte c'è a dire che il sottoscritto ha storto più volte il naso di fronte alla scelta del presidente Setti e dei suoi dirigenti di assegnare al tecnico abruzzese l'eredità di Juric, tuttavia il lavoro svolto finora ha mostrato che l'ex tecnico del Sassuolo era in grado di poter portare avanti quel progetto nonostante le tre sconfitte consecutive.

Se proprio vogliamo trovare un motivo che giustifica, ma solo in parte, la scelta del club scaligero, è relativa alla prossemica del tecnico vista nella partita di ieri sera e, parzialmente, nelle partite precedenti: Di Francesco non ha nascosto le sue preoccupazioni per gli scarsi risultati degli ultimi anni ed ha mostrato un atteggiamento molto nervoso in panchina, atteggiamento che ha probabilmente trasmesso alla squadra assieme ad un pizzico di paura. Per questo motivo forse la dirigenza gialloblù ha temuto un'escalation negativa ulteriore dopo il risultato di ieri sera, tuttavia era una situazione che avrebbero dovuto valutare a monte della scelta del tecnico.

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