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Friday, 23 April 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 26


Inutile rimarcare che tipo di settimana sia stata questa per il calcio, una settimana senza ombra di dubbio gattopardesca in cui ognuno di noi, chi a favore o chi contro, ha tirato fuori tutta l'emozionalità possibile ed immaginabile di fronte a ciò che è stato, ciò che non è stato e ciò che sarà.

Personalmente tra domenica sera e martedì pomeriggio ho avuto serie difficoltà a trovare stimoli nel seguire delle partite e soprattutto a darne un senso. Ad esempio abbiamo assistito lunedì sera ad un Leeds-Liverpool in cui, in quello specifico momento, non c'era alcuna posta in palio nel momento in cui i Reds avrebbero comunque avuto un posto garantito nella nuova Superleague, mentre il Leeds, a sua volta, si sarebbe trovata a disputare la Champions League della UEFA nella prossima stagione, con entrambe le squadre a metà classifica in questo campionato.

Fatta questa digressione, sono bastate 48 ore per tornare a vivere il calcio giocato alla stessa maniera di prima e con gli stessi problemi (irrisolti, e forse irrisolvibili) di prima, per cui abbiamo seguito i vari turni infrasettimanali di campionato e adesso torniamo in questo weekend a seguire i campionati con anche un occhio alle semifinali delle coppe europee che, fatte salve improbabili sanzioni della UEFA, si disputeranno la settimana prossima.

Il weekend in arrivo propone davvero tanti match interessanti e decisivi per le sorti di diversi obiettivi stagionali nei vari campionati: la scelta delle partite da seguire in questo weekend si pone a metà strada tra ciò che vedremo nelle coppe, ciò che è successo in questa settimana ed il peso delle singole partite per gli obiettivi delle squadre.


MLS, SPORTING KANSAS CITY - ORLANDO CITY (SABATO ORE 1,30)

In una settimana in cui si è parlato tanto di Super League, della sua opportunità e fattibilità, uno dei discorsi più utilizzati è stato quello di avvicinare lo sport europeo a quello americano dove, appunto, le leghe sono chiuse e dove il livello di spettacolo è molto alto. Non fa eccezione nel panorama oltreoceano il campionato di calcio, ossia la MLS, che nasce come una lega chiusa ma che, come negli altri sport americani, non è composta da squadre bensì da franchigie, ossia da organizzazioni che scelgono in quale città giocare per ragioni fiscali, di strutture e bacino d'utenza. La MLS, inoltre, prevede, al pari delle altre leghe sportive americane, normative sul salary cup e, soprattutto, l'utilizzo del draft per inserire nuovi giocatori provenienti da leghe esterne, un sistema che crea interesse anche per queste leghe sulla falsariga di quanto accade per il basket NCAA o altri sport collegiali: un concetto, questo, totalmente assente in Europa e, soprattutto, assente nel sistema della Super League.

Fatta questa doverosa premessa, la nuova edizione della MLS è iniziata la settimana scorsa e, come fatto negli ultimi anni, si propone come campionato di riferimento per giocatori sudamericani che non si fidano a misurarsi nel breve periodo nei campionati europei, ma anche come campionato dove emergono talenti americani e canadesi pronti a tentare l'avventura in Europa e, soprattutto, accrescere il valore del movimento calcistico statunitense in vista dei Mondiali di casa nel 2026. Talenti come Antonio Davies del Bayern, Brenden Aaronson del Salisburgo e il neo-acquisto della Roma Bryan Reynolds sono alcuni esempi di elementi cresciuti nelle franchigie della MLS e sbarcati sul mercato europeo.

Le squadre favorite per la vittoria del titolo sono altre (vedi Seattle, i campioni uscenti di Columbus, l'Atlanta United allenato dall'ex romanista Heinze e i Los Angeles Football Club di Carlos Vela), tuttavia una partita interessante da seguire, a mio parere, è quella che mette di fronte lo Sporting Kansas City e l'Orlando City, due squadre diverse come tipologia di gioco e che hanno comunque aspettative importanti da questa stagione.

