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Tuesday, 17 January 2023

Chiacchere da Bar(i) #17 - Bari-Parma

 


Ci eravamo lasciati nel 2022 con la bruciante sconfitta contro il Genoa dopo una delle prestazioni più belle del Bari di questa stagione ma con qualche errore di troppo, torniamo nel 2023 e questa volta arriva una prestazione al limite della perfezione per la squadra di Mignani che rifila un rotondo 4-0 al Parma di Fabio Pecchia riaprendo alcuni discorsi sulla promozione che si erano sopiti dopo la notte di Santo Stefano. Assieme a Giovanni Fasano ci siamo posti alcune domande sulla partita di sabato scorso e ci affacciamo alla sfida di venerdì sera sul campo del Palermo con un ospite d'eccezione come Benedetto Giardina, giornalista del Sole 24 Ore, Fanpage, Giornale di Sicilia e tante altre testate e grande conoscitore dell'ambiente rosanero, che ringrazio per la disponibilità.

Il nuovo anno inizia con una grande vittoria per il Bari, che al San Nicola si impone per 4 a 0 sul Parma. Che partita è stata?

Nicola L. - Fin troppo facile, direi, per il Bari. La strategia di attesa sulla lenta fase di costruzione del Parma ha funzionato alla perfezione: non appena il Parma superava la metà campo il Bari faceva partire la trappola con Maita e Benedetti, coadiuvati da Maiello, recuperavano il pallone nella zona centrale del campo innescando il contropiede con transizioni di un valore tecnico che definirei irresistibile. 


Ciò che ha impressionato del Bari visto contro il Parma è stata la preparazione alla partita come se avesse previsto ogni mossa che la formazione di Pecchia avrebbe fatto per cercare di risalire il campo. Insomma così come l’approccio sull’inizio azione degli avversari fu il punto debole del Bari nella partita contro il Genoa, direi che il sistema di pressione visto contro il Parma sia stato perfetto.

D’altro canto, però, va menzionato il pessimo schieramento in campo della squadra gialloblu, ben documentato dai continui cambi di schieramento che Fabio Pecchia ha messo in piedi nel corso della partita per cercare di dare un senso al suo undici iniziale. Nonostante i tanti cambi di modulo il Parma, però, non ha mai dato l’impressione di saper far male alla formazione biancorossa e, soprattutto, di saper tenere le distanze sul terreno di gioco, lasciando voragini tra un reparto e l’altro, un invito a nozze per la conformazione della squadra di Mignani.

Giovanni F. - Quella tra Bari e Parma è stata una partita tra una squadra che può definirsi tale e un’accozzaglia di giocatori messi in campo seguendo una logica di difficile comprensione. Pecchia, che l’anno scorso ha fatto un capolavoro a Cremona, conferma di avere grosse difficoltà nel dare un indirizzo tattico chiaro a questa squadra, difficoltà per certi versi lecite data la tipologia di calciatori di cui dispone. Il Parma è la dimostrazione che le soluzioni estreme in questa categoria non funzionano, e infarcire la rosa di giovani prospetti pagati profumatamente e non complementari tra loro è una di questa.

I continui cambi di schieramento una chiara dimostrazione dell'assenza di una quadratura sul campo per la formazione parmense. (Fonte: Wyscout).

Il Bari ha sin da subito individuato i punti deboli degli avversari e, seguendo il piano gara pensato da Mignani, ha indirizzato la partita in meno di un tempo. Il gol giunto alla prima vera sortita offensiva ha sicuramente facilitato il lavoro, ma se anche l’equilibrio si fosse protratto per più tempo la differenza in termini di organizzazione tra le due squadre sarebbe venuta comunque a galla.

Il tema tattico che ha definito la gara è di facile intuizione: il Bari ha lasciato il pallino del gioco al Parma che, dal canto suo, non ha quasi mai imposto un ritmo alla circolazione del pallone tale da impensierire i padroni di casa. Recuperata palla il Bari tentava subito di innescare i tre giocatori offensivi che alternavano sapientemente movimenti incontro o in profondità. Soprattutto nella seconda parte del primo tempo il Bari avrebbe potuto gestire meglio le uscite, ma ogni qualvolta la prima linea di pressione del Parma veniva superata si aprivano voragini ben sfruttate dai vari Cheddira, Ceter e Folorunsho.

Nel complesso è una gara che certifica l’ottimo lavoro di Mignani nell’interpretazione delle partita e della squadra nel recepire e trasformare in punti le idee del mister.

