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Thursday, 23 March 2023

Chiacchere da Bar(i) #27 - Ternana-Bari


I segnali delle ultime partite non erano incoraggianti, la trasferta di Terni si temeva potesse diventare la buccia di banana su cui il Bari sarebbe scivolato, e così è stato. La formazione umbra con una prima mezzora di buon livello trovano il goal che decide la partita e controllano la partita contro un Bari molto ma molto brutto da vedere. Assieme a Giovanni Fasano proviamo ad analizzare cosa ha reso possibile un risultato ed una prestazione simile.

Il Bari esce da Terni con una sconfitta meritata. Come raccontare Ternana-Bari a chi non l’ha vista?

Giovanni F. - La sconfitta di Terni è stata la logica conseguenza di un periodo di complessivo appannamento che investe il Bari da diverse settimane. I precedenti risultati avevano mascherato il calo della squadra, ma guardando ed analizzando le partite era evidente come i biancorossi non fossero brillanti come nei mesi precedenti.

Al Liberati è andata in scena una gara globalmente equilibrata, che il Bari ha approcciato discretamente costruendo un paio di occasioni interessanti. La differenza rispetto alle gare di Brescia e Ascoli è stata che i biancorossi non sono riusciti ad indirizzare gli episodi a proprio vantaggio, pagando a caro prezzo il gol subito a metà primo tempo. La rete di Partipilo, giunta al termine di un’azione che ha evidenziato tutti i pregi della Ternana che avevamo ammirato ad inizio stagione, ha rinvigorito i padroni di casa e reso vani i timidi tentativi di rimonta di un Bari parso scarico e privo di idee.

Nella ripresa Mignani ha provato a mescolare le carte riproponendo Morachioli largo a sinistra, ma seppur l’ex Renate abbia mostrato coraggio e intraprendenza la mossa non ha sortito gli effetti sperati.

Rispetto al passato il Bari sviluppa gioco in modo molto più prevedibile e frenetico, affidandosi quasi esclusivamente ai lanci verso Cheddira, che dal canto suo si sta scontrando con difensori o addirittura interi sistemi difensivi tarati sulle sue caratteristiche. In determinate situazioni di gioco, seppur con varie linee di passaggio a disposizione, i giocatori del Bari sembrano assuefatti in modo ossessivo dall’idea di dover cercare la verticalità, e questo facilita il compito dei difensori nella marcatura di Cheddira. Dopo Lucioni, anche Sorensen domenica pomeriggio ha fatto un figurone gestendo senza affanni le sgasate dell’attaccante marocchino. 

Nel finale Mignani ha riconfermato di non essere estremamente lucido nella gestione dei 5 cambi. L’ingresso di Esposito al posto di Pucino e il conseguente passaggio a 3 con Bellomo spostato a destra a tutta fascia e tre attaccanti più Morachioli ad aggirarsi in modo randomico sulla trequarti avversaria ha causato solo confusione alla squadra, che infatti nel finale non ha creato alcunché. Come accaduto contro il Genoa, con gli ingressi quasi contemporanei di Scheidler e Ceter e con il colombiano dirottato sulla fascia, anche domenica il tecnico ex Modena ha dimostrato di essere molto confusionario nella gestione delle risorse nelle situazioni di svantaggio.

Nicola L. - Vedendo la partita e rivedendola altre due volte prima di mettermi a scrivere ho cercato di capire come è maturata questa sconfitta del Bari a Terni, ed innanzitutto volevo subito mettere agli atti il fatto che la vittoria della formazione di Lucarelli sia stata meritata e che tanti sono i meriti delle fere per quanto abbiamo visto in campo domenica pomeriggio.

Dico questo perché Lucarelli, a mio parere, ha preparato la partita molto meglio rispetto a Mignani, anzitutto facendo credere a tutti nel corso della settimana che la Ternana avrebbe giocato questa partita con l'elmetto, disputando, invece, un'ottima partita soprattutto dal punto di vista tecnico, sfruttando a proprio vantaggio l'assenza di Maiello nella formazione biancorossa e scommettendo sul mismatch tra l'agilità e la tecnica dei suoi tre attaccanti e la fisicità dei centrali difensivi del Bari. 

