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Wednesday, 15 February 2023

Chiacchere da Bar(i) #21 - Bari-Cosenza

 

Foto: Pagina Facebook SSC Bari

Le due sconfitte consecutive contro Palermo e Perugia sembrano già alle spalle: il Bari rinnovato e rinforzato dal mercato di gennaio (visto?) riesce ad avere la meglio contro il Cosenza in una partita poco semplice e che i galletti si sono anche complicati a causa di un brutto atteggiamento nel corso del primo tempo, poi riscattato con una ripresa che ha permesso alla squadra di Mignani di trovare una meritata vittoria ed il terzo posto in classifica, a -3 dal Genoa che si è vista sottrarre un punto in corso di settimana dopo un patteggiamento con la FIGC per inadempienze fiscali.

In questa puntata di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano analizziamo la vittoria sulla squadra di Viali e, con l'aiuto di Marco Lai, ci tuffiamo nell'attesissimo Bari-Cagliari di sabato prossimo.

Cosa ne pensate dell’andamento di Bari-Cosenza? Quali conclusioni possiamo trarre dalla partita del San Nicola?

Nicola L. - Bari-Cosenza è stata una partita molto influenzata dal goal iniziale di Esposito che sembrava poter inclinare la partita con estrema facilità dalla parte della formazione biancorossa. Invece gli uomini di Mignani (come ammesso da lui stesso nel post-partita) hanno iniziato troppo presto a gestire la partita ed hanno lasciato minuto dopo minuto il campo alla formazione calabrese che, seppur senza fare cose trascendentali, è riuscita a chiudere il Bari nella propria metà campo fino a trovare il goal del pareggio con Rispoli.


Da quel momento la partita è diventata spigolosissima fino all’intervallo con l’acume della tensione giunto dopo il rigore assegnato per il fallo su Esposito ma fallito da Cheddira, che ha portato ad un accenno di rissa dopo il fischio dell’intervallo.

Nel secondo tempo, invece, abbiamo visto un Bari prendere il mano le redini della situazione senza preoccuparsi di lasciare potenziali chances di contropiede al Cosenza che, infatti, si è rinchiuso fin dentro alla propria area di rigore ma concedendo diverse occasioni alla formazione biancorossa fino al colpo di testa decisivo di Cheddira.

Insomma, l’andamento della partita rispecchia anche il punteggio finale: il Bari aveva di fronte un avversario più debole e nel secondo tempo ha voluto mettere sul tavolo tutte le carte a propria disposizione.

Giovanni F. - Il primo tempo della sfida tra Bari e Cosenza mi ha ricordato la scena del film “L’allenatore nel pallone” in cui Oronzo Canà, al termine di una partita persa malamente, giustifica la sconfitta evidenziando gli effetti negativi del gol realizzato nei primi minuti di gioco dalla sua stessa squadra. Il bel gol di Esposito ha narcotizzato la squadra tanto da permettere ad un modesto Cosenza di riacquisire fiducia e, dopo qualche avvisaglia non recepita dal Bari, di trovare il gol del pareggio.

La progressione dell'expected threat (Fonte: Soccerment) nel corso del primo tempo ci dice molto sull'atteggiamento delle due squadre nei primi 45'

Dopo un finale di tempo potenzialmente esiziale, il Bari ha approcciato la ripresa in modo diametralmente opposto. Alla pigrizia nei movimenti senza palla dei primi 45 minuti ha fatto seguito la vivacità del secondo tempo, e il gol di Cheddira è stato il meritato premio dopo una lunga ed intensa fase di pressione caratterizzata da una gestione del pallone rapida e proattiva nella trequarti avversaria. I cambi hanno sicuramente dato nuova linfa e freschezza alla manovra dell’undici di Mignani, ma a determinare le sorti della gara è stata la voracità con cui la squadra ha approcciato il secondo tempo.

Il Cosenza, dal canto suo, ha facilitato il compito del Bari dimostrando di non essere in grado di reggere lunghe fasi di difesa posizionale. La grande prestazione dell’ex di turno Micai non è bastata a blindare una difesa troppo molle nei duelli e poco attenta nelle marcature.


Questa vittoria del Bari come è stata? La prestazione vi ha convinto?


Nicola L. - Come ci racconta l’andamento della partita il Bari ha svolto un po’ il compitino nel corso del primo tempo, cercando di sfruttare il vantaggio iniziale per costruire la partita sui binari preferiti, ossia lasciare il pallone all’avversario per poi cercare di ripartire in contropiede. Se vogliamo, il goal stesso di Esposito nasce da una risalita veloce del campo dopo il primo tentativo di attacco del Cosenza; evidentemente quel goal ha fatto, erroneamente, pensare che quello potesse essere il registro migliore per portare a casa la partita. 

Ed invece la reazione della squadra di Viali all’abbassamento di Cheddira e compagni è stata quella di spingere usando gli inserimenti a turno delle mezzali ed i movimenti tra le linee di Marras e Zarate che hanno creato qualche momento di indecisione nella retroguardia biancorossa che, ad un certo punto, si è trovata a dover arginare anche le discese dei terzini Rispoli e D’Orazio.

