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Wednesday, 10 May 2023

Chiacchere da Bar(i) #33 - Modena-Bari

Fonte: Pagina Facebook SSC Bari.

Secondo pareggio consecutivo per il Bari che come contro il Cittadella viene raggiunto dagli avversari nella fase finale di partita e permette al Genoa di festeggiare matematicamente la promozione in serie A diretta. Questo pareggio, inoltre, non chiude ancora matematicamente i conti per quel che riguarda l'acquisizione del terzo posto finale in classifica, obbiettivo che si spera di raggiungere nel prossimo weekend quando al San Nicola arriverà la Reggina.

Assieme a Giovanni Fasano proviamo ad analizzare la partita del Braglia di Modena che il sottoscritto ha avuto modo di seguire anche dal vivo. Cominciamo.

Il Bari esce da Modena con un pareggio che lascia alcuni interrogativi. Come possiamo raccontare la partita del Braglia?

Giovanni F. - Modena-Bari è stata una partita in cui i biancorossi, per lunghi tratti del match, hanno dimostrato di essere la squadra migliore in campo. Per questo motivo, il pareggio finale non può soddisfare, soprattutto per il modo in cui è scaturito.

Nella prima frazione il Bari ha ritrovato quella fluidità nel gioco che nella gara contro il Cittadella non si era vista. Specialmente da sinistra, dove Ricci e Benedetti hanno creato grosse difficoltà alla difesa del Modena, l’undici di Mignani ha creato diverse situazioni potenzialmente pericolose. Il terzino sinistro, riproposto dal primo minuto dopo diverse prove opache di Mazzotta, ha garantito un costante apporto offensivo senza palla e pulizia tecnica sia nell’uscita del pallone che in rifinitura. L’impressione è che Mignani fosse cosciente del fatto che il lato destro della difesa emiliana, occupato dal modesto Oukhadda, fosse il più attaccabile e che abbia organizzato il piano gara in funzione di questo dettaglio.

Nella ripresa la musica è cambiata, ma non per particolari meriti del Modena. Complice un atteggiamento passivo ed alcuni cambi ultra-conservativi di Mignani, il Bari si è consegnato agli avversari. Come spesso accade, i biancorossi hanno lasciato il pallone agli avversari rintanandosi nella propria metà campo senza la benché minima intenzione di provare ad interrompere le lunghe (e stancanti) fasi di difesa posizionale. 

Come dicevo, i cambi di Mignani non hanno fatto altro che acuire questo atteggiamento. Il primo, quello che ha visto Mallamo sostituire Botta, ha privato il Bari di un giocatore in grado di conservare il possesso e far salire la squadra, a vantaggio di un centrocampista diligente, abile senza palla ma estremamente limitato nella gestione del pallone. 

Il dettaglio relativo alla progressione del possesso palla per mostrare il crollo dopo le sostituzioni di Mignani. (Fonte: Wyscout).

Successivamente, il cambio della coppia offensiva ha ulteriormente complicato la risalita del campo, togliendo alla squadra un riferimento affidabile spalle alla porta come Esposito e un elemento in grado di allungare i reparti avversari come Cheddira. 

La ciliegina sulla torta è stata l’ingresso di Zuzek al posto di Benali con conseguente passaggio al 532 che presentava nel ruolo di esterni alti due terzini e una mediana a 3 composta da Maita (il meno performante del terzetto scelto ad inizio gara), Mallamo e Molina. Come punizione divina, pochi secondi dopo questo cambio, il Modena ha conquistato il calcio di rigore del definitivo pareggio. Cercando di guardare il bicchiere mezzo pieno, mi auguro che questo episodio negativo sia giunto in tempo per dissuadere Mignani dal replicare le medesime scelte in futuro.

Nicola L. - Partiamo subito da un presupposto: Modena-Bari non è stata proprio una grande pubblicità per il livello della Serie B. Certamente a Modena faceva molto caldo sabato (lo confermo, ero presente) e potrebbe essere questa l'unica attenuante per aver visto due squadre molto bloccate in campo che hanno giocato a ritmi decisamente lenti, senza contare le tante interruzioni che hanno contraddistinto il match.

Detto questo, sull'andamento della partita sono d'accordo con Giovanni, meglio il Bari nella prima ora di gioco, meglio il Modena dopo i cambi nel corso del secondo tempo. 