Fonte passmap: sito web MLS
La franchigia della città del Missouri ha iniziato la stagione con una vittoria sul campo dei Red Bull di New York, rimontando la rete della stella nascente della squadra newyorchese, ossia Caden Clark. Dal canto suo la squadra allenata da Peter Vermes ha messo in campo il diciottenne Gianluca Busio, da cui ci si attende molto in chiave futura e che agisce da centravanti nel 4-3-3 di base. Tuttavia a livello offensivo, il giocatore su cui probabilmente ripone le proprie speranze Kansas City è nell'attaccante di origine ungherese Daniel Salloi, reduce da un paio di stagioni molto deludenti dopo una stagione in doppia cifra nel 2018, che ha realizzato il goal della vittoria a New York al termine di un'azione corale che identifica lo stile di gioco della squadra, parso molto diretto e che utilizza molto le fasce per progredire, soprattutto quella destra, dove il terzino di parte Lindsey tende ad alzarsi, mentre sul lato opposto Luis Martins resta prevalentemente bloccato in costruzione a supporto dei due centrali difensivi: le connessioni con centrocampisti e attaccanti avvengono, come si evince dalla passmap, mediante cambi di gioco e lanci lunghi.

Diverso, invece, è lo stile di gioco di Orlando che, grazie al lavoro del suo allenatore Oscar Pareja, ha fatto risalire le quotazioni della franchigia della città di Disneyworld. Unitamente al lavoro del tecnico argentino, anche la rosa a sua disposizione è notevolmente migliorata e presenta individualità molto interessanti anche andando oltre le presenze "di grido" nel roster come l'ex Manchester United Nani e l'ex milanista Pato. Nella partita d'esordio contro l'Atlanta United di Gabriel Heinze, la squadra della Florida ha mostrato ottime qualità sia in fase di possesso sia in fase di non possesso con un pressing molto intelligente che ha costretto la squadra di Heinze a non trovare quasi mai sbocchi centrali.

Il tecnico colombiano ha mostrato di saper tenere la squadra in campo con sistemi di gioco differenti ma sempre portati ad occupare in maniera efficace il centro del campo: così il 4-4-2 di base con cui la squadra si schiera, si trasforma in fase di possesso in un 4-2-2-2 in cui i due esterni di centrocampo entrano in zona rifinitura mentre sono i terzini a creare l'ampiezza. Nell'esempio qui di fianco si nota chiaramente come Mueller e Nani (i due esterni nominali del 4-4-2) si accentrino per giocare il pallone, mentre le due punte cercano di attaccare la profondità. Anche con il passaggio al 4-3-3 nel secondo tempo, i concetti non sono cambiati ma cambiano solo i compiti dei giocatori: i due esterni offensivi hanno uno il compito di restare largo (Mueller), l'altro si occupa di attaccare la profondità assieme alla punta (Nani), mentre spetta alle due mezzali (Perea, entrato al posto della punta Akindela, ed uno tra Urso e Mendez che, invece nel primo tempo agivano esclusivamente da mediani) occupare la zona centrale del campo. In questa maniera Orlando pur avendo un possesso palla basso, è riuscito comunque ad avere una supremazia territoriale rispetto all'avversario, è mancata solo la giocata giusta in fase di finalizzazione ed anche un po' di energia nei minuti finali per dare maggiore concretizzazione a quanto proposto, chissà se con un clima meno torrido rispetto a quello della Florida, la squadra di Pareja riesca a mostrare quanto di buono visto su tutti i 90 minuti.

LIGA, VILLARREAL-BARCELLONA (SABATO ORE 16,15)


Il livello di thrilling che la Liga spagnola raggiungerà in queste ultime giornate di campionato potrebbe farlo passare alla storia: in 6 punti abbiamo 4 squadre che tenteranno tutto il possibile per portare a casa il titolo ed in questa lotta a 4 va inserito un calendario che presenta sia scontri diretti come quelli tra Barcellona ed Atletico e tra Real Madrid e Siviglia che partite tostissime come quella che vedrà protagonista la squadra di Koeman domenica pomeriggio sul campo del Villarreal.

La squadra di Unai Emery deve pensare al campionato per difendere uno dei due posti destinati all'Europa League, dove si trova in lotta con Real Sociedad e Betis, ma deve anche pensare alla semifinale della stessa competizione contro l'Arsenal. L'andamento dei sottomarini gialli è molto ondivago in campionato mentre è stato decisamente spedito in Europa, dove evidentemente la mistica sevillista del suo allenatore ha molto aiutato nella doppia sfida dei sedicesimi di finale contro il Salisburgo, vinta ma senza grandissimi meriti. che nei turni successivi, agevolati da sorteggi non impossibili se confrontati con altri accoppiamenti. Tuttavia, sorte favorevole da parte, la squadra di Emery ha mostrato in Europa League di saper mettere in campo grande personalità e sfruttare al meglio la propria tecnica ed il proprio controllo della partita per tenere lontano ogni tipo di pericolo.

