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Tuesday, 24 January 2023

Chiacchere da Bar(i) #18 - Palermo-Bari

 

Foto pagina Facebook SSC Bari

Palermo-Bari è stata una partita molto strana e che, in maniera altrettanto difficile da spiegare, è terminata con una sconfitta della formazione biancorossa, penalizzata da un episodio mal gestito nella propria area di rigore che ha permesso al centrale difensivo del Palermo Marconi di trafiggere Caprile.

Per commentare questa partita, oltre al sottoscritto e a Giovanni Fasano, come la scorsa settimana Benny Giardina ci racconterà le sue impressioni avendo seguito la partita più da vicino.

Che partita è stata Palermo-Bari? Il risultato rispecchia l’andamento della partita?

Nicola L. - La mia risposta è no. Che potrebbe apparire come una rosicata, ma se cerchiamo di guardare la partita nella sua interezza, non si può non concordare sul fatto che il Bari ha proposto qualcosa in più rispetto al proprio avversario. Mentre nella partita con il Parma è stato molto facile arrivare in porta, questa volta lo è stato di meno perché il Palermo per diverse fasi della partita ha lasciato il pallone al Bari cercando di non scoprirsi e limitando l’accesso in area di rigore alla formazione biancorossa. 

Questo, tuttavia, non ha permesso ai rosanero di evitare di concedere diverse occasioni da rete alla squadra di Mignani, ma questa volta Ceter e Cheddira non sono stati sufficientemente lucidi sotto porta, e questi errori alla fine il Bari li ha pagati. In una partita molto condizionata dal vento il Bari è stato in grado anche di parametrare il proprio gioco alle condizioni meteo avverse, giocando molto palla a terra nel primo tempo per poi alzare di più il pallone nel secondo giocando sul rallentamento della traiettoria.

Anche le statistiche mostrano come il Bari abbia utilizzato i lanci lunghi con minore o maggiore frequenza in base alla direzione del vento (Fonte: Wyscout).

Sorprendentemente, è sembrato il Palermo ad essere molto in difficoltà con questa situazione climatica; il vero merito di Corini è stato quello di dare un importante segnale alla propria squadra con l’ingresso di Tutino al posto di Valente, una mossa che portato Di Mariano sul lato di Mazzotta mettendolo in difficoltà, tra l’altro proprio da un fallo del terzino del Bari sull’ex esterno di Venezia e Lecce è arrivato il goal di Marconi, arrivato in maniera molto casuale ma reso possibile dall’elevato numero di giocatori rosanero nell’area avversaria.

Giovanni F. - No, il risultato finale non rispecchia l’andamento della gara. Come succede spesso in questa categoria, la partita è stata indirizzata da un paio di episodi. In altre occasioni, penso alle trasferte di Como e Benevento, il Bari è stato bravo e fortunato nel conquistare punti sfruttando singole situazioni quasi randomiche, mentre in questo caso è successo l’esatto contrario. 

Il match report della partita elaborato da Soccerment mostra anche numericamente l'andamento della partita.

Oltre alla dinamica particolare del gol di Marconi, è soprattutto l’errore di Cheddira a tu per tu con Pigliacelli ad aumentare i rimpianti in casa biancorossa. L’occasione capitata sul piede sinistro dell’attaccante marocchino, arrivata al termine dell’unica situazione di gioco in cui il Bari ha trovato spazio da attaccare in transizione, ha rappresentato il punto di svolta del match, soprattutto per lo stesso Cheddira, che da quel momento è uscito mentalmente dalla contesa.

La partita è stata bloccata nella prima frazione, soprattutto a causa dell’atteggiamento prudente del Palermo che ha anestetizzato l’attacco barese. Nella ripresa, grazie all’ingresso di Salcedo e ad un Palermo sempre meno arrendevole, il Bari ha sfruttato l’elettricità dell’ex Verona e qualche ribaltamento di fronte per costruire situazioni potenzialmente pericolose, mancando però di qualità nella gestione dei singoli possessi. 

Il Palermo ha sofferto più del Bari le condizioni climatiche, faticando terribilmente in fase di costruzione, ma grazie ad alcune prestazioni individuali di ottimo livello è riuscito a tenere in equilibrio la gara fino al gol da 3 punti di Marconi.

Benedetto G. - È stata una partita equilibrata, che però ha dato sin da subito la sensazione di poter prendere una direzione in base agli episodi: poteva essere l'occasione di Cheddira a tu per tu con Pigliacelli; invece, è stato decisivo il "mischione" risolto in area da Marconi. Le condizioni meteo hanno influito parecchio, almeno da quanto si è visto dal vivo: difficile controllare il pallone e verticalizzare controvento, per due squadre che cercano spesso la profondità oltretutto. 

