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Tuesday, 13 December 2022

Chiacchere da Bar(i) #14 - Cittadella-Bari e Bari-Modena

 



Dopo due mesi di astinenza torniamo a commentare non una ma due vittorie del Bari: dopo 7 partite senza vittorie (8 se aggiungiamo la Coppa Italia) il turno dell'Immacolata è coinciso con il ritorno alla vittoria, un 3-0 di grande impatto dal punto di vista del risultato in cui la formazione biancorossa ha saputo sfruttare al meglio alcune debolezze dell'avversario dovute ad alcune assenze importanti nella formazione.

Pochi giorni dopo anche il Modena è uscito con le ossa rotte dallo scontro con la formazione di Mignani, qui il 4-1 finale è frutto di una grande partenza di partita della squadra biancorossa ed una grande capacità di reggere i tanti minuti trascorsi in inferiorità numerica per l'espulsione di Maiello.

Anche questa volta ne scriviamo io e Giovanni Fasano, e ne approfittiamo per proiettarci subito verso la partita di sabato sera contro la Reggina che potrebbe lanciare il Bari alla fase finale del mese di dicembre in una condizione di classifica a dir poco importante e con un match da disputare a Santo Stefano contro il Genoa nello scenario del San Nicola.

Il Bari conquista 6 punti in 4 giorni superando brillantemente Cittadella e Modena: cosa accomuna queste due vittorie?

Giovanni F. - Il Bari si assesta al terzo posto in classifica con due vittorie altisonanti ottenute al Tombolato contro il Cittadella e in casa contro il Modena. Le due vittorie, rotonde nel punteggio e convincenti nella sostanza, arrivano dopo un lungo periodo di astinenza dai 3 punti e in un momento cruciale della stagione. Nei prossimi 15 giorni il Bari affronterà Reggina e Genoa in due sfide al vertice che fungeranno da indicatore del valore e delle ambizioni della squadra di Mignani. Arrivarci con due vittorie larghe e quasi insperate dato il ruolino di marcia degli ultimi due mesi è molto importante.

Il file rouge che collega le due prestazioni è sicuramente la ritrovata concretezza sotto porta che tanto era mancata nelle partite precedenti. A Cittadella il Bari ha giovato di alcune disattenzioni della difesa di casa per incanalare il match a suo favore, mentre domenica sera è stato l’approccio veemente al match ad estromettere dall’incontro un Modena troppo molle.

Oltre a questo, il Bari ha dato seguito all’ottima prova senza palla fornita contro il Pisa. L’intensità e l’organizzazione difensiva, che sono stati i comuni denominatori di entrambe le gare, hanno permesso alla squadra di rimanere a galla anche nei momenti di massima pressione da parte degli avversari. Contro il Modena nello specifico, l’espulsione di Maiello avvenuta alla mezz’ora del primo tempo avrebbe potuto complicare il match, ma un grande Caprile, coadiuvato da prestazioni collettive e individuali inappuntabili di centrocampo e difesa, hanno permesso al Bari di mantenere e poi ampliare il vantaggio.

Nicola L. - Questa doppia sfida contro Modena e Cittadella hanno forse rappresentato un’importante svolta per la stagione del Bari: Mignani ha dovuto sempre combattere con una coperta troppo corta data dalle caratteristiche dei giocatori in rosa, le partite di questa settimana hanno permesso al tecnico biancorosso di trovare quell’assetto necessario ad allungare leggermente quella coperta e mettere a proprio agio diversi elementi che erano andati un po’ in difficoltà nelle ultime settimane e che, invece, con i nuovi accorgimenti visti in campo hanno tirato fuori il meglio del proprio repertorio.

Dopo il pareggio contro il Pisa, Mignani si è reso conto che la squadra mostra maggiore sicurezza quando riesce a difendere bene ed a non scoprirsi, un aspetto che ha migliorato molto la fase difensiva ma che ha progressivamente isolato l’attacco, diventato improvvisamente sterile e poco pericoloso. 

Per cui la soluzione andava trovata cercando di migliorare la fase di transizione una volta recuperata palla e così il Bari è improvvisamente diventata una squadra devastante in contropiede ed in grado di mangiarsi il campo grande quando si crea l’occasione. Insomma, un Bari che ha risposto alle difficoltà dell’ultimo periodo cambiando leggermente forma, e di questo bisogna rendere atto alle intuizioni di Michele Mignani.

In entrambe le sfide Mignani ha proposto uno schieramento diverso con Folorunsho e Botta a sostegno di un’unica punta. Vi ha convinto questa soluzione tattica?