Fonte passmap BetweenThePosts
A rendere possibile questa strategia e migliorarla con il passare delle settimane c'è stato sicuramente il fatto di aver potuto recuperare una serie di assenze con cui il Villarreal aveva dovuto convivere nei mesi precedenti e che aveva costretto lo stesso Emery a provare soluzioni tattiche non efficienti (vedi l'utilizzo della difesa a 3 o schierare Foyth davanti alla difesa). Non appena il Villarreal è potuto tornare al 4-4-2 con i suoi elementi migliori, la strada si è chiaramente messa in discesa ed ha permesso ai sottomarini gialli di ripristinare quella superiorità tecnica rispetto ai propri avversari. Come si evince dalla passmap relativa alla partita vinta nello scorso weekend sul campo del Levante, il 4-4-2 si sostiene con il lavoro di Parejo a centrocampo che cerca di trovare Moi Gomez (nella fattispecie, altrimenti Trigueros) o Gerard Moreno (stagione clamorosa la sua) tra le linee, mentre sugli esterni abbiamo Samu Chukwueze che dialogando con Gerard Moreno parte dall'esterno per entrare in campo con il suo sinistro, mentre sul lato opposto il terzino Pedraza spinge per sovrapporsi e/o arrivare sul fondo. Questi meccanismi, tuttavia, funzionano prevalentemente quando l'undici a disposizione non perde troppi pezzi, altrimenti molti meccanismi faticano a trovare la giusta esecuzione, e questo ha influito pesantemente sul cammino della squadra in campionato, come ad esempio è accaduto nel turno infrasettimanale contro l'Alaves, dove l'assenza di Pau Torres ha tolto un difensore in grado di far partire l'azione in maniera pulita oltre che un giocatore in grado di coprire le discese di Pedraza a sinistra, stesso discorso applicabile all'assenza di Coquelin nel coprire il lato destro del campo.

Il Barça, invece, giunge a questo impegno reduce dalla trionfale vittoria della Coppa del Re, primo trofeo portato a casa dalla gestione Koeman, e chissà che non resti l'unico vista la grande progressione che la squadra sta avendo nel corso di questa stagione che l'ha portata, sostanzialmente, a raggiungere le due squadre di Madrid nella lotta per il titolo.

Fonte grafici Calcio Datato
Questa progressione segue una progressione tattica della squadra blaugrana basata su un lavoro di comprensione di Koeman della rosa a propria disposizione: per il tecnico olandese erano tante le situazioni di difficile risoluzione a livello tattico ma con un lavoro molto paziente spesso corredato da pesanti sconfitte (vedi il 3-0 subito dalla Juventus nel girone di Champions che è costato al Barça il primo posto nel girone e, indirettamente, l'eliminazione contro il PSG) che però sembra aver portato la squadra sui livelli attesi e che ha rimesso Leo Messi nuovamente la centro del mondo Barça.

Uno dei dilemmi tattici che Koeman ha risolto è stata la coesistenza di Messi e Griezmann nonché quella tra Busquets e De Jong: la soluzione è stata il passaggio alla difesa a 3 con due varianti, una con De Jong centrale difensivo con licenza di avanzare in fase di possesso, e l'altra con Pique al centro della difesa e l'olandese che si schiera da mezzala al fianco di Busquets in un 3-5-2 dove il centro-sinistra è presidiato da Pedri. Questo sistema, inoltre, permette ai due esterni Dest e Jordi Alba di spingere a volontà permettendo alla squadra di avere sufficiente ampiezza soprattutto nel momento in cui c'è da rifinire l'azione: ne è venuto fuori un meccanismo che nel corso delle settimane si è perfezionato, permettendo al Barcellona di esprimersi nuovamente su livelli che, personalmente, non vedevo dai tempi di Luis Enrique.

Rovescio della medaglia del progetto portato avanti da Koeman è quello che la gioventù messa in campo dai vari Pedri, Dest, Dembele, Moriba, Araujo e Mingueza, da un lato porta quella freschezza che è resa visibile dal modo di esprimersi della squadra, ma dall'altra parte nelle partite contro avversari attrezzati in termini di personalità e forza tecnica come Real Madrid e PSG, si evidenzia ancora il lavoro da fare in termini di esperienza e gestione di situazioni complesse della partita. La trasferta all'Estadio della Ceramica potrebbe rappresentare un nuovo test di maturità per la squadra contro un avversario che potrebbe sottrarre ai blaugrana il contesto tattico ed il controllo della partita.


FINALE DI CARABAO CUP, TOTTENHAM-MANCHESTER CITY (DOMENICA, ORE 17,30)

Dopo che l'Inghilterra ha sventato il progetto Super League, due attrici di quel progetto si affrontano domenica pomeriggio per giocarsi il primo trofeo stagionale nell'isola, sicuramente il meno prestigioso dei tre messi in palio ma d'altronde vincere sotto l'arco di Wembley non dispiace mai a nessuno. 

