Rubriche

Monday, 22 May 2023

Come funziona il rombo della Nazionale maschile Under 20

 


Il weekend calcistico si è chiuso ieri sera con l'esordio della nazionale Under 20 nel Mondiale maschile di categoria, una competizione tornata a quattro anni di distanza (in genere si gioca ogni due anni ma il COVID nel 2021 fece saltare l'edizione) e che nell'ultima edizione aveva visto gli azzurri allora allenati da Nicolato chiudere al quarto posto.

Oggi Nicolato è salito di livello andando ad allenare la nazionale Under 21, per cui la sua eredità è stata raccolta da Carmine Nunziata, tecnico federale di lunga data ed ex centrocampista con militanze in diversi club tra cui il Padova ed il Torino con i quali ha anche ottenuto la promozione in serie A, massima serie che, però, ha giocato molto meno di quanto meritasse.

Ieri la sua nazionale Under 20, seppur messa in piedi in pochi giorni (pazzesco che una competizione del genere non sia nel calendario FIFA) ci ha regalato grande calcio con la vittoria sul Brasile per 3-2 che restituisce solo in parte il senso di appagamento estetico che questa squadra ha trasmesso.

Per questo cercherò di spiegare rapidamente come il rombo preparato dal tecnico azzurro abbia esaltato le caratteristiche dei nostri giocatori più importanti, mostrando come il calcio italiano stia cercando a livello federale di tirarsi fuori dal quel senso di vetusto che pervade le analisi degli addetti ai lavori per portare i nostri calciatori ad essere parte di un calcio più in linea con le necessità contemporanee.

COSTRUIRE IN LARGHEZZA

Il sistema di gioco con il rombo a centrocampo ha come obiettivo principale quello di sviluppare e rifinire il gioco per vie centrali; per poter raggiungere questo scopo la costruzione deve rendere possibile l'accesso alle zone centrali del campo e questo avviene mediante una costruzione in cui la linea difensiva si apre totalmente in ampiezza per provocare l'apertura dello schieramento difensivo avversario.

Come si vede da questo esempio, la nazionale di Nunziata fa partire l'azione con un 4+1 dove i 4 sono i quattro difensori mentre davanti ad essa si posiziona il vertice basso del rombo, ossia il romanista Faticanti, quest'ultimo preso in consegna da una delle due punte del Brasile. Qui eravamo in una fase di gara in cui i brasiliani avevano già capito l'obiettivo della costruzione azzurra: schierarsi in ampiezza per poi portare il pallone al centro, magari sui piedi dello stesso Faticanti o con una triangolazione tra il terzino e la mezzala di riferimento (in questo caso Prati). Nel gergo covercianese si dice gioco fuori per giocare dentro, sostanzialmente sta a significare che se l'avversario porta la squadra a giocare fuori (quindi esternamente) la squadra deve immediatamente cercare di riportare il gioco dentro (quindi al centro) e da qui far sviluppare l'azione.

Nel calcio attuale questa ricerca del centro e dell'ampiezza a seconda delle fasi di gioco è un elemento ormai assodato, per cui in questo caso vediamo l'Italia che usa l'ampiezza in costruzione per avere la possibilità di proseguire il gioco centralmente; nelle squadre, invece, che giocano il cosiddetto gioco di posizione, si tende ad usare l'approccio opposto, ossia costruire centralmente (vedi il 3+2 impiegato dal  City di Guardiola o il 3+1/1 del Bayer Leverkusen di Xabi Alonso) per poi occupare in ampiezza lo spazio tra difesa e centrocampo avversari con lo scopo di aprire le maglie dello schieramento difensivo avversario.

Per cui si può affermare che nel calcio contemporaneo se vuoi attaccare in ampiezza devi costruire centralmente, se vuoi attaccare centralmente devi costruire in ampiezza. Ovviamente il calcio non si riduce solo a questo ma se vogliamo creare due macro-aree di riferimento eccovele servite.

LO SVILUPPO CON IL ROMBO

Il tratto distintivo di questa Nazionale è sicuramente l'uso del rombo a centrocampo, un sistema molto utilizzato proprio quando si hanno a disposizione centrocampisti molto bravi nel palleggio ed in grado di avere una certa gamba vista la quantità di campo chiamati a coprire vista l'assenza di esterni d'attacco nel sistema. 