Le scelte di Mignani, soprattutto per la conformazione dell’attacco, sono state nuovamente sorprendenti: qual è la vostra opinione in merito? 


Nicola L. - C’è chi quando ha visto Ceter nella formazione titolare ha strabuzzato gli occhi, e c’è chi mente. Ed invece la mossa di Mignani di inserire il colombiano ha avuto un senso nella strategia generale della formazione biancorossa. Di certo l’ex Cagliari non ha fatto nulla di particolare ma le sue ricezioni spalle alla porta ed il suo lavoro in ripiegamento sono state delle armi molto utili per completare al meglio il piano gara della formazione biancorossa. 

L'importante apporto di Ceter nella partita contro il Parma misurato con i duelli difensivi (Fonte: Wyscout)



La scelta, inoltre, di spostare Folorunsho nel tridente d’attacco sembra essere ormai strutturale nel Bari; in questa posizione a metà tra il trequartista ed il falso nove proposta contro il Parma si è reso molto utile, soprattutto nel proporsi come prima soluzione per le triangolazioni con le mezzali e come supporto in mezzo al campo in fase di non possesso. L’ex giocatore della Reggina sembra essere il coltellino svizzero di Mignani per dare un senso alle proprie scelte tattiche, e contro il Parma questa scelta ha funzionato.

Ritengo che la mossa di questo tridente sia stata studiata ad hoc per questa partita, poi da qui alla partita di venerdì vedremo anche chi sarà a disposizione di Mignani per capire se possa essere una soluzione da adottare con più frequenza.

Giovanni F. - L’idea di affiancare Cheddira a un centravanti più statico per permettergli di svariare su tutto il fronte offensivo è  interessante. L’attaccante marocchino non ha dato punti di riferimento agli avversari e ne ha minato le sicurezze difensive attaccando e costruendosi occasioni partendo da sinistra, da destra e anche dal centro. La presenza di Ceter, che gli ha permesso di ricevere il pallone distante dalla morsa dei difensori, è stata determinante e fondamentale per la buona riuscita del piano gara. L’attaccante ex Cagliari ha disputato una gara sicuramente sufficiente, evidenziando quelli che sono i suoi pregi, cioè una fisicità strabordante e una capacità di muoversi in relazione ai compagni non banale, ma anche dei limiti nella gestione del pallone. 

Come affermato da Nicola, quella di Mignani è stata una scelta studiata per la specifica gara, ed è probabile che già a Palermo vedremo un Bari diverso, ma Ceter, dopo mesi di anonimato, si candida come valida alternativa nel reparto offensivo.


Chi si è distinto in positivo e chi, invece, ha fornito una prestazione sottotono?


Nicola L. - Questa volta mi sottraggo ad un compito, non posso indicare nessuno tra i giocatori sottotono: credo che la prestazione del Bari sia stata fantastica a livello corale ed ha necessitato dell’apporto individuale di tutti i giocatori, nessuno escluso. Ha anche trovato il goal Salcedo, non possiamo davvero dire nulla.

Complicato è anche trovare il migliore in campo, per cui vado a gusto personale e francamente mi hanno fatto saltare dal divano le giocate di Mattia Maita, autore di una prestazione dominante a centrocampo, sia in fase di non possesso (11 palloni recuperati) che in fase di possesso (come testimoniato dalla mappa dei suoi passaggi) che testimonia una tensione verticale nel suo modo di giocare che ben esemplifica il modo in cui il Bari ha affrontato la partita contro il Parma.

Il senso di verticalità che trasmette la mappa dei passaggi effettuati da Mattia Maita (Fonte: Wyscout).

Giovanni F. - Ovviamente la palma di migliore in campo va a Walid Cheddira per la capacità di essere determinante e spietato in tutte le occasioni avute a disposizione nella prima frazione, quella che ha deciso la gara. Oltre a lui, voglio nuovamente menzionare Leonardo Benedetti. La scelta di Mignani di puntare forte su di lui non va sottovalutata, in quanto, partendo molto indietro nelle gerarchie, il ragazzo di proprietà della Sampdoria si è imposto in un centrocampo che pareva intoccabile, evidenziando doti fisiche e atletiche sopra la media. Anche ieri, come nella gara contro il Genoa, ha commesso diversi errori di misura e selezione della giocata nell’ultimo terzo di campo, ma se dovesse smussare anche questi angoli il suo nome inizierebbe a circolare tra i taccuini dei dirigenti al piano superiore.