Le due contendenti a questa vittoria hanno ulteriori storie da dover raccontare dopo questa settimana o per ciò che accadrà nella prossima: da una parte abbiamo il Tottenham che ha esonerato Mourinho il giorno dopo aver annunciato l'ingresso nella già defunta Super League, dall'altra parte abbiamo un City reduce dall'eliminazione dalla FA Cup e che mercoledì sarà impegnato nell'andata della semifinale di Champions League contro il PSG. 

L'esonero dell'allenatore portoghese arriva, a mio parere, a consolidare il pensiero che il suo percorso ed i suoi metodi di lavoro non sono più all'altezza del calcio attuale: ricordiamo che è stato lui a portare nel calcio il sistema di allenamento basato sulla periodizzazione tattica. Con il passare degli anni il suo sistema per motivare i giocatori non ha attecchito in nessuno degli spogliatoi dove poi ha messo piede, questo perché penso che certi concetti come determinazione, metterci la passione ed altre cose di questo tipo non possono essere trasmessi in un contesto privo di stimoli tecnici. In questa stagione e mezza a White Hart Lane, oltre ad aver raccolto pochi risultati di rilievo, Mourinho non è stato in grado di migliorare nessuno dei giocatori a propria disposizione: gli stessi Kane e Son erano già forti prima e lo sono anche adesso, mentre gli altri giocatori della rosa non hanno innalzato il proprio livello. Penso che un allenatore oggi quando entra in uno spogliatoio debba convincere i propri giocatori ad essere compatti nel seguire un obiettivo se esiste una strada tecnica per ottenerlo. E questo Mourinho sembra non in grado di trasmetterlo.

Al suo posto il club del nord di Londra ha deciso di affidare la panchina, quanto meno temporaneamente, a Ryan Mason, ex giocatore degli Spurs ed elemento dello staff di Jose Mourinho: purtroppo Mason ha dovuto terminare anzitempo la sua carriera da calciatore per un grave incidente di gioco e adesso si ritrova ad allenare una squadra in cerca di un trofeo assente dal 2008, anche in quel caso si trattava della Coppa di Lega.

Fonte passmap BetweenThePosts
La prima apparizione del Tottenham sotto la gestione di Mason ha visto qualche modifica al modo di giocare della squadra, probabilmente influenzato anche dall'assenza di Harry Kane, tuttavia abbiamo visto una squadra che ha esercitato il 61% del possesso palla e qualche novità nella distribuzione dei compiti: in assenza del centravanti Mason ha chiesto la profondità principalmente a Bale e Son, chiamati ad attaccare la linea difensiva avversaria mediante tagli dall'esterno (nel caso del gallese) o inserimenti tra terzino e centrale avversario (nel caso del coreano), mentre Lo Celso e Lucas Moura si occupavano di giocare il pallone tra le linee. Infine è opportuno notare come i compiti dei due terzini fossero diversi, con Reguillon chiamato a spingere a sinistra, mentre Aurier restava più spesso bloccato in fase di costruzione per supportare i due centrali difensivi ed i due centrali di centrocampo contro la pressione del Southampton. La prestazione non è stata brillantissima, tuttavia la squadra ha mostrato di saper sfruttare bene l'ampiezza del campo e riempire l'area di rigore con più uomini come in occasione del goal di Gareth Bale.

Il City si presenta, ovviamente, da favorito di questa finale: il lavoro svolto da Guardiola in questa stagione è stato snocciolato da più parti, soprattutto con riguardo alla capacità di rinnovare i princìpi di gioco posizionale della squadra rimodellando i compiti di alcuni interpreti, i maggiori esempi sono, ovviamente, i numeri e le prestazioni di Gundogan e l'esplosione del classe 2000 Phil Foden. Ma ciò che mi piace sottolineare è quanto sia efficace la fase difensiva del City, non solo perché riannodando i fili del gioco posizionale il controllo del gioco e la rapidità del recupero palla ne hanno tratto vantaggio ma anche perchè la squadra quanto attaccata sa ricompattarsi e, soprattutto le linee difensive mostrano di chiudere perfettamente il centro del campo e, soprattutto di limitare le soluzioni per chi possiede la palla.

 



La partita di FA Cup dello scorso weeek-end contro il Chelsea, però, ha nuovamente mostrato delle lacune nella pressione del Manchester City, ben aggirata dalla squadra di Tuchel e che ha portato ad una sconfitta che, oltre ad aver negato l'accesso alla finale di coppa, potrebbe aver minato alcune certezze negli uomini di Guardiola su cui magari Mason può costruire il proprio piano-gara.

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