Sul goal di Cosenza si può ammirare con quanti giocatori la squadra silana ha attaccato l'area di rigore del Bari.

Dopo l’intervallo la squadra di Mignani è entrata in campo con l’idea che il piano-partita doveva cambiare e che la manovra offensiva doveva essere accompagnata da più uomini e, soprattutto che, di fronte all’impossibilità di entrare per vie centrali in area di rigore si doveva far affidamento anche alla spinta dei terzini e dei loro cross. Non è un caso che da un cross di Pucino da destra sia arrivato il goal di Cheddira. 


 

Per cui il cambio di atteggiamento del secondo tempo è stato decisamente convincente e, soprattutto, i cambi hanno dato alla formazione biancorossa sicurezza che anche nei momenti in cui sembrava complicato superare il fortino del Cosenza, si stava trovando il modo per trovare la via del goal, una sensazione poi suffragata dalla rete decisiva di Cheddira. Sicuramente un buon segnale.

Giovanni F. - Rispetto alle precedenti prestazioni casalinghe ho apprezzato la reazione emotiva della squadra agli eventi del match. Nelle sconfitte contro Ascoli e Perugia avevamo visto la squadra sciogliersi dopo i gol subiti, mentre ieri né il gol del pareggio di Rispoli né soprattutto il rigore sbagliato da Cheddira hanno minato le certezze del Bari. 

Da un punto di vista tecnico e tattico il Bari ha dimostrato di essere la squadra migliore in campo sfruttando la maggiore qualità dei propri interpreti per disorientare una difesa di livello modesto, mentre da un punto di vista unicamente mentale è stata una vittoria meno semplice e banale di quanto si dica.

Nella gara contro il Perugia si erano viste le grosse difficoltà del Bari nell’interpretare gare in cui è chiamata a determinare l’indirizzo del match attraverso un approccio meno reattivo, mentre il match di Santo Stefano contro il Genoa aveva dimostrato come sia la squadra che lo stesso Mignani avessero dei limiti nel riuscire a ribaltare situazioni di svantaggio.
Questa vittoria, meno brillante rispetto ad altre, è importante perchè è stata raggiunta in un modo diverso e, per certi versi, nuovo.


Solito gioco: chi pensate sia stato il migliore in campo tra i biancorossi? E chi il peggiore?


Giovanni F. - Come la settimana scorsa, anche oggi il migliore in campo va ricercato nel reparto di centrocampo. A Ferrara avevamo assistito ad una masterclass difensiva di Raffaele Maiello, mentre domenica pomeriggio è stato Mattia Maita a caricarsi la squadra sulle spalle. Del centrocampista ex Catanzaro colpisce sempre la capacità di unire qualità e quantità all’interno di ogni singola giocata: ogni intervento difensivo vigoroso e seguito da una gestione del pallone impeccabile. Nel primo tempo è stato l’unico - assieme a Botta - a fornire linee di passaggio al portatore di palla muovendosi ininterrottamente in verticale e in orizzontale; mentre nella ripresa con un paio di conduzioni di 30/40 metri ha sgretolato il centrocampo avversario spingendo sempre più a sud il baricentro del Cosenza.

Non posso utilizzare gli stessi toni entusiastici per la prestazione di Leonardo Benedetti. Il ragazzo di proprietà della Sampdoria non fa mai mancare il suo apporto fisico ed atletico al match, ma la poca intraprendenza con il pallone tra i piedi ha spesso rallentato la manovra e reso vane potenziali situazioni pericolose costruite dai compagni. Per come gioca il Bari, capita spesso che Benedetti giochi sul lato debole, e venendo imbeccato con spazio e tempo a disposizione per pensare e realizzare la giocata è necessaria maggiore incisività.

Nicola L. – Personalmente mi è piaciuta la prestazione propositiva di Raffaele Pucino, autore dell’assist vincente per il goal del 2-1 di Cheddira: la prestazione dell’ex Ascoli e Salernitana è stata diversa dal solito, abituato com’è a restare bloccato assieme agli altri costruttori a disposizione di Mignani. La partita ha richiesto un Bari che sfruttasse l’intera ampiezza del campo in fase offensiva, ed il giocatore casertano si è fatto trovare presente, mostrando di avere un piede educato quando chiamato in causa per rifinire o concludere l’azione.

Il riassunto "geografico" della prestazione di Pucino (Fonte: Wyscout).

Come prestazione negativa, purtroppo devo dissentire con Giovanni e segnalo una giornata negativa per Ruben Botta: dall’argentino, soprattutto in partite di questo tipo, ci aspettiamo sempre quella giocata individuale che possa far saltare il banco, ed invece non è andata così: il numero 10 biancorosso è apparso poco lucido ed anche poco ispirato tecnicamente (addirittura anche errori in alcuni banali controlli di palla) e, soprattutto, si è reso poco visibile per i propri compagni. Poi, per carità, la sufficienza l’ha strappata lo stesso, però un Ruben Botta da 6 in pagella non è un valore aggiunto. 