In una partita in cui quasi tutti hanno fornito una prova da 7 in pagella, cito l’unico che per me non va oltre il 6,5, cioè Dorval. Il terzino algerino, ormai titolare fisso, ha confermato gli enormi progressi fatti in fase difensiva, estromettendo dalla contesa il tanto chiacchierato Oosterwolde e gestendo senza affanni l’ingresso del frizzante Mihaila. Mi ha invece deluso in fase offensiva, dove avrebbe potuto gestire meglio e con più qualità una serie di situazioni ben costruite dalla squadra. Ovviamente non può esser definito il peggiore in campo, ma data la fiducia che ripongo nel suo potenziale mi aspetto che inizi a determinare anche nella metà campo offensiva.

Venerdì il Bari farà visita al Palermo, in uno stadio che si preannuncia bollente. Che partita vi aspettate? Quali pensate possano essere i punti deboli dei rosanero nell’incrocio con i biancorossi?


Nicola L. - Sarà una partita complicata prevalentemente per l’atmosfera del Renzo Barbera più che per la forza dell’avversario. Il Palermo è una squadra molto diversa da quella che il Bari ha affrontato all’andata andando seriamente in difficoltà nel primo tempo e dominando la seconda parte di gara. Quella squadra era ancora figlia dei dettami di Silvio Baldini e doveva ancora completarsi sul mercato; quella che vedremo venerdì è una squadra diversa ma a cui Corini non ha dato una riconoscibilità a livello tattico, soprattutto il passaggio al 3-5-2 che ho visto nelle ultime due partite tende a lasciare troppo solo Brunori (che comunque il suo continua a farlo) ed a comprimere le qualità di Francesco Di Mariano che, da seconda punta, a mio parere, non può rendere allo stesso modo di quanto fa da esterno d’attacco, ma ovviamente è una mia opinione.

La partita di Perugia ha mostrato anche una grossa fragilità difensiva con una squadra che fa fatica a coprire la profondità; anche all’andata Cheddira mise in croce Marconi, chissà che questa debolezza non possa essere la chiave anche della partita di venerdì. Se il Bari, come ha fatto il Perugia sabato, riesce ad isolare il centrocampo rosanero potrebbe mettere a nudo le debolezze della squadra di Corini. Insomma è un confronto tutto da assaporare.

Giovanni F. - Dopo aver seguito il Palermo nelle ultime settimane, penso che il Bari abbia tutte le carte in regola per fare una buona prestazione al Barbera. L’accoppiamento con le caratteristiche dei difensori rosanero è perfetto per giocatori come Cheddira, Folorunsho e, se dovesse essere impiegato, Botta. In più mi aspetto un Palermo che, spinto dal pubblico, vorrà fare la partita lasciando inevitabilmente spazi per le transizioni del Bari.

Ovviamente Di Cesare e Vicari saranno chiamati ad una grande prestazione contro il miglior attaccante d’area di rigore della categoria, Matteo Brunori. Il gol del 3-3 contro il Perugia, realizzato sfruttando una leggerissima indecisione del marcatore, servirà come monito per l’esperta coppia difensiva biancorossa. In più, come sempre quando si gioca contro un classico 352, sarà importante il supporto delle mezzeali ai terzini nel duello con i quinti, specialmente a sinistra dove Mazzotta (o Ricci) dovranno fronteggiare un Nicola Valente già decisivo nella gara d’andata (seppur impiegato in un ruolo diverso) e nel pieno di un ottimi periodo di forma.

Benedetto Giardina -  Onestamente non so fino a che punto sarà "bollente" l'atmosfera, ma è e resta una partita di cartello che anche nelle ultime stagioni in C ha regalato spunti interessanti. 

Il Palermo ha una formazione rimaneggiata e l'ultimo problema muscolare di Sala potrebbe costringere Corini a rivedere anche il modulo di riferimento, non avendo un tornante sinistro con caratteristiche difensive (può pensare di adattare Di Mariano e Valente a tutta fascia, ma parliamo di giocatori prettamente offensivi). Direi che il primo punto debole possa essere questo, se Sala non dovesse rientrare. 

In più peserà l'assenza di Gomes, che è il vero motivo per cui il Palermo si è tirato fuori dalla crisi di metà girone d'andata: per quanto sia un centrocampista di spiccate caratteristiche difensive, adatto anche a fare da schermo in mediana (nonostante un fisico ancora da sviluppare del tutto) è chiaro che venga da una scuola di alto livello come quella dell'Academy del City e in precedenza del PSG, perché sa proteggere bene il pallone e partecipa al palleggio, non si limita al lavoro di interdizione. 