Il motivo del primo tempo migliore della formazione biancorossa è ascrivibile all'aumento di cifra tecnica nel centrocampo con l'innesto di Benali e Botta ai vertici del rombo di centrocampo: dopo la prestazione negativa contro il Como l'ex giocatore del Brescia ha disegnato ottime linee di passaggio ed ha permesso una circolazione del pallone molto pulita oltre ad aggiungere una migliore lettura delle situazioni in fase di non possesso.

A questo si aggiunge l'intraprendenza di Botta nel venirsi a cercare tanti palloni tra le linee anche negli spazi che in teoria avrebbero dovuto essere occupati da Maita o Pucino qualora fossero stati più proattivi. Attorno a quest'asse le discese di Ricci a sinistra e l'ottimo lavoro di sponda di Esposito ha permesso al Bari di variare diverse volte il gioco ed avvicinarsi con pericolosità alla porta di Gagno fino ad arrivare al goal spettacolare dello stesso Ricci.


Il dettaglio dei passaggi progressivi del Bari per mostrare l'importanza di Ricci nel fare avanzare il gioco ed il gioco spalle alla porta di Sebastiano Esposito (Fonte: Wyscout).

Con questa base il Bari ha costruito la situazione di controllo in cui sembrava aver messo la partita. complice un Modena molto statico nel primo tempo e che non è riuscito mai ad assistere nel modo corretto Davide Diaw, complice la condizione non ottimale del suo rifinitore principe, ossia Luca Tremolada, apparso avulso dal gioco. 

Nel secondo tempo la scelta di Tesser di inserire Duca al posto di un impalpabile Armellino ha dato vivacità ed imprevedibilità alla fase di possesso dei canarini con il classe 1997 che non ha mai cercato la giocata scolastica ma provava a condurre la palla in zone pericolose e cercava di muoversi negli spazi meglio di quanto fatto dai suoi compagni per tutto il resto della partita. 

Questo ha dato una scossa alla squadra modenese che ha cominciato ad essere più propositiva con le conduzioni palla al piede di Cittadini e le discese a destra di Oukhadda (misteriosamente rimasto bloccato per quasi tutto il primo tempo). 

A questo si sono aggiunte le scelte strategiche di Mignani che personalmente non ho compreso quando nel giro di pochi minuti ha tolto dal campo le due punte ed i due vertici del rombo di centrocampo per aumentare la massa muscolare e la gamba a centrocampo ed in attacco fino alla scelta di passare alla difesa a 3. Il Bari con queste uscite dal campo ha smesso di palleggiare lasciando il possesso all'avversario fino ad arrivare all'azione del rigore che ha fissato il risultato in parità.

Per la seconda volta consecutiva la formazione biancorossa si lascia raggiungere dagli avversari nella parte finale di partita. A cosa ascrivere questa tendenza?

Giovanni F. - Penso che le due partite in questione abbiano avuto uno svolgimento troppo diverso per valutarle in coppia. Contro il Cittadella il Bari ha faticato sin dai primi minuti, palesando enormi difficoltà nel gestire l’inferiorità numerica a metà campo e pagando la giornata storta dei centrocampisti nel lavoro di cucitura tra i reparti. 

Al contrario, nella gara di ieri il Bari ha disputato un buon primo tempo, costruendo diverse palle gol e gestendo possesso e ritmi della gara con naturalezza e qualità. A dilapidare ciò che di buono è stato fatto nei primi 45 minuti è stato l’atteggiamento conservativo e passivo avuto nella ripresa.

Ci tengo a precisare che qui nessuno pretende che il Bari vinca tutte le partite sottomettendo gli avversari con percentuali bulgare di possesso palla senza passare più di 5 minuti nella propria metà campo. Al contrario, ciò che mi aspetto è che la squadra venga gestita rispettando le proprie caratteristiche, sfruttando le risorse offensive presenti in panchina (vero punto di forza della rosa) e senza avere la pretesa di vincere le partite speculando dal primo minuto del secondo tempo. 

Io continuo a ritenere Mignani un ottimo allenatore, abile nella preparazione del piano gara e brillante nel leggere i difetti degli avversari e mascherare i propri, ma la (mala)gestione dei cambi continua ad essere un limite piuttosto vistoso.