Indubbiamente questo è l'identikit dei giocatori dell'Italia Under 20: il rombo permette di tenere insieme giocatori come Baldanzi e Pafundi così come Prati, Faticanti e Casadei. Molti allenatori faticherebbero a trovare un modo per metterli tutti insieme ed alla fine arriverebbero a rinunciare a qualcuno di essi, invece Nunziata ha messo la tattica a disposizione del talento di cui dispone. In questo esempio vediamo chiaramente la disposizione a rombo dei quattro centrocampisti azzurri, in un'interpretazione dello stesso particolarmente ortodossa, ossia giocano tutti e quattro talmente vicini da essere tutti dentro il cerchio di centrocampo. Questo dimostra che, visto il poco lavoro che Nunziata ha potuto fare per creare strutture più riconoscibili, sono stati lasciati liberi di dialogare tra loro: tenere giocatori così abili tecnicamente in questa prossimità tra di loro e la palla facilita lo sviluppo del gioco in quanto rende più rapido lo scambio del pallone ed aumentando, quindi, la possibilità di disordinare lo schieramento avversario liberando spazi da attaccare.

Questa ricerca dello scambio nello stretto ha messo molto a proprio agio giocatori come Baldanzi e Pafundi che, quindi, si sono sentiti molto a loro agio a muoversi per giocare palla. Per cui spesso abbiamo visto uno dei due abbassarsi per venire a giocare la palla dentro al rombo di centrocampo creando, quindi, anche delle rotazioni posizionali utili a mantenere vivo il possesso palla azzurro. Nell'esempio il movimento a venire incontro del giocatore dell'Udinese "costringe" Prati ad allargarsi per liberare spazio alla ricezione creando in maniera naturale uno schieramento asimmetrico in cui le due ampiezze sono occupato dal giocatore della Spal a destra e da Turicchia a sinistra.

Si legge molto in giro in questo periodo di calcio relazionale, ossia di un calcio in cui gli schemi offensivi sono sostituiti dalle connessioni tra i giocatori e questo sviluppo di gioco proposto da Nunziata mostra la presenza sia di un'idea di base (usare il rombo per sviluppare il gioco centralmente) ma anche la volontà di lasciare libertà ai giocatori di sistemarsi a piacimento per creare le combinazioni che accelerano le fasi di possesso del pallone.

RIEMPIMENTO DELLA ZONA RIFINITURA

Sbocco naturale del rombo di centrocampo è quello di arrivare a riempire con più uomini la zona rifinitura, ossia lo spazio centrale tra difesa e centrocampo avversario. Riuscire ad avere accesso a quella zona di campo in maniera rapida e contestualmente riempirla di tanti uomini porta diversi vantaggi per chi attacca, questo perché difesa e centrocampo avversarie devono fare una mossa per stabilire come tamponare questo sovraccarico.

L'occupazione della zona di rifinitura è un elemento molto presente nel settore tecnico di Coverciano: lo stesso Viscidi ha avuto modo di affermare che entrare in questa zona crea numerosi vantaggi (e spesso i presupposti per una palla goal) specialmente se il giocatore ricevente è posizionato fronte alla porta con palla aperta (ossia con spazio sufficiente per effettuare la giocata successiva). In questo esempio, tratto dallo sviluppo dell'azione che porterà al goal di Prati, possiamo notare non solo l'occupazione della zona rifinitura ma anche le rotazioni discusse sopra: qui è Baldanzi a scendere per raccogliere la palla mentre le due mezzali e le due punte (Esposito e Pafundi) occupano lo spazio centrale costringendo il Brasile a stringersi ed allo stesso tempo liberare spazio tra le linee. L'Italia ne approfitterà spostando il gioco lateralmente in maniera molto rapida.

ATTACCO ALLA DIFESA

Un altro elemento specifico delle squadre che giocano con il rombo è quello di attaccare l'area di rigore con tanti uomini, questo, va da se, crea situazioni di grosso pericolo per le difese anche in situazioni nelle quali sulla carta possono essere avvantaggiate (per esempio i cross).

In occasione del goal di Prati si nota chiaramente come dopo lo scarico del pallone su Turicchia a sinistra le due mezzali e le due punte dell'Italia, dopo aver occupato la zona rifinitura vanno ad attaccare l'area di rigore riempendola anche in maniera organica. Così sul crosso del terzino della Juventus in area di rigore gli azzurri sono in superiorità numerica rispetto ai brasiliani e questo permette a Prati di smarcarsi sul secondo palo e raccogliere il pallone toccato dalla testa di Casadei e sbloccare la partita.