Il goal con cui la Ternana sblocca la partita è un riassunto esaustivo di come il tecnico livornese abbia preparato la partita. In particolare possiamo notare come i movimenti di Falletti, Partipilo e Palumbo portino totalmente fuori posizione i due centrali del Bari e Maita (la cui interpretazione dei compiti di centrocampista posizionale sono molto differenti rispetto a quelli di Maiello e qui si vede perfettamente), creando spazi importanti sfruttati dagli inserimenti di Coulibaly, questo porta Ricci a dover scegliere se seguire l'inserimento del centrocampista o tenere sotto controllo Partipilo: sceglierà la prima opzione liberando quindi l'ex barese alle sue spalle che riceverà il pallone da Palumbo per fermare il periodo di imbattibilità di Caprile.

Le connessioni tra i tre giocatori offensivi della squadra umbra, gli interscambi tra Coulibaly e Cassata sulla destra e le discese di Corrado a sinistra hanno messo in seria difficoltà la formazione biancorossa che, quindi, ha faticato enormemente a restare compatta sul terreno di gioco, acuendo quel senso di isolamento che le punte biancorosse stanno vivendo nelle ultime partite.

In questo esempio si può notare come la formazione biancorossa facesse fatica a fornire sostegno ai propri uomini offensivi. Qui ci sono Benedetti, Botta e le due punte a gestire questo attacco attirando verso il centro lo schieramento della formazione di Lucarelli, ma il lato destro d'attacco non viene occupato da nessuno dei giocatori biancorossi, con Mallamo e Pucino che non si sono proposti a sostegno dell'azione. Se si tratti di paura di scoprirsi o di mancanza di voglia e di forza per fare quella corsa in più in avanti e rendere pericoloso un attacco, questo non lo sappiamo, ma in entrambi i casi è un segnale molto preoccupante.

Nel secondo tempo, come già accennato da Giovanni, i cambi non sono stati effettuati con molta lucidità da parte di Mignani. Ovviamente con il senno di poi è facile parlare, tuttavia non ho ben inteso quale fosse la strategia dietro i cambi dell'allenatore biancorosso che ha tolto Botta e Scheidler, lasciando in campo il peggiore dei tre giocatori offensivi in campo, ossia Cheddira, apparso inconsistente per tutto il corso della partita. 

L'ingresso di Benali al posto di Maita a mio parere aveva senso in quanto era necessario qualcuno in grado di far partire l'azione palla a terra ed in grado di associarsi con i giocatori posti nelle zone più avanzate di campo, ma l'ex Brescia ha sbagliato ogni pallone possibile; idem per Morachioli, entrato in campo per dare al Bari una soluzione di rifinitura alternativa, ossia i cross, ma anche questi sono stati eseguiti tutti nel modo sbagliato, rendendo, quindi, inutile l'assalto finale reso possibile da una Ternana che nell'ultima parte di gara non aveva più forze per risalire il campo.

Il giudizio sulla prestazione del Bari è stato unanimemente definito negativo da tifosi e addetti ai lavori. Cosa è mancato in particolare secondo voi?

Giovanni F. - Durante l’azione dei gol subito è mancata sicuramente concentrazione, anche se vanno dati i giusti meriti alla Ternana per la splendida trama sviluppata, mentre complessivamente sono mancate idee e lucidità nella gestione del pallone. 

Inutile girarci intorno: questa è una squadra che non lesina mai impegno e determinazione ma che, soprattutto in questo periodo di appannamento fisico, non ha la varietà offensiva necessaria per venire a capo di partite che si mettono in un certo modo. 

Contro il Cagliari sono state l’ingenuità di Lapadula e l'arguzia di Maiello a salvare i biancorossi dalla sconfitta, mentre a Terni i padroni di casa hanno disputato una gara seria non concedendo nulla. La protezione del vantaggio da parte della Ternana è stata facilitata anche dalla presenza di Antonio Palumbo, fenomenale nella gestione del pallone.

Nicola L. - Personalmente l'idea che mi sono fatto è che il Bari credeva di poter replicare a Terni le partite di Brescia ed Ascoli, ossia lasciare il pallone agli avversari, cercare di rendersi pericolosa attaccando con pochi uomini e cercando di innescare Cheddira in transizione. Lucarelli lo ha ripagato con la stessa moneta lasciando al Bari il possesso del pallone, anche prima del goal di Partipilo, attirando il Bari nella propria metà campo per poi cercare di usare la tecnica di cui dispone per risalire il campo. 