Giovanni F. - La soluzione tattica proposta da Mignani è interessante e sicuramente valida dati i risultati ottenuti, ma a mio modo di vedere genera svantaggi e vantaggi piuttosto marcati. Partendo dalle note positive, lo spostamento di Folorunsho nel ruolo ibrido tra ala sinistra e seconda punta ha sortito gli effetti sperati. Il nativo di Roma, sgravato da compiti difensivi non propriamente nelle sue corde, ha potuto sprigionare tutto il suo strapotere fisico e atletico in fase di pressing e di transizione positiva. L’inserimento di Benedetti nello slot di mezzala sinistra ha invece  colmato i vuoti lasciati dal compagno in fase di ripiegamento e ha garantito equilibrio e fluidità nel palleggio.

Di contro va detto che né Scheidler né Antenucci sembrano adatti a ricoprire il ruolo di punta unica. Il francese è stato determinante nei momenti chiave del match di Cittadella, ma, trovandosi spesso in inferiorità numerica, ha faticato a gestire e ripulire palloni per i compagni. L’ex Dijon deve fare grossi miglioramenti nell’uso del corpo nei duelli per potersi imporre in questa categoria, altrimenti il suo apporto sarà sempre limitato. Il gol ritrovato e il bell’assist fornito a Maita servono come iniezione di fiducia, ma non basta.

Antenucci invece, per caratteristiche e momento di forma, necessita di un riferimento più statico per potersi concentrare unicamente sul lavoro di cucitura tra i reparti. Con lui impiegato come punta manca l’attacco alla profondità, di cui ieri si è occupato sporadicamente Folorunsho. In caso Mignani volesse proseguire su questa strada, sarà interessante vedere come si adatterà Walid Cheddira, che per caratteristiche sembra il più adatto a questa conformazione offensiva. 

Nicola L. - Credo che questa sia stata una grande mossa da parte di Mignani che, per cercare di dare senso alla fase offensiva, aveva insistito tanto sulla carta Salcedo trequartista, una mossa che aveva portato anche al sacrificio di Ruben Botta. 

Avevamo scritto nella scorsa analisi del dualismo tra il 2001 genovese ed il prodotto delle giovanili del Boca; in questo momento è quest’ultimo ad essersi preso la titolarità (con grande merito, aggiungo) e la sua associazione con Folorunsho si sta mostrando un nuovo punto di forza della formazione biancorossa in grado di inclinare il piano delle partite.

La mappa dei duelli difensivi affrontati da Folorunsho nella trasferta di Cittadella (Fonte: Wyscout).

Grazie alla presenza di Botta da una parte e Folorunsho dall’altra, il Bari ne ha guadagnato anche in termini di pressione senza palla, la capacità dei due giocatori nell’andare a pressare i difensori avversari è stata un’arma tanto quanto la capacità di generare situazioni di pericolo palla al piede; non è un caso che le reti messe a segno a Cittadella sono tutte frutto di palle rubate agli avversari (forzando anche errori marchiani come quello di Del Fabro sul goal di Scheidler). Insomma un piano gara basato su una protezione dell’area di rigore deve essere completato da una strategia altrettanto valida in contropiede, e questa mossa sembra essere il pezzo mancante del puzzle del Bari delle ultime settimane.

Quali sono i giocatori che si sono messi in luce in queste due gare?

Giovanni F. - Sono tanti i calciatori che si sono rilanciati in questo fine settimana, ma il primo che voglio citare è Mehdi Dorval. Ad inizio campionato, ascoltando vari pareri su di lui e guardando le prime apparizioni in biancorosso, mai avrei pensato di citarlo tra i migliori in campo per una prestazione solida in fase difensiva. 

In una delle prime amichevoli stagionali contro il Frosinone aveva mostrato grossi limiti in fase di non possesso, ma in 5 mesi ha ribaltato ogni giudizio conquistando la fiducia di Mignani e del gruppo. A Cittadella è stato riproposto nel ruolo di terzino sinistro, mentre contro il Modena, con l’ingresso nell’11 titolare di Mazzotta, ha giocato nella sua posizione, quella di laterale destro. Per motivi diversi, legati ad eventi delle due gare, non si è fatto notare nella metà campo offensiva, ma non ha concesso nulla agli avversari diretti negli 1vs1 difensivi. 

Un dettaglio dei duelli difensivi affrontati da Dorval nelle due ultime partite (Fonte: Wyscout).

Contro il Modena si è dovuto interfacciare con Paulo Azzi, terzino atleticamente molto valido che Tesser ha inserito subito dopo l’espulsione di Maiello per aumentare il peso offensivo della sua squadra. Dorval non ha fatto una piega, e anche grazie al sostegno degli inesauribili Maita e Benedetti ha gestito senza grossi affanni le scorribande del laterale brasiliano.

Menzione d’onore anche per Rubén Botta, che domenica sera si è preso il proscenio con un gol da cineteca e un assist pregevole all’interno della solita gara di sostanza e qualità. Quando l’argentino è in condizione, come abbiamo detto tante volte, è un elemento di vitale importanza per questa squadra.