C'è stata una fase, all'incirca a metà primo tempo, in cui il Bari sembrava essere in grado di controllare il gioco, col Palermo che ha faticato a bloccare Folorunsho (il quale a sua volta ha peccato molto in precisione). Nella ripresa, specialmente nell'ultima mezz'ora, il Palermo è emerso maggiormente sulle fasce con Valente, Di Mariano e Sala, ha dato ampiezza al gioco e lì il Bari non credo abbia trovato le giuste contromisure.

Mignani ha riproposto il tridente composto da Folorunsho, Cheddira e Ceter: che giudizio date alla prova dei tre? Ritenete che siano il centrocampista ex Reggina e l’attaccante colombiano i partner ideali per Cheddira?

Nicola L. - Credo che Mignani volesse riproporre la stessa strategia della partita vinta contro il Parma e per questo motivo ha voluto sostanzialmente riproporre lo stesso undici di partenza. In ogni caso credo che l’avanzamento di Folorunsho nei tre d’attacco si possa considerare come definitivo soprattutto alla luce delle prestazioni di Benedetti da mezzala. 

Riguardo Ceter, invece, le caratteristiche bene si sposano per quel tipo di strategia che Mignani vuole adottare, tuttavia siamo di fronte ad un giocatore con evidenti limiti nel gestire il pallone ed anche nel finalizzare che si contrappone alle sue grandi capacità di corsa in avanti ed all’indietro. Ma se andiamo a guardare tra gli uomini a disposizione di Mignani di certo Antenucci non ha quella mobilità pur avendo capacità tecniche infinite in confronto; Salcedo, schierato nel secondo tempo al suo posto, ha mostrato di fornire altrettanto buone soluzioni ed una migliore agilità palla al piede. 

Intanto la settimana prossima la partita contro il Perugia si giocherà senza Cheddira che sarà squalificato, per cui il campo di scelta per Mignani sarà ancora più ristretto.

Giovanni F. - Pur comprendendo l’idea di Mignani di affiancare una punta fisica a Cheddira per consentire alla squadra di guadagnare campo alzando il pallone e al marocchino di giocare con più spazio a disposizione, continuo a ritenere lo schieramento con Botta e Folorunsho alle spalle di Cheddira il migliore. Fino ad ora lo abbiamo visto solo contro il Genoa, ma nonostante la caratura dell’avversario i tre, grazie ad una capacità di interscambiarsi armoniosa ed efficace, riuscirono a creare diversi grattacapi alla difesa di Gilardino. Folorunsho e Cheddira per motivi diversi sono intoccabili, ma anche l’argentino continua ad essere imprescindibile per questa squadra per la pulizia e la lucidità con cui gestisce il pallone nell’ultimo terzo di campo, cosa che nella gara di Palermo è mancata. 

In questo momento Mignani sta prediligendo uno schieramento più fisico e muscolare, probabilmente in attesa che lo stesso Botta e Antenucci ritrovino la forma migliore, ma se Scheidler e Ceter dovessero continuare a fornire prestazioni opache mi aspetterei ulteriori stravolgimenti.

Solito gioco: chi salvate tra i biancorossi e chi invece non vi ha convinto? Mentre, tra i padroni di casa, chi vi ha colpito positivamente e negativamente?

Giovanni F. - Nel Bari salvo Salcedo per la brillantezza data al reparto offensivo nel secondo tempo e, per la singola giocata che poteva risolvere il match, Folorunsho. Il centrocampista del Napoli è un giocatore che spesso si perde nella ricerca di soluzioni troppo ambiziose, ma per giocate come quella che ha portato Cheddira dinanzi a Pigliacelli mi faccio andar bene 5 tiri da 30 metri spediti in rimessa laterale. La palma di peggiore va invece a Damir Ceter: non ricordo un singolo possesso gestito bene nei 45 minuti avuti a disposizione.

Per quanto riguarda il Palermo va sottolineata l’ottima prova di Nedelcearu. Il centrale ex Crotone ha vinto quasi tutti i duelli ingaggiati con gli attaccanti biancorossi, infondendo sicurezza a tutta la squadra e gestendo con malizia ed esperienza il finale concitato. Mi ha invece deluso la prova di Di Mariano, non a suo agio nel ruolo di seconda punta e sempre troppo distante da Brunori per sostenerlo nelle rare sortite offensive dei rosanero. Di lui va ricordato il dribbling vincente su Mazzotta da cui scaturisce la punizione che porta al gol di Marconi, ma seppur sia una giocata decisiva mi sembra troppo poco per salvare una prestazione insufficiente.

Nicola L. – Io resto sempre molto ammirato dalle prestazioni di Raffaele Maiello davanti alla difesa: l’ex Frosinone ha ancora mostrato la sua grande capacità di scegliere la soluzione migliore con il pallone tra i piedi e quella di leggere al meglio l’azione avversaria, cosa che gli permette di essere sempre al posto giusto al momento giusto quando il Palermo riusciva a superare la pressione del centrocampo biancorosso. Dando per scontato il fatto che Ceter non sia stato il migliore come indicato da Giovanni, l’altro giocatore che mi è poco piaciuto rispetto agli standard delle ultime partite è stato Dorval, che ho visto molto in difficoltà contro Di Mariano, ma soprattutto molto a disagio nel contesto della partita. Insomma, l’ex Cerignola ha mostrato che deve ancora crescere un po’ e questa prestazione sarà sicuramente un modo per crescere.