Il report della partita di Soccerment mostra come la Ternana abbia creato disagio al Bari lasciando il possesso palla e mantenendo un baricentro basso.

Al Bari, quindi, è mancato un piano partita più propositivo ed aggressivo, un problema che la formazione di Mignani si portava dietro da un po' di partite e, probabilmente, frutto di una condizione fisica della squadra non ottimale, visti i tanti giocatori infortunati o reduci da infortuni. Ma d'altra parte va considerato che la posizione in classifica che si andava delineando ha forse distratto la squadra dalla necessità di pensare alla prestazione rispetto al risultato, a Brescia ed Ascoli è andata bene per ragioni diverse, a Terni invece no.

Dopo una partita così negativa difficile definire migliore e peggiore, ma proviamo a farlo lo stesso. 

Giovanni F. - Parto dal compito più semplice, quello di individuare il peggiore in campo. In una partita in cui non calci quasi mai in porta, viene quasi naturale ricercare i colpevoli nel reparto offensivo, ed infatti del terzetto scelto da Mignani per iniziare il match nessuno ha fornito una prova sufficiente. Scheidler, costretto a vagare per la metà campo avversaria, ha mostrato tutti i suoi limiti, Botta si è segnalato più per iniziative individuali infruttuose che per giocate efficaci, mentre Cheddira ha denunciato limiti tecnici a cui sembrava aver posto rimedio. Quello di Terni è stato un Cheddira versione Serie C: impreciso nei controlli e poco lucido nella gestione del pallone.

Quasi impossibile individuare un migliore in campo. In occasione del gol, l’intero reparto difensivo ha delle colpe, me escluso quell’episodio ho apprezzato la prestazione di Zuzek, pulito nelle uscite e roccioso nei duelli difensivi. Oltre a lui, come detto prima, per la sfrontatezza mostrata promuovo Morachioli, anche se non ha mai trovato una giocata qualitativa.

Nicola L. - Mi accodo totalmente a Giovanni nel definire Cheddira il peggiore del Bari nella partita di Terni: la prestazione del capocannoniere biancorosso alla vigilia della pausa per le nazionali mi può lasciar indurre che stesse pensando agli impegni del Marocco, ma non voglio fare il tifoso da bar, mentre è giusto colpevolizzarlo per gli errori tecnici (tra cui lo stop sbagliato da cui è partita l'azione del goal della Ternana) e per il fatto di non aver praticamente vinto nessun duello con i propri avversari.

Il dettaglio sui duelli affrontati da Leonardo Benedetti nella partita di Terni (Fonte: Wyscout).

Riguardo il migliore, pur all'interno di una prestazione di squadra negativa, chi non ha abbassato il proprio rendimento è stato ancora Leonardo Benedetti: anche lui ha sbagliato tanto (specie i cross nei minuti finali di partita, ma ricordo che non è il suo mestiere alla fine dei conti) ma è anche l'unico della squadra che ha cercato di non tenere isolati i tre d'attacco ed anche l'unico a vincere dei contrasti in una partita in cui ogni palla contesa era appannaggio della formazione rossoverde.

La pausa arriva al momento giusto? Quali prospettive deve avere la stagione del Bari da qui a fine campionato?

Giovanni F. - Si, indubbiamente la pausa arriva al momento giusto. Il Bari ha bisogno di recuperare energie, giocatori (Folorunsho su tutti) e lucidità. 

Per quanto riguarda le prospettive, considerando Frosinone e Genoa ben indirizzate verso la promozione diretta, l’obbiettivo del Bari deve essere quello di blindare uno dei due posti che consentono l’accesso diretto alle semifinali playoff. Il margine sulla quinta in classifica è di 5 punti, ma il Palermo e soprattutto il Cagliari hanno cambiato marcia nelle ultime settimane e hanno tutte le carte in regola per assaltare i posti ad oggi occupati da Bari e Sudtirol. 

Nicola L. - La pausa è assolutamente indispensabile in questo momento per il Bari, che ha necessità di rimettere in piena forza diversi elementi per essere pronta al rush finale di questa stagione e magari anche a Mignani per riflettere meglio su che tipo di squadra vuole che diventi il suo Bari da qui alla fine della stagione. Le ultime partite hanno mostrato che un atteggiamento troppo attendista e poco propenso al rischio porta a rendere le partite del Bari una roulette russa in cui può accadere di tutto, e non sempre può andare bene e, non sempre, quando le cose vanno male, si può pescare il jolly dalla panchina.