Spesso le squadre che amano esprimere un calcio tecnico sono spesso tacciate di poca concretezza: il motivo spesso risiede nel fatto di non attaccare l'area di rigore nel modo migliore. Questa nazionale sa come sfruttare al meglio la propria strategia in fase di sviluppo e rifinitura dell'azione anche in fase di finalizzazione. Se vi interessa scoprire qualcosa di più di questo modo di arrivare alla conclusione vi consiglio di andare a rivedere il Cittadella di Venturato, squadra spietata in questo tipo di situazioni che è stata in grado di sfiorare per più volte la serie A nel quinquennio sotto la sua gestione e da cui non si può escludere che Nunziata abbia attinto.

COME RISOLVERE DIFENSIVAMENTE LA MANCANZA D'AMPIEZZA

Una problematica molto comune alle squadre che giocano con il rombo è quello di avere difficoltà a coprire l'ampiezza difensivamente; per ovviare a questa mancanza le squadre così schierate in campo fanno in modo di restringere quanto più possibile il campo all'avversario, una strategia molto complicata da eseguire in quanto richiede molta applicazione da parte di centrocampisti e difensori.

L'avversario cerca di sfruttare subito questa difficoltà cercando di costruire esternamente, anche perché la pressione esclude la possibilità di avanzare centralmente. Qui vediamo infatti l'accoppiamento naturale delle due punte con i due centrali difensivi e del trequartista con il centrocampista brasiliano posizionato davanti alla difesa. Non appena la palla viene scaricata esternamente, quindi, spetta alla mezzala di parte, in questo caso Casadei a dover andare in pressione, per questo motivo è molto importante avere due centrocampisti non solo bravi con la palla tra i piedi ma in grado di saper coprire ampie zone di campo. Una volta che Casadei qui va a prendere frontalmente il terzino del Brasile il resto della squadra si muove in direzione del pallone per stringere il campo.

Per portare avanti questa strategia è molto importante che ci sia comunicazione tra i giocatori e la capacità di coprire le uscite dei compagni. In questo esempio vediamo molto bene l'organizzazione della linea difensiva: Turicchia era inizialmente salito per andare a coprire lo spazio alle spalle di Casadei liberando quindi, a sua volta, lo spazio sulla sua fascia di competenza, qui il meccanismo prevede che il centrale difensivo di parte si apra e vada a prendere l'attaccante del Brasile, ma allo stesso tempo vediamo che Faticanti si abbassa e copre lo spazio lasciato da Guarino, mentre contestualmente Turicchia ricostruisce la linea di difesa scambiando la posizione con Guarino stesso.

Per una squadra che gioca con il rombo a centrocampo, le linea difensiva è chiamata ad un grande lavoro di reparto mentre il centrocampista posizionale (ossia quello posizionato davanti alla difesa) necessita di grandi capacità di lettura del gioco avversario per stabilire quali spazi coprire a sua volta. L'Italia Under 20 di ieri sera ha dato grande sfoggio di se anche sotto questo aspetto mostrando di essere una squadra competitiva non solo dal punto di vista tecnico ma anche dal punto di vista fisico ed atletico. 

COSA RESTA DI QUESTA PRESTAZIONE?

Il rombo con cui Carmine Nunziata ha schierato l'Italia Under 20 ci ha regalato una squadra in grado di palleggiare e dominare in faccia niente meno che al Brasile. Ma soprattutto ci ha mostrato come la tattica possa essere messa a disposizione del talento.

Giocatori come Pafundi e Baldanzi nella visione calcistica che ha permeato l'Italia negli ultimi anni sarebbero stati scartati da molti settori giovanili o difficilmente avrebbero avuto la capacità di emergere a questi livelli, fortunatamente i nostri settori giovanili stanno tornando a guardare la tecnica dei giocatori e la loro intelligenza calcistica senza rendere la struttura fisica una tagliola per chiunque voglia giocare a calcio. 

Sotto questo aspetto vi consiglio il pensiero di Francesco Federico Pagani, l'admin del celebre (per noi appassionati) account social e blog Sciabolata Morbida che meglio spiega questo aspetto.


No comments:

Post a Comment