Riguardo il Palermo, i nomi che meglio mi hanno impressionato sono i primi che vengono in mente quando si parla della formazione rosanero, ossia Brunori e Valente. Anche in una serata in cui la squadra di Corini non ha creato sostanzialmente nulla, la ricerca della giocata decisiva (seppur eseguito con poco successo) della punta e dell’esterno destro mostrano comunque il valore di questi calciatori. Un giocatore che invece mi ha deluso è stato Marco Sala sulla sinistra, rimasto molto basso e meno propositivo del solito, ma alla fine la prestazione del Palermo è stata senza infamia e senza lode, per cui l’esercizio di scegliere migliori e peggiori è abbastanza pleonastico.

Quando diciamo che il Palermo non ha creato nulla su manovra, non è un iperbole (Fonte: Wyscout).

Benedetto G. - Sarebbe facile dire che non mi ha convinto Cheddira, ma sarebbe altrettanto ingeneroso. È stata sicuramente una partita sottotono e l'espulsione finale non va a suo favore. In base agli scontri diretti, direi che Ceter sia stato il vero anello debole della difesa, non essendo stato particolarmente brillante né contro Sala, né contro Di Mariano. 

Nel Palermo ho visto troppi errori elementari da parte di Šarić e Damiani nella gestione del pallone, ma l'alibi del meteo è tutto dalla loro parte, anche se spesso avrebbero potuto accelerare il giro palla invece di bloccare l'azione a centrocampo. Ho visto bene Sala, che finora abbiamo potuto apprezzare solo parzialmente causa infortuni, e dire bene anche Nedelcearu che sta avendo una crescita costante in difesa.

Sabato al San Nicola arriva il Perugia di Castori: che partita vi aspettate?

Giovanni F. - Prima del ritorno in panchina di Castori, il Perugia pareva destinato ad una triste ed inevitabile retrocessione, ma il ritorno dell’ex tecnico della Salernitana dopo il breve interregno di Silvio Baldini ha ridato fiducia alla squadra e soprattutto portato risultati.

La squadra si dispone con un 352 che spesso si trasforma in 3412 in base alle scelte Castori. L’attacco è composto da due attaccanti rapidi come Di Serio e Olivieri, la cui mobilità potrebbe creare qualche problema ad una coppia molto brava a lavorare sull’uomo come quella composta da Vicari e Di Cesare. Oltre a sfruttare l’imprevedibilità del duo offensivo, il Perugia sviluppa gran parte delle sue manovre sfruttando le doti atletiche e balistiche dei due esterni di centrocampo - Lisi e Casasola - entrambi in un ottimo momento di forma.

Al di là delle velleità offensive, il Perugia con ogni probabilità proporrà un blocco basso a protezione dell’area di rigore, costringendo il Bari ad una partita distante dalle sue corde. I biancorossi, privi degli spazi da attaccare e di un attaccante come Cheddira in grado di generarli, dovranno imporre un ritmo sostenuto alla gara, cercando di non incappare negli stessi errori commessi nella sconfitta casalinga contro l’Ascoli. Sarà fondamentale una partita pulita nella circolazione del pallone da parte dei centrocampisti, oltre che un sostegno costante alla manovra da parte dei terzini. Per cercare di allargare le maglie avversarie sarà necessario sfruttare al meglio l’ampiezza; quindi, mi aspetto un ritorno in campo di Ricci sulla sinistra.

Nicola L. – Come già detto da Giovanni, il Perugia dopo un inizio complicato di stagione sta avendo una crescita costante che, però, non l’ha ancora tirata fuori dalla zona retrocessione. Il 3-5-2 di Castori che ad inizio stagione sembrava fermo e stantio, ma che ha trovato una propria quadratura quando ha spostato Santoro in mezzo al campo, dando un senso alla verticalità del gioco marchio di fabbrica dell’ex tecnico della Salernitana.

Per il Bari sarà una partita difficile da interpretare e che dovrà affrontare senza Cheddira; il 3-4-1-2 del Perugia porterà ad un’occlusione delle zone centrali del campo, per cui sarà molto importante l’approccio sulle fasce, con Casasola e Lisi che sono due punti di forza della squadra umbra in fase di sviluppo e rifinitura dell’azione. Per i terzini del Bari (saranno confermati Dorval e Mazzotta?) si prospetta un pomeriggio complicato.

Il dettaglio della minaccia in rifinitura di Casasola (Fonte: Soccerment).

Ecco, complicato è l’aggettivo che meglio identifica la partita di sabato.

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