Io credo che il Bari non debba pensare alla classifica adesso, ho letto troppa gente che sta a guardare i risultati e gli episodi del Genoa e del Sudtirol o che sta già facendo complottismo preventivo su come il Frosinone si comporterà una volta raggiunta la matematica certezza delle promozione; Bari ed il Bari devono concentrarsi sulle prestazioni della squadra e su come migliorare il rendimento della squadra; per me esiste un concetto importante: quando una squadra sa cosa deve fare con il pallone è una squadra che gioca bene, altrimenti non lo è. Il Bari deve capire cosa fare per giocare bene. 

Se si trova da qui alla fine questa strada, le prospettive saranno rosee soprattutto in vista dei playoff, altrimenti sarà qualcun altro a festeggiare la serie A.

Dopo la pausa arriva il Benevento al San Nicola, cosa vi aspettate da questa partita?

Giovanni F. - Entriamo nella fase di stagione in cui tutte le squadre del campionato di Serie B hanno qualcosa per cui lottare e fare punti diventa ancora più complesso. 

Detto ciò, il Benevento ha dimostrato a più riprese di essere una delle squadre meno attrezzate della categoria, e l’arrivo di Stellone al posto di Cannavaro non ha migliorato la situazione. I sanniti hanno vinto una sola gara delle ultime 13 giocate, non vincono in trasferta dall’8 dicembre e rispetto alle dirette concorrenti Cosenza e Venezia non hanno dato alcun segno di vita nelle ultime settimane.

Con l’addio di Forte e la deludente stagione dei vari Simy, La Gumina e Farias, la fase offensiva si regge grazie agli inserimenti a fari spenti dell’ex di turno Tello, autore di 5 gol e pericolo numero uno per la retroguardia biancorossa. 

Le assenze per squalifica di Pastina e Leverbe priveranno le streghe di due cardini dell’impianto difensivo, forse l’unico settore di campo in cui le cose funzionano. Il Bari dovrà essere bravo nel capitalizzare le grosse difficoltà del momento e le varie incognite di formazione che accompagneranno la trasferta del Benevento al San Nicola.

Nicola L. - Anzitutto la partita con il Benevento ci permetterà di riaccogliere al San Nicola un allenatore che è stato trattato molto male dalla piazza come Roberto Stellone: certo non stiamo parlando di Rinus Michels, ma a mio modo di vedere è stato liquidato troppo facilmente dalla vecchia società in quanto il suo progetto tecnico mi interessava molto e necessitava qualche settimana in più per consolidarsi.

Detto questo, oggi Roberto Stellone ha in mano una squadra che deve ricostruire dalle macerie della gestione Cannavaro e che è stata tolta troppo in fretta (o troppo tardi, visto che i rapporti erano tesi già in estate) dalle mani di Fabio Caserta. La sconfitta di Pisa, assieme alla terza partita di fila senza trovare la porta, hanno portato la formazione sannita ad una situazione di classifica a cui nessuno pensava neanche negli scenari peggiori.

Il problema principale di questa squadra è che riesce a trovare la rete solo con gli inserimenti dei centrocampisti (Tello o Karic) e che, nonostante un centrocampo in grado di gestire il pallone, fatica ad entrare in area di rigore, se non con i cross degli esterni (prima in campionato per cross nell'area piccola), mentre ha seri problemi quando deve difendere nella propria area di rigore (basta vedere il goal preso da Moreo nell'ultima partita di Pisa o quello di Belardinelli contro il Sudtirol).

Mi aspetto una partita sicuramente diversa da quella dell'andata, in cui il Benevento di Cannavaro cercò di mettere la partita su un piano più vicino alla rissa che all'agonismo. Con Stellone è probabile che vedremo una squadra che cercherà di palleggiare e tenere il pallone, una cosa che il Bari tende a lasciar fare, per cui potrebbe trattarsi di un tipo di partita che può svilupparsi nelle corde della formazione biancorossa che potrà cercare anche di sfruttare le difficoltà che sta soffrendo il reparto difensivo tra prestazioni rivedibili ed assenze importanti.

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