Sabato a Bari arriva il Cagliari di Claudio Ranieri. Che impressioni avete della squadra sarda e che partita vi aspettate?


Marco L. - Il Cagliari di Ranieri sarà radicalmente diverso rispetto a quello di Liverani della gara d’andata: niente costruzione dal basso, fraseggio ridotto al minimo e ricerca immediata della verticalità. L’ex allenatore del Leicester ha chiarito fin da subito che il suo primo obiettivo sarebbe stato sistemare la difesa dei rossoblù e per il momento sembra esserci riuscito: difesa a tre molto fisica, aggressiva e senza fronzoli, anche se potrebbe sentirsi parecchio l’assenza per squalifica di Altare che rappresenta alla perfezione l’archetipo di difensore che vuole Ranieri. 

Da questo punto di vista sarà interessante vedere come se la caverà la nuova struttura difesa del Cagliari contro il miglior attacco della Serie B.In fase di possesso i sardi praticano un calcio estremamente elementare caratterizzato dal focus sulle corsie laterali del proprio 3-5-2, specialmente quella sinistra dove Azzi ha la propensione offensiva e il dribbling per causare problemi agli avversari. Il Bari potrebbe faticare a coprire il campo in orizzontale con il suo 4-3-1-2, quindi mi aspetto che molto della partita si deciderà sulle fasce qualora i rossoblù dovessero avere la meglio. D’altra parte, il Cagliari fa storicamente fatica contro squadre che giocano con un play; da questo punto di vista potrebbe essere la partita di Maiello.

Insomma, credo che sarà una partita molto equilibrata. Il Bari ha le armi per controllare la partita e far male al Cagliari soprattutto centralmente dove può trovare superiorità numerica; il Cagliari invece proverà a recuperare il pallone nella propria metà campo per poi andare direttamente sulle punte, appoggiarsi sulle fasce e buttare palloni su palloni dentro l’area.

Giovanni F. - Per quello che è l’indirizzo tattico preso dal Cagliari di Ranieri mi aspetto una partita complessa per il Bari. Da quando l’ex tecnico della Sampdoria siede sulla panchina dei sardi la squadra concede pochissimo e, sfruttando alcune individualità in grande spolvero, riesce sempre a costruirsi qualche occasione per andare a segno. 

Come detto da Marco, anche io penso che l’assenza di Altare peserà sull’efficacia dell’impianto difensivo cagliaritano, ma reputo i vari Obert, Dossena e Capradossi in grado di opporre una buona resistenza all’attacco barese. In più i tre centrali sono coadiuvati da Antoine Makoumbou, interessantissimo mediano classe 98’ molto solido in entrambe le fasi.

In fase difensiva al quartetto scelto da Mignani sarà richiesta una grande prova collettiva e individuale. 

I due centrali dovranno gestire Lapadula e Pavoletti (o Prelec, vista la probabile indisponibiltà dell'ex centravanti del Sassuolo), due minacce costanti soprattutto sui cross, mentre Pucino, magari supportato da Maita, dovrà servirsi della sua esperienza nei duelli individuali per attenuare il gap atletico che paga con Azzi. Quando vestiva ancora la maglia del Modena Azzi era stato impiegato da Tesser nel secondo tempo della gara poi persa 4-1 al San Nicola, e in quell’occasione Dorval, nonostante le evidenti differenze fisiche, aveva ben gestito le scorribande del laterale brasiliano. Al momento Pucino sta dando ottimi riscontri, ma vedremo quale sarà la scelta di Mignani.

Nicola L. – Come già ben spiegato da Marco, quando Ranieri prende in mano una squadra parte sempre con l’ignorare la fase offensiva per costruire prima delle solide fondamenta difensive e poi, una volta trovato l’equilibrio difensivo, inizia a cercare soluzioni per migliorare la qualità offensiva della squadra. 

Infatti, mentre la difesa a tre con Makoumbou a protezione rappresenta quelle fondamenta di cui sopra, la fase di possesso passa da Azzi che funge da regista occulto ed anche da principale rifinitore della squadra con i suoi cross verso Lapadula. 

Il numero 9 della squadra sarda è stato accompagnato da diversi interpreti nel corso della gestione Ranieri, per cui sarà interessante capire quali combinazioni cercherà il tecnico di Testaccio: ripetere lo schieramento visto contro il Benevento con Mancosu alle spalle di due punte per avere un uomo dedicato su Maiello o rimpolpare il centrocampo con un centrocampista in più (Rog?) per avere parità numerica in mezzo al campo e liberare gli esterni?

Insomma, credo che per Mignani sarà molto complicato preparare questa partita proprio per la capacità di Ranieri di imbrigliare gli avversari (da qui il simpatico vezzeggiativo di tinkerman di cui godeva in Inghilterra), per questo credo che sarà molto importante per i biancorossi riuscire a recuperare Folorunsho per poter avere un uomo in più in grado di aiutare il centrocampo.

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