Nicola L. - Sottoscrivo quanto scritto da Giovanni, e voglio riprendere un concetto che sto portando avanti a noia da diverse settimane: il Bari ha come punto di forza la capacità di poter affrontare con il proprio centrocampo diversi registri di partita. L'arrivo di Morachioli e Molina a gennaio, per esempio, ha fornito anche la possibilità a Mignani di poter attaccare meglio anche in ampiezza. Non vorrei che ogni tanto il tecnico biancorosso si diverta troppo a fare l'allegro chirurgo ed inizi a mettere mani dove non dovrebbe.

La partita di Modena è stata preparata molto bene, ha avuto un'ottima intuizione a schierarsi con un centrocampo tecnico ma ne ha avuta una altrettanto pessima a smembrarlo con i cambi nel corso del secondo tempo. La partita contro il Cittadella e la versione del Bari post-cambi ci ha mostrato una squadra che ad un certo punto mostra paura, ma perché avere paura dopo una stagione che sta andando oltre le più rosee aspettative? 

Ritengo che la squadra stia vivendo nel modo sbagliato questa situazione, non vorrei sia passato il messaggio che con il terzo posto la vittoria dei playoff sia diventata un obbligo; ci si deve provare questo è chiaro ma lo spirito con cui questo obiettivo deve essere raggiunto non può essere questo. 

Per cui, tutto giusto quando si dice che città e squadra devono essere uniti in questo momento, ed a maggior ragione deve passare il messaggio che questa unità deve essere uno stimolo e non una pressione per tutti. Se andrà bene questa unità si trasformerà in una grande festa, altrimenti deve trasformarsi in un grande ringraziamento a questa squadra. Per cui spero di non vedere più braccini ed atteggiamenti speculativi da qui alla fine della stagione, altrimenti vuol dire che è passato il messaggio sbagliato.


Quale giocatore del Bari vogliamo segnalare come migliore? E quale come peggiore?

Giovanni F. - Nonostante il fallo da rigore commesso, voglio menzionare Giacomo Ricci tra i migliori in campo. Il gol è di pregevole fattura, ma oltre a quello il suo primo tempo è stato di livello altissimo. 

Oltre alle doti atletiche che conosciamo, ha evidenziato una lucidità nella gestione del pallone e nei movimenti senza palla davvero sorprendente. Mignani di lui ha sempre detto che ha potenzialità immense, io personalmente non ne sono così convinto, ma la prestazione di ieri mi ha convinto a guardare con fiducia lo sviluppo di questo giocatore. 

Oltre a lui ci tengo a menzionare Sebastiano Esposito, davvero eccellente nel gioco spalle alla porta e convincente per la tensione mentale con cui vive la gara. Il ragazzo, oltre ad un bagaglio tecnico già piuttosto sviluppato nonostante la giovane età, sta dimostrando un desiderio di emergere tutt’altro che scontato date le tante dicerie che circolavano sul suo conto.

Tra i peggiori c’è sicuramente Mattia Maita, autore di una prova ricca di errori figli di una superficialità sorprendente per un giocatore come lui. Nei primi 20 minuti penso di avergli visto sbagliare più controlli che nell’intera stagione. Come altri elementi dell’undici titolare, anche lui ha bisogno di una pausa per ricaricare le pile in vista dei playoff.

Nicola L. - Giovanni mi ha messo in difficoltà, in quanto ho avuto le stesse identiche sensazioni. Approfitto di questa sezione della rubrica per rimarcare la bella prestazione di Sebastiano Esposito che ha mostrato di essere un perfetto punto di riferimento spalle alla porta per cucire il gioco della squadra biancorossa. Non ha evidentemente i 90 minuti nelle gambe e la partita di Modena è stata abbastanza dispendiosa per lui, ma se devo trovare un punto per alimentare l'ottimismo in vista dei playoff, direi che l'apporto del numero 9 del Bari sia quello principale.

Riguardo il peggiore, confermo anche io la chiamata per Mattia Maita, impreciso e spesso fermo senza palla. Più volte nel corso del primo tempo quando il Bari usciva su Pucino non forniva mai al terzino barese la traccia verticale o il movimento necessario a liberare la linea di passaggio per le zone più avanzate del campo. Come detto da Giovanni, ha bisogno di rifiatare ma nonostante Mignani lo abbia più volte ripreso nel corso della partita lo ha tenuto in campo fino al fischio finale (e qui torniamo al discorso precedente). 