Nicola L. - Io invece voglio sottolineare le due partite di grande spessore di Leonardo Benedetti che ha mostrato davvero di poter essere un perfetto partner in crime sul centrosinistra con Folorunsho. Il centrocampista di proprietà della Sampdoria ha unito sostanza sdoppiandosi nelle due fasi e tanta forma con una serie di progressioni palla al piede di grandissima qualità aiutandosi con la suola in velocità, una di quelle giocate che, personalmente, mi fa sobbalzare dal divano quando osservo la partita o che mi fa esaltare se sono sulle gradinate dello stadio; fino ad ora abbiamo visto un Benedetti discontinuo ed ancora un giocatore che non eravamo in grado di capire cosa volesse fare da grande. Ora il quadro sembra più chiaro, vorrei vederlo più spesso svolgere questi compiti da mezzala di possesso.

Prima della sosta invernale il Bari è atteso da due incroci al vertice contro Reggina e Genoa. Sabato sera i biancorossi faranno visita agli amaranto al Granillo, che gara vi aspettate?

Nicola L. - La partita di Reggio Calabria sarà sicuramente un grande evento sia per la classifica con le due squadre divise da tre punti, ma anche per il gemellaggio tra le due tifoserie che renderà il Granillo uno scenario bellissimo attorno al quale si sfideranno la squadra di Inzaghi e quella di Mignani.

Per il Bari sarà un test decisamente importante: la squadra di Inzaghi non ha uno stile di gioco predefinito, tuttavia sa alternare fasi di possesso di elevata qualità a fasi in cui si chiude in difesa posizionale a difesa della propria area di rigore. Come strategia di gioco somiglia molto al Bari ma, a mio parere, il divario in classifica è dato dalla grande qualità di cui dispone la squadra amaranto la davanti.

La Reggina è una squadra che contesta poco il possesso avversario ma che comunque ha supremazia territoriale (Fonte dati: Wyscout).

Oltre alla qualità di Menez, sullo sfruttamento delle cui qualità Inzaghi sembra avere una corsia preferenziale, la squadra reggina può sfruttare l’ampiezza con Canotto e Cicerelli, le sovrapposizioni di Pierozzi (classe 2001) e gli inserimenti di Fabbian (classe 2003); non a caso oltre ad essere il miglior attacco del campionato assieme ai biancorossi, la Reggina è seconda per dribbling tentati e la quarta per dribbling riusciti. In un periodo storico in cui si parla tanto della mancanza di iniziativa individuale, la squadra di Inzaghi sembra essere un’isola felice in tal senso.

Per cui per il Bari sarà una partita di difficile interpretazione, abbassarsi troppo significherebbe esporsi alla qualità della Reggina, alzarsi troppo esporrebbe a lasciare gli avversari attaccare in campo lungo. Potrebbero però risultare decisive le assenza ambo i lati: da una parte il Bari (oltre a Cheddira, ma è un discorso a parte) dovrà rinunciare a Maiello, l’uomo che ha la valigetta dei codici di Mignani, dall’altra la Reggina dovrà rinunciare al suo perno difensivo Riccardo Gagliolo, la sua assenza contro l’attacco del Bari potrebbe pesare moltissimo per la squadra di Inzaghi.

Giovanni F. - Reggina-Bari sarà, tra le tante cose, la sfida tra due dei reparti di centrocampo meglio assortiti e più efficienti dell’intera categoria. I biancorossi, seppur privi di Maiello, potranno contare su Maita, Benedetti e Folorunsho che con ogni probabilità tornerà nello slot di mezzala sinistra. Di contro la Reggina, dopo aver ruotato gli uomini nella trasferta di Como, al netto di indisponibilità dell’ultimo momento si schiererà con il terzetto titolare composto da Hernani, Majer e Fabbian. A quest’ultimo il Bari dovrà fare molta attenzione soprattutto nell’assorbire i continui inserimenti in area di rigore. Il prodotto delle giovanili dell’Inter sembra riuscire a calamitare il pallone quando si incunea in area di rigore, abilità che gli ha permesso di andare a segno già 5 volte in questo campionato.

La Reggina, pur giocando il più delle volte con Menez al centro dell’attacco, riempie sempre bene l’area grazie al già citato Fabbian, ad Hernani e all'esterno che si trova sul lato debole. Il Bari può contare su due maestri della difesa dell’area di rigore come Di Cesare e Vicari, ma il test che li attende sarà molto probante. 

In fase di possesso il Bari dovrà attingere a piene mani dalla gara disputata dal Frosinone al Granillo. I ciociari hanno sfruttato la loro rapidità in fase di transizione per mettere in difficoltà una difesa organizzata ma che tende a sfilacciarsi a causa delle caratteristiche prettamente offensive dei centrocampisti. Il Bari ha tutte le potenzialità per mettere in evidenza questo limite.

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