Corini con lui aveva trovato quell'equilibrio che Štulac non poteva garantirgli, ora si trova privo di entrambi e l'unico in grado di gestire palla è Damiani. Gli altri sono tutti invasori (Šarić, Segre, lo stesso Broh che è cresciuto molto nell'ultimo anno) e nessuno di questi mi sembra adatto a compiti di regia. Ad oggi, quindi a martedì, non è ancora stata fatta un'esercitazione tattica o una partita 11 vs 11 con tutti gli effettivi disponibili, da quando Gomes e Sala si sono fermati. Ipotizzare sostituti o stravolgimenti di modulo sarebbe prematuro. Anche alla luce dell'arrivo di Tutino, che farà il suo primo allenamento mercoledì e non è da escludere che possa essere gettato subito nella mischia al fianco di Brunori.


Domanda extra: il calciomercato è ormai entrato nel vivo ma il Bari si è mosso solo in uscita per sfoltire la rosa. Considerando l’attuale classifica, pensate che la società debba fare un sforzo per ritoccare l’organico? Se si, in quale/i reparto/i operereste?


Nicola L. - Anche io al posto di Polito mi sarei mosso allo stesso modo: proprio l’ultima partita ha mostrato quanto sia difficile dare un disegno ad una squadra come il Parma che ha in rosa un numero spropositato di giocatori. Per questo motivo è giusto dare priorità alle uscite: ho letto anche la possibilità di uscita di Antenucci, questo aprirebbe spazio salariale ed in rosa per un innesto importante da affiancare a Cheddira e permettere a Scheidler di completare con calma il processo di adeguamento al gioco di Mignani. 

Per il resto ritengo che il centrocampo sia perfetto così, anche se, visti i rapporti “amichevoli” con il Napoli, sussurrerei all'orecchio di Polito il nome di Gianluca Gaetano come backup di Maiello (a me piacerebbe tanto vederlo in quella posizione), mentre il reparto terzini credo vada rimpolpato, senza rincorrere a nomi altisonanti, ma elementi desiderosi di mettersi in mostra e dare maggiore atletismo a quella zona di campo. Conoscendo la passione di Ciro Polito per il mondo della serie C faccio due nomi: Viteritti del Monopoli (non deve fare neanche molta strada) a destra e Aurelio del Pontedera a sinistra.

Ho fatto questi nomi perché leggo di molti che urlano di volere nomi altisonanti per puntare alla A diretta: la strada per raggiungere la massima serie si chiama programmazione e fiducia nel lavoro di Polito e Mignani. L’ho già scritto l’altra volta e qui lo ripeto: con le spese pazze ed i nomi altisonanti in B non si va da nessuna parte, per cui il Bari deve giocarsi le sue carte con le forze di cui dispone, che non mancano.

Giovanni F. - Condivido in toto il punto di vista di Nicola su quella che deve essere la traiettoria di crescita da seguire in questo momento. Il Bari ha una rosa competitiva e non è necessario pescare a caso dal cesto delle riserve di lusso delle squadre di A per renderla più completa. Come detto anche da Mignani, serve prima di ogni altra cosa un’alternativa a Raffaele Maiello nel ruolo di vertice basso. Il profilo deve ricalcare quelle che sono le caratteristiche del centrocampista campano, e quindi precisione e affidabilità nella distribuzione del gioco e capacità di rompere o rallentare il gioco avversario in fase di non possesso.

Oltre a questo, seppur Mazzotta stia ben figurando nel sostituire l’infortunato Ricci, penso sia necessario acquistare un altro terzino sinistro, magari giovane e disposto a crescere alle spalle dei titolari.

Per quanto riguarda il reparto offensivo, non reputo necessari grossi movimenti. Ritengo la presenza di Mirko Antenucci ancora fondamentale per questa squadra, sia da un punto di vista emotivo che tecnico. Il periodo di appannamento di Antenucci è coinciso con l’assenza di Cheddira, e penso che quando verrà nuovamente impiegato la presenza del partner ideale per le sue caratteristiche ne faciliterà la ripresa. Piuttosto, in caso di cessione di Galano, andrebbe valutata l’ipotesi di sostituirlo con un giocatore più adatto alle idee di Mignani, quindi un trequartista o un centrocampista d’inserimento che possa agire nel tridente fluido proposto nelle ultime settimane.

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