Comunque per non essere ripetitivo rispetto a quanto detto da Giovanni aggiungo alla lista dei migliori Benali, che ha riscattato la prestazione contro il Como con una gara intelligentissima davanti alla difesa (se in poche settimane Mignani ed il suo staff hanno creato un vice-Maiello rimangio totalmente le mie critiche al tecnico biancorosso). Alla lista dei peggiori aggiungo nuovamente Walid Cheddira, apparso anche molto nervoso e che ha rischiato almeno per tre volte di prendersi un provvedimento disciplinare per simulazione. Serve un altro Cheddira ai playoff.

Nel prossimo weekend al San Nicola arriva la Reggina e servono i 3 punti per chiudere la pratica terzo posto. Che partita ci dovremo aspettare?

Giovanni F. - Sabato pomeriggio al San Nicola arriverà una Reggina sicuramente turbata dalla recentissima nuova penalizzazione ma in leggera crescita dopo un paio di mesi disastrosi. Certo, parliamo pur sempre di una squadra che ha fatto 16 punti in 17 partite nel girone di ritorno, di cui appena 4 lontano dalle mura amiche, ma con il passaggio ad un pragmatico 352 Inzaghi ha ridato alcune certezze ai suoi ragazzi. 

Quella che prima era una squadra che puntava forte sui duelli sulle catene laterali di ali e terzini, adesso attacca in modo più schematico cercando di raggiungere il prima possibile Pierozzi e Di Chiara per poi riempire l’area di rigore con i due attaccanti, il solito Fabbian e l’esterno sul lato debole. 

Nella gara di sabato sarà assente per squalifica il metronomo di centrocampo Zan Majer, ma gran parte delle fortune dei calabresi dipendono dalle due mezzali. Entrambi hanno un’indole verticale, ma se Fabbian si spinge fino al cuore dell’area di rigore, Hernani si occupa della fase di rifinitura, soprattutto in virtù del calo verticale di Menez (anch’egli assente per squalifica).

Alla lista degli assenti si aggiunge anche Thiago Cionek, perno difensivo e leader carismatico della retroguardia. Considerando quest’assenza e il possibile utilizzo dal primo minuto di Terranova, mi aspetto una Reggina che proverà a concedere meno campo possibile al Bari. 

Ai biancorossi sarà richiesta una gara coraggiosa in fase di possesso (mi aspetto il ritorno tra i titolari di Morachioli per tentare di scardinare una difesa che si preannuncia ermetica) e attenta in fase di riaggressione, per tentare di bloccare sul nascere le ripartenze della Reggina che si baseranno sulla rapidità del duo Strelec-Rivas.

Nicola L. - Sicuramente vedremo una partita con presupposti diversi rispetto alla gara d'andata, a cui la Reggina arrivava lanciatissima forte di un sistema di gioco verticale e ricco di soluzioni che metteva in difficoltà qualsiasi schieramento difensivo. 

Nel girone di ritorno la squadra di Inzaghi si è praticamente sgonfiata e complici le grottesche vicende extra-campo (com'è possibile che nel 2023 un ordinamento giuridico, quello sportivo, non sia allineato con un altro ordinamento giuridico, quello civile, in una nazione occidentale?) è finita fuori dai playoff. 

All'andata era una sfida seconda contro terza, sabato sarà una partita senza reali obiettivi per cui vedremo quali saranno le scelte di Mignani che, però, deve fare in modo di blindare il terzo posto e regalare una prestazione importante davanti al pubblico del San Nicola; onestamente vorrei rivedere all'opera il centrocampo che ha iniziato la partita a Modena, potrebbe essere la giusta soluzione per affrontare una squadra che verrà a Bari a cercare di chiudere gli spazi e ripartire. 

Sarebbe anche opportuno scegliere i giocatori messi meglio a livello atletico perché le volate di Pierozzi e Di Chiara ed i movimenti in profondità di Strelec devono essere controllati al meglio onde evitare di perdere duelli nelle zone di campo dove la Reggina costruisce il proprio gioco.

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